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GUIDA ALLA
LAVORAZIONE
DEGLI STAMPI
LE STRATEGIE PER
RAGGIUNGERE UNA
DRASTICA RIDUZIONE DEI
TEMPI DI CICLO ATTRAVERSO:
LA SCELTA DEI MATERIALI,
L’UTILIZZO DI NUOVI
UTENSILI PERFORMANTI
E LA MISURAZIONE
DELL’EFFICIENZA DI
LAVORAZIONE ATTRAVERSO
GLI INDICATORI.
1. Introduzione 4
3. Le lavorazioni 9
3.1. Gli aspetti generali 10
3.2. Gli utensili 11
3.2.1. Le geometrie
3.2.2. Rendimento e durata
3.3. La qualità che fa la differenza 12
4. Gli indicatori 14
© Le immagini utilizzate nel documento sono state gentilmente fornite da Sorma e LMT Tools
Obbiettivi
monografia
CIRCOSCRIVERE I
PRINCIPALI PASSAGGI
DELLA LAVORAZIONE
DI UNO STAMPO
DETERMINARE
L’IMPORTANZA DI
GESTIONE QUALITà E
TEMPI DI PROCESSO
ILLUSTRARE LA
RILEVANZA DI UNA
CORRETTA SCELTA
DEGLI UTENSILI
INTRODURRE
AGLI OPPORTUNI
INDICATORI DI
EFFICIENZA
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Guida alla lavorazione degli stampi
1. Introduzione
Uno dei più antichi processi produttivi, che hanno accompagnato lo sviluppo dell’umanità
dagli albori fino ad oggi, e che certamente accompagnerà l’uomo nella crescita futura è lo
stampaggio, termine collettivo per indicare una tecnologia che raccoglie processi etero-
genei, accomunati dal tipo di utensile impiegato: lo stampo. Caratteristica comune di tutti
gli utensili “stampo” è quella di avere una forma permanente, più o meno complessa, e di
non lavorare per sottrazione di materiale, ma per deformazione, sfruttando i diversi stati
della materia.
L’evoluzione del mondo dello stampaggio è strettamente connessa allo sviluppo nello
studio dei materiali e della tecnologia, secondo aspetti che si influenzano reciprocamen-
te, spinti anche dalla costante voglia di scoprire e migliorare, insita nella natura umana.
Basti pensare all’acciaio: tecnica di lavorazione e analisi sul materiale hanno permesso, e
permettono di progredire tanto nella costruzione stampi che nei prodotti, con un impat-
to sociale non indifferente. Ma non solo: gli inizi del ‘900 hanno visto nascere i materiali
termoplastici che, proprio grazie allo stampaggio, sono oggi di più che ampia diffusione.
Grazie allo sviluppo tecnologico è oggi possibi-
le stampare manufatti che hanno dimensioni
estremamente variabili, dall’ordine del milli-
metro per arrivare a quello dei metri, con forme
anche molto complesse, ricche di variazioni di
spessore, utilizzando un’ampia gamma di ma-
teriali, dai metalli ai polimerici.
Fra gli stampi esistono sostanziali differenze le-
gate alla tecnologia di processo, ai materiali uti-
lizzati nella costruzione dello stampo stesso e a
quelli del pezzo stampato.
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Guida alla lavorazione degli stampi
Il mondo
2.
degli stampi
2.1 LE TIPOLOGIE
Le tecniche di stampaggio riguardano processi industria-
li differenti che vanno essenzialmente dallo stampaggio
tradizionale per iniezione, alla forgiatura, allo stampag-
gio lamiere, alla pressofusione, ma anche imbutitura,
estrusione e sinterizzazione. Ognuno di questi processi
ha in comune l’esistenza di uno stampo, entro cui viene
data forma al materiale, in accordo con le specifiche di
progetto, sfruttando precisi processi fisici e chimici.
2.1.1 Stampaggio per iniezione (injection molding) - Si
tratta di un processo in cui il materiale polimerico, inizial-
mente sottoforma di pellet, successivamente riscaldati e
portati allo stato fuso, viene iniettato ad elevata pressione
all’interno di uno stampo chiuso, che viene aperto a solidi-
ficazione avvenuta. Anche la temperatura di iniezione deve
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Guida alla lavorazione degli stampi
essere elevata, in modo da favorire lo scorrimento del materiale fuso all’interno dei canali di
adduzione e dello stampo.
2.1.2 Stampaggio a caldo o a freddo (forging die) - Processo di deformazione massiva,
ritenuto la più antica tecnica di lavorazione dei metalli (5000 a. C.), risponde alle esigenze
produttive di un’ampia gamma di forme, dimensioni e materiali, anche nel caso di leghe
preziose. I settori merceologici coperti vanno dalla bulloneria all’automotive, all’aerospace,
all’orafa, ecc. Questa tecnica, in linea generale, permette di ottenere sia semilavorati, che
quindi andranno poi ripresi secondo altri processi tecnologici, sia pezzi finiti.
