la fonte. tetta . .
INTRODUZIONE
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. casa sono afifamati, t t:\':t
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vita condurrir mia moglie ,
Che :r: i t'
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4
quadro dalle mille luci
nelle nostre tristi notti:
tu mi prot€ggi dall'ombra
e dagli sguardi odiosi,
PROMESSE quando la via si chiude
al mio awicinarsi.
DELLA
Canterd la gioia
TEMPESTA (} dietro palpebre d'occhi spauriti:
la tempesta gih si leva sulla mia terra:
Mahmoud Darwish mi ha promesso vino
c gli arcobaleni.
Crosi sia!
Devo rifiutare la morte:
bruciare le lacrime delle sanguinose canzoni
e rendere nudi gli ulivi dei falsi ranrri.
Se io canto la gioia
dietro le palpebre
dbcchi spauriti
ts perchd la tempesta mi ha promesso del vino
ed arcobaleni:
d perch6 la tempesta ha spazzata via il canto
deri pigri uccelli
e smascherato nell'albero dritto
i falsi rami.
Cosi sia!
Sard fiero di te,
piaga della cittA,
8
r);i'i;it' 1
| iri':} J!)iirqrrri+*1i !
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ry'Hll,i.rirtrTi
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il sangue... sotto le nubi del,la sera,
nell'erba del mattino.
Se muoio nel mio letto,
mettetenai nudo sulla terra,
su una collina del mio paese,
e che l'oblio mi liberi;
o ricordatevi di me,
durante le vostre feste piir belle.
10
t1
ADDIO
Mahmoud Darwish
Addio!
E i venti ti dicevano:
difendete la terra,
penchd noi siamo esiliati
e passano le stagioni sulle nostre labbra.
Se il tuo silenzio fosse di fuoco
mi immergerei in esso,
per sognare il gio,rno in cui
cialle mie ceneri sorgeranno
gli alberi, la fonte e il portico
della nostra via.
Nelle strade incupite dalla pioggia,
sui tavoli, testimonio fedele,
il bucato della casa,
ogni finestra inquadra I'azzutro
e nei parchi, verdi trecce
corteggiano la luna,
e tu mi dicevi: Domani
ritorneremo nella nostra terra,
domani!
Addio!
I venti ci dicevano:
-maEccovi amanti
-
noi siamo esiliati
e vicini alla morte
perchd siamo lontani dalla patria.
T2
13
IL MARTIRIO DEL POETA
Mahmoud Darwish
t4 I5
RITA ED IL FUCILE
(Poesia per una ragazza ebrea)
Mahmoud Darwish
L7
Oh Rita!
Un milione di immagini
un milione di uccelli
un milione di appuntamenti
sono stati assassinati
da un fucile.
Ilnome di Rita, festa per le mie labbra,
iicorpo di Rita, nozze per ii mio sangue.
Per due anni
mi sono perduto in lei. LA CADUT A DELLE M ASCHERE
Per due anni Samih AI Kassem
lei si b distesa sul mio braccio.
Llniti nel fuoco delle nostre labbra Quando le maschere cadranno,
siamo resuscitati per due volte. rimarrb la mia bandiera
oppure il temporale
Oh Rita!
ed il mio cadavere.
Chi avrebbe potuto sciogliere i nostri sguardi,
prima che si levasse Veterano Consiglio di Sicurezza!
un fucile? Venti atti e venti notti
Oh notte di silenzio! pesa gra rl mro dramma
C'era una volta... e venti fiori d'arancio
una luna b calata all'alba, appassiscono sui nostri villaggi umiliati.
lontano, Venti fiori d'arancio percorrono di notte
in occhi di miele i marciapiecii della cittir.
e la cittb ha cancellato Venti sarovane cariche di tristezza
Rita e le catrzoni. a bassa fronte vanno
Fra Rita e i miei occhi a cercare un nuovo dio
si leva un fucile. ai quattro angoli del mondo
18 t9
Ricordo ancora...
e venti fiori d'arancio
sono stati sgozzati, laggiir, LINEE DEL RITRATTO
senza combattere.
Ho vagato, ho vagato Samih Al Kassem
con i piedi lacerati, di porta in porta,
con la febbre delle sofferenze Si urtano gli anni
ed il volto di un combattente sul mio viso gettato nella polvere;
cui abbiano fatto dimenticare gli anni s'accumulano
la storia dei pugnali. e il mio discorso s'ostina.
