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tutto ciò sembra avvicinarsi alla fine. Cosa faranno ora gli scienziati?
Per i biologi, ed in particolare per i medici, non ci può essere la
minima indecisione, perché a loro la guerra non ha richiesto di ab-
bandonare la vecchia strada. Infatti molti hanno potuto continuare
in tempo di guerra la loro ricerca negli stessi familiari laboratori del
tempo di pace. I loro obiettivi restano gli stessi.
Sono stati i fisici ad essere gettati violentemente fuori strada, la-
sciando le loro attività accademiche per realizzare strani congegni
distruttivi ed inventare nuovi metodi per il loro compiti non previsti.
Hanno giocato la loro parte per quanto riguarda i congegni che han-
no reso possibile la sconfitta del nemico, combinando i loro sforzi con
quelli dei fisici dei nostri alleati. Hanno sentito dentro di loro l’incita-
zione al successo. Hanno fatto parte di una grande squadra. Ora, con
l’avvicinarsi della pace, ci si chiede dove troveranno obiettivi degni di
loro.
accede al libro dei codici. Premendo alcuni tasti egli proietta l’inizio
del percorso. Con una leva lo scorre a piacere fermandosi sugli ele-
menti interessanti, facendo delle digressioni. È un percorso interes-
sante, pertinente alla discussione. Quindi egli aziona un riproduttore,
fotografa l’intero percorso e lo passa al suo amico per consentirne
l’inserimento nel memex di quest’ultimo dove potrà essere collegato
al percorso più generale.
le nel suo aderire ai modelli attuali, sarà bene ricordare una di queste
possibilità, non come profezia ma solo come suggerimento, in quanto
la profezia basata sull’estensione di ciò che è noto ha sostanza, men-
tre la profezia fondata sull’ignoto è solo una supposizione due volte
difficile da capire.
Tutti i nostri passi nel creare o recepire materiale dagli archivi
procedono attraverso un senso – il tatto quando tocchiamo i tasti,
l’udito quando parliamo o ascoltiamo, la vista quando leggiamo. Sarà
possibile un giorno stabilire il percorso in modo più diretto?
Sappiamo che quando gli occhi vedono, tutte le informazioni che
ne conseguono vengono trasmesse al cervello per mezzo di vibrazioni
elettriche nel canale del nervo ottico. Questa è esattamente analogo
alle vibrazioni elettriche che si generano nel cavo del televisore: que-
sti cavi trasportano l’immagine dalle fotocellule che la conducono al
trasmettitore radio dal quale viene diffusa. Sappiamo inoltre che se
possiamo trattare quel cavo con strumenti appropriati non abbiamo
bisogno di toccarlo; possiamo cogliere queste vibrazioni per mezzo
di induzione elettrica e così scoprire e riprodurre la scena che è stata
trasmessa, esattamente come è possibile intercettare un messaggio
attraverso un cavo telefonico.
Gli impulsi che scorrono nei nervi del braccio di una dattilografa
trasportano alle sue dita l’informazione tradotta che giunge alle sue
orecchie o ai suoi occhi, in modo che le dita siano stimolate a battere
i tasti giusti. Non si potrebbero intercettare queste correnti, nella loro
forma originale in cui l’informazione viene trasportata al cervello o
nella forma meravigliosamente trasformata nella quale procedono
verso la mano?
Nella conduzione attraverso le ossa già introduciamo dei suoni:
ciò accade ad esempio nei canali nervosi dei sordi in modo che essi
possano sentire. Non sarebbe possibile imparare a introdurli senza
l’odierno impaccio di trasformare prima le vibrazioni elettriche in
vibrazioni meccaniche che il meccanismo umano ritrasforma imme-
diatamente in forma elettrica? Con un paio di elettrodi sul cranio
l’encefalogramma attualmente produce tracce a penna e inchiostro
che hanno qualche rapporto con i fenomeni elettrici in atto nel cervel-
lo stesso. È vero, la registrazione è incomprensibile, ad eccezione di
quando segnala una grossolana disfunzione del meccanismo cerebra-
le; ma chi potrebbe ora porre limiti rispetto a dove potrebbe portare
una cosa simile?
Nel mondo esterno, tutte le forme di intelligenza sia del suono che
della vista sono state ridotte alla forma di variazioni di corrente in un
circuito elettrico in modo tale da poterle trasmettere. All’interno della
struttura umana si verifica esattamente lo stesso tipo di processo.
Dobbiamo sempre trasformare i movimenti meccanici per procedere
come potremmo pensare 16