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La modulazione è una modifica del segnale da trasmettere a distanza fatta allo scopo di adattarlo alle
caratteristiche del canale di comunicazione, mantenendo però invariata la sua informazione.
La multiplazione è una tecnica che consente di inserire sullo stesso canale più segnali senza interferenza
reciproca
Esaminiamo i motivi che inducono ad effettuare l'operazione della modulazione prima della trasmissione di
un segnale.
Immaginiamo una trasmissione radio, per ipotesi assurda, senza alcuna modulazione, in cui, cioè, la voce
umana, trasformata da un microfono in corrente elettrica, venga irradiata via etere da un'antenna e catturata
tramite un'altra antenna ricevente, da un secondo utente.
La banda utile della voce umana non supera i 5KHz, per cui, senza un'opportuna modulazione, anche la
frequenza delle onde elettromagnetiche irradiata via etere sarebbe la stessa, con una serie di inaccettabili
conseguenze:
Le antenne a filo affinché irradino con efficienza devono essere lunghe dove λ è la
lunghezza d’onda associata al segnale. λ = C /f dove f = frequenza [Hz] e C = velocità della
λ
luce nel vuoto = 3* 108 [m/s]. Facendo il calcolo alla frequenza di 5KHz, = 60 Km e quindi le
antenne, per avere una buona efficienza, dovrebbero essere lunghe 15 Km o 30 Km. A 10 km volano i
Jet di linea !!! Dunque non praticamente realizzabili
Per risolvere il problema si deve traslare (“allocare”) il segnale a frequenza molto alta: supponiamo che
lo stesso segnale di prima sia “portato” a 100 MHz
Essendo la frequenza della trasmissione molto elevata, la lunghezza delle antenne diventa
praticamente possibile, per esempio in FM a 100 MHz, risulta: 75 cm
Conseguentemente la potenza impiegata diventa molto minore.
Le dimensioni del trasmettitore diventano minime, basti guardare quelle contenute all'interno di un
moderno cellulare e cioè qualche centimetro.
Le frequenze sono diverse per ogni trasmissione, quindi sono possibili moltissime trasmissioni
contemporanee senza interferenza reciproca: multiplazione FDM
La privacy è rispettata per il motivo detto sopra.
Chiariti i motivi base che convincono a modulare, vediamo in che cosa consiste la modulazione.
Si tratta di adattare le caratteristiche dello spettro del segnale da trasmettere in modo che possa transitare
bene attraverso il canale e, nel contempo, consentire la multiplazione, cioè la trasmissione contemporanea di
molti segnali sullo stesso canale senza interferenza.
Dunque deve essere sempre presente il segnale informativo, cioè l'informazione da trasmettere sotto forma di
corrente elettrica o di tensione elettrica. Questa prende il nome di modulante.
Deve essere però sempre presente anche un altro segnale, detto portante, che consentirà la traslazione in
frequenza del segnale modulante. La modulante fa variare qualche parametro (ampiezza, frequenza
ecc.) della portante e in tal modo si genera il segnale modulato
Demodulatore Coerente: ha bisogno che la frequenza della portante RICOSTRUITA dal RX sia
perfettamente identica a quella della portante del TX (altrimenti si hanno distorsioni enormi), la fase identica
o quasi (la differenza di fase provoca attenuazione del segnale DE modulato, e un annullamento se arriva a
90°) mentre l’Ampiezza può essere qualunque, compatibilmente con i circuiti del demodulatore
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CLASSIFICAZIONE DELLE MODULAZIONI
Vista la varietà e la generalità delle operazioni connesse con la modulazione, in quanto l'adattamento, per
esempio, del segnale al canale si può intendere e realizzare in modi del tutto diversi a seconda che il segnale
sia analogico o numerico, e che il canale sia un doppino telefonico, una fibra ottica, o l'etere, che hanno
caratteristiche fisiche alquanto differenti, se ne deduce, come conseguenza, che si ha una classificazione delle
modulazioni.
Oltre a quelle elencate sopra ve ne sono ancora altri tipi che vedremo al momento opportuno
MODULAZIONI ANALOGICHE
La modulazione di ampiezza è stata la prima modulazione impiegata nelle trasmissioni via etere da
Guglielmo Marconi agli inizi del secolo scorso, in quanto la più facile da concepire e da realizzare, sia
nella fase di trasmissione che di ricezione, specialmente in quei tempi, quando l'elettronica ancora non
disponeva di apparecchiature specifiche.
