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RELAZIONE TECNICA

MODELLAZIONE STRUTTURALE
DI UNA CAPRIATA MOHNIE

SOMMARIO

1. Premessa Pag. 2

2. Descrizione della struttura Pag. 3

3. Analisi dei carichi Pag. 5

4. Dimensionamento Pag. 9

5. Calcolo dello spostamento con PLV Pag. 22

6. Verifica dei risultati con Sap 2000 Pag. 26

7. Conclusioni Pag. 31

8. Documenti consultati - Bibliografia Pag. 33

ALLEGATI

Allegato 1: Caratteristiche dei profilati adottati


Allegato 2: Valori di sforzo normale relativi al calcolo analitico della struttura studiata
Allegato 3: Tabella relativa all’applicazione del PLV (§5)
Allegato 4: Dati relativi - spostamenti e sforzi - alla modellazione Sap
della struttura studiata
Allegato 5: Dati relativi alla modellazione Sap della struttura reale
Allegato 6: Dati relativi alla modellazione Sap della struttura modificata

Meccanica dei solidi – Pag. 1


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

1. PREMESSA

Scopo di questa relazione è la modellazione strutturale di


una capriata di tipo Mohnie.

Il compito di questa relazione è risolvere la struttura dal


punto di vista statico, facendo un calcolo delle sollecitazioni a
cui è sottoposta e una valutazione delle deformazioni
procurategli.

Lo studio procede per fasi :


1. analisi delle azioni gravanti sulla struttura;
2. calcolo delle sollecitazioni della stessa;
3. dimensionamento degli elementi della struttura;
4. calcolo di uno spostamento nodale della capriata;
5. verifica dei risultati tramite il programma Sap 2000.

Con l’ausilio di tale programma saranno confrontati fra


loro diversi modelli della capriata.

La capriata oggetto di questa relazione è utilizzata come


sostegno ad un capannone industriale localizzato nel Comune
di Pistoia.

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Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

2. DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA

Il soggetto di questo studio è una capriata a otto campate di tipo Mohnie.


Tale capriata ha la funzione di sorreggere la copertura del fabbricato. Il manto
di copertura è realizzato in lamiera grecata, mentre la struttura portante è
costituita da arcarecci. In figura 1 è possibile vedere la pianta dal fabbricato ed
una sezione verticale.

2.1 Geometria
La capriata Mohnie in questione è composta da 33 aste e 18 nodi.
In riferimento alla figura 1 sono date le misure della trave reticolare:
l= 2 metri; L= 16 metri; i=5 metri.

Figura 1. Pianta del fabbricato industriale e relativa sezione.

Isolando una capriata dal resto della costruzione, si ottiene la seguente struttura
che sarà oggetto dello studio:

Figura 2. Elemento capriata, oggetto del presente studio strutturale.

Si tratta di un sistema articolato piano il cui schema è costituito da aste rettilinee


vincolate tra loro tramite cerniere.
Nella realizzazione pratica i vincoli tra le aste non sono cerniere, ma molto
spesso veri e propri incastri. Tale assunzione oltre a semplificare i calcoli porta
a un dimensionamento cautelativo a vantaggio della statica. Con tali vincoli gli
sforzi nelle aste si modificano rispetto a quelli che si avrebbero con le sole

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cerniere, ma la variazione è tale da poter essere trascurata nel calcolo di


verifica delle aste stesse.
Le sollecitazioni esterne sono supposte puramente nodali, nel senso che le
forze esterne devono agire solo in corrispondenza dei nodi, cioè nei punti di
concorso di due o più aste. Per l’equilibrio di ogni asta, poi, le reazioni delle
cerniere estreme devono costituire coppie di braccio nullo: vengono, così ad
essere nulle tutte le caratteristiche di sollecitazione, tranne lo sforzo normale N.

2.2 Profilo cinematico


Il sistema in esame è isostatico sia esternamente - 3 condizioni di vincolo -
che internamente, essendo la rete costituita tutta da maglie triangolari. Si può
vedere anche che le 33 aste ed i 18 nodi obbediscono alla relazione a = 2n − 3 ,
e che non esistono labilità né interne, né esterne.

2.3 Materiale
L’intera struttura portante, quindi l’insieme arcarecci-capriate, è in acciaio
Fe 360 per il quale è la normativa a fornire il valore della tensione ammissibile,
per spessori minori od uguali a 40 mm:
σamm = 160 N/ mm2
E = 210000 N/mm2

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3. ANALISI DEI CARICHI

Le condizioni di carico si compongono da:


1. carichi permanenti, ossia: - il peso della copertura,
- il peso degli arcarecci,
- il peso proprio della capriata;
1
2. carichi variabili , ossia: -il carico d’esercizio,
-il carico dovuto alla presenza di neve.

In questo studio verranno trattati il peso proprio e l’azione della neve mentre
si trascurano l’azione del vento e le variazioni termiche.

3.1 CARICHI VARIABILI

3.1.1 Sovraccarichi di esercizio


L’intensità da assumere per i sovraccarichi variabili, comprensiva degli
effetti dinamici ordinari, per le coperture non accessibili, è:
qes = 0.5kN / m 2
3.1.2 Carico dovuto alla neve
Il carico della neve viene determinato in funzione:
• dell’altitudine;
• dell’appartenenza del luogo ad una delle zone in cui è stata divisa l’Italia;
• dell’inclinazione del tetto;
• del tipo di materiale della copertura.
In base alle indicazioni fornite dal D.M. 16-01-96, poiché il capannone è
caratterizzato da una copertura ad una falda piana ed è localizzato in provincia
di Pistoia ad una quota non superiore ai 70 m slm, abbiamo stimato il carico di
riferimento neve al suolo2 pari a:
q sk = 1.15kN / m 2
Per le coperture a una falda, il coefficiente di forma risulta:
µ = 0.8
Il carico della neve sulla copertura quindi diviene:
qs = µ qsk = 0.92 kN / m 2 = 92kg / m 2
Dato che il carico da neve non va cumulato, sulle stesse superfici, con il
sovraccarico di esercizio, scegliamo di considerare il carico più gravoso.

