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ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE

l'acquisto di proprie azioni da parte della società può avvenire senza compromettere
le festività del capitale sociale. Il dato normativo infatti subordina tale acquisto ad
una condizione imprescindibile e cioè che la società abbia riserve disponibili e utili
distribuibili
la norma italiana ha recepito un aspetto facoltativo della direttiva comunitaria ed ha
previsto che quando vengono utilizzate riserve per acquistare azioni proprie tali
riserve devono essere riqualificate cioè devono essere definite "RISERVE DA
ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE”, in realtà è molto dubbio che tali riserve siano
delle parti reali di patrimonio netto sono più che altro delle voci di rettifica di
elementi patrimoniali rappresentati dalle azioni proprie. Non si tratta di una soluzione
imposta dal legislatore comunitario e neanche presa in considerazione dei principi
contabili internazionali. Il principio contabile internazionale 32 dispone che le azioni
proprie o non devono essere indicate in bilancio oppure deve essere indicata
attribuendo il valore simbolico pari ad un dollaro; di esse si dà notizia nella nota
integrativa o nel sotto bilancio ovvero nella parte finale del bilancio: si tratta di una
soluzione obbligatoria per le società quotate le quali devono redigere bilanci annuali
consolidati seguendo questa modalità di rappresentazione contabile.
una pluralità di ragioni potrebbero spingere una società a decidere l'acquisto di azioni
proprie alcune delle quali sono tipiche della S.p.A. altre potrebbero essere
tranquillamente adattate alla Srl tra queste ultime vi sono:
1. riduzione del capitale sociale: si acquistano nuove azioni per poi eliminarle,
riducendo il capitale sociale x la parte ad esse corrispondente;
2. facilitare l'uscita del socio;
3. mantenere proprie azioni in portafoglio nella prospettiva di un'operazione di
fusione, o scissione, eccetera.
ragioni tipiche delle S.p.A. quotate in borsa:
1. per sostenere i corsi di borsa: potrebbe ricorrere quando l'andamento del
mercato è sofferente: la società interviene aumentando la domanda delle sue
azioni conseguentemente il prezzo delle stesse aumenta;
2. effettuare un investimento;
3. tecnica difensiva rispetto al lancio di un Opa in quanto aumentando la
domanda di azioni della società il prezzo delle stesse aumenta: pertanto a
parità di condizioni lo Opa diviene più onerosa.

In realtà l'acquisto di azioni proprie porta numerosi pericoli:


-speculazione del mercato;
-danno alle minoranze;
-accrescimento del potere degli amministratori, decurtazione del potere ai soci
per tanta rischio di una costituzione di una società fondazionalmente strutturata
(ovvero che abbia una struttura simile a quella di una fondazione dove esiste
soltanto un organo gestorio);
-scelta dell'acquirente
La legge fronteggia tali pericoli attraverso diverse prescrizioni

1: PASSAGGIO OBBLIGATO DALLA BASE AZIONARIA


l'acquisto di azioni proprie non può essere effettuato dagli amministratori senza
autorizzazione da parte dei soci, si tratta dell'autorizzazione in senso tecnico ovvero
di quell'atto formale necessario per consentire a qualcuno di esercitare il suo potere.
In quest'atto devono essere indicate le condizioni alle quali l'operazione può avvenire,
circoscrivendo in tal modo la discrezionalità amministrativa.
Il tempo di validità dell’autorizzazione nel nostro ordinamento è pari a 18 mesi a
differenza dell'ordinamento comunitario dove lottizzazione validità di cinque anni.
Per motivi del tutto speculari anche l'operazione di vendita delle azioni in portafoglio
dev'essere autorizzata dall'assemblea dei soci.
A norma dell'articolo 2357 ter l'assemblea deve autorizzare la disposizione delle
azioni in portafoglio pertanto si possono autorizzare contestualmente entrambe le
operazioni. l'assemblea dei soci può soltanto autorizzare o meno il compimento
dell'operazione perché la decisione nel concreto di porre in essere o meno
l'operazione rientra esclusivamente nelle competenze gestorie.

DIRITTO DI VOTO SULLE AZIONI IN PORTAFOGLIO


alla luce dell'articolo 2357 ter il diritto di voto sulle azioni in portafoglio viene
congelato. In realtà la norma precisa che il diritto di voto si sospende, ma le azioni
proprie sono tuttavia computate nel capitale ai fini del calcolo delle quote richieste
per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea: si evita in tal modo che
vengano spostati gli equilibri di potere nella società.

DIRITTO DI OPZIONE SULLE AZIONI IN PORTAFOGLIO


finché le azioni restano in propria della società e sono viene congelato però
l'assemblea può, nel rispetto delle condizioni previste dalle 2357, autorizzare
l'esercizio totale o parziale di tale diritto in sede di aumento di nuove azioni.

DIRITTO AGLI UTILI SULLE AZIONI PROPRIE


gli utili maturati sulle azioni proprie non vengono incassati dalla società ma vengono
distribuiti proporzionalmente a tutte le altre azioni in circolazione.

