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Indice
1. Nota metodologica
4. Conclusioni
Allegati
Autore del testo di analisi è Alessio Scandurra, ricercatore di Sociologia del Diritto presso la
Fondazione Giovanni Michelucci di Firenze
La rilevazione degli interventi e l’elaborazione dei dati e delle schede allegate è stata coordinata da
Giovanna de Mottoni e realizzata da Gianluca Calzolari, Francesco Chiurco, Paola Ferri, Giovanna
Mangano della Struttura di Supporto alla Cooperazione Transnazionale dell’Isfol. Tutte le
Amministrazioni e gli Organismi partner del Tavolo nazionale FSE per l’inclusione dei soggetti in
esecuzione penale hanno preso parte alla definizione della scheda di rilevazione, ed hanno fornito
i dati e prodotto le schede riportate.
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1. Nota metodologica
La presente relazione riguarda la rilevazione avviata per iniziativa del Tavolo nazionale
Fse per l’inclusione dei soggetti in esecuzione penale,
penale, che aveva per oggetto le buone
prassi per l’inclusione degli stessi, individuate come tali dalle Amministrazioni centrali e
regionali partecipanti e non al Tavolo Fse.
Obiettivo della rilevazione era acquisire un quadro informativo delle esperienze più
significative maturate sul territorio nazionale nel contesto della Programmazione
comunitaria - ma anche di altre linee di finanziamento - da utilizzare nel quadro delle
attività della Rete Transnazionale Fse Ex-Offenders Community of Practice (ExOCoP).
I progetti, allegati alla fine della relazione, sono stati segnalati principalmente dalle
Amministrazioni centrali e dalle Autorità di Gestione Fse a seguito di una selezione da
loro operata, utilizzando per ciascun intervento una scheda di rilevazione elaborata in
seno al Tavolo Fse.
Il quadro che emerge va dunque letto alla luce di due considerazioni. La prima è che la
rilevazione tiene conto solo dei progetti segnalati ed inviati e non dell’universo degli
interventi che si svolgono nel Paese per l’inclusione sociale degli autori di reato. La
seconda è che, per la loro stessa natura “straordinaria”, tali progettualità vanno ad
affiancarsi agli interventi che in via ordinaria tutte le Amministrazioni appartenenti al
Tavolo Fse realizzano per l’inclusione di tali beneficiari. L’insieme delle attività
ordinariamente svolte da quelle Amministrazioni, per quanto significative per
innovatività, efficacia o per la rilevanza del bisogno su cui intervengono, resta dunque
estraneo a questa rilevazione.
Si precisa infine che, per esigenze legate alla partecipazione italiana alla Rete
transnazionale FSE Ex-Offenders Community of Practice (ExOCoP), è stato necessario
stilare una lista (Allegato n. 2) ridotta di progetti, distribuiti in base all’area tematica di
intervento, da presentare ai coordinatori della Rete ed agli organizzatori degli eventi
tematici previsti nei prossimi mesi. Nella lista, allegata alla fine di questo documento,
sono stati inclusi alcuni progetti ritenuti rappresentativi del complesso delle attività
rilevate e di tutte le Amministrazioni ed i territori che hanno partecipato alla rilevazione,
e che evidenziano le esperienze che, anche per le indicazione raccolte degli stessi
compilatori, presentavano i profili di maggior interesse.
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2. Analisi quantitativa delle principali caratteristiche dei progetti
progetti rilevati
Si tenga presente infine che al momento della redazione di questo documento un quarto
circa dei progetti segnalatici risultavano ancora in corso di svolgimento.
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Tabella 1 Organismi membri Tavolo FSE
Min. Min. I. C. Equal Min. Giustizia BAS PA E_R FVG (1) LAZ LIG LOM MAR PIE TOS VEN Leonar Gru
Istruzione Lavoro ISFOL DAP (9) (3) BZ (6) (1) (3) (1) (1) (11) (31) (2) do (2) ndt
(x) = numero progetti segnalati
(6) DGPOF (8) (3) vig
(1) (1)
Aree tematiche
Rete di istituzioni 1 1 7 3 1 1 4 1 2 1 1 3 11 1 38
Mentoring 1 1 3 5
Valutazione 1 1 1 1 1 5
Minori 1 1 1 1 1 1 6
Arte negli istituti penitenziari 2 2
E-learning 1 1 2
5
Il secondo dato che sembra utile commentare, riportato nella Tabella 2, è relativo alla natura
giuridica degli organismi gestori dei progetti ricevuti.
Tabella 2
44 26 20
Si tratta di un dato di grande rilevanza, che evidenzia la notevole presenza di progetti gestiti da
enti di diritto privato (enti privati e organizzazioni del privato sociale). Anche su questo tema
torneremo ampiamente in seguito, ma vale già la pena di accennare come la massiccia presenza
dei privati tra i gestori dei progetti ricevuti, insieme al dato mostrato in Tabella 1, relativo al
numero di progetti che sono intervenuti sul tema delle Reti di istituzioni, mettono subito in
rilievo la centralità della relazione e del coordinamento tra attori istituzionali e società civile per
le politiche di inclusione.
Tabella 3
Significativo anche il dato, riportato nella Tabella 3, relativo alla tipologia delle attività
progettuali realizzate. Da segnalare in questo caso il sostanziale equilibrio tra le azioni rivolte
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alle persone e le azioni rivolte ai sistemi. Il dato sembra rafforzare l’interpretazione proposta
sopra, relativamente alla presenza degli enti privati ed alla rilevanza dei progetti sulle reti di
istituzioni. Nonostante infatti la necessaria centralità della persone in esecuzione di pena, per la
realizzazione di percorsi di inclusione efficaci moltissimi progetti hanno sentito la necessità di
intervenire anche sulle organizzazioni deputate all’inclusione degli autori di reato, e sulle
relazioni tra queste organizzazioni. Ci sembra che questo dato, in accordo con i precedenti,
indichi come un intervento sulle caratteristiche del sistema complessivo dell’inclusione abbia
oggi valore strategico per la sua efficacia. In ogni caso questo è un tema su cui torneremo
ampiamente in seguito.
In merito alle principali aree tematiche di intervento, è sembrato utile da un lato individuare le
finalità che il quadro normativo affida alle istituzioni a vario titolo coinvolte nella esecuzione
della pena; dall’altro, indicare quali difficoltà strutturalmente si frapPONgono alla realizzazione
di quelle finalità, difficoltà che spesso i progetti pervenutici segnalano, nella scheda di
rilevazione, nella sezione “Individuazione dell’area problematica”. Da questo punto di vista
auspichiamo che l’analisi qui presentata possa offrire un quadro delle principali problematicità
che caratterizzano l’attivazione di percorsi finalizzati al reinserimento per gli autori di reato, ma
che indichi anche alcune strategie utili, suggerite dai progetti stessi, per il superamento di
quelle problematicità.
Prima di affrontare però le singole aree, è forse utile svolgere un ragionamento complessivo da
un canto sulle finalità che alla esecuzione della pena vengono attribuite dal nostro ordinamento,
e dall’altro sulle principali difficoltà che vi si frapPONgono.
Il tema della finalità dell’esecuzione della pena è noto. Il nostro ordinamento adotta una
concezione polifunzionale della pena, per cui alla finalità rieducativa, solennemente sancita
nell’art. 27 della Costituzione, vanno certamente affiancate le altre tradizionali funzioni cui la
pena deve assolvere, inclusa quella di difesa sociale, anche questa posta a tutela di valori
costituzionalmente garantiti. Da ciò discendono due conseguenze, sancite entrambe dalla Corte
già dal 1974 (sentenza n. 204), ovvero da un canto l’esistenza di un vero e proprio diritto del
detenuto alla rieducazione, e dall’altra della natura necessariamente flessibile della pena, che va
modellata sulle esigenze trattamentali della persona condannata, affermando anche il
conseguente diritto del condannato a che “il protrarsi della realizzazione della pretesa punitiva
venga riesaminato al fine di accertare se in effetti la quantità di pena espiata abbia o meno
assolto positivamente al suo fine rieducativo”. A questi principi di rango costituzionale il
legislatore da attuazione con l’approvazione della legge di riforma penitenziaria (legge n. 354
del 1975) e con le sue successive modifiche (soprattutto la legge n. 663 del 1986, la c.d. legge
Gozzini), allo scopo di predisporre gli strumenti normativi (anzitutto il sistema delle misure
alternative) ed istituzionali (con la creazione della Magistratura di sorveglianza) senza i quali
quei principi sarebbero oggi “scatole” vuote.
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È infine utile precisare che, se il fine della “rieducazione”, che la Corte Costituzionale ha
variamente declinato, parlando ad esempio di “reinserimento nel contesto economico e sociale”
o di “risocializzazione”, è chiaramente la finalità che maggiormente rileva nel contesto di questa
rilevazione, data la natura dei progetti esaminati, le altre caratteristiche che la pena deve
necessariamente avere non vanno affatto considerate in contrasto con la rieducazione ed anzi,
in alcuni casi, sono strumentali alla sua realizzazione. È questo il caso soprattutto dell’altro
precetto contenuto nell’art. 27 della Costituzione, per cui la pena “non può essere contraria al
senso di umanità”. È chiaro infatti come il rispetto dei diritti fondamentali del condannato e la
sua risocializzazione siano due concetti del tutto diversi, ma anche profondamente connessi. Il
primo infatti costituisce un limite al secondo, nel senso che il fine rieducativo non più essere
raggiunto adottando misure che violino i diritti umani fondamentali, ma ne costituisce anche
una precondizione, nel senso che è difficilmente immaginabile un percorso rieducativo in un
contesto in cui non è garantita alla persona condannata una esecuzione della pena pienamente
rispettosa dei diritti fondamentali della persona.
Queste considerazioni offrono l’occasione per accennare subito ad alcune delle maggiori
difficoltà che si frapPONgono alla realizzazione della finalità rieducativa della pena, difficoltà
che tutti i progetti che ci sono stati segnalati, senza eccezioni, mirano a superare.
Anzitutto un po’ di dati. A prescindere dalle attuali gravi condizioni di sovraffollamento degli
Istituti penitenziari, con una popolazione detenuta che ha raggiunto cifre senza precedenti in
Italia, va più in generale constatato come dall’inizio degli anni ’90, con l’unica eccezione della
breve stagione dell’indulto, le presenze nella nostra carceri hanno sempre superato la capienza
regolamentare, creando una condizione di oggettiva difficoltà per l’applicazione della normativa
vigente. A fronte di questo, va segnalato anche come, sempre dall’inizio degli anni ’90, il
numero delle persone tossicodipendenti in carcere raramente sia sceso sotto le 14.000 unità,
rappresentando una percentuale che oscilla tra il 26% ed il 30% dei detenuti, mentre il numero
dei detenuti stranieri, nello stesso periodo è più che raddoppiato, passando dal 15% circa
dell’inizio degli anni ’90 al 37% odierno. È chiaro come questi due fenomeni, unitamente ad
altri, PONgano enormi difficoltà di fronte a chi ha il compito di predisporre quei percorsi
trattamentali che dovrebbero realizzare la finalità rieducativa della pena (Fonte: Dipartimento
dell'Amministrazione Penitenziaria - Ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistema
informativo automatizzato - Sezione statistica).
A fronte di questa non facile situazione, le risorse a disposizione poi risultano non sempre
adeguate. Da un canto le strutture detentive, basti pensare che oltre il 60% dei circa 205 istituiti
utilizzati (cui vanno aggiunti gli istituti per minori, anch’essi gestiti dalla Polizia Penitenziaria)
risale ad epoche comprese tra il 1.600 ed il 1.800, con le intuibili difficoltà logistiche che questo
comporta (A. Alfano, 15 ottobre 2008 - Festa del Corpo della Polizia penitenziaria, pubblicato
su www.giustizia.it). Inoltre si registra da tempo una carenza del personale di polizia
penitenziaria che ha ormai raggiunto il 16% del personale teoricamente previsto, mentre la
condizione del personale educativo e trattamentale non è meno preoccupante (Fonte DAP,
elaborazione Pianeta Carcere: www.pianetacarcere.it).
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È ovvio che in questa situazione le difficoltà che si incontrano nella realizzazione delle finalità
previste per l’esecuzione della pena, in conformità al dettato costituzionale ed alla normativa in
vigore, sono enormi. Dall’esame dei progetti che abbiamo ricevuto, si evince come la rete degli
attori coinvolti nei percorsi di inclusione dei soggetti in esecuzione penale abbia preso atto da
tempo delle difficoltà ricordate, cercando di mobilitare tutte le risorse a questo scopo
disPONibili, e di attivare sinergie e processi di raccordo tesi a rafforzare tutte le reti e le
relazioni che possono facilitare questi percorsi di inclusione.
Questa considerazione è supportata dal dato relativo alla eterogeneità dei partenariati coinvolti
nei progetti presi in esame, e dal ruolo che in questi partenariati hanno giocato, assumendo il
compito di organismi gestori, numerosissimi enti privati. Infatti molti dei progetti esaminati
sono stati gestiti da enti di diritto privato e questo a nostro giudizio dimostra come le
Amministrazioni dello stato e gli enti locali, quantunque fermi nel rivendicare le proprie
competenze e valorizzare le proprie operatività, al tempo stesso ormai ricorrano sempre più
spesso ad organizzazioni che portano nei progetti professionalità e competenze ulteriori
rispetto alle proprie, arricchendo così l’offerta trattamentale e la sua articolazione.
Per una comprensione più chiara di questi aspetti, passiamo adesso ad un esame più
approfondito dei progetti che hanno concentrato il proprio intervento sull’area tematica delle
Reti di Istituzioni.
Il primo dato da segnalare, relativo ai progetti ricevuti che hanno svolto attività sul tema delle
reti di istituzioni, è quello relativo alla rilevanza quantitativa di questo tema. Dei 90 progetti
segnalati, 38 hanno svolto attività relative al tema delle reti. Si tratta della seconda area
tematica per numero di progetti, dopo il tema della formazione per i detenuti, che ha impegnato
57 progetti, ma d’altro canto va evidenziato come la formazione dei detenuti, nei progetti
esaminati, rappresenta spesso una sorta di attività trasversale. Si tratta infatti di una attività
certamente presente in molti progetti, ma che ha natura spesso strumentale, necessaria per la
realizzazione delle finalità specifiche del progetto, come nel caso dei progetti indirizzati a
gruppi specifici di detenuti. Sul tema delle reti di istituzioni, di cui molti progetti hanno fatto il
proprio ambito di intervento prioritario, sono state elaborate proposte innovative ed interessanti
soprattutto in termini di collaborazione tra gli attori e del coordinamento dei servizi in tema di
reinserimento degli autori di reato.
L’insieme di questi interventi non risponde per altro solo ad una necessità di fatto, resa evidente
dai dati segnalati sopra, ma è ormai anche una finalità fatta propria istituzionalmente dal
sistema dell’esecuzione della pena. Limitandoci a citare una importante circolare di qualche
anno fa (Circolare 3593/6043 del 9 ottobre 2003. Oggetto: Le Aree educative degli Istituti), al
fine di promuovere il rilancio della attività trattamentali negli Istituti si evidenziava come “le
obiettive difficoltà degli Istituti da un lato e le risorse esterne che collaborano con gli stessi
dall’altro, sono i due riferimenti di cui prendere atto con realismo nel progetto di rilancio del
trattamento penitenziario” e si indicava, tra le attività proprie dell’area educativa degli Istituti
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“quella dello sviluppo delle attività e dei progetti trattamentali e del coordinamento con le
risorse della Comunità esterna”. La costruzione ed il consolidamento delle reti tra istituzioni per
la realizzazione delle attività trattamentali fanno ormai parte dunque dei compiti istituzionali
dell’Amministrazione Penitenziaria , così come fanno naturalmente parte dei compiti di tutte le
Amministrazioni, nazionali o locali, che hanno Responsabilità nei processi di inclusione sociale
che avvengono sul territorio.
In questo quadro, come detto, molti progetti sono intervenuti proprio sul tema delle reti di
istituzioni, adottando fondamentalmente due diversi modelli di intervento.
Un primo modello è quello fatto proprio da quei progetti che, attraverso una gamma molto
ampia e differenziata di azioni, sembrano appunto mirati soprattutto alla costruzione ed al
consolidamento di una rete di attori. È ad esempio il caso dei progetto “Change – rete attiva per
il lavoro”, realizzato in Emilia-Romagna, o del progetto “Car.Te.S.I.O. – Carcere e Territorio,
Sistemi Integrati Operativi”, realizzato in Piemonte, in cui le azioni di progetto sembrano tutte
orientate a questo fine, cercando di rafforzare e coordinare gli interventi finalizzati all’inclusione
degli autori di reato di una gamma molto ampia di attori. In questi casi ciò che ci sembra di
maggiore interesse non è una specifica attività o un particolare risultato, ma l’azione stessa di
raccordo e coordinamento, in quanto risposta particolarmente valida a quella esigenza di
coordinamento delle risorse a cui accennavamo sopra.
L’altro modello di intervento che è possibile delineare è quello fatto proprio ad esempio dai
progetti “Task Force SPI”, realizzato in Basilicata, e “Affidamento di attività di consulenza a
sostegno dei servizi pubblici per l’impiego per favorire l’inserimento lavorativo dei detenuti”
della Provincia di Siena. I due progetti hanno in comune anzitutto la finalità intermedia, ovvero
quella di rafforzare e riorientare l’attività dei Servizi per l’Impiego, in modo da metterli in
condizione di rispondere con maggiore efficacia ai bisogni delle persone in esecuzione di pena
e degli ex-detenuti. È questo un tema di grandissimo rilievo (cfr. anche il progetto “Verso la
costruzione della Carta dei servizi dei C.S.S.A” della Regione Sicilia), ossia procedere alla
costruzione ed al consolidamento di una rete fortemente caratterizzata dall’obiettivo intermedio
che si intende realizzare, che, senza un forte coordinamento dei soggetti coinvolti, resterebbe
irraggiungibile. La costruzione della rete ha in questo caso una funzione immediatamente
strumentale, ma proprio per questo sentita come assolutamente necessaria.
3.2
3.2 Attività formative rivolte ai detenuti
Come accennato, la maggior parte dei progetti ricevuti ha realizzato attività formative rivolte ai
detenuti. Questo era largamente prevedibile, visto anzitutto il rilievo che, nel nostro
ordinamento, la formazione ha per le finalità della esecuzione della pena.
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arricchendone la personalità. La formazione dunque, viene vista come attività trattamentale e
“trasformativa”, e non a caso l’articolo 48 dell’Ordinamento Penitenziario, e l’articolo 94 del
Regolamento di esecuzione del 1976, considerano l’istruzione come elemento di valutazione
per la concessione della semilibertà e della liberazione anticipata.
È infatti difficile progettare percorsi formativi per persone che si fermano negli Istituti
penitenziari per periodi molto brevi, o che vi si trovano in misura cautelare, e dunque senza una
chiara prospettiva sui tempi di permanenza. Basti pensare che, come sostenuto da una ricerca
realizzata dal Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria (Le Due Città, 30 luglio 2008)
“a livello nazionale risulta che su circa 90.000 ingressi dalla libertà nel 2007, circa 29.000 (ossia
il 32%) sono seguiti da scarcerazione entro i tre giorni successivi”. A ciò si aggiunga che, al 23
Novembre 2009, dei 65.735 detenuti presenti nei nostri Istituti, 31.177 (il 47,4%) erano in
custodia cautelare, privi dunque di un fine pena certo. Al 30 giugno 2009 inoltre, dei 30.549
detenuti che, scontando una pena definitiva, avevano invece un fine pena certo, 9.858 (il 32,2%)
avevano un residuo di pena inferiore all’anno, mentre 19.823 (il 64,8%) aveva un residuo pena
inferiore ai tre anni (Fonte: Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria - Ufficio per lo
sviluppo e la gestione del sistema informativo automatizzato - Sezione statistica).
Il secondo problema riguarda la mobilità dei detenuti durante l’esecuzione della pena. È infatti
molto facile, per chi sconta pene non brevissime, essere trasferito più di una volta da un Istituto
all’altro durante l’esecuzione della propria pena, con notevole pregiudizio delle attività
formative e trattamentali in corso. Tenta di contenere il problema l’art. 41 del Regolamento
penitenziario del 2000 che disPONe che, qualora la direzione reputi opportuno proporre il
trasferimento di uno studente detenuto, si debba acquisire ed unire alla proposta di
trasferimento il “parere degli operatori dell’osservazione e trattamento e quello delle autorità
scolastiche”. Il trasferimento dovrà effettuarsi dunque, per quanto possibile, in modo da
permettergli di continuare il corso di studi intrapreso, e qualora il trasferimento venga disposto,
dovrà essere sempre motivato.
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“portfolio mobile”, pensato proprio per accompagnare sistematicamente il percorso degli allievi
e registrare con frequenza i risultati, in modo da garantire una forma di continuità in caso di
trasferimento o interruzione, e facilitando anche il passaggio delle informazioni da un Istituto
carcerario all’altro, in modo da non disperdere nessuna competenza acquisita e rendere
possibile l’inserimento immediato nel percorso formativo attuato nel carcere in cui il detenuto
viene trasferito.
Più in generale, i percorsi di formazione descritti dai progetti inviati possono essere raggruppati
in due gruppi. Da un lato, la formazione per il lavoro, ovvero i casi in cui la formazione è
soprattutto orientata verso l’occupabilità delle persone, ed il loro inserimento lavorativo;
dall’altro i casi in cui i percorsi di formazione sono pensati soprattutto per il loro valore
trattamentale.
Un esempio del primo tipo è rappresentato dal corso per “Addetto alla produzione di profilati
metallici”, organizzato nel carcere di Imperia, mirato a fornire ai frequentanti soprattutto una
concreta opportunità di inserimento lavorativo, strutturando, parallelamente al corso, anche dei
canali di collegamento con aziende attive nel settore.
Quanto agli esempi di attività formative caratterizzate soprattutto per il loro valore
trattamentale, il progetto “Fuoriluogo”, realizzato presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di
Montelupo Fiorentino, il progetto “Voci di dentro - Percorso Avviamento al Lavoro per detenute”,
realizzato nella sezione femminile del carcere di Trani. In questi casi più che l’immediata
occupabilità delle persone, rileva il loro coinvolgimento in percorsi trattamentali personalizzati,
per potenziare competenze trasversali come l’autogestione, la gestione del tempo e il dialogo,
ed avviando percorsi orientati al cambiamento, di cui la ricaduta occupazionale rappresenta uno
sviluppo ultimo ed eventuale.
3.3
3.3 Preparazione al rilascio/Reinserimento/Gestione della transizione
È chiaro come le finalità della preparazione al rilascio, del reinserimento e della gestione della
transizione dovrebbero improntare tutte le attività realizzate durante l’esecuzione della pena.
Abbiamo quindi considerato come particolarmente rappresentative quelle esperienze che hanno
messo al proprio centro azioni specifiche di accompagnamento della persona, individuando
nelle misure di accompagnamento lo specifico di questa area tematica.
