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La contabilità direzionale è quel processo che permette di determinare i costi di un progetto di costo.
Permette cioè di allocare i costi di un determinato oggetto di costo attraverso regole e determinazioni
ben definite.
Contabilità generale: E' lo stato patrimoniale dell'azienda. Il valore di tutto ciò che è posseduto
dell'azienda. Lo stato patrimoniale è redatto attraverso la contabilità generale, si redige quindi il bilancio
che poi dovrà essere approvato in consiglio d'amministrazione.
Ad esempio nella contabilità generale finiscono i palazzi posseduti così come i cartellini dei giocatori
delle squadre di calcio.
Contabilità direzionale: Tipo di contabilità molto più dettagliata di quella generale, serve a determinare
su un oggetto di costo il relativo costo in modo così particolareggiato da poter permettere all'azienda di
agire direttamente sulla produzione dell'oggetto. Permette quindi di capire in ogni fase di produzione
come agire per poter modificare i costi.
Il problema di ogni tipo di contabilità e sapere individuare le informazioni utili e scartare quelle
superflue.
INFORMAZIONI
Informazioni Inofrmazioni
Non quantitative quantitative
Informazioni Informazioni
monetarie Non monetarie
Supponiamo di aver comprato direttamente dal produttore delle maglie bianche e che ci interessa
rivenderle sul mercato. Quanto ci viene a costare ciascuna maglia?
○ Il costo della maglietta
○ Il costo del magazzino
E' inoltre da tenere in conto il fatto che le diverse maglie possiamo averle comprate in periodi differenti
e da rivenditori differenti a prezzi diversi e in quantità diverse.
In questo caso, quale prezzo considerare? Conviene fare una stima per difetto o per eccesso? Le ultime
comprate o le prime?
Ovviamente la risposta è dipende.
Nel caso specifico delle magliette conviene fare una media, nel caso di merci deperibili, come ad
esempio merci alimentari conviene utilizzare un sistema FIFO, ecc...
Nel caso del magazzino invece il suo concetto di costo si avvicina molto al concetto di costo opportunità
già affrontato precedentemente, almeno dal punti di vista del managing.
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equa dei costi indiretti
Controllo Configurazione di costo Per centro di responsabilità.
per cdr Più o meno quello che è
successo in Grecia, si taglia
l'organo che non conviene
Scelta fra alternative Configurazioni di costo
differenziale
Il concetto di costo pieno è di fondamentale importanza per la contabilità generale e sono rilevati per:
○ Valorizzazione di rimanenza
○ Determinare prezzi regolamentati da contratto
○ Misurare la redditività di prodotti o mercati
○ Per il calcolo del cdr
In generale, il costo pieno (full costing) è una definizione di costo che tiene conto di tutte le componenti
di spesa sostenute (costi generali, oneri finanziari, imposte). Tale configurazione permette di non
trascurare alcun costo, ma necessita di un processo di attribuzione dei costi molto dettagliato e
complesso. Il costo pieno integra il costo diretto con la quota di costi che derivano dall’allocazione dei
centri ausiliari (detti anche funzionali) sui centri principali. Per questo, la definizione di costo pieno ha
significato solo per i centri definiti come “principali”. In tale accezione, trova applicazione come indice
principale dei sistemi di controllo di gestione.
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Struttura generale di un'azienda
cda
Presidente
(amministratore delegato)
Le due figure possono essere distinte
Sono inoltre presenti fra l'amministratore delegato e le varie funzioni le così dette unità di staff. Non
sono funzioni di linea ma sono controllate direttamente dall'amministratore delegato.
○ Controllo
○ Finanza
○ Personale
○ Legale
○ Ricerca e sviluppo
○ Ecc....
Le funzioni di staff hanno un ruolo che non è direttamente imputabile alla produzione dell'azienda.
I costi dello staff sono "i costi generali di struttura" all'interno del calcolo del costo pieno e sono
considerati come costi indiretti.
La maggior parte delle volte i costi di struttura sono molto elevati e aumentano notevolmente il costo
pieno dell'oggetti.
Un esempio di costi di struttura possono essere i costi della fase di progettazione di un dato prodotto o
ad esempio quelli degli avvocati per risolvere intoppi penali.
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Costi in funzione del loro comportamento
• Costi variabili
• Costi fissi
• Costi semi-variabili
• Costi a gradino
• Costi viscosi
Il costo variabile è un tipo di costo che varia in funzione del volume di produzione (varia cioè in
funzione dell'output prodotto).