1
Nella condizione di carico di progetto – ossia la più gravosa – non tutti i carichi variabili saranno
computati, ma verrà considerata solo la voce più gravosa.
2
Il carico di neve al suolo si determina in base alle condizioni locali di clima e di esposizione. Per tener
conto della variabilità di precipitazione nevosa, la normativa suddivide il territorio italiano in tre zone
(Pistoia risulta nella zona II) ed infine differenzia i valori di carico in base all’altezza sul livello del mare
(Pistoia si trova a 70 m slm).

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3.2 CARICHI PERMANENTI

Sono considerati carichi permanenti quelli non rimovibili durante il normale


esercizio della costruzione; essi vanno valutati sulla base delle dimensioni
effettive delle opere e dei pesi per unità di volume dei materiali costituenti.
Il manto di copertura è realizzato di lamiera grecata, mentre la struttura
portante è costituita da arcarecci gravitanti sul sistema di capriate in acciaio
Fe360.
La sezione verticale è composta da:
- copertura;
- arcarecci;
- capriata.

3.2.1 Copertura:
La copertura del fabbricato è costituita da un pannello di lamiera grecata
2
tipo 2047 dello spessore di 1,2mm e del peso di 20 kg/m .

3.2.2 Arcarecci:
Per trovare il peso proprio degli arcarecci che gravano sulla capriata in
corrispondenza dei nodi, occorre eseguire il loro dimensionamento.
Su di essi gravano il peso della copertura ed il carico della neve (è il più
sfavorevole dei sovraccarichi variabili). L’area di influenza dell’arcareccio è 5 m
X 2 m.
Dimensioniamo gli arcarecci in relazione al carico che sopportano: gli arcarecci
che appoggiano sui nodi marginali della capriata - arcarecci di bordo -
sostengono metà carico rispetto a quelli che appoggiano sui nodi interni -
arcarecci centrali. Perciò saranno valutati distintamente per ottimizzare il
dimensionamento.
Arcarecci centrali:
q = 92 + 20 = 112kg / m 2
q = 112 ⋅ 2 = 224kg / m
Poiché l’arcareccio è schematizzabile come un’asta appoggiata agli
estremi, esso ha il momento massimo nella mezzeria:
q ⋅ l 2 224 ⋅ 5 2
M max = = = 700kg ⋅ m = 70000kg ⋅ cm
8 8
M max 70000
Wx = = = 70cm 3
σ adm 1000
Per gli arcarecci centrali viene adottata una trave di tipo IPE 140 ad ali
parallele, UNI 5398-78, con le seguenti caratteristiche3:
Wx = 77.30cm 3 P = 12.9 Kg / m
Per effettuare la verifica di resistenza si considera anche il peso proprio
degli stessi, tenendo conto che questi sono soggetti a tensione semplice.

3
Vedi Allegato 1.

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Calcoliamo quindi il carico ed il momento massimo includendo il peso proprio


degli arcarecci.

q = 92 + 20 = 112kg / m 2
q = 112 ⋅ 2 + 12.9 = 236.9 ≈ 237kg / m
Lo schema statico relativo all’arcareccio è una trave appoggiata agli
estremi, per cui il momento massimo risulta in mezzeria e pari a:
q ⋅ l 2 237.1⋅ 5 2
M max = = = 740.62kg ⋅ m = 74062kg ⋅ cm
8 8

M x 74062
σ eff = = = 958.1kg / cm 2 < σ a ,adm = 1600kg / cm 2 (Verifica)
Wx 77.3

Arcarecci di bordo:
Il carico a cui sono sottoposti è la metà rispetto agli arcarecci centrali, per
cui anche il momento massimo sarà la metà del momento degli arcarecci
centrali. Il modulo di resistenza sarà anch’esso la metà (Wx = 35cm 3 ).
Per gli arcarecci di bordo viene adottata una trave del tipo IPE 100 ad ali
parallele, UNI 5398-78, dotata delle seguenti caratteristiche:
Wx = 34.2cm 3 P = 8.1Kg / m
Abbiamo quindi:
q = 92 + 20 = 112kg / m 2
q = 112 ⋅ 1+ 8.1 = 120.1kg / m

q ⋅ l 2 120.1⋅ 5 2
M max = = = 375.31kg ⋅ m = 37531kg ⋅ cm
8 8
M x 37531
σ eff = = = 1097.4kg / cm 2 < σ a ,adm = 1600kg / cm 2 (Verifica)
Wx 34.2

3.3 CONDIZIONI DI CARICO

Riepilogando, i carichi da considerare nella progettazione sono:

• Peso proprio struttura 4 Kg/m


• Carico della neve sulla copertura: 92 kg/m2
• Lamiera grecata: 20 kg/m2
• Arcarecci centrali: 12.9 kg/m
di bordo: 8.1 kg/m

Considerato che lo sviluppo delle aste è:


L = n o aste ⋅ l = 8 8 + 25 ⋅ 2 = 72.64m
il peso proprio delle aste, ripartito su ogni nodo, risulta:

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72.64 ⋅ 4
P= = 290.56kg ≈ 291Kg
8
I carichi agenti sui nodi superiori della capriata sono quindi:
- nodi centrali: P = [(92 + 20) ⋅ 2 + 12.9] ⋅ 5 + 291 = 1475.5kg ≈ 1492Kg
P 291
- nodi marginali: = [( 92 + 20) ⋅ 1+ 8.1] ⋅ 5 + = 746kg
2 2
Nella figura seguente viene illustrato lo schema dei carichi.

Figura 3. Schema statico della capriata.