Le mie parole so,no selvagge
Oh Veterano Consiglio di Sicurezza!
come un cavallo ombroso.
Per vent'anni t'ho chiamato invano, La mia bocca: un carillon
ta mia voce, ora, ti giunge all'orecchio che non si raffina
c traversa le saette alle sottigliezz:e det salotti,
che minacciano la Pace. delle ambasciate, dei colletti duri e del wisky
di tende o dei signorili inviti
Sorta da una fore6ta di coloro che, sotto il braccio,
d'amarezza, d'incendio e di sangue
portano la terra di tappa in tappa.
la mia voce b il rosso fiore
dell'anno che inizia. Il mio verbo ,s'b f,atto giumenta,
Ia mia bocca un carillon,
E dice questa voce:
per questo
.. colui che venne con la morte
dalla mia pelle tessono i tappeti
raccoglierb la sua morte ).
le tende e gli zerbini
Oh Veterano Consiglio di Sicurezza! dell'Organizzazione delle Nazioni Unite;
Dalle messi del crimine per questo
la voce si leva a te le bestie feroci divorano i miei figli
cofiie un rosso fi.ore. e i manifesti proclamano
nel mondo
*Eesto ritorneremo
oh senile Consiglio di Sicurezza,
il mio assassinio.
ti ritroveremo Son venti volte che vi dico << grazie >r.
nel cuore della vecchia Gerusalemme >.
2t
20
II mondo un giorno andrh
alle Nazioni Unite
per offrire una corona di spine,
in ricordo dei massacri e dei falchi.
Verrb il giorno
in cui saprd, con lp mie.mani,
modificare
le linee del ritratto.
22
Una mano sbatte con rabbia lo sportello dei permessi,
sbarra il passo alla folla,
la mia anima sanguina,
pieno d'arnarezz-a d il mio cuore,
il mio sangue E veleno e fuoco,
legittima vendetta!
SOSPIRI Ormai ho solo da attendere.
DAVANTI ALLO SPORTELLO DEI PERMESSI Chi ha rotto le ali del tempo?
Fadua Toukan Chi ha paralizzato le gambe del giorno?
Il caldo mi flagella la fronte,
il sudore mi colma gli occhi di sale.
Fermarsi su'l ponte a mendicare un permesso! Piaga che il carnefice
Ahim6! Mendicare, si, un permesso d'attraversata! calpesta nella polvere.
Soffocarmi, perdere il fiato Il cielo ha occhi?
nel caldo del mezzogiorno! Oh, l'umili azione dei prigionieri!
Sette ore d'attesa... Non sono che annarezza,
Ahi! Chi ha r:otto le ali del tempo? collera terribile
Chi ha paralizzato le gambe al giorno? scavata in un cuore di pietra
Il caldo mi flagella ,la fronte d'arsenico e di brace.
e il sudore mi colma gli occhi di sale. Migliaia di prigionieri
Ahimd! Migliaia di occhi venuti dalle profonditi dei secoli
ansiosi sono fissi fremono sotto la mia pelle
allo sportello dei permessi; e la bocca
sono speochi d'angoscia, dell'odio.
titoli di ansia e di pazierua. E'forse troppo?
Ahim6! Mendicare un permesso! Loro
E la voce di un militare straniero haniro ucciso in me I'amore
scoppia furiosa come uno schiaffo e iniettato nelle mie vene
sul volto della folla: catrame bollente.
< Arabi... Disorrdine... Cani!...
I'ornate indietro!
Non venite vicino al cancello! "
24 25
Patria delle separazioni
nell'esilio, nei massacri e nei rifugi,
patria di valigie, di porti e di aereoporti stranieri.
ASPETTAMI Patria della collera e dell'umiliazione:
Samih AI Kassem ho creduto nell'amore che dona
e che nel dono si annulla.
II coltello puntato sulla gola, Il ooltello d puntato sulla mia gola,
o patria,io ti dico: !- ma, tu aspettami!
