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Classici kripke

lunedì:

- nomi vs descrizioni

- Necessario

- A priori

- Mondi possibili

- P = 8, 8>7 P>7

- P=8, nec(8>7) nec (P>7)??

Martedì:

- mill: nomi senza connotazione

- Frege e Russell (FR) vs mill: nomi come abbreviazioni di descrizioni definite

- Vantaggi di FR

- Teoria del dusten concept

- Fissare il significato vs definire il riferimento

Mercoledì:

- necessario (diverso) a priori

- Modalità di de dicto e de re

- Mondi possibili?

30/09
1) Quali delle espressioni sono nomi propri?

Mattarella -> si

Presidente repubblica italiana

Donald trump ->

Presidente usa

Descrizioni definite: determinano l’oggetto, la cosa, la persona, a cui ci so sta riferendo in un


certo modo. Descrivono l’individuo e definite perché hanno l’articolo determinativo (il/la).

1 non è un numero primo perché un numero naturale deve essere esprimibile come un prodotto
dei numeri primi. Ma se uno 1 fosse un numero primo 15 (3x5) sarebbe definibile come 3x5x1 ma
anche come 3x5x1 e così all’infinito.

‘’pensare al più grande numero naturale’’ -> falso perché non c’è nulla che appartiene a questa
descrizione.

Le descrizioni definite talvolta possono creare ‘’problemi’’. L’importante è che vi sia la descrizione
e anche la definizione.

2) Michele economista liberista dice: i poveri sono necessariamente poveri. È vero?

Non è possibile che una persona sia povera e non povera allo stesso tempo. Se x è povero, x è
povero. -> necessità logica.

3) Pina, prof di logica con simpatie marxiste dice: necessariamente i poveri sono poveri. È vero?

Necessariamente all’inizio indica che i poveri rimarranno sempre in questa condizione senza la
possibilità che cambi la loro situazione economica.

N = necessario.

- N (se x è povero, x è povero) -> sembra corretto

- (se x è povero, (necessariamente)N x è povero) -> scorretto.

A seconda di dove si introduce il ‘necessariamente’ cambia la correttezza e anche la forma logica


della frase.

Ambiguità sintattiche: ambiguità rispetto al raggruppamento delle parole.

Sono presenti nel linguaggio naturale.

4) Franz e Matt tirano 2 dadi da 6. Franz scommette che la somma dei due sarà 9, Matt 7. Chi dei
due è più furbo? -> Matt (c’è più possibilità che esca 7 che non 9). Importante anche per la
spiegazione della causa degli eventi.

5) Censimento sulla popolazione per verificare quanti scapoli siano sposati. Il censimento è
corretto. La percentuale degli scapoli sposati è -> 100%

Verità a priori: verità rescindibili dall’esperienza.

6) Stella ragiona che i ‘’il numero dei pianeti è 9, 9 è maggiore di 7 , quindi il numero dei pianeti è
maggiore di 7. Il ragionamento è corretto? si.

Se a è uguale a b tutto ciò che è vero di a deve essere anche di b e viceversa. -> principio.

7) Maria stella ragiona che : il numero dei pianeti è 9, necessariamente 9 è maggiore di 7, quindi
necessariamente il numero dei pianeti è maggiore di 7. È giusto? No

<(è vero che necessariamente Mattarella è Mattarella ma non è vero che necessariamente il
presidente della repubblica debba essere Mattarella)

- necessario: non può essere altrimenti


- necessario: conoscenza a priori
Sono la stessa possono essere sinonimi? Se è vero in tutti gli scenari possibili ci si potrebbe
rendere conto che x è vero perché è constatai che in ogni scenario possibile x è constatato.
Dimostra a priori che potrei conoscere prima dell’esperienza la verificabilità di x. I casi però
devono essere finiti.

Intuitivamente le definizioni sono diverse, non sono sinonimi ma ‘è una spinta a pensare che tutto
ciò che è a priori è necessario e tutto ciò che è necessario è a priori.

testo: nomi e necessità


Kripke ha un esplosione non completamente formale.

Tesi della mente e del corpo: che la mente sia uguale al cervello.

Fino a pg. 29 opinioni personali di kripke

Cerca di allegare i nomi proprio alle descrizioni definite: insieme di sottigliezza che una
descrizione definita ha un referente solo se c’è almeno un oggetto che abbia fatto o sia come
definisce la descrizione definita e che sia la sola. Quando lui usa i referenti di una descrizione
definita ci si riferisce al solo individuo che ha quella proprietà. Se non ci fosse un solo individuo
con quelle caratteristiche allora non si riferisce a una persona precisa.

1. Tema trattato nel testo

Tesi pg 30: relazione tra nomi e descrizioni?

Mill -> i nomi non caratterizzano gli oggetti, non li connotano in alcun modo.

Dopo kripke presenta la sua tesi: la logica moderna si oppone alla tesi di Mill.

Anche Russell pensava che un nome proprio fosse una descrizione definita, è la sua
abbreviazione. Questo tema si connette ad altri temi.

