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Comune

di San Giovanni Rotondo





Proposta Progettuale
per lo Sviluppo del Turismo
a San Giovanni Rotondo
nel contesto del Gargano
e della Provincia di Foggia




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INDICE

1.0 PARLIAMO DI TURISMO? ................................................................................ 5


1.1 Ma cos'è il turismo? .................................................................................. 5
1.2 Chi è il turista? ........................................................................................... 6
1.3 Esiste un ruolo dell’ente locale nel turismo? Quale? ................................ 7
2.0 SITUAZIONE GENERALE DEL TURISMO IN ITALIA ........................................... 8
3.0 II TURISMO IN PUGLIA .................................................................................. 11
3.1 Ruolo del comparto nell'economia regionale ......................................... 11
3.2 Andamento del settore ........................................................................... 12
4.0 UN'ISTANTANEA DEL COMPARTO A SAN GIOVANNI ROTONDO .................. 17
4.1 Prima analisi dei dati rilevati dall’APT e dal Comune .............................. 17
5.0 DAUNIA E GARGANO COME DESTINAZIONE ................................................ 21
6.0 IL RUOLO DELLE RISORSE SPECIFICHE E DI CONTESTO NELLO SVILUPPO
SOSTENIBILE: SCOPO DEL PROGETTO .................................................................... 25
6.1 Il vantaggio competitivo della “Via Francigena del Sud” interrelato con il
modello delle quattro pietre angolari di Peteraf .............................................. 28
7. IL PRODOTTO TURISTICO E LA VALORIZZAZIONE DELLA “VIA FRANCIGENA DEL
SUD” IN UN’OTTICA INTEGRATA ............................................................................ 31
7.1 Valorizzazione della “Via Francigena del Sud” in ottica cluster-based .... 33
7.2. Profilo delle competenze chiave del “Centro strategico” del cluster
turistico ............................................................................................................. 35
7.3 Un modello multi-cluster esperenziale per lo sviluppo della destinazione
turistica: Daunia e Gargano attraverso la “Via Francigena del Sud”. ................ 38
8. FASI DEL PROGETTO “VIA FRANCIGENA DEL SUD” NELLO SVILUPPO DEL
TERRITORIO COME DESTINAZIONE TURISTICA ....................................................... 41
8.1 Obiettivi specifici del progetto e benefici attesi ..................................... 42
8.2 Aspetti normativi e regolamentari .......................................................... 45
9. FASI ATTUATIVE .............................................................................................. 47



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9.1 PRIMA FASE: ANALISI DEL TERRITORIO ................................................... 47
9.2 SECONDA FASE: VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO ............................... 49
9.3 TERZA FASE: POSIZIONAMENTO NAZIONALE E GLOBALE ....................... 51
9.4 QUARTA FASE: ORGANIZZAZIONE DELLA “VIA FRANCIGENA DEL SUD” . 56
AZIONE 1 – INTERVENTO COMUNALE .................................................................... 59
PROGETTI DELL’AMMINISTRAZIONE PER IL TURISMO E LA QUALITÀ DELLA VITA
A SAN GIOVANNI ROTONDO: ............................................................................ 59
PROMUOVERE IL TURISMO ............................................................................... 60
VERSO UNA NUOVA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI FLUSSI ....................... 60
Gli obiettivi ................................................................................................... 60
Le azioni a supporto della strategia complessiva ......................................... 62
Le leve strategiche di sviluppo territoriale e comprensoriale ...................... 64
AZIONE 2 – “VIA FRANCIGENA DEL SUD” ............................................................... 65
PROTOCOLLO D'INTESA PER LA COSTITUZIONE DEL NUCLEO PROMOTORE DEL
SISTEMA TURISTICO DI PRODOTTO “VIA FRANCIGENA DEL SUD” .................... 65
AZIONE 3 – LA “CARD DEL PELLEGRINO” ................................................................ 77
Introduzione ...................................................................................................... 77
Valorizzazione dei prodotti e dei servizi locali .................................................. 80
Elementi base per la progettazione della card .................................................. 81
Obiettivi ....................................................................................................... 81
Le caratteristiche ......................................................................................... 82
La card, il kit informativo e il sito internet ................................................... 82
Aspetti organizzativi e di gestione della “Card” ........................................... 83
Aspetti gestionali ......................................................................................... 84
Tempi di realizzazione .................................................................................. 85
Promozione della “Card” .............................................................................. 86
Contenuti della “card” ....................................................................................... 87
AZIONE 4 – IL “MUSEO DEI DAUNI” ....................................................................... 89
LA STORIA DEL TERRITORIO IN UN GRANDE CONTENITORE CULTURALE ......... 89
Protocollo d’intesa Università degli Studi di Foggia / Provincia di Foggia /
Promodaunia / Comune di San Giovanni Rotondo / Soggetti Privati per la
realizzazione del “Museo dei Dauni”. ............................................................... 89
AZIONE 5 – DAUNIA SLOW ..................................................................................... 90


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PROGETTARE, GESTIRE E VIVERE L’INTEGRAZIONE TRA CIBO, VIAGGIO E
TERRITORIO. ...................................................................................................... 90
AZIONE 6 – CARTA DEL VERDE URBANO ................................................................ 96
AZIONE 7 – PROGRAMMA ANNUALE DEGLI EVENTI .............................................. 98
CONTESTO DI RIFERIMENTO ............................................................................. 98
OBIETTIVI E PRIORITA’ ....................................................................................... 99
CRITERI E MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELL’AZIONE COMUNALE ................... 101
TRATTAMENTO DEI DATI ................................................................................. 108
10. QUINTA FASE: AZIONI DI VERIFICA ............................................................. 110
10.1 RESPONSABILITÀ E GESTIONE DEL PROGETTO .............................. 112



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1.0 PARLIAMO DI TURISMO?


Difficile avere la pretesa di essere esaustivi o di aggiungere molto a quanto la


letteratura di viaggio non sia già ampiamente in grado di illustrare, da Marco
Polo a Chatwin, da Stendhal a Beppe Severgnini.

Dalla letteratura emergono due tra gli elementi fondamentali del viaggio: il
tempo e l'avventura, fatta di scoperte e d’inusitato. Si potrebbe dire che il sen-
so del viaggio sia metafora della vita: una corsa contro il tempo, spesa nella ri-
cerca di emozioni nuove e inattese, di esperienze che "consacrino" le fantasie
più profonde e intime.

Venendo a definizioni più istituzionali, secondo la definizione dell'Organizza-


zione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization, un dipartimento
delle Nazioni Unite], turista è "chiunque viaggi in paesi diversi da quello in cui
ha la sua residenza abituale, al di fuori del proprio ambiente quotidiano, per un
periodo di almeno una notte ma non superiore ad un anno e iì cui scopo abituale
sia diverso dall'esercizio di ogni attività remunerata all'interno del paese visita-
to". In questo termine sono inclusi coloro che viaggiano per svago, riposo o va-
canza, per visitare amici e parenti, per motivi di affari e professionali, per mo-
tivi di salute, religiosi/pellegrinaggio e altro.

1.1 Ma cos'è il turismo?


Col termine turismo si intende, in contesti economici e di sviluppo locale, il
settore industriale e commerciale che si occupa di fornire (vendere] servizi
tangibili come trasporti, servizi di ospitalità, strutture ricettive e altri servizi
correlati (guide turi-stiche, ingresso in musei, fiere, parchi naturali e altre at-
trazioni, servizi di ristorazione e intrattenimento e via dicendo).

A questo settore appartengono i fornitori ultimi di servizi e gli intermediatori


come operatori e agenzie turistiche. Tutti soggetti che contribuiscono, ciascu-
no con il proprio ruolo e le proprie responsabilità, a generare l'offerta.

Si tratta di un settore economico veramente ricco, il cui volume d'affari ha vis-


suto una crescita quasi costante dal dopoguerra in poi (con momenti di riflus-
so legati a contingenze internazionali come gli attentati dell'11 settembre
2001).



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"Per l'Italia il settore turistico è un comparto economico di prima grandezza con
una incidenza nel Prodotto Interno Lordo (ufficiale) dei 7% e due milioni di oc-
cupati. Ogni anno le strutture ricettive accolgono oltre 80 milioni di persone con
circa 350 milioni di pernottamenti" (fonte: Legambiente).

Complesse dinamiche in atto nella società contemporanea mostrano come il


mercato turistico non sia immune al processo di globalizzazione che, come
ogni mercato, tende a caratterizzarsi sempre più con i propri modelli standar-
dizzati, sia nell'offerta del "prodotto", che nelle forme organizzative: assumo-
no quindi primaria importanza aspetti legati alle diversità dei luoghi, alle
specifiche se non uniche risorse territoriali che rischiano di veder scompari-
re le proprie peculiarità.

Per meglio favorire l'offerta locale di un determinato "prodotto", negli ultimi


anni gli attori dell'offerta hanno avviato processi di aggregazione imprendito-
riale (vedi Consorzi) o - meglio - territoriale (vedi Sistemi Turistici Locali)
che si propongono di modellare le particolarità dell'offerta in risposta alle
grandi reti della dimensione globale.

1.2 Chi è il turista?


Ciò che risulta ormai imprescindibile comprendere è che l'offerta turistica,
come in qualsiasi altro settore dell'economia, non può essere insensibile alla
domanda. Ciò significa, in breve, che il "prodotto" turistico deve essere non
soltanto appetibile ma anche posizionato nei mercati come offerta differen-
ziata, magari in un felice rapporto tra qualità e prezzo.

Studiare la domanda significa conoscere il turista, ovvero avvalersi di centri di


ricerca e professionalità all'altezza dell'impegno, in costante aggiornamento,
dotati di mezzi e strumenti idonei a conoscere ogni mutazione ed ogni elemen-
to che influenza i fattori standard che compongono la domanda di viaggio:

1. Il viaggio non inizia quando si è giunti a destinazione, ma quando si


sceglie la meta. Raccogliere informazioni è un modo per anticipare il
gusto della scoperta, per godere un'anteprima di quanto ci attende, sia
ascoltando i racconti di qualcuno che ha già percorso quelle tappe, as-
saporandone le emozioni, sia ricercando su libri, riviste e internet;

2. il viaggio è spostamento. E giacché assumiamo il viaggio non già come


lo spazio che si percorre ma il ricordo che rimarrà impresso nella me-
moria, ritengo che un trasporto troppo rapido finisca per annullare il


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senso stesso del viaggio, procurando più smarrimento che emozioni e
finendo per far assomigliare tutti i viaggi tra loro;

3. il viaggio è (o dovrebbe essere) capacità di comprendere le diversità,


di ammirarle e di assorbirle senza giudicarle e rinunciando a steriliz-
zarle attraverso la riproposizione di consuetudini e stereotipi;

4. il viaggio è sorpresa. E non soltanto positiva, in riferimento ai possibili


disservizi della compagnia di trasporto o del tour operatori

5. il viaggio è vacanza, ovvero ricerca di benessere;

6. il viaggio termina soltanto quando si sarà smesso di ritenere interes-


sante raccontarlo, finendo per accantonare nella memoria le vicissitu-
dini e le emozioni della trasferta.

A queste linee di indirizzo assolutamente generiche, la tendenza in atto è quel-


la di tentare di soddisfare le esigenze specifiche, verso un livello quanto più
possibile individuale di gradimento dell'offerta turistica intesa come "prodot-
to", ovvero somma integrata di singole componenti autonome.

1.3 Esiste un ruolo dell’ente locale nel turismo? Quale?


E' indubbio che il turismo sia ancora largamente vissuto dalle istituzioni come
un'importante fonte di entrate, capace di generare risorse sul territorio (e
quindi per le casse pubbliche attraverso la tassazione dei servizi correlati alla
ricchezza generata dai flussi di visitatori).

A fronte di queste maggiori entrate, il ruolo dell’Ente Locale è legato - storica-


mente - alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali. In seguito
gli enti pubblici, a vario titolo, si sono occupati di promuovere il territorio
come meta turistica e, più recentemente, di animarlo attraverso l'organizza-
zione di eventi.

Soltanto le organizzazioni pubbliche di aree geografiche più consapevoli e ma-


ture hanno iniziato ad occuparsi di turismo come mezzo per favorire lo svi-
luppo locale, favorendo la diffusione dell'indotto e - più in generale - configu-
rando il più possibile le attività turistiche come "responsabili", introducendo
requisiti di rispetto delle culture locali e dell'ambiente. Rappresentandosi così,
per la prima volta, come embrione di un nuovo ruolo sempre più atteso: "ente
di garanzia" per i consumatori.



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2.0 SITUAZIONE GENERALE DEL TURISMO IN
ITALIA

II turismo è un fenomeno anzitutto economico. Visto dalla parte del consuma-


tore, scegliere una meta piuttosto che un'altra è contribuire all'economia di
quel territorio piuttosto che di un altro; nel caso di viaggi in terra straniera, si
traduce addirittura in un apporto positivo alla bilancia commerciale del Paese
ospitante; in altre parole, a incrementare uno degli indicatori fondamentali
della solidità e della ricchezza economica delle nazioni.

Si tratta di un settore che negli ultimi anni ha subito una forte crescita ed è
correttamente considerato uno dei settori più importanti dell'economia mon-
diale: dal 1950, il turismo internazionale si è sviluppato di trenta volte fino a
contare - nei dati 2004 della Organizzazione Mondiale del Turismo (WTO) -
763 milioni di arrivi internazionali (ma se si potesse tenere una contabilità dei
flussi turistici nazionali, probabilmente i dati mondiali aumenterebbero di al-
meno 10 volte).

Secondo le previsioni della stessa WTO, rintracciabili nel documento "2020 Vi-
sion" (M. Brackenbury, 2005), lo scenario più credibile afferma che gli arrivi
del turismo Internazionale continueranno a crescere fino a raggiungere
quota 1,56 miliardi entro il 2020.

L'Italia è storicamente un paese di primati nel settore turistico: anche se non


siamo più da tempo (dal 1970) la prima meta turistica mondiale, il turismo
rimane una delle attività produttive più rilevanti del Paese, rappresentando
ben il 12% del PIL e sviluppando reddito per l' 11 % del totale degli oc-
cupati (anche se notoriamente è un settore che vive di numerose economie
"sommerse" capaci di sfuggire agli indicatori statistici, oltre che al fisco).

Osservando le statistiche, però, potremo scoprire come questi numeri attra-


versino un trend assolutamente negativo: da primo, il nostro è diventato il
quinto paese più visitato al mondo, superato anche dalla Cina. La classifica per
numero di presenze turistiche vede sul podio la Francia, saldamente in testa,
seguita da Spagna e Stati Uniti. Il sorpasso di altri paesi potrebbe apparire
oramai inevitabile.

Come mai il turismo in Italia è in crisi? E' colpa del crollo di immagine lega-
to alla questione della "munnezza" di Napoli, delle mozzarelle di bufala conta-
minate o della crisi di Alitalia? Oppure è colpa dei prezzi troppo alti degli al-


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berghi e dei servizi? 0 forse il Bel Paese dovrebbe iniziare a fare qualche cosa
di più per posizionare meglio la propria offerta nei mercati turistici interna-
zionali? C'è soltanto da scegliere l'ipotesi che piace di più: sono tutte reali.

Non a caso sono sempre più numerosi gli italiani che preferiscono andare in
vacanza all'estero, piuttosto che in Italia: non tanto per volontà ferrea di visi-
tare posti esotici, quanto piuttosto per risparmiare, avere servizi migliori, tro-
vare musei o negozi a-perti in orari comodi ed avere probabilità minori di im-
battersi in qualche disservizio. Perché gli stranieri dovrebbero essere più
sprovveduti?

Se da una parte l'Italia continua ad essere al primo posto per attrattività tra le
destinazioni turistiche, dall'altra continua a perdere terreno per quanto ri-
guarda il numero di arrivi e la capacità di trattenere i turisti sul territorio. Nel
periodo 2000-2006, secondo i dati della Organizzazione Mondiale del Turi-
smo, il tasso medio annuo di crescita degli arrivi in Italia presenta un
saldo negativo [-0,04%], nonostante i segnali positivi in premessa (nello
stesso periodo si registrano il +0,4% della Francia, il +3,4% della Spagna, il
+8,0% della Cina ed il clamoroso +11,9% della Turchia).

Ciò significa che soltanto una ridotta percentuale della perdita di competitività
italiana è imputabile agli effetti dell'I 1 settembre o della recessione interna-
zionale: da più parti si evidenziano invece segnali di preoccupante staticità
dell'economia turistica.

