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2019-2020
5. L’EFFICACIA DELLE POLITICHE ECONOMICHE
IN ECONOMIA APERTA
Bilancia dei pagamenti transazioni di un Paese con il resto del mondo. Due sono le voci principali della
bilancia dei pagamenti:
- Conto corrente (o Partite correnti) è composto da
1) importazioni/esportazioni di beni e servizi
2) redditi d’investimento da attività finanziarie estere possedute da residenti e da attività finanziarie
nazionali possedute da esteri
3) trasferimenti netti ricevuti (aiuti dall’estero)
- Conto capitale è composto da flussi netti di capitali che sono dati dalla differenza tra la delle attività
finanziarie nazionali detenute da stranieri (afflussi) e la delle attività finanziarie estere detenute da
residenti (deflussi)
Tasso di cambio nominale (S) tasso di cambio unilaterale (una valuta nei confronti di un’altra).
Tasso di cambio reale () tasso di cambio nominale deflazionato per i prezzi relativi nazionali
=SP*/P dove S è il tasso di cambio nominale, P* i prezzi esteri, P i prezzi interni (esteri e interni sono
riferiti rispetto alla valuta in cui è espresso S ex. se considero il tasso di cambio del $ nei confronti
dell’Euro S($/euro) allora P*(esteri) sono i prezzi Euro e P (interni) sono i prezzi USA.
è un tasso di cambio unilaterale. Se deprezzamento reale.
EQUILIBRIO NEL MERCATO DEI CAMBI L’equilibrio è dato dalla condizione delle parità dei tassi
d’interesse che mette in relazione i tassi di cambio con i tassi d’interesse.
Dal paragrafo 1.5 sappiamo che la Uncovered IRP semplificata è
(it- it*)=(St+1e -St)/St (5.1)
Ricavo St in funzione di it dalla (5.1) e tralascio gli indici temporali
IRP S=Se/(1+i-i*)
E’ una relazione negativa tra tasso di cambio e tasso di interesse nazionale se i, S (apprezzam.)
curva inclinata negativamente se i, i titoli nazionali rendono di più per cui si preferirà vendere i titoli
esteri e convertire la valuta estera in valuta nazionale per investirla in titoli nazionali apprezzamento della
valuta nazionale.
MODELLO IS-LM IN ECONOMIA APERTA equilibrio simultaneo dei mercati dei beni,
monetario e valutario che determina la produzione, il tasso d’interesse e il tasso di cambio di equilibrio
1) Equilibrio nel mercato dei beni IS: Y=C(Y-T)+I(Y,r)+G+X(Y*,)-Q(Y,) con ipotesi di tassi
d’interesse e di cambio reali r=i-e, =SP*/P, 2 semplificazioni
- con P e P* dati (analisi di breve periodo), per convenienza scelgo P*/P=1 =S (non serve distinguere
tra tasso di cambio nominale e reale)
- con aspettative d’inflazione date (e=0) r = i (non serve distinguere tra tassi d’interesse nominali e
reali)
Y=C(Y-T)+I(Y,i)+G+NX(Y,Y*,S) dove NX sono esportazioni nette NX= X(Y*,)-Q(Y,)
Se Y NX (peggiora) (relazione negativa); se Y* o S NX (migliora) (relazione positiva)
2) Equilibrio nel mercato monetario LM: M/P=L(Y,i)
3) Equilibrio nel mercato valutario IRP: S=Se/(1+i-i*) dove Se tasso di cambio futuro atteso dato.
