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lunedì:
- nomi vs descrizioni
- Necessario
- A priori
- Mondi possibili
- P = 8, 8>7 P>7
Martedì:
- Vantaggi di FR
Mercoledì:
- Modalità di de dicto e de re
- Mondi possibili?
30/09
1) Quali delle espressioni sono nomi propri?
Mattarella -> si
Presidente usa
1 non è un numero primo perché un numero naturale deve essere esprimibile come un prodotto
dei numeri primi. Ma se uno 1 fosse un numero primo 15 (3x5) sarebbe definibile come 3x5x1 ma
anche come 3x5x1 e così all’infinito.
‘’pensare al più grande numero naturale’’ -> falso perché non c’è nulla che appartiene a questa
descrizione.
Le descrizioni definite talvolta possono creare ‘’problemi’’. L’importante è che vi sia la descrizione
e anche la definizione.
Non è possibile che una persona sia povera e non povera allo stesso tempo. Se x è povero, x è
povero. -> necessità logica.
3) Pina, prof di logica con simpatie marxiste dice: necessariamente i poveri sono poveri. È vero?
Necessariamente all’inizio indica che i poveri rimarranno sempre in questa condizione senza la
possibilità che cambi la loro situazione economica.
N = necessario.
4) Franz e Matt tirano 2 dadi da 6. Franz scommette che la somma dei due sarà 9, Matt 7. Chi dei
due è più furbo? -> Matt (c’è più possibilità che esca 7 che non 9). Importante anche per la
spiegazione della causa degli eventi.
5) Censimento sulla popolazione per verificare quanti scapoli siano sposati. Il censimento è
corretto. La percentuale degli scapoli sposati è -> 100%
6) Stella ragiona che i ‘’il numero dei pianeti è 9, 9 è maggiore di 7 , quindi il numero dei pianeti è
maggiore di 7. Il ragionamento è corretto? si.
Se a è uguale a b tutto ciò che è vero di a deve essere anche di b e viceversa. -> principio.
7) Maria stella ragiona che : il numero dei pianeti è 9, necessariamente 9 è maggiore di 7, quindi
necessariamente il numero dei pianeti è maggiore di 7. È giusto? No
<(è vero che necessariamente Mattarella è Mattarella ma non è vero che necessariamente il
presidente della repubblica debba essere Mattarella)
Intuitivamente le definizioni sono diverse, non sono sinonimi ma ‘è una spinta a pensare che tutto
ciò che è a priori è necessario e tutto ciò che è necessario è a priori.
Tesi della mente e del corpo: che la mente sia uguale al cervello.
Cerca di allegare i nomi proprio alle descrizioni definite: insieme di sottigliezza che una
descrizione definita ha un referente solo se c’è almeno un oggetto che abbia fatto o sia come
definisce la descrizione definita e che sia la sola. Quando lui usa i referenti di una descrizione
definita ci si riferisce al solo individuo che ha quella proprietà. Se non ci fosse un solo individuo
con quelle caratteristiche allora non si riferisce a una persona precisa.
Mill -> i nomi non caratterizzano gli oggetti, non li connotano in alcun modo.
Dopo kripke presenta la sua tesi: la logica moderna si oppone alla tesi di Mill.
Anche Russell pensava che un nome proprio fosse una descrizione definita, è la sua
abbreviazione. Questo tema si connette ad altri temi.
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Se X=Y allora X e Y hanno le stesse proprietà -> principio di indiscernibili degli identici, che
sostiene che se due cose sono identiche non può esserci una proprietà che appartiene a una e
non all’altra. Ma se due cose hanno le stesse proprietà allora sono la stessa cosa.
Kripke accumula una serie di temi per far credere che alla fine ci sia un filo conduttore, kripke
collega tutti questi temi.
Libro:
mill: i nomi sono associati a degli oggetti, servono per rimandare ad un oggetto ma i nomi non
hanno connotazione. Dasmouth (nome di una città) è stato dato questo nome alla città perché è
sulla foce del fiume, ma non è parte del significato di Dasmouth il fatto di essere sulla foce del
fiume, perché anche se non lo fosse non sarebbe contraddittorio; se fosse parte del significato di
una parola che qualche cosa è vero, allora chiunque usasse quella parola senza associarla al suo
significato cadrebbe in contraddizione.
