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Scienze umane

Eros, Thanatos e la lotta per la


vita della specie umana
Claudio Fiocchi
11 Febbraio 2015
Sigmund Freud (1856-1939) è stato un autore molto prolifico, ma anche costantemente
impegnato a precisare e modificare le proprie teorie. Spinto dagli infiniti interrogativi che
nascevano dalla pratica clinica, stimolato dalle novità scientifiche, punzecchiato dalle critiche
di colleghi e avversari, il padre della psicoanalisi nel corso degli anni muta sensibilmente le
proprie posizioni e nello stesso tempo allarga i propri orizzonti: è così che dalle originarie
riflessioni sulla sessualità e le nevrosi Freud approda a una spiegazione della dinamica della
società, basata sul contrasto tra i due principi della psiche umana, Eros e Thanatos.

Per leggere una brevissima sintesi della vita di Freud e alcuni brani estratti dalle sue
opere, clicca qui. [http://www.ems f.rai.it/biografie/anagrafico.as p?d=169]

Che cos’è Eros

Con il nome della divinità greca “Eros” Freud indica una tendenza all’aggregazione che
agisce a livello biologico e psichico. Nel suo percorso di ricerca Eros è l’erede della libido,
un’energia psichica legata alla pulsione sessuale, che egli ha individuato molto presto e che
ha costituito l’asse portante della sua riflessione (Freud però non abbandona il termine
“libido”, ma lo usa per indicare gli aspetti energetici e comportamentali di Eros).

Per semplificare, possiamo dire che per qualche tempo Freud ha immaginato una
contrapposizione tra la pulsione verso il piacere e il principio di realtà dell’Io, ossia tra una
tendenza a soddisfare immediatamente i bisogni della libido e una tendenza a procrastinarli
e adattarli al mondo reale.

Perché Eros non basta più

A un certo punto, però, Freud giunge alla conclusione che la vita psichica e i comportamenti
si dimostrano irriducibili alla sola libido e al principio di realtà. Anzi, il principio di realtà sembra
nascere dalla stessa libido. Ciononostante Freud non intende limitare il corredo pulsionale
umano alle sole pulsioni libidiche.

A questa esigenza teorica si accompagna l’osservazione. Nei comportamenti dei sadici e dei
masochisti non c’è solo il piacere, ma anche una spinta alla distruzione. Nei bambini che
ripetono sempre gli stessi gesti c’è qualcosa che sfugge al semplice piacere, perché, oltre
un certo grado di ripetizione, al piacere subentra una situazione che impedisce
un’evoluzione. Ma cosa giustifica questi comportamenti?

Freud mantiene un’impostazione dualista: ma al contrasto tra il principio del piacere e il


principio di realtà sovrappone una nuova contrapposizione, quella tra gli istinti di vita e gli
istinti di morte, che oltre a livello psichico sembrano appartenere alla materia vivente, che
spingono verso uno stato di quiete e una condizione inorganica.

In perenne movimento tra clinica, speculazione, filosofia e biologia, Freud è entusiasta di


scoprire che secondo alcuni biologi la tendenza alla morte è connaturata alla materia
organica, perché nella sostanza vivente esiste una parte destinata alla morte e una parte
immortale, il “plasma germinale”, al servizio della perpetuazione della specie. In modo non
del tutto chiaro, il livello materiale e quello spirituale della vita sembrano corrispondersi. Non
poteva mancare il livello sociale.

Come interagiscono Eros e Thanatos

Nel Disagio della Civiltà (1929) Thanatos diventa protagonista (anche se in realtà in
quest’opera Freud parla di “principio di morte”). Meno evidente di Eros, ma spesso legato ad
esso, capace di dirigersi verso l’esterno nella forma dell’aggressività, Thanatos è il nemico
della civiltà.