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4. DIMENSIONAMENTO

Per lo studio analitico della travatura si adottano le seguenti ipotesi di


calcolo:
• le aste sono considerate incernierate ai nodi, con resistenza di attrito nulla
nelle cerniere;
• le aste sono tutte contenute nel medesimo piano al quale appartengono
anche i carichi gravanti sulla struttura e sono tutte rettilinee;
• i carichi esterni si considerano come forze concentrate, applicate solo sui
nodi, per cui le aste non sono caricate; con questa ipotesi le aste, essendo
rettilinee, sono sollecitate unicamente a sforzo normale che può essere di
compressione, puntoni, o di trazione, tiranti.
• il peso proprio dell’asta viene considerato, in un suo valore di massima,
applicato sui nodi della briglia superiore e non distribuito sulla lunghezza
delle aste; ipotesi accettabile in quanto il momento flettente che il peso
determina ha un valore praticamente trascurabile rispetto a quello dello
sforzo normale.

4.1 Calcolo reazioni vincolari

Figura 4. Schema statico.

Il calcolo delle reazioni vincolari avviene con la risoluzione delle


equazioni cardinali della statica, che nel caso piano si traducono nelle equazioni
di equilibrio alla traslazione orizzontale, di equilibrio alla traslazione verticale e
di equilibrio alla rotazione rispetto al nodo 1.

H 1 = 0

V1 + V17 = 8 P
 PL + 2 PL + 3 PL + 4 PL + 5 PL + 6 PL + 7 PL + 4 PL − 8V L = 0
 17

H 1 = 0

V1 = 4 P
V = 4 P
 17

La figura seguente (figura 5) illustra la capriata con le reazioni vincolari al posto


dei vincoli, sostituzione lecita in base al postulato fondamentale della
meccanica.

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Figura 5. Schema statico con le reazioni vincolari sostituite ai vincoli esterni.

La struttura non è simmetrica, tuttavia sostituendo ai vincoli le corrispettive


reazioni vincolari in virtù del postulato fondamentale della meccanica, essa si
rivela simmetrica in quanto non essendoci forze esterne di componente
orizzontale la reazione in tale direzione è inesistente. Perciò le caratteristiche
di sollecitazione e gli spostamenti saranno simmetrici, ragion per cui nei
paragrafi seguenti saranno risolte solamente i primi 10 nodi.

4.2 Calcolo sforzi normali (metodo di equilibrio ai nodi)

Questo metodo di risoluzione si fonda sull’osservazione che, se la travatura


è in equilibrio, deve essere in equilibrio ogni suo nodo. Ciò si traduce nella
condizione analitica che per ciascun nodo deve essere verificata la prima
equazione della statica. Tale equazione, sugli assi di riferimento, dà luogo a
due equazioni scalari.
Si suppone ogni asta tirante, cosicché l’asta si risolve:
• tirante se le equazioni di equilibrio danno uno sforzo normale positivo;
• puntone se lo sforzo risulta negativo.
Indicando con N(hk) lo sforzo nell’asta di estremi h e k, procediamo al
calcolo:

• Nodo 1

N(12)
Equazione di equilibrio traslazione verticale:
N (12) = −4 P ; asta 12 puntone

1 N(13) Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:


4P N (13) = 0 ; asta 13 scarica

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• Nodo 2

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


P 2
4 P − − N ( 23) ⋅ = 0;
P/2 N(24) 2 2
7
N ( 23) = P; asta 23 tirante
2 2
Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
N(23) 2
N ( 23) ⋅ − N ( 24) = 0 ;
2
4P
7
N ( 24) = − P ; asta 24 puntone
2

• Nodo 3
Equazione di equilibrio traslazione verticale:
7 2
P⋅ + N ( 43) = 0 ;
2 2
7
N(43) N ( 43) = − P ; asta 4-3 puntone
7P/√2 2
N(35) Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
7 2
N ( 35) − P⋅ =0;
3 2 2
7
N ( 35) = P ; asta 3-5 tirante
2

• Nodo 4

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


7 2
P N(46) P − P + N ( 45) ⋅ = 0;
2 2
4 5
7P/2 N ( 45) = P; asta 4-5 tirante
2

7P/2 Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:


N(45)
7 5 2
P + N ( 46) + P⋅ =0;
2 2 2
N ( 46) = −6 P ; asta 4-6 puntone

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• Nodo 5

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


5 2
P⋅ + N ( 56) = 0 ;
N(56) 2 2
5P/√2 5
N ( 56) = − P ; asta 5-6 puntone
2
N(57)
Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
7P/2 5 5 2 7
N ( 57) − P⋅ − P = 0;
2 2 2
N ( 57) = 6 P ; asta 5-7 tirante

• Nodo 6

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


5 2
P N(68) P − P + N ( 67) ⋅ =0;
2 2
3
6P 6 N ( 67) = P; asta 6-7 tirante
2
Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
5P/2 N(67) 3 2
6 P + N ( 68) + P⋅ =0;
2 2
15
N ( 68) = − P ; asta 6-8 puntone
2

• Nodo 7

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


3 2
P⋅ + N ( 78) = 0 ;
N(78) 2 2
3P/√2 3
N ( 78) = − P ; asta 7-8 puntone
N(79)
2
Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
6P 7 3 2
N ( 79) − P⋅ − 6P = 0 ;
2 2
15
N ( 79) = P; asta 7-9 tirante
2

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• Nodo 8

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


3 2
P P − P + N ( 89) ⋅ =0;
N(810) 2 2
15P/2 8 P
N ( 89) = ; asta 7-9 tirante
2
Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
3P/2 N(89)
15 P 2
P + N ( 810) + ⋅ =0;
2 2 2
N ( 810) = −8 P ; asta 8-10 puntone

• Nodo 10

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


P P + N ( 910) = 0 ;
8P N(1012)
N (910) = − P ; asta 9-10 puntone
Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
8 P + N (1012) = 0 ;
N(910)
N (1012) = −8 P ; asta 10-12 puntone

• Nodo 9

Equazione di equilibrio traslazione verticale:


P 2 2
P ⋅ − P + N ( 912) = 0;
N(912) 2 2 2
P/√2 P
N ( 912) = ; asta 9-12 tirante
2
Equazione di equilibrio alla traslazione orizzontale:
15P/2 9 N(911) P 2 15 P 2
− N ( 911) + ⋅ + P− ⋅ =0;
2 2 2 2 2
15
N ( 911) = P; asta 9-11 tirante
2

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E’ opportuno ricordare che avendo considerato la trave simmetrica sono stati


esaminati soltanto i nodi da 1 a 10.