Modulare in ampiezza vuol dire far variare l'ampiezza di una portante a radiofrequenza secondo
l'ampiezza di una modulante a bassa frequenza.
Nell'esempio sotto, la voce del presentatore, trasformata in tensione elettrica dal microfono, va a modulare
una portante. In Particolare ne cambia l’ampiezza
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Il segnale modulato generato, viene irradiato nello spazio da un' antenna. In ricezione un semplice
diodo rivela il segnale modulante, la voce umana, e lo porta all'altoparlante che lo riproduce.
E' tuttora impiegata dalla RAI - radiotelevisione italiana, nelle radiodiffusioni nella gamma delle
onde medie fra 0,52 e 1,6 MHz, ma è poco seguita oggi perché molto disturbata in quanto molto
sensibile al rumore. In un prossimo futuro il servizio AM verrà eliminato
Di questo ci si serve per portare, appunto, a distanza l'informazione racchiusa nel segnale a bassa frequenza
detto modulante.
Il segnale portante è costituito da una sinusoide, mentre la modulante è un segnale analogico, che può essere
schematizzato, per semplicità di calcolo, in un'altra sinusoide, per effetto del teorema ( o della Trasformata)
di Fourier per cui un qualsiasi segnale periodico od aperiodico, può sempre considerarsi come la somma di
infinite sinusoidi.
Nello schema seguente sono indicati i tre segnali: modulante, a bassa frequenza, portante, ad alta frequenza,
modulato, con la frequenza della portante, ma l'ampiezza che varia secondo la modulante.
Si ricorda che pulsazione, frequenza e periodo sono legati fra loro: f = 1/ T; ω = 2*π*f e che per la
modulazione si deve realizzare fp >> fm
Per determinare la formula matematica del segnale modulato in ampiezza, ricordiamo che l'ampiezza del
segnale modulato deve variare, partendo dal valore della portante a riposo, secondo la funzione modulante.
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Pertanto il segnale modulato deve risultare:
1. Costruzione grafica che consente di ottenere solo lo spettro di ampiezza, però vale per qualunque
segnale modulante
2. Trattazione matematica (trigonometrica) che è più completa ma molto più elaborata ed è agevole solo
per segnale modulante sinusoidale: noi non lo svilupperemo.
Il primo metodo oltretutto ci sarà molto utile anche in molte altre situazioni. Un prodotto si può eseguire con
il MOLTICATORE ANALOGICO
Modulante Modulato
X G
X
(Segnale
Se uno dei suoi ingessi (la portante in questo caso) è sinusoidale, allora:
Modulante di Ampiezza Vm
Portante di Ampiezza Vp
f
fm fM fp
1. Ribalto verso le frequenze NEGATIVE lo spettro della modulante e dimezzo le ampiezze:
2. Sposto questo “coso” e lo centro sulla portante.
3. Moltiplico le ampiezze del segnale e della sinusoide tra loro e per la costante G del moltiplicatore
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4. Elimino la portante
Vm /2
f
-fM -fm fm fM
G*Vp*Vm /2
Spettro di una modulazione AM a
doppia Banda laterale con Portante
soppressa: DSB-SC
Nel nostro caso però oltre al prodotto vi è ancora una somma con la portante, che è una riga alla frequenza fp
dunque per finire:
Vp
m = G * Vm Indice di modulazione
fm fM fP-fM fp fp+fM
Per m >1 si è in sovramodulazione: occorre allora effettuare una DEMODULAZIONE COERENTE, molto
complicata e costosa: qui non ne vale la pena e NON lo si fa!!
Ricordando la formula di m:
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Potenza Di Un Segnale Modulato In Am
Poiché un segnale modulato in ampiezza è costituito dalla somma di tre armoniche, come si può vedere
chiaramente dal suo spettro nel dominio delle frequenze, la sua potenza, per il TEOREMA DI PARSEVAL
sarà la somma delle potenze delle tre sinusoidi:
Dalla formula appena ricavata si vede che la potenza del segnale modulato in AM cresce con il crescere
dell'indice di modulazione m.
Si è visto anche che il segnale modulato con una sinusoide è formato da tre righe spettrali di cui due, uguali,
rappresentano il segnale modulato, cioè l'informazione, e la terza, la più intensa, rappresenta la portante che
invece non porta alcuna informazione.
