Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Ogni essere vivente interagisce con l’ambiente ,spesso inquinandolo, l’uomo di più perché usa e
trasforma la natura.
Sin dalla notte dei tempi, infatti, l’attività umana ha creato problemi all’ecosistema, soprattutto da
quando l’uomo si è convertito da cacciatore nomade ad agricoltore stanziale.
Gli archeologi ci assicurano che si sono riscontrate testimonianze d’inquinamento del territorio
circostante gli insediamenti umani già con l’aggregazione in villaggi, anche a partire da quelli su
palafitte.
L’inquinamento dell’uomo, infatti, scaturisce come conseguenza della propria attività di produzione
di tutto ciò che serve per il suo sostentamento ed il proprio benessere.
In questo contesto la produzione e l’utilizzo dell’energia hanno da sempre giocato un ruolo
determinante.
Il progresso dell’umanità e la qualità della vita sono intimamente legati alla disponibilità e
all’utilizzo dell’energia.
Si è passati, infatti, dall’impiego della propria forza muscolare a quella degli animali, dall’energia
idraulica e del vento a quella termica e così via in un’evoluzione che si è sviluppata nell’arco di
decine e decine di millenni.
Si pensi che ci vollero vari millenni prima che l’uomo scoprisse il fuoco come fonte d’energia.
Avvenne circa 100.000 anni fa, quando si prese ad utilizzare la legna come combustibile da
ardere, iniziando così la deforestazione di vastissime aree del nostro pianeta.
Ad esempio, nei secoli dell’impero, sistematico è stato il disboscamento operato in Italia ed in
mezza Europa già dagli antichi romani.
Abbattevano alberi per ricavarne materiale per fare un po’ di tutto, ad esempio costruzioni civili e
militari (mobili, case, impalcature, fortificazioni, ponti, carri, navi ecc.) ma soprattutto usavano il
legno come principale materiale combustibile (per le fornaci, per usi domestici, per riscaldare le
case ed anche per le terme).
Vari secoli più tardi si cominciò ad utilizzare il carbone, una forma d’energia concentrata che
permise di raggiungere temperature di combustione più elevate e quindi la scoperta di nuovi
processi metallurgici. Soprattutto ha permesso la creazione e l’utilizzo della macchina a vapore
che ha dato il via alla rivoluzione industriale dando impulso al progresso umano consentendo tra
l’altro la delocalizzazione dei luoghi di produzione dell’energia anche attraverso la produzione
dell’energia elettrica che può essere facilmente trasferita ovunque ve ne sia la necessità.
I problemi connessi all’inquinamento e alla scarsità delle risorse, soprattutto energetiche, è legato
a molti fattori.
Ad esempio il primo è l’incremento demografico, in particolare dei paesi in via di sviluppo (ove
risiede circa l’80% degli abitanti del pianeta).
Il fatto è che se nell’antichità gli abitanti del pianeta si contavano a milioni, oggi invece si contano a
miliardi (oggi siamo più di 6 miliardi e la previsione per la fine di questo secolo è il raddoppio) con
un impatto sull’ecosistema di natura esponenziale anche perché sempre più popoli si avvicinano
(vedi Cina e India) al tenore di vita delle popolazioni più ricche, la maggior parte delle quali
consuma risorse più di quanto ne produce (ad esempio il 50% ca. del totale delle risorse
energetiche consumate in un anno).
Un secondo fattore riguarda il livello di urbanizzazione che cresce con velocità quadrupla nei paesi
in via di sviluppo ove la popolazione va concentrandosi in megalopoli sempre più vaste con
conseguente sviluppo di infrastrutture primarie, tutte energivore e quindi inquinanti.
È pur vero che oggi, almeno nei paesi più sviluppati, abbiamo una maggiore consapevolezza di
questi problemi e quindi in teoria abbiamo più possibilità di porvi rimedio o comunque possiamo
tentare di limitarne i danni.
La Terra, dunque, si va sempre di più impoverendo di risorse ed in particolare di quelle
energetiche.