LIMITE ALL’ACQUISTO DI AZIONI PROPRIE


nelle spa che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio si possono acquistare
azioni proprie fino ad 1/5 del capitale sociale. In passato il limite era più stringente ed
era fissato ad 1/10 del capitale sociale, si tratta di un aumento nell'ottica di rendere le
società italiane meno a credibili e più difendibili rispetto agli attacchi esterni
(esempio: Opa). Permane comunque un limite in quanto attraverso le operazioni sulle
azioni proprie si può modificare l'andamento dei corsi di borsa e quindi se la
possibilità di acquistare tali azioni fosse limitata ci sarebbe un rischio troppo elevato
di alterazione del mercato.
Un limite non sussiste invece per le spa chiuse: si tratta di una naturale conseguenza
di tale tipo societario sotto un duplice aspetto. Innanzitutto non esiste un mercato sul
quale possono scambiarsi le azioni e poi talvolta l'acquisto di azioni proprie da parte
della società è finalizzato a facilitare le operazioni di uscita da parte dei soci
alternativa al recesso del socio. Infatti, se sul mercato non si trova un acquirente
disposto ad acquistare le azioni del socio che vuole uscire dalla società la stessa se
possiede dei mezzi finanziari disponibili può farsi carico delle stesse evitando che il
socio eserciti il diritto di recesso che in alcuni casi può essere fonte di costi per la
società, ovvero quando non ravvisando sul mercato un possibile acquirente delle
azioni del socio residente queste azioni devono essere eliminate con conseguente
diminuzione del capitale sociale, che necessariamente comporta una modifica
dell'atto costitutivo.
l'assenza di una limitazione all'acquisto di azioni proprie per le spa chiuse rende più
concrete e plausibile il rischio di una "società senza soci": essa avrà senz'altro una
durata breve a causa dell'assenza dell'organo vitale: l'assemblea (può durare finché
non deve essere approvato il bilancio). Questo tipo societario potrà avere una più
lunga durata ove si adotti un sistema di governance di tipo dualistico dove molte
decisioni assembleari devono essere prese da un organo definito consiglio di
sorveglianza. Tuttavia l'assenza di soci costituirà nel tempo una causa di scioglimento
della società oppure la causa di una trasformazione in una fondazione.questo tipo
societario rappresenta un problema sotto qualsiasi punto di analisi: sul piano dei terzi,
sul piano la distribuzione degli utili, della destinazione del patrimonio finale ecc…
Le stesse regole valgono laddove le operazioni sulle azioni proprie vengono effettuate
da una società controllante, tuttavia l'articolo 2359 comma tre prevede che in nessun
caso le azioni proprie della società controllata possono eccedere il 10% del capitale
sociale della società controllante: vi è quindi un problema di coordinazione con il
2357 ter, che stabilisce il limite per le spa aperte, in quanto al legislatore è sfuggita la
modifica del 2359.
ALTRE OPERAZIONI DI ASSISTENZA FINANZIARIA

Si verificano ad esempio quando:


-un socio che ha un debito verso la società presta le stesse garanzie le sue
azioni;
-la società concede una garanzia;
-la società finanzia l'acquisto di proprie azioni.
Prima della direttiva 68/2006/CE il diritto comunitario vietava totalmente la
possibilità di effettuare tali operazioni in quanto esse possono dar luogo a problemi di
effettività del capitale sociale; ma col tempo ci si è resi conto che rispondere a questo
problema con un divieto assoluto diventa troppo eccessivo e che la problematica
potrebbe essere risolta adottando la stessa disciplina prevista per l'operazione di
acquisto di azioni proprie: infatti anche le operazioni di assistenza finanziaria sono
consentite a condizione che si usi il patrimonio disponibile.In tema di assistenza
finanziaria il dato normativo è molto singolare infatti l'articolo 2358, al penultimo
comma, vieta l'accettazione di azioni proprie in garanzia da parte della società con
una ratio che ad oggi è ancora oscura mente autorizza le ipotesi in cui la società
accorda garanzia o finanzia l'acquisto di azioni proprie a condizione che ci siano
riserve disponibili.
La ragione per cui il dato normativo è stato interamente modificato autorizzando le
operazioni di assistenza finanziaria riposa nel fatto che il legislatore ha individuato
un'utilità nelle stesse e ce queste possono consentire dei cambiamenti sul piano della
compagine sociale; ma proprio questa stessa utilità potrebbe trasformarsi in un
pericolo per la società in quanto fa aumentare il rischio che la compagine sociale muti
nel modo voluto dagli amministratori: problema che viene risolto nello stesso modo
previsto per l'acquisto di azioni proprie ovvero l'operazione deve essere autorizzata
(in senso tecnico) dall'assemblea straordinaria che delibera a maggioranza qualificata
ovvero dei 2/3. Particolare importanza riveste la fase preassembleare in quanto la
norma si preoccupa affinché il socio sia informato sull'operazione proprio per questo
gli amministratori devono predisporre una relazione contenente:
-Le ragioni di carattere industriale che rendono opportuna l'operazione;
-il fatto che l'operazione avvenga alle condizioni di mercato: ad esempio la
società nell'operare come finanziatore e quindi nel prestare una garanzia deve
farlo al costo praticato da una banca, questo significa che la società deve
valutare il merito di credito del finanziato.
Queste formalità ovvero il passaggio obbligato dell'assemblea straordinaria e le
relazioni degli amministratori non devono essere osservati se l'assistenza finanziaria
viene effettuata nei confronti di dipendenti della società in quanto l'ingresso di questi
nella compagine sociale viene considerato meno pericoloso rispetto all'ingresso di
soggetti esterni

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