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Giurisprudenza
Capo II
CONDIZIONI GENERALI
Art. 5 Caratteristiche degli edifici penitenziari
Art. 9 Alimentazione
Ai detenuti e agli internati è assicurata un'alimentazione sana e
sufficiente, adeguata all'età, al sesso, allo stato di salute, al
lavoro, alla stagione, al clima. Ai detenuti che ne fanno
richiesta è garantita, ove possibile, un'alimentazione rispettosa
del loro credo religioso. (1)
Capo III
Modalità del trattamento
Art. 13 Individualizzazione del trattamento
Il trattamento penitenziario deve rispondere ai particolari
bisogni della personalità di ciascun soggetto, incoraggiare le
attitudini e valorizzare le competenze che possono essere di
sostegno per il reinserimento sociale. ( 1) Nei confronti dei
condannati e degli internati è predisposta l'osservazione
scientifica della personalità per rilevare le carenze psicofisiche
o le altre cause che hanno condotto al reato e per proporre un
idoneo programma di reinserimento. (1) Nell'ambito
dell'osservazione è offerta all'interessato l'opportunità di una
riflessione sul fatto criminoso commesso, sulle motivazioni e
sulle conseguenze prodotte, in particolare per la vittima,
nonché sulle possibili azioni di riparazione. (1) L'osservazione
è compiuta all'inizio dell'esecuzione e proseguita nel corso di
essa. Per ciascun condannato e internato, in base ai risultati
dell'osservazione, sono formulate indicazioni in merito al
trattamento rieducativo ed è compilato il relativo programma,
che è integrato o modificato secondo le esigenze che si
prospettano nel corso dell'esecuzione. La prima formulazione è
redatta entro sei mesi dall'inizio dall'esecuzione. (1) Le
indicazioni generali e particolari del trattamento sono inserite,
unitamente ai dati giudiziari, biografici e sanitari, nella cartella
personale che segue l'interessato nei suoi trasferimenti e nella
quale sono successivamente annotati gli sviluppi del
trattamento praticato e i suoi risultati. (2) Deve essere favorita
la collaborazione dei condannati e degli internati alle attività di
osservazione e di trattamento.
(1) Comma così sostituito dall’ art. 11, comma 1,
lett. d), D.Lgs. 2 ottobre 2018, n. 123 che ha
sostituito gli originari commi primo, secondo,
terzo e quarto con gli attuali commi primo,
Art. 25 Peculio
Il peculio dei detenuti e degli internati è costituito dalla parte
della remunerazione ad essi riservata ai sensi del precedente
articolo, dal danaro posseduto all'atto dell'ingresso in istituto,
da quello ricavato dalla vendita degli oggetti di loro proprietà o
inviato dalla famiglia e da altri o ricevuto a titolo di premio o
di sussidio. Le somme costituite in peculio producono a favore
dei titolari interessi legali.
Il peculio è tenuto in deposito dalla direzione dell'istituto.
Il regolamento deve prevedere le modalità del deposito e
stabilire la parte di peculio disponibile dai detenuti e dagli
internati per acquisti autorizzati di oggetti personali o invii ai
familiari o conviventi, e la parte da consegnare agli stessi
all'atto della dimissione dagli istituti.
Art. 30 Permessi
Nel caso di imminente pericolo di vita di un familiare o di un
convivente, ai condannati e agli internati può essere concesso
dal magistrato di sorveglianza il permesso di recarsi a visitare,
con le cautele previste dal regolamento, l'infermo.
Agli imputati il permesso è concesso dall'autorità giudiziaria
competente a disporre il trasferimento in luoghi esterni di cura
ai sensi dell'articolo 11. (1)
Capo IV
REGIME PENITENZIARIO
Art. 32 Norme di condotta dei detenuti e degli internati
Obbligo di risarcimento del danno
I detenuti e gli internati, all'atto del loro ingresso negli istituti
e, quando sia necessario, successivamente, sono informati delle
disposizioni generali e particolari attinenti ai loro diritti e
doveri, alla disciplina e al trattamento.
Essi devono osservare le norme e le disposizioni che regolano
la vita penitenziaria.
