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MORTIFICAZIONE

1. Col digiuno freni le tue passioni, perché calmi gli stimoli del corpo; elevi il tuo
spirito, già che lo liberi della pesantezza della carne che lo sottomette molto;
acquisisci forze rinnovate, perché ti senti lottatore e continui a riuscire l’auto
dominio; e, finalmente, Dio ti ricompenserà perché coloro che vincono è la corona di
vittoria.

2. Non smette di amare la sua mano chi permette di tagliarla, quando è necessario
per conservare la vita. Ama la mano, ma più ama la vita. Quello che si mortifica non
smette di amare il suo corpo, ma più ama la sua anima, destinata alla vita eterna.

3. Continua e moderata sobrietà è migliore che l'astinenza forzata, fatta di tardi in


tardi ed interrotta per stagioni di rilassamento.

4. In tutto e soprattutto non intraprendere nessuna penitenza corporale, né una


mortifícazione straordinaria, senza averlo detto e senza aver avuto il consenso del
tuo Padre spirituale.
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5. " Tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che
dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato ."( 1 Co. 9,27). La
mortificazione corporale volontaria non è una dimostrazione di oscurantismo
medievale bensì una pratica cristiana di tutti i tempi. Nel dire dell'Apostolo, è
un'esigenza della Parola di Dio. Oggi come ieri, non ci sono santi senza
mortificazione.

6. La tua penitenza non sia come il digiuno degli ipocriti che si presentano come
persone malinconiche come se i santi stimassero solo persone magre, come se la
santità consistesse in quello. Offrila per il tuo apostolato e avrai contribuito a
guadagnare un'altra anima nell’ esercito di Cristo.

7. Mangiare indifferentemente senza nessuna elezione, è la migliore mortificazione;


perché così si nasconde la tua austerità agli occhi umani e non è piccola
mortificazione.

8. Crocifiggi i sensi esterni: molte volte sono le porte di accesso, affinché il cattivo
spirito ti porti impercettibilmente dalla cosa lecita alla cosa illecita. Gli occhi che

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cercano di evitare le riviste o la televisione - quanto meno meglio! - o nella strada e
negli spettacoli... Crocifiggi ciò! se non vuoi che ti crocifiggano!

9. La nostra anima si fa saggia quando sta in pace e tranquilla cioè quando le


passioni sono mortificate.

10. Non soltanto bisogna fare digiunare il corpo, lo stesso occorre fare con le
potenze dell'anima, come l'intelletto, la memoria e la volontà, perché l'uomo non è
solo corpo.

11. Quando ti mortifichi fa attenzione a non fare trionfare l'egoismo sottile, raffinato
che tende a rifugiarsi nella sensibilità; che fa valere il tuo sacrificio davanti a te
stesso e davanti agli altri; che fa sentire che sei un martire o almeno una vittima;
che ti erige su un piedistallo; che tende a farti interessante, a farti coccolare,
distinguere, emergere e consolare.

12. È più preziosa la mortificazione interna smettendo di fare la tua propria volontà
che la penitenza della carne. Tuttavia, questa continua a preparare e disponendo lo

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spirito per riuscire in essa. Una si appoggia sull'altra. Non ti lasciare ingannare da
quelli che pensano che l'uomo è solamente spirito.

13. Se non puoi digiunare per malattia, digiuna con gli altri sensi del corpo e le
potenze dell'anima.

14. Mortificazione nella vita spirituale è prescindere di avere tutto controllato, di non
avanzare bensì su terreno conosciuto, di vederti accelerare nella perfezione... Al
contrario, a volte è necesario avanzare nella cosa sconosciuta, avere l'impressione
di arrischiarti, di perdere piede smettendo di appoggiarti su te stesso, per confidarti
incondizionatamente a Dio. Sempre seguendo i consigli del tuo Padre e Confessore.

