Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
A cura di StudioCentroVeneto:
Toni Brunello
Giulia Bianchi
Lara Scantamburlo
Paolo Zaramella
Commissionato dalla
PRESENTAZIONE E PRIMA SINTESI DELLE RISULTANZE
Per poter perseguire tale obiettivo sono stati integrati due livelli di
osservazione:
- l’analisi dei dati messi a disposizione dalle fonti ufficiali (Parte I);
- l’analisi dei dati raccolti sul campo tramite uno strumento di
rilevazione costruito ad hoc per l’occasione (Parte II).
3
In linea teorica, essa potrebbe essere effetto sia di una locale
debolezza, oppure - al contrario - di una posizione forte tutta particolare.
I dati presi in sé, se acriticamente analizzati nel loro rapporto con
l'insieme dell'economia, potrebbero dare un'idea di minore incisività.
Un'analisi più mirata sembra invece orientare ad una diversa
conclusione.
Nella provincia veneta il settore secondario, forte dell’esperienza
maturata e storicamente consolidata, continua a giocare un ruolo molto
consistente.
D'altro canto, proprio nel territorio vicentino si registra, nel più ampio
ambito dei servizi del terziario, uno sviluppo particolarmente rilevante dei
servizi alle imprese.
È il caso di chiedersi allora se non sia proprio lo sviluppo di questi
servizi un importante fattore di accelerazione per il settore secondario, già
di per sé tradizionalmente forte.
Non sembra arbitrario, alla luce dei dati, ipotizzare per il caso di Vicenza
l’esistenza di una relazione preziosa e costruttiva tra i due settori
economici: secondario da un lato e terziario – avanzato - dall’altro.
Ciò premesso chi, all’interno di questo rapporto, traccia la rotta?
È il terziario avanzato ad agire da stimolo all’innovazione per il
secondario? O è la domanda di servizi proveniente del secondario che
permette al terziario vicentino di sopravvivere ed espandersi? Chi è il
“trascinatore” e chi segue?
4
SOMMARIO
5
PARTE I:
L’ANALISI DEI DATI PRESENTI NEGLI ARCHIVI
7
1. LA TERZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA: UNA PREMESSA
80
75
70
65
60
Canada Francia
Germania Italia
55 Giappone Regno Unito
Stati Uniti
50
1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2004
Proprio per il peso preponderante che negli ultimi decenni ha avuto sulla
configurazione dell’assetto economico mondiale, la terziarizzazione è stata
oggetto di numerosi studi volti a spiegarne le dinamiche ed i possibili
mutamenti ad essa connessi.
9
- Secondo altri studiosi la terziarizzazione sarebbe spiegata da differenze
nei tassi di crescita della produttività a sfavore dei servizi, che
assorbirebbero la forza lavoro espulsa dal settore secondario, a parità di
domanda. Alla base di questo fenomeno vi sarebbero le minori opportunità
di incorporare progresso tecnico nei servizi e la minore esposizione
concorrenziale dei servizi. Il maggiore dinamismo dell’industria
manifatturiera, grazie ai guadagni di produttività consentiti dalle
innovazioni tecnologiche ed organizzative, tenderebbe a liberare addetti
che trovano impiego in altre attività, come i servizi. Tale spiegazione,
tuttavia, non tiene conto dei forti incrementi di produttività registrati nei
servizi attraverso l’introduzione delle tecnologie ICT, specie negli Stati
Uniti.
10
La lettura in chiave positiva (che lo associa a concetti estremamente
progressisti quali “economia avanzata”, “motore dello sviluppo”,
“conoscenza”, “dematerializzazione”, ecc.) fa invece particolare
riferimento a funzioni terziarie direttamente o indirettamente connesse
alle attività produttive.
In questa versione, associata alla tipologia dei servizi avanzati (Knowledge
Intensive Business Services - KIBS) cioè servizi ad elevato valore aggiunto
e ad alta intensità di conoscenza, i prodotti del terziario costituiscono un
supporto necessario ai fattori di progresso tecnico e organizzativo, base
essenziale per la crescita delle economie industriali avanzate. Secondo
questa visione, in un prossimo futuro la contrapposizione che oggi si è
soliti fare tra paesi industrialmente avanzati e paesi in via di sviluppo
dovrà forse modificare il primo termine di paragone con quello di
“economie terziarizzate avanzate”, essendo quest’ultima espressione più
fedele alla realtà.
90
80 Industria
70
60
50
40
30 Servizi
20
10
0
1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005
11
In un Paese come l’Italia in cui il peso del settore manifatturiero è
comunque considerevole, può essere naturale domandarsi se questa
tendenza non costituisca una minaccia destinata a trasfigurare
radicalmente la natura produttiva della nazione.
Pare si possa accantonare un’interpretazione allarmista di questo tipo.
L'orientamento diffuso tra gli esperti è di interpretarla non tanto
come un pericolo alla sopravvivenza del settore manifatturiero,
quanto piuttosto come un fattore destinato a trasformarne
l’assetto. Essa agirebbe come stimolo continuo per innovare i
processi del secondario e per costruire nuove relazioni proficue
trans-settoriali.
Diventa inoltre sempre più chiaro che solo nel momento in cui tutti gli
attori in gioco condividono finalità ed obiettivi di lungo periodo, come pure
mezzi e modalità per conseguirli, è possibile essere davvero vincenti nel
mercato contemporaneo. La cultura della qualità totale, che ha trovato
nel settore terziario un terreno fertile di sviluppo, inizia poco a poco a
diventare una buona pratica anche negli altri settori produttivi; e di
conseguenza parole quali vision, mission, valori1 iniziano a comparire nel
vocabolario quotidiano di tutti quegli imprenditori desiderosi di cavalcare
l’onda del mercato piuttosto che di esserne travolti.
1
Come gli esseri umani, anche le organizzazioni necessitano di un fine, di un obiettivo, di
una ragion d’essere e di un modello al quale ispirarsi nel quotidiano e al quale tendere
nel futuro. Vision, mission, valori rappresentano il punto di riferimento delle strategie
dell’azienda e guidano le energie delle persone che la compongono verso un obiettivo
comune. Più in particolare, la mission di un’organizzazione descrive la filosofia
dell’azienda, il valore aggiunto proposto tramite i propri servizi/prodotti ai clienti, grazie
al quale questi dovrebbero remunerarne l'azione. Essa è focalizzata sul presente e
rappresenta una sorta di guida operativa per l’azienda e per le persone che ne fanno
parte. La vision descrive il fine ultimo dell’organizzazione, immagina l’azienda nel futuro,
ne delinea il ruolo e i valori cui essa si ispira. È una sorta di motivo d’ispirazione per
definire le future strategie da abbracciare.
La condivisione di tali punti di riferimento è cruciale per il raggiungimento di obiettivi
comuni e diventa stimolo principe al rendimento produttivo di tutti i collaboratori di cui
l’azienda si avvale.
12
La terziarizzazione consentirebbe allora di potenziare la
competitività delle economie avanzate, costituendosi come
indicatore dell’aumento dell’integrazione dei servizi con il sistema
produttivo e della crescita dei servizi utilizzati dall’industria.
Come già detto, questo fenomeno interessa, in modo più o meno intenso,
tutte le principali economie avanzate, determinando all’interno di esse un
progressivo ridimensionamento dell’industria ed un parallelo sviluppo del
settore dei servizi, sia dal punto di vista del valore aggiunto sia da quello
dell’occupazione.
13
2. IL TERZIARIO NEL VENETO
Premessa metodologica
Per quanto riguarda le riflessioni sulle Unità Locali delle imprese e sugli
addetti, poiché queste fonti fanno riferimento a differenti metodi di calcolo
degli indicatori è stato possibile operare un confronto diretto solamente
2
In particolare ci riferiamo all’indagine “Il Veneto dei Servizi”, a cura di Unioncamere del
Veneto e delle Camere di Commercio del Veneto, pubblicata nel gennaio 2007.
15
tra i dati provenienti dalle prime due fonti citate, il che ha consentito di
ragionare sull’arco temporale 1991-2005.
I dati più recenti dell’Istat e del Registro Imprese hanno invece richiesto
un’analisi autonoma; leggendone quindi le elaborazioni è importante
tenere presente questa indicazione, allo scopo di non rischiare di tradurre
erroneamente le tendenze ed i mutamenti che ne derivano.
A partire dall’analisi dei dati raccolti nel corso dei censimenti economici
1991 e 2001, e da quelli del registro Asia del 2005, è possibile confermare
il crescente peso anche nel Veneto delle attività del terziario in termini
assoluti, coerentemente con i mutamenti registrati nella totalità del
territorio nazionale.
3
Ci si riferisce sempre alle Unità Locali delle imprese, divise per sezione, sottosezione,
divisione e gruppo di attività economica.