Le mani legate dietro- aspettami
Ia schiena
canto, o patria, Dov'd colui che ha sbriciolato la pietra delle nostre tombe?
per te canto, o mia ferita,
Perch6
io che non ti ho tradita, la nuditi delle parole?
tu non tradirmi, Perchd
io che non ti ho venduta, il vento E divenuto spina
lu non vendermi. e il carbone delle notti
Patria di tristi salmi specchio?
di volti perduti Chi lacera Ia mia pelle e trafigge le mie ossa?
patria di odiose radici Chi trasforma il mio cuore in un razzo
patria delle tempeste, dei fulmini e delle notti fredde e i petti dei cantori
patria dei giardini rubati e delle mani tese in ban-diere
patria dei villaggi in rovina, quando la bocca diviene tuono?
patria di sangue, patria di lacrime e di fuoco
devo io sostenerti, Chi accende il fuoco sotto il letto del Khalife,
tu che sei stata tradita, se non il dolore dell'uomo
o tu mi sosterrai? iricatenato:
stra madre, sua sorella, la sua fidanzata
Patria di vecchie menzogne son divenute giocattoli
e di visioni profetiche, nelle mani dei soldati
tu che sei stata tradita, e dei mercanti di discorsi infiammati,
sard jo il tuo segreto mentre si consuma
o sarai tu il mio? il fuoco della sua casa,
il fuoco del vicino.
28
29
't. 'try
., .|l
, '.'
L'uomo, allora,
coi denti rompe le sue catene
e avanza verso la morte,
verso lbmbra dei tuoi occhi.
Vengo
nell'ornbra dei tuoi occhi,
dal libro di parole mummificate
sulle laibbra che si ripetono.
Lungo 7a via la mia giumenta
ha mangiato una currlilettu,
IL RIT OftNO
lungo la via una nube Samih Al Kassem
mi ha lacerato la frbnte.
Perdonami questa. umiliazione:
perdonami di appartenere a un margine bruciato.
32 33
Perderemo solo i nostri sudari Conosciamo la difesa
e vinceremo! dell'uomo disar.mato.
In alto le gole! Sappiamo costruire
In alto gli oc,chi! una fabbrica moderna
In alto le speranz,e! una casa
In alto le canzoni! un ospedale
una scuola
Con la nostra potenza, una bomba
con le croci passate e presenti un missile,
I'archeremo la soglia
del paziente domani, sappiamo scrivere i poemi piir belli.
apriremo il paradiso dalle porte chiuse,
dalle nostre gole, dalle nostre sofferenze,
tesseremo poemi
e li berremo,
dolci come il vino delle feste.
Non amossiremo.
-Sappiamo usare la fal'oe.
34 35
ho dimenti,cato, mia solitaria, b stata la tua partenza
o la mia voce rotta ad arrugginire la chitarra?
Ti ho vista per l'ultima volta sulla banchina,
viaggiatore solitario senza bagaglio,
sono corso da te come un orfano che cerchi
una risposta nella saggezza ancestrale:
IN N AMORAT O DELLA P ALESTINA
come pud un frutteto relegato su una banchina
Mahmoud Darwish rimanere ancora verde?
Ho scritto:
stavo sulla banchina,
I tuoi occhi sono una spina nel cuore, il vento soffiava,
Iacerano, ma li adoro. avevamo solo la buccia di un arancio,
La proteggo dalla tempesta dletro di noi la sabbia infinita.
e la conficco, profonda, nella notte e nel dolore, Ti ho vista su aguzze cirne,
la ferita illumina migliaia di stelle, pastore senza pecore che conevi
trasforma il presente in un futuro e sulle rovine dove un tempo eri il ramo verde
piir caro del mio stesso essere. io ero lo straniero che bussava al cancello,
Dimentico, quando i nostri occhi si in'contrano, i canceili, ie finestre e le Pietre
che un tempo eravamo gemelli dietro il cancello. riecheggianti.
Le tue parole erano la mia canzone: Ti ho vista nei profondi Pozzi,
ho tentato di cantare ancora ti ho vista nei granai, un volto infranto,
ma l'inverno si era posato sulle rosse labbra. ti ho vista lavare i piatti nei caffe,
ti ho vista sull'ingresso di una grotta
La rondine d volata via. appendere i tuoi stracci d'orfana,
Le rnie porte e la soglia invernale l'hanno seguita, ti ho vista sui comignoli, nelle strade,
i nostri specchi si sono infranti, i dolori uniti, ti ho vista fra le greggi, nel sangue che sgorga
abbiamo raccolto schegge di suoni dal sole,
e abbiamo appreso a piangere la patria. riel sale del mare,
Lo pianteremo insieme, in ogni granello di sabbia
sul petto di una chitarra; ed eri bella come la Terra.
lo suoneremo su tetti piangenti Giuro,
alla luna distorta ed ai sassi, tesserd per te un fazzoletto di ciglia
36 37
ryriqs' -1"-t:{flEreraq{ni}?:a}Iirf rqlii'3trt4r wf
:
38 39
Questo mondo non riposerh in un letto.