Per la realizzazione di queste finalità i fondi della Cassa Ammende, non a caso istituita presso il
Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria , erano destinati appunto ai Consiglio di aiuto
sociale, per l’assistenza penitenziaria e post-penitenziaria ai detenuti e alle loro famiglie,
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nonché per il soccorso e assistenza alle vittime del delitto. Pressoché tutte queste funzioni sono
però transitate agli enti locali per effetto del DPR n.616 del 1977, e per questa ragione
l’esperienza dei Consiglio di aiuto sociale non ha fatto in tempo a prendere vita. Non a caso il
Regolamento di esecuzione del 2000, quando parla all’art. 45 di assistenza alle famiglie, o
all’art. 46. di assistenza post-penitenziaria, o all’art. 88 di assistenza ai dimittendi “orientata
alla soluzione dei problemi specifici connessi alle condizioni di vita familiare, di lavoro e di
ambiente a cui dovranno andare incontro”, non parla più dei Consiglio di aiuto sociale, facendo
invece riferimento in maniera aspecifica ai centri di servizio sociale, ai servizi territoriali
competenti e al volontariato, senza indicare però né le modalità organizzative né le risorse
utilizzabili.
Di fatto dunque il tema della preparazione e della gestione del rilascio resta per legge
sostanzialmente lasciato alla iniziativa, piuttosto discontinua, degli enti locali, soprattutto
attraverso i servizi sociali, il cui raccordo con gli Istituti è però molto problematico, specie,
come accade spesso, quanto l’esecuzione della pena avviene in un luogo diverso rispetto a
quello da cui la persona proviene, e dove tornerà finita di scontare la propria condanna. Non
stupisce dunque come una delle criticità che più spesso lamentano operatori e detenuti è il fatto
che, con il fine pena, la persona rilasciata finisce per trovarsi in una condizione di totale
spaesamento.
Tra i progetti che risPONdono a queste problematiche segnaliamo a titolo di esempio il progetto
“Ancora”, realizzato nell’area biellese, e il progetto “S.A.L.I.S. Servizi per l’Autonomia, il Lavoro e
l’Inclusione Sociale”, realizzato in Abruzzo. Si tratta di due esperienze diverse soprattutto per
dimensioni, ma che hanno in comune la messa in campo di una gamma molto ampia di
interventi, volti ad accompagnare la persona durante e dopo la dimissione dall’Istituto. Entrambi
infatti prevedono interventi a sostegno della autonomia abitativa e sociale della persona, nonché
misure specifiche di accompagnamento durante la fase dell’inserimento lavorativo,
eventualmente tramite il ricorso a borse lavoro o ad altre misure di sostegno.
Del tutto diversa, ma non meno interessante, è l’esperienza degli “Sportelli informativi della
casa circondariale di Bologna”. Gli “sportelli informativi” per i detenuti sono ormai una presenza
importante, anche se non ancora capillarmente diffusa, negli Istituti italiani, e solitamente sono
pensati per rispondere alle esigenze delle persone durante la detenzione. Ciò che però diverse
esperienze hanno rilevato è che i problemi più pressanti per i detenuti durante l’esecuzione
della pena non riguardano l’esecuzione della pena stessa, ma appunto il dopo, la preparazione
al rilascio. La ricerca di un lavoro o di un alloggio, entrambi indispensabili quando si torna in
libertà, sono molto difficili per chi è detenuto, ed il sostegno, anche solo informativo, e l’attività
di raccordo con l’esterno che possono essere forniti durante la detenzione si rivelano spesso
preziosissimi. Il progetto citato prova a rispondere a queste esigenze puntando già in fase
progettuale sul tema della transizione al lavoro, attraverso un approccio centrato sulla persona
e sul lavoro di rete, nonché, attraverso la figura dell’assistente sociale, creando un anello di
congiunzione tra carcere e territorio, ed attivando interventi di raccordo con i servizi di
riferimento. In questo caso, rispetto ai due progetti citati in quest’ultimo il servizio di sportello,
è più legato all’attivarsi del detenuto in prima persona, il che probabilmente rende più difficile
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intercettare la fascia più marginale della popolazione detenuta, ma al tempo stesso garantisce
una maggiore rispondenza dell’offerta ai bisogni espressi dagli utenti.
3.4
3.4 Formazione degli operatori e dei formatori
La rilevanza del tema della formazione degli operatori è di immediata comprensione. È chiaro
infatti come tutte le finalità previste per l’esecuzione della pena, ma lo stesso si può dire per
tutte le aree tematiche di intervento toccate dai progetti qui esaminati, richiamino
necessariamente il tema delle competenze degli operatori a vario titolo coinvolti nei percorsi di
inserimento sociale degli autori di reato. Qualunque siano le attività o gli interventi che durante
l’esecuzione della pena si cerchi di realizzare, è chiaro che questi si avvarranno delle
competenze e delle professionalità degli operatori a ciò preposti.
Le esperienze che mirano alla formazione degli operatori dell’inclusione degli autori di reato
assumono una comprensibile rilevanza. Le esperienze messe in luce da questa rilevazione
possono verosimilmente essere raccolte attorno a due modelli. Il primo, e prePONderante, è
quello che può essere ad esempio rappresentato da progetti come “Tools In Network (T.I.N.): an
e-net approach to share mediation competences”, un progetto transnazionale sulla mediazione
penale minorile, o come il progetto “Supervisione – Percorso di formazione alla funzione di
Supervisione Professionale di Servizio Sociale”, realizzato in Toscana. In questo caso si tratta di
esperienze che arricchiscono lo stock di competenze a disposizione delle istituzioni che
operano nell’area penale, formando figure senza le quali queste istituzioni non potrebbero
svolgere efficacemente il proprio mandato istituzionale. Si tratta dunque di esperienze che
arricchiscono le risorse di chi vi partecipa, e che gli consentono di svolgere al meglio i propri
compiti e le proprie funzioni.
Diverso è invece il caso di progetti, come ad esempio “Il ciclo del riciclo: recuperare e riusare
competenze e risorse dismesse per sviluppare comunità sostenibili”, realizzato in Emilia
Romagna, in cui la formazione degli operatori è finalizzata ad attivare percorsi di inserimento
del tutto nuovi e, in assenza di quelle competenze, assolutamente impraticabili. In questo caso
le opportunità occupazionali, e dunque i possibili percorsi di inserimento, legati al trattamento
dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, sarebbero state inaccessibili in assenza
di competenze specifiche. Il progetto, mettendo a disposizione dei soggetti che avrebbero
potuto sfruttare queste opportunità le competenze necessarie per farlo, ha di fatto aperto un
nuovo canale lungo cui avviare percorsi di inclusione innovativi.
Alla luce di quanto detto fin qui risulta assolutamente prevedibile come il lavoro abbia assunto,
nell’ambito della riforma dell’esecuzione della pena avviata in Italia alla metà degli anni
settanta, una funzione eminentemente trattamentale. L’articolo 20 dell’Ordinamento
Penitenziario non a caso disPONe che “l’organizzazione e i metodi del lavoro penitenziario
devono riflettere quelli del lavoro nella società libera al fine di far acquisire ai soggetti una
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preparazione professionale adeguata alle normali condizioni lavorative per agevolarne il
reinserimento sociale”. Il lavoro dunque assume un ruolo centrale nell’ambito del trattamento
penitenziario, con lo scopo di offrire a chi sconta una pena la possibilità di acquisire le
competenze trasversali necessarie per un inserimento lavorativo efficace nella società libera. Al
tempo stesso però chi conosce il carcere sa bene come il lavoro abbia da sempre assolto anche
ad un altro fine, ovvero quello di garantire un sostegno economico al detenuto ed ai suoi
familiari. La popolazione detenuta infatti da sempre proviene dagli strati più marginali della
società, e non tutti i detenuti hanno gli strumenti economici per garantire a se stessi e alla
propria famiglia una esistenza dignitosa durante il periodo della detenzione. Il problema è in
particolar modo pressante poi per i detenuti stranieri, i quali raramente possono fare
affidamento su un sostegno, anche economico, da parte di amici o familiari, e dunque per loro
poter lavorare, anche saltuariamente, durante la detenzione, significa poter disporre di qualche
soldo in più da usare per le proprie immediate esigenze o da mandare a casa.
A fronte di queste basilari necessità, a cui va affiancato il già ricordato il valore trattamentale del
lavoro in carcere, le opportunità di lavoro per chi sconta una pena, soprattutto a causa della
carenza di risorse economiche, sono però limitate. Al 30 giugno 2009, quando erano presenti
nelle nostre carceri 63.630 detenuti, quelli che lavoravano erano 13.408 (il 21%). Per altro
questo dato va letto adottando alcune cautele. Non tutti i “lavoranti” infatti lavorano tutti i
giorni, molti lavorano per un numero di ore molto limitato, e la maggior parte per periodi
piuttosto brevi, di pochi mesi, in modo da garantire al massimo numero possibile di detenuti
l’accesso al lavoro attraverso un meccanismo di rotazione.
Se poi si vogliono considerare le mansioni svolte dai detenuti, va rilevato come alla stessa data
solo 1.798 persone (il 13,5% dei lavoranti) lavorava per datori di lavoro esterni, con modalità
organizzative verosimilmente più vicine alle normali condizioni lavorative, in modo, come dice la
norma citata sopra, “da agevolarne il reinserimento sociale”. L’86,5% dei detenuti lavorava
invece alle dipendenze dell’Amministrazione Penitenziaria , e tra costoro l’82,7% era occupato
nei servizi interni d’Istituto (porta vitto, pulizie all’interno della sezione, scrivani, etc.) (Fonte:
Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria - Ufficio per lo sviluppo e la gestione del
sistema informativo automatizzato - sezione statistica).
La gran parte dello sforzo per consentire ai detenuti di avere una occupazione resta dunque a
carico della Amministrazione Penitenziaria , e viene realizzato tramite quei servizi interni di
Istituto che vengono comprensibilmente organizzati cercando di rispondere, oltre che al
mandato rieducativo, anche alle esigenze di sostegno economico della popolazione detenuta. Il
lavoro in carcere dunque assume spesso le connotazioni di un welfare intramurario con funzioni
a volte più assistenziali che trattamentali.
A fronte della complessa condizione del sistema lavoro in carcere, i progetti segnalati si
preoccupano dunque soprattutto di arricchire le opportunità occupazionali per i detenuti,
creando le condizioni per poter fare accedere al lavoro un numero maggiore di persone, ed al
tempo stesso cercando di garantire che quel lavoro si svolga secondo modalità organizzative il
più possibile simili a quelle che si hanno all’esterno.
15
Il progetto “Il carcere che lavora”, realizzato nella regione Calabria, ha ad esempio consentito,
tramite il ricorso a manodopera detenuta, la realizzazione di infrastrutture (per floricoltura,
serricoltura, ceramica) nelle tre Case di Reclusione della regione (Vibo Valentia, Rossano, Reggio
Calabria), infrastrutture che rappresentano oggi le pre-condizioni per la creazione di nuovi posti
di lavoro. Un significato simile ha avuto il progetto “Operatore per laboratorio di cosmesi”
realizzato nel carcere femminile di Venezia, che ha consentito ai beneficiari di spendere la
professionalità acquisita sul mercato del lavoro anche in settori produttivi affini, ma anche la
possibilità di inserimento nella Cooperativa Sociale che ha gestito il progetto, in particolare nel
laboratorio all’interno dell’Istituto. Altro progetto mirato ad accrescere le opportunità
occupazionali dei detenuti, questa volta essenzialmente in proiezione verso l’esterno tramite
una “impresa di transizione al lavoro” è il progetto “Società Cooperativa sociale IT2”, realizzato
nella Provincia di Bologna. L’iniziativa, allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo di persone
in condizione di svantaggio sociale, ha sostenuto lo sviluppo e la crescita di una Cooperativa
Sociale che potesse rappresentare un momento di transizione da un ambiente protetto ad un
contesto lavorativo “normale”, offrendo percorsi integrati di lavoro e di formazione. Questo
intervento va evidentemente a consolidare il sistema della cooperazione sociale, che
rappresenta spesso il principale, quando non l’unico, strumento a disposizione degli operatori
per programmare sbocchi occupazionali per le persone in esecuzione di pena, secondo le
esigenze poste da percorsi trattamentali personalizzati.
In questo contesto infine è opportuno citare anche il progetto “Lavoro nell’inclusione sociale dei
detenuti beneficiari dell’indulto” gestito da Italia Lavoro Spa che ha riguardato tutto il territorio
nazionale. Questo progetto ha certamente rappresentato lo sforzo più significativo, realizzato
negli ultimi anni, di costruzione di percorsi di avviamento al lavoro per ex-detenuti e persone a
fine pena, soprattutto tramite il ricorso a tirocini formativi e l’erogazione alle aziende di
incentivi per la formazione. Il progetto, pensato come risposta all’improvvisa scarcerazione di
un gran numero di persone a seguito dell’indulto del 2006, non poteva aspirare ad uno stabile
ampliamento delle opportunità occupazionali dei detenuti, ma al tempo stesso ha certamente
rappresentato, per moltissime persone, un reale accompagnamento nel delicato momento della
transizione verso la libertà.
3.6
3.6 Gruppi specifici (donne, minori)
minori)
L’ultimo gruppo di progetti a cui ci sembra utile accennare è quello dei progetti mirati a gruppi
specifici di utenti, in particolare a donne e minori. Si tratta di progetti che cercano di dare
attuazione al principio, già citato sopra, della flessibilità e della individualizzazione delle
modalità di esecuzione della pena, al fine di consentire la realizzazione della sua finalità
rieducativa. L’art. 1 dell’Ordinamento Penitenziario da subito disPONe infatti che “il trattamento
é attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei
soggetti”, mentre all’articolo 13 prevede che “il
“ trattamento penitenziario deve rispondere ai
particolari bisogni della personalità di ciascun soggetto”. Da questa ottica della
individualizzazione dei programmi trattamentali, che devono essere approvati dal Magistrato di
16
Sorveglianza proprio per garantire conformità dell’esecuzione della pena alle leggi e ai
regolamenti, discende logicamente la necessità di interventi specifici per tipologie specifiche di
detenuti.
Un gruppo cui va dedicata certamente una particolare attenzione, è quello rappresentato dai
minori autori di reato. Se in principio infatti nei loro confronti andrebbero applicate le stesse
norme che regolano l’esecuzione della pena degli adulti, non esistendo in Italia un Ordinamento
Penitenziario minorile, va però anche aggiunto che da tempo la Corte Costituzionale ha
riconosciuto la specificità dell’esecuzione della pena per i minori, affermando come il
“progressivo reinserimento armonico della persona nella società, che costituisce l'essenza della
finalità rieducativa, sia assolutamente preminente nell'esecuzione penale minorile” (Sentenza n.
403 del 1997).
Non è dunque un caso se diversi dei progetti segnalatici avevano come target, spesso esclusivo,
i minori detenuti, e miravano ad arricchire nei loro confronti le opportunità di reinserimento
attraverso una gamma molto ampia di azioni. Il progetto più rappresentativo tra quelli segnalati,
“Ipotesi di lavoro”, realizzato su tutto il territorio nazionale e gestito dall’Istituto “Don Calabria”
di Verona, ha svolto ad esempio azioni relative a molte delle aree tematiche fin qui analizzate,
coinvolgendo nel suo complesso circa 1000 operatori e 260 minori, e cercando di garantire
quella “preminenza” della funzione rieducativa della pena a cui accennavamo sopra.
In parte diversa è la condizione delle donne detenute, dato che nei loro confronti non si PONe, a
differenza dei minori, una esigenza particolare di protezione, ad eccezione delle detenute
madri, anch’esse tutelate dell’art. 31 della Costituzione. Nei confronti delle donne semmai
l’esigenza di una maggiore attenzione nella personalizzazione dei percorsi trattamentali deriva
dalla caratterizzazione fondamentalmente maschile della istituzione penitenziaria. Le donne
hanno fatto la loro comparsa in carcere infatti in tempi relativamente recenti, dato che a lungo
la donna “deviante” veniva affidata a strutture, generalmente religiose, che avevano assai più
finalità di educazione morale e emenda che non finalità retributive, ad anche in tempi recenti la
percentuale delle donne sul complesso dei detenuti nelle carceri italiane non ha mai superato il
5%. La detenzione femminile resta dunque un fenomeno fondamentalmente residuale, che
proprio per questo fatica ad affermare le proprie peculiarità nell’ambito del sistema complessivo
dell’esecuzione della pena.
Per contrastare la residualità degli interventi ci sono stati diversi progetti, quali ad esempio
“Donne oltre le sbarre”, realizzato in Lombardia, che si propone tra l’altro appunto di valorizzare
e diffondere le politiche di genere, la cultura della parità e della multiculturalità in ambito
penitenziario, creando e sperimentando modelli innovativi di lavoro per lavoratori e lavoratrici
detenute. Il progetto mira soprattutto ad affermare nuovi modelli di intervento per l’incremento
e al mantenimento del lavoro femminile in situazioni di privazione della libertà, modelli
particolarmente rispondenti alle esigenze specifiche delle donne detenute.
17
4. Conclusioni
A conclusione di questa breve rassegna dei problemi individuati e delle soluzioni proposte dai
progetti che abbiamo preso in esame per l’inclusione sociale delle persone autrici di reato, ci
sembra utile ribadire alcuni punti che ci pare questa rilevazione abbia evidenziato.
Il primo riguarda il tema più volte citato delle reti di istituzioni. Il gran numero di progetti che
sono prioritariamente intervenuti in questa area tematica, nonchè il fatto che notevole
attenzione all’argomento è stata prestata anche da progetti che avevano un diverso obiettivo
principale, dimostra la centralità del tema per l’efficacia dei percorsi di inclusione. Abbiamo
provato ad individuare le ragione di questo grande interesse, che in sintesi possono essere
collegate al fatto che allo stato attuale nessuno degli attori coinvolti nei processi di inclusione
degli autori di reato, Amministrazioni centrali da un lato, ed enti locali dall’altro, è al momento
nelle condizioni di garantire autonomamente la realizzazione della finalità rieducativa della
pena. Consentire ad ogni detenuto la fruizione di questo che la Costituzione individua come
diritto della persona, ma che intuitivamente è anche un interesse prioritario di tutta la
collettività, rappresenta uno sforzo enorme, sia in termini di risorse professionali che di mezzi
economici, che nessun soggetto sembra al momento in grado di garantire da solo e d’altronde,
alla luce della normativa vigente, è la distribuzione stessa delle competenze tra Amministrazioni
centrali ed enti locali ad imporre forme molto strette di raccordo.
In questo contesto i progetti riportati alla fine di questa relazione forniscono molti spunti utili di
intervento sul tema, proponendo vari modelli di azione, tutti però, ci sembra, centrati sulla
necessità di costruire strumenti di raccordo tra l’agire delle istituzioni ed i bisogni degli utenti,
spesso significativamente diversi da persona a persona.
Un secondo aspetto che i progetti esaminati sembrano chiaramente indicare è che le reti di
soggetti che vogliono predisporre e guidare percorsi di inclusione sociale per gli autori di reato
si devono mobilitare soprattutto attorno ai due temi fondamentali, che anche l’Ordinamento
individua come gli strumenti fondamentali per il trattamento rieducativo: la formazione ed il
lavoro. Garantire a tutte le persone in esecuzione di pena l’accesso a percorsi formativi e ad
esperienze di lavoro che abbiano i requisiti sopra individuati, ovvero che siano capaci di operare
una trasformazione profonda della persona, orientandola al cambiamento, e di offrirle anche
strumenti operativi e conoscenze utili per il reingresso nella società, non è certo una meta
semplice, ma è indubbiamente la direzione da perseguire, favorendo il più ampio accesso
possibile a quei percorsi trattamentali che sembrano garantire i maggiori successi
nell’inclusione degli autori di reato e dunque a contenere le probabilità che dopo la fine della
pena le persone tornino a commettere nuovi reati.
Un altro tema che i progetti esaminati sembrano additare come centrale, e rispetto al quale si
rilevano forse le maggiori difficoltà di intervento, è quello dell’accompagnamento alla
transizione dalla detenzione alla libertà. È ampiamente documentato infatti come la detenzione
disabitui alle regole ed ai ritmi del vivere associato, deResponsabilizzando ed infantilizzando la
persona, ed è certamente per questo che il momento della transizione alla libertà risulta così
rilevante. Al momento però, come molti operatori ed ex-detenuti lamentano, non è chiaro chi
18
debba occuparsi di questa fase delicata dei percorsi trattamentali degli autori di reato. La
Responsabilità del sistema della esecuzione delle pene si ferma ai cancelli degli Istituti, ma al
tempo stesso gli enti locali spesso intervengono su chi ha scontato la propria pena
tardivamente, e solo quando le difficoltà di reingresso nella società si fanno più evidenti, e
quindi anche più gravi. Non sembra esservi in altri termini un soggetto, o una rete di soggetti, a
cui spetti istituzionalmente il compito di accompagnare le persone nel periodo a cavallo tra gli
ultimi mesi della propria pena e i primi momenti della libertà, favorendo e sostenendo il loro
reingresso nella società. Numerosi progetti sono intervenuti su questo tema, indicando alcune
utili strategie di azione, ma evidenziando soprattutto, rispetto al tema, una significativa carenza
nelle nostre politiche di inclusione.
19
20
Allegato 1
21
Min. Lavoro Min. Giustizia
Giustizia Min. Istruzione Basilicata PA Bolzano Emilia Romagna Friuli Venezia
Giulia
DGPOF DAP
1 Progetto Indulto Sistema di intercettazione Multimedialità e Aria3 Sviluppo competenza e Laboratorio teatrale SOLARIS
Titolo e intervento sul disagio intercultura in carcere formazione operatori che Casa circondariale di
progetto psicologico dei detenuti (CTP Castrovillari - CS) interagiscono con carcere Ferrara
e post-carcere
2 Voci di dentro Percorso Italiano e intercultura in Inclusione socio- Formare per Change – rete attiva per
Avviamento al Lavoro per carcere (CTP lavorativa di soggetti risocializzare: percorsi di il lavoro
detenute Castrovillari - CS) sottoposti a sviluppo integrato delle
provvedimento competenze di base
dell'Aut. Giudiziaria
Basilicata
3 S.P.A.R.S.I. Bricolage e pittura in Task-force SPI Oltre le sbarre: percorso Società Cooperativa
carcere (CTP di formazione per sociale IT2
Castrovillari - CS) integrazione e inclusione
socio-lavorativa carcerati
7 Supervisione
8 Tessere
22
Lazio Liguria Lombardia Marche Piemonte Toscana Toscana
1 Chance Addetto alla Donna oltre le Intervento sperimentale Progetto inserimento lavorativo di Donne Occupazione I.L. – Incubalavoro
Titolo produzione di sbarre integrato di formazione e un detenuto a conclusione corso Carcere Gourmet
progetto profilati metallici inserimento lavorativo di studio
2 Area Grigia Progetto Ancora Arti e Mestieri -percorso AGAIN - Casa circond.
integrato per operatori femminile a custodia
spettacolo e attenuata
comunicazione
10 Discobolo A.L.D.O.
23
Toscana Toscana Veneto Iniziativa Comunitaria Programma Grundtvig Programma Leonardo
Equal
1 P.O.R.T.O. E' tempo di uscire Operatore per Cartesio LEGAM I- Partenariato Il ciclo del riciclo
Titolo progetto laboratorio di cosmesi di apprendimento sul
mantenimento del
legame tra figli e
genitori in situazioni
di detenzione
7 Gruppi in Laboris
apprendimento socio-
lavorativo
24
Tavolo di lavoro Fse per l’inclusione dei soggetti in esecuzione penale
Titolo
Titolo del progetto
L’intero territorio nazionale (12 regioni e 46 province: Napoli, Bologna, Ferrara, Ravenna, Rimini,
Forlì, Trieste,
Trieste Gorizia, Udine, Pordenone, Roma, Viterbo, Frosinone, Latina, Genova, La Spezia,
Imperia, Savona, Milano, Torino, Cuneo, Asti, Alessandria, Bari, Foggia, Lecce, Taranto, Cagliari,
Carbonia-Iglesia, Medio Campidano, Catania, Messina, Palermo, Caltanisetta, Agrigento, Trapani,
Firenze, Prato, Pistoia, Massa Carrara, Venezia, Padova, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza).
