La filosofia metafisica del tempo come la intende Claudio Bagnato, inizia così , in
questo suo primo lavoro poetico in cui si è cimentato con doviziosità di metafore e
introspettiva.
Inizia con un excursus profondo e critico sulla “mondanità e sulla ipocrisia” umana ,
analizzando le ipotesi del susseguirsi dei tempi nel tempo anche se non dovesse
scorrere, ma trascorre.
Il TEMPO ANTERIORE
Inizia con la poesia Parole al vento con cui ipotizza il fatto che il poeta in genere ciò
che scrive spesso non graffia le pagine ma viene spazzato via dal vento inteso come
l’ipocrisia e la sbadataggine dell’uomo che non si concentra nella vera lettura di un
testo ma scorre gli occhi e lo sguardo lasciando poco spazio alla riflessione.
Preferiscono, i poeti, posare le loro opere dentro antologie, inutili quanto indigeste.
Il TEMPO TRAPASSATO
Nella poesia Notte rivela i suoi timori , i sogni, i dolori, le paure che lo circondano.
Nell’attesa di una felicità che tarda ad arrivare.
Il Sapore della sete racconta il ricordo di una solitudine che lo circonda quando deve
affrontare da “solo” pur se l’amore lo circonda, i suoi problemi esiziali che
potrebbero cambiare la sua vita.
La poesia Pensieri e parole ci racconta l’attesa. Il conflitto di ciò che siamo, l’Io e
il mondo fatto di cose imperscrutabili , di rotte diverse che ci conducono lontano e
poi ci riportano a ciò che siamo attraverso un percorso tortuoso tra paesaggi reali e
immaginari.
TEMPO IMPERATIVO
TEMPO IMPERFETTO
Con questo tempo si chiude questo libro. Claudio, qui, si esprime in poesia
prosastica; fa il riassunto di ciò che è l’uomo e di ciò che è egli stesso. Delle sue
condizioni psicofisiche e mentali dentro e fuori delle tematiche poetiche. Si concede
una ricerca ampia , a volte ironica o satirica delle condizioni strutturali della società c
della vita materialista, sciovinista, progressista; sulla religione, su che cosa credere o
illudersi di credere. Di un uomo che è “credente non praticante” per tenersi con un
dito legato a Dio e uno legato ai vizi terrestri quotidiani. PROLOGO
EPILOGO
Racchiudiamo in sintesi questa passeggiata nel Tempo che non c’è, che non esiste , se
non nella convezione umana per stabilire regole e azioni. Dove però l’unica certezza
è la morte , poiché è l’unica cosa che livella gli amori, i dolori, le delusioni, gli odori,
i colori…e tant’altro. Pura assenza. Dove finalmente si viene celebrati per ciò che si
era ma anche per ciò che in realtà non si era, in quella ipocrisia tutta umana che chi
muore era un Santo (la memoria di un padre generoso e molto amato) . Nell’attesa di
un trasportatore che ci conduca là dove finisce il tempo e inizia l’infinito.