CVU(costo variabile unitario)
Costo totale
volume
Costo cerchioni
Automobili/mese
L'ennesimo esempio di costo variabile può anche essere quello delle provigioni concesse ai venditori,
che come sappiamo sono in relazione con le vendite stesse del venditore, più il venditore vende, più
provigioni riesce a guadagnare, le provigioni in questo caso sono quindi legate ai ricavi.
Una volta ottenuto poi un grafico equivalente a quelli precedenti possiamo facilmente ottenere
numerosi dati e siamo inoltre in grado di confrontare i vari grafici fra loro.
I costi fissi presenti in un aziend sono tipicamente di due tipologie differenti: i costi impegnati e quelli
discrezionali.
○ I costi impegnati sono quei costi che rendono disponibile una determinata capacità produttiva. Si
ricordi l'esempio dell'autobus che raggiunta la capacità massima non era più sufficiente.
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Il costo impegnato ha due caratteristiche principali. Si riferisce a
Intervallo di rilevanza risorse che sono adeguate al fabbisogno con una bassa frequenza
e non possono essere ridimensionate senza compromettere
significativamente la prestazione economica dell'azienda
○ I costi discrezionali sono invece dei costi fissi che derivano da decisioni che li managment rinnova
periodicamente. Al contrario di quelli impegnati i costi discrezionali sono relativi a risorse che
possono essere adeguate al fabbisogno all'interno di orizzonti temporali brevi e possono essere
significativamente ridimensionati senza compromettere le performance dell'azienda.
I costi semi-variabili sono un misto fra costi fissi e costi variabili. Un esempio può essere una retta che
presenti costi fissi pari a 100 con costo unitario pari a 2.
Nel caso in cui i costi fissi sono molto alti rispetto a quelli variabili (come nel caso di aziende fortemente
automatizzate) siamo in presenza di economie di scala.
I costi unitari hanno significato solo se in relazione ad un certo volume. Cioè il singolo prodotto costa in
base a quanto ne viene prodotto.
Da quanto appena detto risulta evidente che decidere solamente sulla base dei costi unitari non è
sempre la scelta migliore. NB: IL COSTO UNITARIO PIENO(COSTO MEDIO) NON E' IL COSTO MARGINALE!
Costi a gradino
Volume
Costi viscosi
Ma come si stima un costo? Si analizzano i dati storici di contabilità generale a nostra disposizione. Ad
esempio so quanto ho prodotto mese per mese e quanto ho speso mese per mese. Posso allora fare
quella che si chiama regressione lineare, cioè una retta che minimizza la distanza da dei punti fissati, che
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quella che si chiama regressione lineare, cioè una retta che minimizza la distanza da dei punti fissati, che
nel nostro caso sono le spese, in modo da poter dare una stima approssimata del futuro.
Usare la regressione lineare significa parlare sempre in termini di costo medi e si rischia di trarre
deduzioni sbagliate. Ad esempio se i costi sono a gradino ci si può trovare nella seguente situazione:
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I costi pieni e il loro impiego
Per poter definire il concetto di costo pieno bisogna innanzitutto dare alcune definizioni:
○ Costo speciale: Costo che può essere attribuito "oggettivamente" all'oggetto del costo. Un tipico
esempio è il costo diretto. Si ha quindi un costo speciale quando si è oggettivamente i grado di
stabilire il costo dell'oggetto in questione.
○ Costo comune: Elementi di costo causati da più di un oggetto. Non è quindi possibile stabilire
oggettivamente il costo del singolo oggetto. I costi comuni vengono allocati mediante criteri così
detti equi. Più il processo è automatizzato più i costi comuni sono presenti pertanto il problema
dell'allocazione dei costi comuni può diventare cruciale.
Il costo pieno è composto da varie parti. In primo luogo dal costo di tutti i materiali(ad esempio materie
prime) utilizzati per produrlo. Un altra voce può essere la manodopera diretta, cioè quella direttamente
utilizzata per produrre l'oggetto.
C indiretto di
produzione
Esistono numerosi criteri per l'allocazione dei costi, uno di questi è il criterio dei costi precedenti che si
basa sulla spesa relativa alle materie prime ed alla manodopera. Ad esempio supponiamo di produrre
sedie e divani:
Da qui allora posso ricavare il coefficiente di allocazione semplicemente dividendo il costo complessivo
del singolo prodotto per la spesa totale:
Uno dei coefficienti di allocazione più utilizzati è la manodopera diretta anche se al giorno d'oggi non è
più molto efficiente come valore (verrà analizzato inseguito). Se u operaio è stato 5 ore su un
macchinario per avere un oggetto si suppone che ci vuole appunto 5 ore per avere tale prodotto o
comunque in proporzione e da qui si può ricavare l'energia utilizzata così da allocarne il costo indiretto.
