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COMMITTENTE:
UBICAZIONE:
ELABORATO:
OGGETTO:
RCS
ALLEGATO:
Il Progettista
Secondo quanto rilevabile dalla Relazione geologico-geotecnica, sulla base dei dati derivati dalle
indagini geognostiche e sismiche, sono state formulate alcune ipotesi di intervento per la
stabilizzazione della sede stradale e la messa in sicurezza del sottostante versante.
Queste sono state successivamente analizzate eseguendo verifiche di stabilità nello stato di
progetto.
In prima battuta sono stati simulati solo interventi di ingegneria naturalistica del tipo palificata
doppia in legname, previste a due diverse quote: immediatamente a valle della strada ed in
posizione mediana rispetto al corpo di frana.
Sono state anche simulate soluzioni con gabbionate in pietrame nella zona immediatamente
sottostante la viabilità.
Tuttavia queste soluzioni progettuali non hanno soddisfatto gran parte delle verifiche di stabilità
eseguite.
Nel proseguo delle analisi è stata quindi sostituita l'opera di ingegneria naturalistica prevista nella
parte alta con un muro in c.a. ancorato su pali.
Per la parte mediana del versante, è stata invece mantenuta la palificata doppia in legname
ancorata su pali pilota anch'essi in legname.
La doppia cortina di pali verticali portanti la soletta di fondazione è stata sostituita da una palificata
“a cavalletto”, vale a dire da una serie di coppie di pali di cui uno verticale e l’altro inclinato, per
trasferire i carichi verticali in profondità ed al contempo traferire le spinte orizzontali ai terreni
sottostanti la strada mediante tiranti passivi, sempre realizzati con micropali.
Questa diversa tecnica e modalità esecutiva ha consentito di ridurre l’altezza del muro di
contenimento al di sotto della strada (previsto di altezza variabile da 1,60 – 3,00 m) ad 1,60 m
costante, pur emergendo di circa 15 cm dal piano viario, per garantire che le acque raccolte sulla
strada non si riversino, incontrollate, sulla scarpata sottostante.
Come visibile nella sezione sottostante, i pali inclinati andranno ad ancorarsi nelle argille
sovraconsolidate, attraversando le ghiaie del rilevato stradale.
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Data: Novembre 2017
La gradonatura del versante, eseguita partendo dal basso, consente il completo riutilizzo di tutto
il materiale presente in loco, permette di lavorare per l’esecuzione dei pali su una pista certamente
più stabile perché ottenuta con materiale rimaneggiato ed opportunamente costipato, e consente
di raggiungere quote più elevate (fino alla strada esistente) grazie al fatto che la riprofilatura della
scarpata può sovrapporsi alla palificata doppia in legname, perché già realizzata.
Tale gradonatura segue, comunque, l’andamento dimensionale indicato nella relazione geologico-
tecnica, mantenendo il rapporto fra la larghezza della banche ed il loro dislivello.
Anche lo sbancamento al di sotto della sede viaria è stato ridotto, minimizzando così gli effetti
collaterali sulla strada durante l’esecuzione dei lavori.
La strada dovrà comunque essere provvisoriamente spostata verso ovest per allontanare il traffico
veicolare durante i lavori, sfruttando l’allargamento esistente o prevedendo un senso unico
alternato controllato da impianto semaforico.
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Data: Novembre 2017
PARATIA DI MICROPALI
E’ stata svolta l’analisi strutturale della paratia avvalendosi del software SPW della Geostru,
dedicato all’analisi di paratie. Il muro in cemento armato posto in sommità della paratia è stato
fittiziamente modellato mediante un prolungamento dei micropali verticali oltre il cordolo di
collegamento con i micropali inclinati, riproducendo così le sollecitazioni della situazione di
progetto.
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Data: Novembre 2017
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Data: Novembre 2017
Dai risultati delle elaborazioni del software SPW si deduce che la sollecitazione alla quota della
base del muro a mensola è pari a circa 31 kNm/m.
D’altra parte la resistenza unitaria della sezione del muro progettato è pari a quasi 60 kN come
calcolato con il software VCASLU.
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Data: Novembre 2017
PALIFICATA DOPPIA
Strutture di questo tipo presentano inoltre un notevole grado di flessibilità che permette loro di
assorbire cedimenti differenziali e cedimenti a medio-lungo termine, senza mettere in crisi la
stabilità globale dell'intera opera.
