H&M è un’azienda svedese la quale occupa una posizione di rilievo nel settore della
moda. Una caratteristica fondamentale è che i suoi capi di abbigliamento hanno una
prezzo moderato e hanno molte varianti.
Il suo successo è dato da una supply chain ben integrata in cui i vestiti sono disegnati
e progettati dallo stabilimento a Stoccolma, il quale riceve la fornitura da ben oltre
600 suppliers, per poi distribuirli ai diversi store sparsi nel mondo.
Per quanto riguarda la produzione, l’azienda detiene ben 22 stabilimenti sparsi nel
mondo: 10 in Europa, 10 in Asia, 1 in America e in Africa. La produzione di occupa di
varie attività, tra le quali, ricerca di nuovi suppliers, negoziazione del prezzo,
smistamento degli ordini ai giusti fornitori, assicurarsi che i fornitori mantengano la
qualità richiesta dall’azienda. I buyers riferiscono agli uffici di produzione quali siano
gli indumenti richiesti, i materiali da utilizzare. Successivamente, la produzione
contatta determinati suppliers ai quali è richiesto un prototipo entro le 24 ore; se un
fornitore non è in grado di rientrare nei requisiti imposti dall’azienda, l’ordine passa
ad un altro competitor. A questo punto, i buyers, dopo aver ricevuto la lista dei
fornitori risultati idonei, smista gli ordini a seconda della posizione della fabbrica
rispetto al mercato a cui i capi sono destinati. Nel caso in cui i capi di abbigliamento
sono molto “sensibili” al mercato o hanno una richiesta urgente, l’azienda opta per i
fornitori europei; invece, se viene presentata una richiesta in una particolare
nazione/store, si scegli il fornitore più vicino.
È di fondamentale importanza specificare che la supply chain di H&M si divide in due
parti: la prima, si occupa di ottimizzare i costi unitari dei componenti (in Asia); la
seconda, punta ad avere una elevata reattività alle richieste di mercato (in Europa).