Figura 6. Visualizzazione dei puntoni (rosso) e dei tiranti (giallo).

4.3 Calcolo sforzi normali (metodo di Ritter)


Questo metodo consiste nel determinare lo sforzo in un’asta di travatura
reticolare, soggetta ad una sollecitazione puramente nodale, supponendo note
tutte le forze agenti indipendentemente dal numero di aste incognite concorrenti
nei suoi nodi estremi.
Si definisce sezione di Ritter coniugata all’asta 12, una sezione che divide
la travatura in due parti e che tagli, oltre all’asta 12, altre due aste concorrenti in
uno stesso punto T (polo) non appartenente alla retta 12. Per determinare lo
sforzo nell’asta 12 è sufficiente imporre l’equilibrio alla rotazione attorno al polo
T di una delle due parti in cui la sezione di Ritter ha diviso la struttura.

Figura 7. Localizzazione delle sezioni di Ritter nella capriata.

Di seguito vengono esaminate le singole sezioni sopra illustrate.

Sez. A-A:
• Sezione di Ritter coniugata rispettivamente alle aste 2-3, 2-4, 1-3.

Equilibrio alla traslazione verticale:

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P
4P − − N ( 23) ⋅ cos 45° = 0
2

 P 8P  2 7P
N ( 23) =  − +  =
 2 2  2 2
L’asta 2-3 risulta essere un tirante.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 3:


P
l − 4 Pl − N ( 24) l = 0
2

P 7
N ( 24) = −4 P +=− P
2 2
L’asta 2-4 risulta essere un puntone.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 2:

N (13 ) l = 0
L’asta 1-3 risulta essere scarica.

• Sez. B-B
Equilibrio alla traslazione verticale:
P
4 P − − N ( 45) ⋅ cos 45° − P = 0
2

 P  2 5P
N ( 45) =  − − P + 4 P  =
 2  2 2
L’asta 4-5 risulta essere un tirante.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 4:


P
l − 4 Pl − N ( 35) l = 0
2

P 7
N ( 35) = −+ 4P = P
2 2
L’asta 2-4 risulta essere un tirante.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 5:


P
⋅ 2l − 4 P ⋅ 2l + Pl − N ( 46) l = 0
2

N ( 46) = −8 P + 2P = −6 P
L’asta 4-6 risulta essere un puntone.

• Sez. C-C
Equilibrio alla traslazione verticale:

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P
4P − − 2P − N ( 67) ⋅ cos 45° = 0
2

 P  2 3P
N ( 67) =  − − 2P + 4 P  =
 2  2 2
L’asta 6-7 risulta essere un tirante.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 6:


P
⋅ 2l − 4 P ⋅ 2l + P ⋅ 2l + N ( 57) l = 0
2

N ( 57) = 8 P − 2P = 6 P
L’asta 5-7 risulta essere un tirante.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 7:


P
⋅ 3l − 4 P ⋅ 3l + P ⋅ 2l + Pl − N ( 68) l = 0
2

3P 15
N ( 68) = 3 P − 12P + =− P
2 2
L’asta 6-8 risulta essere un puntone.

• Sez. D-D
Equilibrio alla traslazione verticale:
P
4 P − − 3 P − N ( 89) ⋅ cos 45° = 0
2
 P  2 P
N ( 89) =  − − 3 P + 4 P  =
 2  2 2

L’asta 8-9 risulta essere un tirante.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 8:


P
⋅ 3l − 4 P ⋅ 3l + P ⋅ 2l + Pl + N ( 79) l = 0
2

3 15
N ( 79) = − P + 12P − 3 P = P
2 2
L’asta 7-9 risulta essere un tirante.

Equilibrio alla rotazione attorno al punto 9:


P
⋅ 4l − 4 P ⋅ 4l + P ⋅ 3l + P ⋅ 2l + Pl − N ( 810) l = 0
2

N ( 810) = 6 P − 16P + 2P = −8 P
L’asta 8-10 risulta essere un puntone.

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• Sez. E-E
Equilibrio alla rotazione attorno al polo 1, coniugato all’asta3-4:
7
Pl + N ( 34) l = 0
2
7
N ( 34) = − P
2

L’asta 3-4 risulta essere un puntone.

• Sez. F-F
Equilibrio alla rotazione attorno al polo 1, coniugato all’asta 5-6:
− Pl + 6 Pl + 2 N ( 56) l = 0
5
N ( 56) = − P
2

L’asta 5-6 risulta essere un puntone.

• Sez. G-G
Equilibrio alla rotazione attorno al polo 1, coniugato all’asta 7-8:
15
− 2Pl − Pl + Pl + 3 N ( 78) l = 0
2
3
N ( 78) = − P
2

L’asta 7-8 risulta essere un puntone.

Per calcolare gli sforzi nelle aste 1-2, 9-10 e simmetrici, si ricorre
obbligatoriamente al metodo di equilibrio ai nodi già illustrato, o ad altri metodi
di risoluzione, quali il diagramma cremoniano.
I risultati così ottenuti possono sintetizzarsi nella tabella sottostante (tabella
1), dove P indica che l’asta è un puntone e T un tirante, mentre X indica che
l’asta è scarica.