In particolare, le analisi rilevano:

1. La riduzione dei flussi in arrivo, causata da un forte incremento della


competizione tra aree geografiche, cui non si è saputo rispondere con
efficacia, preferendo immaginare di poter vivere di rendita;

2. Minore competitività in termini di rapporto qualità/prezzo. Nel ran-


king dei prezzi più alti degli alberghi, soltanto nel 2004 l'Italia era al
17esimo posto, molto sopra la Spagna (45] e Francia (56];

3. Permanenza media dei turisti stranieri molto bassa rispetto alle altre
nazioni (il Messico registra oltre 10 notti, mentre competitor europei
come Regno Unito e Francia registrano oltre 8 notti] con tendenza a
diminuire ulteriormente.

Come conciliare questi dati con l'idea che l'Italia, da sola, custodisce la mag-
gior parte del patrimonio artistico internazionale (si è giunti a immaginare i
due terzi, ma è difficile quantificare, giacché manca un censimento completo,


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mentre i parametri possono essere controversi)? Rimane però un dato di fatto
che il nostro Paese realizza in sé una concentrazione di valori artistici senza
paragoni, dal classico al romanico, dal rinascimento al barocco, fino alla con-
temporaneità.

Non meno movimentato e opulento si presenta il patrimonio naturale, nelle


sue infinite varianti, marine, montane e lacustri. Le Alpi, le Dolomiti, ma anche
la Versilia, la costiera Amalfitana, il Gargano, il Salento, piuttosto che le spetta-
colari spiagge calabre e sarde.

Occorre anche considerare che il settore trascina con sé un imponente indotto


di comunicazioni, infrastrutture, trasporti, ma anche villaggi turistici, parchi
giochi, centri ricreativi di ogni tipo, musei, punti di ristorazione, spazi per il
campeggio, tutto quanto insomma si può offrire all'aggressiva domanda del
turismo di massa.



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3.0 II TURISMO IN PUGLIA


3.1 Ruolo del comparto nell'economia regionale


Le più recenti rilevazioni effettuate dalla Banca d'Italia (Aggiornamento con-
giunturale regionale sui primi nove mesi del 2008] hanno confermato il ruolo
trainante del turismo per la Puglia, dimostratosi l'unico comparto che con-
tinua a crescere in un contesto non facile per l'economia regionale.

Il deterioramento delle prospettive di crescita a livello internazionale, conse-


guente alla crisi dei mercati finanziari, ed il possibile avvio di una fase di re-
cessione sono destinati a penalizzare certamente l'economia mondiale, attra-
versando tutti i settori. Tra gli effetti più preoccupanti sono da evidenziare la
stretta creditizia e la minore disponibilità alla spesa delle famiglie, con un au-
mento della propensione al risparmio ed una diminuzione dell'acquisto di be-
ni e servizi, in particolare quelli collegati ad esigenze non ritenute primarie.

Il ciclo dell'economia italiana seguirà quello del resto d'Europa, protraendo la


tendenza recessiva che ha già dominato il quadro del 2008. In tale situazione
di difficoltà, di conseguenza, le previsioni devono scontare una contrazione del
Prodotto Interno Lordo nel 2009. Le ultime stime del modello indicano, per il
biennio, una ten-denziale stagnazione dei consumi nel breve e medio periodo
per l'economia turistica nazionale ed internazionale.

Se, a livello regionale, i risultati conseguiti in ambito turistico dimostrano la


vitalità e la tenuta del settore, con dati di crescita in controtendenza soprattut-
to rispetto al Mezzogiorno (ma non solo], preoccupa la evidente e sostanzia-
le modificazione di tendenze e comportamenti dei consumatori, che si è
iniziata a registrare anche nel comparto in esame, a causa delle mutate condi-
zioni del complessivo contesto socio-economico.

Pertanto, in linea con quanto recentemente stabilito dal Governo regionale,


occorre delineare un set di misure per il settore turistico, individuando - in
particolare - interventi a sostegno della filiera che consentano il rilancio dei
consumi, il contenimento dei prezzi ed il potenziamento dei servizi, suppor-
tando le azioni degli attori pubblici e privati coinvolti, ma costituendo nel con-
tempo anche un riferimento per operatori e investitori nazionali e internazio-
nali.



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Il turismo rappresenta uno dei settori strategici e trainanti per l'incremento
della occupazione e per la crescita complessiva dell'economia di un territorio.
La Puglia, ricca di risorse culturali e naturali a carattere diffuso e peculiare, ha
creato nel tempo un'offerta vasta e diversificata che può soddisfare differenti
tipi di domanda, sia turistica che delle comunità locali.

Negli ultimi anni il comparto, crescendo in termini quali- quantitativi e nei


suoi più caratteristici profili dell'ospitalità e dell'accoglienza, ha saputo espri-
mere una versatilità e sensibilità che il mercato ha dimostrato di apprezzare.
Pur tuttavia, i principali nodi critici del settore restano legati a:

1) inadeguato sviluppo di servizi innovativi e di supporto alla ricettività


turistica:

2) scarsa partecipazione dei capitali privati alle politiche di sviluppo turi-


stico;

3) eccessiva concentrazione della domanda in periodi limitati.

Vi è dunque sempre più la necessità di supportare, con indirizzi programmati-


ci ed interventi di adeguato spessore, una strategia intersettoriale che inci-
da sul comparto in modo permanente e profondo, lungo un percorso traguar-
dato al 2013, termine ultimo dell'intervento aggiuntivo assicurato dai fondi
europei.

Se permane l'esigenza di promuovere i prodotti turistici regionali a livello na-


zionale ed internazionale e di migliorare l'offerta, valorizzando un suo più
stretto legame con il territorio, occorre anche adottare tempestivamente dei
modelli di intervento che consentano un utilizzo mirato delle risorse disponi-
bili su ulteriori obiettivi di carattere strategico. Si cita, ad esempio, la crescita
di tipo culturale e gestionale dei diversi soggetti pubblici e privati che, ope-
rando nel settore o avendo specifici ruoli e responsabilità, influiscono sulle
complessive performance turistiche.

3.2 Andamento del settore


I dati raccolti dalle APT e le rilevazioni effettuate dall'Osservatorio Turistico
Regionale evidenziano risultati positivi anche nel periodo estivo 2008, perma-
nenti e non volatili, nonostante il complessivo andamento del settore a livello
nazionale.



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Prendendo ulteriormente ad esame i primi otto mesi dell'anno in corso, la Pu-
glia dimostra di godere ottima salute, mantenendo il trend di crescita che con-
traddistingue la regione ormai da diversi anni ed accelerando in direzione del-
la destagionalizzazione. Il movimento turistico aumenta in modo generalizza-
to, sia in termini di arrivi che di presenze, secondo le dichiarazioni ISTAT rese
dagli operatori ai sensi di legge. Da una lettura dei dati più approfondita
emerge un quadro non omogeneo, caratterizzato da risultati e incrementi di-
versificati tra le diverse provincie, con un effetto "a macchia di leopardo" con-
seguente alla diversa capacità attrattiva esercitata dalle destinazioni turi-
stiche pugliesi e al differente profilo dell'offerta espressa dai territori.

A integrazione delle rilevazioni effettuate, le Aziende provinciali di promozio-


ne turistica, con il coordinamento dell'APT di Bari ed il supporto di Istituti
universitari specializzati, ha monitorato anche il livello di fiducia e le attese
degli operatori, in una fase particolarmente difficile, a livello nazionale, come
la stagione estiva appena trascorsa. Si ritiene utile, a livello di approfondimen-
to, indicare di seguito gli elementi essenziali che sono emersi dalle diverse ri-
levazioni effettuate.

La domanda interna resta la componente fondamentale del turismo verso la


Puglia. Gli italiani rappresentano oltre l'84% della clientela nelle strutture ri-
cettive, che sembrano aver assorbito efficacemente i riflessi della difficile con-
giuntura che ha caratterizzato la scorsa estate (la maggioranza delle strutture,
infatti, indica una sostanziale tenuta della clientela italiana], permanendo tut-
tavia una certa oscillazione del movimento interno, registrata rispetto all’ann
o precedente.

Un segnale importante deriva dalla clientela straniera. La presenza è ancora


piuttosto bassa, ma nel periodo da gennaio a luglio 2008, confrontato con lo
stesso periodo dell'anno precedente, il numero di viaggiatori stranieri in Pu-
glia è cresciuto del 16% mentre è sceso del 5,6% nel Sud e nelle Isole. La spesa
è cresciuta del 15%, mentre è diminuita del 4,5% nel Sud e nelle isole.

Complessivamente, la quota di clientela straniera che ha soggiornato


nelle strutture ricettive pugliesi la scorsa estate è stata pari al 15,6%,
nonostante le difficoltà congiunturali sui mercati internazionali, in particolare
dell'area extra-euro.

Infatti, proprio il Regno Unito e gli Stati Uniti sono i mercati per i quali la quota
di strutture che rileva un calo supera quella che indica una crescita.



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Fatta eccezione per la Germania, che continua a segnare un andamento insta-
bile, complessivamente la situazione sugli altri mercati risulta costante. A con-
ferma di ciò, è stato rilevato che il 66% delle strutture considera stabile la pre-
senza dei turisti stranieri e il 12% la indica in aumento. Peraltro, la Germania
continua ad essere il primo mercato estero di provenienza (è indicato come
mercato principale dalla metà delle strutture), seguito dalla Francia e dal Re-
gno Unito. La clientela straniera predilige le città (dove rappresenta il 23,8%)
e - a livello territoriale - le province di Bari e Brindisi. Le scelte mostrano inol-
tre una preferenza per la ricettività qualificata [4 stelle o superiori) e per gli
agriturismo.

Gli studi effettuati dall'Osservatorio Turistico Regionale, con il supporto di


ISNART-Unioncamere, evidenziano una serie di elementi di notevole impor-
tanza, per meglio profilare il movimento e la clientela che sceglie la Puglia co-
me destinazione di vacanza.

A livello di area prodotto, i risultati si dimostrano sufficientemente distri-


buiti, pur tenendo conto di una naturale stagionalità delle tipologie di vacanza.
A luglio, infatti, l'occupazione camere è trainata dalle destinazioni balneari
[69,2%), ad agosto si verifica lo scatto in avanti di tutte le aree prodotto, con
un fisiologico distacco per le città, che comunque superano il 57% di camere
vendute e che riconquistano la guida a settembre, con la ripresa del movimen-
to d'affari e del turismo culturale. L'occupazione nelle aree termali (che risul-
ta, nei rilevamenti a campione, pari al 44% in luglio, 73% in agosto e 25% in
settembre) denota ancora uno stretto legame di queste destinazioni con il
prodotto balneare.

A luglio e agosto il comparto ricettivo è piuttosto compatto nel raggiungere


questi risultati positivi, mentre un gap viene rilevato per settembre, quando
gli alberghi staccano di netto le strutture extra- alberghiere, indicando un in-
cremento del 25% di camere. Ciò è dovuto, in particolare, alla minore occupa-
zione nei campeggi, negli a-griturismo e nei B&B dove, al contrario, le rileva-
zioni effettuate avevano registrato ottimi risultati ad agosto (rispettivamente
88%, 79% e 64,4%, valutati a campione).

In generale, comunque, il livello delle prenotazioni già effettuate (e rilevate


nella seconda metà di settembre) evidenzia che l'organizzazione preventiva
dei viaggi riguarda un arco di tempo limitato al mese successivo. Nella media
Italia, infatti, le prenotazioni per novembre e dicembre si attestano intorno al
12 -13%.



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Il ricorso all'Intermediazione influenza questi risultati e riveste un ruolo si-
gnificativo nell'allungamento della stagione turistica, permettendo alle impre-
se di vendere più camere, soprattutto al di fuori dei periodi di punta. Dalla ri-
levazione effettuata, le imprese che ricorrono sistematicamente agli interme-
diari di viaggio, infatti, realizzano + 15,4% a luglio, + 23,3% a settembre e +
13% ad ottobre, rispetto alle strutture che non sono inserite in questi circuiti.

Questa prassi ad oggi coinvolge circa il 30% delle strutture ricettive, con punte
particolari tra gli alberghi di categoria elevata (4 e 5 stelle) e tra i campeggi e i
villaggi turistici. La creazione di rapporti più consolidati con i T.O. avreb-
be dei riflessi positivi anche sulla quota di clientela straniera, oltre che
sostenere la diversificazione dell'offerta rispetto al balneare.

Dalle rilevazioni effettuate, emerge che nell'estate 2008 la vacanza in Puglia


è durata oltre 5 notti: superiore a quella dello stesso periodo del 2007 e alla
media registrata in Italia (4,4), soprattutto per la clientela straniera che in Pu-
glia soggiorna una notte in più. Su questo incide, in particolare, la vacanza nei
campeggi e nei villaggi turistici che dura oltre 7 notti.

La quota di clientela che arriva nelle strutture attraverso i circuiti degli inter-
mediari di viaggio è pari al 9,5%, in linea con la media nazionale del periodo. Il
turismo organizzato si rivolge prevalentemente agli alberghi a 4 e 5 stelle.

In crescita anche le prenotazioni attraverso Internet, che rappresenta or-


mai un elemento importante, sia come modalità di organizzazione del sog-
giorno che come fattore di scelta. Nel dettaglio, il 36% dei turisti ha prenotato
il soggiorno tramite web, utilizzando siti di proprietà delle strutture o e-mail,
in linea con quanto è avvenuto a livello nazionale.

Da questo quadro generale emergono i tratti di un tendenziale dualismo del


sistema ricettivo regionale, che caratterizza i diversi segmenti che lo com-
pongono e si riproduce all'interno di ciascuno di essi. Infatti, quasi tutte le
strutture ricettive -dagli alberghi ai villaggi turistici, dai campeggi alle resi-
denze agrituristiche - segnalano al contempo decrementi e incrementi soste-
nuti di presenze turistiche.

L'esistenza di una simile polarizzazione [alla quale si sottraggono soltanto i


B&B, un segmento caratterizzato da una sostanziale stabilità della domanda
turistica) sembra tuttavia indicare che gli esercizi ricettivi che mostrano
segni di maggiore sofferenza sul mercato sono quelli di minore dimen-
sione, di più modesta qualità e prive delle risorse necessarie a sviluppa-
re adeguate attività di promozione, mentre le strutture più grandi, più or-


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ganizzate e in grado di proporsi sul mercato con appropriate strategie di mar-
keting sono anche quelle che riescono ad intercettare flussi crescenti di do-
manda turistica.



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4.0 UN'ISTANTANEA DEL COMPARTO A SAN GIO-


VANNI ROTONDO

4.1 Prima analisi dei dati rilevati dall’APT e dal Comune


San Giovanni Rotondo è una delle principali città turistiche in Italia, il cui
flusso di visitatori è prevalentemente collegato alla figura di Padre Pio da
Pietrelcina.

E' ormai imprescindibile prendere atto del fatto che, se si esclude la presenza
dell'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" e di attività agricole sopravvissu-
te al disconoscimento della civiltà rurale dei padri in nome della modernità,
l'economia della città può trovare una propria ipotesi di sviluppo unicamente
se collegata - direttamente o indirettamente - al comparto turistico.

Senza entrare nel merito delle scelte giubilari e delle ricadute generate dalle
scelte amministrative compiute nei decenni che hanno accompagnato la cre-
scita del territorio dall'arrivo di San Pio ai giorni nostri, questa parte di pro-
getto avrebbe la pretesa di fotografare lo stato dell'arte nell'anno 2009 e - su
tale base - spingersi ad immaginare qualche scenario futuro.

Partiamo dai dati. In particolare da quelli che costituiscono l'offerta.

2008 CLASSE RICETTIVITÀ'

Esercizi posti letto

ALBERGHI 4 STELLE 9 1.329

3 STELLE 59 2.984

2 STELLE 21 999

1 STELLA 6 128

TOTALE ALBERGHIERI 95 5.440


AFFITTACAMERE 41 358

VILLAGGI E CAMPEGGI 1 120

CASE PER FERIE 2 78



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BED & BREAKFAST 27 229

TOTALE COMPLEMENTARI 71 785

TOTALE COMPLESSIVO 166 6.225

(fonte: I.A.T. - Strutture ricettive in attività nel territorio comunale)

Dal lato della domanda, assumiamo i dati del precedente anno 2008:

2008 Movimento Turistico

Arrivi Presenze
Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

GENNAIO 5.888 259 6.147 11.469 460 11.929

FEBBRAIO 6.987 675 7.662 12.389 1.383 13.772

MARZO 14.007 1.770 15.777 25.369 3.374 28.743


APRILE 27.799 4.796 32.595 48.206 7.552 55.758

MAGGIO 55.437 3.940 59.377 93.722 8.295 102.017

GIUGNO 47.713 3.798 51.511 79.566 6.951 86.517

LUGLIO 23.750 3.868 27.618 43.757 6.965 50.722

AGOSTO 46.975 3.990 50.965 88.213 8.253 96.466

SETTEMBRE 57.458 6.883 64.341 97.902 14.595 112.497

OTTOBRE 54.647 7.886 62.533 88.915 14.642 103.557

NOVEMBRE 31.770 3.105 34.875 50.747 4.810 55.557

DICEMBRE 11.167 325 11.492 20.227 584 20.811

TOTALI 383.598 41.295 424.893 660.482 77.864 738.346

(fonte: Ufficio SUAP del Comune di San Giovanni Rotondo, si ringrazia il dott. Antonio Puzzolante).