Un altro esempio di costo indiretto utilizzato tipicamente è lo spazio, l'affitto, cioè quanto viene a
costare lo stabilimento in se. Per calcolare lo spazio viene utilizzato il volume come coefficiente.
Fra tutti i costi considerati fino ad ora c'è ne è però uno che non abbiamo analizzato, i costi di periodo:
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Costo pieno di Cmp I costi di periodo sono tutti i costi inerenti agli uffici, dello staff, di tutto ciò
produzione che fa parte dell'azienda ma che non compare direttamente nelle linee di
produzione.
C mod I costi di periodo vengono anche chiamati più comunemente costi generali di
produzione o semplicemente costi generali.
C ip Ad esempio la sicurezza di uno stabilimento o l'azienda di pulizie che vi lavora
non concorre direttamente alla trasformazione del prodotto può essere
perciò classificata come costo di periodo, se nello stabilimento si produce più
Costi di periodo di un prodotto, altrimenti può essere attribuita direttamente al prodotto del
quale si occupa.
Immaginiamo di avere 200.000€ di costi dello staff . Se utilizzo il criterio della quantità le singola sedia
viene a costare un somma ingente, molto più elevata di quello che realmente costa. Cioè presenta un
notevole sovraccarico sul prezzo pieno di prodotto.
Un metodo molto usato per evitare proprio questo tipo di sovraccarichi è quello del fatturato/ricavi, ci si
basa sugli introiti per stabilire il prezzo dell'articolo, analogamente ci si può basare sul costo dei
materiali.
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Elementi di costo del prodotto
Costi di trasformazione Costo pieno di produzione
mod
materiali +
Costi di periodo
C commerc.
C generali
Il grafico sopra mostra il ciclo di vita di un prodotto, dalla fase di progettazione a quella di abbandono
(che prevede dei costi di abbandono). La curva rossa indica i costi di produzione del prodotto mentre la
curva blu indica i costi generali sostenuti collegati al prodotto. Si nota come nella prima fase non ho
molti costi non di produzione poiché il prodotto non è ancora stato commercializzato. Nella fase 2
invece il prodotto è già entrato in commercio e l'azienda inizia a sostenere delle spese aggiuntive oltre la
produzione, prima fra tutte l'assistenza ai clienti. Nella fase 3 ormai i costi di produzione si sono livellati
perché il prodotto è in abbandono ma nonostante ciò devo continuare ad assistere i clienti e a fornire
supporto senza contare i costi di abbandono previsti dalla legge. Un esempio dei costi di abbandono
possono essere quelli legati alla linea telefonica, nel momento in cui un cliente recede l'azienda deve
pagare il tecnico che ritira la merce dal cliente, quello che va in centrale e stacca la linea ecc...
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Sistemi di calcolo dei costi
Produzione Per pezzo singolo Nella realtà solitamente non esiste un singolo sistema di produzione
che regna sugli altri, generalmente si utilizzano mix dei quattro
Per lotti elencati a fianco. Si ha produzione per pezzo singolo ad esempio
Per serie quando viene richiesta la produzione di uno yatch, si ha produzione
per lotti quando i singoli prodotti sono divisibili in gruppi di
Per processo
produzione, si ha produzione per serie ad esempio nelle grandi
catene alimentari, la produzione per processo è simile alla
precedente.
Job costing (sistema per commessa): Si rileva il costo di ciascun job nel corso della sua realizzazione
indipendentemente dal periodo temporale interessato!
Per capire meglio analizziamo ad esempio il funzionamento di un'officina. Entra la macchina, si riempie
una scheda apposita per il veicolo, detta scheda di lavorazione (fondamentale nei sistemi di job costing)
e ogni volta che la macchina entra in un reparto viene registrato tutto ciò che si è reso necessario per il
lavoro, materiali diretti, manodopera diretta ecc…. Per ogni job viene registrato tutto lo sforzo attuato
per la produzione/riparazione.
In un sistema di costo per processo, poiché non si può seguire la produzione del singolo pezzo si procede
con una strategia top down. Si prende un lasso di tempo che fa riferimento al prodotto considerato, il
costo unitario del prodotto si ottiene dividendo tale costo per le quantità realizzate di prodotto.
