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Sistemazione e stabilizzazione del versante franoso in loc.tà


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Poggio alle Forche lungo la strada comunale delle "Macie"


03 10.07.2018 Rev. per Esecutivo
02 14.06.2018 Rev. Quadro Economico Def.
01 03.04.2018 Rev. per definitivo
00 25.10.2017 Prima emissione
Rev. Data Motivo

POMARANCE PI - Loc.tà Poggio alle Forche

Relazione di calcolo delle strutture


Comune di POMARANCE
Il Direttore dei Lavori

COMMITTENTE:
UBICAZIONE:

ELABORATO:
OGGETTO:

DATA: Luglio 2017

Pr. n°: 17-019

RCS
ALLEGATO:
Il Progettista

S T A engineering s.r.l.PROGETTO ESECUTIVO


www.sta-eng.it

via del Rio, 2 - 56025 PONTEDERA


tel.PI+39.0587.608233 fax +39.0587.606784
A termini di legge ci riserviamo la proprietà di questo elaborato con divieto di riprodurlo anche parzialmen
SOMMARIO

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO ........................................................ 3


RELAZIONE SUI MATERIALI .................................................................... 4
PARATIA DI MICROPALI ......................................................................... 5
CORDOLO E MURO DI TESTA ................................................................. 7
PALIFICATA DOPPIA ............................................................................... 8
Verifica a taglio dei correnti interni ................................................................................................... 12
Verifica a trazione dei traversi.......................................................................................................... 12
Verifica a taglio dei pali pilota .......................................................................................................... 13
VERIFICHE DI STABILITA’ GLOBALE ....................................................... 14
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Data: Novembre 2017

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

Secondo quanto rilevabile dalla Relazione geologico-geotecnica, sulla base dei dati derivati dalle
indagini geognostiche e sismiche, sono state formulate alcune ipotesi di intervento per la
stabilizzazione della sede stradale e la messa in sicurezza del sottostante versante.
Queste sono state successivamente analizzate eseguendo verifiche di stabilità nello stato di
progetto.

In prima battuta sono stati simulati solo interventi di ingegneria naturalistica del tipo palificata
doppia in legname, previste a due diverse quote: immediatamente a valle della strada ed in
posizione mediana rispetto al corpo di frana.
Sono state anche simulate soluzioni con gabbionate in pietrame nella zona immediatamente
sottostante la viabilità.

Tuttavia queste soluzioni progettuali non hanno soddisfatto gran parte delle verifiche di stabilità
eseguite.

Nel proseguo delle analisi è stata quindi sostituita l'opera di ingegneria naturalistica prevista nella
parte alta con un muro in c.a. ancorato su pali.
Per la parte mediana del versante, è stata invece mantenuta la palificata doppia in legname
ancorata su pali pilota anch'essi in legname.

A completamento degli interventi è stata inoltre prevista la realizzazione di un sistema di raccolta


e regimazione delle acque sia superficiali che di infiltrazione, da convogliare verso l'impluvio
sottostante il dissesto.

Il progetto esecutivo ha mantenuto la filosofia progettuale individuata in sede di progetto


definitivo dal Geologo, ma ha modificato l’opera sottostante la strada, riducendo l’altezza del muro
in c.a..

La doppia cortina di pali verticali portanti la soletta di fondazione è stata sostituita da una palificata
“a cavalletto”, vale a dire da una serie di coppie di pali di cui uno verticale e l’altro inclinato, per
trasferire i carichi verticali in profondità ed al contempo traferire le spinte orizzontali ai terreni
sottostanti la strada mediante tiranti passivi, sempre realizzati con micropali.

Anche la sequenza operativa è stata modificata, prevedendo dapprima la realizzazione della


palificata doppia in legname alla quota già prevista, la sistemazione della gradonatura della
scarpata sovrastante ed, infine, la realizzazione della pista di lavoro per l’esecuzione dei micropali,
posta subito a valle della sede stradale attuale.

Questa diversa tecnica e modalità esecutiva ha consentito di ridurre l’altezza del muro di
contenimento al di sotto della strada (previsto di altezza variabile da 1,60 – 3,00 m) ad 1,60 m
costante, pur emergendo di circa 15 cm dal piano viario, per garantire che le acque raccolte sulla
strada non si riversino, incontrollate, sulla scarpata sottostante.