Questo mondo, da lungo tempo ha mangiato
la carre della Palestina
con coltello e forchetta.
k orecchie del mondo,
gli oochi del mondo,
il cuore del mondo,
la gola del mondo,
sono mele cotte,
mele rubate,
nel cestino degli occupatori.
Donna del mondo:
il nostro sangue macchia la bambola di tua figlia.
Il nostro sangue segue i tuoi passi.
Sii con noi adesso!
Uomo del mondo:
Sii con noi adesso!
Uomini e donne del mondo:
siate con noi!
Neri, Bianchi, Rossi, Gialli,
razze del mondo:
siate con noi adesso...
Noi vi daremo la dignith dell'Uomo,
il certificato di nascita dell'Uomo
e il nome di Uomo.
'aa-.q
40
SAMIH AL KASSEM
42 43
FADUA TOUKAN MAHMOUD DARWISH
E la pitt ce:lebre poetessa araba virtente. Nata a Nablus, Nata a Barwah, un villaggio deUa Galilea, in Palestina, nel
in Palestina, nel 1920; E sorella del gran'de poeta lbrahim 1g42. Aveya sei anni, quando iL suo prese cadeva sotto I',occu-
Toukan, scomparso a Gerusatemme nel 1941. paqione israeliana, Il suo villaggio, come tanti altri nel terri'
Dopo aver compiuto gli studi nella scuola delle Suore di iorio invaso, lenne completamente distrutto e raso aI suolo
S, Giuseppe, essa ha approfondito e perfezionato La sua for- dalle autoritd israeliane che costruirono aI suo trosto un villag'
mazione letteraria e poetica sotto la guida del fratello poeto, gio ebraico. II sentimento d,ello smanimento ha accompagnato
"Io
iniziando presto una attilra collaborazione su numerose riviste t"n"ro etd del poeta: si 2 sentito sempre Un profugo nella
"
letterarie arabe. ' ' patria
propria >.
di lB anni, ancora studente nella scuola secomdaria,
AII,itd.
La ptoesia di Fadua esprim,e i sentimenti femminili, civili
Dtarwish scriveva le sue prime liriche. Nutrita da prigione, per'
ed umani con uno stile ricco e soal)e e con una penetrazione
secuzione, fame, privazioni e tormenti,Ia lirica di Darwish ac-
profonda del cuore umano.
quista il suo squisitissimo aroma. In diverse poesie ha cantato
Dopo Ia guerra del giugno 1967, che colpiva Ia Pa.lestina, il ,uo anxore per la patria perduta con tertnini appassionati.
dorte era nata, Fadua Toukan scriveva le liriche della Resisten-
7a, interpretando, con vigorosa ispirazione, il dramma della
I volumi di liriche di Darwish sono:
sua patrih e del suo popolo. Uccelli senza ali - L960;
E autrice di cinque volumi di versi: Foglie di olivi'1964;
IJn innamorato della Palestina - 1966;
< Sola con i giorni >, edito al Cqiro nel 1952.
La fine della notte - 1967;
u L'ho trovata r, edito a Beirut nel 1957.
L'amato tisorge dal sonno't969'
< Dacci amore rr, edito a Beirut nel 1960.
<Davanti alla porta chiusar, edito a Beirut nel 1967, I cinque volumi di Darwish sono stati pubblicati nel ter-
La notte e i cavali'eri >, edito a Beirut nel 1969. ritorio ociupato. Dopo la guerra del 1967 essi sono stati ristam'
.< pati piit t oite nei Paesi arabi, soprattutto nel Libano e nella
I suoi libri hanno otterutto una grandissima diflusione nei 'Siri;. i considerato fra i maggio'ri "leaders" della poe'
Darwish
Paesi arabi ed hanno avuto numerose edizioni, sia araba contemporanea e il "Ieader" della poesia della Resi-
' Il primo volume da lei pubblicato E uscito a Gerusalemme stenza araba.
