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Giuseppe Capirone

L’Amerigo Vespucci
la nave col cuore Fiat

La storia dell’attività Fiat nel campo della motorizzazione marittima che abbiamo
raccontato nei precedenti due numeri della nostra rivista non può non concludersi
senza dedicare almeno qualche riga a una delle navi più rappresentative dell’Italia sul
mare, ovviamente con un “cuore” Fiat: l’Amerigo Vespucci, la nave più anziana in
servizio della Marina Militare italiana che nel 2011 ha festeggiato gli 80 anni di
attività.

Nave scuola

Vanto della Marina Militare e da molti considerata la più bella imbarcazione a vela
che continua a solcare i mari del pianeta, la Vespucci venne costruita nel regio
cantiere Navale di Castellammare di Stabia su progetto del col. del Genio Navale ing.
Rotondi. Varata nel febbraio del 1931 entrò in servizio nel luglio dello stesso anno
come Nave Scuola per gli allievi ufficiali della Regia Accademia Navale di Livorno,
compito che ancora oggi assolve egregiamente rappresentando la Marina Militare
italiana nel mondo.

(Foto 1)
La Vespucci è una nave a vela con motore, attrezzata con tre alberi - quello di
maestra alto 60 metri , trinchetto e mezzana - tutti dotati di pennoni e vele quadre più
bompresso sporgente a prora. (Foto 2)
La superficie velica totale, frazionata in 24 vele tra vele quadre, di strallo e fiocchi è
di oltre 2.000 metri quadrati.
Lo scafo è a tre ponti principali: coperta, batteria e corridoio con castello a prora e
cassero a poppa.
La nave, il cui scafo è lungo circa 80 metri per un dislocamento di 3.800 tonnellate,
può ospitare oltre 500 uomini fra stato maggiore, equipaggio, allievi ed aspiranti.

Sulla Vespucci è stato scritto moltissimo e spesso con grande professionalità e


dovizia di immagini. Non abbiamo la presunzione di aggiungere nulla di nuovo o di
particolarmente interessante a quanto già presentato nei vari libri o siti internet.
Ci proponiamo invece di parlare della parte che ebbe Fiat nella realizzazione della
nave e in particolare del suo apparato moto propulsore.

(Foto 3)

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Motori Diesel Fiat

La concezione dell’impianto costituì una delle più originali applicazioni marine della
trasmissione elettrica della potenza.
Per descriverlo ci aiuteremo con un articolo originale del 1936 apparso su “La Marina
Italiana” certamente la più importante testata del settore dell’epoca.
Ci scuserà il lettore se a tratti useremo frasi comprese tra virgolette, là dove citiamo
espressamente la rivista, alternate a periodi liberamente interpretati, completati o
riassunti.

«L’apparato motore, che costituisce la parte più interessante della nuova nave scuola,
è del tipo Diesel con trasmissione elettrica della potenza ed è stato progettato,
costruito e montato dalla società Ercole Marelli & C. di Milano; i motori Diesel dei
gruppi generatori e la linea d’asse sono di costruzione della società Grandi Motori
Fiat di Torino.
L’apparato motore di propulsione si compone essenzialmente di due gruppi
generatori formati ciascuno da un motore Fiat dalla potenza normale di 1.250 HP asse
a 350 giri al minuto tipo Q426 a 6 cilindri, a due tempi, direttamente accoppiato a una
dinamo Marelli eccitata indipendentemente, della potenza di 740 kw continui con
tensione regolabile fra zero e 230 volt».
Il motore elettrico di propulsione è unico a doppio indotto della potenza continua di
2.000 HP, in grado di erogare la potenza di 1.000 HP con un solo indotto in funzione
alimentato da un unico gruppo generatore. (Foto 4 e 5)

