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Chiariamo immediatamente: credere nella figura di Satana ci etichetta immediatamente come appartenenti a qualche
corrente di Cristianesimo, che ha appunto introdotto e riconosce questa figura.
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Pentagrammos
È in Mesopotamia che per la prima volta troviamo il simbolo del Pentagramma, di solito
inciso su tavolette o frammenti di coccio e utilizzato come segno fonetico, o come fregio
delle vesti di alcune divinità.
I Pentagrammi ritrovati ad U ruk, risalenti al 3500 BCE circa, indicavano il concetto di corpo
celeste, mentre quelli del periodo cuneiforme (2600 BCE circa) indicavano i concetti di
luogo o regione; su 243 tavolette risalenti a questo periodo che la storia ci ha lasciato, la
nostra Stella appare per ben 46 volte su 33 tavolette diverse.
A Babilonia, invece, il Pentagramma era probabilmente collegato alle cinque direzioni
spaziali – davanti, dietro, sinistra, destra e in alto – le quali, a loro volta, facevano
riferimento ai pianeti Giove, Mercurio, Marte, Saturno e Venere, quest’ultimo considerato
simbolo della Dea Ishtar, Regina dei Cieli. Tuttavia è probabile che il Pentagramma non
fosse collegato direttamente al pianeta Venere – almeno non a Babilonia – in quanto il
simbolo di solito associato a Ishtar era una stella a otto o sedici punte.
Spostandoci in Grecia ritroviamo la Stella a Cinque Punte collegata a P
itagora e la sua
scuola (dunque intorno al 500 BCE circa) dove veniva considerata simbolo di ordine e
perfezione e chiamato Hygieia, ovvero salute, lo stesso nome dell’omonima Dea.
Appartenenti ad una scuola filosofica che poneva il numero come struttura base
dell’essere, che vedeva i numeri come le strutture razionali del reale e del pensiero che
pensa il reale, i pitagorici non poterono rimanere indifferenti alle peculiarità geometriche
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del Pentagramma, in cui alcuni segmenti sono la sezione aurea di altri.
Fu probabilmente grazie al Pentagramma e alle sue caratteristiche che i greci scoprirono i
numeri irrazionali che tanto sconvolsero Pitagora e la sua scuola, che si vide venir meno il
presupposto principale della sua elaborazione scientifica. Secondo autori come Walter
Burkert, la nostra Stella avrebbe avuto una valenza così speciale per i pitagorici da avere
un significato segreto per essi, e sarebbe stata utilizzata come una sorta di simbolo di
riconoscimento della scuola.
A Roma, invece, troviamo il Pentagramma su una serie di monete dell’età repubblicana
associato a simboli come capitelli corinzi, squadre, basamenti di colonne e altri oggetti
che fanno pensare ad un collegamento della Stella con la professione del costruttore -
forse una lontana radice della successiva tradizione Massonica, legata alle Corporazioni di
liberi muratori.
Nei testi di magia M edievali il Pentagramma riveste spesso il ruolo di simbolo protettivo,
sotto il nome di Sigillo di Salomone; questo nome si collega al leggendario re d’Israele che
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Sulla sezione aurea, vedere ad esempio http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea
avrebbe ricevuto direttamente da Dio il potere di sottomettere i settantadue spiriti infernali
e che avrebbe poi scritto dei veri e propri grimori, il più conosciuto dei quali è appunto la
Clavicula Salomonis.
Al di là delle leggende e dei falsi storici, dal medioevo ci sono pervenuti tutta una serie di
testi di magia – molti composti sotto la diretta influenza della cultura Araba - che spesso e
volentieri fanno uso e menzione della nostra Stella, anche se meno di quanto spesso si
immagini; ad esempio, proprio nella suddetta C lavicula, all’interno del capitolo dedicato ai
talismani, su 54 figure il Pentagramma è utilizzato solo due volte.
Il Pentagramma compare nella leggenda di Sir Gawain e il Cavaliere Verde4, uno scritto
inglese datato intorno al 1380; in esso si mescolano i temi della cavalleria, influenze
cristiane ed elementi di mitologia celtica.
Ai versi 619-65 troviamo la descrizione dello scudo scarlatto di Gawain, che porta inciso
un Pentagramma dorato:
it was bright red gules, / painted with a pentacle of purest gold.
[…] It is a figure with five fine points [...] the English, I hear, / most
often call it the Endless Knot.
era di un rosso brillante / decorato con un pentacolo d’oro purissimo.
[...] È una figura a cinque punte [...] gli Inglesi, ho sentito /
lo chiamano spesso Nodo Senza Fine.