Nessun detenuto o internato può avere, nei servizi dell'istituto,
mansioni che importino un potere disciplinare o consentano
l'acquisizione di una posizione di preminenza sugli altri.
I detenuti e gli internati devono avere cura degli oggetti messi
a loro disposizione e astenersi da qualsiasi danneggiamento di
cose altrui.
I detenuti e gli internati che arrecano danno alle cose mobili o
immobili dell'amministrazione penitenziaria sono tenuti a
risarcirlo senza pregiudizio dell'eventuale procedimento penale
e disciplinare.
Art. 37 Ricompense
Le ricompense costituiscono il riconoscimento del senso di
responsabilità dimostrato nella condotta personale e nelle
attività organizzate negli istituti.
Le ricompense e gli organi competenti a concederle sono
previsti dal regolamento.
Art. 38 Infrazioni disciplinari
I detenuti e gli internati non possono essere puniti per un fatto
che non sia espressamente previsto come infrazione dal
regolamento.
Nessuna sanzione può essere inflitta se non con provvedimento
motivato dopo la contestazione dell'addebito all'interessato, il
quale è ammesso ad esporre le proprie discolpe.
Nell'applicazione delle sanzioni bisogna tener conto, oltre che
della natura e della gravità del fatto, del comportamento e delle
condizioni personali del soggetto.
Le sanzioni sono eseguite nel rispetto della personalità.
Art. 42 Trasferimenti
I trasferimenti sono disposti per gravi e comprovati motivi di
sicurezza, per esigenze dell'istituto, per motivi di giustizia, di
salute, di studio e familiari. Nel disporre i trasferimenti i
(1) Comma così sostituito dall’ art. 11, comma 1,lett. p),
D.Lgs. 2 ottobre 2018, n. 123, che ha sostituito
l’originario secondo comma con gli attuali commi
secondo e terzo.
(2) Comma inserito dall’ art. 11, comma 1, lett.
p), D.Lgs. 2 ottobre 2018, n. 123, che ha sostituito
l’originario secondo comma con gli attuali commi
secondo e terzo.
Art. 43 Dimissione
La dimissione dei detenuti e degli internati è eseguita senza
indugio dalla direzione dell'istituto in base ad ordine scritto
della competente autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza. Il
direttore dell'istituto dà notizia della prevista dimissione,
almeno tre mesi prima, al consiglio di aiuto sociale e al centro
di servizio sociale del luogo in cui ha sede l'istituto ed a quelli
del luogo dove il soggetto intende stabilire la sua residenza,
comunicando tutti i dati necessari per gli opportuni interventi
assistenziali.
Nel caso in cui il momento della dimissione non possa essere
previsto tre mesi prima, il direttore dà le prescritte notizie non
appena viene a conoscenza della relativa decisione.
Oltre a quanto stabilito da specifiche disposizioni di legge, il
direttore informa anticipatamente il magistrato di sorveglianza,
il questore e l'ufficio di polizia territorialmente competente di
ogni dimissione anche temporanea dall'istituto. Il consiglio di
disciplina dell'istituto, all'atto della dimissione o
successivamente, rilascia al soggetto, che lo richieda, un
attestato con l'eventuale qualificazione professionale
conseguita e notizie obiettive circa la condotta tenuta. I
soggetti, che ne sono privi, vengono provvisti di un corredo di
vestiario civile. I detenuti e gli internati sono dimessi con
documenti di identità validi, ove sussistano i presupposti per il
rilascio. L'amministrazione penitenziaria a tal fine si avvale
della collaborazione degli enti locali. (1)
Capo VI
MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE E
REMISSIONE DEL DEBITO
Art. 47 Affidamento in prova al servizio sociale (4)
1. Se la pena detentiva inflitta non supera tre anni,
ilcondannato può essere affidato al servizio sociale fuori
dell'istituto per un periodo uguale a quello della pena da
scontare. (1) (2)
2. Il provvedimento è adottato sulla base dei risultati
dellaosservazione della personalità, condotta collegialmente
per almeno un mese in istituto, se il soggetto è recluso, e
mediante l'intervento dell'ufficio di esecuzione penale esterna,
se l'istanza è proposta da soggetto in libertà, nei casi in cui si
può ritenere che il provvedimento stesso, anche attraverso le
prescrizioni di cui al comma 5, contribuisca alla rieducazione
del reo e assicuri la prevenzione del pericolo che egli
commetta altri reati. (5)
Giurisprudenza
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Giurisprudenza
Capo II-bis
PROCEDIMENTO DI SORVEGLIANZA
Art. 71 Norme generali
1. Per l'adozione dei provvedimenti di competenza
deltribunale di sorveglianza espressamente indicati nei commi
1 e 2 dell'art. 70, nonché dei provvedimenti del magistrato di
sorveglianza in materia di remissione del debito, di ricoveri di
cui all'art. 148 del codice penale, di applicazione, esecuzione,
trasformazione o revoca anche anticipata delle misure di
sicurezza e di quelli relativi all'accertamento dell'identità
personale ai fini delle dette misure, si applica il procedimento
di cui ai commi e agli articoli seguenti.