1
Occorre, quindi, adottare nuovi metodi e strategie di produzione e di utilizzo dell’energia, ma
soprattutto occorre agire per non lasciare alle generazioni che verranno un pianeta esausto ed
invivibile.
La soluzione di questi problemi andrebbe affrontata con pragmatismo, nella convinzione che ogni
tecnologia, se ben studiata ed appropriatamente utilizzata, può fornire un prezioso contributo.
Sta ai ricercatori, ai progettisti, ai costruttori, agl’installatori e persino agli stessi utilizzatori
contribuire a valorizzare gli aspetti positivi di ciascuna tecnologia.
Infatti, molto si può ancora fare nella ricerca e nella sperimentazione di nuove soluzioni
tecnologiche.
Entro certi limiti, si possono mettere in atto, politiche ancora più efficaci per ampliare il contributo
delle energie rinnovabili, certamente utili ma non risolutive.
Si può riscoprire l’utilizzo del carbone attraverso l’introduzione di centrali tecnologicamente più
pulite.
Si può, inoltre, ripensare con più realismo (almeno in prospettiva) ad un nucleare più moderno e
più sicuro.
Ma soprattutto, nell’immediato, si possono e si devono adottare pratiche e soluzioni tecnologiche
che realizzino concretamente il “risparmio energetico”, tramite la conservazione ed il consumo
più razionale dell’energia e attraverso l’incremento dell’efficienza nella produzione e nel trasporto
dell’energia.
Per l’Italia poi la questione energetica è anche un problema geopolitico, vale a dire di dipendenza
da paesi produttori non sempre affidabili.
Occorre, quindi, fare ogni sforzo per diversificare le fonti ed aumentare la quota di energia
autoprodotta dato che la quantità di energia complessivamente importata dell’estero risulta troppo
alta, ovvero oltre l’80% del fabbisogno nazionale.
In questo senso dobbiamo investire molto di più per avvicinarci a quello che già fanno i nostri
partners europei; basti pensare che la Germania ha più solare installato di noi ed è il primo
produttore al mondo di biodiesel, che la Francia copre il 70% del suo fabbisogno d’energia elettrica
con il nucleare (e ne vende una parte anche a noi), oltre ad essere il secondo paese al mondo per
produzione di biodiesel ed il quarto per l’etanolo.
Insomma per un paese moderno è fondamentale la disponibilità di risorse energetiche (al costo più
basso possibile).
Per vivere e progredire si ha bisogno d’energia e questa, abbiamo visto, può provenire da varie
fonti. Le più sfruttate fino ad ora, vale a dire quelle fossili come carbone, petrolio, gas metano,
inquinano, non sono rinnovabili e non sono inesauribili.
In verità, dagli anni 70 la ricerca ha fatto grandi progressi nel campo delle energie rinnovabili e
d’altra parte il prezzo del greggio, pur fluttuando, tende a salire tanto che di recente ha anche
raggiunto e superato la soglia dei 100 $ al barile. Ciò consente di riconsiderare le energie
rinnovabili, tecnologie ritenute ancora un po’ costose, e tra queste è possibile rinnovare l’interesse
per il solare ed in particolare per il “solare termico” che va rivalutato nella prospettiva di fornire un
contributo alla riduzione delle emissioni inquinanti ed in particolare dei gas serra.
2
2.2. Radiazione solare sulla terra
L'energia solare è disponibile per un tempo virtualmente illimitato e in quantità 15.000 volte
superiori all'attuale fabbisogno energetico dell'intero pianeta.
In termini di potenza abbiamo i seguenti valori medi.
Potenza irradiata prima di attraversare l’atmosfera terrestre:
1.350 W/m2 ca.
Potenza incidente (indicativamente, dipende dalla latitudine) sulla superficie terrestre:
1.000 W/m2 ca. con cielo sereno
100-150 W/m2 ca. con cielo coperto.
2.3. Radiazione sull’Italia
In termini di energia incidente l’Italia offre condizioni meteorologiche adeguate per l’uso
dell’energia solare. Il valore di insolazione compreso tra 1200 e 1750 kWh/m2 l’anno, con una
differenza tra nord e sud intorno al 40%, presenta in ogni caso condizioni più che sufficienti a
soddisfare il fabbisogno annuo procapite di calore necessario per la preparazione di acqua calda
per l’utenza residenziale.