Frege -> (posizione descrittivista) il collegamento è dato dal fatto che se abbiamo associato un
nome alla descrizione, allora la descrizione fa da ponte dal nome al referente.
Kripke -> se non c’è un contenuto descrittivo del nome come è possibile che si usano i nomi per
indicare qualcosa?
K -> la descrizione estensiva talvolta non è adeguata. Serve una descrizione che sia
univocamente riferita ad un nome.
Mill sembra non dare nessuna spiegazione di come i nomi si collegano al referente.
Teoria descrittivista: si parte da un nome e si cerca l’unica cosa che soddisfi pienamente questa
descrizione. Kripke: per la prima volta si incontra qualcosa e qualcuno la battezza. Questa
persona inizia ad usare il nome e le persone affianco iniziano anche loro ad usare il nome. Le
persone ereditano il referente del nome, mantenendo il collegamento originario.
Kripke menziona un altra ragione a favore della teoria descrittivista: a volte si può scoprire che
due nomi hanno lo stesso referente (vespro e fosforo fanno entrare riferimento a venere). Se parte
del significato del nome è la descrizione che gli associamo, allora il significato di vespero e
fosforo è difforme dall’associazione di significato di vespero e vespero o fosforo e fosforo.
Se un nome è solo qualcosa che si riferisce ad un oggetto allora dire x non esiste non avrebbe
senso perché se si ha l’oggetto non ha senso negarli.
4) quando dubitiamo dell’esistenza di qualcosa non stiamo dubitando di una cosa che esiste,
(questa cosa che vedo di fronte a me esiste? Non ha senso, ma dire: esiste un uomo solo che ha
fatto x, y,.. ha senso). Ha senso dubitare l’esistenza di una persona che soddisfa una descrizione.
6) dare il significato vs. Fissare il riferimento e come ciò si connette con il problema della
distinzione tra a priori e necessario.
Data la stipulazione S l’enunciato (m) ’’Matrix ha il numero di matricola più piccolo tra tutti i
presenti’’
(m) è: grigio, se fosse necessario allora Matrix necessariamente avrebbe il numero di matricola più
piccolo, non è necessario che sia proprio x. Non è stato detto che il nome è sinonimo della
descrizione, ma si parla del referente. Assegnare il nome e sostenere che da quel momento in poi
mi riferirò a quella persona con Matrix. Con Matrix non si intende che è sinonimo della persona
con il numero di matricola più basso. Una volta fissato il referente il nome si riferisce a
quell’oggetto, ma non sono sinonimi. Non è necessario priori x ad avere il numero di matricola più
basso.
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Si può pensare che tutto ciò che è necessario è a priori e tutto ciò che è a priori allora è
necessario.
Schema di lunedì:
- P = 8, 8>7 P>7
Sono ragionamenti diversi. Il primo è quello valido: se A è identico a B, se una cosa è vera
per A allora lo deve essere anche per B.
Schema di martedì:
Nome: più descrizioni definite. Il referente è quello che soddisfa più descrizioni definite
‘’num. Matricola più basso è matrix’’. Matrix e la persona non sono sinonimi. Si associano
soltanto un oggetto al nome. Prima di verificare, io so già che Matrix ha il numero di
matricola più basso perchè l’ho già stipulato
Se dico: ‘’lui è matrix’’ direi che necessariamente X è Matrix ma nessuno può sapere che
si sarebbe potuto iscrivere più tardi e avere un numero di matricola più alto.
‘’congettura di Golbart’’ (CG) -> ‘’se M è un numero pari ed M > 2, allora esistono due
numeri primi P1 e P2 tali per cui M= P1 + P2 (numero pari > 2 che si esprime con la
somma di due numeri primi).
È una congettura, una somma infinita può avere un risultato finito(il paradosso di Zenone)
per il tempo di verifica della congettura: metodo che per noi non è applicabile ma che è
un ragionamento matematico: riuscire a porre un calcolo infinito in un tempo finito.
