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OFFICINA PER LA CITTA’ - GRUPPO 4

SINTESI DEI PROGRAMMI PERLE PRIMARIE

in tema di
Economia, sviluppo e lavoro

A Milano la crisi c’è e si vede.


Cresce la produzione ma non il lavoro, questo è il nostro problema. La Fondazione Welfare è ancora
bloccata dopo un anno: sono soldi accantonati negli anni 70 in base alla contrattazione sindacale. Il
Fondo del comune per contrastare gli effetti della crisi è stato un bluff per far approvare il bilancio: 39
milioni nel 2008, 20 nel 2009, 10 nel 2010, cioè più si estendeva la crisi più diminuiva il fondo! Tra
quanti hanno richiesto l’intervento del fondo costituito dalla Diocesi di Milano, il 76 % sta tra i 30 e i
49 anni, cioè le classi di età che dovrebbero essere le più produttive e godere delle migliori condizioni
ed opportunità. Si rivela una distorsione profonda, una patologia sociale che si accumula nel tempo: se
si vuole uno slogan, è la fine della classe media.
Sono circa 150mila le persone coinvolte dalla crisi a livello occupazionale a Milano e provincia
dall'inizio del 2010, 90mila in cassa integrazione straordinaria e in deroga, 25mila iscritti nelle liste
della mobilità, altri 25mila inoccupati, soprattutto giovani e laureati, e 10mila precari, che fanno capo
soprattutto al mondo della scuola. Il ricorso alla cassa integrazione segna un +213% tra i primi 8 mesi
del 2009 e lo stesso periodo del 2010. In crescita in modo particolare il ricorso alla cassa integrazione
per gli impiegati. Fanno le spese della disoccupazione soprattutto gli under 30, con un tasso del 15,8%,
e i laureati, solo il 63% dei quali trova lavoro entro due anni dalla fine degli studi).
Nel corso del 2009 il tasso di disoccupazione è salito dal 3,8 al 5,8 per cento, con un mancato rinnovo
di 85mila contratti, e ha colpito soprattutto i lavoratori interinali. Quasi un quarto delle persone
riavviate con contratti a progetto nel primo semestre del 2009 proveniva da contratti a tempo
determinato, con un evidente declassamento del lavoro e dello stipendio.
Il tasso di disoccupazione femminile arriva al 6,4%, mentre dal 2009 la crescita della disoccupazione
tocca anche la componente immigrata, che aumenta del 4,6% e arriva all’11%.
Nel corso del 2009 cresce la flessibilizzazione dei contratti: il numero dei contratti a tempo
indeterminato rappresenta il 18,4% del totale (-30,6%; il solo settore in controtendenza: sanità e
assistenza sociale, con il +9,5%), rispetto al 50,6% dei contratti a tempo determinato (-13,6%).
Crescono i contratti di collaborazione (cococo e cocopro: +13,4%), ed esplode il ricorso al lavoro
intermittente (+78,8%).

La nuova qualità dello sviluppo


Il Comune deve essere consapevole che si deve sollecitare e sostenere una trasformazione dell’apparato
produttivo, orientandolo verso cambiamenti strutturali ed adeguati ai mutamenti epocali in corso, come
il sostegno alle fonti energetiche rinnovabili e l’innovazione delle tecnologie e dei materiali, l’impegno
al risanamento ambientale e alla tutela dei beni comuni. E, al tempo stesso, irrobustire i settori e le
attività economiche tradizionale punto di forza sui mercati internazionali.
Milano può essere l’avanguardia di questa trasformazione, nell’interesse di tutto il Paese. Anche a
Milano si deve tornare a produrre beni di alta qualità e servizi competitivi su scala europea, utilizzando
le sinergie prodotte da alcuni grandi scelte, come nel caso della Città della Salute, dove possono essere
collocate strutture produttive e di ricerca nel campo delle tecnologie medicali e farmaceutiche.
Nell’ambito delle grandi trasformazioni urbane, va sollecitata e facilitata la possibilità di realizzare
cluster produttivi in aree da riattrezzare, incentivando la realizzazione di edifici completamente
sostenibili, comprese piste ciclabili, aree verdi: una sorta di sperimentazione/innesco che attragga
l’interesse di imprenditori creativi. Promuovere i Green Biz, con un marchio di qualità ambientale per
negozi, uffici, aziende che si dotano di impianti e programmi di risparmio energetico, riciclaggio,
costruiscono o ristrutturano con modalità e materiali ecosostenibili. Nel Parco Sud e nelle altre aree
parco o naturali realizzare percorsi ed attività turistiche verdi, con i necessari interventi su attrezzature,
mezzi, strutture.
Le aziende partecipate dal Comune sono una importante risorsa per lo sviluppo: operano in settori
strategici e che sono al centro della innovazione tecnico-scientifica, hanno prestigio e proiezione
internazionale, sono un concentrato di competenze di alto livello. Dall’energia ai trasporti alla
creazione di ampie aree wi-fi a supporto dell'imprenditorialità diffusa, dalla gestione dell’acqua ai
rifiuti al sostegno di nuove tecnologie e modalità nel campo energetico per i consumi familiari e di
riscaldamento, le aziende possono diventare una risorsa di straordinaria capacità di ricerca, di sviluppo
innovativo tecnologico e gestionale e così diventare un motore di sviluppo complessivo e di lavoro di
qualità. Tetti solari iniziando con quelli pubblici, teleriscaldamento, analisi energetica e efficientamento
degli edifici, orientamento verso modelli ad emissione zero: questi obiettivi della politica edilizia
pubblica e privata devono trovare nelle aziende comunali il sostegno tecnico e gestionale, nel sistema
universitario il supporto scientifico, nell’economia milanese le imprese, i tecnici e i lavoratori
necessari.
Milano è capitale della moda, del design, dell’industria culturale, è uno straordinario sistema di
conoscenza e di intelligenza collettiva. E il comune sosterrà questo sistema con azioni che aumentino la
attrattività di Milano: ospitalità di studenti, insegnanti, ricercatori, sistema di servizi che aiutino
l’insediamento di aziende, imprese, centri servizi di altri Paesi, svolgimento di incontri e iniziative di
carattere internazionale, un progetto specifico di sviluppo della cultura scientifica, della mediazione
culturale e dell’apprendimento linguistico.