Il progetto prevedeva inizialmente il coinvolgimento delle sole persone beneficiarie del
provvedimento di indulto residenti nelle 14 aree metropolitane del paese (in grassetto
nell’elenco). In corso d’opera questa restrizione è stata tolta, al fine di ampliare le possibilità di
reperire i destinatari del progetto.
Fonti di finanziamento Fse, PON “Governance e azioni di sistema” e PON “Azioni di sistema”,
Asse Occupabilità, Obiettivo specifico 2.1.
Persona di contatto Mario Conclave, Giovanna Gorini, Italia Lavoro Spa, tel. 011-8395730, 06-
80244555, cell. 392-1553886 , MConclave@italialavoro.it; GGorini@italialavoro.it.
Organismo/i partner
Individuazione dell’area
dell’area problematica
problematica
Il progetto, promosso dall’allora Ministero del lavoro e della previdenza sociale e dal Ministero
della giustizia, intendeva supportare l’occupabilità, accompagnare il reinserimento lavorativo e
impedire la recidiva degli ex-detenuti beneficiari della legge di concessione dell’indulto (l. n.
241/2006). Successivamente, viste le difficoltà nel reperire tali soggetti ed il protrarsi delle
attività progettuali, sono state incluse nel progetto anche persone non beneficiarie dell’indulto
- a fine pena o interessate da misure alternative.
25
Obiettivi del progetto
Breve descrizione
descrizione del progetto
Il progetto ha realizzato le seguenti attività:
- azioni propedeutiche: identificazione bacino destinatari, costruzione reti territoriali con
amministrazioni provinciali e comunali, in particolare Spi e servizi sociali, e con
consorzi di cooperative sociali, attivazione sportelli territoriali, realizzazione strumenti
per operatori (guida per tutor, guida per operatori di progetto)
- azioni di re-inserimento: stipula di convenzioni con il sistema delle aziende,
soprattutto cooperative; realizzazione di 2.158 tirocini (1.037 aziende coinvolte), di cui
325 trasformati in contratti di lavoro con erogazione alle aziende di incentivo per la
formazione
- azioni di coordinamento, gestione, promozione e valutazione: realizzazione di
strumenti di comunicazione (kit di presentazione per aziende e beneficiari, locandine,
sito, newsletter), seminari di diffusione sul territorio; con la realizzazione inoltre di
convegno conclusivo.
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca -
2.3 formazione/consulenza operatori x
3. ALTRO
3.1 monitoraggio X
26
3.2 valutazione X
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI -
Sezione IV – Beneficiari
Beneficiari
27
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Fonte di finanziamento
Organismi partner
• Regione Calabria
• Union Camere Calabria
• Confindustria Calabria
• Confartigianato Calabria
• Confagricoltura Calabria.
1.1 orientamento
1.2 formazione
28
2. AZIONI RIVOLTE AI SISTEMI
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
29
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Verso la costruzione della Carta dei servizi dei C.S.S.A della Regione Sicilia
Organismi partner
• Next di Palermo
• ATS di Milano
Costruzione della Carta dei Servizi dell’Ufficio Uepe della Regione Sicilia. Promozione ed
innovazione dei Servizi ed efficace comunicazione pubblica degli Uepe.
Breve descrizione
descrizione del progetto
Il Progetto è stato l’occasione per creare un contesto di confronto delle differenti esperienze
professionali relative ai temi della qualità nei servizi e l’individuazione e diffusione delle buone
pratiche. Dotare l’Amministrazione di uno strumento finalizzato alla perequazione delle
asimmetrie informative rivolte.
30
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione X
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV
IV – Beneficiari
31
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Sistema di intercettazione e intervento sul disagio psicologico dei detenuti
Budget totale €
Organismi partner
• ASL di Torino
Prevenire gli episodi di auto-etero lesionismo attraverso una riduzione dei fattori di rischio e
l’innalzamento del livello di attenzione nei riguardi delle espressioni di disagio psichico.
Fissazione dei criteri di individuazione dei soggetti a rischio; vaglio da parte del Direttore degli
episodi di espressione di disagio messi in atto dai detenuti; segnalazione da parte dell’Ufficio
Comando delle tipologie dei detenuti destinatari degli interventi.
1.1 orientamento
1.2 formazione
32
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
33
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto SPARSI. Sostegno a Percorsi di Autonomia in una Rete Sociale Integrata
Fonti di finanziamento
finanziamento Fondazione Carialo, sede Milano
Persona di contatto Maria Mongiello, educ. C3, responsabile area trattamentale Casa
circondariale di Varese, tel. 0332-283708
Organismi partner
• Uepe di Varese
• Centro Psico sociale DSM Varese
• SERT
• Consorzio Cooperative Sociali
• Cooperative sociali di tipo A
• Associazione di volontariato
Modalità di lavoro e approccio al problema sostenuto da partner diversi e di diversa natura: Ente
pubblico, terzo settore e volontariato.
34
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
35
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Sportello Informativo (SpIn). La presa a cuore per un modello integrato
d’inclusione sociale
Persona di contatto
contatto Santina Spanò, UEPE Genova, Savona, Imperia
Organismi partner
Risultati ottenuti: relazione di fiducia; risposizionamento nella comunità locale con inserimento
lavorativo.
36
Prodotti: convenzioni con il cartello di associazioni di volontariato e coop. Del privato sociale
che sostengono lo Sp.In. attraverso i propri volontari. Protocollo con la Provincia di Genova
1.1 orientamento
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
37
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Organismi partner
• Regione Toscana
• Università degli Studi di Firenze
• Ordine Professionale degli aa.ss. della Toscana
Il progetto risponde al mandato dell’art. 118 del DPR 230 per lo svolgimento delle attività
dirette alla supervisione professionale del personale attraverso la costituzione di un gruppo di
Ass.sti Sociali formati a tali funzioni.
38
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
39
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Fonte di finanziamento
Persona di contatto Francesco Cacciolo, direttore C.C. Ferrara, tel. 0532-250011, Luisa
Garofani, responsabile SERT di Ferrara, tel. 0532-233713
Organismi partner
• SERT di Ferrara
Somministrazione di test; istituzione del gruppo di sostegno, del gruppo di prima carcerazione
e del gruppo dei protetti, colloqui individuali, riunioni periodiche.
40
Sezione III
III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
41
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale €
Fonte di finanziamento
Persona di contatto Giustiniani Luisa, educatore resp. Area Tratt. C. C. Rebibbia N. C. tel. 06-
43980355, cc.rebibbianc.roma@giuustizia.it
Organ
Organismi
anismi partner
Garantire il diritto allo studio delle persone detenute; creare un centro di servizio e-learning per
la formazione a distanza dei detenuti all’interno degli Istituti penitenziari della Regione Lazio.
Breve descrizione
descrizione del progetto
Lezioni universitarie a distanza di alcuni corsi di laurea; tutoraggio e docenza; monitoraggio
delle attività: acquisti e fornitura testi per lo studio; verifica dei risultati.
42
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
43
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Voci di dentro. Percorso Avviamento al Lavoro per detenute
Budget totale €
Persona di contatto Giovanni Marsico, Rappr. Legale Coop L’Aurora, tel. 080-775471
Organismi partner
È stata stipulata una convenzione tra la direzione degli Istituti Penali di Trani ed una
Cooperativa Sociale.
44
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
45
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titoli
Titoli dei
dei progetti
progetti
Lifelong Learning.
€ 11.785,71
€ 9.821,42
Organismo gestore Istituto Comprensivo “V. Vivaldi” e CTP, Viale Crotone, 57, 88100 Catanzaro
Lido
Persona di contatto Prof. Raffaele Cusato, docente di Lettere CTP – Centro Territoriale
Permanente per l’Educazione degli Adulti, di Catanzaro Lido, con sede c/o l’Istituto
Comprensivo “V. Vivaldi” (ex Scuola Media)
Area problematica
problematica di intervento
Gli interventi di Educazione per gli Adulti costituiscono per la Scuola Secondaria di I grado “V.
Vivaldi” uno strumento di sviluppo sociale economico e culturale in generale poiché finalizzati a
ridurre i tassi di analfabetismo tradizionale e ad ammortizzare o prevenire le nuove forme di
analfabetismo per effetto dei rapidi cambiamenti e delle innovazioni che caratterizzano la
complessità sociale e le nuove forme che connotano il mercato del lavoro in territorio regionale,
nazionale ed europeo.
In particolare, le attività proposte per la misura B6, nell’ambito del progetto “Lifelong Learning”
sono state finalizzate a:
! formare gli operatori scolastici del CTP e delle scuole carcerarie
! promuovere e sviluppare contesti e metodi innovativi di apprendimento
! offrire qualificate opportunità di formazione permanente per un Sistema EDA europeo
46
! innalzare le competenze di base degli adulti.
! esprimere concetti nella propria lingua e operare confronti culturali a seguito della traduzione
! lettura e comprensione di testi di vario genere
! essere in grado di rielaborare correttamente ed esprimere il proprio pensiero: capire e farsi
capire.
Breve descrizione
descrizione del progetto
Per quanto concerne “Lifelong Learning” le fasi di sviluppo si sono articolate in:
! strategie di promozione della domanda di formazione (ore 3)
! modalità e strumenti per l’accoglienza (ore 7)
! strategie e strumenti per l’orientamento (ore 7)
! verifica e valutazione (ore 3)
secondo una metodologia che ha alternato lezioni frontali, attività di ricerca/azione, Focus group
e attività di verifica e valutazione in ingresso, in itinere, finale.
47
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 56 (20 per “L’Italiano come seconda lingua”, 21 per “Passato,
presente e futuro” e 15 per “Lifelong Learning”
48
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo
Titolo del
del progetto
progetto Laboratorio Mandala – Corso di danze popolari
Fonte di finanziamento MIUR PON “Competenze per lo Sviluppo” 2007-2013 Obiettivo G1:
Interventi formativi flessibili finalizzati al recupero dell’istruzione di base per giovani e adulti.
Organismo gestore
gestore C.T.P. Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti - S.M.S.
“G. DIANO” – 25° Distretto
Persona di contatto Olimpia Caccavale - CTP “G. Diano” – Scuola Carceraria, tel. 081-5268747,
olimpiacaccavale@libero.it
Area problematica
problematica di intervento
Il progetto si è rivolto alle detenute della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli: italiane e
straniere, in particolare rom e africane corsiste anche del PON di “Italiano per stranieri”, dalla
personalità difficile, inconsapevoli delle proprie potenzialità, in possesso di un codice linguistico
diverso; lontane per esperienze di vita e condizioni sociali dalle problematiche della cultura e
società occidentale. Si è individuata un’attività che rispondesse al bisogno di esprimere,
attraverso il linguaggio universale mimico-gestuale, la propria personalità in relazione alla
collettività. Ĕ stato proposto un percorso Responsabilizzante e motivante, per sbloccare ansia e
insicurezze, per lavorare in gruppo stabilendo rapporti di collaborazione e sperimentando una
forma di comunicazione che ha radici antiche.
49
• saper riconoscere e interpretare diversi tipi di danza.
Breve descrizione
descrizione del progetto
La ricchezza della cultura del Sud Italia ha permesso di attingere alla tradizione popolare,
tammurriate, pizziche e tarantelle, attraverso le quali le partecipanti al progetto hanno scoperto
un patrimonio legato ad antiche ritualità: il lavoro della terra, le feste religiose, la vendemmia, il
raccolto, la semina. Gesti semplici e sPONtanei che diventano danze popolari. Accompagnano i
movimenti, strumenti come il putipù, le castagnette, la tammorra, scetavaiasse, triccheballacche,
organetto, presi da attrezzi e utensili usati dai contadini.
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
50
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo
Titolo del
del progetto
progetto L’informatica: ausilio per il recupero e l’orientamento di giovani ristretti
Area territoriale di intervento Sicilia (IPM di Bicocca, Scuola secondaria di 1° grado “Cavour”)
Fonte
Fonte di finanziamento MIUR PON“Competenze per lo Sviluppo” 2007-2013 Obiettivo G1:
Interventi formativi flessibili finalizzati al recupero dell’istruzione di base per giovani e adulti.
Organismo gestore
Persona di contatto
Area problematica
problematica di intervento
Fruitori del progetto sono i minori dell’IPM di Bicocca; i ragazzi segnati da esperienze
devastanti, sono poco inclini ad entrare nell'istruzione scolastica e nel clima che la connota,
poiché serbano della scuola un ricordo lontano e fortemente frustrante, e si dimostrano
indifferenti e demotivati. La sfida che la scuola nelle carceri deve affrontare è quella di dare un
senso con azioni formative utili alla loro permanenza.
Gli strumenti informatici sono oggi indispensabili nella realizzazione di progetti , infatti chi vuole
avviare una attività privata o una microimpresa a carattere familiare necessita di strumenti
informatici. C’è un mercato che si conquista per via informatica, ci sono servizi moderni ai quali
accedere, relazioni da costruire su rete globale. Ciò esige competenze aggiuntive che oggi
sfuggono anche ai tanti bravi artigiani e commercianti di cui il meridione è ricco.
I servizi formativi offerti PON) sono finalizzati all’alfabetizzazione culturale e funzionale della
popolazione, alla promozione culturale, all’integrazione fra diritto all’istruzione e diritto
all’orientamento , alla formazione professionale in età adulta nell’ambito delle linee guida del
51
lifelong learning, Essi rappresentano lo snodo principale per risolvere le situazioni di marginalità
culturale, o per completare la scolarità interrotta, magari proseguendo verso livelli superiori.
In tale contesto l’intervento formativo è volto ad acquisire competenze nell’uso del computer,
ormai indispensabili per accedere a qualsiasi tipo di attività lavorativa, diventando un aggancio al
mondo esterno e creando microprofessionalità.
Breve descrizione
descrizione del progetto
L’intervento si è articolato in sei moduli dai seguenti contenuti:
• i concetti base indispensabili della Tecnologia dell'informazione; il Personal Computer
• il sistema operativo del Personal Computer
• applicazione di videoscrittura: Microsoft Word
• i Database e gli altri strumenti di base di un PC
• le immagini al computer
• le reti informatiche.
Sezione IV – Beneficiari
52
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI IN ESECUZIONE
DELLE BUONE PRASSI PER ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo
Titolo del
del progetto
progetto Bricolage e Pittura in carcere
Organismo gestore
gestore CTP – Scuola carceraria – Distretto n. 19 Castrovillari (CS), via Coscile n. 28 –
87012 Castrovillari (CS), tel. 0981.21161, fax: 0981209108, csmm07600c@istruzione.it
Organismo
Organismo partner
Area problematica
problematica di intervento
Il laboratorio è stato rivolto ai detenuti sex offenders della Casa Circondariale di Castrovillari, i
quali ne hanno fatto esplicita richiesta all’Ufficio dell’Educatore, motivandolo come bisogno
formativo basato sull'esigenza di recuperare e/o potenziare le loro capacità manuali.
Breve descrizione
descrizione del progetto
L’intervento ha previsto le seguenti attività:
• recupero e rafforzamento delle capacità manuali e abitudine al confronto
53
• finalità: recupero e reinserimento nella società, acquisire capacità manuali
• rilevazione dei bisogni: costante opera di rilevazione tramite colloqui individuali, collettivi e
incontri con l'educatrice
• metodologia didattica: dibattito, lezione con appunti, esercizi di laboratorio singoli e di
gruppo
• strumenti di verifica: verifica in opera del lavoro progettato
• pubblicità: mostra espositiva finale.
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 12 detenuti prossimi al fine pena, di cui 9 italiani e tre stranieri
54
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo
itolo del
del progetto
progetto Italiano e intercultura in carcere
Organismo gestore CTP – Scuola carceraria – Distretto n. 19 Castrovillari (CS), via Coscile n. 28 –
87012 Castrovillari (CS), tel. 0981-21161, csmm07600c@istruzione.it
Organismo partner
Casa Circondariale di Castrovillari via Cosmai, 1 – Direttore, Fedele Rizzo tel. 0981-31827
Area problematica
problematica di intervento
Il corso L2 del CTP di Castrovillari è stato rivolto ad immigrati extracomunitari privi della base di
conoscenze e competenze linguistiche (liv. A.1) L’obiettivo prioritario è stato quello di favorire
l’integrazione incentivando la volontà di formazione con lo strumento della riflessione e del
dialogo.
Il progetto è stato supportato dall’esperienza maturata dai docenti in corsi similari svolti in rete
con il CTP di Rossano, sostenuti da esperienze formative B6 curate da Ispettori Miur.
55
Breve descrizione
descrizione del progetto
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
56
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Concluso, durata
durata 18.06.2008 –09.09.2008
Organismo gestore
gestore CTP – Scuola carceraria – Distretto n. 19 Castrovillari (CS), via Coscile n. 28
– 87012 Castrovillari (CS), tel. 0981-21161, csmm07600c@istruzione.it
Area problematica
problematica di intervento
Il progetto è stato supportato dall’esperienza maturata dai docenti in paralleli corsi B6 sulla
progettazione EDA.
L’obiettivo centrale del progetto è stato offrire agli utenti la possibilità di acquisire conoscenze
e competenze tese a favorire l’accesso al lavoro e l’integrazione professionale.
Breve descrizione
descrizione del progetto
57
somministrati test valutativi per misurare il grado di comprensione.
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
58
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto R.J.USC.I.RE- Riqualificarsi on the Job per riUSCire in un Inserimento
Regolare
Concluso
Persona di contatto,
contatto, Istituto di Istruzione Superiore “Ruzza Pendola”, Padova, tel. 049-657287,
info@ruzzapendolapadova.it
Organismi partner
Area problematica
problematica di intervento
59
momento dell’uscita dal carcere. L’intervento ha riguardato anche le aziende, che spesso sono
restie ad assumere ex-detenuti, sia a causa di pregiudizi e atteggiamenti di diffidenza, sia per i
costi e le procedure burocratiche.
Il progetto è stato finalizzato a creare le condizioni per facilitare l’inserimento lavorativo delle
beneficiarie intervenendo da un lato, sulle imprese del territorio e, dall’altro, sugli operatori della
struttura penitenziaria e sulle detenute, promuovendone lo sviluppo di competenze di base,
trasversali e tecnico-professionali afferenti al settore della moda, con particolare riferimento ai
costumi d’arte.
Breve descrizione
descrizione del progetto
A favore delle imprese e delle attività commerciali del settore tessile, nonché delle agenzie per il
lavoro e dei centri per l’impiego locali, sono state realizzate azioni di informazione e
sensibilizzazione per rimuovere i pregiudizi legati all’assunzione di ex-detenuti e agevolare le
pratiche burocratiche ad esse connesse.
Il progetto ha inoltre investito sulla formazione di 19 operatori tra docenti, educatori e agenti di
polizia penitenziaria e assistenti sociali del Ministero della Giustizia, focalizzando l’attenzione
sulle competenze indispensabili all’attività di docenza all’interno di un istituto carcerario. Di
rilievo, in merito, il Vademecum realizzato sull’attività di coaching, una metodologia basata su
una partnership tra coach e cliente e volta ad aiutare quest’ultimo a
raggiungere specifici obiettivi in ambito sia personale, sia professionale.
Nell’ambito del percorso professionalizzante il coach è stato il facilitatore che, affiancandosi alla
detenuta, ne ha favorito l’emergere delle principali difficoltà, individuando insieme a lei risultati
da raggiungere e le modalità da adottare allo scopo. In particolare, il lavoro si è concentrato
sulla riappropriazione dell’identità sociale e professionale delle ragazze, promuovendone
competenze di autoanalisi e di sviluppo.
1.1 orientamento
60
1.2 formazione x
2.2 ricerca x
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
61
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Persona di contatto Secondo Tessa, CFPP Casa di carità onlus, tel. 335-7449730,
dino.tessa@cfpp.it
Organismi partner
Sezione
Sezione II – Descrizione del progetto
Il progetto ha mirato a:
1. ridurre la frammentazione degli interventi volti all’inserimento dei beneficiari
2. produrre inserimenti lavorativi diversificando l’offerta delle imprese disposte ad accogliere
soggetti svantaggiati
3. ridurre l’incidenza di fattori ostativi di natura logistico – abitativa nei percorsi d’inserimento
di tali soggetti.
62
Rispetto all’obiettivo 1 la partnership ha creato un sistema a rete in cui essa è affiancata una rete
locale “derivata” alla quale partecipano i 13 GOL (gruppi operativi locali ai quali aderiscono una
pluralità di organismi, quali enti locali, centri per l’impiego, e servizi sociali del carcere) presenti
in ciascun comune piemontese nel quale è situato un istituto penitenziario. Essi di fatto sono
stati i promotori, in una logica bottom-up, del progetto mentre in fase attuativa lo stesso budget
Equal stato suddiviso per ciascuno GOL a seguito della presentazione di microprogetti locali.
Rispetto agli ultimi due obiettivi sono stati realizzati percorsi personalizzati attraverso borse
lavoro in impresa sociale ed in collaborazione con l’Agenzia Piemonte Lavoro. Gli inserimenti si
distinguono qualitativamente per la personalizzazione delle azioni che si concretizza ad esempio
nell’erogazione di voucher volta a soddisfare le esigenze più disparate dei beneficiari e nel
supporto alla soluzione di problemi alloggiativi
1.1 orientamento X
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
63
! 1 project manager
! 3 progettisti
! 6 tutor
Confcooperative
! 2 Coordinatori
! 18 Tutor
PRAP
! 3 educatori
! 1 Direttore
BENEFICIARI FINALI (totale) 235 condannati in misura alternativa e 400 operatori del sistema
di cui: M F
italiani stranieri italiani stranieri
(Minori) Età 14-21 6
(Giovani adulti) Età 18-25 72 8 6
(Adulti) Età > 25 129 10 4
64
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto COS – Concrete Opportunità e Servizi per detenuti ed ex-detenuti
Concluso
Organismi partner
! Associazione La Mansarda
! COPIM - Consorzio per l’Occupazione e la Promozione
! Imprenditoriale
! In Service
Obiettivi
Obiettivi del progetto
Obiettivo della sperimentazione è stato il miglioramento della qualità della vita di detenuti ed ex-
detenuti e della loro condizione sociale e lavorativa nonché la diffusione di una nuova sensibilità
e di un nuovo modo di affrontare il problema del rapporto tra detenzione, mondo del lavoro e
reinserimento nella società.
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
66
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto SALIS Servizi per l’Autonomia, il Lavoro e l’Inclusione Sociale
Concluso
Organismi partner
Area problematica
problematica di intervento
Il progetto ha affrontato gli ostacoli che limitano l’accesso al mercato del lavoro da parte di ex-
detenuti e soggetti sottoposti ad esecuzione penale esterna.
67
Obiettivi del progetto
Breve descrizione
descrizione del progetto
Lo sviluppo di un’azione sinergica ed integrata tra i Servizi territoriali, che a diverso titolo si
occupano del target di riferimento, ed alcune Associazioni datoriali operanti nell’area di
intervento ha permesso di attivare, integrare ed armonizzare il modello citato.
