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Le malattie non infettive, in particolare quelle cronico degenerative, rappresentano oggi, nei paesi
a maggior sviluppo tecnologico, la prima causa di malattie e di morte, mentre nei paesi a più basso
sviluppo socio.economico stanno rapidamente aumentando nella frequenza.
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STORIA NATURALE DELLE MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE
Fase libera: periodo durante il quale il soggetto è perfettamente sano
Fase di latenza: periodo durante il quale i fattori di rischio esplicano la loro azione, può
anche durare diversi anni (tumori)
Fase preclinica: fase in cui la malattia è già in atto, ma il paziente non avverte alcun
sintomo, momento cruciale per la medicina preventiva, impegnata ad identificare questi
segni patologici (diagnosi Precoce) ed a porre in atto i necessari rimedi
Fase conclamata (Malattia Clinica): la malattia è già in atto ed è evidente dal corredo
clinico sintomatologico tipico (Diagnosi Consueta). Nella maggioranza dei casi, ogni
approccio terapeutico riduce il disagio del paziente, allungando la sopravvivenza, ma non
apporta sostanziali modificazioni al decorso cronico (Cronicizzazione) della malattia verso
l'exitus
I determinanti (fattori) delle malattie croniche sono noti:
Genetici: anomalie genetiche, alterazioni congenite del metabolismo;
Ambientali: inquinanti atmosferici, idrici,alimentari, industriali (di tipo chimico, fisico,
biologico) allergeni; virus e/o batteri
Comportamentali: abitudini di vita: dieta, alcol, fumo, ….
1. FATTORI DI MALATTIA GENETICI
Malattie MONOGENICHE: malattie dovute alla mutazione di un singolo gene che vengono
trasmesse secondo le leggi di Mendel sull’ereditarietà
Più di 4500 malattie causate da alterazione di un singolo gene che si trasmettono con
modalità autosomica dominante (1 genitore malato) o recessiva (i 2 genitori portatori sani),
e legate al sesso (dominanti o recesssive). L’85% di mutazioni familiari, 15% de novo. La >
parte sono ereditarie (Ipercolesterolemia-1:500, Fenilchetonuria-Mielinizzzazione anomala
e danni al SNC-, Albinismo-Si riduce la sintesi della melanina, Fibrosi cistica-Secrezioni
dense, danni multisistemici respiratori, gastrointestinali, pancreas, riproduttivi, Sindromi
Talassemiche--Alterazioni genetiche eterogenee che determinano l’abolizione o la riduzione
della sintesi di una o più catene globiniche),
Malattie CROMOSOMICHE: malattie associate ad alterazioni del numero o della struttura dei
cromosomi. Non comuni perchè incompatibili con la vita. Raramente ereditarie
Malattie cromosomiche Autosomiche. Trisomia 21 (Sindrome di Down)- E’ relativamente
‘ben’ tollerata. 2/3 aborto spontaneo o morte in utero. Ridotte aspettative di vita. Trisomia 18
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(Sindrome di Edward) (Incidenza 1:8000). Simile alla sindrome di Down. 90% di mortalità nel
primo mese di vita. Alterato sviluppo cerebrale; Difetti del setto ventricolare. Trisomia 13
(Sindrome di Patau) (Incidenza 1:15000). Simile alla sindrome di Down. 80% di mortalità nel
primo anno di vita. Gravi malformazioni facciali, Grave ritardo mentale, Difetti del setto
ventricolare, Labbro leporino e palatoschisi.
L’età riproduttiva avanzata è un fattore di rischio dimostrato in vari esiti avversi della
riproduzione (es.: infertilità, aborti spontanei, patologie della gravidanza) e per le aneuploidie
cromosomiche
Età materna e
anomalie cromosomiche
Prevalenza tra i nati per 1.000
1 su 63
53.7
15.8
1 su 180
1 su 500 1 su 380
2.0 2.6 5.6
< 30 anni 30 anni 35 anni 40 anni 45 anni
44
Malattie familiari
DIABETE
LUSSAZIONE CONG ANCA
GOTTA
IPERTENSIONE ARTERIOSA ATEROSCLEROSI
IPERSENSIBILITA’
IPERSENSIBILITA’ ATOPICA SCHIZOFRENIA
3
2. FATTORI DI MALATTIA AMBIENTALI
L'ambiente riveste un ruolo di primaria importanza nel determinismo sia delle patologie infettive
che di quelle croniche.