Milano e il lavoro
Milano è anche il più importante patrimonio di capacità, competenze, abilità professionali del Paese.
Qui il lavoro è stato – da sempre – fondamento della libertà e della cittadinanza. Milano è la capitale
del lavoro italiano:i il primo articolo della Costituzione è anima della città.
Tutelare e sviluppare il lavoro, quello dipendente, quello autonomo, quello pubblico, liberarlo dalle
trappole della precarietà, della marginalità per giovani e donne, reagire all’assurdo spreco della
disoccupazione qualificata: il Comune deve
• istituire un Tavolo permanente per le situazioni di crisi e prevedere misure di sostegno ai
lavoratori e alle imprese in crisi temporanea che non licenziano (es. esonero da tasse e tariffe);
• creare un assessorato dedicato, accorpando lavoro, formazione, attività produttive, moda; così
sarà possibile non solo seguire le crisi ma anche dare rappresentanza e forza politica – presso il
Ministero, il Parlamento e le rappresentanze sociali – a tutti quei lavoratori che non hanno forza
contrattuale e hanno una minore tutela dei diritti. Analogo impegno sarà assunto verso categorie
economiche e professionali autonome, dal piccolo commercio alle micro aziende alle migliaia
di nuovi professionisti dei settori non tradizionali;
• sostenere i progetti imprenditoriali nei settori trainanti – green economy, new media, tecnologia,
servizi alla persona, sanità leggera (healthcare) - con particolare attenzione all'imprenditorialità
giovanile e femminile.
• avviare politiche per ampliare la base produttiva a Milano e nella metropoli, attraverso:
- incentivi alle imprese che aumentano l’occupazione femminile e giovanile, che assumono
a tempo indeterminato e contrastano il lavoro nero e irregolare, a partire dall’Expo 2015,
per rimettere in movimento quelle parti della società che appaiono bloccate;
- azioni di contrasto alle delocalizzazioni, anche con interventi che fermino la speculazione
sulle aree relative, annullamento di benefici e contributi alle imprese che delocalizzano;
- costituzione di un centro sperimentale in collaborazione con le facoltà di Economia e di
Ingegneria per l’analisi dei processi di riconversione industriale e produttiva, comprese le
analisi di fattibilità;
- sostegno per la creazione di cooperative o altra forma associativa tra lavoratori, con
particolare attenzione alla ricollocazione dei 45/50enni, che potranno godere anche di
finanziamenti alimentati dall’emissione di buoni comunali;
- interventi di arricchimento del capitale umano, valorizzando le realtà esistenti nel campo
delle eccellenze scientifiche, Poli per la ricerca, ecc., per far diventare Milano una Capitale
della scienza e della salute, finanziando borse di studio, convenzioni per residenze, corsi
estivi per neolaureati, per far arrivare a Milano studenti e ricercatori stranieri in misura
superiore al 10%, con l’avvio di uno Sportello internazionale, in collegamento con le
principali città del mondo;
- in collaborazione con le Università, realizzazione di Cantieri del lavoro, in cui neolaureati
– ma anche neodiplomati – possano per tre anni disporre gratuitamente di spazi e servizi di
coworking e facilitare così l’avvio di esperienze di impresa;
- riqualificazione dei mercati comunali e valorizzazione e sostegno alle piccole imprese
artigiane;
- sostegno alla imprenditoria femminile, con contributi per l’apertura di nuove aziende e
crediti a tasso agevolato;
- sostegno all’occupazione femminile attraverso flessibilità degli orari, part time, lavoro a
distanza;
- sviluppo di servizi per l’orientamento al lavoro degli immigrati, sostegno alla
autoimprenditorialità e interventi di microcredito.