Figura 8. Visualizzazione delle aste puntoni (rosse) e tiranti (gialle).

asta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
sforzo 4P 7/2 P 7√2/2 X 7/2 P 6P 5√2/2 P 7/2 P 5/2 P 15/2 P 3√2/2 P 6P 3/2 P 8P √2/2 P 15/2 P P
tipo P P T X P P T T P P T T P P T T P

Tabella 1. Dati relativi agli sforzi normali delle singole aste, per metà struttura (vedi §4.1.1 Simmetria della struttura).

Meccanica dei solidi - Pag. 17


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

4.4 Dimensionamento delle aste della capriata


Le aste risultano sollecitate esclusivamente a sforzo normale, essendo
trascurabile il momento flettente dovuto al peso proprio.
Per i tiranti la verifica di resistenza è soddisfatta dalla seguente equazione:
N
σ= ≤ σ adm
A
Per i puntoni la verifica viene effettuata secondo il metodo ω. In questo caso la
formula precedente diviene:
ω⋅N
σ= ≤ σ adm
A
Dove “ω” è un coefficiente maggiore dell’unità, che tende al valore di 1 per
strutture poco snelle (tozze) mentre per snellezze elevate dipende dalle
caratteristiche del materiale impiegato, dalla snellezza dell’elemento
considerato, e quindi dalla geometria della sezione trasversale, dalla lunghezza
della trave e dai vincoli di estremità.
σ adm ⋅ν cr 2 λ ⋅ f y
2
σ adm
ω= = λ = 2
σ cr / ν cr π ⋅ E2 π ⋅E

Per il calcolo del dimensionamento le aste sono state suddivise in quattro


gruppi in rapporto al tipo e al valore assoluto dello sforzo normale a cui risultano
soggette. Nella figura 9 sono illustrati questi quattro comparti.

Legenda:
█ Aste tipologia A █ Aste tipologia B █ Aste tipologia C █ Aste tipologia D

Figura 9. Visualizzazione delle quattro tipologie di aste nelle quali è stata divisa la struttura.

Meccanica dei solidi - Pag. 18


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• Aste A:
Le aste A sono tutte dei puntoni e quindi sarà utilizzato come verifica il
metodo ω . Lo sforzo di compressione maggiore si manifesta nell’asta 8-10, ed
anche nella simmetrica 10-12, ed è pari a:
N c = 8 P = 11936Kg
Dal prospetto 7-IIa della tabella UNI 10011-88 per aste semplici con profili cavi
quadri, rettangolari o tondi, con spessore minore di 40 mm, ricaviamo il valore
del coefficiente ω, che vale, per λ = 100 ed acciaio Fe360:
ω = 1.60
per cui abbiamo:
ω ⋅ N c 1.60 ⋅ 11936
Amin = = = 11.94cm 2
σ adm 1600
Dalle tabelle dei prodotti siderurgici in acciaio, scegliamo una profilo a sezione
cava circolare Ccavo 108 x 3.754.

Verifica:
Essendo le aste della capriata incernierate ai nodi e l’acciaio adottato di tipo
Fe360, la snellezza ed il coefficiente ω per le aste tipo A risultano:
lo 200
λ= = = 54.20
i 3.69
A questo valore di snellezza, nella tabella, corrisponde a:
ω = 1.12
ω ⋅ Nc 1.12 ⋅ 11936
σ eff = = = 1088.6 Kg / cm 2 ≤ σ adm = 1600Kg / cm 2
A 12.28
Per le aste tipo A adotto quindi un profilo a sezione cava circolare Ccavo 108 x
3.75.

• Aste B
Essendo le aste B sottoposte a trazione saranno progettate a sforzo
normale. Lo sforzo normale di progetto risulta lo sforzo che interessa le aste 7-9
e, simmetricamente, 9-11:
15
Nt = P = 11190Kg
2
E quindi il dimensionamento è:
Nt 11190
Amin = = = 6.99cm 2 ≈ 7.00cm 2
σ adm 1600

4
Le caratteristiche del profilato adottato sono riportate nell’Allegato 1.

Meccanica dei solidi - Pag. 19


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Scegliamo quindi un profilo cavo circolare Ccavo 83 x 3.255.

Verifica:
N t 11190
σ eff = = = 1374.7Kg / cm 2 ≤ σ adm = 1600Kg / cm 2
A 8.14
Per le aste tipo B adotto quindi un profilo a sezione cava circolare Ccavo 67 x 3.

• Aste C

Le aste C sono tutte dei puntoni e quindi sarà utilizzato il metodo ω. Lo


sforzo di compressione maggiore si manifesta nell’asta 1-2, ed anche nella
simmetrica 17-18, ed è pari a:
N c = 4 P = 5968Kg
Anche in questo caso, adottando con profili cavi tondi in acciaio Fe360, con
spessore minore di 40 mm, ed ipotizzando λ = 100, dal prospetto risulta:
ω = 1.60
per cui abbiamo:
ω ⋅ N c 1.60 ⋅ 5968
Amin = = = 5.97cm 2
σ adm 1600
Dalle tabelle dei prodotti siderurgici in acciaio, scegliamo una profilo a sezione
cava circolare Ccavo 76 x 36.

Verifica:
Essendo le aste della capriata incernierate ai nodi e l’acciaio adottato di tipo
Fe360, la snellezza ed il coefficiente ω per le aste tipo B risultano:
lo 200
λ= = = 77.5
i 2.58
A questo valore di snellezza, nella tabella, corrisponde a:
ω = 1.29
ω ⋅ Nc 1.29 ⋅ 5968
σ eff = = = 1119Kg / cm 2 ≤ σ adm = 1600Kg / cm 2
A 6.88
Per le aste tipo C adotto quindi un profilo a sezione cava circolare Ccavo 76 x 3.

• Aste D
Le aste D risultano tiranti e per questo deve essere dimensionata solo a
sforzo normale, il valore di progetto del quale è quello relativo alle aste 2-3 e
15-18 :

5
Le caratteristiche del profilato adottato sono riportate nell’Allegato 1.
6
Le caratteristiche del profilato adottato sono riportate nell’Allegato 1.