Quanto incide
l’impatto dell’ambiente
sulla salute?
Componenti ambientali
Esposizione negli ambienti in cui la persona vive a …..
fattori climatici (Climi caldi - tropicali ed equatoriali - incidenza delle malattie
infettive elevata: temperatura ed umidità elevate costituiscono condizioni
privilegiate per la sopravvivenza dei microorganismi nell'ambiente. Climi freddi -
sono predominanti determinati stili di vita quali sedentarietà, alimentazione ricca di
grassi, consumo di bevande alcoliche, fattori psicologici dovuti al clima non
favorevole)
inquinamento atmosferico e idrico
4
INQUINAMENTO ATMOSFERICO
57
5
INQUINAMENTO ATMOSFERICO
66
L’ultimo rapporto dell’ OMS (2014) rileva che nel 2012 a livello globale sono morte circa 7
milioni di persone – 1 su 8 dei morti totali – a causa dell’esposizione all’inquinamento
dell’aria.
Il dato risulta oltre il doppio rispetto alle stime e conferma che l’inquinamento dell’aria
rappresenta oggi a livello globale uno dei maggiori rischi ambientali legati alla salute umana
Inquinamento indoor
Presenza nell’aria di ambienti confinati di inquinanti chimici, fisici o biologici non presenti
naturalmente nell’aria esterna..... (Ministero dell’ambiente, 1991)...... che si sviluppano da
sorgenti interne
6
Fonti di inquinamento indoor
78
83
7
RADON
EFFETTI SULLA SALUTE
Tempo di
Concentrazione
esposizione
inquinanti
85
86
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INQUINAMENTO
IDRICO
Fertilizzanti chimici 90
contaminazione alimentare
Molti contaminanti entrano nei prodotti alimentari attraverso la catena alimentare
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CONTAMINAZIONE DEGLI ALIMENTI
Rischio biologico
Il rischio biologico è legato alla presenza, nell’alimento, di
microrganismi patogeni e/o loro tossine in grado di causare effetti
dannosi per l’uomo.
Rischio chimico
Il rischio chimico è legato alla presenza, nell’alimento, di sostanze
chimiche organiche o inorganiche in grado di causare effetti dannosi
per l’uomo
Rischio fisico
Presenza nel prodotto alimentare di corpi estranei che possono causare
danni o malattia. I corpi estranei rappresentano un pericolo sia perché
possibile causa di lesioni all’apparato digerente e di soffocamenti
(specie nel caso di prodotti per l’infanzia), sia perché possibili veicoli
di microrganismi patogeni
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contaminazioni da radiazioni ionizzanti e elettromagnetiche…
Con l’espressione RADIAZIONI si descrivono fenomeni fisici quali, p.e.
La luce (radiazione luminosa)
Il calore (radiazione termica)
percettibili dai sensi umani
La radiazione elettromagnetica (la radiazione cosmica, le radiazioni ionizzanti,
le radiazioni non ionizzanti)
quasi sempre invisibile e non immediatamente percettibile .......
Caratteristica comune a quasi tutti i tipi di radiazione (luminosa, termica, etc.) è la
cessione di energia alla materia. senza che vi sia un contatto diretto o mediato.
L'assorbimento di energia da parte della materia si manifesta con la produzione di
fenomeni fisici, chimici o biologici.
Le radiazioni sono parte integrante dell’ambiente in cui viviamo e lavoriamo, la loro
origine è in parte naturale (radiazione cosmica; radiazione terrestre; materiali da
costruzione come cementi pozzolanici, tufi, graniti, basalti, porfidi; gas Radon) e in
parte artificiale (per esempio le onde radio, radar e telecomunicazioni)
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Radiazioni Ionizzanti
Le radiazioni ionizzanti quando arrivano su di un organismo vivente cedono in parte la loro
energia alle cellule che lo compongono.
Tale apporto di energia, negli organismi viventi, produce una ionizzazione delle molecole: da
qui la definizione di radiazioni ionizzanti.
Le radiazioni producono la rottura dei legami molecolari della materia in cui interagiscono
Come conseguenza di queste reazioni chimiche si verificano nella cellula modificazioni che
possono determinarne la morte o causare danni che la cellula riparerà in modo risolutivo o in
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modo erroneo, determinando un difetto a livello subcellulare che potrà creare delle difficoltà
durante la duplicazione della cellula.