1/10

Nomi: Sergio Mattarella

Descrizioni: il presidente della repubblica

Necessario: non potrebbe essere altrimenti

A priori: conosciuto indipendentemente dall’esperienza

Problema: numero pianeti= 8 8> 7; dunque N.d. P>7

N.d P=8, necessariamente: 8>7 ; DUNQUE necessariamente: N.d. P>7

Se X=Y allora X e Y hanno le stesse proprietà -> principio di indiscernibili degli identici, che
sostiene che se due cose sono identiche non può esserci una proprietà che appartiene a una e
non all’altra. Ma se due cose hanno le stesse proprietà allora sono la stessa cosa.

Kripke accumula una serie di temi per far credere che alla fine ci sia un filo conduttore, kripke
collega tutti questi temi.

Libro:

1) Mill sui nomi - > 1 tema: denotazione senza connotazione

mill: i nomi sono associati a degli oggetti, servono per rimandare ad un oggetto ma i nomi non
hanno connotazione. Dasmouth (nome di una città) è stato dato questo nome alla città perché è
sulla foce del fiume, ma non è parte del significato di Dasmouth il fatto di essere sulla foce del
fiume, perché anche se non lo fosse non sarebbe contraddittorio; se fosse parte del significato di
una parola che qualche cosa è vero, allora chiunque usasse quella parola senza associarla al suo
significato cadrebbe in contraddizione.

2) Frege e Russell vs. Mill

Frege e Russell sostengono che i nomi siano abbreviazioni di descrizioni definite

3) Ci presenta un alternativa ed elenca le posizioni a favore di questa alternativa: il problema


fondamentale per entrambe le posizioni è determinare quale sia il referente di un nome, infatti
provengono sempre da un individuo parlante: in virtù di cosa Obama è il nome di un certo
individuo? In virtù di cosa un nome è legato al referente di un nome?

Frege -> (posizione descrittivista) il collegamento è dato dal fatto che se abbiamo associato un
nome alla descrizione, allora la descrizione fa da ponte dal nome al referente.

Kripke -> se non c’è un contenuto descrittivo del nome come è possibile che si usano i nomi per
indicare qualcosa?

Descrizione estensiva: si indica esattamente il referente del nome.

K -> la descrizione estensiva talvolta non è adeguata. Serve una descrizione che sia
univocamente riferita ad un nome.

Mill sembra non dare nessuna spiegazione di come i nomi si collegano al referente.

Teoria descrittivista: si parte da un nome e si cerca l’unica cosa che soddisfi pienamente questa
descrizione. Kripke: per la prima volta si incontra qualcosa e qualcuno la battezza. Questa
persona inizia ad usare il nome e le persone affianco iniziano anche loro ad usare il nome. Le
persone ereditano il referente del nome, mantenendo il collegamento originario.

Se X sente il nome pronunciato da Y allora X si riferiva al nome pronunciato da Y

Kripke menziona un altra ragione a favore della teoria descrittivista: a volte si può scoprire che
due nomi hanno lo stesso referente (vespro e fosforo fanno entrare riferimento a venere). Se parte
del significato del nome è la descrizione che gli associamo, allora il significato di vespero e
fosforo è difforme dall’associazione di significato di vespero e vespero o fosforo e fosforo.

Se un nome è solo qualcosa che si riferisce ad un oggetto allora dire x non esiste non avrebbe
senso perché se si ha l’oggetto non ha senso negarli. 


4) quando dubitiamo dell’esistenza di qualcosa non stiamo dubitando di una cosa che esiste,
(questa cosa che vedo di fronte a me esiste? Non ha senso, ma dire: esiste un uomo solo che ha
fatto x, y,.. ha senso). Ha senso dubitare l’esistenza di una persona che soddisfa una descrizione.

5) variante con agglomerato di concetti; ragioni a favore di FR -> su un nome proprio, la


descrizione associata possono essere più di una. Queste oscillazioni sono sopportabili solo se il
referente rimane identico. Ma ci sono tanti candidati rispetto alla scelta del referente. Non è un
limite del linguaggio ordinario il fatto che non si possa sostituire una descrizione al nome, il
significato del nome non è dato da un unica descrizione del nome ma dalla famiglia di descrizioni.
Le descrizioni associate a un nome possono essere più di una.

6) dare il significato vs. Fissare il riferimento e come ciò si connette con il problema della
distinzione tra a priori e necessario.

- ‘’Matrix si riferisce a chi tra di voi ha il numero di matricola più piccolo’’

Data la stipulazione S l’enunciato (m) ’’Matrix ha il numero di matricola più piccolo tra tutti i
presenti’’

(m) è: grigio, se fosse necessario allora Matrix necessariamente avrebbe il numero di matricola più
piccolo, non è necessario che sia proprio x. Non è stato detto che il nome è sinonimo della
descrizione, ma si parla del referente. Assegnare il nome e sostenere che da quel momento in poi
mi riferirò a quella persona con Matrix. Con Matrix non si intende che è sinonimo della persona
con il numero di matricola più basso. Una volta fissato il referente il nome si riferisce a
quell’oggetto, ma non sono sinonimi. Non è necessario priori x ad avere il numero di matricola più
basso.