16
addetti in valori assoluti, nel 1991 la percentuale regionale in termini
relativi era pari al 44,6%, contro un valore nazionale del 52,9%. Nel 2001
il totale regionale corrispondeva al 48,9% degli addetti, a fronte di un
dato nazionale che vedeva gli addetti ai servizi protagonisti indiscussi della
composizione occupazionale, costituendo il 57,4% del totale. Quattro anni
più tardi questa diversità è ancora presente: il peso del terziario nel
Veneto è aumentato di cinque punti percentuali, raggiungendo il 53,8%
degli occupati regionali, ma un ritmo di crescita quasi equivalente si è
registrato anche a livello nazionale, dove gli addetti dei servizi sono il
61,1% del totale degli occupati.
Il Grafico 2.2 riproduce questo percorso, rendendo particolarmente
evidente il sostanziale parallelismo con cui i due andamenti hanno
proceduto nel corso degli anni presi in esame. Il trend positivo, rimane
comunque innegabile in entrambi i casi.
80%
75%
70%
65%
60%
55%
50%
1991 2001 2005
% UL servizi Italia % UL servizi Veneto
17
GRAFICO 2.2 - Incidenza dei servizi in Italia e Veneto negli
anni 1991, 2001 e 2005 - Confronto sul numero di addetti
65%
60%
55%
50%
45%
40%
35%
30%
1991 2001 2005
% Addetti Italia % Addetti Veneto
4
È utile ricordare che, dato che nella definizione statistica anche i professionisti sono da
considerarsi imprese mentre per la fonte amministrativa sono considerate tali solo le
imprese tenute ad iscriversi al Registro Imprese, questi dati non sono direttamente
confrontabili con quelli censuari presentati poco sopra.
18
Sostanzialmente, ferma restando la costante crescita dei servizi in valore
assoluto in Italia e nel Veneto, gli ultimi cinque anni sono stati
caratterizzati da due fenomeni di particolare rilevanza: da un lato, il
lento ma costante diminuire del divario relativo tra Italia e
Veneto riguardante il peso dei servizi sul totale dell’economia, nel
senso che nel Veneto il peso relativo dei servizi cresce in misura
maggiore di quanto non accada a livello nazionale -; dall’altro lato,
l’altrettanto costante aumento della disparità riguardante il peso
relativo ricoperto dal noto settore K5 - servizi alle imprese e altri
servizi tendenzialmente avanzati - sul totale dei servizi
all’interno delle due economie –: tale peso presenta un incremento
relativo ancor più marcato, a favore del Veneto.
I servizi in generale
GRAFICO 2.3 - Peso dei servizi sull'economia in Italia e Veneto tra il 2002
ed il 2007 - Confronto sulle Unità Locali
58%
57%
56%
55%
54%
53%
52%
51%
50%
49%
48%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
5
Secondo la classificazione delle attività economiche ISTAT - Ateco 2002, al codice K
corrispondono le attività immobiliari, di noleggio, informatica, ricerca e più in generale
dei servizi alle imprese. Per la definizione completa si rimanda al paragrafo successivo.
19
53,98%, contro un valore veneto del 49,96% (4 punti percentuali di
differenza) negli anni successivi la diversità di profilo si riduce
costantemente: secondo i dati aggiornati al 2007, il Veneto ha si è
assimilato alla media nazionale di quasi un intero punto
percentuale. Uno sguardo alla Tabella 2.1 può essere utile per osservare
la continuità di questo andamento.
Tabella 2.1
20
GRAFICO 2.4 - Peso dei servizi sull'economia in Italia e Veneto tra il
2002 ed il 2007 - Confronto sugli addetti
69%
67%
65%
63%
61%
59%
57%
55%
53%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
Tabella 2.2
Il fattore K6
6
L’analisi delle sottocategorie interne ai servizi è stata possibile solo sulle Unità Locali
poiché i dati a disposizione relativi agli occupati non prevedevano la suddivisione
dettagliata ma solo quella nei macro-comparti.
21
ATTIVITÀ IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA,
SERVIZI ALLE IMPRESE
In questa sezione sono incluse le attività di produzione dei servizi forniti in
misura prevalente al settore delle imprese (servizi alle imprese). Tuttavia,
quasi tutte le attività di questa sezione possono essere espletate anche a
favore di privati cittadini (servizi alle persone): ad es. noleggio di beni
personali e per la casa, attività delle banche di dati, attività legali, servizi di
investigazione e vigilanza, arredamento di interni o attività fotografiche.7
GRAFICO 2.5 - Peso del settore K sul totale dei servizi in Italia e Veneto
tra il 2002 e il 2007 - Confronto sulle Unità Locali
24%
23%
22%
21%
20%
19%
18%
17%
16%
15%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
Tabella 2.3
7
Si tratta della definizione riportata all’interno della classificazione Ateco 2002. Ulteriori
informazioni sono disponibili all’interno del sito dell’Istat http://www.istat.it
22
2005 18,46% 21,92% 3,47%
2006 18,96% 22,58% 3,62%
2007 19,40% 23,13% 3,74%
Fonte: elaborazione StudioCentroVeneto su dati del Registro Imprese
8
Stime dell’Istituto Tagliacarne su dati Istat
9
Valore aggiunto ai prezzi base: saldo tra produzione, valutata al netto delle imposte sui
prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti (prezzi base) e consumi intermedi.
Valore aggiunto ai prezzi correnti: valore aggiunto ai prezzi base più le imposte sui
prodotti, IVA esclusa, e al netto dei contributi ai prodotti.
23
Fonte: elaborazione StudioCentroVeneto su stime dell’Istituto Tagliacarne su dati Istat
24
Una simile crescita si può costatare anche per il periodo
successivo, che registra il passaggio da un valore aggiunto ai
prezzi correnti del 2003 pari a 68.759 milioni ai 78.518 milioni di
euro del 2006.
25
Come ribadiscono i dati presentati poco fa, dagli anni Novanta in poi il
settore terziario ha progressivamente acquisito maggiore importanza
all’interno dell’economia del Veneto. Diventa pertanto interessante
puntare l’attenzione proprio all’interno del settore, in modo tale da
poterne approfondire la composizione con cui si presenta inserito nella
regione.
2005
2001
1991
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
26
Osservando l’evoluzione che la composizione interna ai servizi ha subito
durante gli anni considerati, l’elemento che maggiormente salta agli occhi
riguarda da un lato la diminuzione considerevole dell’offerta di
servizi interni al commercio - tanto quello all’ingrosso quanto quello al
dettaglio - e dall’altro lato il preponderante aumento dell’offerta dei
servizi, interni a quel famoso comparto K già citato in precedenza,
ovvero quello legato alle attività immobiliari, al noleggio, all’informatica,
alla ricerca e sviluppo, ai servizi professionali alle imprese.
10
I sotto-gruppi di attività interni al comparto K sono i seguenti:
- K70: attività immobiliari;
- K71: noleggio macchinari e attrezzature;
- K72: informatica e attività connesse;
- K73: ricerca e sviluppo;
- K74: alter attività professionali e imprenditoriali.
27
pur rallentando leggermente il ritmo, ed il loro peso relativo arriva a
costituire nel 2005 il 25,1% dei servizi alle imprese.
73,3%
80%
64,6%63,6%
70%
60%
50%
40%
30% 23% 25%
10% 3% 2% 2% 0% 1% 1%
0%
K 70 K 71 K 72 K 73 K 74
1991 2001 2005
28
economica K70 e K74, al fine di verificare se le macrotendenze registrate
sino al 2005 siano state regolari e costanti nel corso degli ultimi sei anni.
50%
40% % K70 SU K
% K71 SU K
30% % K72 SU K
% K73 SU K
20% % K74 SU K
10%
0%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
29
Pur essendo una componente meno decisiva del settore K, anche il
codice K72 registra una leggera ma costante flessione.
11
L’indagine del 2005 fa riferimento ad un campione di imprese manifatturiere aventi
almeno 10 addetti.
30
• Supporto all’import/export;
• Controllo qualità e certificazione prodotti;
• Ambiente e sicurezza sul lavoro;
• Contabilità e paghe;
• Gestione fiscale e legale;
• Risorse umane e formazione;
• Trasporti e logistica;
• Reti informatiche e sistemi informativi;
• Manutenzione impianti.
31
In realtà, dando uno sguardo alle risposte al secondo quesito – quello che
fa riferimento ad una previsione su tali servizi per l’anno 2006 – risulta
che nella maggior parte dei casi gli imprenditori veneti sono
sostanzialmente consci dell’importanza di svolgere queste funzioni
(siano esse “acquistate” all’esterno o assorbite dall’azienda).
La percentuale di rispondenti che per ciascuna funzione esprime un
giudizio di completo disinteresse è di poco inferiore al 15%.
La maggioranza di essi, al contrario, dichiara di considerare abbastanza o
molto importante lo svolgimento dei servizi indicati: alla luce di queste
dichiarazioni sembra si possa sostenere che la consapevolezza riguardo
alla loro importanza non manchi. Se in realtà così è, è lecito attendersi un
progressivo aumento degli investimenti delle aziende venete orientato ai
servizi avanzati.