CG è:
Un algoritmo che riesca a stabilire per ogni formula con quantificatori se è vera o falsa
non esiste. Plausibile per enunciati senza quntificatori.
No è ovvio che una cosa come la CG sia vera e conoscibile a priori. Non è scontato che
una cosa possa essere necessaria ma non conoscibile a priori.
pg. 42: alcuni filosofi sono vs. La situazione in cui si prende X e ci si chiede se X ha
proprietà che deve avere.
Kripke: ha senso dire che questo individuo ha queste proprietà ma sarebbe potuta andare
diversamente.
W° il vincitore: Federer
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- Vantaggi FR
- Modalità de dicto e de re
oggi:
- mondi possibili
Leibniz -> aveva già espresso interesse per la questione dei mondi possibili. Problema
collegato: del male del mondo -> se Dio c’è ed è onnipotente ed è buono; perchè non
evita il male?
1 risposta: ciò che è bene per te può essere male per altri. Questa condizione è quella
migliore, quella che minimizza i mali
Tommaso D’ Aquino: Dio non può creare il massimo di X, perchè c’è sempre qualcosa di
maggiore. Dio è onnipotente nel senso che può fare tutto il possibile. Pensare di non
poter fare l’impossibile non è un limite, l’impossibile comunque non è realizzabile in
quanto non è considerabile come qualcosa di possibile.
Cosa sono i mondi possibili: avere un modello: risultati di un tiro di dadi. In questo caso ci
sono 36 modi possibili:
1. A: 1 B:1
2. A:1 B:2
- ….
Determinare quale dado denota l’espressione: ‘’il dado con il numero più alto’’.
Nella situazione 2 e in quella 31. Si tratta dello stesso dado nelle due situazioni?
2 -> B
31 -> A: no
pg. 50
Designatori non rigidi: a seconda dell’espressione con cui ci riferiamo cambia ciò a cui ci
riferiamo: ‘’il dado con il numero più alto’’
È inutile chiederci le proprietà delle cose, bisogna chiedersi delle proprietà rispetto le
circostanze in cui ci si trova.
pg. 44:
La difficoltà si trova nel criterio di identità che è più semplice per quanto riguarda i
numeri, più difficile per le persone.
Lewis -> esistono tanti universi spazio temporalmente diversi. In questi vi sono individui
non identici al mondo attuale ma c’è ne possono essere di simili (controparte).
Kripke: parte dagli oggetti, li si nomina e poi si discute se certe cose sarebbero potute
essere vere degli oggetti. Per prima cosa si stabilisce la situazione e si stipulano delle
definizioni per queste. Obietta a Lewis: non intuitivamente non pensiamo in questo modo
i mondi possibili.
Anche il mondo attuale è un modo in cui le cose potevano andare e come effettivamente
sono andate. Mondi possibili: universi possibili tanto quanto i nostri
- È ontologicamente vero
- Necessariamente vero
Pg. 43 -> l’idea che qualcuno possa considerare l’oggetto differente nei mondi possibili
non è priva di significato. (a differenza del senso comune)
Oggetto che hanno una denotazione costante -> designatori rigidi (nomi propri) e cose
che denotano cose diverse in condizioni diverse -> designatori NON rigidi (descrizioni)
È necessario che: 2+2=4? È necessario che due più due faccia quattro?
Avremmo potuto stabilire che la parola ‘’quattro’’ denotasse 5 ma non possiamo far
aumentare la stipulazione da 4 a 5
La quantità denotata: sono due numeri diversi, si può decidere di usare le parola quattro a
differenza di quando ci chiediamo se è necessario ci chiediamo una cosa con le parole ch
sono state stipulate, se no nulla sarebbe necessario
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D: una funzione è un modo di mettere in relazione gli insiemi A e B, in modo che ad ogni
elemento di A corrisponda un elemento di B
2 - f - > 4. 2 - f2 -> 4
6 12. 3 9
3 6. 4 16
4 8
f(n)=2n
f(2)=g(2)
g(n)=n2
3 2
4 2
C’è una funzione per esempio che associa uomini a luoghi: luoghi di nascita.