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Risulta di tutta evidenza un primo rapporto tra domanda e offerta che ge-
nera una media annuale inferiore a 70 ospiti per ciascun letto.

Un dato che rivela una frammentarietà tale da trasformarsi da elemento po-


tenziale in minaccia. Ancora più evidente se si considerano i successivi dati
sulle medie mensili nell'utilizzo dei posti letto.

MEDIE MENSILI UTILIZZO POSTI LETTO DISPONIBILI

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

GENNAIO 1,83 1,5 1,56 1,47 1,6 1,2 1,73 1,92


FEBBRAIO 1,81 2,37 1,75 1,53 1,57 1,19 1,91 2,21

MARZO 7,3 8,02 5,29 4,88 4,95 4,28 5,55 4,62


APRILE 12,7 13,67 9,52 7,18 10,78 9,55 11,46 8,96
MAGGIO 12,03 13,09 10,46 9,21 9,95 8,26 9,12 16,39

GIUGNO 11,03 13,65 7,77 7,29 9,41 8,24 9,53 13,90


LUGLIO 6,44 7,01 5,67 7,65 6,14 5,63 6,81 10,54

AGOSTO 12,32 14,15 9,64 12,89 11,17 10,58 12,75 19,71

SETTEMBRE 15,39 16,55 11,18 15,17 12,73 12,97 14,81 22,90


OTTOBRE 14,37 14,2 11,05 15,77 13,85 11,65 12,56 19,43

NOVEMBRE 7,05 6,86 5,55 5,55 5,55 5,44 6,07 9,38


DICEMBRE 3,06 1,99 2,26 2,26 2,23 2,64 2,26 3,49

TOTALE 105,33 113,06 81,7 90,85 89,93 81,63 94,56 118,61


(Fonte: elaborazione S.U.A.P. dei dati forniti da Ufficio I.A.T. – si ringrazia il dott. Antonio Puzzo-
lante)

Introducendo un ulteriore elemento oggettivo di riflessione, ovvero la stagio-


nalità degli arrivi e delle presenze, si potrà ottenere un ulteriore motivo di ri-
flessione confrontando San Giovanni Rotondo con la realtà regionale descritta
nel capitolo precedente.



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Medie mensili utilizzo posti letto disponibili



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5.0 DAUNIA E GARGANO COME DESTINAZIONE


Il prodotto “destinazione turistica” (tourist destination product - TDP) è un si-


stema di offerta complesso composto dalle risorse – generiche e specifiche – e
dai servizi turistici presenti in un territorio. Esso sottende una proposta di va-
lore che, in una logica di competizione territoriale, assume tratti di unicità e
distintività rispetto alle destinazioni concorrenti.

Nei mercati che presentano un profilo turistico evoluto la gestione strategica


della destinazione turistica è finalizzata alla valorizzazione in un’ottica inte-
grata del potenziale di risorse radicate presenti nello specifico sistema locale,
piuttosto che alla definizione di singole offerte turistiche gestite individual-
mente da parte di diverse organizzazioni (tour operator, imprese, ecc.).

Nella prospettiva dell’integrazione dell’offerta turistica locale risulta sem-


pre più importante il ruolo dei policy maker (o degli enti territoriali del turi-
smo, delle agenzie di sviluppo, delle cosiddette Destination Marketng Orga-
nizations, ecc.) nei processi di coordinamento delle attività gestite dai singoli
stakeholder turistici (Weaver, Oppermann, 2000; Grängsjö, 2003, Sheehan,
Ritchie, 2005). Questi ultimi, infatti, nella definizione della strategie di svilup-
po delle destinazioni turistiche – e nella relativa implementazione – potrebbe-
ro avere, in mancanza di una condotta coordinata e coerente a livello di siste-
ma locale, una distinta visione del territorio, differenti obiettivi, un distintivo
approccio al marketing della destinazioni turistica.

Il temi principale di questo progetto riguarda i processi di gestione di una del-


le principali risorse di marketing di una destinazione turistica, la marca terri-
toriale (“destination brand”, Hankinson, 2001, 2004; Kaplanidou, 2003; Hosa-
ny, Ekinci, Uysal, 2006), leva di fondamentale valore strategico per comunica-
re ai consumatori in target la proposta di valore di una destinazione, così co-
me identificata dagli stakeholder turistici locali.

L’architettura della marca della destinazione turistica (“destination brand ar-


chitecture”) che l’intero sistema di stakeholder locali (“tourism stakeholders sy-



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stem”, Weaver, Oppermann, 2000) concorre a definire, è la piattaforma cogni-
tiva mediante la quale trasferire l’identità e il carattere distintivo di una speci-
fico TDP. Le strategie di marca di una destinazione turistica, infatti, consento-
no di sviluppare il valore di un territorio sotto due punti di vista: da un
punto di vista cognitivo, in quanto la marca è strumento ideale per collegare
la destinazione al sistema cognitivo e percettivo del turista, consentendo
il posizionamento competitivo della destinazione stessa; da un punto di vista
di condotta strategica, in quanto una strutturata strategia di branding consen-
te di analizzare le risorse territoriali e di definire sistemicamente gli in-
tenti e le azioni degli attori economici operanti nell’area. In altre parole, la
marca si configura come una delle principali risorse relazionali del TDP (Han-
kinson, 2004), similmente a quanto si verifica per molti altri prodotti/servizi
per i quali la marca è una risorsa fiduciaria e relazionale fondamentale per il
raggiungimento del vantaggio competitivo (tra gli al. Aaker, 1991; Ambler,
1995; Keller, 2003b).

I presupposti teorici di fondo delle idee esposte in questo lavoro si riconduco-


no alla Resource-based Theory (tra gli altri Barney, 1991; Peteraf, 1993; Grant,
1991; Hamel e Prahalad, 1994) ed alla più recente letteratura di marketing
territoriale che approfondisce l’analisi della marca delle destinazioni turisti-
che (“destination branding”, tra gli altri Hankinson, 2001, 2004; Cai, 2002;
Gnoth, 2002; Morgan , Pritchard, Pride, 2002, Kaplanidou, 2003; Park, Petrick ,
2005).

In sintesi, gli obiettivi del presente lavoro sono i seguenti:

• analizzare il ruolo delle risorse di contesto “specifiche” di un territorio


– risorse territoriali e paesaggistico-ambientali (risorse del turismo re-
ligioso e dei beni culturali in un’accezione ampia) – nella definizione
delle strategie di sviluppo della destinazione turistica;

• identificare le principali strategie di marketing finalizzate allo sviluppo


delle destinazione turistiche ed al raggiungimento di un vantaggio
competitivo territoriale sostenibile in una prospettiva collaborativa;



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• definire un modello concettuale per l’analisi della marca territoriale,
mediante l’identificazione dei principali elementi costitutivi della iden-
tità della marca della destinazione turistica (“destination brand identi-
ty”) e delle principali determinanti del valore della marca della desti-
nazione turistica (“destination brand equity") nella percezione dei turi-
sti in target;

• validare il modello di marca territoriale proposto, verificando, median-


te una ricerca empirica, la capacità descrittiva del modello proposto di
spiegare i processi di destination nell’ambito di uno specifico contesto
territoriale: la Via Francigena del Sud.

Gli obiettivi e le idee sviluppati nel progetto si basano sui risultati di un pro-
getto di ricerca empirica distinto in due fasi:

1. una fase di ricerca qualitativa esplorativa, durata tre anni e condotta


con interviste in profondità, che ha coinvolto numerosi stakeholder tu-
ristici locali presenti nell’area del Gargano e della Provincia di Foggia,
finalizzata:

a. all’individuazione delle principali strategie collaborative di marke-


ting implementabili nell’area per raggiungere un vantaggio com-
petitivo territoriale sostenibile;

b. ad analizzare l’architettura della marca territoriale progettabile da


parte dal sistema degli stakeholder turistici locali (identità della
marca territoriale);

2. una fase di ricerca quantitativa sviluppata mediante indagini pilota su


campioni di turisti – italiani e stranieri - intervistati presso siti cultura-
li presenti nell’area, al fine di misurare il valore della marca territo-
riale percepito dai turisti (in particolare, l’immagine della marca ter-
ritoriale).

Da ultimo va aggiunto, anche se banale, che l’area oggetto del presente pro-
gramma è caratterizzata da un’intensa concentrazione di risorse ad altissimo



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valore storico, culturale, archeologico e paesaggistico-ambientale (risorse
“specifiche”). La presenza in particolare degli attrattori legati alla presenza di
Padre Pio da Pietrelcina, consentono alla Regione Puglia di contare su impo-
nenti flussi turistici.

Agli Enti Locali, fra i quali un ruolo decisivo spetta alla Provincia di Foggia ed
al Comune di San Giovanni Rotondo, spetta il compito di offrire un governo au-
torevole all’iniziativa, garantire sicurezza e ordine pubblico, igiene e decoro,
viabilità e infrastrutture all’altezza dei grandi flussi. Ma anche di investire le
risorse umane e finanziare necessarie alla migliore riuscita del progetto per
contribuire ad un più ampio progetto di sviluppo economico, sociale e turisti-
co della Città, del Gargano e dell’intera Puglia.



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6.0 IL RUOLO DELLE RISORSE SPECIFICHE E DI


CONTESTO NELLO SVILUPPO SOSTENIBILE: SCO-
PO DEL PROGETTO

Le risorse e competenze di un’area a vocazione turistica possono essere di-


stinte in: materiali ed immateriali.

Le risorse materiali possono essere generiche – come le infrastrutture econo-


miche e quelle sociali, e le risorse finanziarie – o specifiche – come le risorse
culturali ed archeologiche, quelle paesaggistiche e naturali.

Le risorse immateriali, invece, possono essere distinte in risorse di conoscenza


(conoscenza fortemente radicata nel territorio anche per la presenza di centri
di eccellenza nella ricerca), risorse di competenza (le abilità individuali degli
stakeholder locali di usare e combinare le risorse materiali ed immateriali di-
sponibili), risorse relazionali (capitale sociale), risorse di fiducia (reputazione
che la destinazione conquista dagli stakeholder principali, interni ed esterni al
territorio).

In una prospettiva di gestione della destinazione turistica, le risorse che pos-


sono portare allo sviluppo e valorizzazione della destinazione sono quelle spe-
cifiche (culturali, storiche, religiose, paesaggistiche e naturali), altamente di-
stintive e fortemente radicate nella destinazione turistica. Come indicato nella
Figura 1, la disponibilità di risorse specifiche, di risorse generiche e di servizi
turistici consente di identificare diverse tipologie di destinazioni turistiche.

Tutti i territori possono avere risorse culturali e naturali ma non sempre la lo-
ro qualità è tale da caratterizzare e rendere distintiva o unica la destinazione
turistica. Esistono esempi di destinazioni turistiche, come la Riviera Romagno-
la, che sono state capaci di attivare processi virtuosi di crescita turistica svi-
luppando infrastrutture fortemente attrattive e servizi recettivi e di intratte-



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nimento intorno ad un’offerta di risorse specifiche (naturali, paesaggistiche e
culturali) non certamente distintive.

I territori caratterizzati da risorse specifiche non distintive, da un gap infra-


strutturale e da servizi turistici e di intrattenimento non coerenti sotto
l’aspetto qualitativo e quantitativo sono aree deboli dal punto di vista compe-
titivo; in questi casi è necessario reinventare la missione e la visione del pro-
cesso di sviluppo della destinazione turistica con un radicale turnaround della
stessa. Come nella competizione tra imprese, la crescita e lo sviluppo di una
destinazione turistica è da ascrivere, spesso, alle capacità di governo degli at-
tori chiave nel mobilitare le risorse immateriali fortemente radicate – compe-
tenze, relazioni, fiducia – e di guidare il processo di valorizzazione e sviluppo
della destinazione turistica.

Oggi nella realtà, invece e purtroppo, anche ragionando del solo Gargano, ci
troviamo di fronte ad un’area a vocazione turistica con un medio-alto poten-
ziale competitivo caratterizzata dalla presenza di risorse specifiche altamente
distintive ma dalla carenza di risorse generiche e/o di servizi turistici qualifi-
cati.

Il presente progetto vede quindi nello sviluppo dei servizi turistici e delle in-
frastrutture l’opportunità di connettere le risorse specifiche alla capacità degli
stakeholder locali di:

• sviluppare la destinazione, in particolare migliorare e innovare il


prodotto turistico della destinazione (TDP) nelle sue diverse compo-
nenti: servizi recettivi, trasporti, intrattenimento, eventi, e così via;

• creare una rete molto fitta di relazioni interne, tra gli stakeholder
locali, ed esterne, in particolar modo con le altre destinazioni turisti-
che e con i target di clienti (turisti) della destinazione;

• migliorare la reputazione della destinazione in termini di capitale


di fiducia riferito sia alla qualità del TDP sia all’affidabilità degli attori
che ne guidano lo sviluppo.



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Lo Scopo è dunque quello di realizzare un’area turistica di eccellenza ca-
ratterizzata da risorse specifiche altamente distintive, infrastrutture ne-
cessarie e servizi turistici qualificati, agendo sulla integrazione e sul
coordinamento delle diverse risorse del territorio.



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6.1 Il vantaggio competitivo della “Via Francigena del Sud”
interrelato con il modello delle quattro pietre angolari di Pe-
teraf

Il modello concettuale delle “pietre angolari” del vantaggio competitivo di Pe-


teraf (1993) è utile per riconoscere la relazione esistente tra le risorse di un
territorio e la tipologia di vantaggio competitivo che può derivare da una cor-
retta valorizzazione delle risorse turistiche locali.

Adattando il modello di Peteraf alla peculiarità della competizione territoria-


le, si può affermare che tutti i territori hanno una base di risorse eterogenea.
Nella prospettiva di management della destinazione turistica le risorse princi-
pali di un territorio ai fini della valorizzazione turistica, come detto preceden-
temente, sono quelle specifiche (culturali, storiche, religiose, paesaggistiche ed
ambientali), in quanto anche distintive. La Daunia ha risorse archeologiche e
paesaggistiche che per loro natura sono rare (prima pietra angolare), in una
posizione di monopolio naturale.

Le risorse di una destinazione turistica possono condurre a due tipi di rendite.


Le rendite ricardiane sono tipiche di quelle destinazioni turistiche che hanno
abbondanza di risorse naturali e culturali, così come di infrastrutture e di ser-
vizi turistici, che consente loro di sfruttare la dimensione potenziale della do-
manda e di conseguire economie di dimensione (i.e. destinazioni come Roma o
Berlino). Altre destinazioni, invece, perseguono rendite shumpeteriane o
monopolistiche che derivano dall’abilità di innovare il prodotto turistico della
destinazione e di sfruttare la minore elasticità al prezzo della domanda attuale
e potenziale. La Daunia, e più ancora il Gargano, non può perseguire strategie
di volume a causa della particolare rarità delle risorse specifiche del contesto
e del limite fisiologico che essi hanno in termini di morfologia del territorio
che non consente di ospitare grandi masse di turisti e di aumentare la dimen-
sione della capacità ricettiva esistente oltre una soglia sostenibile.




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Un altro aspetto fondamentale del modello di Peteraf sono i limiti ex post alla
competizione delle risorse specifiche della destinazione turistica (seconda
pietra angolare). Le risorse difficili da imitare sulle quali si fonda il vantaggio
competitivo della destinazione dipendono anche dai meccanismi di isolamento
competitivo che la destinazione turistica è in grado di attivare (Rumelt 1984).
Infatti nell’economia della conoscenza i territori competono soprattutto nella
capacità di sviluppare risorse immateriali, in particolar modo risorse di cono-
scenza (Valdani, Ancarani, 2000).

Quando il vantaggio competitivo di una destinazione turistica si basa su risor-


se e competenze immateriali e sulle capacità relazionali del suo centro strate-
gico di drenare dal network degli stakeholder locali il capitale di conoscenza
fortemente radicato attraverso processi interorganizzativi diventa difficile per
le altre destinazioni turistiche comprendere (Lippman, Rumelt, 1982) ed imi-
tare le basi del vantaggio territoriale, che si configurano come “differenze na-
scoste”. Queste ultime possono essere comprese con la metafora dell’iceberg
della differenziazione che Abell (1994) ha usato al fine di spiegare le differen-
ze in termini di performance competitive tra i concorrenti nella competizione
tra imprese. Ovviamente tale metafora è riferita, in questo lavoro, alle diffe-
renti performance competitive di destinazioni turistiche concorrenti.