L'entità del danno provocato dalle radiazioni dipende da quanta energia viene ceduta da queste
all'organismo
I danni prodotti dalle radiazioni ionizzanti sull'uomo possono essere distinti in tre categorie
principali:
a) danni somatici immediati;
b) danni somatici a lungo termine;
c) danni genetici a lungo termine
(Si dicono somatici i danni che si manifestano nell‘individuo irradiato, genetici quelli che si
manifestano nella sua progenie.
Per la misura delle dosi assorbite dall'UOMO, o più precisamente per una misura degli effetti
biologici della radiazioni assorbita, che tenga conto della dannosità più o meno grande, a parità di
dose, dei vari tipi di radiazioni ionizzanti, l'unità di misura é il sievert (Sv).
Di uso più comune é il sottomultiplo millisievert (mSv), pari a un millesimo di Sv.
Radiazioni Non Ionizzanti
Radiazioni la cui energia non è sufficiente ad estrarre elettroni da un atomo o da una molecola
(fenomeno della ionizzazione)
Queste radiazioni a bassa energia interagiscono con le cellule degli organismi determinando
modificazioni soprattutto di origine termica
È stato possibile quantificare con discreta approssimazione l’assorbimento di energia delle
radiazioni non ionizzanti da parte degli organismi biologici, introducendo la grandezza
SAR (specific absorption rate) = W/M (potenza assorbita in un certo volume)/
(massa di esso) espressa in W/m2
RADIAZIONI NON
IONIZZANTI
Frequenze estremamente basse
(0-30KHz) (elettrodotti e telefonia fissa)
Radiofrequenze (RF - 30-300MHz)
Microonde (MW - 300MHz-300GHz)
Campi statici
Radiazioni Ottiche:
Visibile
Ultravioletto. La radiazione ultravioletta (B,C) è
cancerogena (tumori della pelle)
Infrarosso. applicate in astronomia, in medicina
e apparecchiature di uso domestico (telecomandi,
antifurto),
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1. Trasporto e distribuzione dell’energia elettrica (elettrodotti e sottostazioni elettriche),
2. Utilizzo di apparecchiature elettriche (elettrodomestici) e applicazioni mediche
3. Cellulari e stazioni radio-televisive
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CEM
ELF (onde a bassa frequenza)
Effetti di danno alla salute
La IARC (Agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro) nel giugno 2001 ha
classificato i campi ELF come possibili
cancerogeni per ll’uomo ’uomo sulla base
degli studi epidemiologici relativi alla
leucemia infantile
Esposizione continuativa (residenziale) a
livelli > 0,4 μT
Rimane comunque la possibilità che esistano altre spiegazioni per
l’associazione osservata tra l’esposizione a campi ELF e leucemia infantile
(OMS promemoria n.263 2001)
CEM
La classificazione della IARC
(OMS)
1 L’agente è cancerogeno sicuro per l’uomo
2A L’agente è probabilmente cancerogeno
per l’uomo
2B L’agente è possibilmente cancerogeno
per l’uomo
3 L’agente non è classificabile per quanto
riguarda la cancerogenesi nell’uomo
4 L’agente è probabilmente non
cancerogeno per l’uomo 42
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L’esposizione a RF dei telefonini è localizzata in particolare all’emisfero cerebrale dal lato in
cui si usa di più il telefono e soprattutto al lobo temporale (50-60%) e nel cervelletto (2-10%) e
decresce con l’aumentare della profondità soprattutto alle frequenze più alte
Nel maggio 2011 i risultati dello studio e la revisione sistematica della letteratura fatta dallo
IARC ha indicato che "l'uso dei telefoni cellulari può aumentare il rischio di glioma (un tipo di
tumore cerebrale maligno) e di neuroma acustico (una forma benigna“), ed ha classificato i
campi elettromagnetici a radiofrequenze come agenti cancerogeni del gruppo 2B, ossia
potenzialmente cancerogeni per l'uomo.
Tale classificazione indica che potrebbero esserci dei rischi legati all'uso dei cellulari, ma che è
necessario svolgere ulteriori ricerche per stabilire la possibilità o meno di un legame diretto tra
l'uso dei cellulari e l'insorgenza di neoplasie e sull'impatto a lungo termine dei telefoni cellulari.
