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CINEMATICA DEI MEZZI CONTINUI

Benché la struttura molecolare della materia sia un dato acquisito, nello studio della
Meccanica dei Fluidi si farà riferimento, per la descrizione dei fenomeni macroscopici allo
schema del continuo: le proprietà del mezzo verranno descritte mediante funzioni continue, con
derivate continue fino all'ordine necessario.
Si farà riferimento allo spazio euclideo reale assoluto ed al tempo assoluto per i quali
valgono le leggi della meccanica di Newton.

Punto di vista Lagrangiano. Il moto di una generica particella di fluido che ad un


determinato istante t0 scelto come iniziale occupa la posizione i è descritto dalle equazioni
della traiettoria:
x j = x j ( ξ i ,t ) (1)
così come ogni altra grandezza scalare, vettoriale o tensoriale di qualsiasi ordine, relativa al
mezzo continuo può essere espressa come:
φ j1 j 2... j n = φ j 1 j 2... j n ( ξ i , t ) (2)

le coordinate i che individuano un elemento materiale nel mezzo continuo costituiscono le


coordinate lagrangiane. Derivando la (1) rispetto al tempo si ottiene il vettore velocità della
singola particella, la derivata va fatta tenendo fisse le i, mantenendo cioè fissa la particella:
v j ( ξ i , t ) = t x j ( ξ i , t ) (3)
Analogamente per le accelerazioni:
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a j ( ξ i , t ) = t v j ( ξ i , t ) = t 2 x j ( ξ i , t ) (4)
Il problema fondamentale del moto è quello di ricavare le (1) integrando due volte le (4); tale
problema è nei casi pratici estremamente complesso ed offre una descrizione del moto
eccessivamente dettagliata per le applicazioni.

Punto di vista Euleriano. Per ovvii motivi fisici le (1) sono tali che lo Jacobiano è:
x j
J( ξi )0 (5)

quasi ovunque e possono quindi essere invertite:


ξ i =ξ i ( x j , t ) (6)
così come ogni altra grandezza fisica può essere scritta in termini:
φ i1i 2...i n = φ i1i 2...i n ( x j , t ) (7)

cioè in funzione delle coordinate che individuano il punto di osservazione. In particolare per il
campo di velocità di un mezzo continuo, la descrizione euleriana del moto è:
   
u i = u i ( x j ,t ) ; v (x, y, z,t) = u i + v j + w k (8)
dove il vettore v indica la velocità della particella che all'istante t passa per il punto di

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osservazione.
Nella descrizione euleriana del moto può essere necessario calcolare la variazione temporale
della generica grandezza (7); in tale calcolo è necessario tenere conto che nel tempo t la
particella che occupava la posizione xj si porta nel punto xj+xj, con xj=ujt. Si definisce la
derivata euleriana o derivata sostanziale:

D lim  i1i2 ...in x j  x j , t  t    i1i2 ...in x j , t 


 i1i2 ...in  
Dt x j t  0 t
lim  i1i2 ...in x j  x j , t  t   i1i2 ...in x j , t  t  x j i1i2 ...in x j , t  t   i1i2 ...in x j , t 
  
x j t  0  x j t t 
D   dx j
 i1i2 ...in   i1i2 ...in   i1i2 ...in (9)
Dt t x j dt
dove le derivate delle xj vanno fatte seguendo la particella e coincidono quindi con le
componenti della velocità nel punto. Quindi la derivata euleriana non è altro che una derivata
totale rispetto al tempo nella direzione del moto e come tale è spesso indicata:

D  d
 i1i2 ...in   i1i2 ...in  u j  i1i2 ...in , j   i1i2 ...in (10)
Dt t dt
La derivata euleriana è pari alla somma della derivata locale e della derivata convettiva.
La derivata locale, espressa dalla derivata parziale rispetto al tempo, rappresenta la variazione
della grandezza in esame valutata mantenendo fisso il punto di osservazione; la derivata locale è
nulla se il fenomeno è stazionario. La derivata convettiva rappresenta la variazione della
grandezza in esame dovuta al fatto che la particella che transita nel punto di osservazione si
muove in un campo dove vi è un gradiente della grandezza in questione; la derivata convettiva è
nulla se il fenomeno è uniforme, cioè non vi sono gradienti delle grandezze che caratterizzano
il fenomeno nella direzione del moto. I termini stazionario ed uniforme dipendono dal
riferimento scelto.
In particolare l'accelerazione euleriana è la somma dell'accelerazione locale e
dell'accelerazione convettiva:

ai =
Du i
Dt = uti + u j ui , j (11)
ovvero in notazioni simboliche:
    
a = DDtv = vt + v  v (12)
Nella descrizione euleriana del moto il campo di velocità è descritto dalle linee di corrente,
che sono le linee di flusso del vettore di velocità, cioè le linee punto per punto ed istante per
istante tangenti a tale vettore:

dxi  dλ ui ( x j , t ) (13)
esse differiscono dalle traiettorie in quanto nell'integrazione delle (13) il tempo va considerato
come un parametro costante.
Da un punto di vista sperimentale le traiettorie possono essere visualizzate fotografando con

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l'otturatore a posa il flusso di un fluido nel quale sono state immesse poche particelle traccianti;
per le linee di flusso occorreranno invece molte particelle traccianti ed una foto "istantanea"; più
spesso sperimentalmente si visualizzano le linee di emissione o linee di fumo che sono il luogo
dei punti occupati dalle particelle emesse in istanti successivi da un punto fisso (e.g. il filo di
fumo di una sigaretta). Nel caso stazionario traiettorie, linee di corrente e linee di emissione
coincidono.

TENSORE GRADIENTE DELLA VELOCITA'.


Nell'intorno di un punto, nell'ipotesi di continuità si può porre:

u i ( x j + dx j ,t) = ui ( x j ,t) + u i,h dxh (14)


Nell'intorno di un punto il moto si compone di una traslazione rigida e di un altro moto che
dipende dal tensore doppio gradiente della velocità; tale tensore può essere scomposto nella sua
parte simmetrica:

ε ij = 21 ( u i, j + u j,i ) (15)
che prende il nome di tensore della velocità di deformazione,ed in quella emisimmetrica:

ωij = 21 ( u i, j - u j,i ) (16)


che prende il nome di tensore di vorticità o di spin. Al tensore di vorticità può essere associato
il vettore:

ωij = ε ikj ωk (17)


ossia:

ω k = 21 ε ijk ωij = 41 ε ijk ( u i, j - u j,i ) = 21 ε ijk u i, j (18)


cioè in termini simbolici:
  
ω = 12 rot v = 12   v (19)
La velocità nell'intorno del punto dovuta al tensore di vorticità è quindi:
du i = ωih dx h = ε ikh ω k dxh
cioè in termini simbolici:
  
d v = ω x dr (20)
che rappresenta una rotazione rigida di velocità angolare .
Quindi il moto nell'intorno di un punto si compone di un moto rigido, a sua volta
scomponibile in una traslazione ed in una rotazione, e di una deformazione pura che è data
dalla parte simmetrica del tensore gradiente della velocità. Con i simboli in figura lo
scorrimento angolare nel tempo dt sul piano ij, confondendo la tangente con l'angolo, è, con i
diverso da j:

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xj
ui
x j

dx j

u j
xi
xi
dxi
u i u j
d γ ij = dx1 j x j dx j dt + dx1i  xi dxi dt
d γ ij
dt = ui, j + u j,i = 2ε ij (21)
Quindi i termini fuori della diagonale principale del tensore ij rappresentano delle velocità
di scorrimento angolare, mentre i termini della diagonale principale rappresentano delle
velocità di allungamento relativo, divise cioè per la lunghezza originaria. Se si scelgono come
assi di riferimento le direzioni principali del tensore, si ottengono solo velocità di allungamento;
una sferetta nell'intorno del punto si trasforma in un ellissoide i cui assi principali corrispondono
agli autovettori del tensore mentre i suoi autovalori danno le velocità di allungamento relativo
lungo tali direzioni. Infine la traccia del tensore

 
 lim 1   lim 1   lim ΔW
tr ( ε ij )  ε ii  u ii    v = n  v dS = n  r dS = (22)
W 0 W S W ,Δ t  0 W Δ t S W ,Δ t  0 W Δ t
rappresenta la velocità di espansione volumetrica relativa(o, se negativa, contrazione
volumetrica).
In conclusione il teorema di Helmoltz asserisce che il moto di una particella fluida si
compone di un moto di deformazione pura e di un moto rigido che si compone a sua volta di
una traslazione e di una rotazione.