Le manovre da compiere sull’apparato motore dovevano rispondere a precise norme


contrattuali che stabilivano la sistemazione di due stazioni di comando, una in plancia
e una in sala macchine, ciascuna con controller e quadro di controllo delle eliche.
Le norme richiedevano tra l’altro che:
 mantenendo in moto ambedue i generatori principali fosse assicurata ogni
manovra a mezzo di uno qualunque dei controller della stazione di controllo,
 l’inversione rapida di marcia da “macchina avanti tutta” a “macchina indietro
tutta” potesse avvenire in un tempo compreso tra i 10 e i 20 secondi,
 fosse possibile navigare ad andatura economica arrestando uno dei due
generatori principali e alimentando il motore di propulsione con un solo
generatore,
 anche in questa configurazione di andatura economica con un unico generatore
operativo venisse garantita una potenza di 1.000 HP alla velocità di 120 giri
minuto,
 in caso di emergenza, con entrambi i motori Diesel, dinamo principali esclusi,
il motore elettrico di propulsione potesse funzionare a 110 volt a mezzo della
centrale ausiliaria.

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“Nelle normali condizioni di crociera viene utilizzato un solo gruppo generatore che
alimenta il motore di propulsione. In queste condizioni il motore ruota a 120 giri al
minuto assorbendo una potenza di circa 1.000 HP.
I due motori termici Fiat pesano, compresi i liquidi in circolazione, 41 tonnellate e
sono in grado di erogare una potenza massima di 1.410 HP effettivi a 350 giri al
minuto.
Il basamento è in acciaio così come la testata e il corpo esterno dei cilindri (la
camicia interna è invece in ghisa speciale).
Anche la testata è in acciaio ed è riportata sul corpo cilindri in modo da risultare
facilmente smontabile.
Le pompe per l’acqua di raffreddamento e per l’olio di lubrificazione sono
indipendenti e azionate da motori elettrici.”

Nel corso delle prove ufficiali in mare “a tutta forza per 24 ore” effettuate nei primi
giorni di luglio del 1931, prima della consegna alla (all’epoca) Regia Marina fu
rilevata una potenza massima all’elica di 2.200 HP.

Il varo della nave

Il varo era avvenuto pochi mesi prima, esattamente il 22 febbraio, nel cantiere di
Castellamare di Stabia dove la nave era stata impostata il 12 maggio del 1930, su
progetto del Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi e costruita
grazie alle sapienti maestranze degli operai del cantiere. (Foto 6 e 7)

La data scelta per il varo non era casuale: il 22 febbraio di 400 anni prima, del 1522
per la precisione, moriva a Siviglia il grande navigatore italiano Amerigo Vespucci di
cui la nave prendeva il nome.

Varo che avvenne in una giornata di domenica sotto un cielo carico di nubi e qualche
scroscio di pioggia alla presenza del Conte Roberto Filangeri di Candida,
dell’Ammiraglio Nicastro, del Segretario Federale e delle autorità civili e militari,
oltre beninteso al Vescovo Monsignor Ragosta che secondo la tradizione provvide
alla benedizione dello scafo e delle maestranze presenti.
Nonostante la solennità della cerimonia, il varo della Vespucci non ebbe particolare
risonanza per essere la cerimonia ufficiale della più importante Nave Scuola della
Marina Italiana in un periodo in cui il Regime utilizzava e controllava i mezzi di
comunicazione di massa.
Regime, stampa e opinione pubblica erano in quei giorni tutti concentrati sulla
spettacolare impresa di Italo Balbo conclusasi poche settimane prima con
l’ammaraggio di 11 idrovolanti in formazione nella baia di Rio de Janeiro dopo la
trasvolata atlantica.
(Per la cronaca anche questi 11 idrovolanti erano equipaggiati con motori Fiat, ma di
questo parleremo in altra occasione)
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Vicende successive

Il 5 luglio del 1931 Nave Vespucci, al comando del Capitano di Vascello Augusto
Radicati di Marmorito prese l’ormeggio all’Arsenale Militare di La Spezia dove fu
iscritta al locale Compartimento marittimo .
Pochi mesi dopo, il 15 ottobre ricevette la bandiera di combattimento che da allora è
sempre stata conservata a bordo.
Il 1932 la vede già protagonista, insieme all’altra nave scuola “Colombo”, di una
traversata atlantica. (Foto 8)
L’anno successivo la crociera programmata per la campagna di istruzione farà tappa a
Madeira, Baltimora, New York , Lisbona.