15. Dorme bene, mangia poco – il necessario, senza arrivare all'eccesso-, lavora
molto.

16. Ridi di quelli che dicono che sei masochista. Disprezza i sapientoni di psicologia
economica. Il cristiano non soffre per piacere, se non perché solo attraverso la
croce trova la resurrezione. La mortificazione non è un fine bensì un mezzo.

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17. La penitenza purifica l'anima, eleva il pensiero, sottomette la carne al tuo spirito,
fa il cuore contrito e umiliato, dissipa le nebulosità della concupiscenza, spegne il
fuoco delle passioni ed accende la vera luce della castità.

18. La mortificazione senza preghiera è come un corpo senza l’anima; e la


preghiera senza la mortificazione è come un'anima senza corpo.

19. Maggior mortificazione è adattare il tuo gusto a quello di tutti che scegliere
sempre la cosa peggiore.

20. Quante volte dovrai morire al desiderio della dolcezza spirituale, in lunghe
preghiere solitarie, protette per un geloso raccoglimento. L'apostolo si dà al mondo
per lavorare e si trova a fare l’ opera in mezzo alla polvere e al rumore.

- Accetta quella vita divisa, agitata dal lavoro, dallo studio, e dai rapporti... Fa
questo senza trascurare quello.

21. La mortificazione spirituale ci aiuta a dirigere e a governare i moti dei nostri


desideri, combattere contro le brutte inclinazioni, negare la propria volontà,

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confutare il proprio giudizio, vincere l'ira, reprimere l'impazienza, allontanare
pensieri inutili, calpestare gli onori e l'adulazione.

- E tu pensavi che con un digiuno era già tutto controllato...

22. Amare il corpo è cercare la cosa migliore per lui: la sua eterna felicità, nella
resurrezione finale. Come così il malato che soffre operazioni dolorose per potere
vivere meglio col suo corpo, così agisce chi si mortifica: per un po' di sofferenza,
un’eternità di felicità.

23. Amo la croce perché Egli l'ha amata...! La forza per la mia consegna la prendo
da Cristo inchiodato sul legno. La rassegnazione, il dono di me stesso, il sacrífício
oscuro, il perdono delle ingiurie, solamente posso portar loro pensando a Colui che
si immolò prima di tutti.

24. Niente vale un uomo quando non è capace di fare qualche sacrificio:
abbracciando la morte si sta vivendo la vita più alta, più intensa e più perfetta; verità
profonda della quale l'asceticismo è stato sempre il fedele vincitore. La pazzia della
croce...

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25. Credimi che la cosa potata, torna, e quello che sembra che era già mortificato
del tutto, ritorna a vivere di nuovo.

26. Non perdere l'occasione di offrire le tue mortificazioni in favore degli altri. Ogni
piccola penitenza fatta per Dio e per le necessità della Chiesa e del prossimo, sarà
una prova di carità fraterna ed un stimolo per continuare a sopportare, quando ti
sembra che "quello" non ha senso.

27. Ha sgorgata dalle mani, dai piedi, dalla testa, dal fianco ferito di Gesù la fonte
che fecondi milioni di cuori umani e che da un terreno povero, avaro e secco - tu ed
io - , fa fiorire i bianchi gigli della verginità, i rossi fiori delle volontà.

28. Le migliori umiliazioni, sono quelle che non hai scelto e che ti risultano
spiacevoli, quelle per il quale non hai molta inclinazione.

29. Che importa alcuni istanti transitori fastidiosi, a condizione che l'eternità sia
felice?

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30. Per povero che tu sia di una fede generosa, mai hai sentito, in diversi momenti,
che era vantaggioso per il servo mettere i suoi piedi nelle orme di suo Signore ed
allora soltanto così si incominciava ad amarlo?

31. Tieni in conto che non basta digiunare esteriormente sé non accompagni il
digiuno del corpo col digiuno dello spirito.

