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IL SETTORE SECONDARIO
LE FILIERE INDUSTRIALI-COS’È IL SETTORE SECONDARIO
Il settore secondario va incontro ai bisogni considerati secondari rispetto a quelli cui va incontro il
settore primario.
La società tende a lasciare dietro di sé lo stadio di economia agraria non appena assicurato il
soddisfacimento dei bisogni primari.
Lavorazione dei prodotti del settore primario, utilizzo di macchinari a sempre più elevato contenuto
tecnologico virgola che richiedono una bassa quantità di manodopera.
Appartengono al settore secondario le industrie di ogni tipo (manifatturiera, chimica, tessile,
farmaceutica, agroalimentare, metallurgica, meccanica, energia), l'edilizia, l'artigianato e la
metallurgia.
FILIERA INDUSTRIALE: è l'insieme delle fasi del processo di produzione che va dalle materie prime fino ad
arrivare alla soddisfazione del bisogno del cliente finale, sia questo un bene materiale o un servizio.
La filiera è perciò composta da una serie di imprese che si caratterizzano come clienti o fornitori in base alla
loro posizione a monte o a valle rispetto alle altre imprese.
Il processo produttivo può essere descritto nei termini di una filiera, una vera e propria catena del valore, la
quale produrrà un vantaggio competitivo per tutte le imprese che ne fanno parte.
L'organizzazione dello spazio industriale dipende da un insieme di condizioni relativamente complesse.
L’INERZIA LOCALIZZATIVA
La geografia economica dei primi addensamenti industriali virgola che si formano nel XVIII secolo, fu
sostanzialmente determinata dalla prossimità alle materie prime e alle fonti di energia.
L'evoluzione dei processi industriali contribuì presto alla complessità di questa logica.
con l'ultimo secolo, e soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, lo sviluppo industriale si diffuse in altre
regioni. Le regioni che per prime si erano industrializzate hanno spesso mantenuto solido e strutture
produttive. Il processo di localizzazione industriale opera con un certo grado di inerzia.
Economie interne (all’impresa): riduzione dei costi di produzione, aumento della dimensione degli
impianti come conseguenza della standardizzazione e della produzione di massa, divisione del
lavoro (accrescere la produttività del lavoro utilizzando ampie quote di manodopera scarsamente
qualificata alla quale veniva assegnato all’esecuzione di operazioni semplici e ripetitive.
Economie esterne: economie di agglomerazione, economie di urbanizzazione.
L’intensificarsi delle relazioni tra più imprese localizzate in una stessa aria produce la formazione di
fitte relazioni funzionali fra di esse e con l'ambiente sociale e culturale circostante.
Risparmi di costo o economie esterne divisione del lavoro tra le diverse unità produttive
(decentramento), unico sistema di infrastrutture e di servizi, imprese appartenenti allo stesso
settore produttivo sono localizzate nella stessa zona creando un fitto interscambio di personale e
informazioni, ottima reputazione acquisita dai prodotti provenienti da una determinata località
(stimolando la domanda per quei beni particolari).
Le economie sono esterne nel senso che I vantaggi per la singola impresa dipendono solo parzialmente
dalla sfera delle risorse organizzate direttamente dall'impresa stessa, dipendendo anche
dall'inserimento delle impresa in un'organizzazione più vasta, cioè quella di un’industria concorrenziale.
o Realizzazione di una divisione del lavoro fra più imprese, per cui si creano rapporti di fornitura
di semilavorati e pari di prodotto.
o Diventa conveniente affidare la produzione di alcune operazioni ad altre imprese, che in virtù
della propria specializzazione, del minor costo del lavoro o di altri fattori ancora realizzano il
prodotto a costi inferiori.
o Possibilità di utilizzare congiuntamente, da parte di più imprese, un unico sistema
infrastrutturale (credi stradali, ferrovie, servizi).
o Dotazione di infrastrutture e servizi collettivi di livello superiore. Le dotazioni di servizi, le
opportunità culturali e di svago offerte da una grande città sono particolarmente importanti per
attrarre dirigenti, quadri e personale qualificato, al punto da essere un fattore di localizzazione
per le industrie innovative.