Formula dell'accelerazione di Lagrange


In alcuni problemi può essere utile scindere la parte conservativa e la parte vorticosa
dell'accelerazione:
  
 Dv v   v v2  
a   v  v     2  v ( 23)
Dt t t 2
che si può verificare partendo dal termine (rot v)xv
ε ijk ( ε jlm u m,l ) u k = ε mjl ε jml u m,l u l +ε ljm ( ε jlm u m,l ) u m =
1  u mu m
= u m,l u l - u m,l u m = u m,l u l - 2  xl

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Teorema del trasporto di Reynolds.
Si voglia determinare la derivata euleriana dell'integrale di volume della generica quantità
(tensoriale di qualsiasi ordine) (xj,t):
D

Dt W
Φ dW =
lim
t  0
1
t

W  t  t 
Φt  t  dW  
W t 
Φt  dW 
=
lim
t  0
1
t

W  t  t 
Φt  t  dW  
W t 
Φt  t  dW  
W t 
Φt  t  dW  
W t 
Φt  dW 
A meno di infinitesimi di ordine superiore

W(t+t)

v t

S
W(t)

 
W(t + Δt) = W(t) +  v Δt  n ΔS
da cui
D   

Dt W
Φ dW = 
W t
dW    v  n ds
S

utilizzando il teorema di Gauss


D   
Dt W
Φ dW =  
W
 t
    v  dW

od anche
D  D 

Dt W
Φ dW =  
W
 Dt
    v  dW

Densità di un mezzo continuo è la massa per unità di volume nell'intorno di un punto:


lim M
ρ( x j ,t) = (26)
W  0 W

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essendo M la massa del volume W contenente il punto xj al tempo t.

Equazione di continuità.
Esprime la conservazione della massa di un qualunque volume di un mezzo continuo:

 x j , t  dW = 0
D
Dt W t 
(27)

per il teorema di Reynolds:


       D 
W t dW   n   v dS W  t     v  dW  W  Dt     v  dW  0 (28)
che esprime la conservazione della massa in forma globale: l’aumento di massa di un volume
di fluido è pari al flusso di massa vi che entra. Poiché l’ultimo integrale è nullo qualunque sia il
volume di integrazione, deve necessariamente annullarsi la funzione integranda:
  D 
v     v  0 (29)
t Dt
che esprime la conservazione della massa in forma indefinita, cioè valida punto per punto.

Correnti
In molte situazioni pratiche le singole traiettorie delle particelle di un fluido sono
sensibilmente parallele tra di loro e le sezioni normali di una corrente sono piane. Su ciascuna
sezione trasversale si può introdurre la velocità media V pari alla portata Q diviso l’area A:
Q 1
A A A
V   v dA (30)
Su una traiettoria media, luogo dei baricentri delle sezioni, si può introdurre
un’ascissa curvilinea s e trattare il problema come unidimensionale considerando tutte le
grandezze mediate sulla sezione trasversale come funzioni dell’ascissa curvilinea s e del
tempo t; la conservazione della massa relativa ad un tratto di corrente lungo ds comporta che
la massa entrante all’ascissa s meno quella uscente all’ascissa s+ds nel tempo dt sia pari
all’aumento di massa nel volume di corrente compreso tra le due sezioni nello stesso
intervallo di tempo:
 Q  A
Q dt   Q  ds dt  ds dt
 s  t
ossia l’equazione di continuità per le correnti:
Q A
 0 (31)
s t
In particolare nel caso stazionario nella (31) si annulla la derivata temporale il che può
essere enunciato:
in una corrente stazionaria di un gas la portata in massa (ρQ) si mantiene costante su tutte
le sezioni trasversali
ed infine se anche la densità non varia:
in una corrente stazionaria di un liquido la portata si mantiene costante su tutte le sezioni
trasversali.

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