Il 31 maggio 2011 l’Oms ha diramato una raccomandazione ufficiale con le misure di
protezione da usare:
tenere il telefono lontano dalla testa, usando auricolari o vivavoce,
non tenerlo sotto il cuscino o vicino a sé di notte
limitare la durata delle chiamate.
Dieci consigli precauzionali per gli utenti
1. I bambini (mai sotto i 12 anni) dovrebbero usare i cellulari solo per le emergenze. Meglio gli
sms
2. Ogni volta che è possibile usate il viva voce o un auricolare (non bluetooth)
3. Evitate di usarlo quando il segnale è debole (emette più radiazioni)
4. Quando il cellulare non viene utilizzato evitare di tenerlo nelle tasche dei pantaloni o della
giacca; molto meglio tenerlo in una borsetta o in un borsello.
5. Durante le connessioni internet la quantità di radiazioni che il dispositivo emette è
significativa: si tenga il telefono il più lontano possibile. Se la connessione Internet non è
necessaria, la si disattivi.
6. Quando possibile, comunicate via sms; vi sarà comunque un’emissione di radiazioni, ma
questa risulterà più breve e limitata.
7. Dopo aver effettuato una chiamata non è consigliabile tenere il cellulare attaccato
all’orecchio in attesa della risposta dell’interlocutore cercato perché durante questa fase
l’irradiazione delle radiazioni è decisamente più elevata della norma.
8. Evitate di usarlo in macchina : L’uso del cellulare in automobile dovrebbe essere limitato il
più possibile per evitare l’effetto “gabbia radioattiva”
9. Scegliete un modello con la minore percentuale di emissione di radiazione (Sar). Si eviti
l’acquisto di telefonini non omologati o che non riportino l’indicazione della SAR europea
10. Chi utilizza cellulari dotati di sistema operativo Android dovrebbero installare le apposite
utility che consentono la connessione solo al momento del bisogno; tali telefoni infatti si
connettono alla rete Internet senza che l’utente ne sia consapevole ed emettono radiazioni
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allergeni e microorganismi patogeni. Le allergie sono “un’alterazione
immunitaria” in cui una sostanza normalmente innocua viene percepita come una
minaccia, un allergene, e quindi viene attaccata dalle difese immunitarie
dell’organismo.
Le reazioni negative sono immediate e di solito localizzate. Alcune reazioni
impiegano ore o addirittura giorni a manifestarsi dopo l’esposizione, in tal caso si
parla di reazioni di ipersensibilità ritardata In un numero limitato di persone si può
verificare una reazione allergica violenta che può essere letale detta anafilassi
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Principali sintomi
1. Respiratori:
• Congestione nasale
• Starnuti
• Asma
• Tosse
• Respiro affannoso-sibilante
2. Cutanei:
• Gonfiore labbra, bocca, lingua, faccia, gola
• Orticaria
• Eruzioni cutanee o rossori
• Prurito
• Eczema
3. Gastrointestinali:
• Crampi addominali
• Diarrea
• Nausea
• Vomito
• Coliche
• Gonfiore
4. Sistemici:
• shock anafilattico
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traumi. Fino ai 30-49 anni la prima causa di malattie e di morte per la popolazione italiana è data
da traumi accidentali:
Mortalità causa specifica per età
70
61,4
60
49,4
47
50
42,3
Mortalit x cause
40
29,5
30 28,3 28 24,8
27
20
11,9
9,5
8,6 16,5
10 4,9 4,8
3,2
4,6 7,6
0
0-14 anni 15-29 anni 30-44 anni 45-69 anni 70 e più To tale
Tumori
N.Decessi (% )
Malattie del sistema circolatorio
C ause esterne dei traumatismi ed avvelenamenti
In Italia ogni anno si rilevano circa 5.500.000 infortuni di cui circa 15.000 mortali, con circa
3.800.000 persone infortunate (ISTAT - indagine multiscopo sulle famiglie italiane ISPESL -
indagine multicentrica su nove realtà territoriali italiane, 2000).
Su 100 decessi per infortunio, ben 56 avvengono negli ambienti di vita "CASA, SCUOLA E
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10000
DATI
DATI ISPESL
ISPESL anno
anno 2004
2004
9000
8000
8.000
7000
6000
5000 5.600
4000
3000
2000
1.100
1000
0
Infortuni in casa Incidenti stradali Infortuni sul lavoro
6.015 morti
8.000 morti
* dati 2003
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