Nel caso di lavoro dipendente, le aziende interessate ad assumere gli utenti hanno contattato i
servizi di consulenza tecnica erogati dal C.I.S. in modo particolare rispetto agli incentivi e agli
sgravi contributivi e fiscali previsti dalla normativa vigente.
68
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
69
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETT
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI
TTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Pegaso – processi plurali di rete per l’inclusione dei detenuti
Persona di
di contatto Barbara Bovelacci, Techne, coordinatori.fo@mailtechne.org, tel. 0543-
410711, Giacomo Sarti, Cefal Bologna, tel. 051-489611, gsarti@cefal.it
Difficoltà dei detenuti per: mancanza di opportunità di lavoro stabile, spaesamento sociale e
scarse opportunità di partecipazione; scarse/inadeguate competenze professionali;
aspettative/esigenze professionali e economiche disattese, mancanza di
conoscenze/esperienze nella ricerca di lavoro, difficoltà dei sistemi locali di Rete nel dare
risposte puntuali ai detenuti, carenza di comunicazione e di sensibilizzazione da parte del
sistema di esecuzione penale e reti territoriali al fenomeno della detenzione.
Governance delle reti dell’esecuzione penale, del Mondo del Lavoro, dei servizi sociali
pubblici e privati; disponibilità all’accoglienza lavorativa e sociale delle comunità locali;
crescita di: opportunità di accesso ai servizi, partecipazione al proprio progetto di vita,
dell’emancipazione dal contesto delinquenziale. Collaborazione attiva tra sistema
penitenziario, sistema giustizia, sistema economico produttivo. Crescita qualitativa e
quantitativa degli inserimenti lavorativi e sociali dei detenuti.
70
Breve descrizione
descrizione del progetto
MACROFASE 2 Iniziative sia trasversali sia specifiche su ognuno dei 3 tre territori coinvolti:
azioni individualizzate di accompagnamento e inserimento lavorativo, tramite laboratori
produttivi e tirocini nelle imprese;
Sezione IV – Beneficiari
71
BENEFICIARI FINALI 91
di cui: M 85 F 6
italiani stranieri italiani stranieri
(Giovani adulti) Età 18-25 1
(Adulti) Età > 25 61 23 6
Condannati in misura alternativa 28
Ex-detenuti 3
Detenuti prossimi al fine pena 59
Madri con bambini 1
72
DESCRITTIVA DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA DESCRITTIVA SOGGETTI IN ESECUZIONE
PENALE
Aree territoriali di intervento Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria,
Lombardia, Molise, Marche, Sicilia, Trentino Alto Adige, Veneto
Concluso
Organismi
Organismi partner
! Veneto e Friuli Venezia Giulia: Regione, Province, Comuni, ASL, Enti del Privato Sociale e
Associazioni di categoria
! Trentino Alto Adige: Province, Comuni, ASL, Enti del Privato Sociale
! Lombardia e Liguria: Regione, Province, Comuni, ASL, Enti del Privato Sociale e Associazioni
di categoria
! Lazio e Abruzzo-Molise-Marche: Provincia, Municipalità nel Comune di Roma, ASL, n.30 Enti
del Privato Sociale e del settore lavoro
! Calabria-Basilicata: Regione, Province, Comuni, ASL, Enti del Privato Sociale e Associazioni
di categoria, Fondazione
! Sicilia: Direzione Regionale ed Istituti Scolastici, Province, Comuni, Aziende, Ente di
Formazione, Agenzia per l’impiego, Enti del Privato Sociale
73
Sezione II – Descrizione del progetto
Il progetto ha agito in favore di giovani dai 14 ai 25 anni inseriti nel circuito penale minorile,
che risentono delle condizioni di privazione dovute alla loro posizione giudiziaria e vivono stati
di forte esclusione a causa delle carenze socio-familiari alla base del compimento dei reati e ad
un’eventuale situazione di clandestinità. Ulteriori fattori di discriminazione sono riconducibili
alla bassa scolarità, all’appartenenza a gruppi emarginati e a contesti di illegalità.
La PS, composta dalle principali organizzazioni a carattere nazionale e dal Dipartimento per la
Giustizia Minorile, ha inteso risolvere i problemi di cui sopra promuovendo Patti per il lavoro e
sociali e sperimentando modelli di servizi integrati di inclusione socio-lavorativa, al fine di
restituire un progetto educativo capace di attivare piene condizioni di legalità.
1.1 orientamento X
1.2 formazione X
2.2 ricerca X
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI X
Sezione IV – Beneficiari
Beneficiari
OPERATORI
OPERATORI COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI
1000 (operatori di ASL, Comuni, Province, Associazioni di categoria, cooperative, Centri per la
Giustizia Minorile e Dipartimento di Giustizia Minorile)
75
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE
DELLE BUONE PRASSI PER INCLUSIONE DEI SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Concluso
Persona di contatto Fabrizio Floris, SOS Srl Servizi all’Occupazione e allo Sviluppo, tel. 070-
673042, fabfloris@tiscali.it
Organismi partner
Sezione
Sezione II – Descrizione del progetto
I soggetti sottoposti a misure penali al termine della propria esperienza giudiziaria non avevano
alcun punto di riferimento se non gli operatori del ministero che li avevano seguiti nel loro
percorso. Parallelamente il tessuto imprenditoriale locale non risultava sufficientemente
sensibilizzato sui temi legati all’inserimento delle persone in uscita dal carcere. Oltre a ciò
l’assenza di figure di accompagnamento e affiancamento rendevano difficile l’adesione delle
imprese a processi di avviamento al lavoro e di assunzione.
Parallelamente sono state sperimentate due figure tutoriali per i percorsi di inclusione.
76
Breve descrizione
descrizione del progetto
Sono state sperimentate due figure tutoriali volte a facilitare l’inserimento lavorativo: il tutor
aziendale ed il tutor psicosociale. Quello aziendale è il punto di riferimento sotto il profilo
tecnico all’interno dell’impresa, del beneficiario. Svolge un ruolo di guida e di facilitatore nel
percorso di inserimento e di apprendimento delle competenze trasversali e di formatore per
l’apprendimento di competenze tecniche. Il tutor psicosociale svolge una funzione di cuscinetto
nei momenti più critici dell’inserimento, conoscendo tutte le caratteristiche del beneficiario.
1.1 orientamento x
1.2 formazione
2. AZIONI RIVOLTE
RIVOLTE AI SISTEMI
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
77
Partenariato transnazionale con progetti del Regno Unito, Belgio e Portogallo.
Attività congiunta di modellizzazione di metodologie di orientamento e
formazione – anche attraverso il peer mentoring training. Individuati
protocolli di transizione dal carcere alla società civile basati sul
coinvolgimento di tutte le figure professionali ed organismi operanti.
Sezione IV – Beneficiari
78
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE
PENALE
Sezione
Sezione I – Anagrafica del progetto
Titolo del progetto OPEN - Offenders Pathwajs to Employment Nazional Network
Aree
Aree territoriali di intervento territorio nazionale
Concluso, durata
durata dal 8.11.2006 al 28.02.2008
Organismo gestore Istituto Don Calabria Verona (ente referente del Partenariato di sviluppo
Ipotesi di Lavoro)
Persona di contatto
contatto Maria Grazia Mastrangelo, tel. 045-8033698, mediazione@doncalabria.it
Organismi partner alla rete OPEN hanno aderito 9 partenariati dell’I. C. Equal: due abruzzesi -
IN.TRA, e SALIS – uno calabrese – POTAMOS – due campani – OLTRE LA LINEA D’OMBRA e COS –
un sardo – LABORIS – un veneto – R.J.USC.I.RE – e un emiliano – PEGASO, oltre al partenariato
settoriale capofila IPOTESI DI LAVORO, per un totale di 57 organismi partner.
Nell’ambito dell’Azione 3 di Equal dedicata al mainstreaming, il Ministero del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali in qualità di Autorità di Gestione ha invitato i progetti operanti
nell’ambitodell’area penale a costituire una cordata specifica sul tema. La necessità di
integrazione delle politiche per l’impiego con le strategie a sostegno dell’inclusione sociale ha
rappresentato il punto di riferimento iniziale da cui ha preso avvio l’intero progetto.
Il network ha mirato inoltre a creare un valore di capitale sociale e relazionale per ognuno dei 57
organismi partner, fornendo potenziali basi per una futura cooperazione in interventi tematici sia
a livello nazionale che europeo.
1.1 orientamento
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione
Sezione IV – Beneficiari
80
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
In corso, durata
durata agosto 2008 - luglio 2010
Persona di contatto Lia Sacerdote, presidente di Bambini senza sbarre, Milano, tel. 02-711988,
bambinisenzasbarre@infinito.it
Organismi partner
La Convenzione Internazionale dei Diritti dei Minori delle Nazioni Unite, del 1989, precisa che
ogni bambino ha il diritto di mantenere il legame con i genitori, che sia separato da uno o da
tutti e due e nella Draft European Charter on the Rights of the Child del 1992, articolo 9.15, è
specificato il diritto del bambino a mantenere il legame con il genitore detenuto. Bambini Senza
Sbarre e i suoi partner lavorano da molti anni sul divario tra la legge e la realtà e sul
mantenimento della relazione figli-genitori detenuti, sapendo di operare in termini di
prevenzione sociale. Nell’Unione Europea ogni anno si valuta in 800.000 il numero dei bambini
separati da un genitore detenuto. Bambini Senza Sbarre inoltre lavora sullo scambio di buone
prassi e sulla formazione permanente degli operatori penitenziari (educatori, assistenti sociali e
agenti di polizia penitenziaria) a contatto sia con i detenuti che con i bambini in visita in carcere.
! migliorare la qualità e l'accessibilità della mobilità, in tutta Europa, dei singoli coinvolti
nell'educazione degli adulti
! migliorare la qualità e aumentare il volume della cooperazione tra le organizzazioni coinvolte
nell'educazione degli adulti in tutta Europa
! prestare assistenza alle persone appartenenti a gruppi sociali vulnerabili e a contesti sociali
81
marginali
! agevolare lo sviluppo di prassi innovative nel settore dell'educazione degli adulti e il
trasferimento di queste prassi anche da un paese partecipante agli altri.
Sezione IV – Beneficiari
82
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Sezione
Sezione I – Anagrafica del progetto
Titolo del progetto Leonardo TOI 541 – Il Ciclo del Riciclo: recuperare e riusare competenze e
risorse dismesse per sviluppare comunità sostenibili
Fonte di finanziamento
finanziamento Programma di Apprendimento Permanente - Leonardo da Vinci
In corso, durata
durata 01.10.2008 – 30.09.2010
Organismi partner
Il settore del trattamento dei RAEE è sollecitato all’adeguamento alle direttive europee
2002/95/CE, 2002/96/CE, 2003/108/CE. La necessità di adeguamento apre un bacino di
nuova occupazione che rappresenta un potenziale rispetto alle esigenze di inclusione sociale e
gestione responsabile del territorio. In Emilia Romagna, a seguito del progetto EQUAL Pegaso e
83
sulla base delle esperienze di alcuni partner belgi e francesi, è dimostrato che è possibile
coniugare i bisogni del territorio con soluzioni innovative di inclusione socio-lavorativa di
persone in difficoltà.
! adesione a una rete tematica europea dell’economia sociale nel settore RAEE
! elaborazione in Emilia Romagna di un piano di sviluppo della rete di attori sociali che si
occupa di raccolta, trattamento, recupero e riciclaggio di RAEE
! aggiornamento delle competenze delle organizzazioni dei partner italiani, maltesi, polacchi,
relativamente alla gestione di una rete multiservizi nel settore RAEE per la formazione e
l’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate, promozione del valore aggiunto creato
dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.
Attraverso il progetto si intende formalizzare una rete ancora più strutturata, completa e multi
servizi, in una forma con caratteristiche di ancora maggiore “stabilità”; il progetto intende quindi
favorire impatti significativi:
! sui beneficiari finali, cioè le persone svantaggiate, in una accezione allargata rispetto alla
definizione della legge 381/91, che dovrebbero vedere accresciute in termini quantitativi e
qualitativi le loro opportunità di formazione e occupazione
! sui beneficiari intermedi, cioè le organizzazioni formative, a diverso titolo, e le imprese
sociali, che dovrebbero migliorare la propria capacità di agire in una logica di rete e di
collaborare in maniera sinergica e integrata con le istituzioni e le aziende del territorio per
rispondere a esigenze di integrazione delle persone svantaggiate creando valore aggiunto
anche dal punto di vista ambientale ed economico
1.1 orientamento x
1.2 formazione X
2.2 ricerca
84
2.5 coinvolgimento delle parti datoriali
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
Beneficiari
CEFAL – Bologna
! 1 responsabile di progetti di formazione all’interno del carcere di Bologna
RAPPEL
RAPPEL Scrl (social economy) (Belgio)
! 1 responsabile della attività di produzione
85
EnAIP Ferrara (Ferrara – Italia)
! 1 responsabile di attività di formazione e accompagnamento
BENEFICIARI FINALI (totale) 15 detenuti, di cui 10 prossimi al fine pena e 5 condannati in misura
alternativa.
86
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Tools in Network (T.I.N.): an e-net approach to share mediation
competences
Organismi partner
Il focus del progetto è stato l’approfondimento della mediazione penale (in termini teorici e
metodologici) nei paesi partner, attraverso una ricerca-azione basata sullo studio e-learning di
una piattaforma on-line. Il materiale già esistente sulla piattaforma, in tema di mediazione, è
stato monitorato e confrontato con le differenti situazioni dei vari Paesi. L’esperienza del
progetto T.I.N., rivolta ad operatori ed esperti, è utilizzata per condividere documenti e
informazioni, strategie d’intervento e strumenti operativi sul tema della mediazione,
perseguendo l’intento di analizzare, comparare e definire percorsi comuni e policies nel campo
della giustizia riparativa.
Principale obiettivo era l’implementazione di una piattaforma on-line sulla mediazione penale,
attraverso l’analisi e la condivisione dei contenuti e delle tecniche in essa contenute, entro il
87
più generale contesto della devianza e della giustizia minorile nei paesi partner. Altro
importante obiettivo era supportare lo sviluppo delle abilità e delle competenze degli operatori
e delle figure che lavorano nel campo della mediazione penale minorile, attraverso una
sperimentazione della piattaforma on-line e dei servizi ad essa collegati.
Dopo la prima fase di ricerca e rilevazione d’informazioni e dati sui contesti di giustizia e sulle
pratiche di mediazione penale è stata avviata la fase sperimentale in ciascun paese partner,
realizzata attraverso lo strumento della piattaforma on-line con unità didattiche, gestita da un
tutor. Sono stati prodotti inoltre un website, una brochure ed un DVD sulle principali attività e
programmi legati alla mediazione. Si è tenuto un seminario sulle esperienze transnazionali
realizzate durante il progetto.
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca x
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
88
minorile, degli Enti locali, del privato sociale (Caritas) e delle libere professioni (Avvocati).
Molti operatori della Giustizia minorile hanno chiesto un’estensione dell’esperienza ad altri
territori.
Molti dei minori autori di reato del bacino di utenza degli USSM di Roma e Latina (vd. Statistiche
in www.giustiziaminorile.it) e molte delle vittime dei reati possono beneficiare del progetto e
delle attività di mediazione.
Professori, studenti, rappresentanti degli Enti Locali e mediatori hanno inoltre partecipato al
Seminario finale e beneficiato delle relazioni e dei materiali forniti.
BENEFICIARI FINALI Sono stati beneficiari indiretti i minori autori di reati (transitanti nel
circuito della Giustizia) e le vittime di reato dei territori coinvolti nel progetto come potenziali
fruitori delle attività di mediazione.
89
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE
DELLE BUONE PRASSI PER INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SOGGETTI IN ESECUZIONE
PENALE
Organismi partner
Area problematica
problematica di intervento
La difficoltà delle relazioni familiari nel contesto carcerario è alla base del progetto, che si
propone in primo luogo di fornire gli strumenti e le competenze necessari ad affrontare il
problema dell’accesso lavorativo per i detenuti e i loro figli e, in secondo luogo, di fare impresa
in carcere.
! Affrontare il problema dell’inserimento lavorativo dei detenuti, offrendo loro una concreta
occasione di lavoro, preceduta dall’acquisizione di una qualifica professionale nel settore
delle professioni dei set cine-televisivi e teatri di posa (falegnami, elettricisti, illuminotecnici,
ecc.)
! coinvolgere i figli dei detenuti nei percorsi di inserimento formativo e lavorativo
! offrire ai detenuti e al contesto imprenditoriale lucano di fare impresa all’interno delle mura
carcerarie
! attrarre produzioni nazionali e internazionali per operare sul territorio regionale incentivando
la produzione audiovisiva locale.
90
Breve descrizione del progetto Il progetto prevede di organizzare all’interno delle mura
carcerarie uno o più “teatri di posa” come struttura da offrire agli operatori e alle troupes cine-
televisive del meridione e occupare, al loro interno, operai e tecnici formati dall’intervento. Tra
le attività realizzate ad oggi: istituzione dell’Agenzia territoriale su base regionale per
l’industria televisiva e cinematografica “ARIA” 3 (www.aria3.eu) promossa dai partner, dal Dip.
Formazione della Regione Basilicata e dal PRAP della Basilicata; partecipazione della Casa
Circondariale di Potenza alla “XV edizione del Medfilm Festival 2009” a Roma con la
produzione di un cortometraggio sul tema dell’integrazione culturale dal titolo “Tre minuti e
mezzo” (regista Luca Curto e protagonista Neri Marcoré); realizzazione della mostra-catalogo
fotografica “LocKation” sui temi dell’esecuzione penale in Basilicata.
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
91
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Aree territoriali
territoriali di intervento Province di Matera, Potenza, Lecce e Benevento – aree urbane e
limitrofe
Fonte di finanziamento PON. Fse 2007-2013, Azioni di Sistema per le politiche di inserimento
al lavoro, Obiettivo 1 – Azione II.1.A
Difficoltà di integrazione delle persone svantaggiate nel mercato del lavoro e lotta alla
discriminazione nei loro confronti
Il progetto ha inteso supportare alcuni Centri per l’impiego nell’avvio di azioni specifiche volte
a facilitare l’inserimento occupazionale dei soggetti in stato di detenzione: ciò attraverso un
lavoro congiunto tra gli Istituti penitenziari e i Centri per l’impiego per realizzare un percorso
comune di individuazione delle professionalità disponibili negli Istituti e di quelle richieste dal
mercato, al fine di pianificare i necessari interventi per facilitarne l’incontro. L’ottica è quella di
un’azione di sistema finalizzata alla sperimentazione di interventi specifici per l'inserimento al
lavoro dei beneficiari, e più in generale, alla promozione di azioni per singoli e imprese
attraverso forme di sensibilizzazione alla cultura dell'integrazione.
92
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 300 tra detenuti, ex-detenuti e soggetti sottoposti a misure
alternative.
93
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE
PENALE
Titolo del progetto Programma d’azione per l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti, adulti
e minori, sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria nella Regione Basilicata
Budget totale
Fonti di finanziamento POR FSE Basilicata. 2007-2013, P.O. FESR Basilicata 2007-2013,
Finanza pubblica dell’Amministrazione Penitenziaria
Organismi partner
! Ministero della Giustizia (Ufficio esecuzione penale esterna, Tribunale di sorveglianza, Centro
per la Giustizia Minorile per la Calabria e la Basilicata, Servizi Minorili Lucani, Tribunale per
Minorenni)
! Regione Basilicata (Dip. Sicurezza Sociale)
! Comuni (Servizi sociali comunali)
! Aziende Unità Sanitarie Locali (servizi socio-assistenziali)
! Province di Matera e Potenza (Centri per l’impiego)
! Partenariato sociale
Area problematica
problematica di intervento
Alla luce dei nuovi processi sociali, si è avvertita la necessità di ridisegnare gli interventi dentro
e fuori i contesti penali, per il diffuso emergere di una realtà fatta di iniziative non coordinate.
Ciò ha determinato e determina una somma parziale d’interventi che segmenta l’identità del
soggetto detenuto. Accade così che la maggior parte dei progetti sul carcere raggiunge i
detenuti più tutelati e con più risorse o gli ex-detenuti rintracciabili sul territorio, mentre in
carcere si registra "la mancanza" di detenuti da inserire nei progetti, ed in particolare in quelli
che hanno una chiara finalità di reinserimento della persona.
94
Obiettivi del progetto
L’obiettivo è costruire una rete istituzionale e sociale attraverso la quale realizzare il modello
inclusivo e solidale di comunità regionale ispirato ai principi della “humanitas” e della “societas”
proclamati nei documenti costitutivi della Repubblica italiana e della Unione europea. Obiettivo
strumentale è creare e rendere disPONibili gli strumenti perché anche da parte dei soggetti,
adulti e minori, sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, siano realmente fruibili i
diritti civili e sociali, in termini di servizi resi alle persone e alle loro famiglie.
Breve descrizione
descrizione del progetto
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2. AZIONI RIVOLTE
R IVOLTE AI SISTEMI
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione
95
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
96
BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE BUONE SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Sviluppo di competenze e formazione per gli operatori che interagiscono
con il carcere e il post carcere
Fonte di finanziamento POR Fse 2007-2013 Asse IV, Ob. specifico 1, Ob. operativo 2
Persona di contatto Rocco Maurizio Moretti, UPAD Università popolare delle alpi dolomitiche,
Bolzano, tel 0471-502849, maurizio.moretti@upad.it, info@upad.it, www.upad.it
Organismi partner
97
Finalità del progetto è stata rendere accessibile tale prospettiva attraverso:
1.1 orientamento
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
98
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Formare per risocializzare: percorsi di sviluppo integrato delle competenze
di base
Fonte di finanziamento
finanziamento POR Fse 2007-2013 Asse III, Ob. specifico G, Ob. operativo 1
Organismo gestore Centro studi UPAD – Università Popolare delle Alpi Dolomitiche
Persona di contatto Maurizio Rocco Moretti, UPAD Università popolare delle alpi dolomitiche,
Bolzano, www.upad.it, tel 0471-502849, maurizio.moretti@upad.it, info@upad.it
Organismi partner
La scelta di operare all’interno del mondo carcerario nasce dalla convinzione che sviluppare le
risorse di persone svantaggiate come i detenuti, aiutandole a raggiungere abilità in termini di
saper fare, di sapere e di saper essere, migliori la consapevolezza sociale e relazionale e ne
favorisca la “rinormalizzazione” con l’obiettivo di un reinserimento nel tessuto socio lavorativo.
Il progetto nasce dalla necessità di coniugare momenti di educazione e formazione
risocializzante che vengono attuati fra le mura del carcere, sviluppando competenze per il (re)-
inserimento socio lavorativo e creando le condizioni per una reale prevenzione.
La principale attività realizzata è stata la formazione di gruppo con elementi di team building e la
realizzazione di quattro moduli: linguistico-culturale, informatico, giuridico ed espressivo e lo
svolgimento di un workshop conclusivo.