Rosso -> necessariamente vero e conosciuto a priori

Grigio -> contingentemente vero e a priori

Giallo -> contingente e a posteriori

Blu -> necessario e a posteriori

2/10
Si può pensare che tutto ciò che è necessario è a priori e tutto ciò che è a priori allora è
necessario.

# -> simbolo per quindi

Schema di lunedì:

- P = 8, 8>7 P>7

- P=8, nec(8>7) nec (P>7)??

Sono ragionamenti diversi. Il primo è quello valido: se A è identico a B, se una cosa è vera
per A allora lo deve essere anche per B.

Schema di martedì:

Il testo è una progressione di temi che in qualche modo si intrecciano.

Teoria di Mill: i nomi non connotano l’oggetto.

Teoria di Russell: i nomi sono abbreviazioni di descrizioni definite. I vantaggi di questa


posizione si riscontrano nel fatto che si passa dal nome alla cosa (la definizione è il
ponte), ‘’clausten concept’’.

Nome: più descrizioni definite. Il referente è quello che soddisfa più descrizioni definite

- fissare il significato vs. Dare il riferimento(-> necessario vs. A priori)

‘’num. Matricola più basso è matrix’’. Matrix e la persona non sono sinonimi. Si associano
soltanto un oggetto al nome. Prima di verificare, io so già che Matrix ha il numero di
matricola più basso perchè l’ho già stipulato

Se dico: ‘’lui è matrix’’ direi che necessariamente X è Matrix ma nessuno può sapere che
si sarebbe potuto iscrivere più tardi e avere un numero di matricola più alto.

‘’congettura di Golbart’’ (CG) -> ‘’se M è un numero pari ed M > 2, allora esistono due
numeri primi P1 e P2 tali per cui M= P1 + P2 (numero pari > 2 che si esprime con la
somma di due numeri primi).

es. M= 4 P1:2 P2: 2; M=6 P1:3 P2:3; M=8 P1:3 P2:5

È una congettura, una somma infinita può avere un risultato finito(il paradosso di Zenone)
per il tempo di verifica della congettura: metodo che per noi non è applicabile ma che è
un ragionamento matematico: riuscire a porre un calcolo infinito in un tempo finito.

CG è:

- rosso: necessariamente vero

- Blu: conoscibile a priori

- Grigio: o necessariamente vero o necessariamente falso, ma non sappiamo quale delle


due -> necessario: vero comunque vadano le cose. C’è un numero pari che non è
esprimibile con P1 e P2, o c’è. Quindi o è nec. Vero o nec. falso.

- Giallo: necessariamente falso

algoritmo: procedura che permette di rispondere a una domanda in un tempo finito e ti


dice passo a passo cosa fare fino a condurci alla risposta della domanda.

enunciati: (numeri elementari, la loro forma) -> {[(1+5)x4]+7} = (27+5)x3

C’è un metodo, algoritmo, che ci assicura di riuscire a trovare una risposta

Un algoritmo che riesca a stabilire per ogni formula con quantificatori se è vera o falsa
non esiste. Plausibile per enunciati senza quntificatori.

No è ovvio che una cosa come la CG sia vera e conoscibile a priori. Non è scontato che
una cosa possa essere necessaria ma non conoscibile a priori.

Modalità de dicto e modalità de re

N(se X è povero, X è povero) -> in qualsiasi condizione X è povero

Se X è povero, N(X è povero) -> se in quella condizione X è povero, X è povero

pg. 42: alcuni filosofi sono vs. La situazione in cui si prende X e ci si chiede se X ha
proprietà che deve avere.

Mi posso domandare di un enunciato se è necessariamente vero o necessariamente


falso? es. 8>7. Dire che necessariamente 8>7 non ha senso perché se si intende l’8 come
il numero 8 allora ok, nel caso in cui si tenda 8 come il numero dei pianeti non avrebbe
senso.

La distinzione tra proprietà accidentali ed essenziali è proprio nel parlare comune.

Kripke: ha senso dire che questo individuo ha queste proprietà ma sarebbe potuta andare
diversamente.

Considerare due opzioni possibili:

@ mondo attuale W alternativa

° Roger Federer W Roger Federer

W Novak DjockavK ° Novak DjockavK

Denotare = fare riferimento a…

@il vincitore: DjockavK

W° il vincitore: Federer

7/10

Nelle altre lezioni:

- nomi vs. Descrizioni

- Mill vs. Frege e Russell

- Vantaggi FR

- Problema per FR e versione altezza

- Dare il significato vs. Fissare il referente

- A priori vs. Necessario

- Modalità de dicto e de re

oggi:

- mondi possibili

- Designatori rigidi e non

Leibniz -> aveva già espresso interesse per la questione dei mondi possibili. Problema
collegato: del male del mondo -> se Dio c’è ed è onnipotente ed è buono; perchè non
evita il male?