I versi successivi dispiegano la simbologia del N odo Senza Fine, strettamente collegata al
numero cinque e al suo quadrato (25) - immersa in un’ottica che, pur se fortemente
cristianizzata, trasporta con sé l’eco dell’antico sostrato su cui si è sviluppato lo scritto.
Il Pentagramma dello scudo rappresenta i cinque sensi perfetti del cavaliere e le sue
cinque dita – probabilmente un riferimento all’abilità nel maneggiare le armi; ma
4
Per approfondire, vedi h
ttps://it.wikipedia.org/wiki/Sir_Gawain_e_il_Cavaliere_Verde
rappresenta anche le cinque ferite di Cristo da cui Gawain trae la sua fede (“and all his
faith in this world was in the five wounds / that Christ carried on the cross”, “e tutta la sua
fede in questo mondo era nelle cinque ferite / che Cristo portava sulla croce”), le cinque
gioie della Regina dei Cieli da cui dipende il coraggio del cavaliere (“his courage came from
the five joys / the high Queen of Heaven had”, “il suo coraggio veniva dalle cinque gioie / che
l’alta Regina dei Cieli aveva”) e le cinque virtù sociali: generosità, carità, purezza, gentilezza,
compassione.
Proseguendo attraverso la storia del Pentagramma ci ritroviamo nel Rinascimento, il
periodo del ritorno di Platone e del neoplatonismo, della magia naturalis, dell’interesse
verso il paganesimo antico e dell’elaborazione del concetto di p risca theologia - il concetto
cristiano secondo il quale esisterebbe un'unica vera teologia che attraversa tutte le
religioni e donata da Dio all'uomo nei tempi antichi.
Personalità come Marsilio Ficino e G iovanni Pico della Mirandola – solo per ricordarne
alcune – saranno coloro che tenteranno di legittimare quelle scientie - provenienti
direttamente dal medioevo - come l’astrologia, la geomanzia, la fisiognomica, l’alchimia e
la magia latu sensu proprio in un periodo di grandi tensioni nel quale si tentava di
condannare ed eliminare tali pratiche ritenute diaboliche e perverse.
Il principio base della magia naturalis che si sviluppa in questo contesto è quello della
simpateia tra simile e simile, tra microcosmo e macrocosmo: c iò che è in basso è come ciò
che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per le meraviglie di una cosa
unica, recita l’incipit della Tavola di Smeraldo attribuita ad Ermete Trismegisto.
Ed è proprio come simbolo dell’uomo-microcosmo che ritroviamo qui il Pentagramma,
accostato alla figura umana a braccia e gambe spiegate che appunto ricorda la forma di
una Stella a Cinque Punte, immerso in un universo fitto di legami sottili ed invisibili agli
occhi di chi non sa guardare, connessioni che legano ad esempio gli astri e le stelle – il
macrocosmo – all’uomo e lo influenzano proprio per il principio simpatico.
È in questo filone che si innestano iconografie – e filosofie – come quelle di Cornelio
Agrippa che, nel suo De occulta philosophia del 1533, al capitolo D
e humani corporis
proportione et mensura harmoniaque inserisce l’immagine di un uomo inscritto in un
doppio cerchio circondato dai simboli planetari di Marte, Giove, Saturno, Mercurio e
Venere; gli arti e la testa sono collegati da linee che formano appunto un Pentagramma.
Altri esempi simili possono essere ritrovati all’interno del C
alendarium Naturale Magicum
Perpetuum di Tycho Brahe del 1582 e, ovviamente, nel famosissimo Uomo Vitruviano di
Leonardo Da Vinci.
L’ottocento è segnato dalla nascita di numerosi ordini magici ed esoterici, all’interno dei
quali il Pentagramma rivive momenti di intenso interesse, utilizzato e letto secondo
simbologie spesso nuove e non sempre felici.
È probabilmente a E liphas Levi, famoso occultista francese dell’ottocento, che si deve la
tanto diffusa interpretazione maligna del Pentagramma rovesciato: Levi, infatti,
sovrappose a questo simbolo l’immagine della testa di capro di Baphomet, immagine che
sarà poi ripresa nei tempi a venire come simbolo di svariate correnti sataniche – o
presunte tali.
Comunque sia, sarà la simbologia dei gruppi esoterici di questo periodo – come la Golden
Dawn – che verrà ereditata e rielaborata dal Neo Paganesimo del terzo millennio, che farà
del Pentagramma uno dei simboli più utilizzati all’interno dei suoi vari movimenti religiosi,
in particolare nella Wicca.