Questo ha richiesto l’esecuzione di un numero di micropali (previsti 34 di 6 metri di lunghezza)


maggiore e di maggiore lunghezza: 47 micropali verticali Φ 220 mm di lunghezza pari a 10 metri
e 46 micropali inclinati Φ 150 mm di 10 metri di lunghezza.

Come visibile nella sezione sottostante, i pali inclinati andranno ad ancorarsi nelle argille
sovraconsolidate, attraversando le ghiaie del rilevato stradale.

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La gradonatura del versante, eseguita partendo dal basso, consente il completo riutilizzo di tutto
il materiale presente in loco, permette di lavorare per l’esecuzione dei pali su una pista certamente
più stabile perché ottenuta con materiale rimaneggiato ed opportunamente costipato, e consente
di raggiungere quote più elevate (fino alla strada esistente) grazie al fatto che la riprofilatura della
scarpata può sovrapporsi alla palificata doppia in legname, perché già realizzata.
Tale gradonatura segue, comunque, l’andamento dimensionale indicato nella relazione geologico-
tecnica, mantenendo il rapporto fra la larghezza della banche ed il loro dislivello.

Anche lo sbancamento al di sotto della sede viaria è stato ridotto, minimizzando così gli effetti
collaterali sulla strada durante l’esecuzione dei lavori.

La strada dovrà comunque essere provvisoriamente spostata verso ovest per allontanare il traffico
veicolare durante i lavori, sfruttando l’allargamento esistente o prevedendo un senso unico
alternato controllato da impianto semaforico.

RELAZIONE SUI MATERIALI

Armatura micropali: acciaio S355;


Armatura cordolo e muro di testa: B450C
Calcestruzzo cordolo e muro di testa: C28/35 XC3
Legname per palificata doppia: Castagno D24.

Per maggiori dettagli si faccia riferimento agli elaborati grafici allegati.

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PARATIA DI MICROPALI

E’ stata svolta l’analisi strutturale della paratia avvalendosi del software SPW della Geostru,
dedicato all’analisi di paratie. Il muro in cemento armato posto in sommità della paratia è stato
fittiziamente modellato mediante un prolungamento dei micropali verticali oltre il cordolo di
collegamento con i micropali inclinati, riproducendo così le sollecitazioni della situazione di
progetto.

Si riportano in separato elaborato i tabulati di calcolo del software utilizzato.

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CORDOLO E MURO DI TESTA

Dai risultati delle elaborazioni del software SPW si deduce che la sollecitazione alla quota della
base del muro a mensola è pari a circa 31 kNm/m.
D’altra parte la resistenza unitaria della sezione del muro progettato è pari a quasi 60 kN come
calcolato con il software VCASLU.

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PALIFICATA DOPPIA

Si descrivono i procedimenti e le ipotesi di calcolo adottate per il dimensionamento e la verifica


della struttura di contenimento del terreno costituita dalla palificata viva in legno.

La funzione strutturale viene garantita mediante l'assemblaggio di elementi di diversa natura,


quali: travi in legno, terreno di riempimento, radici delle piante. La struttura cosi realizzata,
agendo a gravità come un corpo unico, contrasta efficacemente la spinta delle terre e, grazie
all'inerbimento diffuso del paramento, determina un basso impatto sull'ambiente circostante.

Strutture di questo tipo presentano inoltre un notevole grado di flessibilità che permette loro di
assorbire cedimenti differenziali e cedimenti a medio-lungo termine, senza mettere in crisi la
stabilità globale dell'intera opera.

La palificata a doppia parete è una struttura autoportante che può svolgere una funzione di
sostegno, di contenimento e consolidamento strutturale dei pendii: queste strutture possono
svolgere un’azione più efficace rispetto alle tecnologie tradizionali in quanto possono sopportare
piccoli assestamenti del terreno, non necessitano di una struttura di fondazione, possono essere
messe in opera anche su pendii di difficile accesso, sono più leggere e si inseriscono in modo
ottimale nell’ambiente.

