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La forza e la velocità-rapidità
Parte dei contenuti del lavoro sono presi anche integralmente dalle dispense Universitarie della Prof.ssa Luisa Righetti Ph.D., dal libro
L'allenamento Ottimale di J. Weineck, dal libro Impariamo a fare i Pesi di S. Beraldo e C. Polletti, dal Libro Anatomia e meccanica
dell’apparato motorio e neuro-muscolare per la preparazione atletica- S.Fucci-M.Benigni-V.Fornasari lavori liberi
TEORIA
DELL’ALLENAMENTO
SCIENZA
DELL’ALLENAMENTO
Il patrimonio delle conoscenze della
scienza dell'allenamento, della teoria
dell'allenamento e della pratica dello
sport.
(Hohmann, Lames, Letzelter 2002,
25).
Scienza dell’allenamento: disciplina della scienza dello sport che cerca di fornire una
base scientifica alla teoria dell’allenamento, confermando o confutando le ipotesi e le
convinzioni sull’allenamento attualmente esistenti.
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La teoria dell’allenamento – scienza
dell’allenamento è un campo specifico
a carattere INTERDISCIPLINARE
comprendente:
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ALLENAMENTO
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ALLENABILITA’
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LO SVILUPPO DELA CAPACITA’ DI PRESTAZIONE SPORTIVA
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OBIETTIVI del processo sistematico di allenamento:
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CONTENUTI
Sono gli ESERCIZI ovvero gli orientamenti concreti dell’allenamento verso il suo
obiettivo prefissato. Le diverse forme di esercizio vengono scelte in base ai principi :
• Della corrispondenza allo scopo (SPECIFICITA’)
• Dell’ECONOMIA
• Dell’EFFICACIA
Viene fatta una distinzione tra:
• Esercizi di sviluppo generale (ampia base)
• Esercizi speciali (specifici) per componenti parziali della prestazione
• Esercizi di gara che migliorano in forma complessa l’insieme delle componenti della
prestazione.
METODI
Sono le PROCEDURE PIANIFICATE allo scopo di realizzare gli obiettivi di allenamento.
MEZZI
Sono le misure che sostengono lo svolgimento del processo di allenamento e sono sempre
legati ai CONTENUTI rendendone possibile la realizzazione:
• Di tipo ORGANIZZATIVO
• ATTREZZI
• Di genere INFORMATIVO (stimolazione dei CANALI PERCETTIVI:verbale,
visivo,cinestesico)
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CARICO DI ALLENAMENTO
Le singole componenti del carico interagiscono in modo complesso con obiettivi, contenuti, mezzi
e metodi di allenamento caratterizzando sia quantitativamente che qualitativamente il CARICO
GLOBALE, sia di 1 unità di allenamento che della somma di più unità.
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PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO
PRINCIPI GENERALI
Sono validi per la maggioranza degli sport, a tutti i settori dell’allenamento e alle tappe della
costruzione a lungo termine della prestazione.
PRINCIPI SPECIALI
Si riferiscono a singoli aspetti dell’allenamento o ad un gruppo specifico di obiettivi (es. sport
riabilitativo, sport per tutti, sport scolastico)
A. PRINCIPI DEL CARICO per produrre effetti allenanti
B. PRINCIPI DELLA DIVISIONE IN CICLI per garantire l’adattamento
C. PRINCIPI DELLA SPECIFICITA’ per garantire adeguatezza all’età e finalizzazione
D. PRINCIPI DELLA PROPORZIONALITA’ per formare i presupposti della prestazione
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A-PRINCIPI DEL CARICO
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PRINCIPIO DELLA CORRETTA SUCCESSIONE DEL CARICO. Prima vengono
proposte esercitazioni la cui efficacia esige uno stato psico-fisico recuperato.
PRINCIPIO DEL CARICO VARIABILE. Modalità non abituali del carico per provocare
ulteriori alterazioni dell’omeostasi:
o Variazioni di velocità di esecuzione
o Sovraccarichi supplementari
o Cambiamenti nel rapporto carico/pause
Si utilizza quando:
L’incremento continuo del carico non è più efficace per il miglioramento della
prestazione.
Si deve mantenere a lungo lo stato di forma sportiva.
Si deve garantire la forma sportiva per più momenti importanti della stagione.
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•PRINCIPIO DELLA RELAZIONE OTTIMALE TRA CARICO E RECUPERO.