nel 1946; era in prosa e recdva iJ titolo: " Mio fratello lbra- poeta trosferitosi recentemente in Egitto, in una con'
Il
him r. ferenaa stamqa ha detto:
Fadua, com,e gli altri tre poeti della Resistenza, vive sotto u Non appartengo piil ad un popolo che chiede misericor'
l' ac cupazione i s r aeliana. dia e che elemosina, bensi ad un popolo che cambatte'
4 45
(
' Mi sento' due volte dilaniato: prima, per il mio popolo e oggi nel presentare aI mondo iI mio popolo nelle ttesti dell'as-
poi per i cittadini ,ebrci, trascinati dai loro lead,ers verso la saisino e se stessa cwne vittima.
catastrofe, Il mio popolo non canosceva altro che I'elemosina e si pre-
Io sono uno scrittore che non contempla la vita, ma si sentm)a soltanto attrayerso te hessere di soccorso. Piangere per
getta in essa; 2 difficile per me tracciare una separafione
fra it ricordo deila patria usurpata C un diritto; presentarsi da-
Ia letteratura e Ia-vita. vanti atle Corti Internazionali d. un diritto; suonare Ie campane
A mio avviso, la patria non d una val.igia, non E una mon- della coscienza mondiale b un diritto. Il diritto, tuttavia, non
tagna, ma una c&usa che posso difendere ovunque mi trovi. A. tuIe se colui che lo deve esercitare d debole... Questa E Ia
Non sono il primo cittadino nd. iI primo poeta che si allon- vita!
tani dal suo paese aI fine di awicinargtisi. 1o porto in me Ia Adesso I'immagine del mio popolo i. carnbiatai non si pre-
terra che mi ha generqto e poichb vivo con iI mio popolo e Ia- senta piil con la tessera di soccorso, bensi con la tessera della
voro circondato dalla comprensione, I'importanza ilella mia morte e dell'eroismo. Questa 2la Resistenza e questa 2 la sol.u-
oryra non b data dal luogo in cui io scrivo, bensi d.al problema zione deI problema palestinese. Da quate parte credete che
che tratto. It mio esilio dalla patria auguri sia prov- io sia?
visorio non significa iI mutamento - dicheunamipo,sizione o Zi un It mio popolo, attraversand.o le trincee detla morte, ha
- bensi il cambiamento di un luogo di residenza
problema, trolrato Ia sua strada per la yita. Il mio problema non antrh
e la
scelta di un altro, piit solido e resistente, a cui la storia ha ayttenire se non troverd un luogo adatto in cui possa risolversi.
conferito la nesponsabilitd. del movimento di liberazione nei Se mi b perm'esso parlarc dei miei sentimenti personali,
Paesi arabi: questo luo,go d. il Cairo. rtorrei dire che io ora prol)o il profondo sentimento della co-
Io sono un cittadino palestinese ed iI mio popolo ha subito municazione diretta con i miei connazionali, che fivedo per Ia
oppressioni e torture morali e corporali indescriyibili. L'esilio prima volta dal tempo della mia infanzia. Sento che le mie
e lo sradicamento di un intero po,polo, costretto at vagabon- spalle ed i miei polmoni si alla,rgano e trovo molti motivi per
daggio, non b una questione prettament,e palestinese, *o ,n essere ottimista, sia nell'ideale che nel reale.
pugnale conficca,to nella coscienza di tutto iI mondo. Sono un cittadino internazionale e faccio parte del motti-
Vedo le case dei miei parenti a.bitate da stranieri, sento mento di rivoluzione mondiale; sono lieto di essvre un membro
dalle loro fine:stre i canti della vittoria d.ei conquistatori che della grande famiglia della Liberazione e del Socialismo, che
inseguono la preda. Ho visto come si cambiani i nomi d.elle irwita a cambiare il mondo dalle radici.
'vie, dei villaggi e delle cittd; ho visto com,e Ia gente semina e Sono felice perch\ appartengo alla parte illuminata del
coltiva sui cadaveri degli altri, raecogliendo grino e mele. Ho nostro secolo rr.
rtisto come si falsifica la storia e come si pud respirare attra-
lrersa i polmoni altrui. Ho visto ancora di pitt: come si chiede
alla vittima di riconoscersi assassino. Israele persiste ancora
46 47
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STAMPE A DISPOSZIONE
DEI NOSTRI LETTORI
Si possono ricevcre gratuitamente previa semplicc
richiesta scritta alla Editrice EAST, Via Enriques, ?
00146 RoMA