Da questa osservazione si deduce che la modulazione di ampiezza ha un basso rendimento, nel senso che per
trasmettere una sola delle due righe laterali, che da sola contiene tutta l'informazione, si è invece costretti a
trasmettere altre due righe, di cui una, la portante, di potenza molto maggiore.
Il rendimento di modulazione si definisce dunque come il rapporto fra la potenza del segnale informativo
trasmesso contenuto in una sola delle due righe laterali, diviso tutta la potenza che si deve trasmettere,
che è costituita da tre righe:
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In questa formula, sostituendo i valori limite attribuibili ad m, cioè 0 ed 1, si ottengono i valori minimo e
massimo del rendimento:
Se ne deduce che, se si modula con indice di modulazione 0, cioè non si modula, il rendimento è 0, come è
logico, se però si modula con indice di modulazione 1, allora il rendimento massimo teorico è appena del
17%. Per la AM commerciale, con m = 0,4 si ha un rendimento (teorico) di solo il 3,7 %
Nella realtà non si trasmette una sinusoide ma un segnale vero e proprio. Se si conosce lo spettro di questo
segnale, supposto ancora periodico, e quindi le ampiezze delle singole righe (delle armoniche cioè) si
possono ancora usare i concetti qui esposti usando per m il valore così calcolato:
m3= K Vp3/ Vp = indice di modulazione per la 3° armonica, Vp3 = ampiezza della 3° Armonica
ecc..
m = √( m12 + m22 + m32 +….) Indice di modulazione “efficace” da usare nei calcoli
La Banda del segnale modulato è doppia di quello modulante in quanto una banda è lo specchio dell’altra:
un inutile doppione che produce un grande spreco di banda
Esercizi:
1) Ad un Modulatore AM DSB-TC con una costante caratteristica di 0,3 vengono inviate la portante con
Vp(picco) = 50 V e fp = 1 MHZ e la modulante sinusoidale con Vm(picco) = 20 V; fm = 6 KHz. Il segnale
Modulato è inviato a un amplificatore che ha resistenza di ingresso RL = 50 Ω
m = K Vm / Vp = 0,3 20 / 50 = 0,12 = 12 %
Vp(RMS) = Vp(picco) /√2 = 50/1,41 = 35,46 V; Vm(RMS) = Vm(picco) /√2 = 20/1,41= 14,18 V
Pbanda lat = (mVp(picco)/2)2/ 2RL =(0,12 *20/2)2/ 2* 50 = 0,09 W = 90 mW: E’ la potenza dell’informazione
!!!
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η = Pbanda lat / Ptot = 0,09 / 25,18 = 0,0036 = 0,36% (calcolato tramite la definizione)
Solo 90 mW sui circa 25 W trasmessi è relativo all’informazione, Si capisce la estrema inefficienza della AM
DSB-TC
3) Si modula in AM DSB-TC con Vp = 500 V un segnale ad onda quadra simmetrica di ampiezza 100 V e
frequenza 1 kHz. Considerando le sue prime 5 armoniche si calcoli m efficace sapendo che K = 1, la Banda
occupata e la potenza trasmessa ecc..
Dalle tabelle delle Trasformate si vede che una f.d.o. quadra ha armoniche di ampiezza data da :
Procedere ora come se si modulasse con una sola sinusoide a frequenza 5 kHz, e con m = 27%
CONSIDERAZIONI
Il rendimento e l’efficienza in banda sono molto piccoli, ciò significa che tale tipo di modulazione, ossia la
DSB-TC è pessima. Allora perché è (ancora per poco) usata?
Il motivo sta nel demodulatore, che nella versione d’inviluppo è estremamente semplice ed economico
(un diodo, un condensatore e un resistore) come lo è l’intero ricevitore.
Essa è nata negli anni subito seguenti il 1900 dove gli RX erano grossi, pesanti, difficili da usare e oltretutto
molto costosi. Poiché la Radio, al contrario di oggi, era l’unico mezzo di comunicazione pubblica diffusivo o
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Broadcasting in inglese (1 solo TX e tantissimi RX) occorreva diffonderla il più possibile, tenendo quindi il
più basso possibile il costo.
I TX, che erano uno o due in tutta la nazione (in Italia RAI 1 e RAI 2), potevano anche essere costosi e
inefficienti.
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AM A DOPPIA BANDA LATERALE CON PORTANTE SOPPRESSA: DSB-SC
L’abbiamo già vista: dopo il moltiplicatore analogico. Cioè il moltiplicatore E’ il modulatore DSB
Più in generale per eliminare la portante si usa un Modulatore Bilanciato di cui il moltiplicatore è una
possibile realizzazione.