32
atteggiamento aperto al miglioramento continuo tanto
dell’efficienza quanto dell’efficacia della prestazione aziendale.
33
Fattore principe a valenza multipla, propedeutico allo sviluppo di un tale
nuovo approccio mentale è evidentemente la formazione nella sua
formulazione più corretta, che pure si colloca a pieno titolo nell'ambito dei
servizi alle impresa.
Come già riscontrato per il numero di Unità Locali, anche per quanto
riguarda gli addetti la terziarizzazione si presenta caratterizzata da due
dinamiche preponderanti, evidenziate dal Grafico 2.12: da un lato la
progressiva diminuzione del peso degli addetti del comparto del
commercio, dall’altro il sostanziale aumento di quello degli addetti
al comparto K dei servizi alle imprese.
34
GRAFICO 2.12 - Composizione interna al settore dei servizi in
Veneto negli anni 1991, 2001 e 2005.
Confronto sugli addetti
2005
2001
1991
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Nel primo caso, mentre nel 1991 gli occupati nel commercio
rappresentavano il 44,2% degli addetti del totale di settore, nel 2001 sono
diminuiti di quasi 8 punti percentuali arrivando a quota 36,5%. La discesa
prosegue anche negli anni successivi, raggiungendo nel 2005 al 33,8%
degli occupati del terziario. Il ritmo di decrescita ha subito negli
ultimi anni un leggero rallentamento, ma non sufficientemente
consistente da consentire ipotesi di arresto per il futuro prossimo.
Nel secondo caso possiamo notare che, a fronte di un dato del 1991 che
registra nel comparto K il 15% degli addetti del terziario, il 2001 si chiude
con un aumento considerevole degli occupati nei servizi alle imprese: essi
raggiungono il 23,9% degli addetti del settore. Il trend positivo del resto
continua anche in seguito e nel 2005 questo gruppo registra un
incremento di quasi altri due punti percentuali, arrivando a rappresentare
il 25,6% degli addetti del terziario. In quest’ultimo caso tuttavia va notato
che il ritmo medio di crescita dal 2001 al 2005 ha subito un
rallentamento abbastanza rilevante, il che può indurre a ipotizzare
un progressivo assestamento degli addetti del comparto nei
prossimi anni.
35
quattro anni considerati pari a +1,6%, che comporta pertanto un ritmo di
crescita medio dello 0,4% annuo.
Così come avvenuto per l’offerta di servizi, anche per gli addetti vale la
pena di analizzare nel dettaglio la composizione percentuale interna al
comparto K dei servizi alle imprese, proprio per la rilevanza e la costanza
della sua crescita. Il Grafico 2.13 si propone per l’appunto questo
obiettivo.
70%
60%
50%
40%
30%
15% 16% 16% 16% 13%
20%
9%
10% 2% 1% 1% 1% 1% 1%
0%
K 70 K 71 K 72 K 73 K 74
36
3. LA TERZIARIZZAZIONE NELLA PROVINCIA DI VICENZA
Il confronto tra le due realtà territoriali verrà condotto, così come è stato
fatto per quello tra Italia e Veneto, attraverso l’analisi della rilevanza del
settore terziario sul complesso dell’economia (veneta da un lato, vicentina
dall’altro); tale incidenza verrà quindi confrontata sia sul numero di Unità
Locali presenti nei territori, sia su quello degli addetti del settore.
37
medesimi livelli che caratterizzano la media regionale. In questo senso
la tendenza di Vicenza si discosta da quella della regione, che
come già visto negli ultimi decenni sta riducendo la propria diversità
rispetto alla media italiana.
72%
70%
68%
66%
64%
62%
60%
58%
56%
1991 2001 2005
% UL servizi Veneto % UL servizi Vicenza
38
anni seguenti vedono di conseguenza un incremento del peso degli addetti
ai servizi: nel 2001 essi raggiungono il 39,3% degli occupati e nel 2005 il
43,9% (contro percentuali regionali rispettivamente pari al 48,8% nel
2001 e al 53,8% nel 2005). In questo caso non solo il connotato di
diversità permane, ma si incrementa: se nel 1991 Vicenza era sotto la
media regionale di 9,5 punti percentuali, nel 2005 la differenza è
aumentata di 0,4 punti, arrivando pertanto ad uno scarto del 9,8%.
60%
55%
50%
45%
40%
35%
30%
25%
20%
1991 2001 2005
% addetti servizi Veneto % addetti servizi Vicenza
I servizi in generale
39
direbbe che lo scatto decisivo in direzione di questo avvicinamento
sia avvenuto a partire dal 2004.
54%
53%
52%
51%
50%
49%
48%
47%
46%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
Peso % UL servizi Veneto Peso % UL servizi Vicenza
40
GRAFICO 3.4 - Peso dei servizi sull'economia in Veneto e a Vicenza tra il 2002
e il 2007 - Confronto sugli addetti
65%
60%
55%
50%
45%
40%
35%
30%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
Il fattore K
Nel caso delle Unità Locali il confronto del 2002 vede il Veneto con 19,9%
delle Unità Locali appartenenti ai servizi alle imprese, contro un dato
vicentino del 21,7%; nel 2007 le due percentuali, entrambe aumentate,
hanno raggiunto rispettivamente il 23,1% ed il 24,7%, diminuendo lo
scarto di 0,3 punti percentuali (vedi Tabella 3.1).
41
GRAFICO 3.5 - Peso del settore K sul totale dei servizi in Veneto e a
Vicenza tra il 2002 e il 2007 - Confronto sulle Unità Locali
27%
25%
23%
21%
19%
17%
15%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
Peso % UL K Veneto Peso % UL K Vicenza
Tabella 3.1
L’analisi della ricchezza prodotta dal settore dei servizi nella provincia di
Vicenza è certamente un elemento che contribuisce a valutarne il livello di
terziarizzazione.
42
Come avvenuto per il Veneto, si analizzano di seguito separatamente le
serie storiche 1998-2002 (Grafico 3.6) e 2003-2006 (Grafico 3.7) facendo
esse riferimento rispettivamente al calcolo del valore aggiunto ai prezzi
base e a quello ai prezzi correnti.
43
considera l’intero intervallo temporale 1998-2002 si può notare che, nel
corso dei quattro anni considerati, il valore aggiunto ai prezzi base
prodotto dai servizi a Vicenza passa dagli 8.801 milioni di euro ai 10.888.
Di notevole entità, inoltre, l’incremento registrato dal valore aggiunto ai
prezzi correnti tra il 2003 ed il 2004: dai 10.856 agli 11.678 milioni di
euro. Tale andamento crescente, registratosi anche nel 2005, subisce un
arresto nel 2006, anno in cui il valore aggiunto ai prezzi correnti si
presenta leggermente in calo, pur mantenendosi nell’ordine degli 11.800
milioni di euro.
44
- l’andamento complessivo fino al 2004 è simile per entrambe le serie: ad
un aumento costante fino al 2002 fa seguito una leggera flessione nel
2004. Mentre tuttavia in Veneto il peso del valore aggiunto prodotto dai
servizi nel 2006 registra una ripresa, nel caso di Vicenza si nota nello
stesso anno un’ulteriore diminuzione, che porta il valore aggiunto del
terziario a rappresentare per la provincia veneta il 54% della ricchezza
complessiva prodotta, quasi il 10% in meno rispetto alla media regionale.
Il peso percentuale del valore aggiunto prodotto dal terziario sembra al
contrario essere recuperato dal settore secondario che, come evidenziato
nel Grafico 3.9, registra tra il 2002 ed il 2006 un lieve aumento della
propria incidenza sulla produzione di ricchezza della provincia.
45
tanto all’ingrosso quanto al dettaglio: se nel 1991 esse rappresentavano il
50% delle imprese del terziario, dopo quattordici anni, nel 2005, hanno
subito una diminuzione del 13%, costituendo il 36,9% delle totali Unità
Locali di servizio.
2005
2001
1991
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
G Commercio ingrosso e dettaglio; riparazione... H Alberghi e ristoranti
I Trasporti e comunicazioni J Intermediazione monetaria e finanziaria
K Attività immobiliari, noleggio, informatica… M Istruzione
N Sanita' e altri servizi sociali O Altri servizi pubblici,sociali e personali
46
Emersa ancora una volta la pregnanza del comparto K dei servizi alle
imprese nello sviluppo complessivo del settore terziario a Vicenza, diviene
di notevole interesse l’analisi più dettagliata dell’evoluzione dei sottogruppi
che lo compongono (Grafico 3.11).