Il Vespucci, pur allestito per assolvere il compito di formazione in mare e quindi non
per scopi bellici (l’armamento originario prevedeva quattro cannoni da 76 mm
antiaerei e navali), contribuì comunque all’assistenza ai sommergibili italiani nella
guerra in Etiopia.
Così come il “Colombo”, l’altra Nave Scuola che alla fine della seconda guerra
mondiale venne ceduta all’Unione Sovietica, il Vespucci con il suo motore elettrico e
i suoi generatori venne utilizzata come base galleggiante per i sommergibili, fornendo
loro la corrente continua per caricare gli accumulatori di bordo.

Nei giorni confusi che seguirono l’armistizio dell’8 settembre 1943 il Vespucci
navigò il mare Adriatico da Trieste a Brindisi dove il 14 settembre il Re e Badoglio
ne passarono in rivista per l’ultima volta l’equipaggio.
Nel dopoguerra Nave Vespucci, nuovamente di base a La Spezia, riprende l’attività
formativa peraltro mai smessa e riprendono soprattutto le grandi crociere nei diversi
mari del mondo.

Agli inizi degli anni ’70, dopo quaranta anni di attività, si decide di intervenire sul
sistema di propulsione e sui vecchi e affidabili motori Diesel montati in cantiere a
Castellammare di Stabia.
L’innovazione del 1931 che vedeva la propulsione affidata a un motore elettrico
principale alimentato in corrente continua generata da motori Diesel, rimane nel
concetto invariata.

I nuovi motori Diesel sono due Fiat B 306 quattro tempi otto cilindri anziché sei e
sovralimentati con un turbosoffiante azionato dai gas di scarico per un totale di 3.000
CV. (Foto 9)
Il sistema di navigazione è ora affidato alla precisione di una bussola giroscopica
della Microtecnica (una volta Carrozzeria Rothschild Fiat) di Torino con ripetitori
sulle ali di plancia. La bussola giroscopica, come sappiamo, non risente delle
variazioni del campo magnetico terrestre ed indica esattamente sempre il Nord.
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Imbarcazioni di servizio

A bordo ci sono varie imbarcazioni per il salvataggio, l'addestramento e servizi


portuali di cui sei unità sono a motore, quattro a remi e a vela, più la baleniera di
poppa.

Il motoscafo del Comandante e l'imbarcazione di servizio sono usate per spostamenti


via mare o visite ad esempio ad altre navi , le due motobarche e le due motolancie per
servizi portuali e le quattro imbarcazioni a remi e vela, i palischermi, sono usate
dall'equipaggio nelle esercitazioni. Infine c'è la baleniera, un elegante omaggio dei
tempi passati. La baleniera, in legno di acacia e larice, è normalmente agganciata a
due gruette a poppa sopra il giardinetto e, secondo la tradizione, viene calata in acqua
per uso esclusivo del Comandante. (Foto 10 e 11)

Leggenda vuole che la baleniera fosse appartenuta alla nave scuola “Colombo” e
recuperata prima della consegna del Colombo ai Russi dopo la fine della seconda
guerra mondiale.

Le imbarcazioni a motore sono equipaggiate con:

- motoscafo Comandante : diesel Iveco Aifo 149 HP

- motobarca servizio : diesel Iveco Aifo 130 HP

- 2 motobarche mt. 10 : diesel Carraro 2ND – 50 HP

- 2 motolancie mt. 8,5 : diesel Fiat OM 505 – 35 HP

C’è un po’ di Fiat anche nelle imbarcazioni di servizio della nave !

Attraverso i mari

Dal momento dell’entrata in servizio Nave Vespucci ha attraversato i mari di tutto il


mondo e si calcola che abbia percorso oltre un milione di miglia. (Foto 12,13 e 14,15
e 16)
Presente nei momenti e nei luoghi più significativi della nostra Storia, il Vespucci è
diventato uno dei simboli del tricolore e ambasciatrice sul mare della cultura, della
tradizione e della ingegneria italiana.

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Ci piace chiudere questo articolo ricordando l’episodio dell’incontro avvenuto anni fa
in Oceano con la Portaerei americana USS Forrestal.
Dalla nave statunitense lampeggiò il segnalatore che chiese:
«Chi siete?».
La risposta fu:
«Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana».

Dalla USS Forrestal il segnalatore:


«Siete la più bella nave del mondo»

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