Il ragionamento di Freud parte dalla considerazione che ogni uomo desidera la felicità, ma i
limiti imposti dalla natura e dalla società spesso gli impediscono di raggiungere la meta. Gli
uomini primordiali erano senza dubbio più liberi di quelli attuali, ma rischiavano la pelle ogni
giorno, mentre nella più comoda civiltà possono accontentarsi di surrogati.

La società, infatti, mette a disposizione attività e comportamenti per indirizzare le pulsioni


libidiche nel modo più inoffensivo come l’arte e la scienza.

Nella società l’amore si trova imbrigliato da mille regole che spingono alla monogamia e alla
fedeltà e deviano una parte della forza erotica verso forme di amore “inibito nella meta”,
come quello per amici e parenti. Ma allora perché la società non è un luogo paradisiaco dove
tutti amano gli altri come se stessi?

La risposta è semplice: perché l’uomo è naturalmente aggressivo. Quella pulsione


distruttrice che negli anni precedenti era illustrata con comportamenti individuali, ora viene
esemplificata da Freud con le grandi stragi della storia (a partire dalla Prima guerra mondiale).
Anche a questa pulsione la civiltà deve porre un freno. Ancora una volta l’uomo delle origini
stava meglio di noi, poteva sfogare i suoi istinti distruttori e non soffriva di nevrosi, ma
rischiava di cadere vittima dell’aggressività altrui.

Il laccio della coscienza


Eros e Thanatos, afferma Freud, sono in lotta continua e l’evoluzione civile è un costante
impegno volta a impedire alla seconda di mandare in rovina la società, che nasce dalla
tendenza aggregativa della prima.

Lo stratagemma elaborato dalla società consiste nel rispedire al mittente la sua aggressività
senza lasciargliela sfogare. L’energia pulsionale aggressiva, rinchiusa tra le pareti della
mente, se la prende con l’unico che non può sfuggirle ossia l’individuo a cui appartiene:
nasce così il senso di colpa. Freud individua quindi un fenomeno simile a quello si sviluppa
nei bambini che, frustrati per non poter sfogare la loro aggressività contro il padre per paura
di perderne l’amore, generano dentro di sé il Super Io, un controllore interno. «Ciò che iniziò
con il padre, si compie nella massa», sintetizza Freud (Il disagio della civiltà e altri saggi ,
Bollati Boringhieri, Torino 1997, p. 267).

Perché questa tesi è così affascinante?

La teoria contrasto tra Eros e Thanatos ha un potere di seduzione enorme, come spesso
accade alle teorie dualiste. Formulato nell’interregno tra le due grandi tragedie del
Novecento, la Prima e la Seconda guerra mondiale, sembra dare un senso psicologico alla
follia distruttiva di quei decenni. Ma è anche vero che porta con se gli echi di così tante teorie
religiose e filosofiche (più o meno per ammissione dello stesso Freud) dall’Amore e la
Contesa del greco Empedocle, al dualismo dei catari, allo scontro tra l’ingorda volontà di
vivere di Schopenhauer e l’ostinato approdo al nulla del saggio indiano, che Freud sembra
più tentato dalla filosofia che dalla psicologia.

Dalle sue molte fonti, però, non traeva né auspici né formule consolatorie: e che questo
scontro tra giganti potesse avere terminare con la vittoria di Eros, lo lasciava molto dubbioso.

Qui
[http://archivios torico.corriere.it/2014/ottobre/29/bene_male_leader_non_imitino_co_0_20141029_8315c9bc-
puoi leggere un’interessante considerazione a
5f37-11e4-ad54-2fa88b66d49d.s html]
proposito della tendenza considerare superabile il male all’interno della società,
smentita da larga parte della filosofia e dallo stesso Freud

Immagine di apertura: Gustav Klimt, “Giuditta I” (via Wikimedia Commons )

Immagine per il box: frontespizio di una versione in tedesco del “Disagio della civiltà” (via
Wikipedia )

TAG civiltà, Eros, Freud, società, Thanatos

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