La palificata di sostegno a doppia parete è un manufatto a gravità, costituito da una sorta di


cassa in pali di legno a struttura cellulare, riempita di materiale inerte e di materiale vegetale,
abbinato alla posa di piante. I materiali impiegati per la costruzione sono pali di legno durabili di
latifoglia (castagno) o conifera (larice), scortecciati e di diametro minimo 20-25 cm. Un adeguato
ancoraggio deve essere previsto mediante piloti in legno o acciaio, posti anteriormente al
paramento di monte e/o al paramento di valle.

La posa in opera ed il collegamento degli elementi in legno costituenti la gabbia, prevede la


realizzazione preliminare di un piano di posa, in modo da livellare il fondo dello scavo e per
distribuire uniformemente i carichi sul terreno. Circa il materiale di riempimento, è possibile fare
ricorso a qualsiasi materiale disponibile in sito, purché in grado di assicurare l'attecchimento della
vegetazione, il drenaggio delle acque, impedire il dilavamento per effetto delle acque drenate e
garantire il necessario peso, in modo che la struttura nel suo complesso agisca come muro a
gravità.
Il montaggio è estremamente semplice e veloce, dal punto di vista strettamente operativo esso
si realizza con il semplice ricorso ad un escavatore a braccio idraulico e a un limitato numero di
operai, risulta però molto importante il rispetto di alcuni accorgimenti operativi quali:
- utilizzare tondame preferibilmente scortecciato, in quanto la corteccia favorisce e accelera i
processi di degradazione del legno; il castagno ad esempio se correttamente trattato può arrivare
integro, anche se in acqua, fino a 20-30 anni dalla messa in opera;
- mettere a dimora negli interstizi che si creano tra i pali, rami di specie legnosa con capacità
vegetativa autonoma, avente lunghezza di circa 1 m e con sporgenza massima pari a ¼ della
loro lunghezza (possibilmente siepi-cespuglio);
- evitare di lasciare spazi vuoti intorno alla parte terminale delle talee e creare in queste zone
delle nicchie utilizzando terreno più fine;
- terminata la costruzione della palificata, realizzare nel più breve tempo possibile, l'inerbimento
dell'intero paramento, in modo da contrastare l'erosione dello stesso;
- manutenzione nel primo anno, per controllare l'attecchimento delle piante e prevenire fenomeni
di scalzamento al piede.

La palificata avrà larghezza e altezza pari a 2,5 m e sarà ancorata al terreno in posto con pali
pilota in castagno ad interasse di 2,5 m.

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Quest'ultimi, di lunghezza massima pari a 4 metri, verranno posti in opera mediante la


realizzazione di un preforo trivellato, parzialmente ricolmato con boiacca cementizia. La porzione
dei pali pilota che fuoriesce dal p.c. non potrà essere superiore ad 1/3 della lunghezza totale del
palo.

Il reticolo di pali verrà riempito dai terreni già franati e da quelli precedentemente sbancati.
L'opera così realizzata risulta in grado di sostenere elevate spinte dei terreni verso valle grazie al
suo effetto “a gravità” oltreché all'azione stabilizzante del reticolo di pali.

Dal punto di vista idraulico l'opera rappresentata costituisce anche un valido sistema di drenaggio
delle acque di infiltrazione.
La tutela dall'erosione da deflusso superficiale potrà essere garantita col rapido reinverdimento
dello spazio compreso tra le due palificate doppie con specie vegetali aventi particolari
caratteristiche stabilizzanti e coprenti.

Si assume di impiegare per ciascuno degli ordini strutturali (correnti, traversi e pali pilota) pali in
legno massello di tipo D24 in essenza di castagno, ed aventi diametro minimo pari a 22cm.

DATI GEOMETRICI PALIFICATA:


Altezza versante H= 5 m;
Larghezza palificata b= 2,5 m;
Altezza palificata h= 2,5 m;
Contropendenza palificata a=5 °;
Inclinazione terreno sovrastante b~30 °;
Sovraccarico Q=0,20 kN/m2;

CARATTERISTICHE DEL TERRENO


Tipo terreno Terra sciolta umida
Peso specifico 18 kN/m3;
Angolo di attrito interno φ=25°;

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MATERIALI UTILIZZATI
Tipo Legno CASTAGNO;
Peso specifico 6,2 kN/m3;
Resistenza D24

Sezione pali longitudinali circolare, diametro 22 cm;


Sezione pali trasversali circolare, diametro 22 cm;
Chiodature ferro B450C φ12 lunghezza 40 cm;
Talee Salice ripaiolo Ligustro da 2,8 m;
Piantine radicate Biancospino.