Valori medi indicativi della radiazione incidente (normale alla superficie terrestre).
La maggior quantità di energia irradiata, circa il 75%, è però dovuta ai mesi estivi, da aprile a
settembre.
Il calore del sole può essere sfruttato direttamente o accumulato. Si possono raggiungere sia alte e
medie temperature, per usi su grande scala, sia basse temperature per usi civili come la
produzione dell’acqua calda. Oppure si può generare energia elettrica.
In pratica le tecnologie che si basano sull’utilizzo dell’energia solare sono due e cioè:
1. Fototermico
2. Fotovoltaico
3
Cap. 3. Il fototermico
Sebbene l’Italia presenti condizioni favorevoli, il mercato italiano del solare termico può essere
considerato piuttosto basso e stagnante in confronto ad altri paesi europei come Austria,
Danimarca, Germania e Grecia. La superficie di collettori attualmente installata in Italia è di circa 4
m2 per 1000 abitanti, in confronto ad una media europea di 19 m2 per 1000 abitanti. Il tasso
annuale di installazione di collettori solari in Italia è di circa 30.000 m2 l’anno, oppure 0,5 m2 per
1000 abitanti l’anno. Circa la metà di questi è localizzata nelle province di Trento e di Bolzano.
Gli aspetti negativi che limitano la diffusione degli impianti ad energia solare, sono:
Alto costo di investimento (prescindendo dagli incentivi statali)
Scarsa informazione (pur essendo una tecnologia non più sperimentale)
Contesto economicamente apprezzabile per ora solo nell’ambito delle installazioni per
grandi utenze (esempio alberghi).
Una prima classificazione del solare fototermico è quella che si basa sul valore della temperatura
realizzata nel processo di produzione del calore, ovvero:
Solare termico
Solare termodinamico.
4
A loro volta le installazioni attive possono essere suddivise in:
A basse temperature (inferiore a 90°C)
A medie temperature (tra 90°C e 250°C)
Ad alte temperature (maggiore di 250°C).
Gli impianti a bassa temperatura trovano impiego soprattutto in campo civile e sono
sostanzialmente divisi tra:
Impianti a circuito aperto (ad esempio per riscaldamento delle piscine)
Impianti a circuito chiuso (ad esempio per produzione di ACS).
5
3.3. Come funziona un impianto solare.
L'energia irradiata dal sole viene inizialmente trasformata in calore all'interno di un collettore e poi
trasferita ad un fluido termovettore. Il fluido trasferisce il calore ad un serbatoio d’accumulo
dell'acqua, detto anche boiler o accumulatore di calore (capacità indicativa: circa 100 litri per
persona).
All'interno del serbatoio si trova quindi uno scambiatore, il quale cede il calore ricevuto dal sole
all'acqua contenuta nel serbatoio.
In questo modo possiamo ottenere acqua calda corrente riscaldata con l'energia solare.
Assorbitori in materiale sintetico: sono utilizzati normalmente per riscaldare l'acqua delle
piscine scoperte
Collettori piani a superficie selettiva o non selettiva (vernice opaca o scura): componenti
standard dei sistemi per la produzione d’acqua calda sanitaria
Collettori a tubi sottovuoto: componenti ad altissima efficienza, ma di prezzo elevato e
quindi meno diffusi.
Sono i più semplici ed economici: sono privi del vetro di chiusura e i raggi solari scaldano
direttamente i tubi del pannello al cui interno c’è l’acqua che, una volta scaldata, è pronta per
essere usata direttamente. Sono sistemi che funzionano ad una temperatura ambiente di almeno
20°C e sono perciò adatti quando non si richiedono alte temperature (per utenze stagionali, per il
riscaldamento di piscine o di acqua calda sanitaria per stabilimenti balneari o turistici).
L’efficienza istantanea dipende dall’insolazione e dalla temperatura dell’aria.