1. A:2 B:1
2. A:1 B:”
3. A:6 B:1
Con le descrizioni definite ci possono essere due problemi: che la descrizione soddisfi più
di un caso o che non ne soddisfi nessuno.
es. tutti gli animali che hanno due polmoni hanno due nei
Allora, 2 polmoni= 2 nei -> no! In altri mondi possibili potrebbe non esserlo, le due
espressioni non sono identificabili.
Situazione 1: Aristotele
Il significato di una parola non è l’oggetto denotato dalla parola stessa nel mondo attuale
ma una funzione (quindi ha un significato astratto) che associa individui a mondi possibili.
Una funzione costante nel caso di designatori rigidi, non costante nel corso di una
descrizione (designatori non rigidi)
Fa parte della descrizione di un mondo possibile che un certo individuo abbia certe
proprietà perché quell’individuo lo fissiamo/stipuliamo noi e solo successivamente lo
mettiamo in relazione ai mondi possibili perché mondi possibili sono oggetti astratti
Non ha senso invece chiedersi nel mondo possibile per quale individuo sarebbe y
Lewis pensa ai mondi possibili come universi spazio temporalmente chiusi, dunque
concreti
Uso e menzione:
Basterebbe parlare in maniera diversa per rendere l’enunciato ‘’i cani volano’’ vero nel
senso di linguaggio ipotetico? Si
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Ripresa: vantaggi FR
Formulazione precisa FR
C’è una parte in cui si accumulano temi e dopo vengono ripresi per essere riutilizzati.
Kripke -> prende un esempio: se abbiamo un oggetto io posso dire che con il termine X
mi riferisco (denota) una caratteristica dell’oggetto Y nel tempo attuale.
Ciò non significa che X e Y sono sinonimi, in un mondo possibile Y potrebbe avere una X
diversa
pg. 59 -> Frege e Russell > nome proprio NON è un designatore rigido, ma è sinonimo
della descrizione che lo sostituisce.
Kripke, a differenza sostiene che questa descrizione potrebbe servire per fissare il
riferimento (e non per dare il significato di un nome): il nome si riferirà a X in tutte le
circostanze che andremo ad osservare
Teoria FR -> se si una per fissare il riferimento, uno dei vantaggi della teoria viene meno
Sostituito moderno della teoria Frege e Russell > il nome obbietta un agglomerato di
descrizioni -> versione forte: il nome è definito come agglomerato di descrizioni. Searle:
abbiamo nomi per riferirci ad individui
Tra queste, in ogni mondo possibile, ognuna di queste deve essere vera
Pg 63 -> kripke risponde: ‘’non solo ognuna di queste descrizioni sono contingenti ma
tutte le descrizioni sono contingenti.
si, in questa situazione è vero che Aristotele insegna ad Alessandro magno? No, è solo
una differenza di posizione del termine necessario.
Consideriamo una situazione fissata: ‘’il maestro di Alessandro magno’’ Si riferisce ad una
persona, Aristotele ad un altra.
Kripke NON sta dicendo che il valore di verità di un enunciato cambia in relazione alla
posizione dell’operatore modale (necessario) diverso dal dire che i nomi sono designatori
rigidi
2. Con il nome aristotele mi riferisco allo stesso individuo in tutte le situazioni possibili:
l’individuo che i fatto ha insegnati ad Alessandro
F (x) = x2
F (2) = 4
F (4) = 16
Funzione variabile per definire il valore costante = usare una descrizione definita per
fissare il designatore rigido
Sono uguali
Funzione costante -< significato forte: implica che g ed f sono la stessa funzione
Pg. 67 -> ‘’condizione c’’ : per ogni teoria che deve essere valida… se noi associamo più
di una proprietà ad un nome, una versione di FR x determinare il referente del nome, si
cerca chi soddisfa quella proprietà
pg. 69 -> se il nome si riferisce a una persona, la persona è chi è chiamata così: non è
utile per spiegare il riferimento ci appelliamo alla nozione di riferimento, non dobbiamo
presuppone già a quale oggetto ci si riferisce a quel nome. La proprietà non può essere
quella che chiama in causa la nozione di riferimento. Non dobbiamo presupporre già a
quale oggetto si riferisce a quel nome. La proprietà non può essere quella che chiama in
causa la nozione di riferimento.