1 risposta: ciò che è bene per te può essere male per altri. Questa condizione è quella
migliore, quella che minimizza i mali

2 risposta: da rivedere la caratteristica dell’onnipotenza: ma una volta tolta l’onnipotenza


a Dio, gli si toglie qualcosa?

Tommaso D’ Aquino: Dio non può creare il massimo di X, perchè c’è sempre qualcosa di
maggiore. Dio è onnipotente nel senso che può fare tutto il possibile. Pensare di non
poter fare l’impossibile non è un limite, l’impossibile comunque non è realizzabile in
quanto non è considerabile come qualcosa di possibile.

Cosa sono i mondi possibili: avere un modello: risultati di un tiro di dadi. In questo caso ci
sono 36 modi possibili:

1. A: 1 B:1

2. A:1 B:2

31. A:6 B:1

- ….

36. A:6 B:6

Determinare quale dado denota l’espressione: ‘’il dado con il numero più alto’’.

Nella situazione 2 e in quella 31. Si tratta dello stesso dado nelle due situazioni?

2 -> B

31 -> A: no

pg. 50

Designatore rigido: se in ogni mondo è possibile questo designa lo stesso oggetto di un


esistente necessario {nomi propri} -> designatore rigido/ designatore fortemente rigido

In caso contrario: designatore non rigido

Designatori rigidi: ‘’il dado A, il dado B’’

Designatori non rigidi: a seconda dell’espressione con cui ci riferiamo cambia ciò a cui ci
riferiamo: ‘’il dado con il numero più alto’’

È inutile chiederci le proprietà delle cose, bisogna chiedersi delle proprietà rispetto le
circostanze in cui ci si trova.

pg. 44:

Se si ha un criterio di identità nei mondi possibili allora è fattibile.

La difficoltà si trova nel criterio di identità che è più semplice per quanto riguarda i
numeri, più difficile per le persone.

Mondo possibile: dato delle condizioni descrittive che ad esso associamo.

Criterio qualitativo: posso distinguere due oggetti simili. 2 oggetti qualitativamente


identici: si distinguono differenziandoli non qualitativamente (dei dadi, tutte le possibilità)

Ma se ogni volta dobbiamo riferirci al mondo possibile in questo modo si avrebbe il


problema per cui il mondo attuale è diverso dal mondo possibile.

Lewis -> esistono tanti universi spazio temporalmente diversi. In questi vi sono individui
non identici al mondo attuale ma c’è ne possono essere di simili (controparte).

Kripke: parte dagli oggetti, li si nomina e poi si discute se certe cose sarebbero potute
essere vere degli oggetti. Per prima cosa si stabilisce la situazione e si stipulano delle
definizioni per queste. Obietta a Lewis: non intuitivamente non pensiamo in questo modo
i mondi possibili.

I dadi -> oggetti fisici

possibilità= stato del mondo, qualcosa di più astratto

Anche il mondo attuale è un modo in cui le cose potevano andare e come effettivamente
sono andate. Mondi possibili: universi possibili tanto quanto i nostri

Come facciamo a sapere che qualcosa è possibile? Kripke non risponde

Quine -> se dai un enunciato e ci si chiede se :

- È ontologicamente vero

- Necessariamente vero

È legittimo. Se si isola solo un oggetto e ci si domanda se in altre situazioni avrebbe


potuto essere diverso -> illegittimo a differenza di ciò che diceva Kripke

Si dovrebbero avere dei criteri per individuare quell’oggetto

Pg. 43 -> l’idea che qualcuno possa considerare l’oggetto differente nei mondi possibili
non è priva di significato. (a differenza del senso comune)

Oggetto che hanno una denotazione costante -> designatori rigidi (nomi propri) e cose
che denotano cose diverse in condizioni diverse -> designatori NON rigidi (descrizioni)

È necessario che: 2+2=4? È necessario che due più due faccia quattro?

Avremmo potuto stabilire che la parola ‘’quattro’’ denotasse 5 ma non possiamo far
aumentare la stipulazione da 4 a 5

La quantità denotata: sono due numeri diversi, si può decidere di usare le parola quattro a
differenza di quando ci chiediamo se è necessario ci chiediamo una cosa con le parole ch
sono state stipulate, se no nulla sarebbe necessario

8/10
D: una funzione è un modo di mettere in relazione gli insiemi A e B, in modo che ad ogni
elemento di A corrisponda un elemento di B

2 - f - > 4. 2 - f2 -> 4

6 12. 3 9

3 6. 4 16

4 8

f(n)=2n

f(2)=g(2)

g(n)=n2

2 - h - > 2: funzione costante

3 2

4 2

Il significato di un nome o di una descrizione è un certo tipo di funzione.

C’è una funzione per esempio che associa uomini a luoghi: luoghi di nascita.

dadi: 36 situazioni possibili dadi: 2

L’espressione ‘’il dado con il numero più alto’’ come funzione:

1. A:2 B:1

2. A:1 B:”

3. A:6 B:1

Con le descrizioni definite ci possono essere due problemi: che la descrizione soddisfi più
di un caso o che non ne soddisfi nessuno.