La terza pietra angolare enfatizza che non esiste la perfetta mobilità delle ri-
sorse specifiche (terza pietra angolare) perché le risorse storiche e archeo-
logiche potrebbero essere tecnicamente riprodotte ma senza la possibilità di
ricostruire i legami con gli eventi o la cultura degli autori del passato che ri-
mane fortemente legata al territorio in cui esse sono fisicamente localizzate.

Non è infrequente che alcuni territori possano trovare opportunità di valoriz-


zazione turistica perseguendo rendite paretiane che si distribuiscono tra i
possessori delle risorse e la stessa destinazione turistica: in questo caso le
rendite che ne derivano sono distribuite tra la destinazione turistica, che si
avvantaggia della presenza dell’attrazione, e il possessore delle risorse ovvero
l’imprenditore. Generalmente si parla in questi casi di quasi-rendite per la



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necessaria combinazione di una rendita paretiana a quella ricardiana. Questa
alternativa strategica è stata realmente implementata da diverse città che
hanno creato risorse di attrazione (i.e. museo di arte contemporanea “Gugge-
nheim” di Bilbao o il Parco Disneyland di Parigi).

Le risorse archeologiche Daune potrebbero, in teoria, anche essere trasferite


attraverso alienazione, tuttavia i costi di acquisizione sarebbero più alti delle
rendite che potrebbero derivare dallo sfruttamento in termini turistici delle
stesse. La risorsa naturale è totalmente intrasferibile. I limiti ex ante alla com-
petizione (quarta pietra angolare) si riferiscono alla considerazione che se
tutte le destinazioni turistiche perseguissero il vantaggio competitivo nella
stessa maniera i costi di acquisizione delle risorse su cui tale vantaggio si fon-
da aumenterebbero al punto da rendere economicamente svantaggioso per
ciascuna destinazione il perseguimento di un valido processo di valorizzazio-
ne della destinazione turistica.

Ciò conduce all’osservazione che l’esistenza di imperfezioni nel mercato delle


risorse, necessaria affinché una destinazione turistica possa derivare dalla ac-
quisizione delle sesse rendite superiori ai costi di acquisizione, è garantita
proprio dall’esistenza di destinazioni turistiche come il Gargano e la Daunia,
che perseguono strategie di valorizzazione basate su risorse uniche e non ac-
quisibili.

Pertanto, un ruolo cruciale è svolto dalla definizione di una chiara proposta di


valore attraverso il posizionamento competitivo della destinazione verso i
clienti in target e le destinazioni turistiche concorrenti.



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7. IL PRODOTTO TURISTICO E LA VALORIZZA-


ZIONE DELLA “VIA FRANCIGENA DEL SUD” IN
UN’OTTICA INTEGRATA

Come detto in precedenza, una destinazione turistica è un territorio caratte-


rizzato da risorse specifiche distintive e uniche. Tuttavia, un tourist destination
product (TDP) può essere organizzato anche intorno ad un nucleo d’offerta
rappresentato da servizi ricreativi. In questi casi l’esistenza nella destinazione
di risorse specifiche può assumere un’importanza secondaria.

Nel caso di presenza nel territorio di risorse specifiche il prodotto turistico


della destinazione può distinguersi per la sua integrazione tra queste ultime e
i servizi ricreativi (intrattenimento, svago, e così via). Nella Figura 5 è posta in
relazione la disponibilità di risorse specifiche (limitata, ampia) con la disponi-
bilità di servizi ricreativi (limitata, ampia) di una generica destinazione turi-
stica. La destinazione turistica che ha ampie disponibilità di risorse specifiche
e di servizi ricreativi qualificati (quadrante in alto a destra della Figura 6) evi-
denzia la possibilità di creare un TDP altamente esperenziale. Non è possibile
comprendere la natura delle relazioni che si sviluppano nel sistema degli sta-
keholder locali della destinazione turistica se non introduciamo i tre differenti
livelli che caratterizzano il tourist destination product (TDP).

Il nucleo del TDP è riferibile al concetto di servizio di base come espresso


dalla recente letteratura del marketing dei servizi (Zeithmal, Parasuraman,
Berry, 1990). Il servizio di base esprime il mix delle esperienze che il cliente
ricerca nella fruizione del TDP e che rappresenta il motivo principale del viag-
gio. Se il cliente ricerca una singola esperienza nella fruizione del TDP siamo in
presenza di un turismo balneare, culturale, sportivo, del benessere,
dell’intrattenimento a seconda della singola motivazione principale del viag-
gio. Nel caso in cui il cliente ricerchi molteplici esperienze come motivazione
principale del viaggio nella destinazione turistica siamo, invece, in presenza di
una domanda più complessa da soddisfare e il TDP dovrà integrare e esplo-



Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 31/112

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rare il mix delle attrazioni e delle risorse da offrire come esperienza tu-
ristica complessa ed integrata.

Le esperienze di un TDP possono essere ricondotte a differenti domini di of-


ferta:

1. cultura;

2. paesaggio e natura;

3. eventi (sport, musica, intrattenimento, ecc.);

4. multimedialità e creatività.

Intorno al servizio di base devono essere considerate due tipologie di servizi


supplementari: servizi supplementari necessari e i servizi supplementari
differenzianti. I primi sono necessari per avere una fruizione soddisfacente
del servizio di base; in altri termini essi facilitano l’accesso e la fruizione del
servizio di base da parte dei clienti in target: i.e. ricettività, servizi informativi,
trasporti e così via. I secondi invece sono servizi realmente differenzianti il
TDP rispetto a quelli concorrenti. Essi hanno un elevato impatto nel differen-
ziare il TDP nella misura in cui soddisfano in modo diverso e unico i bisogni
dei clienti in target (esempi sono negozi specializzati, artigianato locale e così
via).

L’importanza di offrire un TDP integrato, quale esso stesso elemento di diffe-


renziazione e distintività, è emerso dalla ricerca esplorativa che ha coinvolto i
tour operator incoming e le strutture ricettive del Gargano. Gli operatori hanno
messo in evidenza che nel sistema locale sono offerti pacchetti turistici singoli
e standardizzati. La possibilità, invece, di organizzare e offrire ai clienti un
pacchetto turistico che integri l’ampia disponibilità di risorse specifiche e non
è una strategia non ancora percorsa, ma che sarebbe destinata ad offire i mi-
gliori benefici risultati nel medio-lungo termine.



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7.1 Valorizzazione della “Via Francigena del Sud” in ottica
cluster-based
Modello concettuale di cluster turistico utilizzato nel progetto.

Diversi autori hanno evidenziato l’importanza delle agglomerazioni geografi-


che di imprese per spiegare il vantaggio competitivo di alcune aree territoriali.
Queste agglomerazioni in genere sono state analizzate come distretti indu-
striali Becattini (1998, 1989) o cluster Porter (1998). Una definizione interes-
sante è di Giacomo Becattini: il distretto turistico, che esalta la natura socio-
economica dello stesso, è quella di un’entità socio-territoriale caratterizza-
ta dalla compresenza attiva in un’area territoriale circoscritta, naturali-
sticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di
una popolazione di operatori turistici.

Nella definizione di cluster, invece, Porter (1998) evidenzia anche la dimen-


sione politico-istituzionale che svolge un ruolo altrettanto importante nei pro-
cessi localizzativi: «un cluster è un gruppo geograficamente concentrato di
imprese in un particolare settore o campo di attività interconnesse tra di
loro nonché con istituzioni associate, accomunate da similarità e comple-
mentarità». Nei processi di valorizzazione di una destinazione turistica gli at-
tori istituzionali assumono un ruolo fondamentale, anche per la dimensione
sovracomunale che spesso li caratterizza.

In tale ottica, il presente progetto sposa a pieno la filosofia del Sistema Turi-
stico Locale di Prodotto (STP) così come definito e normato da Regione Pu-
glia attraverso Regolamento 9 marzo 2008 n. 4 ai sensi dell'art. 5 della legge
nazionale n. 135/2001.

Il successo di una strategia di valorizzazione di una destinazione turistica in


una prospettiva cluster-based dipende dalla presenza nella destinazione di un
“centro strategico” (Lorenzoni, Baden Fuller, 1995). Esso è deputato a gestire il
cluster come un sistema unico e integrato. Il “centro strategico” potrebbe esse-
re organizzato dal Nucleo promotore del Sistema Turistico. La competenza
principale del “centro strategico” è quella di aggregare intorno alla missione



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e alla visione della destinazione turistica le competenze dei diversi sta-
keholder, e di organizzare un prodotto turistico della destinazione in grado di
attrarre e soddisfare i potenziali clienti in target.

Queste dinamiche relazionali, gestite dal “centro strategico” riguardano tre


aspetti principali:

5. lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e


dei contenuti, utili per una migliore e più divertente fruizione delle ri-
sorse specifiche della destinazione turistica;

6. la co-produzione del prodotto turistico della destinazione;

7. la gestione della conoscenza di mercato, anche al fine di sviluppare nuo-


vi prodotti e servizi.

La figura pone in assoluta evidenza, inoltre, gli elementi costitutivi del cluster
turistico. Le organizzazioni della destinazione (aree ellittiche piene); la rela-
zione tra l’organo di governo centrale del cluster o “centro strategico” (area
ellittica piena centrale al modello) e gli altri stakeholder del cluster (altre aree
ellittiche piene), la direzione della relazione tra l’organo di governo del cluster
e gli altri attori della costellazione (relazioni unidirezionali o bidirezionali).
Alcune linee sono più spesse di altre per indicare che la relazione tra gli stake-
holder è più importante o più intensa.

La relazione tra l’organo di governo del cluster e il fornitore delle tecnologie


ICT (linea ellittica superiore spessa) potrebbe essere utile per lo sviluppo
creativo e multimediale del prodotto turistico della destinazione. Così come,
tra i fornitori di contenuti, non può trascurarsi il ruolo dei soggetti con le ne-
cessarie competenze di marketing e in più in generale di management del turi-
smo (Università, società di consulenza specializzate): essi hanno necessaria-
mente un ruolo importante nella genesi e nella gestione del cluster turistico. Si
pensi alla definizione di una marca della destinazione, alle ricerche di mercato
connesse al monitoraggio della domanda, alle analisi sulla concorrenza, ai
progetti sul posizionamento del brand e dell’offerta turistica, allo sviluppo e
alla gestione dei servizi periferici, alla partecipazione alle fiere nazionali ed in-
ternazionali e così via.


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La relazione tra l’attore di governo del cluster e le organizzazioni della desti-
nazione impegnate a produrre sia i servizi supplementari necessari (ricettivi-
tà, trasporti, informazioni) sia quelli supplementari differenzianti sono centra-
li al modello (ellisse centrale vuota a linea piena). Il loro scopo e di progettare,
produrre e consegnare ai clienti in target un prodotto turistico integrato, uni-
co e soddisfacente per il turista.

Infine la relazione tra l’organo di governo del cluster e i canali distributivi (el-
lisse in basso vuota con linee tratteggiate) come ad esempio con i tour opera-
tor incoming, le agenzie di viaggio locali e i tour operator on line, è utile per svi-
luppare conoscenza di mercato, migliorare dinamicamente il mix e la qualità
del pacchetti turistici coerentemente con i cambiamenti nei bisogni dei clienti
in target, e differenziati per tipologia di canale.

7.2. Profilo delle competenze chiave del “Centro strategico”


del cluster turistico
Nel suo complesso, la destinazione turistica dovrebbe far leva su competenze
endogene che essa possiede per attrarre competenze esogene al fine di con-
seguire il vantaggio competitivo. Far leva sulle competenze distintive vuol di-
re:

• sviluppare le risorse e competenze distintive della destinazione;

• sviluppare nuove risorse e competenze;

• integrare le differenti competenze esistenti sul territorio;

• sviluppare alleanze basate sulle competenze con altre destinazioni.

Due tipi di domande sono necessarie: quali sono gli attori economici e non che
compongono l’organo di governo e definiscono le direttrici che guidano il pro-
cesso di valorizzazione della destinazione turistica? Quali sono le competenze
che deve essere detto organo d governo?

Gli attori che andranno a comporre l’organo di governo del cluster (il “Sistema
Turistico di Prodotto”) e guidare il processo di valorizzazione della destinazio-
ne turistica sono:


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• i policy maker, essi possono essere uno o più livelli di decentramento
politico: Regione Puglia, provincia di Foggia e Comuni. Nei policy ma-
ker devono essere ricompresi anche i livelli di tutela della pubblicas
amministrazione (Soprintendenze, uffici archeologici, enti parco e così
via);

• le associazioni imprenditoriali delle imprese che forniscono servizi


supplementari di supporto e differenzianti;

• i principali tour operator incoming locali;

• le principali istituzioni finanziarie.

Le relazioni tra policy maker e associazioni degli operatori dei servizi turistici
hanno la finalità di migliorare l’attrattività della destinazione turistica
(Figura 8). Le relazioni tra policy maker e principali tour operator locali, inve-
ce, sono finalizzate a migliorare l’immagine e la notorietà della destina-
zione turistica sui mercati turistici internazionali. È noto, infatti, che la
promozione delle destinazioni turistiche, al giorno d’oggi, avviene sempre di
più nelle fiere ed eventi internazionali (World Travel Market di Londra, la bor-
sa Mediterranea del Turismo di Napoli, la Borsa internazionale del turismo di
Berlino e così via).

Infine la relazione tra i principali tour operator incoming e le associazioni degli


imprenditori degli operatori dei servizi supplementari necessari e di quelli di
supporto è finalizzata a migliorare il prodotto turistico della destinazione.
L’intero processo di governo del network dovrebbe avviare un processo vir-
tuoso di miglioramento della qualità del contesto, creazione di cultura
turistica nella comunità socio-economia e lo sviluppo di competenze di-
stintive nella destinazione.

Da ricordare, che il processo di valorizzazione di una destinazione turistica è


un processo market driven piuttosto che product driven. Infatti, dato che la do-
tazione di risorse specifiche di una destinazione turistica è in qualche modo un
dato, è intuibile che l’innovazione di un TDP può avvenire o a livello di risorse
generiche, o al livello dei servizi turistici con i tempi lunghi che tali tipologie di
intervento richiedono. Per questa ragione i processi di valorizzazione di una


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destinazione turistica in genere prendono il loro avvio attraverso una miglio-
re e più creativa relazione con i canali distributivi. Questi ultimi assumono
un ruolo centrale nel governo del cluster, in particolare quei tour operator in-
coming che operano all’interno dei mercato turistico internazionale. Essi sono
in grado di presidiare la conoscenza del cliente che assume un ruolo chiave a
fini della organizzazione dinamica e della innovazione dei pacchetti turistici.

Relativamente alle competenze chiave richieste, esse sono quelle tipiche di


un “centro strategico” di una costellazione del valore:

• capacità “visionaria”;

• capacità relazionale;

• tutela e presidio delle risorse specifiche della destinazione;

• capacità di gestione del brand della destinazione turistica;

• capacità di scegliere i partner del network (università, imprese, inco-


ming tour operator, agenzie di viaggio e così via) e integrare le rispet-
tive competenze.

La capacità “visionaria” consiste nel definire in prospettiva il percorso futuro


di valorizzazione della “Via Francigena del Sud”. La visione è la proiezione del
futuro del ruolo della destinazione turistica nella competizione territoriale.
Invece la missione deve essere considerata come la modalità di raggiungimen-
to di quel ruolo o di quella visione in termini di:

• ampiezza dei segmenti clienti da colpire in termini di tipologie e pro-


venienza geografica;

• ampiezza del prodotto turistico della destinazione;

• modalità di conseguimento del vantaggio competitivo (basi di compe-


tizione);

• competenze manageriali e imprenditoriali necessarie allo sviluppo del-


la destinazione.



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La capacità relazionale consiste nell’abilità di polarizzare gli sforzi di ciascun
attore della costellazione turistica integrandoli in un unico sistema di offerta,
al fine di soddisfare le aspettative dei clienti in target.

Un importante aspetto, inoltre, è la tutela delle risorse specifiche della de-


stinazione: la gestione potrà avvenire internamente o anche affidata
all’esterno, purché essa venga svolta nel rispetto delle indicazioni strategiche
definite dall’organo di governo. Infine, molto importante è la capacità di ge-
stione del brand della destinazione turistica, con costanti azioni di sviluppo
dell’immagine e di monitoraggio del posizionamento della stessa nella mente
del turista.