80% 73%
60%
50%
40% 27%
26%
30%
14%
20% 10% 10% 9%
10% 2% 2% 1%
2% 1% 1%
0%
K 70 K 71 K 72 K 73 K 74
1991 2001 2005
47
Dal 2002 al 2007: i dati del Registro Imprese
Gli ultimi cinque anni, sulla base della fonte amministrativa, rilevano una
diffusa tendenza all’incremento, o quanto meno alla stabilità, riguardo il
numero di Unità Locali dei comparti dei servizi alle imprese (Grafico 3.12);
il solo ad avere un andamento costantemente in riduzione è il
comparto informatico K72, che mentre costituiva il 17,6% dei servizi
appartenenti al codice K nel 2002 arriva a rappresentarne il 14,7% nel
2007.
60%
50%
40% % K 70 SU SERVIZI K
% K 71 SU SERVIZI K
% K 72 SU SERVIZI K
30% % K 73 SU SERVIZI K
% K 74 SU SERVIZI K
20%
10%
0%
2002 2003 2004 2005 2006 2007
48
questo gruppo di attività ha iniziato ad aumentare la propria
incidenza nel comparto. Si ricorda comunque che si tratta di variazioni
situate nell’ordine dei decimi di punto percentuale, pertanto non tali da
poter modificare le sorti del comparto nel futuro prossimo;
La Tabella 3.2 presenta il numero di imprese che ogni anno si sono iscritte
al Registro Imprese e quelle che, al contrario, hanno cessato l’attività.
Tabella 3.2
SERVIZI IN GENERALE SERVIZI ALLE IMPRESE - K
Iscrizioni Cessazioni Saldo Iscrizioni Cessazioni Saldo
2002 2.336 2.360 -24 562 425 137
2003 1.895 2.171 -276 437 413 24
2004 2.186 2.618 -432 504 600 -96
2005 2.167 2.546 -379 487 540 -53
2006 2.127 2.449 -322 486 512 -26
2007 476 653 -177 119 156 -37
Fonte: elaborazione StudioCentroVeneto su dati Unioncamere, Movimprese
49
quanto detto finora sull’importanza dei servizi alle imprese per l’economia
vicentina. È per questa ragione che i dati dei servizi vanno comparati a
quelli riguardanti il codice K, al fine di capire se anche questo comparto
presenti lo stesso andamento negativo.
Per collocare più realisticamente questi dati sul terziario, è parso utile
compararli con quelli relativi al settore che per tradizione è sempre stato il
più forte nella provincia veneta: il manifatturiero.
50
Il Grafico 3.14 rappresenta allora l’andamento dei tassi di nati-
mortalità13 delle imprese appartenenti alla manifattura, ai servizi in
generale ed ai servizi alle imprese. Solo il confronto può contestualizzare i
dati emersi sul settore terziario.
51
il terziario avanzato il settore più in salute, a conferma di quanto
detto sino a questo momento.
52
Al contrario le attività immobiliari (K70) sono state protagoniste di un
vero e proprio b o o m nel 2002, tuttavia sgonfiatosi
progressivamente negli anni successivi.
I Grafici 3.16 e 3.17 rappresentano appunto “la torta dei servizi”: nel
primo caso quelli esportati, nel secondo quelli importati. La prima
considerazione che emerge riguarda la composizione stessa di entrambi i
diagrammi. Tanto per le esportazioni quanto per le importazioni il
90% circa dei movimenti è imputabile all’interscambio di due soli
servizi: i viaggi e gli altri servizi alle imprese. Il restante 10% è
suddiviso in quote esigue tra assicurazioni, comunicazioni, costruzioni,
royalties e licenze, servizi finanziari e servizi informatici.
53
Grafico 3.16 - Servizi esportati a Vicenza nel 2005
ROYALTIES E LICENZE
COSTRUZIONI 1%
SERVIZI FINANZIARI
ASSICURAZIONI 1% 1%
2%
SERVIZI INFORMATICI
3%
COSTRUZIONI
COMUNICAZIONI ROYALTIES E LICENZE
1%
3% 2%
ASSICURAZIONI
3% SERVIZI FINANZIARI
1%
SERVIZI INFORMATICI
2%
54
Nel caso dei v i a g g i è possibile ipotizzare che la crisi economica
internazionale abbia avuto il suo peso nel frenare i flussi turistici. Del resto
lo stesso fenomeno è stato registrato in tutta la regione e Vicenza, che
spesso brilla della luce riflessa da Venezia, non ha potuto evidentemente
fare eccezione. È possibile inoltre imputare le minori visite di turisti
stranieri anche all’incremento dei prezzi dei servizi alberghieri aggravatisi
di anno in anno a partire dall’entrata in vigore della moneta comunitaria.
Variazioni climatiche sfavorevoli congiunte a mancati investimenti
e innovazioni nell’offerta turistica (che l’hanno quindi resa
direttamente più dipendente dalle condizioni meteorologiche) non hanno
contribuito a migliorare il quadro complessivo.
Anche nel caso dei servizi alle imprese è spontaneo domandarsi per
quale ragione il mercato vicentino non trovi risposta alle proprie esigenze
nel territorio nazionale: intuitivamente questo dato di fatto sembrerebbe
imputabile alla minore capacità competitiva dei fornitori italiani di
servizi alle imprese, presumibilmente incapaci di soddisfarne la
domanda. La crescente richiesta rivolta ai fornitori stranieri può anche
essere interpretata come una spinta all’internazionalizzazione da
parte delle imprese vicentine che potrebbero trovare più conveniente
acquistare servizi nei mercati di destinazione sia per esigenze logistiche
che per una maggiore conoscenza della realtà locale.
600000
500000
400000
300000
200000
100000
0
2000 2001 2002 2003 2004 2005
esportazioni importazioni
55
Il Grafico 3.18 conferma la tendenza emersa per il 2005 come una
costante di tutti e sei gli anni considerati (2000-2005); pur essendo
diminuito il divario tra le due grandezze import ed export di servizi, non
si è riusciti a rilevare, sulla base delle fonti disponibili, possibili
elementi di orientamento in chiave futura, che consentissero
quanto meno di auspicare realisticamente un'inversione del
trend nel futuro prossimo. Il grafico segnala di fatto una carenza
strutturale, che merita un approfondimento serio e focalizzato, e di
conseguenza iniziative mirate e coerenti per sopperire a tale carenza.
14
Unioncamere del Veneto e Camere di Commercio del Veneto (a cura di) 2007, Il
Veneto dei Servizi, Treviso.
56
Esistono infine servizi che le imprese non svolgono affatto, né
all’interno né all’esterno dell’azienda: il 60,9% delle imprese del campione
non si preoccupa di raccogliere finanziamenti attraverso bandi, né
più in generale di intrattenere rapporti costanti con il mondo del
credito; il 56,3% del resto non ha una figura di riferimento per
supportare l’import-export, probabilmente perché ancora non viene
distinto dall’attività commerciale nel suo complesso.
57
portando l’andamento in attivo rispetto al 1991. Nel secondo caso, quello
delle attività dei servizi legati all’istruzione, si passa da un 1991 che vi
vede occupato lo 0,7% degli addetti ai servizi, ad un 2001 che ne registra
una diminuzione (0,39%) per giungere infine al 2005 leggermente in
ripresa, ma comunque in passivo, così rappresentando una quota dello
0,45%.
GRAFICO 3.19 - Composizione interna al settore dei servizi a Vicenza negli anni
1991, 2001 e 2005 - Confronto sul numero di addetti
2005
2001
1991
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
58
essere l’1,1%. Nel caso invece dei servizi professionali (K74) si rileva una
flessione degli addetti nel decennio 1991-2001 di ben 5,7 punti
percentuali (dal 70,8% al 65,1%), per registrare in seguito una ripresa
che li porta nel 2005 al 68,9%.
Decisamente orientato al ribasso l’andamento del comparto
informatico K72: gli occupati di queste attività dal 17,4% del 1991,
rappresentano nel 2005 il 12,1% degli addetti ai servizi alle imprese. Un
calo di incidenza di 5 punti percentuali verificatosi soprattutto negli ultimi
quattro anni considerati.
71%
80% 65% 69%
70%
60%
50%
40%
30% 17% 17%
17% 17%
20% 10% 12%
10% 1% 1% 1% 0% 1% 1%
0%
K 70 K 71 K 72 K 73 K 74
1991 2001 2005
Le previsioni occupazionali
15
Maggiori informazioni, anche metodologiche, sono disponibili nel sito di Unioncamere
del Veneto. Nella sezione “Pubblicazioni” è infatti possibile scaricare i rapporti annuali
Excelsior dal 2002 al 2007: http://www.ven.camcom.it/pubblicazioni/pub9.htm.
59
pressoché nullo, si nota una lieve crescita che lo porta a raggiungere quasi
il +1%. Al contrario quello dei servizi rimane in caduta, toccando il valore
minimo del periodo (+0,3%) proprio nello stesso anno: uno scarto, se
confrontato con il valore del 2001 (+6,9%), di ben 6,6 punti percentuali in
meno.