La palificata a doppia parete è una struttura autoportante che può svolgere una funzione di
sostegno, di contenimento e consolidamento strutturale dei pendii: queste strutture possono
svolgere un’azione più efficace rispetto alle tecnologie tradizionali in quanto possono sopportare
piccoli assestamenti del terreno, non necessitano di una struttura di fondazione, possono essere
messe in opera anche su pendii di difficile accesso, sono più leggere e si inseriscono in modo
ottimale nell’ambiente.
La palificata avrà larghezza e altezza pari a 2,5 m e sarà ancorata al terreno in posto con pali
pilota in castagno ad interasse di 2,5 m.
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Data: Novembre 2017
Il reticolo di pali verrà riempito dai terreni già franati e da quelli precedentemente sbancati.
L'opera così realizzata risulta in grado di sostenere elevate spinte dei terreni verso valle grazie al
suo effetto “a gravità” oltreché all'azione stabilizzante del reticolo di pali.
Dal punto di vista idraulico l'opera rappresentata costituisce anche un valido sistema di drenaggio
delle acque di infiltrazione.
La tutela dall'erosione da deflusso superficiale potrà essere garantita col rapido reinverdimento
dello spazio compreso tra le due palificate doppie con specie vegetali aventi particolari
caratteristiche stabilizzanti e coprenti.
Si assume di impiegare per ciascuno degli ordini strutturali (correnti, traversi e pali pilota) pali in
legno massello di tipo D24 in essenza di castagno, ed aventi diametro minimo pari a 22cm.
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Data: Novembre 2017
MATERIALI UTILIZZATI
Tipo Legno CASTAGNO;
Peso specifico 6,2 kN/m3;
Resistenza D24
In questa sede si intende procedere unicamente alle verifiche di stabilità interne all’opera; in
particolare ci si occuperà di eseguire le verifiche interne indispensabili al fine di garantire una
adeguata funzionalità dell’opera, anche nel periodo immediatamente successivo alla realizzazione.
Ci occuperemo perciò di eseguire:
1. La verifica a flessione dei correnti interni
2. La verifica al taglio dei correnti in prossimità delle chiodature
3. La verifica a trazione dei traversi
4. La verifica a taglio dei pali pilota
La prima delle verifiche permette di dimensionare il diametro dei correnti interni e l’interasse tra
i traversi in maniera che gli elementi longitudinali non cedano a causa delle sollecitazioni di
flessione prodotte dalla spinta del terreno retrostante.
La seconda verifica riguarda il corretto dimensionamento della sezione dei correnti in modo che
resistano opportunamente alle sollecitazioni di taglio in prossimità dei vincoli, ovvero delle
chiodature corrente-traverso.
La terza verifica assicura che la sezione dei traversi sia sufficiente a sopportare lo sforzo di
trazione imposto dalle sollecitazioni di taglio ai vincoli dei correnti.
Infine, l’ultima delle quattro verifiche ha lo scopo di mostrare l’adeguatezza della sezione dei pali
pilota a sopportare le azioni taglienti necessarie ad assicurare la stabilità a scorrimento del
manufatto.
Si è scelto allora di impiegare per la presente opera legname di tipo castagno D24, di cui ci si
limita qui a ricordare i valori caratteristici di resistenza da impiegare nelle verifiche.
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Data: Novembre 2017
Si è scelto inoltre di impiegare pali a sezione circolare aventi diametro nominale pari a 22cm.
La sollecitazione a flessione che il terreno esercita sul corrente interno dipende dalla spinta del
terreno. Il dimensionamento avviene considerando la spinta massima della terra, considerata
quale carico distribuito sull’intera lunghezza del corrente (tra due traversi successivi). A tale spinta
devono essere aggiunti i sovraccarichi dovuti al traffico sullo stradello posto in sommità, e tutti
gli altri sovraccarichi che possono interessare la struttura durante la sua vita. E’ da sottolineare
che, un sovraccarico è comunque da considerarsi nei calcoli, per tenere conto degli interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria sull’opera stessa, ed è supposto pari a 2,5KN/mq.
La spinta totale così ottenuta genera un momento flettente il cui valore massimo dipende dal tipo
di chiodatura che vincola correnti e traversi.