32. Fa' attenzione a non crederti che raggiungesti già Ia perfezione perché facesti
alcuna penitenza corporale. Non contare a nessuno i sacrifici che hai fatto.
Preservati dal veleno della vanagloria che distrugge spesso tutto il merito ottenuto.

33. Un buon soldato di Cristo non mangia mai senza mortficarsi in qualcosa.

34. Anche se senti ripugnanza verso i rimedi, e li prendi con difficoltà grande, non
importa, purché non smetta di usarli.

35. Nella mortificazione esterna l'uguaglianza sarebbe una gran disuguaglianza. Ad


ognuno secondo la sua condizione e secondo le circostanze.

36. Se vuoi conservare la più bella di tutte le virtù che è la castità, devi sapere che
è una rosa che solamente fiorisce tra le spine; e, quindi, la troverai solo in una
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persona mortificata. E non è certo che vuoi ottenere la fragranza e la bellezza della
rosa?

37. Ti vedo appassionato nel portare quell'anima verso Gesù. Magari molti ti
imitassero nel tuo zelo apostolico! Ma, attenzione a non catturarla ed
impadronirtene. Devi fare solo il mestiere di Giovanni il Precursore che preparò la
strada al Signore.

38. Mortifica i tuoi affetti! Che Egli cresca e che tu diminuisca! (Gv. 3,30).

39. Mi piace la tua abnegazione. Non rinunci soltanto ma lo fai con un sorriso.
Quella gentilezza e buona dísposizione è quella che attira le anime. Non bisogna
solo farsi ammazzare, ma bisogna stare al combattimento cantando e con la divisa
di parata. Quello è abnegarsi, con dignità ed allegria!

40. Senza unità di criterio e di azione non riusciremo mai a far niente. Il frutto
apostolico dipende in buona parte da essi. E questa unità non si riesce senza
sacrifici penosi nel confronto dei punti di vista personali.

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41. Non ti dico che non presenti le tue inquietudini, ma sottomettiti alla Volontà di
Dio con allegria, quando la decisione già è stata presa.

42. Sfida dell’asceticismo esagerato: penitenze veementi piangenti ed amareggiati.

- invece, la somma paziente di piccole mortificazioni all'improvviso, il carattere del


prossimo, i rigori del clima, uno scherzo... forgeranno con più frequenza ed efficacia
la tua santità ed autocontrollo.

43. È conveniente sapere prescindere di alcuni soddisfazioni sensibili che


nonostante potrai godere senza offendere Dio.

44. Devi mortificarti prima nei vizi che ti fanno più guerra.

45. Non essere ribelle con la contrarietà che si è presentata spontaneamente. Ella è
la più chiara Volontà di Dio. Se l'accetti pazientemente, avrai godimento e pace in
mezzo al dolore. Se la respingi, malumore e tristezza saranno i suoi frutti.

46. Non ti preoccupi di ciò che pensano i prudenti secondo il mondo; lasciali con la
sua indignazione o il suo scherzo. Quelli che hanno riflettuto più e hanno potuto

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penetrare meglio nell’abisso dell'egoismo umano sanno fare giustizia ai discepoli del
Cristo Crocifisso.

47. Bisogna sacrificare la victima se vuoi che il suo sacrificio sia accetto a Dio.
Cristo si immolò già una volta per tutte. Ora tocca a te completare…

48. Non voglio che diventi schiavo dell'orologio.. È solamente un aiuto affinché la
tua vita sia ordinata e fa' che gli altri godano della tua compagnia. Puntualità nei
doveri e negli atti di pietà; andarsene a dormire presto ed alzarsi presto per lodare
Dio. Anche quello costa e si chiama" penitenza dell'orario."

49. Approfitta a mortificare le occasioni che si danno nel tuo proprio stato di vita. Ad
ognuno nella sua propria vocazione, professione o mestiere gli sono presentate
alcune cose che gli costano e gli feriscono. Pensa che quella difficoltà è la" croce di
ogni giorno" (Lc.9,23) che dovrai portare addosso per seguire Gesù.

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