Meccanica dei solidi - Pag. 20


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

7
Nt = P = 7385Kg
2
E quindi il dimensionamento è:
Nt 7385
Amin = = = 4.62cm 2
σ adm 1600
Scegliamo quindi un profilo circolare CAVO 57 X 37.

Verifica:
N t 7385
σ eff = = = 1453.7Kg / cm 2 ≤ σ adm = 1600Kg / cm 2
A 5.08
Per le aste tipo D adotto quindi un profilo a sezione cava circolare Ccavo 57 x 3.

4.5 Risultati

2 A 4 A 6 A 8 A 10 A 12 A 14 A 16 A 18
D

D
C

C
D

D
Z

1 B 3 B 5 B 7 B 9 B 11 B 13 B 15 B 17
X

Aste A B C D
Sezioni Ccavo 108 x 3.75 C c a v o 67 x 3 C c a v o 76 x 3 C c a v o 57 x 3

7
Le caratteristiche del profilato adottato sono riportate nell’Allegato 1.

Meccanica dei solidi - Pag. 21


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5. CALCOLO DELLO SPOSTAMENTO CON PLV

In questo capitolo viene calcolato unicamente lo spostamento del nodo 5


utilizzando il Principio dei Lavori Virtuali - in seguito PLV - per fornire un
esempio di calcolo analitico.
Il PLV afferma che il lavoro virtuale interno è uguale al lavoro virtuale
esterno:
* *
Lest = Lint
In un solido deformabile soggetto ad un insieme di forze in equilibrio, il
lavoro virtuale esterno è uguale al lavoro virtuale interno per qualsiasi insieme
di spostamenti virtuali piccolissimi e congruenti (cioè compatibili con i legami
interni ed esterni del solido). Si osserva che non vi è alcun legame tra sistema
di forze e sistemi di spostamenti, in quanto sono del tutto indipendenti.

Nelle applicazioni relative ai sistemi elastici si assume:


• un sistema di forze e di sollecitazione equilibrato, o sistema lavorante,
costituito da un sistema fittizio F*;
• un sistema di spostamenti e di deformazioni congruente.
Questi sistemi devono possedere dei requisiti necessari per la validità del PLV,
ossia: il sistema di forze deve costituire un sistema equilibrato; mentre il
sistema degli spostamenti deve essere congruente.

Il sistema lavorante viene scelto in modo tale che esso lavori


esclusivamente per lo spostamento generalizzato che si cerca. Precisamente,
dovendo determinare la componente dello spostamento del punto P lungo la
direzione verticale, il sistema lavorante sarà costituito da una forza unitaria
applicata in P ed avente direzione y. In tal modo l’unica incognita del problema
è il parametro di spostamento.

Il lavoro virtuale esterno è fornito dal parametro di spostamento moltiplicato


per l’unità. Il lavoro virtuale interno, essendo la struttura isostatica, è esprimibile
attraverso le caratteristiche delle sollecitazioni associate al sistema fittizio ed
alle deformazioni reali prodotte dai carichi esterni.

5.1 Sistema degli spostamenti reale


Il sistema di spostamenti reale, congruente con le deformazioni, si riduce
alla struttura principale - su cui gravano i carichi reali computati nel capitolo 3 -
che coincide con la capriata già risolta analiticamente8.

Di seguito è riportato la struttura risolta:

8
Vedi § 4.2 e § 4. 3. Figura 10. Visualizzazione dei puntoni (rossi) e dei tiranti (gialli) della struttura reale.

Meccanica dei solidi - Pag. 22


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Figura 10. Visualizzazione dei puntoni (rossi) e dei tiranti (gialli) della struttura reale.

asta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
sforzo 4P 7/2 P 7√2/2 X 7/2 P 6P 5√2/2 P 7/2 P 5/2 P 15/2 P 3√2/2 P 6P 3/2 P 8P √2/2 P 15/2 P P
tipo P P T X P P T T P P T T P P T T P

Tabella 2. Risultati ottenuti per il sistema reale, sistema simmetrico.

5.2 Sistema delle forze e tensioni virtuali


Consiste nella capriata soggetta unicamente ad una forza verticale di
intensità unitaria applicata nel nodo 5, di cui vogliamo lo spostamento verticale.

Figura 11. Schema statico del sistema delle forze fittizio.

Calcolo delle reazioni vincolari:


equilibrio alla traslazione orizzontale
H1 = 0
 equilibrio alla traslazione verticale
V1 + V17 = 1
*

* equilibrio alla rotazione rispetto a 1


1 ⋅ 2l − V17 ⋅ 8l = 0

H 1 = 0

 3
V1 =
 4
 1
V17 = 4

Attraverso il metodo di equilibrio ai nodi, gli forzi normali virtuali, ai quali è


soggetta la capriata, risultano:

Meccanica dei solidi - Pag. 23


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Figura 12. Visualizzazione dei puntoni (rossi) e dei tiranti (gialli) del sistema delle forze fittizio.

asta 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17
sforzo 3/4 3/4 3√2/4 X 3/4 1 1/2 3√2/4 3/4 1/4 3/4 3√2/4 3/2 √2/4 1 √2/4 3/4 X
tipo P P T X P P T T T P P T P P T T X

asta 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33
sforzo 1 √2/4 3/4 1/4 3/4 √2/4 1/2 1/4 1/2 √2/4 1/4 1/4 1/4 √2/4 X 1/4
tipo P T T P P T T P P T T P P T X P

Tabella 3. Risultati ottenuti per il sistema virtuali.