Capo III
ESECUZIONE PENALE ESTERNA ED ASSISTENZA Art.
72 Uffici locali di esecuzione penale esterna
1. Gli uffici locali di esecuzione penale esterna dipendono
dalMinistero della giustizia e la loro organizzazione è
disciplinata con regolamento adottato dal Ministro ai sensi
dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n.
400, e successive modificazioni.
2. Gli uffici:
a) svolgono, su richiesta dell'autorità giudiziaria, le
inchiesteutili a fornire i dati occorrenti per l'applicazione, la
modificazione, la proroga e la revoca delle misure di sicurezza;
b) svolgono le indagini socio-familiari e l'attività
diosservazione del comportamento per l'applicazione delle
misure alternative alla detenzione ai condannati; (1)
Capo IV
DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE Art. 79 Minori
degli anni diciotto sottoposti a misure penali. Magistratura di
sorveglianza
Le norme della presente legge si applicano anche nei confronti
dei minori degli anni diciotto sottoposti a misure penali, fino a
quando non sarà provveduto con apposita legge.
Nei confronti dei minori di cui al comma precedente e dei
soggetti maggiorenni che commisero il reato quando erano
minori degli anni diciotto, le funzioni della sezione di
sorveglianza e del magistrato di sorveglianza sono esercitate,
rispettivamente, dal tribunale per i minorenni e dal giudice di
sorveglianza presso il tribunale per i minorenni.
Al giudice di sorveglianza per i minorenni non si applica
l'ultimo comma dell'art. 68.
Art. 80 Personale dell'amministrazione degli istituti di
prevenzione e di pena
Presso gli istituti di prevenzione e di pena per adulti, oltre al
personale previsto dalle leggi vigenti, operano gli educatori per
adulti e gli assistenti sociali dipendenti dai centri di servizio
sociale previsti dall'art. 72.
L'amministrazione penitenziaria può avvalersi per lo
svolgimento delle attività di osservazione e di trattamento, di
Tabella A (1)
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(1) Da ultimo la presente tabella è stata così
sostituita dall'art. 2, comma 1, D.Lgs. 19 febbraio
2014, n. 14, a decorrere dal 28 febbraio 2014, ai
Tabella B
Ruolo organico della carriera direttiva degli assistenti sociali
PERSONALE DIRIGENTE
Qualifica Livello di funzioni Funzione Posti in funzione
Dirigente superiore D Ispettore generale per i servizi sociali o
consigliere ministeriale aggiunto 6 Primo dirigente E Direttore
di centro di servizio sociale o di ufficio di servizio sociale per
minorenni di particolare importanza o vice consigliere
ministeriale aggiunto 12 18
PERSONALE DIRETTIVO
Qualifica Parametro Anni di permanenza nella classe di
stipendio Dotazione organica 530 — — 487 7 Direttore
aggiunto di centro di servizio sociale o direttore di ufficio di
servizio sociale per minorenni 155 5 18 123 5 387 2
Direttore di sezione 307 — 257 4 52 Consigliere 190 6 mesi
70
Tabella C
Ruolo organico degli educatori per adulti della carriera di
concetto
Parametro Qualifica Organico 370 Educatore capo 41
297 Educatore principale 185 255 218 178 Educatore
184 160 410