0
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
60
aumento (pari al 5,4%) registrato tra il 2003 ed il 2004. Ciò ha fatto
sì che le assunzioni nel terziario arrivassero a costituire il 48,3% del
totale, percentuale mantenutasi simile anche l’anno successivo (48,6%).
Gli ultimi due anni hanno invece registrato un calo considerevole delle
assunzioni previste nei servizi, che tuttavia si mantengono superiori al
45% delle assunzioni totali previste.
4%
12% 26%
39% 19%
61
3.2.5 La terziarizzazione a Vicenza: qualche considerazione conclusiva
Lo sviluppo del terziario sembra essere una tappa irrinunciabile anche per
l’economia di Vicenza.
Come si è potuto costatare, dagli anni Novanta ad oggi il settore è
diventato progressivamente più incidente per l’economia interna (più
della metà della ricchezza prodotta dalla provincia deriva proprio
dal terziario) seguendo un ritmo di sviluppo nel complesso coerente con
quello regionale. Tuttavia, il ruolo ancora decisivo giocato dal settore
secondario fa di Vicenza una provincia con tratti peculiari e con un
assetto economico originale che merita la pianificazione
d’interventi e politiche ad hoc.
Con riferimento ai servizi alle imprese poi, si può osservare che a Vicenza,
nel loro dettaglio, i comparti più consistenti sono quelli immobiliare
(soprattutto per quanto riguarda le unità locali ed il numero di addetti) e
quelli dei servizi professionali alle imprese e di ricerca e sviluppo
(soprattutto con riferimento al saldo iscrizioni-cessazioni).
62
Appaiono invece in diminuzione, considerando tanto l’andamento delle
unità locali quanto quello degli addetti, i servizi informatici, nonostante si
tratti degli unici che registrano un saldo esportazioni-importazioni positivo,
mentre i servizi di noleggio sembrano progressivamente perdere
importanza, da tutti i punti di vista considerati.
63
PARTE II:
LA RICOGNIZIONE SUL CAMPO
65
66
La presente seconda parte del lavoro prevedeva un’analisi per così
dire “sul campo”, attraverso la realizzazione di almeno 300 interviste. La
rilevazione - che è avvenuta attraverso la somministrazione di un
questionario semi-strutturato (vedi Allegato I), la cui progettazione e
stesura è stata ultimata in accordo con la stessa Camera di Commercio - è
stata condotta tra marzo e maggio 2008.
La collaborazione con la Camera di Commercio è stata
costantemente perseguita, al fine di rendere la ricerca particolarmente
aderente agli obiettivi prefissati in fase di progettazione, e permettere
un’analisi che, seppur campionaria, sia significativa anche in termini di
fattori individuati e prime linee guida evidenziate.
67
3 . Persone (età dei dipendenti/collaboratori, formazione, tipologie di
contratti, ecc.);
4. Investimenti/promozione (tipologie ed intensità, modalità,
evoluzione nel tempo, ecc.);
5. Ipotesi di supporti istituzionali (azioni di promozione ed aiuto al
territorio, per migliorare le condizioni del settore).
68
1. Identikit del campione.
ARZIGNANO
ASIAGO
6% BASSANO DEL
2%
GRAPPA
15%
SCHIO
4%
VICENZA
55%
THIENE
10%
VALDAGNO
LONIGO 4%
4%
1
La suddivisione territoriale provinciale utilizzata è la stessa adottata dai Centri Per
l’Impiego (vedi Allegato II).
69
Oltre un rispondente su tre è di sesso femminile; ciò può indicare, in
senso lato, una buona presenza femminile dei settori considerati anche se,
dal punto di vista formale, ciò non implica necessariamente una forte
concentrazione di titolarità al femminile.
35-44 anni
45-54 anni 27%
30%
70
A14. Da quanto tempo Lei svolge questa attività?
Meno di un anno 5,65%
Da 1 a 5 anni 16,61%
Da 5 a 10 anni 15,28%
Da 10 a 20 anni 33,55%
Da 20 a 30 anni 20,60%
Da più di 30 anni 8,31%
71
A11. Nazionalità
Italiana 99,67%
Comunitaria 0
Extra-comunitaria 0,33%
Rispetto alla ripartizione del campione per macro settori, il grafico che
segue evidenzia che la voce “servizi professionali ed imprenditoriali"
rappresenta ben il 60% della totalità:
GRAFICO 1.5. - A13. A che settore appartiene l'impresa con cui Lei
opera o con cui prevalentemente collabora?
Attività Noleggio
Altro immobiliari attrezzature e
9% 11% macchinari
1% Informatica e
attività connesse
13%
Ricerca di
personale e lavoro
interinale
2%
Ricerca e sviluppo
2%
Servizi
professionali ed
imprenditoriali
62%
72
A15. Quando è stata fondata l'impresa/studio in cui Lei opera o
con cui prevalentemente collabora?
Meno di un anno 6,33%
Da 1 a 5 anni 13,67%
Da 5 a 10 anni 12,33%
Da 10 a 20 anni 33,67%
Da 20 a 30 anni 25,67%
Da più di 30 anni 8,33%
73
Si nota che più di un intervistato su tre opera in aziende senza
dipendenti; la stessa percentuale è riferita ad attività che hanno da uno
a tre dipendenti/collaboratori.
La dimensione media del settore è quindi piuttosto ridotta, in linea
anche con i dati del settore manifatturiero.
Ciò nonostante, una percentuale non indifferente di intervistati/aziende si
colloca in fasce dimensionali più rilevanti: per esempio, il 12% ha da
undici dipendenti in su.
74
alta (21,50%, con oltre i 500.000 euro) seguita a poca distanza dalla
fascia 100.000/200.000.
75
Accanto a queste Associazioni di categoria per così dire atipiche, in quanto
strettamente specialistiche, vi sono tuttavia forze di rappresentanza più
tradizionali e consolidate (nell’ordine: Confartigianato, Ascom e
Confindustria).
Infine, due rispondenti su cinque sono iscritti ad un’Associazione
da oltre 10 anni, a dimostrazione del fatto che, parallelamente ad una
certa maturità delle aziende, vi è anche una notevole continuità e
fedeltà al proprio ente di rappresentanza.
Rispetto al primo fattore, nel grafico sopra esposto si nota che, almeno
nelle fasce centrali (25-44 anni) la percentuale femminile di
rispondenti è sempre superiore a quella maschile.
Addirittura nella fascia 25-34 anni, le rispondenti sono due volte e
mezza, in termini percentuali, rispetto ai maschi.
Tra l’altro può essere utile notare che quest’ultima tipologia d’attività
raggruppa, come riportato in precedenza, oltre il 60% delle aziende
considerate.
Questo dato conferma quindi la forte presenza, in generale, della
componente femminile (sia nella proprietà che nella struttura) nel
settore terziario e servizi alle imprese.
Altro
Servizi professionali ed
imprenditoriali
Ricerca e sviluppo
Ricerca di personale e
lavoro interinale
Informatica e attività
connesse
Noleggio attrezzature e
macchinari
Attività immobiliari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
18-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni Oltre 65 anni
78
questo caso, si tratta probabilmente sia di settori maturi che di
attività che richiedono professionalità consolidate;
- il settore servizi professionali ed imprenditoriali (il più rilevante
per numerosità all’interno della ricerca) presenta invece una
ripartizione per fasce d’età estesa ed omogenea.
Altro
Servizi professionali ed
imprenditoriali
Ricerca e sviluppo
Ricerca di personale e
lavoro interinale
Informatica e attività
connesse
Noleggio attrezzature e
macchinari
Attività immobiliari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
79
GRAFICO 1.12 - Dimensione (numero dipendenti) per settore d'attività
Altro
Servizi professionali ed
imprenditoriali
Ricerca e sviluppo
Ricerca di personale e
lavoro interinale
Informatica e attività
connesse
Noleggio attrezzature e
macchinari
Attività immobiliari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
80
GRAFICO 1.13 - Fatturato (migliaia di euro) per settore d'attività
Altro
Servizi professionali ed
imprenditoriali
Ricerca e sviluppo
Ricerca di personale e
lavoro interinale
Informatica e attività
connesse
Noleggio attrezzature e
macchinari
Attività immobiliari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
81
2. Mercato e sua evoluzione
Europa Extra-Europa
5% 3%
Italia
12% Locale
45%
NordEst
9%
Regionale
26%
82
- il 76% è completamente privo di mercato estero: significa che
quasi 4 rispondenti su 5 non hanno clienti fuori dall’Italia.
Questi dati possono essere letti, nella realtà, secondo due interpretazioni
tra loro alternative:
- una visione negativa, propensa alla chiusura, legata ad un
forte radicamento sul territorio di riferimento da parte delle
imprese analizzate, che non sono in grado, o non hanno l’intenzione,
di provare ad aggredire nuovi mercati, anche solo fuori regione;
- una visione positiva, legata ad una scelta pianificata e
consapevole, di vedere il radicamento e la vicinanza alla
clientela locale come un punto di forza, rispetto alla
soddisfazione della clientela stessa.