Il significato è una funzione che associa a mondi possibili individui.

es. tutti gli animali che hanno due polmoni hanno due nei

Allora, 2 polmoni= 2 nei -> no! In altri mondi possibili potrebbe non esserlo, le due
espressioni non sono identificabili.

Il significato di un nome è costante, quello di una descrizione no.

Situazione 1 -> Aristotele

Situazione 2 -> Aristotele

… { nome: DESIGNATORE RIGIDO}

Situazione 10 -> Aristotele

Situazione 1: Aristotele

Situazione 2: Platone {DESIGNATORE NON RIGIDO}

Il significato di una parola non è l’oggetto denotato dalla parola stessa nel mondo attuale
ma una funzione (quindi ha un significato astratto) che associa individui a mondi possibili.
Una funzione costante nel caso di designatori rigidi, non costante nel corso di una
descrizione (designatori non rigidi)

Fa parte della descrizione di un mondo possibile che un certo individuo abbia certe
proprietà perché quell’individuo lo fissiamo/stipuliamo noi e solo successivamente lo
mettiamo in relazione ai mondi possibili perché mondi possibili sono oggetti astratti

Non ha senso invece chiedersi nel mondo possibile per quale individuo sarebbe y

Lewis pensa ai mondi possibili come universi spazio temporalmente chiusi, dunque
concreti

Uso e menzione:

‘’roma’’ ha quattro lettere M

Roma ha quattro lettere U (in questo caso uso X)

Se parliamo in maniera diversa da come parliamo, i cani riuscirebbero a volare? No

Basterebbe parlare in maniera diversa per rendere l’enunciato ‘’i cani volano’’ vero nel
senso di linguaggio ipotetico? Si

9/10

Ripresa: fissare il riferimento diverso da dare il significato + a priori diverso da necessario

Ripresa: problema FR e versione Claster + fissare il riferimento diverso da dare il


significato

Ripresa: vantaggi FR

Formulazione precisa FR

Condizione di non circolarità

C’è una parte in cui si accumulano temi e dopo vengono ripresi per essere riutilizzati.

Kripke -> prende un esempio: se abbiamo un oggetto io posso dire che con il termine X
mi riferisco (denota) una caratteristica dell’oggetto Y nel tempo attuale.

Ciò non significa che X e Y sono sinonimi, in un mondo possibile Y potrebbe avere una X
diversa

pg. 59 -> Frege e Russell > nome proprio NON è un designatore rigido, ma è sinonimo
della descrizione che lo sostituisce.

Kripke, a differenza sostiene che questa descrizione potrebbe servire per fissare il
riferimento (e non per dare il significato di un nome): il nome si riferirà a X in tutte le
circostanze che andremo ad osservare

Teoria FR -> se si una per fissare il riferimento, uno dei vantaggi della teoria viene meno

Pg. 61 -> esempio che può distrarre

Sostituito moderno della teoria Frege e Russell > il nome obbietta un agglomerato di
descrizioni -> versione forte: il nome è definito come agglomerato di descrizioni. Searle:
abbiamo nomi per riferirci ad individui

Si potrebbero mantenere le descrizioni se mantenessimo il principio di verità. Le


descrizioni sono fattori contingenti rispetto al nome.

Nome: + descrizioni -> non è necessaria una di queste descrizioni, ma è necessario o


l’una o le altre.

Tra queste, in ogni mondo possibile, ognuna di queste deve essere vera

Pg 63 -> kripke risponde: ‘’non solo ognuna di queste descrizioni sono contingenti ma
tutte le descrizioni sono contingenti.

Non è una distinzione di ambito, ritorna il tema del necessario<

- variabilità del tempo

- Variabilità delle circostanze

Situazione: Aristarco insegna ad Alessandro Magno. È una situazione in cui il maestro di


Alessandro insegna ad Alessandro?

si, in questa situazione è vero che Aristotele insegna ad Alessandro magno? No, è solo
una differenza di posizione del termine necessario.

Consideriamo una situazione fissata: ‘’il maestro di Alessandro magno’’ Si riferisce ad una
persona, Aristotele ad un altra.

Kripke NON sta dicendo che il valore di verità di un enunciato cambia in relazione alla
posizione dell’operatore modale (necessario) diverso dal dire che i nomi sono designatori
rigidi

Kripke -> in quali circostanze sono rappresentate correttamente in un enunciato?

pg. 64/65 -> kripke formulazione precisa di FR Russell: i nomi

- sinonimi di una descrizione -> criticata da Kripke

- Descrizioni definite per fissare il riferimento

Descrizione: è sempre un articolo determinativo (quell’X tale che…)

1. Aristotele è sinonimo di ‘’il maestro di Alessandro Magno’’

2. Con il nome aristotele mi riferisco allo stesso individuo in tutte le situazioni possibili:
l’individuo che i fatto ha insegnati ad Alessandro

1. Versione forte della teoria di FR -> giusta

2. Versione forte della teoria di FR

1.2 sono equivalenti

F (x) = x2

F (2) = 4

F (4) = 16

G (4) = 4 -> g (4) = f (2) = 4

G è funzione costante tale che per ogni x (g(x) = F (2))

Funzione variabile per definire il valore costante = usare una descrizione definita per
fissare il designatore rigido

∀ -> per ogni x….