7.3 Un modello multi-cluster esperenziale per lo sviluppo del-


la destinazione turistica: Daunia e Gargano attraverso la “Via
Francigena del Sud”.
Il cluster turistico è un sistema relazionale che lega tra di loro le diverse orga-
nizzazioni di una destinazione turistica (imprese, istituzioni, organizzazioni
pubbliche) per realizzare un processo integrato di valorizzazione del prodotto
turistico nelle sue diverse forme (risorse culturali e paesaggistiche; servizi di
supporto, come le infrastrutture di trasporto e di ricettività turistica, i servizi
informativi, le infrastrutture sociali ed economiche.

La complessità del cluster richiama alla mente il modello della costellazione


del valore (Normann, Ramirez, 1994). Infatti esso permette di enfatizzare le
dinamiche relazionali e di co-produzione di valore tra gli stakeholder coinvolti
nei processi di erogazione del valore per il cliente della destinazione turistica.

Lo sviluppo cluster-based di una destinazione turistica trova le sue radici in


due ordini di motivazioni. Prima di tutto nella necessità di integrare in un
sistema tutte le risorse, le attività e le organizzazioni della destinazione che
direttamente producono il prodotto turistico della destinazione o concorrono
indirettamente alla sua integrazione. La seconda, invece, è la necessità di con-
figurare un prodotto turistico ad alta intensità esperenziale ed emozio-



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nale per il cliente in target. Perciò ogni prodotto della destinazione turistica
deve essere gestito e allineato a questo scopo.

L’ipotesi di creare un mega-cluster dell’esperienza è un cambiamento e


un’opportunità di estrema importanza per lo sviluppo della destinazione turi-
stica del Gargano e dell’intera Daunia. Come hanno evidenziato tre anni di ri-
cerca esplorativa sul campo, il territorio è caratterizzato da un’elevata intensi-
tà di risorse specifiche (culturali e naturali) che può essere proposta ai clienti
in target come un prodotto altamente esperenziale ed emozionale. Quando un
turista si reca in una destinazione vive un mix di esperienze ed emozioni nel
corso della fruizione delle risorse culturali, storiche, naturali e paesaggistiche.
L’unicità di tale esperienza ed emozione dipende dall’unicità e distintività del-
le risorse specifiche. In una prospettiva cluster-based la qualità distintiva
delle risorse specifiche può essere migliorata se tali risorse sfruttano le
diverse sinergie e complementarietà con le altre risorse della destina-
zione, non necessariamente specifiche (Cantone 2005).

Come messo in evidenza dalla successiva Figura 9, il prodotto “Via Francigena


del Sud” può essere organizzato intorno a quattro dimensioni strategiche, che
danno espressione alle risorse del territorio: paesaggio ed ambiente, cultura,
eventi e creatività. Queste dimensioni possono essere considerate le linee gui-
da delle politiche locali per lo sviluppo della destinazione turistica.

Alcune spiegazioni sono necessarie riguardo alle singole dimensioni del mo-
dello qui proposto.

Prima di tutto la “creatività” non è una dimensione autonoma del prodotto tu-
ristico bensì un facilitatore della stessa fruizione del prodotto della destina-
zione turistica. Il dizionario di Webster definisce la creatività come “l’abilità di
creare significative nuove forme”. Secondo Florida (2002) la creatività è pro-
pria delle persone e si manifesta attraverso: creatività tecnologica (innova-
zione creativa), creatività imprenditoriale (nuove iniziative, nuovi prodotti
e servizi), creatività artistica e culturale (prodotti culturali ed artistici). La
convergenza dell’arte, della tecnologia e del business ha determinato lo svi-
luppo dell’economia della creatività, che è “il mix di attività economiche, indu-



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striali e di servizi, che ha origine nella creatività, nelle abilità individuali, e nel
talento dei singoli, e che ha la potenzialità di creare valore attraverso la genera-
zione e lo sviluppo dei brevetti”.

L’industria creativa produce, direttamente ed indirettamente, prodotti artistici


e culturali. Perciò la dimensione creatività, o l’industria creativa, supporta
le altre tre dimensioni del modello concettuale, che sono le vere risorse di
un prodotto della destinazione turistica.

La dimensione “cultura”, invece, sintetizza le opportunità di crescita della


destinazione turistica in relazione all’economia ed al management delle risor-
se culturali, come ad esempio, le risorse storiche ed archeologiche radicate in
uno specifico territorio. Come detto in precedenza si tratta di risorse specifi-
che.

La dimensione “paesaggio ed ambiente” considera il contesto naturalistico


della destinazione: mare, montagne, fiumi, laghi, parchi e così via. Anch’esse
sono risorse specifiche della destinazione.

La dimensione “eventi” considera la base di risorse del territorio al fine di


organizzare diverse tipologie di eventi (musica, sport, teatri, ecc.). Perciò la di-
sponibilità qualitativa e quantitativa di infrastrutture nella destinazione (tea-
tri, campi da gioco, piscine, e così via) è una proxy di questa dimensione. Si
tratta peraltro di risorse generiche in quanto non specifiche e non idiosincra-
tiche. In altre parole, secondo il modello delle pietre angolari di Peteraf sul
vantaggio competitivo, si tratta di risorse non eterogenee (non uniche), non
difendibili dai limiti ex ante ed ex post alla competizione, perfettamente mobili
(possono essere commercializzate nel mercato).

Come posto in evidenza dalla Figura 9, un prodotto destinazione turistica può


dar vita ad un multi-cluster esperenziale, questo mega-cluster è composto da
quattro meso-cluster: il cluster della creatività, il cluster della cultura, il clu-
ster degli eventi e quello del paesaggio e della natura. Ciascun meso-cluster, a
sua volta, è composto al suo interno da uno o più micro-cluster.



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8. FASI DEL PROGETTO “VIA FRANCIGENA DEL


SUD” NELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO COME
DESTINAZIONE TURISTICA

Le fasi di cui è composto il progetto sono cinque e precisamente:

1. analisi del territorio, strutturazione ed elaborazione dei dati;


2. predisposizione delle azioni valorizzazione del territorio;
3. fase organizzativa ed esecutiva del prodotto “Via Francigena del Sud”;
4. fase di promo/commercializzazione e posizionamento;
5. fase delle azioni di verifica.

Tali azioni sono volte al conseguimento di molteplici obiettivi: contribuiranno


a consolidare la conoscenza della nuova offerta turistica integrata di San
Giovanni Rotondo, dell’intero territorio del Gargano e della Provincia di Fog-
gia. Esse rappresentano infatti la pre-condizione per ottenere una piena cono-
scenza delle risorse e delle criticità presenti, in modo da favorire la pianifica-
zione e progettazione di nuove azioni di promozione turistica e di marketing
territoriale, volte alla strutturazione dell’offerta secondo le nuove necessità
del marketing globale, della sostenibilità e durevolezza del sistema turistico.
Esse, infine, saranno di supporto al posizionamento efficace dei prodotti
del territorio, finalizzato alla soddisfazione della molteplicità di esigenze che
i viaggiatori moderni esprimono.

Le azioni di organizzazione dei prodotti e dei pacchetti di offerta, terranno


conto massimamente delle esigenze di destagionalizzazione e decongestio-
namento dei grandi macroattrattori presenti, per suggerire nuovi “prodotti”
che si distacchino dalla proposizione consolidata dell’offerta turistica, andan-
do a valorizzare quei “giacimenti” del patrimonio materiale ed immateria-
le che costruiscono una immagine rispondente alla Puglia “tipica ed autentica”
che si è conservata ancora oggi, a differenza di altre mete turistiche ormai ir-
reparabilmente danneggiate da uno sfruttamento intensivo ma non sempre
occasione di sviluppo diffuso.


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Le azioni di valorizzazione proposte si baseranno in particolare sulla caratte-
rizzazione del segmento “Religioso” ma interverranno positivamente sulla
promozione complessiva del brand “Viaggiare in Puglia”.

Sulla base di questi interventi è previsto un sistema di comunicazione integra-


ta che mette a reale disposizione del turista tutte le risorse territoriali offren-
do servizi di qualità sul territorio, che possano trovare una via per proporsi
in maniera adeguata a quanti desiderano scoprire il Gargano e la Puglia aven-
do a disposizione non solo eventi ma servizi in tutti i settori, dalla ricettività
all’accompagnamento su territorio.

Tutti gli attrattori, come perle di una collana, saranno tenuti assieme da un filo
conduttore che trova la propria coerenza nel “Sistema Turistico di Prodotto“.

8.1 Obiettivi specifici del progetto e benefici attesi


Gli obiettivi che questo progetto si prefigge sono molteplici e sono finalizzati
ad ottenere benefici differenziati: alcuni avranno ricaduta immediata e di-
retta sul territorio, mentre altri sono tesi ad attivare le leve strategiche di
qualificazione e posizionamento del brand, del territorio e degli operatori
economici.

I risultati attesi dal presente progetto, infatti, oltre a contribuire al consolida-


mento del posizionamento territoriale, indurranno risultati di medio-lungo
periodo tanto nel settore delle politiche pubbliche per lo sviluppo locale quan-
to nell’agire del settore privato.

Tra gli obiettivi, oltre l’ausilio nelle attività di pianificazione e progettazione


delle politiche turistiche del Comune, la possibilità di favorire la promozione
turistica ed il marketing territoriale. Tale approccio metodologico renderà i
risultati del lavoro molto più rispondenti alle reali necessità dei luoghi e con-
sentirà l’applicazione di strategie volte alla strutturazione dell’offerta secondo
le nuove necessità dei mercati turistici.

La strutturazione del progetto nel rispetto di tale metodologia indurrà inoltre


la possibilità di conoscere in maniera adeguata i punti di forza quanto le criti-



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cità del territorio, offrendo grande supporto anche alla realizzazione conte-
stuale di opere pubbliche, incidendo permanentemente sul territorio e sulla
sua “capacità ospitale”.

Per ottenere la migliore visibilità e la maggiore incisività del prodotto “Via


Francigena del Sud” sui mercati nazionali ed internazionali, la progettazione
degli strumenti di comunicazione e dei pacchetti di offerta, si avvarrà di stra-
tegie che consentano di soddisfare le esigenze di nuovo posizionamento e di
destagionalizzazione dei grandi macroattrattori già presenti.

L’obiettivo principale è la proposizione di una nuova immagine del territorio


(e di conseguenza dei prodotti), che si distacchi dalla proposta consolidata in
buona parte sull’accostamento Puglia/mare, andando a valorizzare tutti gli
aspetti del patrimonio materiale e immateriale che potrebbero rappresentare
il valore aggiunto, motivo di scelta e di preferenza rispetto a tante altre mete
turistiche vecchie e nuove, nazionali e internazionali.

Per questi motivi la tematizzazione della comunicazione avrà un forte conte-


nuto culturale e sarà ambientata nel contesto dell’intero territorio compren-
soriale, senza sottovalutare i collegamenti con ambiti territoriali regionali
omogenei per potenziare aspetti e risorse fin ora poco valorizzati: la realizza-
zione di un sistema di collegamento tra risorse offre nuove possibilità di
contatto e di gestione del territorio, andando a realizzare di fatto un vero e
proprio “Sistema Turistico” con tutti i benefici attesi, tra i quali la possibilità
di organizzare un’offerta competitiva a quanti desiderano scoprire il territorio
avendo a disposizione servizi per vivere realmente la propria esperienza emo-
zionale sul territorio.

1) consolidare la conoscenza dell’intero terri-


Obiettivi torio attraverso i “giacimenti” presenti;

2) costruzione di informazioni, prodotti e pac-


chetti di offerta turistica integrata, desta-



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gionalizzata, sostenibile, accessibile e re-
sponsabile;

3) percorsi tematici dal forte contenuto cultu-


rale e tradizionale;

4) studio sulla presenza di buone prassi e in-


centivazione di sistemi di qualificazione dei
servizi, a partire dall’informazione e
dall’accoglienza.

• incremento dell’incoming con forte


orientamento alla destagionalizzazione con
ricaduta immediata su tutti i settori
dell’offerta economica territoriale;

Sintesi dei • creazione di strumenti per la


promo/valorizzazione dei “giacimenti”
principali benefici
materiali ed immateriali e pianificazione
attesi dell’uso per evitarne un consumo non
responsabilizzato;

• studio dell’accessibilità del territorio: azioni


di sensibilizzazione ad alta incisività per lo
sviluppo.

Tutto il territorio, non soltanto l’ambito strettamen-


Bacino di utenza im- te turistico, con benefici attesi anche nei settori del-
pattato la produzione agroalimentare, artigianale e per il
tessuto economico complessivo.



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• mancanza di informazioni complete e


realistiche sulle risorse turistiche attorno ai
macroattrattori collegati alla figura di Padre
Pio;

• mancanza di informazioni capillari e


realistiche sull’accessibilità delle risorse;
Criticità/Problemi che
• carenza di proposte innovative per la
il progetto intende
promozione e la commercializzazione del
rimuovere
territorio comprensoriale (e regionale);

• assenza di proposte per la


destagionalizzazione e la sostenibilità dello
sviluppo turistico;

• mancanza di sistemi integrati di ospitalità;

• carenza dei collegamenti tra pubblico e


privato nell’offerta turistica integrata.

8.2 Aspetti normativi e regolamentari


In questa sede, preme puntualizzare come le attività proposte sono perfetta-
mente in linea anche con le ultime indicazioni in materia di turismo annuncia-
te dall’Assessorato Regionale.

Oltre al citato Regolamento 9 marzo 2009 n° 4 ai sensi dell’art. 5 Legge


regionale 11 febbraio 2002, n. 1, in materia di Sistemi Turistici Locali, la
presente progettualità risponde alla normativa vigente in materia di Turismo,
sia nazionale che regionale. In particolare, si evidenzia la rispondenza ai prov-
vedimenti normativi di seguito elencati.



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Analisi di impatto normativo

L.R. 23 OTTOBRE 1996, n. 23

"Riordinamento dell'Amministrazione turistica re-


gionale in attuazione dell'art. 4 della Legge 17
maggio 1983, n. 217".

L.R. 4 FEBBRAIO 1997, n. 7

"Norme in materia di organizzazione dell'Ammini-


strazione regionale". (TITOLO IV - Pianta Organica
art. 26 [Situazione organica degli Enti strumentali]
- comma 3).

L.R. 3 MARZO 1998, n. 10

"Modifiche della Legge Regionale 14 giugno 1996,


Provvedimenti n. 8"

legislativi regionali L.R. 11 FEBBRAIO 1999, n.11

esaminati "Disciplina delle strutture ricettive ex artt. 5, 6 e 10


della Legge 17 maggio 1983, n 217, delle attività
turistiche ad uso pubblico gestite in regime di con-
cessione e delle Associazioni senza di lucro"

L.R. 11 FEBBRAIO 2002, n. 1

"Norme di prima applicazione dell'art. 5 della L.


29/03/2001, n. 135 riguardanti il riordino del si-
stema turistico pugliese"

L.R. 15 NOVEMBRE 2007, n. 34

"Trasferimento alle province della competenza


amministrativa in materia di esercizio dell’attività
di agenzia di viaggio e turismo"



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9. FASI ATTUATIVE

9.1 PRIMA FASE: ANALISI DEL TERRITORIO


La prima azione di cui si compone il progetto è il censimento puntuale e ag-
giornato di tutte le risorse che il territorio offre attorno ai macroattrattori col-
legati alla “Via Francigena del Sud” e – più in generale – nel contesto del terri-
torio comprensoriale del Gargano, formato da 18 Comuni, nonché dai 63 Co-
muni della Provincia di Foggia.

I “giacimenti” materiali ed immateriali del territorio che s’intendono censire


sono suddivise in cinque macrocategorie quali: naturali; culturali; eventi; ser-
vizi: accoglienza ed ospitalità.

Per la precisione all’interno delle macrocategorie:

- risorse naturali comprendono Flora, Fauna, Paesaggio, Clima ed Ac-


qua. Cioè gli aspetti territoriali e di paesaggio, le specie animali e vegetali, le
caratteristiche idriche come laghi, mari, fiumi o cascate.
- risorse culturali comprendono gli stili di vita del passato e del pre-
sente, atteggiamenti e scenari sociali, ma anche elementi storici contestua-
lizzati nel territorio, come palazzi, rovine, castelli, dimore storiche, musei
siti storici. Esse includono anche ambienti religiosi come Chiese, Cappelle,
Cattedrali, oltre ad altri aspetti del patrimonio quali il Folclore, i musei, le
rovine, i luoghi di nascita di personaggi famosi, le danze etniche, le locazio-
ni di film e le tradizioni locali.
- risorse Eventi comprendono Festival musicali e spettacolari di varia
natura, tornei sportivi, attività fieristiche con valenza attrattiva e commer-
ciale, mostre, mercati, carnevali, festività religiose ed altre festività di rile-
vanza locale e nazionale, ecc.
- risorse di Servizi comprendono gli impianti appositamente costruiti
come attrazioni per il tempo libero e il turismo, ovvero tutte le attività che
consentono al turista di partecipare ad azioni, emozioni ed esperienze an-
che soltanto ricreative del proprio tempo (come anche lo shopping). Ad
esempio campi da golf, tennis, sci, stadi sportivi, piscine, sport acquatici.