83
GRAFICO 2.2 - B3. Dove si trova il Suo cliente principale?
Regionale
(fuori provincia)
14%
Locale
(Vicenza e provincia)
74%
Agricoltura
Servizi 3%
25%
Manifattura
34%
Pubblica
Amministrazione
11%
Commercio
27%
84
Passiamo infine all’ultima, rilevante, batteria di domande riguardanti
l’andamento attuale del proprio mercato di riferimento e, soprattutto,
l’evoluzione prevista di tale mercato di riferimento (sia in termini di
numero di clienti che di fatturato/giro d’affari).
In diminuzione
24%
Stabile
40%
85
In questo caso la situazione è un po’ meno critica rispetto ai dati espressi
dal grafico precedente; ma anche in questo caso è la stabilità
nell’andamento dei clienti la risposta prevalente.
Ciò che aumenta leggermente, rispetto all’andamento del fatturato, è la
percentuale di rispondenti che dichiara un aumento del numero di
clienti.
Come visto nella prima parte del presente lavoro, esiste di fatto una forte
correlazione tra l’andamento del comparto manifatturiero e la crescita o
meno delle attività di supporto ad esso, e quindi del terziario e dei servizi
alle imprese.
Di fatto, se c’è recessione o un rallentamento della crescita, ne
risentono sia il settore secondario, sia di conseguenza quello
terziario.
Ciò nonostante, come si vedrà in alcune elaborazioni successive, vi sono
comunque delle eccezioni, positive, legate ad ambiti del terziario che sono
in grado di rispondere efficacemente a specifiche domande provenienti dal
settore produttivo.
B7. Che evoluzione prevede nel numero di clienti nei prossimi 2/3
anni?
Aumento 31,77%
Stabilità 35,79%
Diminuzione 16,39%
Non so 16,05%
86
Innanzitutto va precisato che la domanda rappresenta, di fatto, una
previsione che somma fattori soggettivi di chi risponde (es.
volontà/motivazione a migliorare la propria situazione di mercato,
innovando o cambiando strategie aziendali) con fattori oggettivi (es.
difficoltà reali dell’industria manifatturiera, costi crescenti di produzione,
concorrenza in forte aumento, ecc.).
Va detto che le percentuali, e quindi le previsioni di andamento, sono
molto simili, sia per quanto riguarda l’andamento dei clienti che del
fatturato.
Prevale, sostanzialmente, una certa cautela/pessimismo da parte
dei rispondenti, anche se una fetta non indifferente del campione
(uno su tre) dichiara di prevedere un aumento sia dei clienti che
del fatturato da qui a 2/3 anni.
Chiudiamo questa sezione di analisi del questionario con alcuni grafici che,
come visto in precedenza, analizzano una combinazione ragionata di
fattori.
Innanzitutto, può essere utile incrociare l’evoluzione prevista del
fatturato/clientela rispetto ai sei settori individuati:
Altro
Servizi professionali ed
imprenditoriali
Ricerca e sviluppo
Ricerca di personale e
lavoro interinale
Informatica e attività
connesse
Noleggio attrezzature e
macchinari
Attività immobiliari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
87
un andamento futuro positivo (con un buon 40% di rispondenti
che prevedono un aumento del fatturato);
- infine, anche l’importante settore dei servizi professionali ed
imprenditoriali prevede, o auspica, un andamento positivo
nell’immediato futuro. In realtà, a differenza dei settori analizzati
nel punto precedente, una percentuale non irrilevante (circa il
1 5 % ) prevede una diminuzione del giro d’affari nel
breve/medio termine.
Altro
Servizi professionali ed
imprenditoriali
Ricerca e sviluppo
Ricerca di personale e
lavoro interinale
Informatica e attività
connesse
Noleggio attrezzature e
macchinari
Attività immobiliari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
88
- nel settore dei servizi professionali ed imprenditoriali, pur
annoverando un quasi 30% di andamento in crescita, prevale
una certa prudenza (il 40% dichiara di aver ottenuto un fatturato
nel 2007 in linea con gli anni precedenti).
GRAFICO 2.7 - Andamento del numero di clienti nel 2007 per settore d'attività
Altro
Servizi professionali ed
imprenditoriali
Ricerca e sviluppo
Ricerca di personale e
lavoro interinale
Informatica e attività
connesse
Noleggio attrezzature e
macchinari
Attività immobiliari
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
89
3. Le persone
Da 41 a 50 anni
24%
Da 30 a 40 anni
34%
90
GRAFICO 3.2 - B10. Le persone che operano in impresa
(titolari/soci/dipendenti/collaboratori) hanno partecipato di
recente, o hanno intenzione di partecipare, a corsi di
formazione o di aggiornamento professionale?
NON SO
6%
NO
25%
SI
69%
Gestione
Altro 19%
27%
Lingue
straniere
7% Marketing
14%
Sicurezza Informatica
12% 21%
91
un affinamento delle competenze e conoscenze specialistiche
insite in ogni tipologia di attività di servizio alle imprese.
Ad esempio, per il settore formativo, si tratta di corsi o iniziative che
aiutano la persona ad approfondire tematiche tecniche (comunicazione,
relazioni, gestione del gruppo, gestione del tempo, ecc.). Oppure, nel caso
delle agenzie immobiliari, si tratta di corsi di aggiornamento tecnico sulla
normativa in vigore, sulle novità procedurali, sulle tecniche di vendita. E
così via.
Altri due aspetti formativi hanno comunque riscosso un buon interesse nei
rispondenti: si tratta dell’informatica e della gestione aziendale.
Questo conferma la volontà, e spesso l’esigenza, da parte del
comparto del terziario e dei servizi alle imprese di gestire le
proprie attività con strumenti tecnologicamente avanzati e con
sempre maggiore efficienza.
Propria
Altro
Associazione di
13%
Categoria
Formazione 30%
Interna
21%
Ente Camerale/
Azienda speciale
5%
Business School
Enti Privati 4%
27%
92
Cerchiamo ora di individuare le caratteristiche essenziali e l’evoluzione dei
dipendenti/collaboratori.
Innanzitutto, è stato chiesto agli intervistati se prevedono un aumento o
meno del numero dei dipendenti/collaboratori da qui a 2/3 anni:
Non so In aumento
18% 21%
In diminuzione
5%
Stabile
56%
93
GRAFICO 3.6 - Ripartizione delle tipologie di contratto: quanti
intervistati hanno almeno un occupato rientrante nella tipologia indicata
Altro Apprendisti
15% 10%
A progetto
13% Part-time
25%
Tempo pieno
37%
Altro Apprendisti
11% 17%
Part time
14%
A progetto
32%
Tempo pieno
26%
94
meno stabili di rapporto contrattuale: in questo caso di riduce
fortemente la modalità di lavoro a tempo pieno, mentre s i
moltiplica per due volte e mezza la tipologia “a progetto”;
- infine, la figura di “apprendista/tirocinante/praticante”
riveste un certo rilievo, soprattutto nell’ipotesi di assunzione
futura, quasi a dimostrare la necessità ed opportunità di
realizzare un percorso formativo e di crescita professionale
piuttosto lungo, prima di padroneggiare le competenze necessarie
nel settore dei servizi.
Titolo di studio
Altro specifico
Capacità 5% 11%
relazionali
19% Buona esperienza
nel settore
20%
Conoscenza
lingue
Autonomia,
5%
flessibilità, Conoscenze
adattabilità informatiche
26% 14%
95
GRAFICO 3.9 - B17. In generale, si riscontrano difficoltà
nell'individuazione e coinvolgimento di nuovi dipendenti/collaboratori?
NO
44%
SI
56%
Mancanza di
Altro titolo di studio
Mancanza di
10% 2%
esperienza
Scarse capacità
26%
relazionali
16%
Scarsa
conoscenza
lingue
2%
Scarse
conoscenze
Scarse informatiche
autonomia, 7%
flessibilità,
adattabilità
37%
96
Le risposte sono in linea con la domanda precedente: anzi, vi è addirittura
un’enfatizzazione delle caratteristiche per così dire “soft”, e quindi non
tecniche: è possibile ipotizzare che le competenze trasversali (capacità
relazionale, comunicativa ecc.) non siano sufficientemente trasmesse
in sede formativa. Si ribadisce ancora una volta il gap esistente tra
università e, più in generale, sistema educativo/formativo, e
mondo del lavoro: nonostante da anni si cerchi di promuovere una
loro maggiore co-operazione, i risultati effettivi ancora stentano
ad essere apprezzabili.
Questa sezione si chiude con una serie di domande che indagano, nel
concreto, la volontà o meno di attivare alleanze, al fine di incrementare la
propria competitività sul mercato:
Altro Alleanze
9% produttive
22%
Alleanze
strategiche Alleanze di
42% mercato
27%
97
In questo caso prevale nettamente (con il 42% dei rispondenti) la
logica delle alleanze strategiche, e quindi di azioni che possano
incidere fortemente nelle scelte chiave in futuro.