Una palificata di sostegno a doppia parete è sostanzialmente assimilabile a un muro a gravità,


con specifici parametri di valutazione. Per la verifica della stabilità esterna della palificata devono
essere soddisfatte sia la stabilità al ribaltamento che quella allo scorrimento sul piano di
fondazione che quella allo schiacciamento, ovvero la verifica di capacità portante del terreno.

In questa sede si intende procedere unicamente alle verifiche di stabilità interne all’opera; in
particolare ci si occuperà di eseguire le verifiche interne indispensabili al fine di garantire una
adeguata funzionalità dell’opera, anche nel periodo immediatamente successivo alla realizzazione.
Ci occuperemo perciò di eseguire:
1. La verifica a flessione dei correnti interni
2. La verifica al taglio dei correnti in prossimità delle chiodature
3. La verifica a trazione dei traversi
4. La verifica a taglio dei pali pilota
La prima delle verifiche permette di dimensionare il diametro dei correnti interni e l’interasse tra
i traversi in maniera che gli elementi longitudinali non cedano a causa delle sollecitazioni di
flessione prodotte dalla spinta del terreno retrostante.

La seconda verifica riguarda il corretto dimensionamento della sezione dei correnti in modo che
resistano opportunamente alle sollecitazioni di taglio in prossimità dei vincoli, ovvero delle
chiodature corrente-traverso.

La terza verifica assicura che la sezione dei traversi sia sufficiente a sopportare lo sforzo di
trazione imposto dalle sollecitazioni di taglio ai vincoli dei correnti.

Infine, l’ultima delle quattro verifiche ha lo scopo di mostrare l’adeguatezza della sezione dei pali
pilota a sopportare le azioni taglienti necessarie ad assicurare la stabilità a scorrimento del
manufatto.

Le grandezze che intervengono in queste verifiche sono:


• Gli sforzi ammissibili di flessione, taglio e trazione caratteristici dell’essenza impiegata
• La spinta del terreno, che genera il momento flettente e la sollecitazione di taglio nei
correnti
• Il diametro del corrente (per cui si assume sezione circolare) che caratterizza il modulo
resistente e la resistenza al taglio
• L’interasse tra i traversi, che interviene nella determinazione del momento flettente

Si è scelto allora di impiegare per la presente opera legname di tipo castagno D24, di cui ci si
limita qui a ricordare i valori caratteristici di resistenza da impiegare nelle verifiche.

Caratteristiche meccaniche D24


Flessione fm,k [MPa] 28
Trazione // ft,0k [MPa] 17
Compressione // fc, 0k [MPa] 22

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Compressione ± fc, 90 k [MPa] 7,3


Taglio fv,k [MPa] 4
Modulo di elasticità E // [MPa] 12500
Modulo di elasticità E ± [MPa] 830
Modulo di taglio G [MPa] 780
Densità caratteristica [kN/mc] 4,85

Si è scelto inoltre di impiegare pali a sezione circolare aventi diametro nominale pari a 22cm.

Verifica a flessione dei correnti interni

La sollecitazione a flessione che il terreno esercita sul corrente interno dipende dalla spinta del
terreno. Il dimensionamento avviene considerando la spinta massima della terra, considerata
quale carico distribuito sull’intera lunghezza del corrente (tra due traversi successivi). A tale spinta
devono essere aggiunti i sovraccarichi dovuti al traffico sullo stradello posto in sommità, e tutti
gli altri sovraccarichi che possono interessare la struttura durante la sua vita. E’ da sottolineare
che, un sovraccarico è comunque da considerarsi nei calcoli, per tenere conto degli interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria sull’opera stessa, ed è supposto pari a 2,5KN/mq.

La spinta totale così ottenuta genera un momento flettente il cui valore massimo dipende dal tipo
di chiodatura che vincola correnti e traversi.
Infatti per chiodature di tipo “passante” il corrente potrà essere assimilato ad una trave incastrata
agli estremi, mentre per chiodature di tipo “tangenziale” sarà assimilato ad una trave appoggiata
agli estremi. In assenza di indicazioni specifiche si considerano nel calcolo chiodature di tipo
tangenziale, che risultano essere maggiormente cautelative, anche per tenere conto delle
condizioni di vincolo di estremità.