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Oppure nel settore dei servizi ciò che riguarda la vendita al dettaglio di at-
trezzature sportive, cinema, botteghe artigianali, teatri, centri benessere.
- risorse di Accoglienza ed Ospitalità comprendono i servizi che ren-
dono possibile il turismo in una località ed includono le attrezzature di ri-
cettività ed alloggio come Hotel di varie categorie, B&B, agriturismi, motel,
locande, ostelli e quelle di ristorazione e catering come bar, pub, ristoranti
e trattorie. I mezzi di trasporto e di accesso quali strade, ferrovie, aerei,
mare e fiumi. Gli strumenti usati per l’accoglienza come i centri di informa-
zione, le mappe, le brochure, gli interpreti, le guide locali, non tralasciando
gli atteggiamenti della comunità ed i servizi generali a disposizione come
parcheggi, meccanici, banche, bancomat, ospedali, ambulanze, pronto soc-
corso, veterinari, posta, internet, ecc.

L’importanza di questa fase non avrebbe bisogno di approfondimenti ma è be-


ne esprimere alcune considerazioni.

Le risorse naturali sono elementi da considerare come fondamentali poiché


spesso formano il nucleo centrale del richiamo turistico di una zona. Esse, in-
fatti, sono normalmente la base su cui si sviluppano altre risorse e svolgono
quindi sia il ruolo principale che di supporto allo sviluppo turistico. Spesso so-
no considerate le meno produttive in termini economici in quanto frequente-
mente di proprietà pubblica e spesso sono sotto o inutilizzate.

Le risorse culturali riguardano un altro degli aspetti fondamentali della ri-


cerca, poiché saranno utilizzate nella compilazione e presentazione dei “pro-
dotti turistici” destinati alla promozione. Le altre risorse possono essere con-
siderate accessorie, ma sono comunque importanti, poiché possono fare la dif-
ferenza al momento della scelta della località di vacanza, ancora più qualora si
tratti di tornare a visitare un ambito geografico già precedentemente cono-
sciuto.

Le risorse dei servizi sono decisamente importanti per turisti non escursio-
nisti – ovvero gli “spender” – poiché la loro varietà e qualità costituisce una
forte motivazione nella scelta. I servizi, assieme ai requisiti minimi
dell’Accoglienza e dell’Ospitalità, hanno un ruolo fondamentale di supporto



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nella fornitura turistica complessiva perché includono tutti quei punti di con-
tatto quotidiani con la comunità locale che fanno percepire all’Ospite il livello
di qualità complessiva del territorio.

Avere un’informazione puntuale e rispondente sul territorio permetterà di ot-


tenere una visione strategica tale da consentire una migliore organizzazione
delle risorse, agevolerà la scelta di nuove azioni, ottenere la massima incisività
dell’offerta turistica e così – contestualmente – di superare eventuali criticità
future con il minimo impatto ecologico ed il massimo ritorno sul tessuto eco-
nomico e sociale.

9.2 SECONDA FASE: VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO


Sulla base dei risultati dell’analisi condotta nella prima fase, si studieranno e
proporranno azioni volte alla tutela del patrimonio che prevedano indicazioni
utili all’organizzazione della gestione dei flussi turistici. I risultati delle ricer-
che saranno impiegati anche e soprattutto per la proposizione di una segmen-
tazione dell’offerta in aree e/o prodotti omogenei per agevolarne la organiz-
zazione in “Sistema Turistico di Prodotto” competitivo e adeguato alle più re-
centi misure adottate dagli enti di governo regionale e nazionale in materia di
Turismo, sviluppando la creazione di reti sul territorio che coinvolgano il tes-
suto pubblico e privato.

Altra attività correlata ai risultati della fase di analisi sarà la organizzazione


delle informazioni sulla presenza di criticità territoriali alla quale possa segui-
re la proposizione di risoluzioni tramite l’uso di strumenti calibrati sulle reali
necessità del territorio. A mero titolo esemplificativo: corsi di formazione,
marchi d’area, elaborazione ed applicazione di disciplinari, integrazione di
prodotto, affermazione di brand tipizzanti, ecc.

Per la crescita della competitività del territorio occorre riuscire ad introdurre


meccanismi atti ad offrire garanzie reali e distinguere l’offerta territoriale da
altre concorrenti. Tale attività prevede di diffondere la cultura e la consapevo-
lezza del “miglioramento continuo” dei servizi erogati e accompagnare gli



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operatori ad adeguarsi agli standard internazionali raggiungendo nuovi livelli
di offerta, sempre più qualificanti.

Per quanto riguarda le azioni di valorizzazione, si elaboreranno percorsi tema-


tici finalizzati a proporre il territorio prevedendo un’offerta di “giacimenti”
materiali ed immateriali integrati con i processi di produzione tipici e
tradizionali dell’agricoltura e dell’artigianato locale attorno ai macroat-
trattori collegati alla “Via Francigena del Sud” ed all’Opera di Padre Pio.

Tali proposte, senza alcun dubbio innovative, oltre a consentire la generazione


di una nuova offerta turistica rivolta a soddisfare le esigenze di diversi target
(turista o pellegrino, individuale o comitiva), saranno la chiave per la promo-
zione delle risorse fino ad oggi sotto utilizzate che possono agevolare la desta-
gionalizzazione dell’offerta e la integrazione con gli altri comparti
dell’economia locale e regionale.

Contemporaneamente, decolleranno azioni di marketing territoriale per la


creazione di valore aggiunto e la strutturazione di processi di fidelizzazione
del turista, quali – a titolo esemplificativo – l’adozione di un sistema di circuito
che possa dare vantaggi concreti agli utenti quali sconti, offerte promozionali,
acquisti a distanza a condizioni estremamente favorevoli e contemporanea-
mente permetta di tracciare, entro i limiti di legge, le informazioni utili alla
predisposizione di ulteriori azioni calibrate sulla base di dati reali (“Tessera
dell’Ospite” e/o altri progetti di card telematiche multifunzionali, anche in
ambito comprensoriale).

Ulteriori azioni per la costituzione di sistemi integrati di filiera e proposizione


dei prodotti sui mercati nazionali ed internazionali potranno essere attivate
con la creazione di manifestazioni ed eventi organizzati ad hoc (Festa dell’Olio
Nuovo, Fiera Biologica, Menu a km. Zero, ecc.).



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9.3 TERZA FASE: POSIZIONAMENTO NAZIONALE E GLOBA-
LE
La fase prevede, fin dal suo start up, l’approntamento di un portale territo-
riale che, oltre ad avere un’impostazione di alto impatto, proporrà un tipo di
comunicazione innovativa, prevedendo per la descrizione del territorio attra-
verso la generazione di un’offerta integrata delle risorse e dei percorsi indivi-
duati nelle fasi precedenti. Oltre al normale uso di testi ed immagini, anche la
proposizione di audio e video appositamente realizzati per un maggior coin-
volgimento emotivo e sensoriale degli utenti: si prevede un sistema puntuale
di mappatura del territorio e delle risorse con un altissimo livello di interatti-
vità rispetto ai contenuti dedicati del portale.

Seguirà un puntuale lavoro di contatto e contrattazione con i principali Tour


Operator nazionali ed internazionali per l’inserimento dei prodotti turistici
all’interno dei migliori cataloghi, con operazioni di promozione annesse, quali
educational per gli operatori del settore e per la stampa specializzata.

È prevista la predisposizione e la stampa di materiale promozionale e divulga-


tivo che riguardi i percorsi e gli itinerari tematici, ma anche le risorse, il terri-
torio ed i prodotti, oltre al “circuito” di qualità. I materiali stampati saranno
tradotti in quattro lingue (Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo) e diffusi
presso le più importanti Fiere Internazionali del Turismo. Si prevede inoltre la
distribuzione “verticale” dei materiali, tramite invii telematici inviati diretta-
mente o lasciate a disposizione nell’area download del portale.

Le operazioni saranno finalizzate alla costituzione di un sistema di rete terri-


toriale orientato alla centralità dell’Ospite, prevedendo un adeguato livello di
autonomia del Cliente, dotato di strumenti di personalizzazione nella scelta
delle componenti che andranno a comporre il “prodotto territorio”. Tale ela-
sticità sarà realizzata anche grazie ad un sistema di contatti con i componenti
della rete di risorse territoriali nella quale il Comune si offrirà come elemento
centrale di coordinamento.



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Obiettivo di questa fase progettuale, dunque, contribuire al posizionamento
del territorio: gli “Eventi” come vetrina di eccellenze da proporre al pubblico
nazionale ed internazionale alla vigilia della stagione estiva, in un momento in
cui gli operatori raccolgono le prenotazioni per i vicini mesi di alta stagione.
Nel contempo, produrre forme e strumenti di comunicazione che contribui-
scano in modo significativo a proporre la Puglia come destinazione per tut-
te le stagioni.

Obiettivi della comunicazione per target omogenei:

PUBBLICO INTERNO

- Diffusione dell’azione al fine di rafforzare l’identificazione della popolazio-


ne locale in un’immagine e in un’identità di “prodotto territorio”, sulle quali
costruire e modellare le attività istituzionali, l’organizzazione degli eventi e
le azioni di promo-commercializzazione dell’offerta;
- Diffondere la conoscenza dei patrimoni materiali ed immateriali del terri-
torio.
- Diffondere la percezione degli “Eventi” quale concreta ed efficace iniziativa
per lo sviluppo sostenibile del territorio, aggregando attorno ad essi sog-
getti espressione non soltanto delle amministrazioni pubbliche, ma anche,
tramite l’associazionismo in tutte le sue forme, dei cittadini e delle imprese
che vivono e producono valore economico e sociale sul territorio.
- Sensibilizzare gli operatori del territorio verso la partecipazione alla co-
struzione comune del progetto ed alla qualificazione dell’Accoglienza e del-
la Ristorazione;
- Stimolare misure di tutela, soprattutto presso i giovani, gli studenti e pres-
so i formatori;
- Comunicare nuove opportunità di impresa nella valorizzazione e nel rispet-
to delle tradizioni locali;
- Stimolare gli operatori economici locali a partecipare alla creazione di nuo-
vi prodotti di qualità elevata, con particolare riferimento all’elaborazione di
itinerari tematici modulari ed allo sviluppo delle offerte turistiche di nic-



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chia, anche attraverso la ricerca e rielaborazione dei propri contenuti cul-
turali;
- Ribaltare la percezione negativa della ruralità e stimolare l’orgoglio delle
tradizioni.
- Informare e dare diffusione al progetto, alle sue azioni e alle modalità di in-
tervento. (popolazione, operatori e istituzioni)
- Creare partecipazione

PUBBLICO ESTERNO

- Ampliare la conoscenza del territorio in senso turistico attorno ai più noti


macro-attrattori;
- Diffondere l’immagine di un territorio che attraverso un’azione in chiave
comprensoriale (l’istituzione dell’STP) intende valorizzare un nutrito in-
sieme di patrimoni materiali ed immateriali di altissimo interesse;
- Diffondere la conoscenza delle produzioni tipiche;
- Diffondere la conoscenza delle aree protette;
- Proporre il territorio come fornitore di contenuti;
- Potenziare le relazioni ed i rapporti professionali con agenti di viaggio, tour
operator, associazioni di categoria, CRAL, ecc.;
- Consolidamento dell’immagine della “Destinazione Puglia” e dei prodotti
offerti, attraverso azioni di P.R. e di sensibilizzazione dei media e degli opi-
nion leader di settore.

Punti di forza e punti di debolezza della comunicazione .

PUNTI DI FORZA

- Presenza, presso target specifici, di motivi di attrazione noti a livello globa-


le;
- Territorio con patrimonio unico di rilevante interesse;
- Novità della proposta;



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- Precedenti esperienze di alta risonanza degli Esperti coinvolti in altre Re-
gioni d’Italia e d’Europa;
- Coinvolgimento nel progetto di esponenti della produzione;
- Attività di fascino in periodo di destagionalizzazione;
- Incremento della domanda di ruralità e di turismo culturale attorno ai ma-
cro-attrattori.

PUNTI DI DEBOLEZZA

- Assenza di un marchio d’area;


- Rischio di comunicare perdita di identità territoriale;
- Modesta diffusione dei luoghi attorno ai macro-attrattori;
- Asincronia stagionale rispetto agli sforzi comunicativi;
- Assenza di una strategia unica nella proposta informativa delle Istituzioni.

Pubblici di riferimento.

INTERNI

• Popolazione residente del comprensorio;

• Amministrazioni Locali;

• Diocesi;

• Associazioni di Categoria;

• Operatori turistici ed economici;

• Amministrazioni pubbliche;

• Stampa locale;

• TV e media locali;

• Regione Puglia;

• Decision maker;

• Giornalisti di settore;



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• Fornitori di beni e servizi.

ESTERNI

• Associazioni nazionali ed estere;

• Associazioni del Turismo, dei Viaggi, Camperisti, ecc.;

• Emigrati e loro Associazioni all’estero (Pugliesi nel Mondo);

• Visitatori siti turistici locali maturi locali e regionali;

• Stampa nazionale;

• Navigatori internet.

Azioni e strumenti di comunicazione.

- Partecipazione a borse e fiere (Aurea, Josp Festival, BIT, TTG, ecc.);


- Incontri tematici (contatti diretti con opinion leader, operatori, ecc.);
- Sito istituzionale (aggiornamento);
- Portale territoriale;
- Prodotti video documentari;
- Guida della Città e del territorio (Gargano e Provincia di Foggia);
- Conferenze stampa;
- Creazione di itinerari con cartellonistica legata ai “giacimenti” materiali ed
immateriali del territorio;
- Concorsi a premi;
- Estemporanee d’Arte;
- Educational tour;
- Stampa di settore.

Risulta fondamentale l’adozione di una strategia di comunicazione che utilizzi


strumenti classici quale materiale di presentazione (immagine coordinata:
creazione marchio, brochure, carte da lettera, buste, cartelle, adesivi, cartoline,
folder tematici, guida della Città e del territorio articolata per temi, tempi di



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percorrenza, siti di interesse, aziende, ristoranti) e che nello stesso tempo svi-
luppi strumenti più innovativi:

- Direct marketing (mailing rivolto ad associazioni di settore);


- Web marketing (creazione del sito contenente tutte le informazioni sul ter-
ritorio)
- Advertising (publiredazionali sui contenitori nazionali quali “Viaggi” o “Ve-
nerdì”);
- Pubbliche relazioni (da realizzare attraverso inviti a giornalisti e associa-
zioni, educational tour).

9.4 QUARTA FASE: ORGANIZZAZIONE DELLA “VIA FRANCI-


GENA DEL SUD”
Il presente progetto ha l’ambizione di riassumere in un unico Quadro di Sin-
tesi le azioni da promuovere per rilanciare l’economia territoriale investendo
energie e risorse senza precedenti nel marketing territoriale della Provin-
cia di Foggia e nel rilancio del comparto turistico. E, soprattutto, di analiz-
zare il territorio quale “piattaforma di risorse”, “spazio di relazione” e
“ambito di progettualità”.

I punti cardinali della programmazione sono:

1. il convincimento che l’economia territoriale dipenda dagli anda-


menti del comparto del Turismo;

2. l’intuizione che le attività collegate – anche indirettamente – al Turi-


smo siano veri e propri volani di benessere, introducendo nel siste-
ma economico risorse esogene e possedendo insite opportunità di dif-
fusione tra i residenti;

3. l’assunzione a certezza dell’opportunità offerta dal potenziamento del-


le attrattive territoriali nel miglioramento degli standard di qualità
della vita per i residenti;

4. la presa di coscienza che l’immagine del territorio come meta turisti-


ca è appannata, anche se talvolta eccessivamente, come si dimostra
facilmente sfogliando le più autorevoli riviste e guide di viaggi e va-
canze;



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5. l’assunzione di responsabilità circa il possibile venir meno anche di
escursionisti e pellegrini, dopo il termine dei grandi eventi collegati
alla figura di San Pio da Pietrelcina organizzati negli anni scorsi;

6. la consapevolezza che il ruolo della Regione, della Provincia e dei Co-


muni sia elemento imprescindibile nel tessuto associativo e imprendi-
toriale, in grado di assicurare l’interesse collettivo e di traguardare il
Gargano e la Daunia da semplici mete turistiche a destinazioni turi-
stiche organizzate di eccellenza.