Anche le alleanze di mercato in senso stretto rivestono per gli intervistati
un certo peso, così come le modalità che possono rendere più efficienti, e
quindi presumibilmente meno costosi, i servizi offerti.
98
GRAFICO 3.12 - Partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento
professionale per settore di attività
9%
Altro 32%
59%
Servizi professionali ed 4%
23%
imprenditoriali 73%
29%
Ricerca e sviluppo 29%
43%
Ricerca di personale e
50%
lavoro interinale 50%
Informatica e attività 5%
16%
connesse 78%
Noleggio attrezzature e
50%
macchinari 50%
10%
Attività immobiliari 29%
61%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
si no non so
5%
Altro 14%
73%
9%
Servizi professionali ed 23%
3%
imprenditoriali 52%
22%
20%
Ricerca e sviluppo 20%
60%
Ricerca di personale e
50%
lavoro interinale
50%
Informatica e attività 16%
3%
connesse 49%
32%
Noleggio attrezzature e
macchinari 75%
25%
13%
Attività immobiliari 10%
71%
6%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
99
prevale nettamente una previsione di stabilità, e quindi una certa
prudenza nell’evoluzione futura.
90%
80%
71%
70% 67% 67%
61% 62%
60%
52%
50%
48%
39% 38%
40%
33% 33%
29%
30%
20%
10%
0%
0%
Attività Noleggio Informatica e Ricerca di Ricerca e Servizi Altro
immobiliari attrezzature e attività personale e sviluppo professionali ed
macchinari connesse lavoro imprenditoriali
interinale
si no
100
GRAFICO 3.15 - Previsione di attivare alleanze per settore d'attività
80% 75%
71%
70%
67% 67%
60%
50%
50%
38% 39%
40%
32% 33% 33%
29% 29% 28%
30%
25%
21%
17% 19%
20%
13% 15%
10%
0% 0%
0%
Attività Noleggio Informatica e Ricerca di Ricerca e Servizi Altro
immobiliari attrezzature e attività personale e sviluppo professionali ed
macchinari connesse lavoro imprenditoriali
interinale
si no non so
101
4. Investimenti/promozione.
B22. Sono stati effettuati investimenti (in senso lato) negli ultimi 2/3
anni?
Si 67,80%
No 32,20%
B23. Percentuale media degli investimenti degli ultimi 2/3 anni rispetto
al fatturato
Fino al 5% 53,38%
dal 6 al 10% 26,35%
Dall'11 al 20% 13,51%
Oltre il 20% 6,76%
102
GRAFICO 4.1 - B24. Che tipo di investimenti sono stati fatti negli
ultimi 2/3 anni?
Ampliam.
Altro immobile
11% 10%
Internazionaliz. Apertura nuova
3% sede
8%
Alleanze
10%
Innovazioni
tecnologiche
58%
In questo caso prevale un cauto ottimismo, nel senso che più della
metà delle aziende intervistate è propensa a continuare ad
investire anche in futuro.
Vi è però una fetta non indifferente di rispondenti (17%) che non ha
ancora chiaro il contesto e le previsioni future.
103
GRAFICO 4.2 - B25. Che tipo di investimenti sono previsti per i
prossimi 2/3 anni?
Miglioramento/
ampliamento
Informatica della sede
26% 11%
Marketing
21%
104
GRAFICO 4.3 - B28. Che tipo di investimenti in promozione e
marketing sono previsti per i prossimi 2/3 anni?
Telemarketing
8%
Seminari (come
relatori) Partecipazione a
13% Seminari (come fiere
partecipanti) 10%
13%
Si 49,75%
No 10,84%
Non so 39,41%
105
GRAFICO 4.4 - B30. Che evoluzione prevede nell'investimento in
attività promozionale nei prossimi 2/3 anni?
Diminuzione
9%
Aumento
31%
Stabilità
60%
Chiudiamo questa sezione con alcuni grafici che incrociano gli aspetti degli
investimenti, attuali e prospettici (compresi quelli relativi a promozione e
marketing) rispetto alle tipologie settoriali delle aziende intervistate.
44%
Altro
56%
29%
Ricerca e sviluppo
71%
45%
Attività immobiliari
55%
si no
106
Si nota, con una certa evidenza, che alcuni settori (nell’ordine: ricerca
del personale/lavoro interinale, servizi professionali ed
imprenditoriali, ricerca e sviluppo) si collocano fortemente sopra
la media in termini di investimenti effettuati, in senso lato.
Al contrario, gli operatori delle attività immobiliari e di noleggio di
macchinari ed attrezzature si sono dimostrati molto cauti
nell’effettuare investimenti. C’è da chiedersi se, in una prospettiva di
medio termine, questa strategia si dimostrerà efficace o meno.
15%
Altro 42%
42%
18%
Servizi professionali ed
29%
imprenditoriali
53%
14%
Ricerca e sviluppo 29%
57%
Ricerca di personale e
lavoro interinale
100%
10%
Informatica e attività
23%
connesse
68%
Noleggio attrezzature e
75%
macchinari
25%
28%
Attività immobiliari 31%
41%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
si no non so
107
GRAFICO 4.7 - Investimenti in promozione e marketing (previsione di
effettuarne o no per i prossimi 2/3 anni) per settore d'attività
7%
Altro 56%
37%
Noleggio attrezzature e
75%
macchinari
25%
15%
Attività immobiliari 27%
58%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%
si no non so
108
Segni particolari: attività fiorente e prospettive future ottimistiche
109
Il sottocampione così estratto è risultato includere 70 casi, il 23% del
campione complessivo: questo dato apre diverse considerazioni sullo stato
effettivo di salute del settore, pur considerando che si tratta di esempi
volutamente ‘sopra la media’. Se questo è il dato oggettivo, il bicchiere è
da considerare mezzo pieno o mezzo vuoto? La risposta è probabilmente
soggettiva.
In questa sede cerchiamo di definire la cornice entro la quale tali esempi
virtuosi si collocano.
Settore d'attività
110
resta pur sempre un punto di forza che merita di essere
valorizzato.
Europa Extra-Europa
5% 4% Locale (Vicenza e
provincia)
Italia 38%
17%
NordEst
13%
Regionale
23%
111
Previsione del numero dipendenti per i prossimi 2/3 anni
Aumento 41,27%
Stabile 36,51%
Diminuzione 3,17%
Non so 19,05%
Destinazione investimenti
sottocampione campione totale
Miglioramento nella gestione 22% 22%
Miglioramento/ampliamento della sede 15% 11%
Marketing 23% 21%
Informatica 24% 26%
Sicurezza 5% 4%
Sviluppo mercati esteri 8% 7%
Altro 3% 9%
112
affermava di voler investire in questo ambito superava di poco il 40%, tra
i casi di successo si riscontra una presenza ben maggiore, che
raggiunge quasi il 60% degli intervistati.
Non solo: è anche inferiore la percentuale dei ‘no’ categorici a tale
tipo di investimento (in questo caso un 30%, a fronte di un dato
complessivo del 42%):
113
evanescente si può definire il risultato della loro applicazione. I
suggerimenti e le strategie che ne derivano si materializzano di
fatto in aumento di clienti e di fatturato; più in generale, si traducono
in un miglioramento della performance aziendale.
1
Drucker Peter F., Innovazione e imprenditorialità, 1986, Etas, Milano.
114
5. Linee guida per il futuro
115
che emerge solo una volta che le normative sono messe in atto (quando
pertanto hanno già danneggiato i destinatari). Gli imprenditori si sentono
spesso schiacciati dal peso di un sistema che non s’incastra con i loro
bisogni: si ritrovano pertanto soli a fronteggiare le sfide del mercato,
abbandonati, per non dire vessati, proprio da quegli organi istituzionali
che li dovrebbero incoraggiare e sostenere.
116
fungessero da esempio, aggiornando le proprie strutture e fornendo
servizi più qualificati di quanto oggi non avvenga.
1
Collaborazioni, alleanze, partnership, tra imprese a livello internazionale.
117
Un’azione concreta in questo senso potrebbe essere la creazione di un
portale di informazione ma anche di qualificazione eventualmente
in link con analoghi strumenti, che riservi uno spazio per ogni singola
impresa, nel quale ciascuna possa mettere in evidenza la propria offerta
con immagini e testi curati da esperti (non solo dalle aziende stesse che il
più delle volte non sanno comunicare). Un simile strumento, includendo
tutti i fornitori di servizi avanzati presenti sul territorio divisi per comparto,
e i loro principali exploit professionali a titolo di referenza,
agevolerebbe anche i clienti, che saprebbero dove trovare i professionisti
di cui di volta in volta hanno bisogno.
118
Gli incentivi in questione dovrebbero essere differenziati in base ai fruitori
e alla loro destinazione.