Il momento flettente è contrastato dal modulo resistente della sezione del corrente, assunta
circolare, in funzione del diametro della medesima.
Il rapporto tra momento flettente e modulo resistente è la sollecitazione di flessione
corrispondente a quella spinta e per quel diametro, che deve essere confrontata con la
sollecitazione massima ammissibile per l’essenza considerata.

La spinta del terreno sul corrente più basso della palificata risulta pari a:

𝑝𝑝𝑎𝑎 = 𝐾𝐾𝑎𝑎 ∗ 𝛾𝛾 ∗ 𝑧𝑧

Dove pa è la spinta attiva dovuta al terreno alla profondità generica z


g è il peso specifico del terreno di riempimento
1−sin 𝜑𝜑
Ka è il coefficiente di spinta attiva calcolato 𝐾𝐾𝑎𝑎 =
1+sin 𝜑𝜑

𝑃𝑃𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 = 𝑝𝑝𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ (𝐷𝐷𝐷𝐷𝐷𝐷)

Dove pmax è il valore di pa calcolato alla profondità z pari alla massima (nel caso specifico
2,5 m) e cui si è sommata la combinazione dei sovraccarichi più gravosa
D è il diametro dei pali impiegati
I è l’interasse tra i pali (nel caso specifico pari al diametro)

Si ottiene allora:
𝑃𝑃𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 = 8,7𝐾𝐾𝐾𝐾/𝑚𝑚

Da cui si ottiene il massimo momento sollecitante sul corrente

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𝑃𝑃𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ 𝐿𝐿2
𝑀𝑀𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 = = 6,8𝐾𝐾𝐾𝐾𝐾𝐾
8

Dove L rappresenta l’interasse tra gli appoggi del corrente, perciò la larghezza del modulo
elementare costituente la palificata doppia.

La verifica a flessione è allora soddisfatta se

1,3 𝑀𝑀𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 1,3 𝑀𝑀𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 𝑘𝑘𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ 𝑓𝑓𝑚𝑚𝑚𝑚


𝜎𝜎𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚.𝑆𝑆𝑆𝑆 = = 3 = 8,4𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ≤ 𝑓𝑓𝑚𝑚𝑚𝑚 = = 16.8𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚
𝑊𝑊 𝜋𝜋 ∗ 𝐷𝐷 𝛾𝛾𝑀𝑀
32

La verifica a flessione risulta quindi soddisfatta.

Verifica a taglio dei correnti interni


La sollecitazione a taglio che il terreno esercita sul corrente interno in corrispondenza dei
vincoli dipende dalla spinta del terreno. Il dimensionamento avviene considerando la spinta
massima della terra. La reazione di taglio dipende dalla sezione del corrente e quindi dal tipo
di chiodatura che vincola correnti e traversi.
Infatti, a parità di diametro, per chiodature di tipo “passante” la sezione resistente sarà
pari alla metà di quella relativa a chiodature di tipo “tangenziale”. Si considera perciò il caso
più cautelativo.

La sollecitazione di taglio agente agli appoggi del corrente è pari a

𝑃𝑃𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ 𝐿𝐿
𝑉𝑉𝑒𝑒𝑒𝑒 = = 11𝐾𝐾𝐾𝐾
2

La verifica a taglio è allora soddisfatta se

1,3 𝑉𝑉𝑒𝑒𝑒𝑒 𝑘𝑘𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ 𝑓𝑓𝑣𝑣𝑣𝑣


𝜏𝜏𝑑𝑑 = = 0,37𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ≤ 𝑓𝑓𝑣𝑣𝑣𝑣 = = 2.48𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚
𝐴𝐴𝑣𝑣 𝛾𝛾𝑀𝑀

