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Wilhelm Reich è stato un pensatore originale e poliedrico. Il suo nome è indissolubilmente legato alla definizione
dell'Analisi del carattere, la cui centralità nell'ambito delle pratiche psicoterapeutiche è unanimemente
riconosciuta. La sua tecnica della Vegetoterapia Analitico-Caratteriale poi, attenta alla dimensione corporea e
preverbale della persona, ha sancito l'ingresso del corpo in psicoanalisi. Egli è stato fra i primi psicoanalisti ad
indicare l'equivalenza di mente e corpo, anticipando delle acquisizioni presenti nella riflessione scientifica del
nostro tempo. La sua ricerca ha ispirato alcune delle attuali pratiche psicoterapeutiche fra le più originali ed
efficaci, e quando facciamo riferimento alle psicoterapie corporee non possiamo non riconoscerne la paternità.
Eppure nei testi di medicina, psicoanalisi e psicoterapia la sua opera è quasi ignorata. La comprensione di questo
enigma è da ricercarsi soprattutto in alcuni presupposti del suo pensiero che hanno finito col metterne in ombra la
genialità. L'impianto di fondo che sorregge e guida ogni aspetto della sua riflessione, infatti, è costituito da un
pronunciato naturalismo, anti intellettualismo e da un'esasperata visione olistica dell'esistenza. L'intento di questo
lavoro è allora quello di andare oltre le parti più deboli di quell'impianto teoretico per poter sviluppare fino in
fondo il senso innovativo delle sue originali riflessioni. Prefazione di Genovino Ferri.