Per ottenere i necessari adattamenti e portare le capacità di prestazioni a livelli più alti è
importanteconoscere bene il concetto di “Supercompensazione”.
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Se il piano dell’allenamento sarà stato ben
organizzato, al termine diogni ciclo, la
prestazione dell’atleta sarà superiore a quella
del ciclo precedente, fino al momento della
massima forma in vista della
competizione/obiettivo programmata.
L’innalzamento successivo delle capacità di
prestazione avviene solamente se è stato rispettato
il giusto rapporto tra carico e scarico, il periodo di
riposo o scarico favorisce le reazioni organiche che
si assestano a livelli superiori delle precedenti, ma
se un periodo di carico non viene seguito dal
relativo, adeguato periodo di scarico, si realizza un
recupero incompleto e un continuo, graduale
scadimento delle capacità prestative (overtraining).
Nella programmazione bisogna tener conto che non
tutte le strutture dell’organismo sono in grado di
recuperare alla stessa velocità, il mancato recupero
di un sistema organico e un repentino
coinvolgimento in ulteriori fasi di carico potrebbero
causare danni al sistema stesso con problematiche
circa la continuità e l’efficacia dell’allenamento
stesso.
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Occorre sempre applicare la teoria generale dell’allenamento quando si redige un programma, tenere
presente quali sono i fattori di prestazione da migliorare secondo precise, scientifiche regole rispettando i
periodi della preparazione in vista della stagione agonistica e delle gare più importanti.
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B-PRINCIPIO DELLA CICLICITA’
PRINCIPIO DEL CARICO CONTINUO. La successione regolare di allenamenti porta ad un aumento della
capacità di prestazione
PRINCIPIO DEL CARICO PERIODIZZATO. L’alternanza tra scarico e carico, tra aumento del volume e
diminuzione dell’intensità va soggetta ad un cambiamento periodico senza trascurare il principio della
continuità poiché il carico non può restare per tutto l’anno a livelli massimali di capacità individuale.
PRINCIPIO DEL RECUPERO PERIODIZZATO. Viene inserito talvolta, nell’alto livello, come un periodo di
tempo prolungato di rigenerazione (assenza da gare) dopo anni di allenamenti e ristagni nella prestazione.
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I TIPI DI FORZA
L’ALLENAMENTO DELLA FORZA
La forza o le diverse forme nelle quale essa si manifesta possono essere sempre trattate
sotto l'aspetto della forza generale e speciale.
Nei diversi sport, la forza non si presenta mai in forma "pura". astratta, ma sempre in
una combinazione, o in forme miste più o sfumate dei fattori condizionali (cioè
organico- muscolari e coordinativi) di prestazione fisica
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FORZA DEFINIZIONE
FATTORI STRUTTURALI
(legati alla struttura fisica)
• Sezione trasversa del muscolo
• Composizione in fibre
– Fibre bianche (più veloci - più forti)
– Fibre rosse (più lente - meno forti)
– Fibre intermedie
FATTORI NERVOSI
(Comandi inviati dalla corteccia motoria ai motoneuroni spinali)
Essi determinano
• Il reclutamento,
• La sincronizzazione,
• La coordinazione delle unità motorie, quindi il migliore sfruttamento dei
presupposti strutturali
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L’ALLENAMENTO
DELLA FORZA
L’allenamento della
forza può essere
indirizzato
• Allo sviluppo dei
fattori strutturali
(Ipertrofia generale e
selettiva) (F. Max)
• All’allenamento dei
fattori nervosi
(F. Max e rapida)
• All’allenamento
delle componenti
• metaboliche
(F. resistente)
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ESPRESSIONI DI BASE DELLA FORZA
FORZA MASSIMA: tensione più elevata che il sistema neuromuscolare è in grado di esprimere
con una contrazione volontaria
• DINAMICA La forza massimale dinamica - si distinguono una forza massimale dinamica
positiva (concentrica, superante) da una negativa (eccentrica, cedente, frenante) - rappresenta
la forza massima che il sistema neuromuscolare riesce a esprimere durante un processo di
movimento. La forza massimale statica è sempre maggiore di quella dinamica, poiché una
forza massimale può prodursi solo quando il carico (peso limite) e la forza contrattile del
muscolo si trovano in equilibrio.
o FORZA DI LANCIO
o FORZA DI TRAZIONE
o FORZA DI SPINTA
• STATICA La forza massima statica rappresenta la massima forza che il sistema
neuromuscolare riesce a esercitare in una contrazione volontaria contro una resistenza
insuperabile
o FORZA DI TENUTA
o FORZA DI TRAZIONE
o FORZA DI PRESSIONE
La forza massimale dipende da queste componenti:
• la sezione trasversale fisiologica del muscolo;
• la coordinazione intermuscolare (cioè la coordinazione tra i muscoli che lavorano insieme in
un dato movimento);
• la coordinazione intramuscolare (cioè la coordinazione interna al muscolo).