Supponiamo che nel periodo di un mese ho speso 200.000€ e che si sta producendo della pasta. Come
calcolo il costo della pasta? Prendo i pacchi di pasta? I chilogrammi?
Mettiamo che il processo di produzione duri una settimana. Durante questo arco di tempo però ho altra
pasta che avrà già iniziato la produzione il che mi rende impossibile calcolare con precisione la pasta
prodotta nel mese dato che mi troverò in presenza non solo del prodotto finito, ma anche dei
semilavorati. In questo caso la quantità che si utilizza è quella detta quantità equivalente.
Nel calcolare la quantità equivalente il prodotto finito conta come unità, il semilavorato conta come
mezza unità.
Invece di dividere per la produzione si allora la quantità equivalente dove utilizzare il semilavorato come
metà del prodotto finito significa sovrastimare quest'ultimo.
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Processs costing: Ciò che interessa è stabilire il periodo ed inserire nel sistema tutti i costi sostenuti nel
periodo. Il process costing, come tecnica di allocazione dei costi, è tradizionalmente impiegato nel
settore edilizio, dell'impiantistica, nella stampa, nelle produzioni continue di prodotti simili, come
la catena di montaggio oppure la produzione organizzata a celle (in cui macchine vicine compiono la
stessa attività). La contabilità si complica notevolmente quando la produzione è multiprodotto e sono
presenti dei Work In Progress (WIP, non solo prodotti finiti). Il calcolo è effettuato sotto l'ipotesi di un
assorbimento lineare e costante degli overhead e del lavoro diretto, e di un'immissione puntuale delle
materie prime (materie dirette) nel ciclo produttivo.
Interessa sapere distinguere i vari sistemi e il concetto di unità equivalente mentre per quanto riguarda
il job costing bisogna sapere come è fatta e saper definire la scheda di commessa.
Parlare di costo diretto significa, a volte, parlare anche di costi variabili. Ad esempio parlando degli
pneumatici di una macchina, se ho due macchine, ho 8 ruote, se 3, 12, etc… Il costo aumenta con
l'output. I costi diretti hanno presentano però anche dei costi fissi, come ad esempio lo stipendio del
supervisore della singola catena di montaggio.
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Allocazione dei costi indiretti
Alcune aziende certe volte, specialmente le nuove entranti sul mercato non possono
applicare il costo pieno del prodotto, per questione di competitività ovviamente.
Dumping: Aziende dominanti che vendono a costo pieno i propri prodotti alle altre
aziende mentre le tagliano fuori dal mercato offrendo prezzi sottocosto ai propri
consumatori.
Le nuove aziende entranti coprendo i costi variabili attirano clientela, il che fa
scendere il costo medio grazie all'aumento della produzione.
Vediamo ora come allocare i costi diretti. Bisogna definire dei pool (centri di costo) in
cui andare ad allocare i costi. Ci sono tipicamente due tipi di pool:
• Centri di costo di produzione --->Afferiscono alle linee produttive dell'azienda, vi
vengono immagazzinati tutti i costi di trasformazione. Vi si produce
effettivamente un componente, aggiunge al prodotto materia prima, MOD e
materiali di trasformazione
• Centro di costo di servizio--->Vi si inseriscono tutti i costi calcolabili come attività
di servizio. Ad esempio il personale di polizia e la security. Persone, costi, che
non partecipano direttamente alla produzione
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ESEMPIO: Fabbrica di penne.
1° fase, assegnazione degli overheads ai centri costo.
Serbatoi
Elementi di costo indiretti di produzione Manutenzione 5000
• MO diretta 5500
• Riscaldamento
• Supervisione 27.000 Pennini
• Energia 4300
• Ammortamento
• Etc…. Servizi Generali
2000 Assemblaggio
3400
I costi totali, 27000€, sono allocati nei singoli settori attraverso dei criteri. I criteri possono essere
molteplici, uno dei criteri può essere la conta delle teste, cioè conto quante persone lavorano nella
manutenzione e faccio 27000/teste. A volte viene usato il coefficiente unico di stabilimento, si prende
un parametro e ad ogni stabilimento si da un coefficiente in base a dato parametro.
1° fase, B.
Riassegnazione dei costi dei Costi di servizio nei CDC di produzione
Alcuni costi non sono allocati ma attribuiti, se nelle mie informazioni contabili memorizzo dati che
permettono di attribuire direttamente i costi, non li alloco, per cui non compaiono nelle informazioni
sopra.
Nell'esempio sopra si è utilizzato come coefficiente di allocazione (drive) le ore di manodopera ma ogni
ora quanto si porta dietro di overhead?