E’ un sistema a 3 equazioni (IS, LM, IRP) in 3 incognite (i,Y,S) che sono le variabili endogene, dati
G,T, M, Y*, i*, Se che sono le variabili esogene
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Per tracciare la IS e la LM sul piano cartesuiano [Y,i] come è stato fatto in precedenza, sostituisco S
determinato dalla IRP in IS IS solo in funzione di i ed Y
Equilibrio congiunto IS: Y=C(Y-T)+I(Y,i)+G+NX[Y,Y*,Se/(1+i-i*)], LM: M/P=L(Y,i) relazioni tra Y
ed i
i
B) permanente (Se varia) IS verso destra (ma meno di prima), LM invariata, IRP verso destra
Y, i, S (apprezz.), Se, NX (peggiora) l’economia si muove dal punto 1 al punto 3
Effetti su Y e i minori, su S maggiori rispetto a politica fiscale temporanea
Se G in modo permanente domanda,Y, domanda di moneta, i, i titoli nazionali diventano più
convenienti, S e Se spostamento verso destra di IRP (S si apprezza di più rispetto al caso A), IS si
sposta di meno perché dipende da Se (agli effetti di i e S che contrastano l’ di G si aggiungono quelli
di Se)
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Ipotesi di una politica monetaria espansiva (M)
Se è giudicata dai mercati come temporanea, le aspettative sul tasso di cambio non variano e gli effetti
saranno un aumento di Y, una diminuzione del tasso di interesse i, un deprezzamento del tasso di cambio S
ed un miglioramento della bilancia commerciale NX
Se è giudicata dai mercati come permanente (aumenti di spesa pubblica anche in futuro), le aspettative sul
tasso di cambio variano e gli effetti saranno gli stessi del caso precedente, ma maggiori su Y e sul tasso di
cambio S, minori su i
Finora abbiamo implicitamente assunto l’ipotesi che il tasso di cambio fosse libero di fluttuare, cioè
abbiamo assunto che l’economia operasse in un sistema di cambi flessibili.
Tuttavia esistono diversi sistemi di tassi di cambio.
CAMBI FLESSIBILI In un sistema di tassi di cambio flessibili (Floating exchange rate), i Paesi non
hanno obiettivi specifici per i loro tassi di cambio. Il tasso di cambio è libero di fluttuare.
In realtà i sistemi a cambi flessibili puri non esistono, perché, pur non avendo alcun impegno sul tasso di
cambio, la Banca Centrale può occasionalmente intervenire sul mercato dei cambi per evitare eccessive
oscillazioni della propria valuta, dove per eccessive oscillazioni si intendono quelle che possono
compromettere l’equilibrio macroeconomico di un Paese. (Managed floating exchange rate)
Vantaggi dei sistemi a cambi flessibili un Paese non rinuncia a due importanti strumenti di politica
economica, i tassi di interesse e i tassi di cambio.
Svantaggi dei sistemi a cambi flessibili i tassi di cambio tendono ad avere una variabilità eccessiva
CAMBI FISSI In un sistema di tassi di cambio fissi (Fixed exchange rate), la Banca Centrale si
impegna a mantenere il tasso di cambio fisso in termini di qualche valuta estera. Anche in questo caso i
sistemi a cambi fissi puri (fixed peg) sono rari, perché in genere si consente al tasso di cambio di variare
all’interno di un corridoio detto banda di oscillazione (sistemi a cambi fissi con bande di oscillazione). In
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pratica, la Banca Centrale definisce una parità centrale (tasso di cambio fisso) e una banda di oscillazione
entro cui il tasso di cambio deve rimanere, definita come ±punti percentuali rispetto alla parità.
La parità centrale varia raramente. L’annuncio di una modifica della parità da parte della Banca Centrale
implica una svalutazione/rivalutazione (da distinguere dalle variazioni giornaliere di
apprezzamento/deprezzamento) del tasso di cambio. Consiste in un aggiustamento dell’impegno di cambio
su di una nuova parità.
Questo impegno sul tasso di cambio implica che
1) i tassi d’interesse interno ed estero coincidano. In base alla IRP: i=i*+(Se-S)/S, se l’impegno è ritenuto
credibile, non sono attese variazioni del tasso di cambio e quindi S=Se Questo implica dalla IRP che i=i*
2) Come diretta conseguenza del punto 1), la Banca Centrale rinuncia alla politica monetaria come
strumento di controllo dell’inflazione perché diventa uno strumento di controllo del tasso di cambio
Cosa spinge le Banche Centrali ad assumere un impegno sul tasso di cambio. Per comprenderlo è
necessario mettere in evidenza le 4 caratteristiche della moneta:
1) è un bene collettivo (per aver valore deve essere utilizzata da più individui)
2) l’utilizzatore della moneta è disposto a pagare per detenerla
3) il suo utilizzo dipende dalla fiducia che non perderà valore (credibilità dell’emittente)
4) economie di scala dell’offerta di moneta (più aumenta l’accettabilità della moneta, più si è disposti a
pagare per detenerla, meno sono i costi per l’emittente).