6
4.2.2. Pannelli vetrati
L’assorbitore interno può essere trattato per aumentare le prestazioni. A tal proposito si trovano
oggi in commercio i seguenti tipi di pannelli:
A superficie selettiva
A superficie non selettiva
4.2.2.1. A superficie selettiva: in questi pannelli l’assorbitore interno viene trattato in modo da
trattenere anche la radiazione infrarossa, ancora più calda, senza rifletterla. Essendo più potenti
possono integrare le caldaie tradizionali.
7
4.2.2.2. A superficie non selettiva: l’assorbitore è solo verniciato di nero, colore che assorbe la
luce, ma il rendimento è di circa il 10% più basso di quelli selettivi. Risulta ideale per le seconde
case utilizzate nei mesi estivi, quando l’insolazione è maggiore.
Nei collettori a tubi sottovuoto ogni striscia di assorbitore, in metallo trattato, è inserita in un tubo di
vetro in cui è stato creato il vuoto. Questo comporta un’ottima coibentazione che rende possibile il
raggiungimento di temperature di lavoro ideali per il supporto al riscaldamento ma adatte anche al
campo dei processi industriali.
La differenza rispetto agli altri è che non viene riscaldato un liquido ma l’aria.
L’aria circola tra vetro e assorbitore o in un’intercapedine tra l’assorbitore e il materiale isolante
(poliuretano).
Poiché l’aria scambia calore con più difficoltà, occorre più tempo per raggiungere le giuste
temperature e, per rallentarne il flusso, il circuito dell’aria è volutamente più tortuoso.
Questi pannelli sono adatti per l’essiccazione, ad esempio, di prodotti alimentari e per il
riscaldamento di particolari ambienti.
8
L’impianto solare fornisce un’adeguata quantità di energia solo in presenza di una sufficiente
insolazione.
In giornate nuvolose, piovose o in presenza di forte foschia l’apporto energetico solare non è
sufficiente a coprire il fabbisogno.
Due componenti impiantistici garantiscono la continuità del servizio di fornitura: il serbatoio
d’accumulo ed il riscaldatore ausiliario.
Nelle giornate con bassi livelli di insolazione, il riscaldatore ausiliario, costituito dalla serpentina
collegata alla caldaia o da un sistema analogo, fornisce, o meglio integra, la quantità di calore
mancante.
Anche negli impianti solari per la produzione di acqua calda, dotati di riscaldatore ausiliario, ogni
apporto energetico fornito dai collettori viene utilizzato e rappresenta quindi un risparmio.
L’impianto solare infatti, anche quando non riesce a conferire all’acqua la giusta temperatura,
svolge comunque un’azione di preriscaldamento con un conseguente risparmio energetico e quindi
economico rispetto agli impianti tradizionali.
4.3.2. Immagazzinamento:
Serve ad accumulare il calore sensibile (acqua calda)
Si ottiene tramite i serbatoi d’accumulo.
9
Uno scambiatore di calore (interno o esterno) in cui scorre il liquido del circuito primario scaldato
dal sole, cede calore, per differenza di temperatura, all’acqua più fredda contenuta nel serbatoio
opportunamente coibentato. Dopodiché l’acqua calda viene immessa nell’impianto idraulico di
distribuzione tramite il circuito secondario.
La capacità del serbatoio è proporzionale alla superficie del pannello e cioè intorno a 50/80 lt/m2.
Un comune impianto solare fornisce circa il 70 per cento del fabbisogno medio annuo di una
famiglia, relativamente all'acqua calda sanitaria. A seconda della posizione dell'edificio e della sua
tipologia (ad es. casa a basso consumo energetico), un impianto solare può servire anche, come
abbiamo già visto, ad integrare parzialmente le prestazioni dell'impianto di riscaldamento
domestico.
Per questo uso si adoperano i pannelli più potenti, come i tubi sottovuoto o quelli vetrati a
superficie selettiva.
Un sistema di riscaldamento integrato per una casa monofamiliare richiede una superficie solare
installata di almeno 30 m2.
Ai fini di una resa ottimale, il riscaldamento integrato deve essere combinato con sistemi a bassa
temperatura, ad es. a pannelli radianti a pavimento o a parete.