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Anche struttura del libro:
Lezione I
- Una serie di distinzioni (a priori vs. necessario, de dico vs de re, fissare il riferimento vs.
dare il significato)
- Mondi possibili
Lezione II
Lezione III
- matematico
Riferimento di un nome. tesi: può essere che il nome non si riferisca per forza alla persona
a cui ci riferiamo
Tesi 3. -> se c’è un individuo che soddisfa la maggioranza o tutte le g allora egli è il
referente
Costanti fg allora f (3) = f (2) e g (2) = g (3) ma allora f (2) = f (3) = g (3) = g (2)
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A priori a posteriori
9>7 Necessario
Metro di Parigi
Metodo degli esperimenti mentali > si immaginano delle situazioni e si pensa a cosa
sarebbe vero e falso in quelle situazioni
Tesi 2. 5. P. 77/95
uso:
- Referenziale
pg. 29 -> referente proprio di una descrizione: l’individuo con queste proprietà: l’unico
individuo che soddisfa la descrizione
Data una condizione: x è l’unico s che… > l’unico che ha le proprietà usate nella
descrizione
Donneland -> possiamo usare una descrizione ma la persona può non avere tutto le
proprietà della descrizione: noi intendevamo dire che quello (x) è felice e non che l’uomo
che soddisfa quella descrizione è felice
Uso referenziale -> all’individuo che RITENIAMO soddisfi la descrizione ‘’l’uomo che beve
lo champagne’’, ma l’uomo non beve champagne
Descrizioni definite
Nota 36 pg. 84 -> ‘’X si riferisce a X’’: va letto come uno schema in cui X ha un riferimento
Pragmatica diverso da semantica -> teoria completa dell’uso del linguaggio, bisogna
considerare tutte le inclinazioni come ad esempio l’ironia.
Bisogna tenere presente ciò che si veicola: come usiamo le parole ma anche il significato
delle parole. Riferente della parola diverso dal referente del parlante
L’uso che facciamo dei nomi è diverso dal referente attuale dei nomi
Il fatto che ci siano più persone con lo stesso nome non è un problema, contano come
nomi diversi quando si riferiscono a persone diverse: sono due parole diverse che si
scrivono allo steso modo.
Kripke; considerazione riguardi a Donneland -> il fatto che mi correggo quando mi fanno
notare che la persona a cui mi riferisco non soddisfa la descrizione, significa che tutti
sanno riconoscere a chi e cosa la descrizione definita si riferisce, che si riferisce all’unico
individuo che la soddisfa (descrizione definita usata in maniera referenziale).
21/10
I lezione: asserti di identità tra nomi: necessari o contingenti? es. espero è Fosforo ->
supponendo che le informazioni contenute nei libri di testo siano vere, l’enunciato
‘’Limelon è l’inventore delle lenti bifocali’’ è contingente vero
Quando c’è l’identità tra designatori rigidi l’enunciato è necessariamente vero (come gli
enunciati matematici)
G F
G
F
Una descrizione definita si riferisce all’unico individuo che la soddisfa. Se una descrizione
è un designatore rigido allora l’individo che la soddisfa è lo stesso in tutti i mondi
possibili.
‘’la persona che di fatto ha il numero di matricola più basso in UNITO in questo mondo’’
I nomi sono sempre designatori rigidi ma non tutti i designatori rigidi sono nomi, infatti per
esempio certe descrizioni definite lo sono.
Uno stato è possibile (mondi possibili) quando c’è coerenza interna: unica regola per la
creazione di mondi possibili.