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
100
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Oltre le sbarre: percorso di formazione per l’integrazione e l’inclusione
socio-lavorativa dei carcerati
Fonte di finanziamento POR Fse 2007-2013, Asse III, Ob. specifico G, Ob. operativo 1
Concluso,
Concluso, durata 17.12.2008 – 31.12.2009
Persona di contatto Maurizio Rocco Moretti, UPAD Università popolare delle alpi dolomitiche,
Bolzano, www.upad.it, tel 0471-502849, maurizio.moretti@upad.it, info@upad.it
La scelta di operare all’interno del mondo carcerario nasce dalla convinzione che sviluppare le
risorse di persone “svantaggiate”, come i detenuti, aiutandole a raggiungere abilità in termini di
saper fare, di sapere e di saper essere migliori la consapevolezza sociale e relazionale e ne
favorisca la “rinormalizzazione” con l’obiettivo di un reinserimento nel tessuto socio lavorativo.
Il progetto ha 3 finalità:
101
Breve descrizione del progetto
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
102
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 140.000,00 (costo annuo), relativo allo Sportello “Info lavoro” gestito da CEFAL
Fonti di finanziamento Relativamente allo Sportello Info lavoro i finanziamenti sono di origine
Fse (OB. 3 B1) con la compartecipazione della Provincia di Bologna. Relativamente allo
Sportello Informativo del Comune si tratta di finanziamenti regionali con la partecipazione del
Comune di Bologna.
In corso Lo Sportello Informativo del Comune è stato avviato nel dicembre 1997; lo Sportello Info-
Lavoro è stato avviato nel 2002. Sono entrambi tuttora in essere.
Organismo partner
Relativamente allo Sportello Info Lavoro si segnala l’esistenza di un Tavolo di progetto, volto al
monitoraggio e sviluppo delle attività, composto da: Casa Circondariale di Bologna (Direttore,
Capo educatori), UEPE (Direttore, coordinatore cittadino), Comune di Bologna, Provincia di
Bologna (Assessorato Politiche Sociali) e un referente del Terzo settore.
103
Obiettivi del progetto
Gli Sportelli nascono principalmente per fornire informazioni alla popolazione detenuta ed ex
detenuta.
Si cerca di agevolare i detenuti nella conoscenza rispetto al contesto sociale nel quale si trova e
a quali servizi potrà fare riferimento qualora, al termine della pena, permanga nel territorio
comunale.
1.1 orientamento x
1.2 formazione
104
2. AZIONI RIVOLTE
RIVOLTE AI SISTEMI
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI COINVOLTI
COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI
! operatori di Sportello Info lavoro (CEFAL); sono attivi tre operatori, di cui due presenti
all’interno del carcere e uno presente presso il Centro per l’Impiego
! psicologa del lavoro, Psicologa clinica di comunità, pedagogista: attività svolte: informazione,
consulenza, orientamento, accompagnamento, attività promozionali
! mediatore socioculturale (Comune di Bologna): a Bologna operano 2 mediatori, uno di
madrelingua araba-francese e uno albanese-inglese. Attività svolte: compiti di interpretariato
(traduzione linguistica), lettura e decodifica di comportamenti, abitudini, modi di fare, verifica
di possibili risorse dopo la dimissione dal carcere attraverso la messa in rete di servizi del
Terzo settore e Istituzionali, orientamento e informazione in campo giuridico, lavorativo,
amministrativo, affiancamento delle Assistenti sociali durante alcuni colloqui con detenuti
non comunitari per una migliore lettura del bisogno e ricerca poi di possibili risorse;
ricostruzione dei rapporti con le loro famiglie e riavvicinamento alle rappresentanze dei loro
paese
! Psicologo del Lavoro (CEFAL), interventi mirati nello Sportello Info lavoro interno. Attività
svolte: colloqui motivazionali tesi alla definizione dei profili delle persone, in termini di
caratteristiche sociali, cognitive, motivazionali, attitudinali, ecc.
BENEFICIARI FINALI (totale)
Relativamente allo Sportello Info Lavoro accedono al Servizio una media di 230 persone ogni anno
(170 interne, 60 presso il CIP). Allo Sportello informativo del Comune vengono effettuati
indicativamente 700 colloqui all’anno.
Per quanto riguarda il numero totale dei beneficiari finali del Tavolo Fse, l’80% sono uomini e il
rimanente donne. Per lo Sportello Info Lavoro la percentuale di italiani è poco superiore a quella
degli stranieri, mentre per lo Sportello del Comune la percentuale è del 90% di colloqui con
detenuti stranieri.
105
SCHEDA DESCRITTIVA PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DESCRITTIVA DELLE BUONE PRASSI SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Fonte di finanziamento POR Fse Ob. 3 2000-2006 Asse B Progetto integrato (3 azioni
progettuali)
! costruire una Rete regionale e locale attiva finalizzata all’inserimento lavorativo e sociale di
detenuti e ex-detenuti, attraverso il coinvolgimento di soggetti istituzionali, del privato
sociale, di attori economici profit, anche realizzando intese e protocolli di collaborazione;
! istituire un sistema integrato di interventi finalizzato ad offrire ai detenuti nuove opportunità
con percorsi che si sviluppino sia all’interno che all’esterno del carcere (cooperative sociali,
mondo del lavoro).
! sperimentazione di azioni positive ed integrate tra misure a sostegno della inclusione sociale
e lavorativa dei detenuti ed ex-detenuti, anche attraverso lo sviluppo dell'imprenditoria
106
sociale, con lo scopo di: mettere a punto dispositivi/strumenti a sostegno di politiche attive
del lavoro dedicate al target di riferimento
! messa a punto di strategie, tecniche, strumenti per aumentare la capacità imprenditoriale e
produttiva delle Cooperative Sociali
! sostegno alle reti regionali e locali
! definizione di modelli e servizi locali integrati di supporto alla professionalizzazione e al
lavoro
! creazione di partnership territoriali e formalizzate con protocolli; individuazione di nuove
opportunità di lavoro intramurario
! costruzione di un punto di accesso dedicato al target di riferimento e alle loro famiglie, per
l'orientamento all'utilizzo delle risorse già esistente e di quelle che si creeranno attraverso il
lavoro di rete.
1.1 orientamento x
1.2 formazione
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di x
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo)
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
107
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale €
Fonti di finanziamento A sostenere lo sviluppo e crescita della cooperativa, oltre alle sinergie
M.C.L., FOMAL e Cefal, hanno concorso diverse altre iniziative nell’ambito di progetti sostenuti da
fondi pubblici e privati:
Persona di
di contatto Flavio Venturi, tel. 051-489611, fventuri@cefal.it
Organismi partner
La coop IT2 è promossa da MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) e Cefal (Consorzio Europeo per
la Formazione e l’Addestramento dei Lavoratori), nasce nel 1998 nell’ambito di un progetto di
Iniziativa comunitaria Occupazione Youthstart denominato YES (Young Enterprise Solutions) che
ha dato vita alla rete nazionale YES delle imprese di transizione in Italia ispirate al modello
francese delle “entreprises d’insertion”.
Ai primi promotori della cooperativa si aggiunge, nel 2002, FOMAL (Fondazione Opera
Madonna del Lavoro), socio di IT2 la cui esperienza maturata come Scuola Regionale di
Ristorazione ha rappresentato un importante contributo per lo sviluppo del settore ristorativo
della cooperativa e del ristorante di transizione“Le Torri”.
108
Sezione II – Descrizione del progetto
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
109
Sezione IV – Beneficiari
In particolare, nel ristorante operano stabilmente tre professionisti con funzioni di coordinamento
e gestione dell’attività ristorativa e due formatori, e più precisamente:
! un cuoco, responsabile della cucina
! un responsabile di sala e bar
! un cuoco-educatore responsabile della formazione di cucina
! una responsabile della cassa
! un responsabile educativo di sala.
Gli altri componenti dello staff di lavoro sono persone che stanno realizzando in IT2 un percorso
di formazione o transizione al lavoro. Sono distribuite tra cucina, bar e sala secondo quanto
previsto per ciascuno dal progetto individualizzato di formazione o transizione al lavoro. Tutti gli
utenti che seguono i progetti personalizzati sono segnalati dai servizi del territorio che
condividono la responsabilità del progetto educativo con lo staff pedagogico di IT2.
110
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Costellazioni: azioni a favore del sistema di istruzione e formazione in
carcere
Persona di contatto Giovanna Scaparrotti, Fondazione EnAIP S. Zavatta Rimini, tel 0541-367113
111
Breve descrizione del progetto
1.1 orientamento x
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI COINVOLTI
COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI (totale) 131
! 23 Dirigenti scolastici e Direttori Istituti penitenziari
112
! 17 Educatori
! 15 Agenti di Polizia penitenziaria
! 3 Personale Uepe
! 40 Docenti scuola
! 7 Operatori FP
! 4 Operatori Ente locale
! 9 Operatori privato sociale
! 5 Mediatori culturali
! 3 Asl/ Sert
! 3 Sanità IP
! 2 Volontari
BENEFICIARI FINALI (totale) 9 detenuti stranieri dell’Istituto di pena di Rimini della sezione
speciale per omosessuali e transgender.
113
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE
PENALE
Fonti di finanziamento Regione Emilia Romagna, Comune di Ferrara, Centro Servizi per il
volontariato di Ferrara, Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara
Durata il Laboratorio, avviato nel 2005, ha carattere permanente con sospensioni estive e
invernali
Organismi partner
! Comune di Ferrara
! Centro Servizi per il volontariato di Ferrara
Il progetto investe sulla capacità dell’attività creativa, in particolare il teatro, che necessita
dell’impegno collettivo per stimolare nelle persone impulsi solidali, fiducia in se stessi,
conoscenza e governo del sistema emozionale, rispetto di se e degli altri, recupero di dignità
personale ottenuto col lavoro e impegno continuativo
114
emotiva, miglioramento della capacità comunicativa, eventuale professionalizzazione.
Breve descrizione
descrizione del progetto
il progetto, iniziato nel 2005, si è proposto sin dall’inizio come attività continuativa, con
l’obiettivo di creare all’interno della struttura circondariale una compagnia teatrale.
Nel 2007 è stato realizzato il primo spettacolo dal titolo “Schegge da Totò a Beckett” presso il
Teatro Comunale di Ferrara.
Il lavoro è stato poi incorporato nel progetto INSIDE OUT del programma Grundtvig dell’UE, del
quale il Teatro Nucleo è stato coordinatore, con partner locali, tedeschi e francesi, e sarà parte
del nuovo progetto ESPRIT/GRUNDTVIG recentemente approvato dall’Agenzia Nazionale LLP
con partner locali, tedeschi francesi e ungheresi.
Nel 2008/2009 si è realizzato un censimento monitoraggio delle attività di teatro/carcere in
Emilia Romagna, patrocinato dalla Regione e dal Comune, culminato in un forum specifico
nell’aprile 2009, nel corso del quale è nato il Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna
del quale il Teatro Nucleo è capofila.
E’ in corso di produzione un nuovo spettacolo ispirato al “Woyzeck” di Georg Buechner, del
quale sono state presentate alcune prove aperte.
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca x
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
115
Sezione IV – Beneficiari
116
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 516.430,00 (di cui circa € 58.000,00 destinati all’area esecuzione penale)
Organismi partner
117
! formare la persona al lavoro, rafforzarne le competenze professionali e la conoscenza dei
servizi del mondo del lavoro
! formare la persona al contesto relazionale e umano del luogo di lavoro, alla gestione del
rapporto e della relazione interpersonale, di consapevolezza del proprio ruolo e capacità, di
gestione dei conflitti, etc.
! promuovere e realizzare un inserimento lavorativo effettivo, stabile, possibilmente
soddisfacente.
Breve
Breve descrizione del progetto
Sezione IV – Beneficiari
118
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Organismo gestore IRES FVG – Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Friuli Venezia Giulia
Persona di contatto Paolo Molinari, IRES FVG, Udine, tel. 0432-415463, molinari.p@iresfvg.org
Organismi partner
! A.S.S.n.4 - Azienda per i Servizi Sanitari “Medio Friuli”, Dipartimento delle Dipendenze
! C.O.S.M. - Consorzio Operativo Salute Mentale
! Comunità Piergiorgio Onlus
! Associazione IDEA Onlus
! Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine Onlus
! FINRECO - Finanziaria Regionale della Cooperazione
! Cooperativa CRAMARS scarl
! Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Economia, Società e Territorio
Area problematica
problematica di intervento
119
dalla persona svantaggiata ed un’occasione per ricostruire un’immagine sociale positiva.
Finalità del progetto è stata rendere accessibile tale prospettiva attraverso:
1.1 orientamento
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI x
Sezione IV – Beneficiari
120
OPERATORI COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI (totale) 41, di cui:
IRES - Friuli Venezia Giulia
C.O.S.M.
CRAMARS
FINRECO
! 1 consulente finanziario
Esterni
! 2 consulenti tutor imprenditoriali
! 8 commercialisti e consulenti di settori specifici
! 9 imprenditori impegnati nella funzione di mentor
BENEFICIARI FINALI (totale) 16 (13 uomini e tre donne) tra ex-detenuti e soggetti sottoposti a
misure alternative.
121
DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto SFIDE - Sistema di formazione integrato per i detenuti del Lazio
Area territoriale
territoriale di intervento Lazio
Organismo gestore
gestore EN.A.I.P. LAZIO
Persona di contatto
Il progetto denominato “S.F.I.D.E. Sistema Integrato di Formazione per Detenuti”, presentato dal
raggruppamento temporaneo di scopo con capofila EnAIP Lazio, si inquadra nell’ambito delle
azioni di accompagnamento al lavoro e occupazione.
! Informazione e orientamento 15 ore per 14 edizioni per un totale di 210 ore formative
! Italiano L2 120 ore per 5 edizioni per un totale di 600 ore formative
! Tecnico Professionali 6 edizioni per oltre 1000 ore formative
! Alfabetizzazione informatica-ECDL 80 ore per 14 edizioni per un totale di 1120 ore
formative
122
! Applicazione D.Lgs. 626/94 12 ore per 14 edizioni per un totale di 168 ore formative
! Video-Teatro-Vita 60 ore per 14 edizioni per un totale di 840 ore formative.
Breve descrizione
descrizione del progetto
Un ulteriore elemento qualificante della proposta, pur con i vincoli relativi all’impianto
approvato, è individuabile, nella flessibilità della struttura organizzativa che demanda alle
singole Direzioni la definizioni dei percorsi formativi e professionalizzanti da realizzare
favorendo in questo modo l’integrazione del soggetto detenuto in attività lavorative interne o
esterne alla situazione carceraria.
123
In particolare, l’attività di formazione a distanza ha riguardato i 43 studenti/detenuti, iscritti
all’Università degli studi di Tor Vergata, di cui:
Lezioni in modalità e-learning: le lezioni dei docenti delle tre Facoltà sono state riprese
direttamente in aula secondo il calendario accademico previsto e fatte visionare ai detenuti in
modalità asincrona in aule multimediali attrezzate mediante la piattaforma “dedicata”. Le
modalità d’uso delle singole lezioni registrate è variata da un istituto ad un altro a seconda
della utilizzabilità di aule e di ore a disposizione dei detenuti stessi.
Ore di lezione: 403 di cui
" 148 ore per la Facoltà di Economia
" 159 ore per la Facoltà di Lettere e filosofia
" 96 ore per la Facoltà di Giurisprudenza
Orientamento e tutoraggio: tale servizio si è rivelato fondamentale nel processo di crescita
culturale degli studenti/detenuti sia per gli approfondimenti didattici sia per il sostegno
psicologico e motivazionale.
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
124
Sezione
Sezione IV – Beneficiari
125
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Dei delitti e delle pentole - Corso di qualifica per aiuto cuochi
Il corso, rivolto a 12 detenuti, arriverà alla qualifica di aiuto cuoco ed è così strutturato:
! 232 ore di parte tecnica (di cui 156 in codocenza) su:
" materie prime: scegliere e selezionare i prodotti delle singole ricette, controllare
l’integrità e la qualità degli stessi, dosare le quantità in appositi contenitori
" elementi di merceologia alimentare, caratteristiche dei prodotti
" controllo, immagazzinamento, cura e conservazione delle merci
" tecniche operative per preparare le basi per la realizzazione dei piatti (paste, fondi,
126
salse, sughi, minestre, impasti per ripieni, pesce, carne, dolci ecc)
" preparazione di legumi, verdure e frutta (mondatura, taglio conforme ai tipi di
pietanze)
" preparazione di semplici piatti per buffet
" gli strumenti utilizzati: il loro uso, come pulirli e come provvedere alla piccola
manutenzione
" organizzazione e riordino degli spazi all’interno di una cucina
" cottura di semilavorati con le tecniche appropriate per le diverse preparazioni
" controllo dei relativi processi di cottura
" mantenere le adeguate temperature delle preparazioni al momento del servizio
" modalità per affiancare il cuoco durante la preparazione delle comande
" impiattare (sporzionare e disporre nel piatto grammando le quantità)
" testimonianze dirette con esperti di cucina e di gastronomia, cuochi e Responsabili di
aziende (ristoranti, alberghi) che operano nel settore della ristorazione
! 68 ore relative all’acquisizione di abilità trasversali su:
" lrelazione con se stessi: potenzialità individuali e orientamento al ruolo
" relazione con gli altri: colleghi, superiori, fornitori, clienti
" lrelazione con l’ambiente: situazioni critiche e adattamento
" lnorme di igiene, sanità e sicurezza nell’ambito di uno spazio lavorativo specifico quale
la cucina (l.626/94, Sistema H.A.C.C.P., D. Lgs.155/97)
! 480 ore di tirocinio (finanziato dall’Assessorato delle Politiche del lavoro attraverso il
Progetto Rete del Centro per l’Impiego della Spezia).
L’idea portante del progetto è anche quella di “aprire il carcere” alla città e sulla città e quindi,
durante il percorso, i discenti hanno realizzato servizi catering/buffet per manifestazioni
pubbliche in loco (convegni, presentazioni, etc…). Sono previsti momenti conviviali e di
socializzazione, aperti ai famigliari dei detenuti (merenda in carcere) e cene, organizzate in
carcere, aperte alla cittadinanza. Alla fine del percorso sarà realizzato un prodotto
multimediale (DVD) contenente una breve descrizione del progetto, ricette e contributi video
(interviste ai carcerati; riprese dei momenti di convivialità, riprese eventi finali per i quali è
stata richiesta autorizzazione al Ministero).
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca
127
2.3 formazione/consulenza operatori x
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
128
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Concluso
Organismi partner
partner
Il progetto si è rivolto a disoccupati o inoccupati che, per diversi motivi, si sentono isolati dal
contesto istituzionale e sociale, con rischio di sviluppare uno stato di disagio sempre più vicino
alla patologia; ma anche a detenuti e ex-detenuti che non sono in carico a programmi specifici di
reinserimento.
Area Grigia, realizzato dalla Provincia di Genova in partenariato con i Servizi territoriali socio-
sanitari competenti, ha mirato ad erogare un servizio di orientamento al lavoro co-gestito dai
Centri per l’Impiego e dall’Ufficio Inclusione Socio-lavorativa e collocamento disabili.
La co-gestione ha permesso una scelta più accurata del percorso successivo di inserimento al
lavoro, con utilizzo di strumenti ordinari del CPI, ma anche con il supporto, se necessario, di
129
risorse dell’Ufficio Inclusione (parco aziende per tirocini di osservazione, operatori
specializzati in mediazione al lavoro, conoscenza delle rete dei Servizi territoriali).
L’intervento ha avuto l’obiettivo di:
! fornire alle persone in situazione di particolare debolezza strumenti più adeguati per
l’avvicinamento al lavoro, senza però costruire meccanismi di stigmatizzazione, ma
mantenendo l’utilizzo di strumenti ordinari e il Centro per l’Impiego come struttura di
riferimento
! accrescere in questi lavoratori la consapevolezza circa le proprie risorse e limiti strutturando
strategie di ricerca lavorativa realizzabili
! sviluppare e/o migliorare le capacità di offerta sul mercato del lavoro, prevenire forme più
strutturate di disagio sociale e psicologico delle persone che fanno parte dell’Area Grigia che,
se non accompagnate e supportate, facilmente potrebbero avere derive più pesanti verso la
marginalità.
1.1 orientamento x
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
130
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Il progetto ha inteso favorire gli utenti con meno risorse e possibilità di reinserimento sociale e
lavorativo dopo il periodo di detenzione. Il corso realizzato ha inoltre avuto un riscontro
positivo dal punto di vista psicologico, in quanto momento di “rottura” rispetto alla routine del
carcere, fornendo ai beneficiari un nuovo ruolo sociale oltre che lavorativo.
Ulteriore obiettivo è stato anche quello di lavorare in rete con le altre istituzioni coinvolte.
Il corso, svoltosi nel laboratorio interno al carcere si è strutturato in 4 moduli della durata
totale di 163 ore così articolati:
! orientamento tecnico pratico: rivolto a 15 persone tra le quali sono stati individuati i 9
corsisti
! analisi delle competenze: per comprendere appieno le attitudini e le competenze dei corsistii
e accrescere in loro la consapevolezza
131
! formazione modulare per l’acquisizione di competenze di base: sicurezza, organizzazione
del lavoro
! percorso formazione professionalizzante: per l’acquisizione di competenze teoriche e
pratiche per svolgere i lavori necessari per la fabbricazione e la manutenzione di costruzioni
metalliche.
Già in fase di progettazione una cooperativa aveva dato la disponibilità ad inserire nella propria
compagine sociale 6 partecipanti al corso.
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
132
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN
IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale di intervento Lombardia (sezioni femminili degli Istituti penitenziari di:
Bergamo, Brescia, Como, Mantova, Milano Opera, Milano S. Vittore, Monza, Vigevano)
Budget totale € 690.886,00 (1° ed. € 405.476,00 + 2° ed. 156.210,00 + 3° ed. 129.200,00)
Concluso
! 1° ed.12.11.2003 – 31.10.2004
! 2° ed. 10.11.2005 – 29.12.2006
! 3° ed. 30.01.2007-15.10.2007
Organismo gestore
Nelle strutture penitenziarie lombarde è presente meno dell’8% della popolazione carceraria
totale. Poche donne in carcere sono coinvolte in attività formative e lavorative. La possibilità di
un lavoro ed ancor più la permanenza in un ambiente lavorativo sono la migliore garanzia per
un cammino verso uno stabile futuro e la costruzione di una propria identità. Questo può
realisticamente avvenire in un percorso “misto” composto da una occupazione lavorativa che
preveda momenti di accompagnamento e tutoring cui concorrano il sistema dei servizi
pubblici, della formazione e del privato sociale. Il progetto è intervenuto nel mondo poco
conosciuto del lavoro femminile in carcere, in un ambiente umano complesso e con ritmi e
codici relazionali diversi dal “mondo esterno” e assolutamente differente dall’universo maschile
133
che caratterizza la maggioranza dell’ambiente carcerario.