2.1.3 Formatura per lamiera - Gli stampi per la lavorazione della lamiera hanno in genere
grandi dimensioni e devono poter seguire la forma irregolare, e spesso complessa, del ma-
nufatto da produrre. La scelta del materiale con cui realizzare lo stampo dipende dal mate-
riale da stampare e dalla durata attesa di progetto.
I trattamenti e i rivestimenti sono applicati in modo da proteggere lo stampo dalle solle-
citazioni che avvengono durante il processo di stampaggio e per garantire lo scorrimento
della lamiera secondo direzioni preferenziali, in modo da mantenere gli sforzi entro i valori
massimi ammissibili definiti a progetto.
2.1.4 Stampaggio per pressofusione (Die casting mould) - La pressofusione è un processo
industriale molto simile allo stampaggio per iniezione dove il materiale metallico allo stato
liquido è iniettato ad alta pressione nello stampo. Si tratta di un processo che permette di
ottenere manufatti con forme complesse e spessori delle pareti anche molto ridotti. La mag-
gior parte dei manufatti pressofusi sono in lega di alluminio, specie nel settore automotive
che richiede spessori di pochi millimetri, altrimenti difficili da produrre.
2.2 I MATERIALI
La scelta del materiale dello stampo dipende dalla tipologia, dalle dimensioni e dalla du-
rata desiderata, intesa come numero di stampate. In prima battuta, le caratteristiche di cui
tenere conto sono riconducibili a:
__ Elevata lavorabilità (fresatura, lucidatura, elettroerosione, ecc.)
__ Stabilità dimensionale, in particolare in relazione ai trattamenti termici
__ Buone caratteristiche meccaniche, in particolare durezza e resilienza
__ Resistenza all’usura
__ Resistenza alla corrosione
__ Buona conducibilità termica
Da sottolineare l’importanza del controllo della temperatura, specie se si stanno stampando
materiali termoplastici di tipo semicristallino. In tal senso sono costantemente allo studio
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Guida alla lavorazione degli stampi
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Guida alla lavorazione degli stampi
Gli acciai da metallurgia delle polveri, legati con Cr, Mo, Ni, Co, hanno la caratteristica di es-
sere isotropi, proprio a causa del loro specifico processo produttivo. La non trascurabile pre-
senza di carburo di Titanio rende questi materiali particolarmente resistenti all’usura, quindi
idonei allo stampaggio di termoindurenti o termoplastici rinforzati.
Gli acciai inossidabili risultano interessanti quando devono essere stampati polimeri che
producono sostanze corrosive, essendo una valida alternativa agli stampi cromati o niche-
lati che possono avere distacco del riporto. La finitura superficiale influenza grandemente la
resistenza alla corrosione per cui, nel caso di superfinitura e/o lucidatura, si raggiungono va-
lori altissimi di resistenza; per contro, la bassa conducibilità termica complica la lavorazione
portando ad un innalzamento del tempo ciclo.
2.2.2 Le leghe non ferrose - Le leghe non ferrose vengono impiegate in particolari contesti,
sfruttando le proprietà offerte dalle varie leghe. Le leghe di rame hanno elevata conducibi-
lità termica e lavorabilità; le leghe rame berillio, con tenore di berillio da 1.7%, dopo tratta-
mento innalzano la durezza mantenendo buona la resistenza e la resistenza a corrosione,
ma, essendo costose, trovano un utilizzo limitato a quei casi in cui occorre ridurre i tempi
ciclo o quando il raffreddamento dello stampo è difficoltoso.
Le leghe di alluminio stanno riscuotendo sempre maggior interesse, fondamentalmente per
il loro peso ridotto, la buona lavorabilità, l’elevata conducibilità termica e la resistenza a cor-
rosione. Da notare come la velocità di taglio possa essere 5 volte maggiore di quella dell’ac-
ciaio, con una drastica riduzione dei tempi di lavorazione e dei tempi ciclo. Per innalzare la
durata dello stampo devono essere previsti trattamenti quali l’anodizzazione, il rivestimento
PVD o riporti di cromo o nichel, sebbene debbano essere attentamente valutati sia la mor-
fologia del pezzo stampato che il materiale.
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Guida alla lavorazione degli stampi
3. Le lavorazioni
Stando ai dati più recenti, il materiale più utilizzato negli stampi è l’acciaio tanto che la
lavorazione avviene per circa l’80% su acciaio e circa il 20% su alluminio, solo con frange
che riguardano gli altri materiali.