o Presenza di un'ampia gamma di servizi e di attività collaterali (organismi di ricerca e consulenza
tecnico-scientifica, servizi finanziari, commerciali ed amministrativi…)
o particolare “atmosfera” industriale presente in una determinata zona (più sono le imprese dello
stesso settore produttivo localizzate nella stessa area, più viene stimolato un processo
innovativo che diffonde nella popolazione una cultura dell’industrializzazione che facilita la
formazione della forza lavoro).
o La reputazione acquisita dai prodotti provenienti da una determinata località: ciò stimola tra i
consumatori la domanda per quel particolare tipo di beni.
o Un mercato del lavoro più differenziato e, allo stesso tempo, una manodopera specializzata in
particolari mansioni produttive.
o Un mercato di sbocco per i prodotti.
Se le economie interne non riguardano la geografia, le economie esterne sono quelle che si ricercano a
partire dal territorio. Esse si dividono in: economie di urbanizzazione e di agglomerazione.
Quando la concentrazione è eccessiva possono avvenire delle diseconomie esterne: crescita dei costi
localizzativi e aumento dei costi dei servizi.
ECONOMIE DI AGGLOMERAZIONE
In alcuni casi per un'impresa può essere vantaggioso insediarsi in un territorio fortemente industrializzato;
la fitta presenza di infrastrutture di servizi di vario genere e anche di altre industrie con cui stabilire scambi
di reciproca utilità, determina le cosiddette economie agglomerazione.
Le economie di agglomerazione si basano sui parchi tecnologici, sui distretti industriali specializzati, sulla
vocazione dell’area industriale. Per quanto riguarda il distretto industriale Marshall scrive: “Troveremo che
alcuni vantaggi della divisione del lavoro si possono ottenere solo nelle fabbriche molto grandi, ma che
molti di essi, più di quanto sembri a prima vista, possono essere conseguiti da piccola fabbriche e
laboratori, purché ve ne sia un numero elevato nella stessa attività”.
Agglomerandosi, le imprese possono quindi realizzare risparmi di costo detti anche economie esterne di
scala. I principali vantaggi dell'agglomerazione industriale si possono raggruppare nei seguenti tipi:
TIPOLOGIE DI IMPRESA
- Grande impresa
- Piccola impresa
Per l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico):
- grandi imprese +500 addetti
- medie imprese 50-500 addetti
- piccole imprese: meno di 50 addetti
LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
- Industrializzazione in Inghilterra
- Industrializzazione in Europa
- La seconda rivoluzione industriale
- Le conseguenze sociali
LE CONDIZIONI NECESSARIE PER L’INDUSTRIALIZZAZIONE:
Tali innovazioni hanno come conseguenze: sostenuto incremento della produttività, incremento nella
produzione delle materie prime, sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti.
IL SISTEMA DI FABBRICA
ASPETTI QUALITATIVI aumento della popolazione impiegata nell’industria, introduzione delle macchine
nella produzione, organizzazione del lavoro nell’unità produttiva della fabbrica.
Tutti questi aspetti determinano una rapida e imponente crescita della ricchezza.
L’INDUSTRIALIZZAZIONE DELL’EUROPA
Dall’Inghilterra all’Europa centro-occidentale:
- trasferimento delle tecnologie
- trasferimento di capitali di conoscenze
- trasformazione delle aree per estensione progressiva dal centro alla periferia
- diffusione non omogenea, condizionata dallo sviluppo regionale e dalle condizioni politiche.
Ruolo trainante della ferrovia (meccanismo che si autoalimenta, mobilita enormi investimenti di
capitale, rivoluziona il sistema dei trasporti).
Prevalenza della produzione di beni capitali e non di beni di consumo
Investimenti ad alta intensità di capitale
CITTÀ E CAMPAGNA
Le trasformazioni nell’agricoltura (estensione delle aree coltivate, nuovi e più efficaci metodi di
coltivazione, meccanizzazione, fertilizzanti chimici) portano ad un incremento dei rendimenti agrari,
disponibilità di maggiori risorse, incremento demografico (sovrappopolazione nelle campagne) e ad una
migrazione nelle città.
LE CONSEGUENZE SOCIALI (TRANSIZIONE DEMOGRAFICA):