Le economie di scala spingono alla concentrazione del processo di offerta di moneta.
Un modo per concentrare l’offerta di moneta è diminuire il numero delle Banche che emettono moneta (in
passato in Italia vi erano più banche con questa possibilità, come il Banco di Napoli, Banco di Sicilia…, poi
si è arrivati ad avere un’unica banca con diritto di emettere moneta: la Banca d’Italia) oppure rendere la
moneta nazionale accettata a livello internazionale (al di fuori dei confini dove non ha corso legale) con un
accordo di cambio che garantisca il valore della moneta nel tempo.
La moneta di un Paese può diventare moneta internazionale (essere accettata anche da altri Paesi in cui non
ha corso legale) se vi è fiducia che mantenga il suo valore nel tempo. Questo può essere ottenuto con un
accordo di cambio tra Paesi.
Vantaggi di un sistema a cambi fissi la valuta nazionale viene accettata come mezzo di pagamento
anche in altri Paesi dove non ha corso legale.
Svantaggi Problema di credibilità e della coerenza temporale: con l’accordo di cambio si deve tener
fede nel tempo all’impegno della convertibilità della valuta nazionale.
i Nazionale i* Estero
Ms’ Ms Ms*
i2 i2*
i1 i1*
Md Md*
M2 M1 M M2* M1* M*
Poiché i tassi d’interesse devono coincidere, l’offerta di moneta nei singoli Paesi che aderiscono all’accordo
di cambio è vincolata alla scelta di un tasso d’interesse unico. La definizione del tasso d’interesse deve
quindi avvenire in modo cooperativo tra i Paesi, in modo che l’offerta di moneta nei singoli Paesi garantisca
l’equilibrio con la domanda nazionale di moneta.
Se un Paese decide di modificare la propria politica monetaria, gli altri Paesi che aderiscono all’accordo di
cambio si devono adeguare (Vedi Grafico), perché la variazione dei tassi d’interesse in un Paese, attraverso
la IRP genera una variazione del tasso di cambio. Nell’esempio presentato nel grafico precedente, se un
Paese attua una politica monetaria restrittiva, i tassi d’interesse di quel Paese aumentano ed essendo la IRP
[S=Se/(1+i-i*)] (relazione negativa tra tasso di cambio e tasso di interesse), il tasso di cambio diminuisce,
cioè si apprezza nei confronti delle altre valute.
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Le altre valute si deprezzano, per cui gli altri Paesi devono intervenire nel mercato dei cambi per rispettare
l’accordo di cambio fisso Se una valuta si deprezza significa che c’è un eccesso di offerta di quella valuta
nel mercato dei cambi il settore privato vende valuta nazionale e compra valuta estera. Per contrastare il
deprezzamento, la Banca Centrale deve fare il contrario: comprare valuta nazionale e vendere valuta estera.
Ma comprare valuta nazionale significa ridurre la quantità di moneta presente in quel Paese e quindi attuare
una politica monetaria restrittiva.
La Banca Centrale riesce a difendere l’accordo di cambio solo se ha sufficienti riserve internazionali, cioè
valute straniere che la Banca Centrale ha tra le attività del proprio bilancio. Quando ha esaurito le riserve
internazionali, non può più vendere valuta straniera ed è quindi costretta a svalutare, cioè definire un nuovo
tasso di cambio fisso (nuova parità centrale) o uscire dall’accordo.