Se l’offerta di territorio è definibile come l’organizzazione dei fattori di ser-


vizio e d’attrattiva che vengono coordinati per rispondere alle esigenze della
domanda dei cittadini residenti e degli ospiti, ne deriva che il “prodotto terri-
torio” è il risultato dell’interazione tra domanda e offerta, dove la domanda
si configura come un insieme di fattori che assumono un senso all’interno del-
le singole esperienze di vita vissute, mentre l’offerta individua l’output nella
composizione dei diversi fattori di servizio che il territorio è in grado di gene-
rare.

Dal lato della domanda, la presenza di visitatori a San Giovanni Rotondo rias-
sume in sé tutti i caratteri del pellegrinaggio: longevità, unione di devozione
legata a reliquie (dall’approvazione papale del 1274), eventi straordinari.

Matrice distintiva turista / turista religioso / pellegrino

TURISTA TURISTA RELIGIOSO PELLEGRINO

motivazione motivazione-azione motivazione-azione

divertimento ricerca di “significati” ricerca di Dio

evasione incontra la “divinità” si distacca dal mondo

edonismo curioso e riflessivo persegue la sobrietà

rilassamento ama arte e cultura converte il cuore

Prevalenze distintive turista / turista religioso / pellegrino

TURISTA TURISTA RELIGIOSO PELLEGRINO

umano umano-divino divino

profano sacro-profano santo



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Si potrebbe affrontare in questo progetto il grande tema dei viaggi dello spiri-
to nei Santuari partendo dalle riflessioni pragmatiche di George Ritzer (“Le
cattedrali del consumo e la nuova religione del consumo”) ma preferiamo im-
maginare San Giovanni Rotondo come meta di un pellegrinaggio che sia recu-
pero di una dimensione non consumistica. E nel contempo promuovere at-
tività e servizi che offrano al turista ed al “turista religioso” un ampio ventaglio
di opportunità.



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AZIONE 1 – INTERVENTO COMUNALE


PROGETTI DELL’AMMINISTRAZIONE PER IL TURISMO E LA QUALITÀ


DELLA VITA A SAN GIOVANNI ROTONDO:
Progettazione integrata interventi 2010 - 2012


Questa azione riassume in un unico Quadro di Sintesi le progettualità che gli
assessorati dell’Amministrazione Giuliani intendono promuovere per rilan-
ciare l’economia territoriale investendo energie e risorse senza precedenti
nella storia della Città di San Giovanni Rotondo nel rilancio del comparto tu-
ristico. E, soprattutto, in modo tale da analizzare la Città quale “piattaforma
di risorse”, “spazio di relazione” e “ambito di progettualità”.

I punti cardinali della programmazione sono stati:

1. il convincimento che l’economia territoriale dipenda dagli andamenti


del comparto del Turismo almeno quanto dalle altre economie cittadine
prevalenti (clinico-ospedaliera e edile) sulle quali peraltro l’Amministrazione
possiede limitate competenze e quindi scarne opportunità di intervento;

2. l’intuizione che le attività collegate – anche indirettamente – al Turismo sia-


no veri e propri volani di benessere, introducendo nel sistema economico ri-
sorse esogene e possedendo insite opportunità di diffusione tra i residenti;

3. l’assunzione a certezza dell’opportunità offerta dal potenziamento delle at-


trattive cittadine nel miglioramento degli standard di qualità della vita per i
residenti;

4. la presa di coscienza che l’immagine della Città come meta turistica è ap-
pannata, anche se talvolta eccessivamente, come si dimostra facilmente sfo-
gliando le più autorevoli riviste e guide di viaggi e vacanze;

5. l’assunzione di responsabilità circa il possibile venir meno anche di escur-


sionisti e pellegrini, dopo il termine dei grandi eventi collegati alla figura di
San Pio da Pietrelcina organizzati negli anni scorsi;



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5. la consapevolezza che il ruolo del Comune sia elemento imprescindibile nel
tessuto associativo e imprenditoriale cittadino, non soltanto come “ente di
prossimità” ma come “cabina di regia” in grado di assicurare l’interesse col-
lettivo in grado di traguardare San Giovanni Rotondo da meta turistica a de-
stinazione organizzata di eccellenza.

PROMUOVERE IL TURISMO
L’offerta di territorio è definibile come l’organizzazione dei fattori di servizio
e d’attrattiva che vengono coordinati per rispondere alle esigenze della do-
manda dei cittadini residenti e degli ospiti.

Ne deriva che il “prodotto territorio” è il risultato dell’interazione tra do-


manda e offerta, dove la domanda si configura come un insieme di fattori che
assumono un senso all’interno delle singole esperienze di vita vissute, mentre
l’offerta individua l’output nella composizione dei diversi fattori di servizio
che la Città è in grado di generare.

Dal lato della domanda, la presenza di visitatori a San Giovanni Rotondo rias-
sume in sé tutti i caratteri del pellegrinaggio: longevità, unione di devozione
legata a reliquie (dall’approvazione papale del 1274), eventi straordinari.

Si potrebbe affrontare in questi appunti il grande tema dei viaggi dello spirito
nei Santuari partendo dalle riflessioni pragmatiche di George Ritzer (“Le cat-
tedrali del consumo e la nuova religione del consumo”) ma preferiamo immagi-
nare San Giovanni Rotondo come meta di un pellegrinaggio che sia recupero di
una dimensione non consumistica. E nel contempo promuovere attività e
servizi che offrano al turista ed al “turista religioso” un ampio ventaglio di op-
portunità.

VERSO UNA NUOVA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI FLUSSI

Gli obiettivi
Immaginare una nuova distribuzione territoriale dei flussi turistici a San Gio-
vanni Rotondo significa adoperarsi per superare la dicotomia tra Zona Inter-
nazionale e Centro cittadino.

Ciò significa pianificare ed attuare una serie di azioni interassessorili volte ad


aumentare la capacità attrattiva del Centro cittadino, guidati dalle seguenti
azioni pilota:

- Identificazione di un percorso nel Borgo Antico “Sui passi di Padre


Pio”;


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- Riqualificazione della pavimentazione del percorso individuato at-
traverso il ripristino delle “chianche”, sistemazione della illuminazione
e introduzione di agevolazioni per chi ristruttura rispettando il piano
del colore e l’utilizzo di materiali originali;
- Ristrutturazione del “Largo delle Monache” (Primo Ospedale di Padre
Pio) e sua resa funzionale come “Casa delle Culture” e centro espositi-
vo in collaborazione con le Associazioni iscritte all’Albo comunale;
- Organizzazione di eventi residenti nel Borgo Antico: progetto “Chie-
se Aperte”; Festival di Musica Sacra; Mercatini degli Antichi Mestieri,
dell’usato e del baratto, dei prodotti agroalimentari tipici o biologici;
Menu a km. Zero;
- Progressiva pianificazione annuale degli Eventi, attraverso la crea-
zione di un “Programma Annuale” da definirsi insieme alle Associazio-
ni iscritte all’Albo comunale (si veda progetto allegato);
- Creazione del “Palazzetto del Turismo” all’ingresso di via Pirgiano, di
fianco a Palazzo di Città, nella centrale Piazza dei Martiri, in uno dei
punti di accesso principale al Centro Storico;
- Attivazione di “Sportelli Ospitali” presso Pozzo Cavo e ciascun par-
cheggio pubblico o convenzionato di dimensioni rilevanti per i flussi
turistici (sostituendo il vecchio “Check Point”), la cui gestione potrebbe
essere affidata alla locale sezione della Confcommercio / Assoalberga-
tori;
- Ufficializzare la richiesta di dismissione della locale unità IAT
dell’Azienda di Promozione e Soggiorno (APT di Foggia), assorbendo il
personale con oneri a carico di Regione Puglia per cinque anni;
- Creazione di una Pro Loco quale emanazione diretta
dell’Amministrazione comunale che funga da collettore, rilanciando e
valorizzando le esperienze sviluppate dal privato sociale e le prece-
denti esperienze dei Comitati organizzatori di eventi;
- Provvedere alla messa a norma delle uscite di sicurezza di “Parco del
Papa”, finalizzando i lavori all’inserimento dell’importante spazio co-
munale tra i luoghi in cui potranno essere organizzati grandi eventi di
spettacolo, sport e cultura; installazione di una rete wi-fi;
- Creazione di un sistema integrato fra prodotti, servizi, trasporti e at-
trazioni attraverso la realizzazione di un circuito fruibile attraverso le
“Card”, da convenzionarsi con le varie attività economiche (si veda
progetto allegato);
- Redazione di una rivista dedicata alla Cultura e agli Eventi, in inglese e
italiano, da spedire a centinaia di referenti nazionali ed internazionali;



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- Realizzazione di una mappa delle passeggiate, dei percorsi ciclabili e
delle aree verdi attrezzate del territorio comunale.


Le azioni a supporto della strategia complessiva
L’Amministrazione intende promuovere, come accennato, un’azione integrata
che supporti una visione a 360° del Turismo in Città. Perseguire tale obiettivo
significa concentrare attenzioni ed energie sulle azioni indicate al paragrafo
precedente, ma anche su una serie di attività di supporto, come di seguito in-
dividuate:

- All’interno della pianificazione urbanistica, dare vita ad un “Piano del


Traffico” che preveda uno studio di impatto dei flussi e che si caratte-
rizzi per aumentare la fruizione da parte dei Visitatori dei principali
giacimenti culturali e naturalistici del territorio;
- Introduzione di un sistema di regolazione della circolazione degli au-
tobus turistici attraverso "varchi elettronici". Tale sistema risulterà
fondamentale per individuare l’utente fidelizzato, on line, oppure
estemporaneo, attivando per ciascuno le procedure di comunicazione
delle targhe e l’acquisto dei contrassegni "Bus Turistico".
- Individuare modalità per garantire aree di sosta per privati e pullman
nelle vicinanze dell’ingresso del percorso individuato nel Borgo Antico,
anche procedendo all’assegnazione permanente di spazi numerati per
i Residenti;
- Procedere alla progressiva pedonalizzazione del Centro Storico, in-
stallando sistemi di controllo con telecamere e vigilanza privata per
aumentare la sicurezza e la viabilità, iniziando da Corso Umberto I,
Piazza dei Martiri e Corso Regina Margherita (si veda progetto allega-
to);
- Rivedere l’arredo urbano in Corso Umberto I e Corso Regina Marghe-
rita in funzione delle esigenze dei Commercianti, dei Residenti e degli
Ospiti;
- Sostenere – anche attraverso l’adozione di un idoneo regolamento in
Consiglio Comunale – nuove forme di gestione del suolo pubblico
nell’area pedonalizzata del centro storico, favorendo l’installazione re-
golamentata di dehors, pedane e spazi commerciali per la sommini-
strazione di cibi e bevande;
- Adozione di una “Carta del Verde Urbano” per la migliore gestione
dell’immagine cittadina attraverso nuove formule di manutenzione e
governo del verde pubblico e di “Parco del Papa” (si veda progetto alle-
gato);


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- Provvedere alla manutenzione e alla sistemazione delle aree cimite-
riali oggetto di pellegrinaggio e di devozione;
- Potenziamento di della Civica Biblioteca “Michele Lecce” (progetto
esecutivo già approvato) anche attraverso la realizzazione di una rete
Wireless free.

Le opere finalizzate a migliorare l’accoglienza e la gestione dei flussi


L’Amministrazione adotta nel Piano Triennale delle Opere una nutrita serie di
interventi mirati a qualificare l’accoglienza e migliorare la gestione dei flussi
turistici.

Attraverso un’attenta opera di monitoraggio delle opportunità provenienti


dalle misure europee 2007-2013, in particolare attraverso il POIn Turismo, il
Programma Operativo Interregionale ''Attrattori culturali, naturali e turismo''
che punta a promuovere e sostenere lo sviluppo economico e sociale delle Re-
gioni dell'Obiettivo Convergenza attraverso la valorizzazione delle risorse na-
turali, culturali e paesaggistiche.

Attraverso il POIn l’Amministrazione potrà tentare di esperire risorse finan-


ziarie per realizzare le seguenti opere di interesse turistico, culturale e am-
bientale:

- Riqualificazione di un itinerario/percorso che attraversa il centro storico,


con il ripristino delle antiche pavimentazioni in basole, a oggi molto dan-
neggiate, e la realizzazione di sottoservizi.
- Proposta di Piano dei Colori per il centro storico per rifacimenti delle fac-
ciate presenti nel percorso.
- Integrazione della pubblica illuminazione esistente con nuovi apparati a
basso impatto ambientale per evidenziare i beni architettonici di particola-
re pregio. Installazione di un sistema di video sorveglianza.
- Restauro dell’antico Battistero di San Giovanni Battista presso Sant’Onofrio
detto “La Rotonda”.
- Restauro e consolidamento dei resti della Chiesa di Sant’Egidio e sistema-
zione dell’area antistante.
- Rifunzionalizzazione di “Parco del Papa“ per la realizzazione di Eventi.
- Costruzione di una rete tra le Grave lungo la Via Francigena del Sud verso
Monte S. Angelo.
- Realizzazione di un percorso pedonale per i flussi turistici dal parcheggio
Pozzo Cavo a Piazzale Santa Maria delle Grazie.
- Realizzazione di una scala mobile in Via S. Agostino.


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L’obiettivo principale che accomuna il pacchetto di interventi è la rivalutazio-
ne di una parte del centro storico, che ospiterà un flusso turistico interessato
al patrimonio storico e architettonico presente nel borgo antico.

L’idea è quella di concepire un percorso che dal Viale dei Cappuccini induca i
visitatori a raggiungere il centro storico operando una riqualificazione dei
marciapiedi di via Crisetti (con pavimentazione colorata di rosso) per poi at-
traversare parte del borgo partendo da Largo De Mattias e giungere così alle
Chiese ed ai Musei del borgo antico.

Altrettanto importante il recupero della Rotonda, o Battistero di San Giovanni


Battista, per riportare alla luce gli affreschi presenti al suo interno si renderà
nuovamente visitabile una delle testimonianze storiche di elevato pregio arti-
stico e il recupero degli affreschi e delle mura, sistemazione della strada di ac-
cesso dell’area di sosta antistante.

Le leve strategiche di sviluppo territoriale e comprensoriale


L’Amministrazione ritiene di adoperarsi già nel corso del 2010 nell’adozione
di provvedimenti che consentano a San Giovanni Rotondo di inserirsi a pieno
titolo nella programmazione provinciale, regionale, nazionale e comunitaria:

- Adesione al Sistema Turistico Locale (STL) “Gargano”, promosso


dall’Assessorato al Turismo della Provincia di Foggia;
- Adesione al protocollo d’intesa per la costituzione del Sistema Turistico di
Prodotto (STP) “Via Francigena del Sud”, promossa dagli Assessorati alla
Cultura ed alle Attività Produttive della Provincia di Foggia;
- Adesione alla Società Consortile “Promodaunia”;
- Costituzione di una “Fondazione per il Turismo Religioso”, promossa
dall’Università degli Studi di Foggia di concerto con altri autorevoli Enti
territoriali e con il contributo di soggetti Privati;
- Adozione di un “Piano delle Manifestazioni Fieristiche” che preveda la par-
tecipazione stabile del Comune almeno agli appuntamenti di promozione
più pertinenti con la “destinazione San Giovanni Rotondo”: “JOSP Fest” di
Roma, organizzato da Opera Romana Pellegrinaggi, ad “Aurea” e al “TTG” di
Rimini;
- Rafforzamento dell’adesione del Comune a Reti di Città (“Città del Bio”, “Cit-
tà Slow” e “AICCRE, Rete dei Comuni Europei”), anche attraverso la creazio-
ne di eventi di rilievo nazionale e internazionale;
- Adozione e gestione di un progetto di “sponsorship” proposto da “Coca Co-
la” Italia.