Oltre alla morfologia del manufatto e alla durata prevista per lo stampo, è solo una volta
definito il materiale che si delinea il piano industriale, partendo dai processi e dalle lavo-
razioni.
Materiali tipici per gli stampi ad iniezione possono essere gli acciai da tempra 40CrMn-
MoS8-6, 40CrMnNiMo8-6-4 o C45: l’asportazione, in sgrossatura, di grandi volumi di tru-
ciolo nell’unità di tempo, unitamente ad una finitura superficiale ottima, sono i requisiti
richiesti ad una lavorazione performante per questi stampi. Ciò implica disporre di una
sufficientemente ampia gamma di frese, a inserti o in metallo duro, in grado di rispondere,
anche in termini di lunghezza fresa, alle specifiche esigenze, assicurando avanzamenti e
velocità di taglio elevate.
Nel caso dello stampaggio a caldo o a freddo, e in particolare nella forgiatura, i materiali
utilizzati per lo stampo sono principalmente gli acciai designati, secondo la normativa
AISI, con le sigle H11 e H13, trattati con durezze 46÷48 HRC. La sgrossatura deve lasciare
spigoli raggiati, in modo da evitare la formazione di cricche e, dopo il trattamento termico,
va eseguita la finitura o la superfinitura, in funzione della qualità richiesta alla superficie.
Da sottolineare l’importanza di un utensile che sia in grado di mantenere tanto la propria
durata quanto le proprie caratteristiche, onde evitare sia rotture premature che criticità al
processo produttivo, che naturalmente si traducono in termini economici.
Quando si tratta di stampi per lamiere, tornitura e fresatura sono le lavorazioni prevalenti,
riservando particolare attenzione alla finitura, specie quando si tratta di manufatti per il set-
tore automobilistico o aeronautico. La durezza dei materiali richiede utensili con geometrie
neutre per la fase di sgrossatura e frese toriche per la semi-finitura e finitura. La direzione
di lavorazione ha una forte influenza sulle sollecitazioni del materiale stampato, oltre che
sull’estetica, concorrendo a garantire il rispetto delle specifiche di progetto.
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Guida alla lavorazione degli stampi
Gli stampi per pressofusione devono facilmente garantire spessori ridottissimi, dovendo
comunque sopportare le elevate pressioni di iniezioni, richiedono materiali tipo32CrMoV12
-28, lavorati di fresatura anche con durezze nell’ordine di 50HRC. Volendo fare un raffronto
con il simile processo di stampaggio ad iniezione, che vede protagonisti i materiali poli-
merici, gli stampi per pressofusione hanno in genere forme più complesse, che quindi
richiedono quasi perentoriamente l’impiego di sistemi CAM collegati al CAD, al fine di
garantire processi di fresatura performanti e senza sorprese.
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Guida alla lavorazione degli stampi
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Guida alla lavorazione degli stampi
mercato di frese definite multifunzione, con cui è possibile effettuare diverse tipologie di
lavorazione con un unico utensile, con una conseguente riduzione dei costi di produzione.
3.2.2 Rendimento e durata - Definite “ad alto rendimento”, sono oggi sul mercato partico-
lari frese dal design innovativo che sono in grado di aumentare sensibilmente la vita utile
dell’utensile; queste frese risultano particolarmente indicate per la copiatura ed hanno in-
trodotto il concetto del secondo tagliente grazie al quale, una volta usurato il primo taglien-
te, l’inserto può essere girato e continuare a lavorare.
Ma il rendimento e la durata dell’utensile dipendono anche dallo stato dell’utensile du-
rante il taglio, stato che dipende molto dall’ambiente riscontrabile nella zona di lavoro. Le
moderne lavorazioni degli stampi richiedono sempre più spesso lavorazioni ad alta velocità
e in alta pressione, condizioni che richiedono controllo termico, attenzione ai residui metal-
lici e ad eventuali altre particelle che, in condizione di alta pressione, diventano fortemente
abrasive nei confronti della superficie dello stampo in lavorazione, e dannose nei confronti
di pompe ed utensili. Ai fini della durata dell’utensile, specie nell’ottica di lavorazione non
presidiata, e dell’alto rendimento, sta destando sempre più interesse lo studio dell’influen-
za della lubrorefrigerazione sul processo di taglio, con particolare attenzione alla pulizia del
fluido da taglio.
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Guida alla lavorazione degli stampi
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Guida alla lavorazione degli stampi
4. Gli indicatori
In un’ottica di industria 4.0 stanno acquisendo sempre più importanza gli indicatori, in
quanto forniscono un dato oggettivo, frutto di una valutazione misurata.
Un indicatore di competitività che sembrava poter avere interessanti riscontri riguarda il
costo per unità di volume di truciolo asportato, dato che potrebbe essere particolarmente
interessante per la valutazione della lavorazione di uno stampo. Al momento non sono
però ancora disponibili algoritmi validati, che siano in grado di rispondere con un dato og-
gettivo, non confutabile.