∀ x ( g ( x ) = f ( x ) ) -> simile a dare il significato delle descrizioni: funzioni equivalenti per


ogni condizione possibile

Sono uguali

Funzione costante -< significato forte: implica che g ed f sono la stessa funzione

Pg. 67 -> ‘’condizione c’’ : per ogni teoria che deve essere valida… se noi associamo più
di una proprietà ad un nome, una versione di FR x determinare il referente del nome, si
cerca chi soddisfa quella proprietà

pg. 69 -> se il nome si riferisce a una persona, la persona è chi è chiamata così: non è
utile per spiegare il riferimento ci appelliamo alla nozione di riferimento, non dobbiamo
presuppone già a quale oggetto ci si riferisce a quel nome. La proprietà non può essere
quella che chiama in causa la nozione di riferimento. Non dobbiamo presupporre già a
quale oggetto si riferisce a quel nome. La proprietà non può essere quella che chiama in
causa la nozione di riferimento.

14/10 -> assente

15/10
Anche struttura del libro:

Lezione I

- Teorie descrittiviste (kripke vuole criticarle)

- Una serie di distinzioni (a priori vs. necessario, de dico vs de re, fissare il riferimento vs.
dare il significato)

- Nozione di designatore logico -> assetti di identità

- Mondi possibili

Lezione II

- critica della teoria descrittivista

- Immaginare alternative di come funziona il riferimento dei nomi

- Assetti di identità -> problema mente - corpo

Lezione III

- problema mente - corpo (dolore = stimolazione delle c. Fibre)

Tesi 5. -> Godel e Smith

- matematico

- Del ‘900 { -> g

- Scopritore del teorema di incompletezza

Godel non è necessariamente g. Non si può escludere a priori che g appartenga a


qualcun altro

Questione sucessivamente affrontata: problema di dirci come noi ci colleghiamo


all’individuo sbagliato -> noi creiamo un ponte per un legame- è sbagliato: il nome viene
dato alla nascita e pian piano tutti iniziano a chiamarlo così

Riferimento di un nome. tesi: può essere che il nome non si riferisca per forza alla persona
a cui ci riferiamo

Tesi 3. -> se c’è un individuo che soddisfa la maggioranza o tutte le g allora egli è il
referente

Tesi 6. -> problema descrittivista: sinonimia

F e g sono funzioni costanti (da numeri naturali a numeri naturali)

Se f (3) = g (3), allora f (2) = g (2) ?

Costanti fg allora f (3) = f (2) e g (2) = g (3) ma allora f (2) = f (3) = g (3) = g (2)

16/10

A priori a posteriori

9>7 Necessario

Mario meteo Contingente

Metro di Parigi

(stipulazioni che fissano il riferimento senza dare il significato)

Se è dimostrabile è a priori (durante la dimostrazione non facciamo riferimento a dati


empirici)

Metodo degli esperimenti mentali > si immaginano delle situazioni e si pensa a cosa
sarebbe vero e falso in quelle situazioni

Tesi 2. 5. P. 77/95

Donneland parla delle stesse cose di cui parla Kripke

uso:

- attributivo { di una descrizione definita

- Referenziale

pg. 29 -> referente proprio di una descrizione: l’individuo con queste proprietà: l’unico
individuo che soddisfa la descrizione

Data una condizione: x è l’unico s che… > l’unico che ha le proprietà usate nella
descrizione

Donneland -> possiamo usare una descrizione ma la persona può non avere tutto le
proprietà della descrizione: noi intendevamo dire che quello (x) è felice e non che l’uomo
che soddisfa quella descrizione è felice

Uso attributivo -> ci riferiamo all’unico individuo che soddisfa la descrizione

Uso referenziale -> all’individuo che RITENIAMO soddisfi la descrizione ‘’l’uomo che beve
lo champagne’’, ma l’uomo non beve champagne

Kripke: << l’uomo, l’unico che soddisfa quelle proprietà>>

Il parlante che usa quell’espressione può riferirsi ad un altra persona

Descrizioni definite

Kripke distingue il riferimento di un espressione e il riferimento del parlante che usa


quell’espressione. Nega che le descrizioni definite siano ambigue (abbiano più di un
significato)

Nota 36 pg. 84 -> ‘’X si riferisce a X’’: va letto come uno schema in cui X ha un riferimento

Pragmatica diverso da semantica -> teoria completa dell’uso del linguaggio, bisogna
considerare tutte le inclinazioni come ad esempio l’ironia.

Bisogna tenere presente ciò che si veicola: come usiamo le parole ma anche il significato
delle parole. Riferente della parola diverso dal referente del parlante

L’uso che facciamo dei nomi è diverso dal referente attuale dei nomi

Il fatto che ci siano più persone con lo stesso nome non è un problema, contano come
nomi diversi quando si riferiscono a persone diverse: sono due parole diverse che si
scrivono allo steso modo.