Infatti per chiodature di tipo “passante” il corrente potrà essere assimilato ad una trave incastrata
agli estremi, mentre per chiodature di tipo “tangenziale” sarà assimilato ad una trave appoggiata
agli estremi. In assenza di indicazioni specifiche si considerano nel calcolo chiodature di tipo
tangenziale, che risultano essere maggiormente cautelative, anche per tenere conto delle
condizioni di vincolo di estremità.
Il momento flettente è contrastato dal modulo resistente della sezione del corrente, assunta
circolare, in funzione del diametro della medesima.
Il rapporto tra momento flettente e modulo resistente è la sollecitazione di flessione
corrispondente a quella spinta e per quel diametro, che deve essere confrontata con la
sollecitazione massima ammissibile per l’essenza considerata.
La spinta del terreno sul corrente più basso della palificata risulta pari a:
𝑝𝑝𝑎𝑎 = 𝐾𝐾𝑎𝑎 ∗ 𝛾𝛾 ∗ 𝑧𝑧
Dove pmax è il valore di pa calcolato alla profondità z pari alla massima (nel caso specifico
2,5 m) e cui si è sommata la combinazione dei sovraccarichi più gravosa
D è il diametro dei pali impiegati
I è l’interasse tra i pali (nel caso specifico pari al diametro)
Si ottiene allora:
𝑃𝑃𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 = 8,7𝐾𝐾𝐾𝐾/𝑚𝑚
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Data: Novembre 2017
𝑃𝑃𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ 𝐿𝐿2
𝑀𝑀𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 = = 6,8𝐾𝐾𝐾𝐾𝐾𝐾
8
Dove L rappresenta l’interasse tra gli appoggi del corrente, perciò la larghezza del modulo
elementare costituente la palificata doppia.
𝑃𝑃𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚 ∗ 𝐿𝐿
𝑉𝑉𝑒𝑒𝑒𝑒 = = 11𝐾𝐾𝐾𝐾
2
𝑁𝑁𝑒𝑒𝑒𝑒 = 𝑉𝑉𝑒𝑒𝑒𝑒 ∗ 2
Anche in questo caso conviene considerare come sezione resistente quella ridotta per
effetto delle chiodature passanti.
La verifica a trazione è allora soddisfatta se
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Data: Novembre 2017
I pali pilota sono disposti lungo il lato maggiore della palificata doppia, con interasse pari
a 2,5 m. Nonostante le verifiche di stabilità esterna alla palificata assicurino la verifica a
scorrimento della struttura pur senza porre in forza i pali pilota, si sceglie di dimensionare
questi assegnandogli comunque parte del compito di impedire lo scorrimento della palificata
rispetto al piano di posa; per tale motivo, arbitrariamente, ed a favore di sicurezza, si assegna
a questi una quota pari al 50% della spinta attiva del terreno retrostante la palificata additivata
dei sovraccarichi.
1
𝑆𝑆𝑎𝑎 = 𝐾𝐾 ∗ 𝛾𝛾 ∗ 𝐻𝐻2 = 20𝐾𝐾𝐾𝐾/𝑚𝑚
2 𝑎𝑎
Avendo supposto l’interasse I tra i pali pilota pari a 2,5m, lo sforzo di taglio cui ciascun
palo dovrà resistere è pari a:
𝜏𝜏𝑑𝑑 = 0,65𝑁𝑁/𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚𝑚
Verifiche di stabilità
Per la verifica a slittamento, ribaltamento e stabilità globale della palificata doppia si è fatto uso
del software Geomurus della ACCA Software simulando un blocco rigido di terreno alleggerito
(gabbionata in terra e legno) di opportune dimensioni. Tale verifica è da intendersi cautelativa
perchè non tiene conto della resistenza offerta dai pali pilota infissi e considera quindi solo l'azione
a gravità.
La verifica è stata svolta utilizzando i coefficienti sismici per opera di sostegno rigida (kh=0,252;
kv=0,161).
Tutte le verifiche svolte col software Geomurus sono riportate nell’elaborato dedicato ai tabulati
di calcolo: tutte le analisi effettuate risultano verificare le condizioni di sicurezza ai sensi delle
NTC.
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Data: Novembre 2017
l=620 kg/m3;
Resistenza samm = 800 kg/cm2
Sezione pali longitudinali circolare, diametro 22 cm;
Sezione pali trasversali circolare, diametro 22 cm;
Chiodature ferro B450C f12 lunghezza 40 cm;
Talee Salice ripaiolo Ligustro da 2,8 m;
Piantine radicate Biancospino.
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