5. 3 Calcolo dello spostamento del nodo 5


In questo caso particolare in cui la struttura è soggetta al solo sforzo
normale costante nella lunghezza dell’asta, il lavoro virtuale interno è fornito
dalla relazione:
n
  N 
Lint = ∑  N * ⋅  0  ⋅ li
*

i =1   E ⋅ A  i
Dove:
• N* è lo sforzo normale delle aste del sistema di forze e tensioni virtuali
equlibrato;
• N0 è lo sforzo normale delle aste del sistema di spostamenti e
deformazioni congruente;
• A è l’area delle sezioni del sistema spostamenti e deformazioni
congruente;
• E è il modulo di elasticità dell’acciaio;
• li è la lunghezza della i-esima asta.

Dai calcoli, svolti attraverso un foglio di calcolo Excel9, risulta:


*
Lint = 1.57036Kg * cm
Il lavoro virtuale esterno vale:
Lest = ∑ Fi ⋅ vi = 1* ⋅ v5 ;
*

i
dove v5 è l’abbassamento verticale incognito , relativo al nodo 5 nel sistema di
spostamenti e deformazioni congruente.
* *
Quindi, per il PLV: Lest = Lint

9
Vedi Allegato 3 per la tabella di calcolo utilizzata e cd allegato per il file excel.

Meccanica dei solidi - Pag. 24


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Lo spostamento del nodo 5 risulta:


1* ⋅ v5 = 1.57036
v5 = 1.57036cm

Meccanica dei solidi - Pag. 25


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6. ANALISI SAP

Il programma Sap permette uno studio completo e veloce della struttura. E’


stato creato il modello della capriata inserendo i seguenti elementi:
• geometria della struttura;
• vincoli;
• carichi gravanti;
• sezioni strutturali adottate10.

Sono state considerate 3 diversi modelli:


• caso 1: il modello è identico a quello sviluppato analiticamente11;
• caso 2: il modello si distingue dal caso 1 nella condizione di carico. Il
peso proprio è considerato, nel suo valore reale12, linearmente distribuito
lungo le aste;
• caso 3: il modello differisce dal caso 1 per il vincolo nel nodo 17, il
carrello è stato sostituito da un carrello.

6.1 Caso 1
E’ stato creato il modello relativo alla capriata studiata, inserendo la
geometria ed i carichi applicati, per verificare la correttezza dei calcoli analitici
svolti.
1492,00

1492,00

1492,00

1492,00

1492,00

1492,00

1492,00
746,00

746,00
2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 3 5 7 9 11 13 15 17
X

Figura 13. Schema con carichi della struttura studiata analiticamente.

L’elaborazione dei dati ha portato ai seguenti risultati:


• le reazioni vincolari;
• la struttura deformata;
• le sollecitazioni delle aste con i relativi diagrammi.

Le reazioni vincolari hanno i seguenti valori:


R X 1 = 0 Kg RZ 1 = 5968Kg RZ 17 = 5968Kg
La deformata13 risulta:

10
Vedi §4.4.
11
Vedi §4 e §5.
12
Ossia relativo ai profilati adottati (§4.4).
13
Il valore degli spostamenti dei nodi è riportato nell’Allegato 3.

Meccanica dei solidi - Pag. 26


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

Figura 14. Deformata della struttura studiata analiticamente.

Nell’andamento della deformata si nota che il carrello nel nodo 17 permette


una traslazione orizzontale della struttura che subisce anche un abbassamento
in direzione z a causa delle forze verticali. Gli spostamenti verticali risultano
simmetrici, mentre, per quanto riguarda gli spostamenti orizzontali, questi
avvengono tutti verso il nodo 17, che presenta la traslazione di maggiore entità
(figura 14).
Da questa modellazione strutturale risulta che il nodo 5 subisce, sotto dette
condizioni di carico, uno spostamento verticale pari a:
v5 = −1,758cm
Il diagramma dello sforzo normale14 è il seguente (figura 15).

2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 3 5 7 9 11 13 15 17
X

Figura 15. Diagramma dello sforzo normale della struttura studiata analiticamente.

6.2 Caso 2
Nella creazione di questo modello sono stati inseriti la geometria della
travatura, le sezioni delle aste15, il materiale, i carichi - costituiti dal peso degli
arcarecci e del manto di copertura - e i vincoli interni ed esterni.
Rispetto alla modellazione precedente non viene considerato nei carichi
applicati sui nodi il peso proprio della capriata. Esso verrà considerato nel suo
valore reale e nella sua applicazione reale, ossia linearmente distribuito lungo le
aste.
Il peso proprio delle aste della capriata, considerato automaticamente dal
programma lungo le aste, causa un momento flettente e uno sforzo di taglio.
I carichi applicati sui nodi sono:

14
Il valore degli sforzi normali delle aste è riportato nell’Allegato 3.
15
Le sezioni relative al § 4.4.

Meccanica dei solidi - Pag. 27


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

P
• Nodi esterni: = [( 92 + 20) ⋅ 1+ 8.1] ⋅ 5 = 592.5kg
2

• Nodi interni: P = [(92 + 20) ⋅ 2 + 12.9] ⋅ 5 = 1184.5kg

Lo schema statico di questo caso è illustrato in figura 15.


1184,50

1184,50

1184,50

1184,50

1184,50

1184,50

1184,50
592,25

592,25
2 A 4 A 6 A 8 A 10 A 12 A 14 A 16 A 18
D

D
C

C
D

D
Z

1 B 3 B 5 B 7 B 9 B 11 B 13 B 15 B 17
X

Figura 2. Schema della travatura nel caso 2.

Il programma, per la condizione di carico considerata, ha fornito i


seguenti valori delle reazioni vincolari:
R X 1 = 0 Kg RZ 1 = 7069.27Kg RZ 17 = 7069.27Kg

e la seguente deformata (figura 16):

Figura 3. Deformata della struttura nel caso 2.

Essendo caricate le aste del proprio peso, in questo caso risultano non
nulle anche le sollecitazioni di momento flettente e taglio. Nell’Allegato 4 sono
riportati i valori delle sollecitazioni e degli spostamenti subiti dalla struttura.