E’ quanto è accaduto nel 1992 nello SME (Sistema Monetario Europeo). La Germania dopo l’unificazione
ha aumentato i tassi d’interesse per contrastare l’inflazione. Tutta l’Europa aveva un ciclo economico debole
e adeguarsi alla politica monetaria tedesca significava incoraggiare la recessione. Gli speculatori, consci del
fatto che l’accordo di cambio non era difendibile, hanno venduto Lire e comprato Marchi, spingendo la Lira
al di fuori della banda di oscillazione (deprezzamento della Lira)
Gli speculatori
limite superiore (+2,25% rispetto alla parità) vendono Lire
comprano Marchi
La Banca Centrale per evitare il deprezzamento della Lira doveva agire in modo opposto: comprare Lire e
vendere Marchi. In genere nei sistemi a cambi fissi la Banca centrale non ha l’obbligo di intervenire, ma
l’alternativa è la svalutazione definendo una nuova parità. Gli speculatori che avevano Marchi in portafoglio
si sono trovati con un guadagno pari alla svalutazione.
In ogni caso, la Banca Centrale può difendere il cambio solo finché ha a disposizione Marchi (valuta estera)
tra le sue riserve internazionali. Una volta esaurite, deve abbandonare il sistema a cambi fissi.
Quindi, due sono i fattori che in genere scatenano la speculazione in cambi:
- incongruenza tra variabili macroeconomiche (come inflazione e Pil) e valore del tasso di cabio
fissato dalla Banca Centrale
- basso livello delle riserve internazionali presso la Banca Centrale, perché ciò rende meno difendibile
il tasso di cambio.
In un regime a cambi fissi la politica fiscale è più efficace di quella in regime di cambi flessibili perché
la politica monetaria deve essere accomodante se politica fiscale espansiva, la IS si sposta verso destra
con Y, i ; per prevenire i, la Banca Centrale deve attuare una politica monetaria espansiva, la LM si
sposta verso destra con i e ulteriore Y. Il risultato finale sarà un i invariato e un forte aumento di Y
i LM LM’
i1
IS’
IS
Y1 Y2 Y3 Y
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Quindi rispetto all’analisi svolta finora con regime di cambi flessibili, in regime di cambi fissi la politica
fiscale è più efficace e la politica monetaria non può essere utilizzata come strumento di stabilizzazione di Y
SISTEMA A VALUTA COMUNE I Paesi che partecipano a questo sistema rinunciano alle proprie
valute nazionali e ne assumono una comune che ha corso legale in tutti i Paesi. A differenza deI sistemi
di cambio fissi, in cui l’accettabilità della moneta è garantita da un accordo di cambio che può venir meno
nel tempo, l’accettabilità della moneta negli scambi tra i Paesi dell’area è definita per legge. Il controllo
della politica monetaria viene trasferito ad un organismo sovranazionale (per l’area euro è la Banca Centrale
Europea – BCE) che decide in base alle esigenze dell’intera area e non a favore di un Paese o l’altro. Le
banche nazionali hanno nel proprio Paese soltanto funzioni operative non decisionali.
Caratteristiche principali di un sistema a valuta comune:
- la presenza di un organismo sovranazionale per il controllo della politica monetaria
- la moneta ha corso legale in tutti i Paesi dell’Unione
La crisi del debito sovrano scoppiata nel 2010, e tuttora presente nell’area euro, è un esempio di
asimmetria economica con Paesi virtuosi come Germania, Francia, Olanda, e quelli periferici come Grecia,
Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia, con bilanci dissestati. Questa asimmetria può causare il collasso del
sistema a valuta comune, e quindi il crollo dell’euro, come è accaduto per lo Sme o in generale per i
sistemi a cambi fissi? La risposta dal punto di vista teorico è no, perché il sistema a valuta comune non
impone la difesa del tasso di cambio da parte della Banca centrale: l’euro nei confronti delle altre valute
è libero di deprezzarsi nel caso di crisi di fiducia (è un sistema a cambi flessibili nei confronti di $ e Yen).
Il sistema a valuta comune può crollare solo se vi è una scelta politica di uscire dal sistema.
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