Gli strumenti per le politiche economiche


Gli strumenti necessari non sono esclusivamente del comune e spesso il ruolo di Milano sarà di
pressione politica e istituzionale verso Regione. Parlamento e Governo: tuttavia, realizzeremo:
- AGENZIA PER LO SVILUPPO, anche in connessione con Expo, per realizzare da un lato un
nucleo per la gestione e il supporto alle crisi aziendali che intervenga sulle dimensioni
complessive delle crisi, organizzativa, finanziaria commerciale, ecc., dall’altro per fare regìa
delle esperienze in corso dei poli di incubatori di impresa.
- SPORTELLO UNICO PER IL CITTADINO, perché il cittadino abbia a disposizione un punto
di riferimento certo e di facile accesso, articolato in sportello sociale – ampiamente diffuso nei
quartieri, come punto unico di accesso all’insieme dei servizi comunali (implica backstage
organizzato) – sul modello di quello per le imprese, ed in sportello sociale per il lavoro.
- AGENZIA PER IL LAVORO, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta e far evolvere in
modo coerente esigenze ed aspirazioni con le necessità dell’apparato produttivo; per coordinare
un progetto di formazione degli immigrati a partire dai corsi di apprendimento della lingua; per
coordinare gli interventi di assistenza e sostegno.

Il lavoro autonomo
Per quanto riguarda le attività economiche e le professioni autonome, artigiani, commercianti,
professionisti, lavoratori autonomi dei servizi hanno bisogno di una politica complessiva, dalla
formazione al credito, dalla tassazione alle condizioni di avvio della attività. Il Comune può favorire
intese - anche con la funzione di cogarante - tra le associazioni rappresentative delle categorie e delle
professioni, la Camera di Commercio e gli istituti di credito per ottenere:
1. l’erogazione di credito a tasso molto basso a fronte di ritardi – anche prolungati – di pagamento
di fatture già emesse e prestazioni già eseguite – per evitare che si diffondano insolvenze a
catena, pregiudicando così attività commerciali, artigianali, professionali valide
economicamente e qualitativamente;
2. misure di finanziamento e erogazione di credito a fronte di progetti industriali ed economici
anche se non supportati da garanzie reali dei proponenti, per sfuggire alle “trappole all’accesso”
e fare fronte alle difficoltà temporanee anche ponendo una barriera al ricorso, per disperazione,
a capitali usurari il cui spazio di allarga quando il credito si fa difficile;
3. porre tra le condizioni l’esclusione dal beneficio esclusivamente in caso di accertato ricorso a
lavoro nero o irregolare ovvero a irregolarità fiscali e contributive;
4. a determinare le priorità nei casi di imprenditoria femminile e giovanile e di ricorso ad
assunzioni a tempo indeterminato.

Il comune, dal canto suo, dovrà:


1. concedere, d’intesa con l’Aler, gli spazi commerciali e a laboratorio disponibili a costi
contenuti per l’apertura di attività artigianali e di servizi, per favorire la ripresa economica
diffusa sul territorio comunale;
2. realizzare analoghe intese con le proprietà private di stabili e vani sfitti, di cui c’è ampia
presenza a Milano;
3. costruire, nell’ambito del rilancio delle politiche formative e per i giovani, anche rilanciando la
funzione delle scuole civiche, occasioni reali di formazione/lavoro per il mantenimento e
l’estensione del patrimonio di competenze artigianali;
4. integrare, con un ruolo specifico dei consigli di zona, le reti sociali dei quartieri, per fare
emergere bisogni ed esigenze sociali cui rispondere sollecitando la nascita di imprese che diano
le risposte necessarie;
5. intervenire attraverso So.Ge.Mi. e i mercati comunali, con la diminuzione dei costi di spazi e
servizi per contribuire a ridurre i prezzi al consumatore, e facilitando la “filiera corta”, nel
rapporto tra produttori del territorio e venditore al dettaglio, distribuendo i prodotti del distretto
agricolo milanese ai bancarellisti (con quantitativi già pre-ordinati su Internet e via telefono),
nei mercati rionali della città e sui tavoli di Milano Ristorazione. I prodotti locali saranno
selezionati e certificati da So.Ge.MI e rappresenteranno così un nuovo assortimento di prodotti
di qualità preselezionati: occasione di nuovo sviluppo e nuovo lavoro.

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