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Storia di una Stella a Cinque Punte 

La Stella a Cinque Punte, o ​Pentagramma​, è un simbolo usato da tempo immemore in 


ambito Neo Pagano come simbolo sacro e di appartenenza, soprattutto in correnti come 
la Wicca e la Stregoneria. 
Purtroppo l’ignoranza dilagante nel mondo d’oggi lo presenta spesso come simbolo dai 
significati negativi, quando non addirittura un segno del ​male incarnato​ – concetto che 
esula totalmente dal Neo Paganesimo tutto1.  
In realtà questo simbolo - così affascinante nella sua semplicità grafica eppure tanto 
complesso nell’interpretazione simbolica – ha attraversato la storia, millenni di storia, 
portando con sé ​potere e mistero, reverenza e virtù​. 
La parola ​Pentagramma​ deriva dal greco π ​ εντάγραμμος2, composto dai termini ​penta​ e 
gramma​, dal significato rispettivamente di c ​ inque​ e ​segno​; e in effetti la figura è formata 
proprio da cinque linee che, incrociandosi, formano una Stella a Cinque Punte; per questo 
motivo alcuni autori chiamano tale simbolo ​Nodo Senza Fine​ (​endless knot​), perché le linee 
della Stella si fondono e si intrecciano senza che sia possibile trovare un punto d’inizio o di 
fine.  
I greci invece lo chiamavano anche ​pentalpha​, perché intrecciando cinque alpha 
maiuscole (​alpha​ era la prima lettera dell’alfabeto greco) si ottiene appunto un 
Pentagramma. 

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​Chiariamo immediatamente: credere nella figura di Satana ci etichetta immediatamente come appartenenti a qualche 
corrente di Cristianesimo, che ha appunto introdotto e riconosce questa figura. 
2
Pentagrammos
È in ​Mesopotamia​ che per la prima volta troviamo il simbolo del Pentagramma, di solito 
inciso su tavolette o frammenti di coccio e utilizzato come segno fonetico, o come fregio 
delle vesti di alcune divinità.
 

 
I Pentagrammi ritrovati ad U ​ ruk​, risalenti al 3500 BCE circa, indicavano il concetto di ​corpo 
celeste​, mentre quelli del periodo cuneiforme (2600 BCE circa) indicavano i concetti di 
luogo​ o ​regione​; su 243 tavolette risalenti a questo periodo che la storia ci ha lasciato, la 
nostra Stella appare per ben 46 volte su 33 tavolette diverse. 
A ​Babilonia​, invece, il Pentagramma era probabilmente collegato alle cinque direzioni 
spaziali – davanti, dietro, sinistra, destra e in alto – le quali, a loro volta, facevano 
riferimento ai pianeti Giove, Mercurio, Marte, Saturno e Venere, quest’ultimo considerato 
simbolo della ​Dea Ishtar​, Regina dei Cieli. Tuttavia è probabile che il Pentagramma non 
fosse collegato direttamente al pianeta Venere – almeno non a Babilonia – in quanto il 
simbolo di solito associato a Ishtar era una stella a otto o sedici punte. 
 
Spostandoci in ​Grecia​ ritroviamo la Stella a Cinque Punte collegata a P
​ itagora​ e la sua 
scuola (dunque intorno al 500 BCE circa) dove veniva considerata simbolo di ordine e 
perfezione e chiamato ​Hygieia​, ovvero ​salute​, lo stesso nome dell’omonima Dea. 
Appartenenti ad una scuola filosofica che poneva il numero come struttura base 
dell’essere, che vedeva i numeri come le strutture razionali del reale e del pensiero che 
pensa il reale, i pitagorici non poterono rimanere indifferenti alle peculiarità geometriche 
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del Pentagramma, in cui alcuni segmenti sono la ​sezione aurea di altri.  
Fu probabilmente grazie al Pentagramma e alle sue caratteristiche che i greci scoprirono i 
numeri irrazionali che tanto sconvolsero Pitagora e la sua scuola, che si vide venir meno il 
presupposto principale della sua elaborazione scientifica. Secondo autori come Walter 
Burkert, la nostra Stella avrebbe avuto una valenza così speciale per i pitagorici da avere 
un significato segreto per essi, e sarebbe stata utilizzata come una sorta di simbolo di 
riconoscimento della scuola. 
A ​Roma​, invece, troviamo il Pentagramma su una serie di monete dell’età repubblicana 
associato a simboli come capitelli corinzi, squadre, basamenti di colonne e altri oggetti 
che fanno pensare ad un collegamento della Stella con la professione del costruttore - 
forse una lontana radice della successiva tradizione Massonica, legata alle Corporazioni di 
liberi muratori.   
Nei testi di magia M​ edievali​ il Pentagramma riveste spesso il ruolo di simbolo protettivo, 
sotto il nome di ​Sigillo di Salomone​; questo nome si collega al leggendario re d’Israele che 

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Sulla sezione aurea, vedere ad esempio http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea
avrebbe ricevuto direttamente da Dio il potere di sottomettere i settantadue spiriti infernali 
e che avrebbe poi scritto dei veri e propri grimori, il più conosciuto dei quali è appunto la 
Clavicula Salomonis​. 