L’unica differenza rispetto alla AM classica è che la portante NON viene trasmessa, questo porta a un
notevole miglioramento dell’efficienza (ora η = 50 % sempre), ma la Banda occupata continua a essere il
doppio di quella della modulante.
Il demodulatore pero è ora molto più complesso, dovendo usare un demodulatore coerente che per
funzionare richiede la portante … e la portante NON c’è più !!
Questa modulazione non è usata spesso di per se, ma come base per altre … ad es. per realizzare una
trasmissione stereo in FM o la SSB o, con la variante a quadratura, per il Colore della TV Analogica ecc …
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AM A SINGOLA BANDA LATERALE (CON PORTANTE SOPPRESSA): AM - SSB
Si sarà notato che la sia la AM classica che la DSB mantengono 2 bande laterali che sono una l’immagine
allo specchio dell’altra. L’informazione, sempre la stessa, viene ripetuta inutilmente 2 volte. Questo produce
solo spreco di potenza e di banda.
Se dopo il moltiplicatore (che è un il Modulatore Bilanciato)si inserisce un Filtro Passa Banda in modo da
far passare solo una banda si ottiene la SSB
FILTRO
Modulante
X G
PASSA BANDA
(Segnale
Portante (SINUSOIDE)
Se il Filtro lascia passare la banda inferiore si ha la SSB- LSB, se invece quella superiore la SSB- USB
Il vantaggio è che ora l’efficienza in potenza (teorica) è del 100 % e la banda del segnale modulato coincide
con quella banda del segnale modulante. Dunque è la migliore tra le modulazioni AM.
Il problema è che il TX deve comprendere il filtro, e questo deve essere estremamente selettivo e quindi
difficile da realizzare, pertanto costoso.
Vediamo perché con un esempio: nelle migliori condizioni (f molto basse) e supponendo di voler trasmettere
un segnale audio di qualità telefonica ( fm = 300 Hz ; fM = 3400 Hz) in USB
FILTRO
LSB
USB
0 3100 3400 3700 6800
Il Filtro a 3400 Hz deve “guadagnare” circa 0 (… diciamo – 60 dB in pratica) perché la portante NON deve
passare, mentre a 3700 Hz deve “guadagnare” 1 (… diciamo – 3 dB in pratica) per lasciar passare tutta la
USB: quindi (-3)-(-60) = 57 dB in solo 3700 – 3400 = 300 Hz.
Facendo i calcoli si ottiene oltre 1500 dB/Decade !!!! Fatto in pratica dovrebbe avere intorno agli 80 tra
induttori e condensatori di precisione
Tali valori si ottengono solo con filtri meccanici, o meglio con i filtri a cristallo.. e anche di ottima qualità
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Inoltre nei pressi della frequenza di taglio, ossia alla fm (basse frequenze) del segnale il filtro introduce
una notevole distorsione di fase..
Per il segnale audio è ancora accettabile, perché l’orecchio è poco sensibile alla distorsione di fase, ma se
fosse un segnale video la distorsione sarebbe intollerabile
Per evitare l’uso del filtro si può usare il modulatore a sfasamento, ma anche questo ha notevoli limiti …
Un altro problema molto serio è nel RX che deve usare il complicato e costoso “demodulatore coerente”.
Questo per funzionare ha bisogno della portante … ma la portante è stata eliminata!! E’ vero che
complicando ulteriormente il RX la si potrebbe rigenerare, ma non ne vale la pena e pertanto in pratica un po’
di portante viene ancora trasmessa. Il rendimento si abbassa ma almeno il RX, già complicato, non diventa
terribilmente complicato
Radioamatori
Telefonia analogica e Telefonia dalle navi in “viaggio”: ormai però completamente in disuso
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AM VESTIGIALE : AM -VSB
Vestigia = resto. Questa modulazione mantiene inalterata una banda laterale (solitamente la USB) e solo una
parte (un resto) dell’altra.
E’ un compromesso tra la AM (o la DSB) e la SSB dove non si può usare la SSB, come ad es. per il segnale
video analogico, ma dove la AM sarebbe troppo dispendiosa in banda e potenza
Era usata nella TV analogica per trasmettere in AM il segnale di luminosità (segnale Y o di Luma)
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AM - ISB (Indipendent Side Band)
E’ uno strano tipo di AM in cui le due Bande laterali trasportano ognuna un’informazione diversa
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