Questo problema è presente anche nella teoria descrittivista.

Kripke; considerazione riguardi a Donneland -> il fatto che mi correggo quando mi fanno
notare che la persona a cui mi riferisco non soddisfa la descrizione, significa che tutti
sanno riconoscere a chi e cosa la descrizione definita si riferisce, che si riferisce all’unico
individuo che la soddisfa (descrizione definita usata in maniera referenziale).

21/10

I lezione: asserti di identità tra nomi: necessari o contingenti? es. espero è Fosforo ->
supponendo che le informazioni contenute nei libri di testo siano vere, l’enunciato
‘’Limelon è l’inventore delle lenti bifocali’’ è contingente vero

Designatore non rigido: identità contingenti

Quando c’è l’identità tra designatori rigidi l’enunciato è necessariamente vero (come gli
enunciati matematici)

-> espero è fosforo: necessariamente vero

-> espero è espero: conoscibile a priori

I designatori rigidi sono moralmente impossibili

Espero è fosforo: conoscibile a posteriori

IV lezione: identità mente-cervello. es. il dolore= la stimolazione di quella parte del


cervello

‘’tutti i veneti sono italiani’’ è vero

‘’tutti gli italiani sono veneti’’ è falso

Tutti gli F sono G tutti i G sono F

G F
G
F

Se A allora B diverso da se B allora A, l’ultima è l’inverso della prima

Tutti i designatori rigidi sono nomi. Falso

Una descrizione definita si riferisce all’unico individuo che la soddisfa. Se una descrizione
è un designatore rigido allora l’individo che la soddisfa è lo stesso in tutti i mondi
possibili.

es. l’insieme vuoto

‘’la persona che di fatto ha il numero di matricola più basso in UNITO in questo mondo’’

‘’il più piccolo numero primo’’

‘’il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza e il suo diametro (p greco)’’

I nomi sono sempre designatori rigidi ma non tutti i designatori rigidi sono nomi, infatti per
esempio certe descrizioni definite lo sono.

Uno stato è possibile (mondi possibili) quando c’è coerenza interna: unica regola per la
creazione di mondi possibili.

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Lezioni precedenti: designatori rigidi -> necessità dell’identità… > identità mente cervello

oggi: come si fissa il riferimento? (II lezione, fino a pg. 95)

Inizio p. 71

Sembra molto difficile soddisfare la tesi 2 e C

Spesso nella vita di tutti i giorni si soddisfa la tesi 2 senza riuscire ad evitare di cadere
nella circolaritò

es. einstein - teoria relatività

- IL NOME NON HA UN REFERENTE FINCHÉ NON ABBIAMO UNA DESCRIZIONE (i


nomi sono ‘’vuoti) = TEORIA DESCRITTIVISTA

- I NOMI SONO GIA’ DOTATI DI UN REFERENTE (di una descrizione) = TEORIA DI


KRIPKE

La domanda è: ‘’ come parliamo? ‘’

Fine pg. 81 - inizio pg. 84 tesi 3

pg. 84-85 tesi 4 punto fondamentale Jonah, era il nome di una persona realmente
esistente, sulla quale si è svolto un racconto mitico

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Lezioni precedenti: designatori rigidi -> asserti di verità

Ieri: critiche alla tesi 6 e 2-3 della teoria descrittivista

oggi: critiche della tesi 4 e 5

Due immagini del riferimento a confronto

pg. 82 critica alla tesi 3

Spiegazione di completezza -> per non violare la condizione logica

- se la tesi 3 fosse completa chiunque abbia scoperto l’incompletezza dell’aritmetica è il


referente di Godel -> l’uomo che ha scoperto l’incompletezza dell’aritmetica è Schmidt,
allora il suono Godel significherebbe Schmidt

es. Peano; colombo

Gli esempi dicono che quando parliamo di Peano ci riferiamo a Peano ma è sbagliato:
L’ARGOMENTO DELL’ERRORE:

2-3 la descrizione che dovrebbe indicare il referente non c’è, in altri è sbagliata

Tesi 4: cita 3 casi -> Feymman; Godel; Giona. Il caso Giona è un controesempi o

Tesi 5: pg. 85, la tesi dice che se X esiste allora X possiede la maggior parte delle
proprietà che gli si attribuiscono, allora sono conosciute a priori dal parlante -> anche
quando la persona soddisfa la proprietà è sbagliare pensare che sia giusto a priori. La tesi
5 è sbagliata

Pg. 92 casi in cui l’immagine descrittivista è vera

‘’Espero’’ e ‘’Fosforo’’ hanno lo stesso significato?

‘’Espero’’ e ‘’Fosforo’’ hanno lo stesso riferimento?

Kripke non dice che hanno lo stesso significato, significato e riferimento non sono la
stessa cosa.

Non è uguale:

- Serena crede che Espero sia Espero

- Serena crede che Espero sia Fosforo

Pg. 24 kripke non risolve tutti i problemi.