 
Al di là delle leggende e dei falsi storici, dal medioevo ci sono pervenuti tutta una serie di 
testi di magia – molti composti sotto la diretta influenza della cultura Araba - che spesso e 
volentieri fanno uso e menzione della nostra Stella, anche se meno di quanto spesso si 
immagini; ad esempio, proprio nella suddetta C ​ lavicula​, all’interno del capitolo dedicato ai 
talismani, su 54 figure il Pentagramma è utilizzato solo due volte. 
Il Pentagramma compare nella leggenda di ​Sir Gawain e il Cavaliere Verde4, uno scritto 
inglese​ datato intorno al 1380; in esso si mescolano i temi della cavalleria, influenze 
cristiane ed elementi di mitologia celtica. 
Ai versi 619-65 troviamo la descrizione dello scudo scarlatto di Gawain, che porta inciso 
un Pentagramma dorato:  
it was bright red gules, / painted with a pentacle of purest gold.  
[…] It is a figure with five fine points [...] the English, I hear, / most  
often call it the Endless Knot. 
era di un rosso brillante / decorato con un pentacolo d’oro purissimo. 
[...] È una figura a cinque punte [...] gli Inglesi, ho sentito / 
lo chiamano spesso Nodo Senza Fine. 
I versi successivi dispiegano la simbologia del N ​ odo Senza Fine​, strettamente collegata al 
numero ​cinque​ e al suo quadrato (25) - immersa in un’ottica che, pur se fortemente 
cristianizzata, trasporta con sé l’eco dell’antico sostrato su cui si è sviluppato lo scritto.  
Il Pentagramma dello scudo rappresenta i cinque sensi perfetti del cavaliere e le sue 
cinque dita – probabilmente un riferimento all’abilità nel maneggiare le armi; ma 
4
Per approfondire, vedi h
​ ttps://it.wikipedia.org/wiki/Sir_Gawain_e_il_Cavaliere_Verde  
rappresenta anche le cinque ferite di Cristo da cui Gawain trae la sua fede (“​and all his 
faith in this world was in the five wounds / that Christ carried on the cross”, “e tutta la sua 
fede in questo mondo era nelle cinque ferite / che Cristo portava sulla croce”​), le cinque 
gioie della Regina dei Cieli da cui dipende il coraggio del cavaliere (​“his courage came from 
the five joys / the high Queen of Heaven had”, “il suo coraggio veniva dalle cinque gioie / che 
l’alta Regina dei Cieli aveva”​) e le cinque virtù sociali: generosità, carità, purezza, gentilezza, 
compassione. 
Proseguendo attraverso la storia del Pentagramma ci ritroviamo nel ​Rinascimento​, il 
periodo del ritorno di Platone e del neoplatonismo, della ​magia naturalis​, dell’interesse 
verso il paganesimo antico e dell’elaborazione del concetto di p​ risca theologia​ - il concetto 
cristiano secondo il quale esisterebbe un'unica vera teologia che attraversa tutte le 
religioni e donata da Dio all'uomo nei tempi antichi.  
Personalità come ​Marsilio Ficino​ e G​ iovanni Pico della Mirandola​ – solo per ricordarne 
alcune – saranno coloro che tenteranno di legittimare quelle ​scientie​ - provenienti 
direttamente dal medioevo - come l’astrologia, la geomanzia, la fisiognomica, l’alchimia e 
la magia ​latu sensu​ proprio in un periodo di grandi tensioni nel quale si tentava di 
condannare ed eliminare tali pratiche ritenute diaboliche e perverse. 
Il principio base della magia naturalis che si sviluppa in questo contesto è quello della 
simpateia​ tra simile e simile, tra microcosmo e macrocosmo: c ​ iò che è in basso è come ciò 
che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per le meraviglie di una cosa 
unica,​ recita l’incipit della Tavola di Smeraldo attribuita ad Ermete Trismegisto.
 
Ed è proprio come simbolo dell’​uomo-microcosmo​ che ritroviamo qui il Pentagramma, 
accostato alla figura umana a braccia e gambe spiegate che appunto ricorda la forma di 
una Stella a Cinque Punte, immerso in un universo fitto di legami sottili ed invisibili agli 
occhi di chi non sa guardare, connessioni che legano ad esempio gli astri e le stelle – il 
macrocosmo – all’uomo e lo influenzano proprio per il principio simpatico. 

È in questo filone che si innestano iconografie – e filosofie – come quelle di ​Cornelio 
Agrippa​ che, nel suo ​De occulta philosophia​ del 1533, al capitolo D
​ e humani corporis 
proportione et mensura harmoniaque​ inserisce l’immagine di un uomo inscritto in un 
doppio cerchio circondato dai simboli planetari di Marte, Giove, Saturno, Mercurio e 
Venere; gli arti e la testa sono collegati da linee che formano appunto un Pentagramma.
 
 
Altri esempi simili possono essere ritrovati all’interno del C
​ alendarium Naturale Magicum 
Perpetuum​ di Tycho Brahe del 1582 e, ovviamente, nel famosissimo ​Uomo Vitruviano​ di 
Leonardo Da Vinci. 
L​’ottocento​ è segnato dalla nascita di numerosi ordini magici ed esoterici, all’interno dei 
quali il Pentagramma rivive momenti di intenso interesse, utilizzato e letto secondo 
simbologie spesso nuove e non sempre felici.  
È probabilmente a E ​ liphas Levi​, famoso occultista francese dell’ottocento, che si deve la 
tanto diffusa interpretazione maligna del Pentagramma rovesciato: Levi, infatti, 
sovrappose a questo simbolo l’immagine della testa di capro di Baphomet, immagine che 
sarà poi ripresa nei tempi a venire come simbolo di svariate correnti sataniche – o 
presunte tali. 
 
Comunque sia, sarà la simbologia dei gruppi esoterici di questo periodo – come la Golden 
Dawn – che verrà ereditata e rielaborata dal Neo Paganesimo del terzo millennio, che farà 
del Pentagramma uno dei simboli più utilizzati all’interno dei suoi vari movimenti religiosi, 
in particolare nella Wicca. 

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