Poiché i mesi in cui la necessità del riscaldamento è maggiore sono quelli di minore irraggiamento
solare, l'impiego di impianti solari combinati non è sempre conveniente e deve essere valutato
caso per caso.
La progettazione va eseguita con la massima cura.
4.4. I collegamenti
Il collettore solare completo è dotato di tutti gli attacchi, di entrata e di uscita, per le tubazioni di
trasporto dell’acqua verso l’impianto di utilizzo.
In certi casi è necessario che il serbatoio sia dotato di una resistenza elettrica integrativa, con un
termostato generalmente tarato sui 40°C, per le giornate di scarsa insolazione e di più elevata
dispersione termica.
Naturalmente i pannelli solari possono avere dei sensori e delle centraline elettroniche di
regolazione e controllo che sorvegliano la temperatura e informano sul funzionamento generale del
sistema.
Le staffe sono strutture metalliche che sorreggono il pannello e permettono di installarlo secondo
le inclinazioni e le angolature volute.
Indipendentemente dal tipo di pannello, gli impianti solari hanno due fondamentali tipi di
circolazione del fluido:
Circolazione naturale (per effetto termosifone)
Circolazione forzata (tramite pompa di circolazione).
Negli impianti a circolazione naturale la circolazione tra collettore e serbatoio d’accumulo viene
indotta dalla gravità, senza energia addizionale, sfruttando il fenomeno dei moti convettivi. Il fluido
termovettore si riscalda all’interno del collettore e dilatandosi diventa, a parità di volume, più
leggero del fluido freddo all’interno del serbatoio. A causa di questa differenza di densità s’instaura
una circolazione naturale ovvero il fluido freddo, più pesante, tende a scendere spingendo il fluido
caldo verso l’alto (moto convettivo). A questo punto il fluido riscaldato cede il suo calore all’acqua
contenuta nel serbatoio, si raffredda e ricade nel punto più basso del circuito del collettore,
ricominciando il ciclo.
Perciò in questo sistema il serbatoio d’accumulo si deve trovare in un punto più alto rispetto al
collettore.
Quando il fluido nel collettore non viene più scaldato dal sole, il ciclo si ferma spontaneamente
impedendo anche la dispersione del calore accumulato.
Negli impianti ad un solo circuito l’acqua sanitaria viene fatta circolare direttamente all’interno del
collettore.
11
Negli impianti a doppio circuito il fluido termovettore circolante nel circuito del collettore e l’acqua
sanitaria sono divisi da uno scambiatore di calore. Gli impianti a circolazione naturale vengono
commercializzati in una unità premontata fissata su una struttura di supporto oppure integrata nel
tetto. Il riscaldamento ausiliario può essere ottenuto con una resistenza elettrica inserita nel
serbatoio oppure tramite una caldaia istantanea a valle del serbatoio.
12
Il calore viene quindi condotto al serbatoio di accumulo e trasferito all’acqua sanitaria mediante
uno scambiatore di calore.
In estate l’impianto solare copre tutto il fabbisogno di energia per il riscaldamento dell’acqua
sanitaria.
In inverno e nei giorni con scarsa insolazione serve, invece, solo per il preriscaldamento
dell’acqua.
La parte del serbatoio che contiene l’acqua calda a temperatura di erogazione, può essere
riscaldata da uno scambiatore di calore legato ad una caldaia ausiliaria.
Il riscaldamento ausiliario, infatti, viene comandato da un termostato quando nel serbatoio la
temperatura dell’acqua nella parte a pronta disposizione scende al di sotto della temperatura
nominale desiderata.
In genere, nei climi temperati, è costituito da acqua, mentre nelle zone più fredde è costituito da un
liquido antigelo per evitare il congelamento ovvero una miscela acqua e glicole (ad esempio glicole
etilenico o glicole propilenico) con l’aggiunta di agenti antischiuma, di inibitori alla corrosione e di
additivi anti depositanti.
In alcuni impianti sono utilizzati anche fluidi diatermici.
Cap. 6. L’installazione
6.1.2. L’orientamento
13
I collettori solari forniscono le massime prestazioni energetiche, quando la loro superficie è
esattamente rivolta a sud.