119
ALLEGATO I:
IL QUESTIONARIO
INDAGINE CONOSCITIVA SUL TERZIARIO E SERVIZI
ALLE IMPRESE DI VICENZA E PROVINCIA
A. Parte anagrafica.
DATI AZIENDALI
INFORMAZIONI SULL’INTERVISTATO
A.9 Sesso dell’intervistato maschio femmina
A.11 Nazionalità
Italiana Comunitaria Extra-comunitaria
INFORMAZIONI SULL’ATTIVITÀ
A.13 A che settore appartiene l’impresa in cui Lei opera o con cui prevalentemente collabora?
Attività immobiliari Noleggio attrezzature e macchinari
Informatica ed attività connesse Ricerca di personale e lavoro interinale
Ricerca e sviluppo Servizi professionali ed imprenditoriali (servizi alle
Altro (specificare) ………………………………… imprese, consulenza fiscale/legale, pubblicità, ecc.)
Può scrivere, in sintesi, l’attività svolta dall’impresa in cui Lei opera o con cui prevalentemente collabora, e quali
sono le specificità e i punti di forza della stessa?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………....
A.15 Quando è stata fondata l’impresa/studio in cui Lei opera o con cui prevalentemente collabora?
meno di un anno da 5 a 10 anni da 20 a 30 anni
da 1 a 5 anni da 10 a 20 anni da più di 30 anni
A.16 Quanti dipendenti/collaboratori ha l’impresa in cui Lei opera o con cui prevalentemente collabora, allo stato attuale?
Nessuno Da 6 a 10 Oltre 50
Da 1 a 3 Da 11 a 20 (specificare……….)
Da 3 a 5 Da 21 a 50
A.17 Può dire qual è stato il giro d’affari/fatturato nel 2007 nell’impresa in cui Lei opera o con cui prevalentemente
collabora?
(domanda non obbligatoria)
Fino a 25.000 euro Da 100.001 a 200.000 euro
Da 25.001 a 50.000 euro Da 200.001 a 500.000 euro
Da 50.001 a 100.000 euro Oltre 500.001 euro (specificare………….)
A.18 E’ iscritto ad una Associazione di categoria o ente di rappresentanza? Se no, vada alla sezione B.
Sì No
B. L’evoluzione dell’impresa
IL MERCATO
B.1 Può stimare la percentuale di ripartizione della clientela (in termini di fatturato) per area geografica dell'impresa in cui
Lei opera o con cui prevalentemente collabora?
Locale (Vicenza e Provincia) ……….% Italia ……..%
Regionale (fuori provincia) ………..% Europa ……..%
NordEst ……..% Extra-Europa ……..%
B.2 Se offre i suoi servizi anche all’estero, può elencare i tre principali paesi/mercati?
……………………………… …………………………… ………………………………
B.4 A quali settori appartiene principalmente la sua clientela? (possibili risposte multiple)
Agricoltura Pubblica Amministrazione
Manifatturiero Servizi
Commercio Altro (specificare) …………………………
B.5 Che valutazione dà all’andamento del suo mercato di riferimento nell’ultimo anno (2007)?
In forte crescita In diminuzione
In crescita In forte diminuzione
Stabile
B.7 Che evoluzione prevede nel numero di clienti nei prossimi 2/3 anni?
aumento diminuzione
stabilità non so
B.13 Prevede che il numero di collaboratori/dipendenti nei prossimi 2/3 anni potrà essere?
in aumento in diminuzione
stabile non so
B.15 Che tipo di contratto preferirebbe stipulare se dovesse ampliare il numero di collaboratori/dipendenti?
(inserire il possibile numero di dipendenti/collaboratori per ogni categoria):
apprendisti (nr. ……….) a progetto (nr. ……….)
in part-time (nr. ……….) altro (nr. ………., specificare ………………….)
a tempo pieno (nr. ……….)
B.16 Quando si deve assumere o iniziare una collaborazione, che caratteristiche/competenze ritiene particolarmente
importanti per la sua tipologia di attività?
(possibili risposte multiple)
essere in possesso di un titolo di studio specifico buona autonomia nel lavoro, flessibilità e adattabilità
avere una buona esperienza nel settore buone capacità relazionali
buona conoscenza lingue (di base: inglese) altro (specificare) ………………………………
buone conoscenze informatiche
B.19 Nel medio termine, si prevede di attivare alleanze, al fine di rispondere alle crescenti esigenze di mercato?
Sì No Non so
B.27 Sono previsti nei prossimi 2/3 anni investimenti in promozione e marketing?
Sì No Non so
B.30 Che evoluzione prevede nell’investimento in attività promozionale nei prossimi 2/3 anni?
aumento stabilità diminuzione
B.31 Le istituzioni sul territorio provinciale, a suo avviso, quali attività dovrebbero svolgere per promuovere il settore
terziario ed i servizi alle imprese?
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………..……………………………………………………………………………………………….
…………………………………………. …………………………………………………….
ALLEGATO II:
ARZIGNANO:
- ALTISSIMO
- ARZIGNANO
- BRENDOLA
- CHIAMPO
- CRESPADORO
- GAMBELLARA
- MONTEBELLO VICENTINO
- MONTECCHIO MAGGIORE
- MONTORSO VICENTINO
- NOGAROLE VICENTINO
- SAN PIETRO MUSSOLINO
- ZERMEGHEDO
ASIAGO:
- ASIAGO
- CONCO
- ENEGO
- FOZA
- GALLIO
- LUSIANA
- ROANA
- ROTZO
- TRESCHE-CONCA
LONIGO:
- AGUGLIARO
- ALBETTONE
- ALONTE
- ASIGLIANO VENETO
- BARBARANO VICENTINO
- CAMPIGLIA DEI BERICI
- GRANCONA
- LONIGO
- MOSSANO
- NANTO
- NOVENTA VICENTINA
- ORGIANO
- POIANA MAGGIORE
- SAN GERMANO DEI BERICI
- SARCEDO
- SAREGO
- SOSSANO
- VILLAGA
SCHIO:
- MALO
- MARANO VICENTINO
- MONTE DI MALO
- SAN VITO DI LEGUZZANO
- SANTORSO
- SCHIO
- TORREBELVICINO
- VALLI DEL PASUBIO
THIENE:
- ARSIERO
- BREGANZE
- CALTRANO
- CALVENE
- CARRE'
- CHIUPPANO
- COGOLLO DEL CENGIO
- FARA VICENTINO
- LAGHI
- LASTEBASSE
- LUGO DI VICENZA
- MONTECCHIO PRECALCINO
- PEDEMONTE
- PIOVENE-ROCCHETTE
- POSINA
- SALCEDO
- THIENE
- TONEZZA DEL CIMONE
- VALDASTICO
- VELO D'ASTICO
- VILLAVERLA
- ZANE'
- ZUGLIANO
VALDAGNO:
- BROGLIANO
- CASTELGOMBERTO
- CORNEDO VICENTINO
- RECOARO TERME
- TRISSINO
- VALDAGNO
VICENZA:
- ALTAVILLA VICENTINA
- ARCUGNANO
- BOLZANO VICENTINO
- BRESSANVIDO
- CALDOGNO
- CAMISANO VICENTINO
- CASTEGNERO
- COSTABISSARA
- CREAZZO
- DUEVILLE
- GAMBUGLIANO
- GRISIGNANO DI ZOCCO
- GRUMOLO DELLE ABBADESSE
- ISOLA VICENTINA
- LONGARE
- MONTEGALDA
- MONTEGALDELLA
- MONTEVIALE
- MONTICELLO CONTE OTTO
- POZZOLEONE
- QUINTO VICENTINO
- SANDRIGO
- SOVIZZO
- TORRI DI QUARTESOLO
- VICENZA
- ZOVENCEDO
APPENDICE
131
132
UNITÀ LOCALI DELLE IMPRESE E ADDETTI (TOTALI, DEL TERZIARIO E DEL TERZIARIO AVANZATO)
A VICENZA E NEL VENETO: ANNI 1991, 2001 E 2005.
Dati Istat – Censimenti e Asia
TOTALE UNITÀ
58.712 333.716 71.869 407.256 76.243 434.755
LOCALI
TOTALE UNITÀ
35.920 215.681 46.661 278.754 51.103 306.522
LOCALI SERVIZI
TOTALE UNITÀ
LOCALI SERVIZI 6.315 35.209 14.077 79.360 17.319 99.150
AVANZATI
TOTALE ADDETTI
98.852 647.124 126.953 804.595 142.932 923.352
SERVIZI
TOTALE ADDETTI
SERVIZI 15.795 97.095 32.642 192.633 39.970 236.565
AVANZATI
UNITÀ LOCALI DELLE IMPRESE (TOTALI, DEL TERZIARIO E DEL TERZIARIO AVANZATO) E ADDETTI (TOTALI E DEL
TERZIARIO) A VICENZA E NEL VENETO: ANNI 2002-2007.
Dati Istat – Contabilità Nazionale e Forze di Lavoro – e del Registro Imprese.