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La forza massimale dipende da queste componenti:
• la sezione trasversale fisiologica del muscolo;
• la coordinazione intermuscolare (cioè la coordinazione tra i muscoli che lavorano insieme in
un dato movimento);
• la coordinazione intramuscolare (cioè la coordinazione interna al muscolo).
un miglioramento della forza massimale può essere ottenuto agendo su ciascuna di queste tre
componenti. Impegni di forza concentrici ed eccentrici massimali di breve durata producono un
aumento della forza soprattutto attraverso il miglioramento della coordinazione
intramuscolare. La forza contrattile delle singole unità motorie, invece, si migliora solo
scarsamente (dr. Buhrle, Schmidt· bleicher 1.981, 266) . Il miglioramento della coordinazione
intramuscolare permette, perciò, di migliorare la forza senza che vi siano un aumento notevole
della sezione trasversale del muscolo e del peso corporeo. Si tratta di un genere di miglioramento
della forza massimale importante soprattutto negli sport nei quali deve essere accelerato il
proprio peso corporeo.
più elevata della forza massimale è la cosiddetta forza estrema - che rappresenta la somma della forza
massimale e delle riserve di energie che possono essere mobilitate solo in condizioni particolari (pericolo
di vita, ipnosi, ecc.) ; La differenza tra forza estrema e massimale viene definita "deficit di forza" che,
secondo lo stato di allenamento, può andare dal 30% dei soggetti non allenati al 10% di quelli allenati.
I valori della massima forza concentrica sono di circa il 5-20% inferiori a quelli che possono raggiunti
isometricamente, mentre i valori della massima forza eccentrica sono del 45% maggiori di quelli
isometrici (cfr Buhrle 1985).
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FORZA RAPIDA:
La forza rapida comprende la capacità del sistema neuromuscolare di muovere il
corpo e le sue parti (ad esempio arti superiori, arti inferiori) oppure oggetti (ad
esempio palloni, giavellotti, dischi, ecc.) alla massima velocità Quindi, nella stessa
persona vi può essere espressione diversa della forza rapida nelle diverse estremità
(arti superiori, arti inferiori) Un atleta può disporre di un arto superiore veloce(ad
esempio, un pugile), ma di movimenti lenti degli arti inferiori (cfr. Smith in Hollmann,
Her. ger 1980, 275).
• DINAMICA
o FORZA DI LANCIO
o FORZA DI SALTO
o FORZA DI TIRO
o FORZA DI COLPO
o FORZA DI SPRINT
o FORZA DI SPINTA
• STATICA
o SVILUPPO DELLA FR ISOMETRICA
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La forza rapida può essere definita attraverso tre parametri nella curva forza/tempo
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FORZA REATTIVA
La capacità dell’organismo di riuscire a ralizzare in un tempo brevissimo il
massimo impulso di forza concentrica dopo un movimento frenante (
eccentrico) è definito regime reattivo di movimnto ( Scmidtbleicher, Gollhofer
1985, 271) Per forza reattiva si intende la prestazione musculare che all’interno
di un ciclo allungamento-accorciamento genera un più elevato impulso di forza
( crf. Martin, Carl, Lehnertz1991; Neeubert 1999, 7; Steinhofer 2003, 8).
FORZA RESISTENTE
Capacità, di un gruppo muscolare o dell’intero organismo, di opporsi alla
fatica durante prestazioni di forza di una certa durata
• DINAMICA
o FORZA DI LANCIO
o FORZA DI SALTO
o FORZA DI COLPO
o FORZA DI SPRINT
o FORZA DI SPINTA
• STATICA
o FORZA DI TENUTA
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NELLO SVILUPPO DELLE CAPACITÀ DI RESISTENZA ALLA FORZA si deve fare
attenzione a queste esigenze fondamentali (ReiB 1992, 18):
• le capacità di resistenza alla forza sono un fattore che determina la prestazione in tutte le
discipline di resistenza con una chiara limitazione, che è specifica della disciplina praticata. e
un valore posizionale crescente.