Particolari condizioni locali, come ad esempio gli ombreggiamenti o l’orientamento delle falde del
tetto, possono consigliare una leggera variazione di orientamento
rispetto al sud (la variazione massima consigliata è di 30° rispetto al sud). Tali variazioni possono
essere consigliate, quando il fabbisogno energetico è concentrato in prevalenza nelle ore mattutine
(verso est – sud/est) o pomeridiane (verso ovest – sud/ovest).
6.1.3. Il posizionamento
Prima di installare il collettore solare bisogna scegliere la sua posizione, facendo in modo che
siano rispettate le seguenti condizioni:
• esposizione in luogo privo di ombra durante le ore di insolazione;
• minima esposizione ai venti;
• minima distanza dall’accumulo;
• accessibilità per eventuali manutenzioni;
• buon ancoraggio e sufficiente resistenza alle sollecitazioni del vento.
14
Cap. 7. I costi
I tempi di ammortamento di un impianto solare dipendono da diversi fattori, ad esempio dal tipo di
collettori (collettori piani a superficie selettiva, verniciati di nero o con tubi sottovuoto) tra i quali
esistono differenze di prezzo notevoli (da circa 110 a 800 € e oltre per m2 di superficie solare
installata).
Il collettore deve essere scelto in funzione delle condizioni specifiche in cui sorge l'edificio
(posizione, clima).
Un altro fattore non secondario per valutare la convenienza di un impianto solare è il costo
dell'energia sostituita.
Bisogna considerare che l’investimento iniziale è piuttosto impegnativo e ,quindi, per ammortizzare
razionalmente la spesa e per trarne poi vantaggio economico bisogna saper ben calibrare la
dimensione e la potenzialità dell’impianto commisurandole alle reali esigenze dell’utilizzatore.
Insomma il vantaggio va valutato complessivamente,infatti ci sono vari altri aspetti da considerare:
il costo del sistema (assai variabile da tipo a tipo)
il costo d’installazione (mediamente € 1.000,00)
il costo di manutenzione (ca. € 100,00 all’anno)
il costo d’esercizio (intorno a € 30 all’anno)
il costo delle opere murarie (variabile in funzione della complessità dell’impianto).
In verità il periodo di ammortamento dipende molto non solo dalla tipologia di impianto solare che
si intende installare ma anche dal sito in cui va installato e dal confronto con il tipo di tecnologia
normalmente utilizzata per produrre acqua calda.
Infatti se, ad esempio, si imposta il confronto con il rendimento di un boiler elettrico il costo di un
pannello solare risulta recuperabile in tempi brevi, viceversa non c’è sempre la stessa convenienza
se si fa il confronto con uno scaldabagno a gas.
In generale il prezzo complessivo di un semplice impianto solare con collettori piani per
un'abitazione di 4 persone si aggira tra 4.000 e 5.000 euro. Se inoltre è prevista l'integrazione al
riscaldamento, il prezzo aumenta a 6.000 - 10.000 euro.
A parità di energia prodotta, i collettori a tubi sottovuoto sono del 30% circa più cari dei collettori
piani. Questi prezzi valgono per tutti i componenti necessari, incluso montaggio e IVA. Non sono
considerati invece i possibili incentivi, che indicativamente si aggirano intorno al 25 - 30% del costo
dell'impianto.
Molti enti pubblici (regionali e/o provinciali), tramite i loro Uffici per il risparmio energetico, in
genere concedono contributi sull'installazione di impianti solari sia per la sola produzione d’acqua
15
calda sia per la parziale integrazione del riscaldamento domestico. Tra i vari tipi di incentivi vi sono
i bandi del Ministero dell'Ambiente, i bandi regionali, provinciali (ad esempio il contributo della
Provincia Autonoma di Bolzano ammonta al 30 per cento delle spese documentate) e di alcuni
Comuni.
Inoltre godono di una fiscalità agevolata (IVA al 10% e detrazione del credito d’imposta pari al 55%
sugli investimenti destinati alla riqualificazione energetica degli edifici,fino ad un massimo di €
60.000,00 di spesa ).