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Supponiamo che ‘’Espero è Fosforo’’ sia vero. In questo caso, secondo Kripke, ‘’Espero è
Fosforo’’ è:

- necessario a priori

- Necessario a posteriori -> si, perché c’è supponiamo che sia vero. Espero e Fosforo si
riferiscono sempre allo stesso oggetto.

- Contingente a priori

- Contingente a posteriori

Supponiamo che il corpo celeste visibile alla mattina ha le coordinate c1, c2, c3 è identico
al corpo celeste visibile la sera alle coordinate c4, c5, c6. Se è vero, in questo caso,
secondo Kripke, il corpo… è:

- necessario a priori

- Necessario a posteriori

- Contingente a priori

- Contingente a posteriori -> si

Nel 1 enunciato -> designatori rigidi. Denotano sempre lo stesso oggetto

Nel 2 enunciato -> descrizioni definite: può notare 2 oggetti diversi

Quando un asserto di identità sia a destra che a sinistra dall’uguaglianza è un designatore


rigido, in cui si esprime la verità dell’enunciato è necessario.

Se non c’è un designatore rigido ma una descrizione definita, l’asserto di identità è


contingente.

III lezione:

- identità come una relazione (referenti) tra un oggetto e se stesso. (tesi opposta: identità
come 2 nomi che denotano la stessa cosa - si parla di nomi)

- L’ essenza di un oggetto può essere scoperta

- Somiglianze tra termini generali (oro, acqua, calore) e nomi propri (Aristotele, Platone)

- Identità che la scienza scopre essere vere (colore= moto di molecole)

- Identità mente corpo (dolore = stimolazione c. Fibre)

Una volta assegnato un riferimento ad una variabile, quel riferimento rimane costante per
la valutazione della variabile (bisogna mantenere nei ragionamenti quel riferimento).

pg. 104 -> ci sono relazioni che un oggetto non può avere con se stesso (es. pesare più
di se stessi)

ma considerare la condizione opposta (es. non essere più ricco di se stesso) è una
relazione tra me e me. Queste relazioni si chiamano ‘’riflessive’’

Ci sono relazioni non riflessive ma c’è ne sono anche riflessive tra cui quelle di identità.

Schmididentità -> stesso oggetto quando X e Y sono lo stesso oggetto. Oggetto diverso
quando X e Y sono diversi.

Se ci si chiede se Cicerone è Aristotele ci si domanda dell’identità tra due persone e non


tra nomi.

Kripke: consideriamo l’espressione ‘’non essere più ricco di se stessi’’ -> relazione tra la
stessa persona.

Per Kripke è possibile una relazione tra un oggetto e se stesso.

Ci sono delle relazioni riflessive e altre non riflessive. L’identità è quella con meno
relazione riflessive.

Essenza di un oggetto scoperta a posteriori ->

- analisi fisico/chimica/…

- Ammettendo come vero ciò che desumiamo come proprietà dell’oggetto potrebbe
essere composto da altro? È una proprietà essenziale o accidentale? Per Kripke non
potrebbe essere fatto da altro perché la proprietà è essenziale.

‘’se io sono un essere umano, allora sono necessariamente un essere umano’’.

Note 56 pg. 109

Origine -> proprietà essenziale o accidentale?

Sostanza (problema del de dicto e de re)

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3 lezione:

- identità come relazione di un oggetto con se stesso

- L’essenza di un oggetto può essere scoperta

- Nomi propri e nomi comuni

- Identificazioni teoriche

- Identità stati cerebrali e stati mentali

Kripke: estendere tesi su nomi propri e nomi comuni

Riconosciamo il nome grazie alla trasmissione del riferimento della catena causale (passa
da parlante a parlante)

pg. 112 -> andamento duale: l’essenza di un oggetto è un qualcosa che si può scoprire

Origine e sostanza -> proprietà non banali

Come si scopre l’essenza di qualcosa?

pg. 120 -> Mill: nomi propri non attribuiscono proprietà all’oggetto a differenza dei nomi
comuni

Kripke: andiamo nel mondo, troviamo delle cose a cui associamo dei nomi e poi
possiamo scoprire di aver sbagliato.

L’essenza può essere talvolta scoperta empiricamente.

pg. 126 -> riassunto

Mill aveva ragione sui nomi singolari ma non su quelli generali

Proprietà essenziali del referente di un termine

Per fissare un significato al termine non è necessario conoscere la natura del termine a
cui intendiamo riferirci.

‘’il colore è moto molecolare’’ -> se è vero è necessariamente vero per Kripke.

Partiamo da una sensazione e decidiamo di denotare con ‘’colore’’ tutto ciò che rispetto a
quel fenomeno avvertiamo in un certo modo. Ciò che avvertiamo in un certo modo è però
contingente

Fenomeno naturale (anche in assenza di esseri umani) è diverso dal modo in cui è
avvertito dagli esseri umani che è necessario per fissare il riferimento

Dopo aver assegnato a un olore un certo riferimento, assumiamo che il colore si sarebbe
potuto verificare anche in assenza di esseri umani.

Kripke: fissare il riferimento è diverso da dare il significato.

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