Esempio: supponiamo di avere
Una volta trovati i coefficienti analizzo un dato lotto, se per commessa, o una linea di produzione, se per
processo.
Coefficienti di allocazione: I costi in base di una qualche misura di risorse dirette consumata, di attività o
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Coefficienti di allocazione: I costi in base di una qualche misura di risorse dirette consumata, di attività o
di volume, che si ipotizza essere la principale causa di costi diretti(il concetto di equo si basa su questo).
L'unità di misura utilizzata si chiama drive.
Tipo quantitativo
• h Mod
• H impianto
• Qti materia prima
• Qti prodotti finiti
Basi di allocazione cost drive:
Tipo a valore
• Costi MOD
• Costo materia prima
Le basi di allocazione convenzionali allocano i costi comuni in proporzione al consumo di risorse dirette ,
dunque in proporzione di volume.
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Activity Based Costing
Determinazione dei costi in base alle attività. L'ABC, activity based costing, è un modello non un
sistema. E' adatto quando i costi indiretti hanno un alta incidenza sui costi generali di produzione. Ci
sono molteplici determinanti dei costi. Prima i costi generali erano bassi, poi con l'evoluzione delle
aziende stesse i costi generali sono aumentati, dall'altra parte i costi della manodopera sono scesi
notevolmente grazie all'affermarsi della tecnologia, sono generalmente intorno al 14% (data USA),
nonostante la MOD è tutt'oggi il driver di allocazione più usato.
E' chiaro il controsenso di quanto detto sopra, infatti nonostante i costi di manodopera siano
notevolmente inferiori ad altri tipi di costi, per abitudine o semplicità vengono ancor oggi utilizzati
come driver di allocazione primario.
Il modello ABC non alloca i costi indiretti sui coefficienti equi ma analizza nel dettaglio le singole
attività e stabilisce coefficienti congruenti quest'ultime.
Supponiamo di avere due prodotti A e B in lotti sequenziali sullo stesso macchinario. Per cambiare
dalla produzione di A a quella di B va effettuato un attrezzaggio .
Costo A = 20 + 4 = 24
Costo B = 20 + 4 = 24
COSTO A = 20+22 = 42 42€ Ho diviso il costo dell'attrezzaggio per le quantità di unità prodotte.
COSTO B = 20+2,2 = 22,2 €
Il sistema tradizionale alloca gli overheads in base a qualche costo diretto e appiattisce i costi, tutto
costa uguale anche se non è così. In questo caso si ha un problema di sussidio incrociato, cioè i costi
che tolgo ad un prodotto (A) li copre il costo maggiorato dell'altro (B).
ABC studiando l'attività risolve il problema del sussidio incrociato. Nel caso dell'attrezzaggio il drive
sarà il numero di attrezzaggi. Nonostante questo l'ABC è poco usate perché il controllo dei costi si fa a
posteriori per vedere se ho coperto tutti i costi, non mi interessa quindi la corretta allocazione dei
costi.
Entrambi i metodi, quello visto prima e l'ABC, nel calcolo dei costi a posteriori sono equivalenti in
termini di utilità ma l'ABC è più complicato, ecco perché non viene utilizzato.
L'ABC viene molto usato quando c'è varietà di prodotti e concorrenza, un qualsiasi sistema che alloca i
costi comuni in funzione del consumo di risorse dirette ha il problema del sussidio.
La ABC si può distinguere in cinque fasi necessarie per arrivare a comprendere e quindi migliorare i
rapporti di input-output di una ditta: input è ciò che è necessario o utilizzato per produrre l'output,
cioè il prodotto o servizio. L'input, quindi, è rappresentato dai costi e dalle attività in gioco, che
possono essere produttive e necessarie, oppure esserlo meno. l'analisi ABC permetterà di
comprendere se una parte dell'input è improduttiva o non necessaria e quale parte sia.
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comprendere se una parte dell'input è improduttiva o non necessaria e quale parte sia.
1. Analisi di Attività
L'azienda deve anzitutto comprendere esattamente quali attività svolge, intendendo con attività
non tanto cosa produce, quanto le differenti cose necessarie per far sì che un dato prodotto o
servizio prenda forma e sia vendibile sul mercato.
4. Calcolo dell'Output
Questa fase si occupa di calcolare il reale ammontare dei costi per unità produttiva. È probabile
che le singole unità produttive abbiano più di un output, cioè che una attività serva a produrre
più servizi o prodotti, tuttavia si ricerca quale sia l'output principale, tra tutti.
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