Sezione III
III – Attività progettuali
134
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
135
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Intervento sperimentale integrato di formazione e inserimento lavorativo per
detenuti
Organismi partner
! Regione Marche - ente finanziatore: controllo attività attraverso ispezioni d’avvio, in itinere e
finali
! Centri per l’Impiego di Pesaro e Fano della Provincia di Pesaro e Urbino: trasferimento best-
practice sportelli lavoro
! Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria di Ancona: supervisione del progetto
e appartenenza al comitato scientifico
! Casa Circondariale di Villa Fastiggi di Pesaro: trasferimento best-practice sportelli lavoro e
attività formative attraverso la messa a disposizione dei propri detenuti
! Casa Circondariale di Ancona: attività formative attraverso la messa a disposizione dei propri
detenuti; apertura sportello lavoro
! Casa di reclusione di Fossombrone: trasferimento best-practice sportelli lavoro e attività
formative attraverso la messa a disposizione dei propri detenuti
! Agenzia per l’Innovazione nell’amministrazione e nei servizi pubblici locali - ente gestore
dell’intervento e capofila dell’ATI: formazione; azioni di scambio e trasferimento eccellenze
nei diversi istituti di detenzione; azioni di diffusione finale dell’intervento
! COOSS MARCHE: formazione; azioni di scambio e trasferimento eccellenze nei diversi istituti
di detenzione
! Associazione SMILE: formazione; azioni di scambio e trasferimento eccellenze nei diversi
istituti di detenzione. azioni di diffusione finale dell’intervento
! Centro per l’Impiego di Ascoli Piceno: Stipula di protocolli di intesa con gli istituti di pena per
attivazione di servizi a sportello
! Centro per l’Impiego di Fermo: stipula di protocolli di intesa con gli istituti di pena per
attivazione di servizi a sportello
! Centro per l’Impiego di Tolentino: stipula di protocolli di intesa con gli istituti di pena per
136
attivazione di servizi a sportello.
Soggetti svantaggiati sottoposti a misure detentive in tre istituti di pena della Regione Marche e
presenza di donne detenute in una delle tre esperienze previste dal progetto.
1. AZIONI RIVOLTE
RIVOLTE ALLE PERSONE
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
137
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di x
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 36 detenuti (24 uomini, 12 donne), di cui 15 condannati in misura
alternativa
Nella prima parte dell’intervento era prevista una formazione frontale d’aula per circa cento ore
(orientamento) sviluppata all’interno di tre istituti di detenzione della Regione Marche, identificati
in Pesaro, Fossombrone e Ancona, che coinvolgeva un numero di destinatari di 36 unità (12 per
ogni istituto, 24 M –12 F). Al termine di questa fase, a beneficio di un numero di destinatari di 15
unità (5 per ogni istituto, 10 M – 5 F) fra coloro che avevano beneficiato delle prime cento ore di
formazione d’aula e che potevano usufruire di misure alternative alla detenzione, è stata offerta
la possibilità di proseguire il cammino formativo attraverso un percorso di altre trecento ore,
l’80% delle quali svolte attraverso la conduzione di tirocini in imprese del territorio per la
formazione on the job.
138
DESCRITTIVA DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA DESCRITTIVA SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Lavoro nell’inclusione sociale per i beneficiari del provvedimento di indulto
Fonti di finanziamento Fondi del Ministero del Lavoro e del Ministero della Giustizia (Cassa delle
Ammende) Risorse POR-FSE linea B1 per detenuti ed ex-detenuti, Legge Regionale 28/93 che
prevede incentivi per assunzione a tempo indeterminato di persone con problemi di giustizia
Organismo gestore Provincia di Torino tramite il GOL in collaborazione con Italialavoro s.p.a.
Persona di contatto Per il GOL, dr.ssa Carla Tonelli cellulare 349-3413762, per Italialavoro
Franco Mittica, Coordinatore territoriale di Italia Lavoro S.p.A. tel. 011-8395730
Organismo partner organismi della Cooperazione sociale che da anni sul territorio si occupano
dell’inserimento sociale e lavorativo di persone con problemi di giustizia in affidamento ai
servizi sociali e ex-detenuti (fino ad un max di 5 anni dall’ultima carcerazione)
Sviluppo di un modello operativo sperimentale di tipo “integrato” che ha delineato una modalità
di intervento fortemente centrata sul coordinamento inter-istituzionale, fra servizi della
formazione e del lavoro, socio-assistenziali e sanitari. Lo scopo è stato consentire la
costruzione di interventi che hanno garantito ai beneficiari finali una presa in carico “globale”
dei bisogni da loro espressi e l’individuazione di soluzioni adeguate alle specifiche esigenze
rilevate nel rispetto delle reciproche competenze, di condivisione di risorse/opportunità e sulla
trans-disciplinarità dell’equipe operativa.
Per promuovere l’occupabilità e il re-inserimento lavorativo del target di riferimento sono stati
utilizzati i diversi strumenti a disposizione nell’ambito delle politiche e dei servizi per il lavoro:
139
• servizi di incontro domanda offerta
• tirocini formativi/formazione professionale
• misure di sostegno al reddito nell’ambito di interventi finalizzati al re-inserimento
lavorativo mediante il supporto che può assumere diversi aspetti: sanitario, psicologico,
logistico-abitativo.
1.1 orientamento X
1.2 formazione
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di X
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
3. ALTRO
3.1 monitoraggio X
3.2 valutazione X
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale X
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
Equipe operativa trans-diciplinare che ha garantito unitarietà degli interventi attraverso la loro
gestione integrata:
responsabile CPI territorialmente competente, direzione tratta mentale interna, direzione UEPE
e sportello informativo SP.IN, servizi sociali territoriali , servizi sanitari (in particolare con gli
operatori dei SER.T) soggetti attuatori (cooperative sociali, agenzie di formazione, Imprese,
Associazioni culturali
140
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Organismo gestore Provincia di Biella: Progetto rete Gol e Soc.Coop. Soc. Oltreilgiardino
Persona di contatto Fulvia Zago Provincia di Biella area politiche sociali 015.8480773
Sudano Ilaria, Via La Marmora n.76 015.81159 Presidente Soc. Coop. Soc. Oltre il giardino
141
concessa in immobile gestito dalla stessa associazione di n° 1 o 2 persone a carico del
progetto e il supporto dato da parte dei propri volontari agli stessi soggetti
• Volontariato: La collaborazione avviene attraverso la partecipazione al lavoro di rete e con la
messa a disposizione delle proprie risorse (sostegno materiale e morale)
• Consorzio Sociale Orizzonti: La collaborazione avviene attraverso la partecipazione al lavoro
di rete e con la messa a disposizione delle competenze e delle proprie risorse, in particolare
attraverso le cooperative consorziate
Individuazione
Individuazione dell’area problematica
In relazione al progetto individualizzato che verrà predisposto al momento della presa in carico si
provvederà ad associare la risorsa al bisogno emerso, sostenendo la persona nel recupero della
propria autonomia e della propria sfera sociale.
142
• elaborazione di un progetto individualizzato rispondente alle esigenze dell’ utente e in grado
di essere agile, flessibile, immediato, efficace
• attivazione della rete di sostegno con il coordinamento della Provincia attraverso i
componenti il GOL
• proposta all’utente (di tipo pattizio o contrattuale)
• avvio del progetto di presa in carico individualizzata
Obiettivi 4 e 5) sostenere il rafforzamento delle reti di riferimento, sia familiari che del territorio
Azioni
• attivazione della rete relazionale attraverso il volontariato sociale
• attivazioni di risorse per il supporto alla costruzione di una rete di riferimento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
143
2. AZIONI RIVOLTE AI SISTEMI
3. ALTRO
X
3.1 monitoraggio
X
3.2 valutazione
X
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale
4. ATTIVITA’
ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
144
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Organismo gestore Provincia di Biella: Progetto rete Gol e Soc.Coop. Soc. Oltreilgiardino
Persona di contatto Fulvia Zago Provincia di Biella area politiche sociali 015-8480773
145
• Associazione di volontariato La rete: La collaborazione avviene attraverso l’ospitalità
concessa in immobile gestito dalla stessa associazione di n° 1 o 2 persone a carico del
progetto e il supporto dato da parte dei propri volontari agli stessi soggetti
• Volontariato: La collaborazione avviene attraverso la partecipazione al lavoro di rete e con la
messa a disposizione delle proprie risorse (sostegno materiale e morale)
• Consorzio Sociale Orizzonti: La collaborazione avviene attraverso la partecipazione al lavoro
di rete e con la messa a disposizione delle competenze e delle proprie risorse, in particolare
attraverso le cooperative consorziate
Il progetto intende rispondere al problema del reinserimento sociale di persone in uscita dal
carcere, anche dipendenti da sostanze, attraverso l’offerta di opportunità concrete che possano
prevenire la recidiva. Si intende offrire ad esse una presa in carico globale, che permetta loro di
superare il difficile momento della scarcerazione. Tale presa in carico viene accompagnata da
una pluralità di enti/associazioni che, ognuno per la sua sfera di competenza e con una
metodologia di rete, si raccordano per realizzare un progetto individualizzato rispetto al singolo
utente
In relazione al progetto individualizzato che verrà predisposto al momento della presa in carico si
provvederà ad associare la risorsa al bisogno emerso, sostenendo la persona nel recupero della
propria autonomia e della propria sfera sociale.
146
componenti il GOL
• proposta all’utente (di tipo pattizio o contrattuale)
• avvio del progetto di presa in carico individualizzata
Obiettivi 4 e 5) sostenere il rafforzamento delle reti di riferimento, sia familiari che del territorio
Azioni
• attivazione della rete relazionale attraverso il volontariato sociale
• attivazioni di risorse per il supporto alla costruzione di una rete di riferimento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2. AZIONI RIVOLTE
RIVOLTE AI SISTEMI
147
2.3 formazione/consulenza operatori
X
2.4 sviluppo reti territoriali
3. ALTRO
X
3.1 monitoraggio
X
3.2 valutazione
X
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
148
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE
DELLE BUONE PRASSI PER INCLUSIONE DEI SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Fonti di finanziamento Regione Piemonte ai sensi dell l.r. 45/95 e risorse proprie del Comune
di Cossato
Persona di contatto
contatto Chiara Copasso Rochet, Comune di Cossato, Settore socio culturale, tel.
015-9893502, sociali@comune.cossato.bi.it
Organismo partner
Recupero di un nuovo tratto di area del torrente strona utilizzando tecniche di bioingegneria
naturalistica e mantenimento delle aree precedentemente recuperate con i progetti già conclusi.
L'area oggetto degli interventi negli anni ha cominciato ad assumere i connotati di parco fluviale
urbano con evidenti cambiamenti sul rapporto che intercorre tra il fiume ed i cittadini di Cossato.
Prima degli interventi, infatti, le sPONde risultavano inaccessibili per un copertura fittissima di
robinia pseudoacacia e rovi, il torrente Strona era invisibile e distante da tutte le attività ricreative
della città; oggi il paesaggio è totalmente cambiato, al posto delle robinie e dei rovi vi sono prati
falciati, carpini, aceri e querce e vi è un pullulare di attività legate al torrente come la pesca, il
149
gioco dei bambini e la contemplazione.
1.1 orientamento
X
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 3, di cui due condannati in misura alternativa, 1 prossimo al fine
pena
150
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Progetto Cascina Aurora: lavoro, formazione e inclusione sociale
Organismo partner
• UEPE. di Vercelli
• Casa Circondariale di Biella
• Associazione RICOMINCIARE
• Società Cooperativa Sociale LA BETULLA
• Società Cooperativa Sociale OLTREILGIARDINO ONLUS
• CEM (Centro Equestre di Mottalciata)
• GOL BIELLA
E’ invece importante ripensare il carcere come un servizio collocato all’interno di una rete di
servizi: le persone che vi sono rinchiuse devono essere adeguatamente supportate tanto durante
il periodo di detenzione, quanto nel momento critico del ritorno alla società civile, proprio
quando -cioè- si verifica la funzionalità e l’efficacia del percorso intrapreso.
151
In passato queste carenze sotto il profilo dell’accoglienza dimostrate dal nostro territorio di
riferimento sono state spesso “affrontate” anche grazie all’intervento delle Cooperative La Betulla
ed Aurora, le quali, in quanto cooperative di tipo B, hanno sperimentato metodologie di
intervento sempre più definite, formalizzate ed efficaci.
Riteniamo che, allo stato attuale, i tempi siano maturi per rendere questi canali sempre più
definiti ed istituzionalizzati affinché siano una risorsa di “sapere” fruibile dall’intero territorio:
l’intento che il presente progetto si PONe è, pertanto, anche quello di rafforzare queste
conoscenze e ottimizzare le risorse del territorio proponendo modalità di intervento valide.
Gli obiettivi specifici per ciascuno dei macro-obiettivi precedentemente descritti possono essere
così riassunti:
152
aspetti tanto lavorativi quanto risocializzanti,
• supportare i beneficiari del progetto nel percorso di progressiva autonomia e recupero di
ruolo sociale.
2.2 ricerca
3. ALTRO
X
3.1 monitoraggio
X
3.2 valutazione
X
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
153
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Progetto per l’inserimento lavorativo di un detenuto a conclusione del
corso di studio
Fonti di finanziamento Regione Piemonte (l.R. n.1 del 08.01.2004) e I.T.G. “P.L.Nervi” di
Alessandria
Organismo partner
• Casa di reclusione di Alessandria – ospita il corso per geometri da oltre 50 anni e provvede
alla organizzazione interna dello stesso; relativamente al lavoro all’esterno provvede alle
operazione di trattamento del detenuto finalizzate a stabilire la sua idoneità e i termini
d’azione dello stesso
• Provincia di Alessandria – ente coordinatore del progetto attraverso il GOL nonché ente
cofinanziatore del progetto per l’anno 2006.
Il progetto, oltre a fornire un aiuto economico importante in termini di borsa lavoro, contribuisce
al raggiungimento dell’obiettivo sociale più alto ovvero il sostegno ad una iniziativa culturale che
ha origine dal percorso trattamentale ed è rivolta a fornire l’autonomia di azione del soggetto,
potenziata sia dal raggiungimento del diploma, che dall’inserimento in un impegno lavorativo
154
qualificato.
• continuità tra il corso di studio appena concluso e l’attività che il detenuto svolgerà nel corso
dell’anno di lavoro
• attività lavorativa all’interno della struttura dell’Istituto P.L. Nervi
• opportunità di un lavoro qualificato
• contatto con l’ambiente del lavoro in particolare edile.
1.1 orientamento
X
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
X
3.1 monitoraggio
X
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
155
1 condannato in misura alternativa.
156
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI
DELLE BUONE PRASSI PER DEI SOGGETTI IN ESECUZIONE
ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Fonte di finanziamento Regione Piemonte – Assessorato alle Politiche sociali (bando per la
concessione di contributi a sostegno di progetti e iniziative nel settore del contrasto alla
devianza e alla criminalità –
Persona di contatto Giordano Gianni - C.F.P.P – Casa di Carità Onlus – Via Orvieto, 38 –
Torino, gianni.giordano@cfpp.it
Organismo partner
Nella progettazione del nuovo piano programmatico si sono presi in considerazione vari aspetti:
157
• la realtà complessa che investe la popolazione detenuta ed ex detenuta
• la presenza predominante di detenuti extracomunitari presso la Casa Circondariale di Cuneo
ha determinato la necessità di ricalibrare gli interventi trattamentali tenendo conto della
specificità di tale utenza
• l’attività del GOL ha favorito in questi anni il reinserimento sociale e lavorativo di detenuti,
ex-detenuti e persone in esecuzione penale esterna, consolidando la rete di collaborazione
tra le realtà istituzionali e associative impegnate nella solidarietà sociale
• i piani di zona recentemente istituiti si sono avvalsi della metodologia del lavoro di rete
ampliamente sperimentata nell’ambito del GOL.
Il Comune di Cuneo con il GOL (Gruppo Operativo Locale) ha voluto con il Progetto
INFORMAZIONE E SOSTEGNO AL REINSERIMENTO proseguire l’esperienza comune e la
collaborazione che nel corso degli anni sono state portate avanti con la realizzazione dei cantieri
di lavoro, delle borse-lavoro, dei progetti comunitari.
Dopo una prima fase di registrazione delle segnalazioni provenienti dall’area trattamentale della
Casa Circondariale, l’intervento ha previsto un colloquio di accoglienza con il beneficiario volto
alla conoscenza reciproca e ad individuare le necessità dell’utente. Allo sportello sono stati
segnalati 90 casi e si sono effettuati 81 consulenze.
158
e strumenti di metodologia.
1.1 orientamento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
X
2.3 formazione/consulenza operatori
X
2.4 sviluppo reti territoriali
3. ALTRO
X
3.1 monitoraggio
X
3.2 valutazione
X
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
159
CASA CIRCONDARIALE
• 1 ResPONsabile
• 2 Educatore
UEPE.
• 1 ResPONsabile
• 3 Assistenti Sociali
160
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Persona di contatto Ass.Soc. Laura Cottafavi – CISA Ovest Ticino tel. 0321-869921,
minori@cisaovesticino.it
Organismo partner
• UEPE di Novara
• Compagnia Unoteatro Soc. Coop. Di Torino
• Coop. Multidea ONLUS di Novara
• Coop. Vedogiovane di Borgomanero
161
• migliorare i rapporti tra le persone
• ridurre le forme di disagio, attraverso l’avvio di iniziative che hanno favorito “lo star bene”
dei ragazzi e delle loro famiglie
• favorire un rapporto “positivo” con la “cosa pubblica”;
• favorire il reinserimento sociale di ragazzi ed adulti che hanno avuto problemi con la
giustizia.
Il progetto “Bully out” ha raggiunto i risultati che ci si era prefissati al suo avvio. In particolare
hanno ottenuto risultati particolarmente significativi le azioni rivolte ai bambini/ragazzi delle
scuole elementari e medie (Azioni 1-2-3) e l’azione rivolta ai ragazzi già coinvolti in attività a
rilievo penale (azione 6).
Il progetto “Bully out” ha in particolare:
• offerto ai bambini e ai ragazzi del territorio la possibilità di riflettere, attraverso il gioco e
varie attività, sui valori della condivisione, dell’appartenenza, dell’autostima, del rispetto
reciproco, dell’ambiente (inteso sia come luogo fisico che come relazioni), delle regole
• aiutato i bambini/ragazzi a prendere coscienza del significato del bullismo
• favorito l’inserimento dei ragazzi stranieri e delle loro famiglie, attraverso il loro
coinvolgimento nelle diverse iniziative avviate sul territorio
• contribuito al superamento dell’emarginazione, attraverso il coinvolgimento del gruppo
intero (gruppo/classe)
• coinvolto insegnanti, educatori e genitori in percorsi di ascolto, informativi e formativi sulla
realtà del disagio, della devianza e del carcere
• offerto ai ragazzi che hanno commesso reati la possibilità, non solo di attuare progetti
educativi, di reinserimento sociale, di acquisizione di professionalità e di inserimento
lavorativo, ma anche di potersi confrontare con persone che hanno sperimentato
direttamente la realtà del carcere.
1.1 orientamento
X
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
162
X
3.1 monitoraggio
X
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
N.B. E’ in corso la realizzazione del progetto “Bully out 2”, come proseguimento ed ampliamento
del progetto Bully out sopra esposto. Il Bully out 2 coinvolge anche i familiari dei detenuti e/o di
ex-detenuti.
163
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale
territoriale di intervento Piemonte (Comune di Villadossola - VB)
Budget totale € 15.099,00 (di cui 10476 carico Regione / 4623 carico Comune)
Organismo partner
Il progetto mira a:
• sensibilizzare la comunità dei problemi di recupero e reinserimento per detenuti
• costruire un sistema sociale più inclusivo e quindi più sicuro.
164
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2. AZIONI RIVOLTE AI SISTEMI
2.1 informazione e sensibilizzazione X
2.2 ricerca
2.3 formazione/consulenza operatori
2.4 sviluppo reti territoriali X
2.5 coinvolgimento delle parti datoriali X
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione X
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale X
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
165
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale
territoriale di intervento Piemonte (Alessandria)
Fonti di finanziamento
In corso,
corso, durata dal 01.05.2009 al 31.12.2009 (Discobolo 9) e 28.02.2010 (Discobolo 10)
Organismo gestore UISP – Unione Italiana Sport per Tutti – Dipartimento Politiche Sociali
Persona di contatto Gatti Franco – ResPONsabile Dipartimento Politiche Sociali - UISP Comitato
Territoriale di Alessandria, tel. 0131-253265, alessandria@uisp.it
Organismo partner
• Comune di Alessandria
• Provincia di Alessandria
• CISSACA (Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali dei Comuni dell’Alessandrino)
L’attività sportiva praticata dal detenuto all’interno di un Istituto penitenziario, prevista dall’art.
27 della legge 354/75, è un importante elemento del trattamento rieducativo dello stesso e di
prevenzione della recidiva.
Pertanto si intende affrontare il programma sportivo a tutto campo con interventi mirati a
combattere il problema primario del detenuto: “la noia”. Negli anni abbiamo provveduto a
fornire delle dispense tradotte in più lingue (arabo, spagnolo, rumeno, albanese, francese ed
inglese), mirate a promuovere l’attività fisica individuale in cella.
L’eccesso di tempo a disposizione, che nella maggiore dimensione viene “speso” in cella, PONe
l’esigenza di dare risposte a questo bisogno.Si tratta, dunque, di colmare questi spazi e questi
tempi non soltanto per ovviare all’ozio del carcere, ma per cercare di dare basi utilizzabili in
seguito per il cosiddetto trattamento.Il programma delle attività sportive, culturali e ricreative in
questo progetto è articolato in modo da favorire la soluzione “del problema”, con la possibilità
di attuare espressioni differenziate realizzate con l’ausilio di un maggior numero di esPONenti
166
esterni che provengono da esperienze diverse: associazionismo, scuola, mondo sportivo,
volontariato. L’argomento sport è trattato anche nel dopo pena; offre occasione di discussione,
di confronto, impegna quindi il soggetto a pensare, a discutere, a prepararsi per la gara
successiva.
L’obiettivo e lo scopo del progetto sono quelli di dare concretezza ad un disegno che coinvolge
centinaia di esseri umani che necessitano di attenzione e risposte positive alla loro vita. Nel
nostro caso attraverso la pratica sportiva.
L’interesse si sviluppa quindi su due livelli: il primo soggettivo per l’influenza che lo sport può
avere sul detenuto stesso, il secondo sociale per il peso che l’attività sportiva esercitata in un
carcere può avere sul rapporto con la comunità esterna.
La nostra proposta, oltre a fornire una valida occasione di svago, aggregazione e alternativa
all’ozio, ha lo scopo di trasmettere valori fondamentali nel processo di crescita personale e
sociale del detenuto, come ad esempio, il fair play, il rispetto delle regole, la partecipazione di
tutti ad un obiettivo comune, il lavoro di squadra, l’accettazione dei limiti, il saper perdere e la
lealtà nei confronti dell’avversario.
Il fare sport in carcere ha rilevanza anche a livello sociale, perciò il nostro obiettivo, e insieme,
il nostro scopo sono quelli di operare affinché sia facilitata la comunicazione tra “il mondo
esterno” e il mondo “recluso”. L’esperienza di questi anni ci ha dimostrato che il nostro lavoro
ha raggiunto positivi risultati anche nel rapporto individuale e collettivo, favorendo una
maggiore integrazione e il fair play, come testimoniano dichiarazioni ufficiali delle rispettive
Direzioni Didattiche
Le attività previste dal programma nel Progetto Discobolo sono aumentate di anno in anno,
sino a definire nel progetto attuale le seguenti attività: palestra e body building, tornei di calcio,
tornei di biliardino a coppie, torneo di pallavolo, tornei di ping PONg, conferenza sul tema
“L’attività sportiva come elemento trattamentale in carcere”, proiezione di film di contenuto
sportivo, corso di yoga, corsi per arbitri di calcio, biliardino e ping PONg, corso di riabilitazione
cinofila. (Realizzate con attrezzature specifiche per ogni singola disciplina – Palestra – Campo
di calcio – Sala conferenze – Proiettori video – Cani da addestrare provenienti dal Canile Rifugio
Cascina Rosa).