• Un allenamento efficace della resistenza alla forza deve garantire, soprattutto, uno sviluppo
differenziato delle capacità di forza specifiche della disciplina e dello sport considerati, per
ottenere elevate prestazioni di spinta nelle fasi di partenza, durante il percorso e nella fase dello
scatto finale.
• I criteri principali per un allenamento efficace della resistenza alla forza sono:
o resistenze al movimento maggiori di quelle di gara;
o reiterazione degli stimoli di allenamento;
o avvicinare o fare coincidere le forme di allenamento alle curve forza-tempo della struttura
del movimento di gara;
o indirizzare i mezzi di allenamento sui principali gruppi muscolari (agonisti e antagonisti);
o azione fisiologica controllata;
o formazione di blocchi nel microciclo.
LA FORZA ESTREMA:
• con essa s'intende la forza massimale volontaria, più le riserve di prestazione che
possono essere mobilitate attraverso farmaci e componenti psichiche;
LA FORZA ASSOLUTA:
• rappresenta la forza che può essere sviluppata indipendentemente dal peso
corporeo;
LA FORZA RELATIVA:
• rappresenta la forza che può essere sviluppata riferita al peso corporeo.
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Anatomia e meccanica dell’apparato motorio e neuro-muscolare per la preparazione atletica- S.Fucci-M.Benigni-
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F.I.L.P.J.
Impariamo a fare i pesi
Stelvio Berarldo
Riccardo Lepore
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METODI E CONTENUTI DELL’ALLENAMENTO DELLA FORZA
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Metodo della piramide all’interno della serie
• prevede un cambiamento del carico in seguito ad una modifica del numero delle
ripetizioni all’interno della serie. Adatto per l’aumento della massa muscolare e della
coordinazione intramuscolare
Metodo concentrico nella sua forma pura
• L’allenamento Isocinetico
•
• Allenamento desmodronico con passaggio da positivo a negativo ma controllato
meccanicamente
•
• Allenamento Pliometrico Parte dei contenuti del lavoro sono presi
anche integralmente dalle dispense
ALLENAMENTO ISOMETRICO Universitarie della Prof.ssa Luisa Righetti
Ph.D., dal libro L'allenamento Ottimale di J.
Weineck, dal libro Impariamo a fare i Pesi di
ELETTROSTIMOLAZIONE S. Beraldo e C. Polletti, dal Libro Anatomia e
meccanica dell’apparato motorio e neuro-
muscolare per la preparazione atletica-
ALLENAMENTO VIBRATORIO S.Fucci-M.Benigni-V.Fornasari lavori liberi
ALLENAMENTO PROPIOCETTIVO
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libro L'allenamento Ottimale di J. Weineck, dal libro Impariamo a fare i Pesi di S. Beraldo e C. Polletti, dal Libro Anatomia e
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VELOCITA’-RAPIDITA’
FORME E CORRELAZIONI
• Rapidità di reazione (semplice o complessa)
• Rapidità dei singoli movimenti e
sincronizzazione
• Capacità di accelerazione e decelerazione
• Capacità di mx frequenza dei movimenti
• Resistenza alla velocità o velocità in regime di
resistenza
Parte dei contenuti del lavoro sono presi anche integralmente dalle dispense Universitarie della Prof.ssa Luisa Righetti Ph.D.,
dal libro L'allenamento Ottimale di J. Weineck, dal libro Impariamo a fare i Pesi di S. Beraldo e C. Polletti, dal Libro Anatomia e
meccanica dell’apparato motorio e neuro-muscolare per la preparazione atletica- S.Fucci-M.Benigni-V.Fornasari lavori liberi
Parte dei contenuti del lavoro sono presi anche integralmente dalle dispense Universitarie della Prof.ssa Luisa Righetti Ph.D., dal
libro L'allenamento Ottimale di J. Weineck, dal libro Impariamo a fare i Pesi di S. Beraldo e C. Polletti, dal Libro Anatomia e
meccanica dell’apparato motorio e neuro-muscolare per la preparazione atletica- S.Fucci-M.Benigni-V.Fornasari lavori liberi