2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 3 5 7 9 11 13 15 17
X

Figura 4. Diagramma dello sforzo normale delle aste nel caso 2.

Meccanica dei solidi - Pag. 28


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 3 5 7 9 11 13 15 17
X

Figura 5. Diagramma del momento flettente – M3 - delle aste nel caso 2.

2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 3 5 7 9 11 13 15 17
X

Figura 6. Diagramma del taglio – T2 – delle aste nel caso 2.

6.3 Caso 3
E’ interessante analizzare anche la struttura modifica nel vincolo del nodo
17, sostituendo il carrello ivi situato con una cerniera.
1492,00

1492,00

1492,00

1492,00

1492,00

1492,00

1492,00
746,00

746,00
2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 3 5 7 9 11 13 15 17
X

Figura 7. Schema statico della struttura nel caso 3.

Le reazioni subiscono naturalmente una variazione, in quanto compaiono


delle reazioni di tipo orizzontale.
R X 1 = 7327.22Kg RZ 1 = 6911.20 Kg
R X 17 = −7327.22Kg R X 17 = 6911.20 Kg
La deformata assume un andamento diverso, in quanto al nodo 17 adesso
è impedita la traslazione lungo la direzione x, e quindi il relativo spostamento
sarà nullo. I valori degli spostamenti subiti dai nodi della struttura modificata
sono riportati nell’Allegato 5, assieme ai valori degli sforzi delle aste.

Meccanica dei solidi - Pag. 29


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

Figura 21. Deformata della capriata nel caso 3.

2 4 6 8 10 12 14 16 18

1 3 5 7 9 11 13 15 17
X

Figura 22. Diagramma degli sforzi normali nel caso 3.

Gli sforzi di taglio e di momento flettente delle aste sono nulli, avendo
considerato, come nel caso 1, il peso proprio della capriata come un valore
approssimato applicato sui nodi, e in quanto sono state considerate cerniere al
termine di ogni asta.

Meccanica dei solidi - Pag. 30


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

7. CONCLUSIONI

Il confronto fra i vari casi avviene in termini di reazioni vincolari, sforzi delle
aste e spostamenti dei nodi. Per ogni singolo caso sono riportati in allegato16 i
valori determinati.

7.1 Confronto tra la struttura studiata analiticamente17 e la


modellizzazione sul sap - caso 1
La piccola discrepanza rilevata tra lo spostamento del nodo 5 calcolato
analiticamente e quello risultato dal sap è imputabile agli arrotondamenti
effettuati con il metodo analitico. Per il resto i due modelli coincidono.
L’abbassamento del nodo 5 risulta rispettivamente nei due casi:
Caso analitico: v5 = - 1.57 cm;
Caso 1 : v5 = - 1.75 cm;

7.2 Confronto tra il caso 1 e il caso 2


Le reazioni nei due casi sono risultate:
Struttura studiata: Rx1 = 0; Rz1 = 5968 Kg; Rz17 = 5968 Kg.
Struttura reale: Rx1 = 0; Rz1 = 4960.05 Kg; Rz17 = 4960.05 Kg.

Le sollecitazioni sono minori nella struttura reale. Le differenze sono


appunto causate dalla differente condizione di carico secondo due discrepanze:
il valore e il luogo dell’applicazione.

Nella struttura studiata il peso proprio della capriata è stato considerato


attraverso un valore approssimato applicato ai nodi della sola briglia superiore.
Nella struttura reale invece il peso proprio della capriata è stato riferito ai valori
effettivi in quanto sono state considerate le varie sezioni delle aste ed il
materiale di cui sono costituite. Il programma considera il peso come un carico
distribuito linearmente lungo la lunghezza delle aste.

Riguardo lo spostamento verticale del nodo 5, esso risulta:


Caso 1: v5 = - 1.75 cm;
Caso 2: v5 = - 1.45 cm;

7.3 Confronto tra il caso 1 e il caso 3


Con la sostituzione del carrello con una cerniera la struttura acquista una
reazione vincolare e conseguentemente perde un grado di libertà.
Le reazioni dei due casi sono:
Caso 1: Rx1 = 0; Rz1 = 5968 Kg; Rz17 = 5968 Kg.
Caso 3: Rx1 = 6341 Kg; Rz1 = 5968 Kg;

16
Allegati 2, 4, 5 e 6.
17
Cap. 4 e 5.

Meccanica dei solidi - Pag. 31


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

Rx17 = - 6341 Kg; Rz17 = 5968 Kg.


Il valore dello spostamento verticale del nodo 5 è:
Caso 1: v5 = - 1.75 cm;
Caso 3: v5 = - 1.36 cm.

Incernierando la capriata in entrambi i nodi estremi si ottiene sia minor


deformazione sia minori sforzi sulle aste. Questo perché alla travatura è
impedito ogni movimento in direzione orizzontale e verticale, per cui risulta una
struttura più rigida.

Meccanica dei solidi - Pag. 32


Modellazione strutturale di una capriata Mohnie a.a.2003/04

BIBLIOGRAFIA

Manuale d’uso del software integrato per l’analisi strutturale e le verifiche in ambiente
Windows SAP 2000 versione 8. Computers & Structures Inc.

Borri C., Appunti delle lezioni del corso di Meccanica dei solidi, a.a. 2001/02.

Baldacci R., Scienza delle costruzioni, Utet edizioni.

Viola E., Esercitazioni di scienza delle costruzioni, Pitagora editrice Bologna.

Belluzzi O., Scienza delle costruzioni Vol I, Ed. Zanichelli.

AA. VV., Manuale dell’ingegnere civile, Zanichelli.

DOCUMENTI CONSULTATI

D.M. 16-01-1996 - Norme tecniche relative ai “Criteri generali per la verifica di sicurezza delle
costruzione e dei carichi e dei sovraccarichi”.

D.M. 09-01-1996 - Parte II - Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione e il collaudo per le
strutture metalliche.

Meccanica dei solidi - Pag. 33

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