1.2 formazione X
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
di cui: M F
italiani stranieri italiani stranieri
(Minori) Età 14-21 - - - -
(Giovani adulti) Età 18-25 12 63 - -
(Adulti) Età > 25 171 272 - -
168
BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE BUONE SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale
territoriale di intervento Piemonte (Alessandria
Alessandria e 22 comuni limitrofi)
limitrofi
Organismo gestore CISSACA. Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali dei Comuni
dell’Alessandrino
Persona di contatto Assistente sociale Alessia Gatti dipendente del CISSACA. Via Galimberti
2/A 15121 Alessandria . 0131-229711 centralino cissaca 0131-229718 interno –
gatti.alessia@cissaca.it
Organismo partner
Il Cissaca, quale ente gestore delle funzioni socio assistenziali per conto dei comuni consorziati
sul quale sono presenti due istituti carcerari, accoglie annualmente una crescente richiesta di
presa in carico da parte di soggetti che, a seguito di un periodo di detenzione, “faticano” a
reinserirsi nel contesto sociale presentando problematiche lavorative, oltre che abitative ed
economiche, soprattutto in assenza di una rete familiare e sociale già costituita e solida. Le
offerte lavorative e abitative provenienti dal mercato privato non riescono a soddisfare tali
richieste soprattutto nei confronti di soggetti per i quali può esistere una sorta di pregiudizio
circa l’affidabilità o di cui bisogna comunque testare le capacita a seguito di una prolungata
assenza dal mondo del lavoro.
169
capacità per avviare un percorso di indipendenza ma anche di riscatto nei confronti della
società attraverso la restituzione sociale del danno arrecato.
Il progetto di propone inoltre di fornire ai soggetti coinvolti una alternativa all’ambito della
devianza e della criminalità precedentemente sperimentate, con l’obiettivo di evitare la recidiva.
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
170
DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Persona di contatto
Simona Boboli – ResPONsabile P.O. educazione degli adulti - Comune di Firenze tel. 055-
2625708, s.boboli@comune.fi.it
Organismi partner
• Comuni di Prato e Pistoia
• EUROBIC TOSCANASUD
• Consorzio PEGASO Network
• LIBERA
• COSENO scrl
• Coordinamento Nazionale Comunità per Minori
• Ente Camposampiero
• Associazione Agricoltura Biodinamica sez. Toscana
Il mondo dei giovani a rischio sociale si trova schiacciato fra le “categorie protette” e il libero
mercato del lavoro. Questi giovani non hanno problematiche tali da essere inseriti in percorsi
istituzionalmente privilegiati verso il mondo del lavoro, ma vivono in situazioni che li vedono
senza una famiglia di supporto, assente o, ancor peggio, disfunzionale, che toglie loro non solo
possibilità di supporto logistico per sviluppare tranquillamente le prime esperienze lavorative,
ma anche i supporti “valoriali” e “trasversali” di sostegno alla cultura del lavoro.
171
modellizzazione di un servizio flessibile, in grado di adeguarsi alle esigenze del territorio.
Breve descrizione
descrizione del progetto
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI COINVOLTI
COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI (totale) 244
BENEFICIARI FINALI 31 minori detenuti. Il progetto è intervenuto su un totale di 458 minori.
172
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Concluso, durata
durata dal 13.12.06 al 20.08.08
Persona di contatto Paola Piscopo – funzionario responsabile Politiche attive per detenuti ex-
detenuti –immigrati- sicurezza urbana- Provincia di Siena; tel. 0577-241825 fax. 0577-
241315, piscopo@provincia.siena.it
Organismi partner Casa Circondariale di Siena, Casa di reclusione di Ranza San. Gimignano -
UEPE. Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Siena e Grosseto, Prefettura di Siena, Ausl7,
Fondazione Territoriali Sociali Altavaldelsa, Associazioni Sindacali CGIL., CISL., Uilassociazioni
Datoriali, 3° Settore – Consorzi Della Cooperazione Sociale Di Tipo B Organizzazioni Di
Volontariato, Associazioni E Fondazioni.
Mancanza di misure specifiche rivolte all’assistenza delle persone ristrette e liberate con il
provvedimento di indulto.
173
complessiva deve coniugarsi con percorsi individuali e individualizzati che non ignorino
necessità abitative,di sostegno ai nuclei familiari,di sostegno a problematiche legate a
situazioni di dipendenza o di disagio psichico.
Breve descrizione
descrizione del progetto
Esso si è posto in linea di continuità con le azioni poste in essere dal Servizio formazione-lavoro
dell’Amministrazione Provinciale di Siena in collaborazione con l’UEPE di Siena e con gli Istituti
Penitenziari del territorio, per i soggetti in esecuzione penale,sulla base del protocollo d’intesa
sottoscritto e attivo, tra questi ultimi soggetti.
1.1 orientamento x
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
174
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Affidamento di attività di consulenza a sostegno dei servizi pubblici per
L’impiego per favorire L’inserimento lavorativo dei detenuti
Fonte
Fonte di finanziamento PON Fse Ob. 3 Azioni di Sistema 2000-2006 Asse A Misura B1,
Ministero del Lavoro e Ministero della Giustizia
Persona di contatto Paola Piscopo – funzionario responsabile Politiche attive per detenuti ex-
detenuti –immigrati- sicurezza urbana- Provincia di Siena, tel.0577.241825 fax. 0577-241315,
piscopo@provincia.siena.it
Detenuti con scarse possibilità di inserimento nel breve termine legati al fine pena lungo, a
scarse competenze professionali, a problemi di rimotivazione al lavoro e a un basso livello di
scolarizzazione.
175
Il progetto ha svolto attività
attività che hanno consentito di
E’ stato realizzato un progetto di impresa per lo sviluppo di attività agricola di coltura dello
zafferano
za fferano all’interno della casa di reclusione Ranza.
A partire dal mese di agosto 2006 si sono concretizzate le occasioni occupazionali utilizzando
manodopera detenuta precedentemente formata dal Consorzio Archè attraverso un percorso di
300 ore finanziato con il FSE dall' Amministrazione Provinciale di Siena. Al termine del progetto
sono stati assunti 9 detenuti.
1.1 orientamento x
1.2 formazione x
2.2 ricerca x
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
176
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale x
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
177
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale
territoriale di intervento Toscana (Circondario Empolese Valdelsa - Casa Circondariale
femminile a custodia attenuata)
Persona di contatto Mirko Regini, Stella Latini, Coop. Sintesi, tel. 0571-924317/27,
info@coopsint.it
Difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro per donne escono dal circuito penale.
Sono stati svolti corsi finalizzati a far acquisire competenze di carattere professionale alle
donne della Casa Circondariale Femminile a Custodia Attenuata di Empoli in procinto di essere
reinserite nel mondo del lavoro o con possibilità di svolgimento di mansioni lavorative
all’interno della struttura. In particolare si sono svolti corsi di sartoria e cucito, estetista e
cucina.
178
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di X
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
179
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 72.725,48 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Persona di contatto
Organismo partner
Il problema che il progetto ha affrontato è quello della condizione di esclusione sociale che
vivono i detenuti. Particolarmente gravosa è, da una parte, la condizione dei detenuti che non
possono svolgere attività all’esterno.
Il progetto ha avuto la finalità di migliorare le attività svolte dalla Cooperativa nel settore degli
inserimenti e di promuovere le opportunità di lavoro, al momento del tutto assenti,
effettivamente offerte all’interno del carcere di Prato ai detenuti garantendo loro l’acquisizione di
professionalità specifiche e inserendoli in percorsi di socializzazione. L’obiettivo è stato
fronteggiare l’improduttività e le frustrazioni indotte dalla detenzione e migliorare le condizioni
del carcere come istituzione separata.
Breve descrizione
descrizione del progetto
180
Sezione III – Attività progettuali
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI (totale) 12, appartenenti alla Coop
Sociale Verdemela, di cui:
• 1 tutor aziendale
• 1 tutor d’aula
• 5 docenti
• 1 assistente tecnico
• 1 responsabile inserimenti)
• 1 consulente (
• 1 coordinatore progetto
• 1 responsabile amministrativo
181
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 28.823,00 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Persona di contatto
Organismo partner
Obiettivo progetto è rendere possibile un inserimento lavorativo stabile. Questa meta spesso ha
bisogno di tempi lunghi per questo è necessaria la presenza di un laboratorio nel quale mettersi
alla prova e poter “ripescare” nel tempo eventuali defezioni.
Il progetto si è rivolto soprattutto a ragazzi di 16/20 anni che sono all’interno di un percorso
giudiziario seguiti dal tribunale dei minori di Firenze.
L’azione si è articolata in tre fasi:
1. individuazione degli utenti e colloqui di verifica motivazionale
2. attività di laboratorio
3. stage e tirocini aziendali.
182
Sezione III – Attività progettuali
Sezione IV – Beneficiari
183
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 84.518,00 di cui € 18.517,00 per i percorsi riservati alle detenute
Persona di contatto Mirko Regini – Stella Latini, Cooperativa Sintesi, tel. 0571-924317/27,
info@coopsint.it
Facilitare l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro alternando momenti di aula e
momenti di attività pratica.
All’interno di questo schema più complessivo il percorso di estetista si è rivolto in specifico alle
donne della Casa Circondariale Femminile a Custodia Attenuata di Empoli in procinto di essere
reinserite nel mondo del lavoro.
184
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione X
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI COINVOLTI
COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI (totale)
185
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 79.837,87 (importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento)
Persona di contatto Fabrizio Benanti, Associazione Cinema Teatro Lux, tel. 050-830943,
info@cinemateatrolux.it
Organismo partner
Area problematica
problematica di intervento
Il quadro delle fasce di disagio presenti sul territorio, in particolare del Comune di Pisa, si è
delineato in seguito ad azioni strutturate che negli anni sono state realizzate da
CinemaTeatroLux e dal network ad esso connesso e, rispetto alla situazione sociale nel territorio
pisano si sono utilizzati i dati presenti in CERFE, USL 5, Conf. Dei Sindaci, Osservatorio per le
Politiche Sociali in Prov. di Pisa in modo da analizzare le caratteristiche delle fasce vulnerabili e
individuare metodologie di intervento adeguate e innovative.
Sezione IV – Beneficiari
187
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale di intervento Toscana (Livorno e e ventuali altri centri per l?impiego interessati
ai detenuti della C.C.)
Concluso, durata 2006 – 2009 (si sta negoziando un nuovo progetto carceri a carattere
Provinciale)
Persona di contatto Paolo Borghi – Coordinatore Centri Impiego Livorno – Res. Centro Impiego
Livorno 0586-257235 fax 0586-257684 cell. 329-9610124
Organismo partner
La criticità è rappresentata dalla qualità dei servizi riconosciuti ai detenuti e dalle modalità di
selezione degli stessi alle (scarse) attività occupazionali (lavoro – Tirocinio).(questo elemento
ha aspetti da chiarire ulteriormente rispetto alle prese in carico – decisione relativa alla casa
circondariale e all’uepe e alla necessità di coinvolgere le case di pena di Gorgona e Porto
Azzurro)
188
1.1 orientamento x
1.2 formazione
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2. AZIONI RIVOLTE AI SISTEMI
2.1 informazione e sensibilizzazione
2.2 ricerca
2.3 formazione/consulenza operatori
2.4 sviluppo reti territoriali x
2.5 coinvolgimento delle parti datoriali
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
189
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale di intervento Toscana (Provincia di Siena, Firenze, Massa Carrara e Livorno e
relative realtà carcerarie)
Persona
Persona di contatto Simonetta Cannoni, direttore di Eurobic Toscana Sud spa, tel. 0577-99501,
fax. 0577-980217, simonetta.cannoni@bictoscanasud.it
Organismo partner
• CE.FO.ART, Siena
Ruolo nel progetto: responsabile del corso di “Quadrista Assemblatore-Cablatore”
• Centro Territoriale Permanente per l’Educazione e la Formazione degli adulti I.C.A. A. DAZZI,
Carrara
Ruolo nel progetto: responsabile del corso di “Saldatore”
Il progetto Chance nasce da specifiche esigenze rilevate dagli istituti penitenziari, di cui si è fatto
portavoce il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria . Proprio il PRAP ha
promosso l’idea di accedere al finanziamento regionale, e la campagna di sensibilizzazione
rivolta a qualificate agenzie formative toscane. L’idea di fondo è quella di valorizzare il ruolo
della formazione professionale quale efficace strumento rieducativo e di reinserimento sociale
190
dei soggetti ritenuti “categorie a rischio”, e strumento di supporto ai percorsi di recupero che
affiancano quelli di espiazione.
Informazione e orientamento: tale fase ha riguardato gruppi di 12/15 persone per ogni carcere,
ed è stata organizzata in orientamento motivazionale, bilancio competenze, counseling
individuale, incontri tematici. Fase preliminare di preparazione agli interventi formativi che ha
visto operare congiuntamente il personale degli istituti e lo staff di progetto. Tale fase si è
conclusa con la definizione dei destinatari per ciascun corso selezionati sulla base di requisiti
oggettivi (tipo di condanna, possibilità di usufruire di misure alternative, ecc.) e soggettivi
(interesse e attitudini manifestati dai detenuti stessi per i percorsi formativi proposti).
Percorsi formativi:
! Corso per Saldatori – Casa di Reclusione di Massa (666 ore)
! Corso Agricoltore biologico – Casa Circondariale di Sollicciano, sez. maschile (350 ore)
! Corso Agricoltore biologico – Casa di Reclusione di Porto Azzurro (350 ore)
! Corso Quadrista assemblatore-cablatore – Casa di Reclusione di San Gimignano (400
ore)
! Corso per Commis di Cucina - Casa Circondariale di Sollicciano, sez. femminile (600 ore)
! CENTRO STUDI ALUDEL: associazione culturale che lavora da anni all’interno dei
penitenziari toscani, specializzata in attività di promozione e diffusione dei risultati
relativi a progetti attinenti il settore carcerario. Nell’ambito del progetto Chance tale ente
si è occupato della realizzazione tecnica della mostra realizzata nella fase di diffusione
dei risultati
! BAUEN SRL: società che vanta una significativa esperienza nel settore del monitoraggio e
191
della valutazione nell’ambito della formazione professionale
! ALFA ELETTRONICA SRL: azienda specializzata in progettazione e produzione di
componentistica elettronica e elettromeccanica che ha svolto varie funzioni nell’ambito
del corso di quadrista assemblatore, cablatore realizzato da Cafoart presso la casa di
reclusione di San Gimignano (consulenza per la preparazione stage, fornitura delle
procedura di qualità atte alla realizzazione del percorso formativo; assistenza durante lo
svolgimento dell’attività pratica)
! PRASSI SRL: azienda di consulenza specializzata sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che
ha operato nell’ambito del corso di quadrista assemblatore, cablatore realizzato da
Cafoart presso la casa di reclusione di San Gimignano (realizzazione di un piano di
sicurezza attraverso l’effettuazione di un sopralluogo dei locali del carcere;
monitoraggio sull’osservanza dell’adozione di strumenti di protezione e del
comportamento individuale durante l’attività pratica).
Sezione
Sezione III – Attività progettuali
Sezione IV – Beneficiari
193
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Area territoriale di intervento Regione Toscana (Province di Livorno, Pisa, Lucca, Massa-Carrara,
Grosseto)
Persona di contatto
Maria Giovanna Lotti, Provincia di Livorno Sviluppo, Piazza del Municipio, 4, 57123 LIVORNO
tel. 0586-257226 fax. 0586-257359, mg.lotti@provincia.livorno.it
Sezione II – Descrizione
Descrizione del progetto
Individuazione dell’area
dell’area problematica
problematica
Le 5 Province della Toscana Costiera hanno ritenuto che Equal potesse contribuire allo sviluppo
sociale ed economico del territorio: Hanno inteso affermare il metodo della concertazione per
dare una risposta mirata ed adeguata all’utenza che più necessita di supporto per l’inserimento o
direzione equa e sostenibile. Le province si sono inoltre impegnate a coinvolgere nel progetto,
l’effettiva realizzazione.
194
Obiettivi del progetto
1. eEqualizzare le condizioni di accesso al mercato del lavoro della Toscana costiera, attraverso
azioni di orientamento, formazione e inserimenti lavorativi tutorati ed incentivati
2. costruire una metodologia di intervento efficace, flessibile, personalizzabile finalizzata ad
ottimizzare l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, attraverso la formazione dei
formatori e la creazione di strumenti multimediali di supporto
3. Rafforzare il ruolo e la funzione dei Centri per l’impiego negli interventi a favore dei soggetti
svantaggiati mediante la formazione continua degli operatori e lo sviluppo di strumenti e
sistemi di rete
4. sviluppare una pratica di concertazione in grado di sostenere la rete anche dopo la fine del
progetto attraverso l’apertura di tavoli di concertazione e sistemi di rete integrati.
Breve descrizione
descrizione del progetto
progetto
Livorno
- ricerca dati, sensibilizzazione aziende
- coinvolgimento dei centri per l’impiego e degli altri partner locali per l’individuazione dei
beneficiari finali
- incontro domanda/offerta per l’attivazione dei tirocini formativi
- 57 percorsi individuali di tirocinio formativo finalizzati all’assunzione per: 25 disoccupati,11
detenuti, 21 disabili mentali e psichici (tra cui soggetti tossicodipendenti)
Pisa
- rilevazione dati domanda - offerta di lavoro per l’inserimento di soggetti svantaggiati
- mappatura aziende per inserimenti lavorativi soggetti svantaggiati
- azioni di orientamento al lavoro per 17 donne over 40 con inserimento e recupero formativo
- azioni formative per non vedenti
- 46 inserimenti lavorativi per: 4 over40, 7 tossicodipendenti, 9 detenuti, 26 disabili (di cui 3
non vedenti).
Lucca
- Sensibilizzazione imprese per l’attivazione di borse lavoro
- incontro domanda - offerta di lavoro per soggetti svantaggiati
- ricerca sul territorio per mappatura aziende per inserimenti lavorativi per costruzione banca
dati
- 61 inserimenti lavorativi per: 13 over 40, 16 tossicodipendenti, 10 detenuti, 22 disabili.
Grosseto
- costituzione di un gruppo tecnico tra Provincia, partner e tutor
- sensibilizzazione e coinvolgimento delle imprese del territorio e reperimento utenza
- 38 tirocini formativi per 11 disabili psichici e fisici, 13 tossicodipendenti, 14 detenuti
Massa – Carrara
- azioni di informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento delle aziende e delle istituzioni del
territorio
- 2 percorsi formativi (commis di cucina, operatore familiare per l’infanzia) per
autoimprenditoria rivolti a soggetti svantaggiati
- 17 inserimenti lavorativi di 12 soggetti disabili e 5 detenuti
195
Complessivamente sono stati realizzati 219 inserimenti lavorativi
3. ALTRO
3.1 monitoraggio X
3.2 valutazione X
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale X
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI X
Sezione IV – Beneficiari
196
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 113.425,74 (importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento)
Fonti di finanziamento POR FSE Ob 3 2000/2006 (Asse B, D, E Mis. B1, D3, E1)
Persona di
di contatto Mirco Regini, Consorzio CO&SO EVV, tel. 0571-922451, 0571-922579,
mregini@coesoevv.it
Organismo partner
Si ritiene il ruolo della cooperazione sociale, in quanto impresa sociale, ancora del tutto
strategico per favorire queste politiche attive del lavoro rivolte a lavoratori svantaggiati, anche
nell’idea di luoghi PONte verso aziende private.
197
Inferiore.
Sezione
Sezione III – Attività progettuali
Sezione IV – Beneficiari
198
Ex-detenuti
Detenuti prossimi al fine pena 3
Madri con bambini
199
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Organismo/i partner
Sono stati svolti corsi finalizzati a far acquisire competenze di carattere professionale ai
detenuti in procinto di essere reinseriti nel mondo del lavoro o con possibilità di svolgimento di
mansioni lavorative all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario.
200
Sezione III – Attività
Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di X
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
201
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Persona di contatto Mirko Regini – Stella Latini, Cooperativa Sintesi, tel. 0571-924317/27,
info@coopsint.it
Organismo partner
Il progetto ha preso l’avvio dalla mancanza di collegamenti tra l’OPG di Montelupo e il territorio.
Facilitare l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro alternando momenti di aula e
momenti di attività on the job.
Sono stati svolti corsi finalizzati a far acquisire competenze di carattere professionale ai
detenuti a fine pena in procinto di essere reinseriti nel mondo del lavoro o con possibilità di
svolgimento di mansioni lavorative all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario.
202
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di X
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
203
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 36.330,00 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Concluso, durata dal 22.05.2006 al 22.01.2007 (Mis. B1) e dal 25.07.2007 al 24.01.2008 (Mis.
D3)
Organismo
Organismo gestore Panglos Cooperativa Sociale a r.l. Onlus
Persona di contatto
Organismo partner
Le finalità del progetto sono quelle della creazione di un nuovo ramo d’azienda e
dell’inserimento lavorativo di 5 detenuti come soci lavoratori nella Coop. Panglos. Lo scopo è di
agevolare il reinserimento nella società di soggetti che vivono o hanno vissuto un’esperienza
detentiva offrendo loro la possibilità di impegnare il tempo di reclusione in modo costruttivo fino
ad ottenere una qualifica e un’esperienza concretamente spendibili nel mondo del lavoro.
Il progetto è stato finalizzato all’inserimento lavorativo (Az. 2) di tre detenute e due persone in
esecuzione penale esterna o ex-detenuti nell’ambito della creazione di un nuovo ramo d’azienda
(Az. 1) dando vita a un servizio di catering preparato all’interno del Carcere di Sollicciano da tre
detenute e distribuito all’esterno da due persone in esecuzione penale esterna o ex-detenuti.
204
Sezione III – Attività progettuali
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 11 soggetti in esecuzione penale (un italiano e dieci stranieri).
205
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 46.163,58 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Persona di contatto
Pier Luigi Bernardi, Società Cooperativa Sociale Servizio e Territorio, tel, 0577-47432,
servizioeterritorio@tin.it
Organismo partner
Con l’Azione 1 la Cooperativa ha inteso potenziare la propria capacità di svolgere in modo più
efficace l’accompagnamento/tutoraggio di inserimento lavorativi di soggetti svantaggiati
rinnovando la struttura organizzativa e gestionale dell’impresa attraverso l’introduzione di nuovi
strumenti e figure professionali intermedie. Con l’Azione 2b si è voluto rispondere, attraverso
l’inserimento lavorativo stabile di svantaggiati, al proprio scopo statutario e all’ampliamento di
attività nel settore del verde pubblico di qualità.
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 5, di cui due condannati in misura alternativa, due prossimi al fine
pena e un ex-detenuto.
207
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE SOGGETTI IN ESECUZIONE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Presenza di fattori di discriminazione nell’accesso al mercato del lavoro per le persone in uscita
dal circuito penale, e contestuale assenza di competenze professionali nei detenuti.
Soggetti che da tempo erano prevalentemente inattivi ed avevano perso l’abitudine all’impegno
lavorativo quotidiano sono stati preparati gradualmente ad essere reinseriti all’esterno. Al
momento della presentazione dell’istanza per l’ammissione alle misure alternative o al termina
della detenzione si trovavano in possesso di un bagaglio di competenze spendibile che li avrebbe
dovuti rendere più appetibili nel mercato del lavoro.