La verifica a taglio risulta quindi soddisfatta

Verifica a trazione dei traversi

La sollecitazione a taglio negli appoggi dei correnti, si traduce in una sollecitazione di


trazione in senso parallelo alle fibre nei traversi. Perciò

𝑁𝑁𝑒𝑒𝑒𝑒 = 𝑉𝑉𝑒𝑒𝑒𝑒 ∗ 2

Anche in questo caso conviene considerare come sezione resistente quella ridotta per
effetto delle chiodature passanti.
La verifica a trazione è allora soddisfatta se

1,3 𝑁𝑁𝑒𝑒𝑒𝑒 𝑘𝑘𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ 𝑓𝑓𝑡𝑡0𝑘𝑘


𝜎𝜎𝑡𝑡0𝑑𝑑 = = 0,74𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ≤ 𝑓𝑓𝑡𝑡0𝑑𝑑 = = 10.2𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚
𝐴𝐴𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟𝑟 𝛾𝛾𝑀𝑀

La verifica a trazione nei traversi risulta quindi soddisfatta

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Verifica a taglio dei pali pilota

I pali pilota sono disposti lungo il lato maggiore della palificata doppia, con interasse pari
a 2,5 m. Nonostante le verifiche di stabilità esterna alla palificata assicurino la verifica a
scorrimento della struttura pur senza porre in forza i pali pilota, si sceglie di dimensionare
questi assegnandogli comunque parte del compito di impedire lo scorrimento della palificata
rispetto al piano di posa; per tale motivo, arbitrariamente, ed a favore di sicurezza, si assegna
a questi una quota pari al 50% della spinta attiva del terreno retrostante la palificata additivata
dei sovraccarichi.

La spinta attiva del terreno è allora valutata come:

1
𝑆𝑆𝑎𝑎 = 𝐾𝐾 ∗ 𝛾𝛾 ∗ 𝐻𝐻2 = 20𝐾𝐾𝐾𝐾/𝑚𝑚
2 𝑎𝑎

Avendo supposto l’interasse I tra i pali pilota pari a 2,5m, lo sforzo di taglio cui ciascun
palo dovrà resistere è pari a:

𝑉𝑉𝑒𝑒𝑒𝑒 = 𝑆𝑆𝑎𝑎 ∗ 50% ∗ 𝐼𝐼 = 25𝐾𝐾𝐾𝐾

Mediante calcoli analoghi a quelli eseguiti al punto 2, ma considerando la sezione non


parzializzata dal tipo di giunto, si ottiene:

𝜏𝜏𝑑𝑑 = 0,65𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚

La verifica a taglio risulta quindi soddisfatta

Verifiche di stabilità
Per la verifica a slittamento, ribaltamento e stabilità globale della palificata doppia si è fatto uso
del software Geomurus della ACCA Software simulando un blocco rigido di terreno alleggerito
(gabbionata in terra e legno) di opportune dimensioni. Tale verifica è da intendersi cautelativa
perchè non tiene conto della resistenza offerta dai pali pilota infissi e considera quindi solo l'azione
a gravità.

La verifica è stata svolta utilizzando i coefficienti sismici per opera di sostegno rigida (kh=0,252;
kv=0,161).
Tutte le verifiche svolte col software Geomurus sono riportate nell’elaborato dedicato ai tabulati
di calcolo: tutte le analisi effettuate risultano verificare le condizioni di sicurezza ai sensi delle
NTC.

Altezza versante H= 5,2 m;


Lunghezza palificata L= 3,5 m;
Larghezza palificata b= 2,2m;
Altezza palificata h= 4,8 m;
Contropendenza palificata a=5 °;
Inclinazione terreno sovrastante b~10 °;
Sovraccarico Qso=0,20 kg/m2;
CARATTERISTICHE DEL TERRENO
Tipo terreno Terra sciolta umida
Peso specifico g
t=1800 kg/m3;
Angolo di attrito interno j=25°;
MATERIALI UTILIZZATI
Tipo Legno CASTAGNO;
Peso specifico g

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l=620 kg/m3;
Resistenza samm = 800 kg/cm2
Sezione pali longitudinali circolare, diametro 22 cm;
Sezione pali trasversali circolare, diametro 22 cm;
Chiodature ferro B450C f12 lunghezza 40 cm;
Talee Salice ripaiolo Ligustro da 2,8 m;
Piantine radicate Biancospino.

VERIFICHE DI STABILITA’ GLOBALE

Si rimanda alla relazione dello studio Geoprogetti.

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