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Economia, sviluppo e lavoro
Milano e il lavoro
Milano è anche il più importante patrimonio di capacità, competenze, abilità professionali del Paese.
Qui il lavoro è stato – da sempre – fondamento della libertà e della cittadinanza. Milano è la capitale
del lavoro italiano:i il primo articolo della Costituzione è anima della città.
Tutelare e sviluppare il lavoro, quello dipendente, quello autonomo, quello pubblico, liberarlo dalle
trappole della precarietà, della marginalità per giovani e donne, reagire all’assurdo spreco della
disoccupazione qualificata: il Comune deve
• istituire un Tavolo permanente per le situazioni di crisi e prevedere misure di sostegno ai
lavoratori e alle imprese in crisi temporanea che non licenziano (es. esonero da tasse e tariffe);
• creare un assessorato dedicato, accorpando lavoro, formazione, attività produttive, moda; così
sarà possibile non solo seguire le crisi ma anche dare rappresentanza e forza politica – presso il
Ministero, il Parlamento e le rappresentanze sociali – a tutti quei lavoratori che non hanno forza
contrattuale e hanno una minore tutela dei diritti. Analogo impegno sarà assunto verso categorie
economiche e professionali autonome, dal piccolo commercio alle micro aziende alle migliaia
di nuovi professionisti dei settori non tradizionali;
• sostenere i progetti imprenditoriali nei settori trainanti – green economy, new media, tecnologia,
servizi alla persona, sanità leggera (healthcare) - con particolare attenzione all'imprenditorialità
giovanile e femminile.
• avviare politiche per ampliare la base produttiva a Milano e nella metropoli, attraverso:
- incentivi alle imprese che aumentano l’occupazione femminile e giovanile, che assumono
a tempo indeterminato e contrastano il lavoro nero e irregolare, a partire dall’Expo 2015,
per rimettere in movimento quelle parti della società che appaiono bloccate;
- azioni di contrasto alle delocalizzazioni, anche con interventi che fermino la speculazione
sulle aree relative, annullamento di benefici e contributi alle imprese che delocalizzano;
- costituzione di un centro sperimentale in collaborazione con le facoltà di Economia e di
Ingegneria per l’analisi dei processi di riconversione industriale e produttiva, comprese le
analisi di fattibilità;
- sostegno per la creazione di cooperative o altra forma associativa tra lavoratori, con
particolare attenzione alla ricollocazione dei 45/50enni, che potranno godere anche di
finanziamenti alimentati dall’emissione di buoni comunali;
- interventi di arricchimento del capitale umano, valorizzando le realtà esistenti nel campo
delle eccellenze scientifiche, Poli per la ricerca, ecc., per far diventare Milano una Capitale
della scienza e della salute, finanziando borse di studio, convenzioni per residenze, corsi
estivi per neolaureati, per far arrivare a Milano studenti e ricercatori stranieri in misura
superiore al 10%, con l’avvio di uno Sportello internazionale, in collegamento con le
principali città del mondo;
- in collaborazione con le Università, realizzazione di Cantieri del lavoro, in cui neolaureati
– ma anche neodiplomati – possano per tre anni disporre gratuitamente di spazi e servizi di
coworking e facilitare così l’avvio di esperienze di impresa;
- riqualificazione dei mercati comunali e valorizzazione e sostegno alle piccole imprese
artigiane;
- sostegno alla imprenditoria femminile, con contributi per l’apertura di nuove aziende e
crediti a tasso agevolato;
- sostegno all’occupazione femminile attraverso flessibilità degli orari, part time, lavoro a
distanza;
- sviluppo di servizi per l’orientamento al lavoro degli immigrati, sostegno alla
autoimprenditorialità e interventi di microcredito.
Il lavoro autonomo
Per quanto riguarda le attività economiche e le professioni autonome, artigiani, commercianti,
professionisti, lavoratori autonomi dei servizi hanno bisogno di una politica complessiva, dalla
formazione al credito, dalla tassazione alle condizioni di avvio della attività. Il Comune può favorire
intese - anche con la funzione di cogarante - tra le associazioni rappresentative delle categorie e delle
professioni, la Camera di Commercio e gli istituti di credito per ottenere:
1. l’erogazione di credito a tasso molto basso a fronte di ritardi – anche prolungati – di pagamento
di fatture già emesse e prestazioni già eseguite – per evitare che si diffondano insolvenze a
catena, pregiudicando così attività commerciali, artigianali, professionali valide
economicamente e qualitativamente;
2. misure di finanziamento e erogazione di credito a fronte di progetti industriali ed economici
anche se non supportati da garanzie reali dei proponenti, per sfuggire alle “trappole all’accesso”
e fare fronte alle difficoltà temporanee anche ponendo una barriera al ricorso, per disperazione,
a capitali usurari il cui spazio di allarga quando il credito si fa difficile;
3. porre tra le condizioni l’esclusione dal beneficio esclusivamente in caso di accertato ricorso a
lavoro nero o irregolare ovvero a irregolarità fiscali e contributive;
4. a determinare le priorità nei casi di imprenditoria femminile e giovanile e di ricorso ad
assunzioni a tempo indeterminato.