22/10
Lezioni precedenti: designatori rigidi -> necessità dell’identità… > identità mente cervello
Inizio p. 71
Spesso nella vita di tutti i giorni si soddisfa la tesi 2 senza riuscire ad evitare di cadere
nella circolaritò
pg. 84-85 tesi 4 punto fondamentale Jonah, era il nome di una persona realmente
esistente, sulla quale si è svolto un racconto mitico
23/10
Gli esempi dicono che quando parliamo di Peano ci riferiamo a Peano ma è sbagliato:
L’ARGOMENTO DELL’ERRORE:
2-3 la descrizione che dovrebbe indicare il referente non c’è, in altri è sbagliata
Tesi 4: cita 3 casi -> Feymman; Godel; Giona. Il caso Giona è un controesempi o
Tesi 5: pg. 85, la tesi dice che se X esiste allora X possiede la maggior parte delle
proprietà che gli si attribuiscono, allora sono conosciute a priori dal parlante -> anche
quando la persona soddisfa la proprietà è sbagliare pensare che sia giusto a priori. La tesi
5 è sbagliata
Kripke non dice che hanno lo stesso significato, significato e riferimento non sono la
stessa cosa.
Non è uguale:
28/10
Supponiamo che ‘’Espero è Fosforo’’ sia vero. In questo caso, secondo Kripke, ‘’Espero è
Fosforo’’ è:
- necessario a priori
- Necessario a posteriori -> si, perché c’è supponiamo che sia vero. Espero e Fosforo si
riferiscono sempre allo stesso oggetto.
- Contingente a priori
- Contingente a posteriori
Supponiamo che il corpo celeste visibile alla mattina ha le coordinate c1, c2, c3 è identico
al corpo celeste visibile la sera alle coordinate c4, c5, c6. Se è vero, in questo caso,
secondo Kripke, il corpo… è:
- necessario a priori
- Necessario a posteriori
- Contingente a priori
III lezione:
- identità come una relazione (referenti) tra un oggetto e se stesso. (tesi opposta: identità
come 2 nomi che denotano la stessa cosa - si parla di nomi)
- Somiglianze tra termini generali (oro, acqua, calore) e nomi propri (Aristotele, Platone)
Una volta assegnato un riferimento ad una variabile, quel riferimento rimane costante per
la valutazione della variabile (bisogna mantenere nei ragionamenti quel riferimento).
pg. 104 -> ci sono relazioni che un oggetto non può avere con se stesso (es. pesare più
di se stessi)
ma considerare la condizione opposta (es. non essere più ricco di se stesso) è una
relazione tra me e me. Queste relazioni si chiamano ‘’riflessive’’
Ci sono relazioni non riflessive ma c’è ne sono anche riflessive tra cui quelle di identità.
Schmididentità -> stesso oggetto quando X e Y sono lo stesso oggetto. Oggetto diverso
quando X e Y sono diversi.
Kripke: consideriamo l’espressione ‘’non essere più ricco di se stessi’’ -> relazione tra la
stessa persona.
Ci sono delle relazioni riflessive e altre non riflessive. L’identità è quella con meno
relazione riflessive.
- analisi fisico/chimica/…
- Ammettendo come vero ciò che desumiamo come proprietà dell’oggetto potrebbe
essere composto da altro? È una proprietà essenziale o accidentale? Per Kripke non
potrebbe essere fatto da altro perché la proprietà è essenziale.
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3 lezione:
- Identificazioni teoriche
Riconosciamo il nome grazie alla trasmissione del riferimento della catena causale (passa
da parlante a parlante)
pg. 112 -> andamento duale: l’essenza di un oggetto è un qualcosa che si può scoprire
pg. 120 -> Mill: nomi propri non attribuiscono proprietà all’oggetto a differenza dei nomi
comuni
Kripke: andiamo nel mondo, troviamo delle cose a cui associamo dei nomi e poi
possiamo scoprire di aver sbagliato.
Per fissare un significato al termine non è necessario conoscere la natura del termine a
cui intendiamo riferirci.
‘’il colore è moto molecolare’’ -> se è vero è necessariamente vero per Kripke.
Partiamo da una sensazione e decidiamo di denotare con ‘’colore’’ tutto ciò che rispetto a
quel fenomeno avvertiamo in un certo modo. Ciò che avvertiamo in un certo modo è però
contingente
Fenomeno naturale (anche in assenza di esseri umani) è diverso dal modo in cui è
avvertito dagli esseri umani che è necessario per fissare il riferimento
Dopo aver assegnato a un olore un certo riferimento, assumiamo che il colore si sarebbe
potuto verificare anche in assenza di esseri umani.
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