208
toccati da crisi particolari; la potatura artistica tipica del contesto vivaistico e topiario
pistoiese consente ai partecipanti d’immettersi nel cuore della produttività locale
! recuperare, rafforzare e sviluppare competenze di base e trasversali utili per
l’inserimento nel mondo del lavoro e l’eventuale mantenimento del posto di lavoro: per
questo ogni corso ha previsto lo svolgimento di un buon numero di ore dedicate alle
tecniche di ricerca attiva di lavoro, alla gestione delle relazioni in ambienti di lavoro,
alle pari opportunità e discriminazioni, alla sicurezza ed alle prime tecniche di pronto
soccorso.
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio X
3.2 valutazione X
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 73 detenuti prossimi al fine pena (44 italiani, 29 stranieri)
209
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 91.630,31 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Persona di contatto
Organismo partner
L’art. 27 della Costituzione stabilisce che “… le pene … devono tendere alla rieducazione del
condannato”. Uno strumento indispensabile per raggiungere lo scopo è senza dubbio il lavoro,
che acquista una particolare valenza in rapporto al mondo della detenzione. Il carcere di Massa
soffre di tutti i problemi del pianeta carcere: sovraffollamento, scarsità di occasioni lavorative. È
da questi due dati che si è partiti per individuare il problema: i numeri del carcere spesso
impediscono i dettami dell’art. 27.
210
piccole botteghe artigiane; possibilità di installare imprese esterne valorizzando il potenziale dei
lavoratori
Sezione IV – Beneficiari
211
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Ins-trasl – Inserimento lavorativo per persona svantaggiata nel settore
traslochi – parco macchine
Concluso,
Concluso, durata dal 05.10.2005 al 07.08.2006
Persona di contatto Guido Tredici, Futura Società Cooperativa Sociale a r.l., tel. 0575-27240,
guido@coopfutura.com,
Organismo partner
Il problema rilevato è relativo alla limitata capacità di reinserimento nel mercato del lavoro di
soggetti in esecuzione penale esterna. L’attuale configurazione del mercato offre limitate
chances alle classi di lavoratori generici con scarse esperienze di lavoro e/o formative. Negli
ultimi anni anche nella Provincia di Arezzo c’è stato un significativo incremento dell’esecuzione
penale esterna con relativa difficoltà di gestione delle misure alternative.
Integrare nella rete del tessuto sociale persone escluse per la propria condizione di svantaggio
(esecuzione penale esterna, tossicodipendenza, sieropositività) sia all’interno del mercato del
lavoro che nella rete delle relazioni sociali: è fondamentale che ognuno abbia diritto ad avere
possibilità e pari opportunità per poter divenire soggetto attivo e partecipativo.
212
1. scelta e conoscenza del soggetto, valutazione motivazionale, requisiti psico-fisici,
presentazione del percorso all’utente
2. inserimento in cooperativa attraverso un tirocinio di 6 mesi
3. assunzione come socio lavoratore a tempo indeterminato.
Sezione IV
IV – Beneficiari
213
Tavolo di lavoro Fse per l’inclusione dei soggetti in esecuzione penale
Fonte di finanziamento
finanziamento POR FSE Ob 3 2007/2013 (Asse Inclusione sociale)
Persona di contatto dr. Diego Valeri, Scuola Formazione e Lavoro “Don Giulio Facibieni”
Individuazione dell’area
dell’area problematica
Il progetto si PONe l'obiettivo di reinserire nella società civile soggetti in stato di detenzione
puntando sull'elemento trattamentale del reinserimento lavorativo attraverso l'acquisizione di
capacità professionali in ambienti particolarmente ricettivi sul piano occupazionale. Durante il
tempo della detenzione in corsisti saranno impegnati nella realizzazione di veri e propri
impianti/azioni sia in ambito intramurario che extramurario.
L'intervento ha avuto avvio nel mese di maggio scorso e, nella fase attuale, è in corso di
realizzazione il percorso formativo nell'ambito della ortofrutticoltura collegato alle attività
lavorative in svolgimento presso l'azienda agricola interna alla Casa Circondariale. L’attività
coinvolge 12 persone detenute (sex-offender). Nel corso dei prossimi mesi è prevista l'attivazione
dei restanti 3 percorsi previsti dal progetto che verranno rivolti a detenuti in differente posizione
214
penale.
1.1 orientamento X
1.2 formazione X
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI
OPER ATORI COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI
La realizzazione delle attività indicate ha previsto l'impegno di 17 operatori con diversi profili
professionali in coerenza con i percorsi formativi da realizzare. Ad eccezione dell'attività di
orto-frutticoltura che ha visto il coinvolgimento di professionalità dell'Associazione per
l'Agricoltura Biodinamica, il restante personale è stato messo a disposizione dall'Agenzia
capofila.
215
DELLE BUONE PRASSI PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE SOGGETTI IN ESECUZIONE
PENALE
Titolo del progetto Net-met, Network per l’inserimento delle fasce deboli nell’area
metropolitana della Toscana
Fonti di finanziamento
finanziamento Iniziativa comunitaria Equal I fase
Persona di contatto Bert d’Arragon, Provincia di Pistoia, Piazza San Leone 1, 51100 Pistoia
Il progetto EQUAL Net-met si rivolgeva a persone che sentono l’esigenza di inserirsi attivamente
nel mondo del lavoro e nella società senza essere discriminati e alle associazioni ed istituzioni
private e pubbliche che si occupano delle loro problematiche.
Gruppi di utenza:
• soggetti abituali utenti dei Servizi Sociali dei comuni, di età variegata, che non fanno
riferimento a servizi specialistici. Si tratta di portatori di vario tipo di disagio sociale.
• disoccupati a seguito di licenziamento o di modifiche del mercato del lavoro, di età media alta
(50 anni), che non fanno riferimento a servizi specialistici
• soggetti appartenenti a culture diverse (extracomunitari, nomadi, ecc.)
• ex tossicodipendenti, compreso gli alcolisti
• ex-detenuti, cittadini soggetti a misura penale esterna, semiliberi
• soggetti portatori di disagio mentale presi in carico dal Servizio Psichiatrico
216
• soggetti portatori di disabilità varie
• Giovani drop out
L’obiettivo era creare una rete tra tutti gli attori coinvolti nelle attività di inserimento lavorativo
delle fasce deboli:
La finalità ultima era un pieno ed accompagnato inserimento nel mercato di lavoro delle
persone che vivono direttamente situazioni di svantaggio e che vogliono migliorare la propria
situazione lavorativa e sociale.
Sono stati realizzati sia attività di rete tra i diversi operatori del settore delle aree geografiche
coinvolte, sia sperimentazioni di modalità innovative di inserimento lavorativo e sociale, da
percorsi formativi integrati ad accompagnamenti al lavoro, borse di lavoro e sostegno sociale a
soggetti particolarmente deboli.
217
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI
OPERATORI COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI (totale)
BENEFICIARI FINALI (Numero totale dei beneficiari finali coinvolti dal progetto finanziato) 937
218
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Oltre-Services (Manutenzioni Servizi Cimiteriali per la Coop. Il Nodo)
Budget
Budget totale € 30.000,00 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Organismo partner
Individuazione
Individuazione dell’area problematica
L’individuazione del problema è nata da una duplice direzione: la non sostenibilità per i piccoli
comuni di gestire direttamente i servizi cimiteriali; l’ampliamento della mission imprenditoriale
anche ai servizi di manutenzione ambientale e urbana nei comuni. Di qui l’incontro con la
definizione di un’area operativa imprenditoriale aperta a nuovi inserimenti lavorativi.
• creare occupazione attraverso la gestione dei servizi cimiteriali di diversi comuni delle Colline
Metallifere
• Adottare procedure operative ispirate a una dimensione etica dell’intervento e alla
Responsabilità sociale dell’impresa
• divenire opportunità lavorativa per persone appartenenti alle categorie protette favorendo il
loro inserimento in ambienti lavorativi a grosso impatto umano implementando azioni di
tutoraggio e affiancamento
• proporre uno standard operativo di qualità.
La cooperativa gestisce i cimiteri delle frazioni di Massa Marittima e del Comune di Scarlino, in
previsione dell’affidamento dei servizi cimiteriali anche del Comune di Massa Marittima col
progetto si vuole: az. 1 formazione e consulenza per l’organizzazione di processi miranti al
consolidamento di un’etica professionale; az. 2 percorso di formazione e consulenza finalizzati
219
all’inserimento lavorativo di due utenti individuati tra detenuti aventi diritto alle misure
alternative alla detenzione.
Sezione IV – Beneficiari
Beneficiari
220
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Ospedale Psichiatrico Giudiziario Montelupo e Casa Custodia Attenuata
Empoli 2002
Persona di contatto Tiziano Cini, Agenzia per lo Sviluppo Empolese Valdelsa tel. 0571.76650,
info@agenziasviluppo.it
Organismo/i partner
Sono stati svolti corsi finalizzati a far acquisire competenze di carattere professionale ai
detenuti in procinto di essere reinseriti nel mondo del lavoro o con possibilità di svolgimento di
mansioni lavorative all’interno della struttura. In particolare corsi di: ceramista, giardiniere,
rilegatore, informatica e aiuto cuoco.
221
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione X
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
222
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto Ospedale Psichiatrico Giudiziario Montelupo e Casa Custodia Attenuata
Empoli 2000/2001
Budget
Budget totale € 28.043,61
Persona di contatto Tiziano Cini, Agenzia per lo Sviluppo Empolese Valdelsa, tel. 0571.76650,
info@agenziasviluppo.it
Organismo/i partner
Si tratta di un progetto articolato in più azioni finalizzate alla formazione di persone che
vogliono inserirsi/reinserirsi nel mercato del lavoro o che svolgono le loro mansioni all’interno
della struttura.
Sono stati svolti corsi finalizzati a far acquisire competenze di carattere professionale ai
detenuti in procinto di essere reinseriti nel mondo del lavoro o con possibilità di svolgimento di
mansioni lavorative all’interno della struttura. In particolare corsi di: ceramista, giardiniere,
rilegatore, informatica e corsi “retravailler” rivolti alle donne.
223
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di X
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
224
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
In corso:
• Fonte di finanziamento: POR FSE ob 3 2000/2006 e Por Fse CRO 2007/2013 - Sportello di
Orientamento presso Carcere Massa e presso UEPE (ufficio esecuzione penale esterna)
• Fonte di finanziamento: Por Fse CRO 2007/2013 - Progetto integrato delle 5 province
costiere toscane (Costa Toscana per l'Inclusione – CTXI) con attività di formazione, tirocinio
e tutoraggio individualizzato nell’ambito tessile
Concluso:
• Fonte di finanziamento: POR FSE ob 3 2000/2006 - Formazione per riconoscimento
competenze nell’ambito falegnameria, meccanico, carpenteria in ferro, sartoria con
indennità di presenza
• Fonte di finanziamento: Por Fse CRO 2007/2013 - Workexperience intra ed extra murarie
con contributo buono di studio
• Fonte di finanziamento: Por Fse CRO 2007/2013 - Avviso pubblico per Incentivi
all’inserimento lavorativo
Durata
• Sportello di Orientamento presso il Carcere Massa e presso UEPE (ufficio esecuzione penale
esterna), in corso dal 2000
• Progetto Integrato delle 5 Province costiere toscane nell’ambito tessile, in corso dal 2009
• Formazione per riconoscimento competenze nell’ambito falegnameria, meccanico,
carpenteria in ferro, sartoria, dal maggio 2008 al maggio 2009
• Workexperience intra ed extra murarie con contributo buono di studio, da gennaio 2009 a
maggio 2009
• Incentivi all’inserimento lavorativo, da marzo 2009 in corso
225
Organismi gestori
Organismo partner
Il reinserimento sociale delle persone soggette a provvedimenti privativi o limitativi della libertà
personale si presenta come un processo estremamente problematico, la cui gestione deve tener
conto non solo delle normali difficoltà legate alle dinamiche del mercato del lavoro, ma anche di
pregiudizi sociali e vincoli istituzionali che tendono a perpetuare le condizioni di esclusione
sociale dei soggetti svantaggiati.
A livello statale si è avvertita la necessità di promuovere la massima sinergia tra istituzioni statali,
regionali, locali e società civile per poter conseguire con maggior efficacia quegli obiettivi di
reinserimento sociale, di riduzione della recidiva, di prevenzione della devianza e di sicurezza
sociale.
La Provincia di Massa-Carrara nel suo progetto “Il carcere Quartiere della Città” PONe le basi per
dare una risposta concreta ed attuabile alle numerose esigenze/problematiche che nascono
dall’inserimento sociale delle persone recluse. Tra le varie attività viene dato ampio risalto alle
attività di prima informazione ed orientamento (Sportello di Orientamento interno al carcere e
all’UEPE “Liberi di orientarsi”); alla formazione in carcere (corsi di falegnameria, fabbro,
meccanica e tessile), alle works - experience (tirocini intra ed extra murari) e alla
riqualificazione professionale (Progetto Costa Toscana per l’Inclusione) come momenti
indispensabili alla progettazione di un cambiamento di vita e di un nuovo sapere essere che
faciliti l’inserimento sociale e lavorativo di persone soggette a misure di restrizione della libertà
personale.
226
Breve descrizione del progetto
Le azioni a seguire sono contemplate dal protocollo d'Intesa sottoscritto da Provincia e Casa
Circondariale, rivolto a favorire il lavoro intra ed extra murario e percorsi di giustizia riparativa,
come previsto dalla L. 22.06.2000 n. 193 "c.d. legge Smuraglia":
227
Sezione IV – Beneficiari
OPERATORI
OPERATORI COINVOLTI NELLE ATTIVITA’ PROGETTUALI (totale)
• Provincia Massa-Carrara:
• 1 Funzionaria P.O. Servizio Lavoro
• 1 Funzionario Servizio Orientamento
• Varie unità di supporto amm.vo/contabile
Soggetti Convenzionati
• ATI (orientamento): 3 operatori
• ATI (formazione): 8/9 unità
• Livorno Sviluppo: 8/9 unità
BENEFICIARI FINALI (Numero totale dei beneficiari finali coinvolti dal progetto finanziato) 74
228
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Organismo/i partner
Obiettivi
Obiettivi del progetto
Facilitare l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro alternando momenti di aula e
momenti di attività. L’attività formativa prevista è stata incentrata principalmente su attività
manuali, progettate per fornire la possibilità di acquisire quei pre-requisiti lavorativi spendibili
in contesti occupazionali.
229
Sezione III – Attività
Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione
x
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di x
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
230
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Fonte di finanziamento Bando per contributi regionali “Sostegno alle buone pratiche e alle
politiche di inserimento sociale, e non solo, dei detenuti e dei detenuti scarcerati italiani e
stranieri”
Persona di contatto Paola Piscopo – funzionario responsabile Politiche attive per detenuti ex-
detenuti –immigrati- sicurezza urbana - Provincia di Siena, tel. 0577-241825 fax. 0577-
241315, piscopo@provincia.siena.it
Organismi partner Casa Circondariale di Siena, Casa di reclusione di Ranza San. Gimignano -
UEPE. Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Siena e Grosseto.
La crisi economica mondiale che si sta verificando brucia posti di lavoro e aggrava l’emergenza
sociale per questo sarà ancora più difficoltoso ’inserimento lavorativo di persone provenienti
dalle aree di marginalità che, oltre a scontrarsi con una certa chiusura del mondo
imprenditoriale nei confronti dell’impiego di queste persone, dovranno scontrarsi anche con la
crisi del mercato del lavoro. Diventa quindi necessaria la figura di un operatore specializzato che
accompagna il detenuto in tutte le sue fasi per far si che il percorso non rimanga a metà.
1.1 orientamento x
1.2 formazione
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio x
3.2 valutazione x
232
3.3 diffusione dei risultati dell’attività progettuale
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
233
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 55.147,00 di cui € 16.750,00 per i percorsi riservati alle detenute
Persona di contatto Mirko Regini - Stella Latini, Cooperativa Sintesi, tel. 0571-924317/27,
info@coopsint.it
Organismo/i partner
Sezione II – Descrizione
Descrizione del progetto
Obiettivo primario del progetto è stato quello di fornire alle donne della Casa Circondariale una
formazione di base che permettesse loro di conoscere le tecniche e le metodologie di lavoro
utili per progettare e realizzare semplici capi di abbigliamento ed accessori (sciarpe, foulard,
borse, grembiuli ecc.), rafforzando le competenze e capacità progettuali delle singole allieve.
234
Sezione III – Attività progettuali
1.1 orientamento
1.2 formazione
X
1.3 servizi alla persona (ad es. tutoraggio per l’accompagnamento di X
minori,accompagnamento all’inserimento lavorativo, …)
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
235
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 92.714,12 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Persona di contatto
Organismo partner
Il progetto ha inteso migliorare le attività svolte dalla Cooperativa nel settore degli inserimenti e
di promuovere le opportunità di lavoro, al momento del tutto assenti, effettivamente offerte
all’interno del carcere di Prato ai detenuti garantendo loro l’acquisizione di professionalità
specifiche e inserendoli in percorsi di socializzazione. La finalità è fronteggiare l’improduttività e
le frustrazioni indotte dalla detenzione e migliorare le condizioni del carcere come istituzione
separata.
236
Sezione III – Attività progettuali
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 8 soggetti in esecuzione penale (un italiano e sette stranieri).
237
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Titolo del progetto E’ tempo di uscire: allestitore, manutentore di arredi in legno per aree verdi
e parchi
Organismo partner
238
sia con lavorazioni al banco.
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI FINALI (totale) 10 detenuti italiani prossimi al fine pena, di cui 9 uomini e una
donna
240
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Budget totale € 91.446,58 importo relativo a categorie più ampie del target di riferimento
Persona di contatto
Organismo partner
La finalità è, attraverso un’azione formativa mirata, la creazione di un’impresa interna alla Casa
Circondariale di Arezzo basata principalmente su attività di telelavoro in grado di dare nuova
forza motivazionale e autostima nei corsisti. Lo scopo del progetto risiede nella quasi
impossibilità dei detenuti a poter frequentare altri ambienti al di fuori della Casa Circondariale e
di dare a quest’ultima la possibilità di “aprirsi” all’esterno grazie al telelavoro.
241
Sezione III – Attività progettuali
Sezione
Sezione IV – Beneficiari
BENEFICIARI
BENEFICIARI FINALI (totale) 13 soggetti in esecuzione penale.
242
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Dal 1994 la Cooperativa, che disPONe di laboratori attrezzati che producono articoli serigrafati
e di pelletteria, creano linee di cosmetici, coltivano ortaggi biologici, realizzano lavori di
legatoria e di assemblaggio, ha stipulato una convenzione con gli Istituti di Pena
maschili/femminili per fare formazione attraverso percorsi rivolti a detenuti/e. All’interno del
carcere femminile si trova un laboratorio di cosmesi che, utilizzando l’orto situato nel carcere,
impiega piante aromatiche ed officinali per distillare oli essenziali con cui vengono realizzati
vari prodotti di bellezza.
Obiettivo è formare una figura in grado di effettuare controlli sui parametri chimici e fisici delle
materie prime e sulla qualità del prodotto finito, nonché sulla capacità di utilizzo di macchinari
per il packaging di prodotti cosmetici ed il loro imballaggio. Si prevede la possibilità di
esercitare la professionalità acquisita anche in settori produttivi affini e dotati di
confezionamento dei prodotti con macchine automatizzate e l’inserimento, a rotazione, nella
cooperativa stessa.
L’operatrice di laboratorio di cosmesi è una figura con nozioni teoriche e pratiche che
consentono la preparazione di prodotti cosmetici secondo formule e procedure ricevute, sia
manualmente, sia con macchinari semiautomatici. Le metodologie adottate, quali la
discussione e il confronto, esercitazioni pratiche per la soluzione di problemi sulle nozioni
acquisite di chimica, biologia, ecc…ed esercitazioni di laboratorio, permettono il
raggiungimento di capacità di affrontare il lavoro con metodicità, accuratezza e precisione. Si
243
prevede la possibilità di commesse in grandi hotel del territorio veneziano e nella grande
distribuzione.
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
244
SCHEDA DESCRITTIVA DELLE PER L’INCLUSIONE DEI SOGGETTI
DELLE BUONE PRASSI PER SOGGETTI IN ESECUZIONE PENALE
PENALE
(Programmazione 2000-2006 e attuale, altre linee di finanziamento)
Persona di contatto Lino Sartori - Engim Veneto – Ist. Turazza Treviso - 0422-412267 cell.
389 1854403
Organismo partner
partner
Tali attività consentono di utilizzare il computer anche con una scarsa conoscenza della lingua
italiana, fornendo inoltre la possibilità di integrazione con altre attività scolastiche quali:
alfabetizzazione e percorsi di Scuola Media del CTP al fine di fornire le competenze di base, sia
linguistiche che logico-matematiche necessarie per la frequenza del corso; possibilità di
proseguire il percorso formativo in altri Istituti Penali attraverso il rilascio di crediti formativi;
possibilità di inserimenti lavorativi protetti in Comunità che hanno attivato al loro interno
laboratori di produzione grafica o in Cooperative, Tipografie, Studi pubblicitari, Fotografici,
ecc…
245
L’operatore grafico multimediale è in grado di utilizzare i programmi di videoscrittura, grafica,
fotocamere e videocamere digitali, di gestire la stampa degli elaborati grafici e di articolare e
strutturare il progetto grafico. Tale figura lavora coordinando la propria attività con quella di
altri operatori e si muove in funzione delle indicazioni fornitegli. E’ dunque necessario che
disPONga di attitudini a lavorare in gruppo. Le metodologie utilizzate in aula/laboratorio sono:
studio di casi, simulazioni, role-playing, studio e compilazione di schede tecniche finalizzate al
problem-finding and solving. Ciò trova completamento finale nell’esecuzione del project work
nel quale gli allievi dimostrano di: saper impostare un ciclo produttivo completo, tenere sotto
controllo le varie fasi di lavorazione, imparare a stare insieme agli altri in un’ottica di team-
work e cooperative learning, documentare il percorso svolto attraverso una relazione o book
personale. L’elaborato grafico realizzato durante il project work, prevede nella sua fase finale,
la premiazione all’impegno dimostrato attraverso l’elargizione di una borsa lavoro mensile.
1.1 orientamento
1.2 formazione x
2.2 ricerca
3. ALTRO
3.1 monitoraggio
3.2 valutazione
4. ATTIVITA’ TRANSNAZIONALI
Sezione IV – Beneficiari
246
Allegato 2
247
Titolo Organismo gestore Area tematica
248
Preparazione al
Progetto Ancora Soc.Coop. Soc.Olteilgiardino rilascio/Reinserimento/Gestione
della transizione
Preparazione al
Net-met, Associazione Net-met rilascio/Reinserimento/Gestione
della transizione
Preparazione al
Sportelli informativi della casa
CEFAL, Comune di Bologna rilascio/Reinserimento/Gestione
circondariale di Bologna
della transizione
Preparazione al
Pegaso Techne S.C.p.A. rilascio/Reinserimento/Gestione
della transizione
Preparazione al
S.A.L.I.S. Servizi per l’Autonomia, il
Provincia di Pescara rilascio/Reinserimento/Gestione
Lavoro e l’Inclusione Sociale
della transizione
Lavoro nell’inclusione sociale dei Coinvolgimento delle realtà
Italia Lavoro Spa
detenuti beneficiari dell’indulto produttive
249
Lavorativo
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251