Un indicatore che sta iniziando a diffondersi è invece l’Overall Equipment Effectiveness.
Questo indicatore ha iniziato a farsi strada con l’avvento della tecnologia Lean, ed è oggi
noto con l’acronimo OEE. Esso valuta indirettamente la “bontà” del processo in quanto
analizza l’efficienza totale dell’impianto, riassumendo in sé i tre concetti fondamentali
del controllo di produzione: le disponibilità, l’efficienza e la qualità, valutati in un gene-
rico intervallo di tempo. In sostanza, attraverso il
monitoraggio dell’efficienza produttiva è possibile
individuare e quantificare le maggiori perdite di
produzione degli impianti e, soprattutto, monito-
rare l’efficienza dei processi produttivi. L’obiettivo
è quello di cercare di allineare il più possibile il
mondo ideale, oggetto della pianificazione, con
quello reale, rappresentato dalla realtà di produ-
zione. Di fatto l’OEE, nella sua formulazione clas-
sica, racchiude una filosofia di analisi dei processi
tutt’altro che semplice ed immediata, dato che
analizza in modo approfondito tutte le perdite di
produzione correlate alle attrezzature e alle pe-
riferiche della macchina utensile, questo in uno
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Guida alla lavorazione degli stampi
tempo redditizio
OEE=
tempo disponibile
L’OEE, espresso come valore percentuale, non potrà mai raggiungere la condizione ideale pari al
100%, in quanto starebbe ad indicare un sistema che non si ferma mai, ed è privo, per esempio,
di attrezzaggi o setup, così come valori di OEE maggiori del 100%, indicano certamente un mo-
dello poco accurato. Generalizzando, le realtà produttive che non hanno mai affrontato progetti
relativi al miglioramento dell’efficienza possono raggiungere valori di OEE nell’ordine del 50%:
valori sensibilmente più alti devono essere valutati con attenzione perché potrebbero essere
indice di una non corretta formulazione del modello. Sempre generalizzando valori dell’OEE
del 70÷85%, possono essere considerati attendibili se contestualizzati in realtà di produzione
che sta adottando modelli
per il miglioramento dell’ef-
ficienza.
L’OEE è un indicatore e, in
quanto tale, non cambia la
realtà, sia essa di efficien-
za o di inefficienza, ma va
abbinato ad una analisi ri-
guardo al perché dei risul-
tati ottenuti, che possono
richiedere una riformula-
zione dei modelli organizzativi, così come un diverso approccio alla lavorazione, partendo
dall’introduzione di una differente catena CAD-CAM-CNC, oppure dall’individuazione di nuovi
utensili che migliorino le performance della lavorazione, piuttosto che a differenti sistemi di
gestione del fluido da taglio, in grado di incidere significativamente sull’efficienza. Il risultato
e l’analisi congiunta potrebbero anche indicare la necessità di un percorso formativo, data la
necessità del grande bagaglio di conoscenze richieste nelle operazioni di fresatura stampi,
che assicurino un processo di lavorazione sicuro.
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Key point
QUALITÀ, un principio fondamentale
per lo Stampista, specie se
economicamente SOSTENIBILE
INDICATORI, in un’ottica di
Industria 4.0 assumono sempre
più importanza: consentono la
MISURAZIONE DELL’EFFICIENZA
L’OEE, un INDICATORE DI
COMPETITIVITÀ di particolare
interesse per la lavorazione
degli stampi
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Guida alla lavorazione degli stampi
CONCLUSIONI
Per lo stampista la qualità è fondamentale, ma deve essere
economicamente sostenibile. Al cuore del processo produttivo c’è
l’utensile che deve essere in grado di assicurare una lavorazione
performante. Nascono quindi nuovi utensili, dalla geometria
innovativa e con rivestimenti in grado di lavorare anche i materiali
più difficili, garantendo alti rendimenti e maggior durata. Diventano
quindi fondamentali la scelta e la gestione corrette del parco
utensili, potendo contare, a tal fine, su un partner in grado non solo
di fornire gli utensili corretti, ma anche di seguire lo stampista nel suo
processo di evoluzione tecnologica e di miglioramento continuo.
Il partner utensiliere ideale deve avere una solida conoscenza dei
processi di realizzazione di uno stampo, in modo da affiancare lo
stampista parlando la sua stessa “lingua” e dandogli tutto l’appoggio
e la consulenza necessari a ottenere il meglio da ogni singolo
utensile, per incrementare rendimenti e durate e quindi efficienza
complessiva del processo. Efficienza che oggi può essere misurata,
grazie all’adozione di opportuni indicatori.