Per di più, qualche banca offre mutui agevolati per gli impianti solari.
La spesa media annua per la produzione di acqua calda in una casa monofamiliare può variare, a
secondo delle abitudini e a secondo che si utilizzi gasolio o metano, da 300 a 600 €. Un impianto
solare può coprire circa il 70-80% di tale fabbisogno.
Ciò che invece non possiamo esprimere in cifre, ma che oggi assume sempre maggiore
importanza, è il vantaggio ambientale degli impianti solari, specie se impiegati ad integrazione del
riscaldamento domestico.
Questione ambientale a parte, grazie ai contributi pubblici e alle agevolazioni fiscali, i tempi di
ritorno possono essere molto brevi. Ciò significa che l'investimento è chiaramente minore dei costi
energetici risparmiati nei 20 - 30 anni di vita dell'impianto, e inoltre, metterebbe al riparo dai
probabili aumenti del prezzo delle fonti energetiche convenzionali.
In ogni caso, il solare termico è molto competitivo in confronto ad altre misure di risparmio
energetico.
Detto ciò è bene precisare però che, almeno per ora, questo tipo di impianti, come del resto tutti o
quasi gli impianti relativi alle energie rinnovabili, godendo di un mercato incentivato dall’intervento
pubblico, sono sostanzialmente a carico della collettività.
Inoltre, sebbene si siano verificati, anche in questo campo, indubbi progressi tecnologici e si
prevedano ulteriori sviluppi, questi impianti sono ancora scarsamente efficienti perché soggetti
quantomeno all’inaffidabilità degli eventi naturali, quasi sempre assai variabili ed incostanti o
comunque scarsamente programmabili come lo è ad esempio l’irraggiamento solare.
Sebbene la tecnologia di base relativa al solare termico sia sostanzialmente semplice, viceversa
non sempre semplice risulta la sua applicazione. In realtà, come tutte le tecnologie relative alle
energie rinnovabili, la sua applicazione risulta abbastanza complessa in quanto coinvolge, come
abbiamo accennato, aspetti a volte non sempre conciliabili.
Ad ogni modo, adottare tecnologie alternative o meglio complementari significa poter ridurre
l’inquinamento ed in tal senso gli impianti solari termici, che sostanzialmente sono un
provvedimento per il risparmio energetico, concorrono alla riduzione dell’immissione dei gas serra
nell’atmosfera.
Lo scopo originario degli impianti solari è, infatti, la riduzione del consumo di fonti energetiche di
tipo fossile e non il fare concorrenza a questi nella lotta per la redditività.
Insomma,alla luce di tutto quanto è stato esposto, la domanda essenziale riguardo alla redditività
dovrebbe essere così formulata: che quota del fabbisogno energetico totale della mia casa posso
risparmiare attraverso la costruzione di un impianto solare, e qual è l’entità dell’investimento
necessario per ottenere ciò?
In secondo luogo ci si può porre la domanda: quali provvedimenti alternativi di risparmio energetico
possono essere presi in considerazione? E che risparmio ottengono? E che investimento
richiedono? Che combinazione di provvedimenti comporta la riduzione desiderata del consumo di
fonti energetiche convenzionali?
16
In terzo luogo naturalmente è giustificata la domanda: gli impianti solari appartengono ai
provvedimenti che nel loro ciclo vitale riescono a ripagare l’investimento fatto? Se si, in che tempi
si raggiunge l’ammortamento economico?
Chi rispetta l’ordine di queste domande si accorgerà che l’energia solare può senza dubbio
concorrere con provvedimenti di risparmio energetico alternativi, tuttavia spesso non riesce a
concorrere con i costi di fornitura, ancora relativamente bassi, che ha l’energia di origine fossile.
Insomma alla fine la valutazione della situazione reale dipende fortemente dalle circostanze date
dal contesto (costruzione esistente o da costruire, impianto già esistente, tipo di impianto,
finanziamenti, costi per le energie di tipo convenzionale, e altro) e dovrebbe quindi essere
determinata di volta in volta a seconda del caso.
N.B.
Milano,Aprile ’08.
17