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AZIONE 2 – “VIA FRANCIGENA DEL SUD”

BOZZA DI PROTOCOLLO D'INTESA PER LA COSTITUZIONE


DEL NUCLEO PROMOTORE DEL SISTEMA TURISTICO
DI PRODOTTO “VIE FRANCIGENE NEL SUD”
SISTEMA TURISTICO DEI BENI CULTURALI E DEI PRODOTTI DI ECCELLENZA

PROTOCOLLO D’INTESA

VISTO

- l'art.5 della la Legge n. 135 del 29 marzo 2001;

VISTA

- la Legge Regionale n. 1 dell’11 febbraio 2002 relativa alle "Norme di prima ap-
plicazione dell'art. 5 della L. 29/03/2001, n. 135 riguardanti il riordino del si-
stema turistico pugliese";

VISTO

- il Regolamento n. 4 del 9 marzo 2009 riguardante i "Sistemi turistici locali";

VISTA

- la Legge Regionale n. 23 del 3 agosto 2007 relativa alla "Promozione e ricono-


scimento dei distretti produttivi";

PREMESSO CHE

- il fenomeno dei cammini legati a motivazioni di spiritualità e di fede (spesso im-


propriamente individuato con termine di “Turismo Religioso”) e dei cammini in
generale è considerato dall’Organizzazione Mondiale del Turismo presso le Na-
zioni Unite (WTO-UN) come un’attività produttiva fondamentale ed elemento
trainante dello sviluppo socio-economico dei territori e, in particolare, di quelli
ubicati in aree interne e marginali, poiché capace di creare significative ricadute
di indotto in ogni comparto dell’economia locale;

- le stime ufficiali indicano che il movimento internazionale di pellegrini non cono-


sce crisi ed è in costante aumento: oltre trecento milioni di spostamenti ogni
anno con un giro d'affari di 18 miliardi di dollari;



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- la “Via Francigena”, definita da Jacques Le Goff come “un ponte tra l’Europa an-
glosassone e quella latina”, che si affaccia sul Mediterraneo, ha rappresentato
per secoli l’arteria più importante di connessione tra il Nord Europa e l’Italia,
lungo la quale la storia riporta un numero rilevante di esperienze di viaggio di
viandanti e di pellegrini;

- a Wroclaw (Polonia) il 9 dicembre 2004 la “Via Francigena” ha ricevuto dal Con-


siglio d’Europa la menzione di Grande Itinerario Culturale Europeo;

- il progetto di recupero e di valorizzazione nel tratto dauno della “Via Francigena


del Sud” è frutto di un attento lavoro di ricerca storica e di indagine socio-
economica svolto dall’Osservatorio Turistico dell’Economia Ambientale e dei Be-
ni Culturali dell’Università di Foggia in collaborazione con vari attori territoriali
(associazioni, soggetti pubblici e privati) ed è orientato prevalentemente alla
promozione del territorio attraverso la valorizzazione e la gestione del suo pa-
trimonio materiale ed immateriale;

- il summenzionato lavoro di ricerca e di analisi dal titolo ”La ‘Via Francigena del
Sud’. Studio per un progetto di valorizzazione turistica ed economica del territo-
rio della provincia di Foggia” è stato prodotto nella forma di un dossier, conse-
gnato nell’ottobre 2007 a Opera Romana Pellegrinaggi. Esso, inoltre, è stato
pubblicato nel Quaderno n. 14/2008 del Dipartimento di Scienze Economiche
Matematiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Foggia e presentato uffi-
cialmente nell’ambito del convegno “La Via Francigena del Sud. Dallo sviluppo
del cammino al cammino dello sviluppo” svolto a Foggia in data 7 luglio 2009,
presso la sede della Provincia di Foggia di Palazzo Dogana;

- Opera Romana Pellegrinaggi ha sin da subito condiviso e fatto propri i contenuti


del dossier tanto da individuare nel percorso Roma – Benevento – Monte
Sant’Angelo (FG), il primo asse effettivamente implementabile della “Via Franci-
gena del Sud”;

- gli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive della Provincia di Foggia
hanno inteso sin dall’inizio del mandato amministrativo far proprio lo spirito del
progetto e i contenuti dello studio proposto nel fermo convincimento che la
promozione della “Via Francigena del Sud” nel territorio dauno rappresenta
un'occasione per valorizzare le risorse socio-economiche, ambientali e storico-
culturali di un’area geografica, che vanta una varietà di contenuti storico-
culturali ed ambientali di particolare pregio e rilevanza, nonché l’esistenza di una
varietà di imprese e di produzioni locali (particolarmente riferite ai settori agro-


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alimentare e artigianale) costantemente impegnate – in sinergia con gli enti lo-
cali di governo territoriale – in un processo di qualificazione, di promozione e di
posizionamento delle produzioni e del territorio nei mercati nazionali ed inter-
nazionali;

- in particolare, il territorio locale si caratterizza, da un lato, per la presenza di im-


portanti presenze di beni culturali e Santuari che periodicamente attraggono si-
gnificativi flussi di visitatori domestici e stranieri. Dall’altro lato, esso si caratte-
rizza per una delle più significative concentrazioni di imprese attive nel compar-
to turistico e, contestualmente, di imprese con forti relazioni di filiera produtti-
va, sociale ed istituzionale, che possono rappresentare un forte motivo di com-
petitività e di attrattività territoriale;

- l'insieme delle risorse menzionate al precedente punto presenta tutte le caratte-


ristiche utili per proporsi come fattore di attrazione di movimenti turistici capaci
di promuovere uno sviluppo locale integrato e maggiormente informato ai prin-
cipi della sostenibilità;

- le Diocesi e i soggetti ecclesiastici operanti nel territorio provinciale di Foggia,


custodi di una rilevante quota di beni artistici e culturali esistenti nel territorio
locale, riconoscono nel progetto summenzionato una significativa opportunità
per individuare dei momenti di valorizzazione e di gestione di detto patrimonio,
finalizzati a renderlo maggiormente fruibile da parte delle genti e ad ampliare,
così, le occasioni per il compimento della missione Pastorale;

- il tessuto locale delle imprese, prevalentemente composto da Piccole e Medie


Imprese (PMI) e ancor più da micro-imprese a conduzione familiare è spesso in-
capace di cogliere e affrontare le sfide di modernizzazione e di competitività dei
loro processi produttivi che giungono costantemente dal contesto globale;

- è necessario attivare ogni iniziativa utile affinché per il tessuto locale delle im-
prese – che trova nell’associazionismo di categoria un motivo di confronto tra
buone prassi e di stimolo ad agire in una logica di rete – e l’intero sistema socio-
economico del territorio provinciale foggiano si creino condizioni di crescita atte
a perseguire un loro appropriato rafforzamento tanto a livello nazionale quanto
a quello globale;

- con la Legge 3 agosto 2007 n. 23, la Regione Puglia ha inteso promuovere, so-
stenere e favorire le iniziative e i programmi di sviluppo su base territoriale tesi a
rafforzare la competitività, l'innovazione, l’internazionalizzazione, la creazione di
nuova e migliore occupazione e la crescita delle imprese che operano nei settori


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dell'agricoltura, della pesca, dell'artigianato, dell'industria, del turismo, del
commercio e dei servizi alla imprese, attraverso lo strumento dei “Distretti Pro-
duttivi”;

- la Regione Puglia, attraverso il Regolamento n. 4 del 9 marzo 2009 riguardante i


"Sistemi turistici locali”, ha inteso regolamentare le procedure di riconoscimen-
to delle iniziative e dei programmi di sviluppo tesi a rafforzare la competitività,
l'innovazione, l’internazionalizzazione, la creazione di nuova e migliore occupa-
zione e la crescita delle imprese che operano nei settori dell'agricoltura, della
pesca, dell'artigianato, dell'industria, del turismo, del commercio e dei servizi al-
la imprese, attraverso lo strumento dei “Sistemi Turistici di Prodotto”, che può
rappresentare un utile momento di coordinamento e di gestione per
l’implementazione della politica regionale finalizzata alla promozione e alla in-
ternazionalizzazione del “Made in Puglia”;

- per quanto disposto dalla normativa regionale, il presente protocollo tende a


configurare un sistema collegato e integrato tra vari soggetti attivi nel territorio
provinciale foggiano (enti istituzionali ed ecclesiastici, soggetti pubblici e privati
operanti nelle filiere produttive esistenti) e, particolarmente, nell’ambito territo-
riale che coincide con il percorso della “Via Francigena del Sud” per puntare al
riconoscimento dell’intero territorio provinciale come “territorio di eccellenze”,
che consenta un potenziamento della dimensione del mercato locale, anche at-
traverso l’attivazione di nuove forme di attrattiva turistica;

- il presente protocollo di intesa, qualora riconosciuto dalla Regione Puglia, potrà


assumere la configurazione di “Sistema Turistico di Prodotto” ai sensi del Rego-
lamento Regionale n. 4 del 9 marzo 2009.

CONSIDERATO INOLTRE CHE

- nell’ambito del presente protocollo d’intesa, il contesto territoriale candidato al


riconoscimento di “Sistema Turistico di Prodotto” ai sensi del Regolamento Re-
gionale n. 4 del 9 marzo 2009 è, in prima battuta, quello già individuato nello
studio summenzionato, ovvero quello che fa riferimento ai confini amministrati-
vi dei Comuni di Celle San Vito, Lucera, Troia, San Severo, San Marco in Lamis,
San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo;

- l’idea di progetto già prevede l’allungamento della via per interessare una fetta
più ampia del territorio provinciale foggiano e, in particolare, quella del basso
tavoliere per poi instradare il percorso lungo la linea costiera alla volta di Otran-
to, dove idealmente termina il percorso della “Via Francigena del Sud”.


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PRESO ATTO

- che è generalmente accertato che nella società civile si sta manifestando un cre-
scente interesse per i viaggi spirituali, i pellegrinaggio e i cammini in generale;

- che la sollecitazione giunta dall’Amministrazione Provinciale di Foggia relativa


alla implementazione del progetto de “La Via Francigena del Sud” nel tratto
dauno ha trovato una sensibile e attenta interlocuzione nelle Amministrazioni
comunali, nelle Diocesi, nelle Associazioni e nei soggetti sottoscrittori del pre-
sente protocollo d’intesa, i quali comunemente e unanimemente ritengono che
il progetto rappresenti un contributo aggiuntivo ed innovativo sul piano econo-
mico, sociale e culturale e che è in linea con le politiche di intervento a sostegno
dello sviluppo locale e sostenibile del territorio;

- della volontà comune dei sottoscrittori del protocollo d’intesa di produrre


un’istanza ai sensi del Regolamento regionale 9 marzo 2009 n. 4 e della Legge
dello Stato n. 135/2001per il riconoscimento del “Sistema Turistico di Prodotto”
(STP), così come definito nel titolo e nelle premesse del presente documento, da
parte della Regione Puglia.

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO


SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE

- di costituire un organismo denominato "Nucleo Promotore del Sistema Turistico


di Prodotto Via Francigena del Sud", che operi per realizzare un accordo con-
sensuale tra le istituzioni pubbliche e gli altri soggetti territoriali coinvolti finaliz-
zato alla definizione e alla realizzazione di un concreto e puntuale programma di
iniziative e di azioni per la realizzazione del progetto oggetto del presente proto-
collo d’intesa approvato, oltre che dal Nucleo stesso, dagli organi deliberanti dei
diversi enti e organizzazioni interessate;

- di stabilire che al suo interno saranno rappresentate le istituzioni pubbliche del
territorio, i soggetti privati operanti nella filiera produttiva turistica e in quella
agro-zootecnica, e dell’artigianato, le associazioni di categoria e sindacali;

- di definire che il “Nucleo Promotore” sarà rappresentato da un Presidente con i
poteri e le deleghe assegnate dalla normativa regionale e di affidare tale carica
alla Provincia di Foggia che fino ad oggi ha assunto il coordinamento del proget-
to;



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- di avviare, dopo l’avvenuto riconoscimento del “Sistema Turistico di Prodotto”,
la costituzione di un “Comitato di Distretto”, formato dai rappresentanti degli
imprenditori, delle istituzioni locali e delle parti sociali, nel rispetto di quanto in-
dicato nel presente protocollo d’intesa e dalla normativa regionale. Contestual-
mente alla nomina di tale “Comitato”, il Nucleo Promotore cessa di esercitare le
proprie funzioni e qualsiasi attività di rappresentanza e/o di indirizzo;

- di determinare che la composizione del “Comitato di Distretto” sarà la seguente:

Ente/Soggetto n.
rappresentanti
Provincia di Foggia
Comuni sottoscrittori
Altri Enti sottoscrittori (es. Diocesi, CCIAA, etc.)
Associazioni di categoria
Organizzazioni sindacali
Altri soggetti (Associazioni, privati, ecc.)
Osservatorio del Turismo UniFG


- di stabilire che la durata in carica dei componenti il comitato è di anni 3;
- di stabilire che debba essere garantita una rappresentanza diretta delle imprese,
da definire nel corso di massimo tre incontri preventivi la prima convocazione
del “Comitato di Distretto” e che ogni impresa potrà esprimere un voto;

- di stabilire che i componenti del “Comitato” saranno nominati come segue:
• i rappresentanti degli Enti locali, dai rispettivi sindaci / presidenti;
• i rappresentanti delle associazioni di categoria, dai rispettivi presidenti
provinciali;
• i rappresentanti sindacali, dal Segretario generale provinciale di ciascuna
organizzazione sindacale;
• i rappresentanti delle imprese e dei consorzi, dai relativi organi ammini-
strativi entro la prima convocazione del “Comitato”;

- di stabilire che ciascun membro del “Comitato” possa farsi assistere nelle riunio-
ni da un tecnico di fiducia, con funzioni esclusivamente consultive e privo di al-
cun potere deliberativo;



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- di stabilire che il Presidente verrà nominato con le procedure e le modalità pre-
viste dall’art. 6 della Legge Regionale n. 23 del 2007;

- di convenire infine che per l’eventuale finanziamento delle attività del “Comitato
di Distretto” verranno definiti specifici accordi tra i soggetti sottoscrittori del
presente protocollo d’intesa sulla base degli impegni derivanti da un programma
di iniziative da concordare;

- di demandare al “Comitato” il compito di elaborare il “Programma di Sviluppo”,
contando sul supporto tecnico dell’Osservatorio del Turismo dell’Economia Am-
bientale e dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Foggia quale soggetto
tecnico promotore dell’iniziativa progettuale e privilegiando, nella scelta dei
soggetti a cui far riferimento per le attività di analisi economica e/o di imple-
mentazione progettuale, le competenze esistenti tra gli Enti e i soggetti sotto-
scrittori del presente protocollo d’intesa;

- di indicare quali elementi qualificanti dell’azione del STP i progetti di valorizza-
zione del sistema produttivo locale ricadenti nei seguenti ambiti operativi:

1. misura A - promuovere e gestire una politica attrattiva
La misura ha lo scopo di migliorare e sostenere, in coerenza con le strategie regio-
nali, la capacità di promuovere la “Via Francigena del Sud”. Per promozione si in-
tendono tutte le misure adottabili per posizionare la ricettività, l’ospitalità, la ri-
storazione, le produzioni tipiche e tradizionali, il contesto, la storia, le tradizioni, la
spiritualità, l’identità come “unicum” imprescindibile, capace di attrarre in tutte le
stagioni dell’anno. La misura si articola nell’incentivazione di progetti di innova-
zione e sperimentazione, realizzati in un’ottica di rete, mediante il sostegno di tut-
te le attività finalizzate ad innalzare la qualità delle aziende, rafforzarne la compe-
titività e migliorarne il collegamento;

2. misura B - promuovere i pellegrinaggi ed il turismo identificando la “Via
Francigena del Sud” ed il territorio come “destinazione”
Il STP può e deve sviluppare nuovi motivi di richiamo per migliorare le proprie
prestazioni - in termini di presenze sul territorio – finalizzando ogni azione ad ali-
mentare un circuito economico che renda possibile elevare gli standard di qualità
oggi richiesti per competere nei mercati globali.



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Ciò si potrà rendere possibile unicamente a fronte di azioni volte a rendere perce-
pibili i vantaggi della “scelta” di consumo del territorio più informata e più consa-
pevole e arricchita da una schiera di servizi di supporto al visitatore che non sono
attivabili dal singolo operatore ma soltanto da una struttura organizzata quale
vuole proporsi il STP.
Il turismo è un fenomeno mutato profondamente negli anni più recenti. Per svi-
luppare economie reali è necessario arrendersi all’evidenza che sempre più è da
collegare allo spostamento di persone motivate dall’aspettativa di un’esperienza
partecipata ed emozionale. Tale “esperienza” è rappresentata meglio di ogni altra
dai “viaggi dello spirito e della fede” e dai cammini in generale.
L’acquisizione di questa consapevolezza deve consentire di concepire che il terri-
torio potrà essere spendibile turisticamente soltanto a patto di riuscire a creare le
condizioni e i servizi che ne rendano desiderabile e semplificata la fruizione.
Nell’ambito della misura sono presenti i seguenti obiettivi:
• mappare sul territorio i soggetti e le imprese che sviluppano un motivo di ec-
cellenza nell’attrazione e nell’ospitalità turistica di segmento;
• valorizzare il patrimonio rappresentato dai beni culturali e contribuire a ri-
strutturarlo, ove necessario, attraverso il coinvolgimento attivo delle imprese
locali;
• coinvolgere direttamente le imprese nella promozione del territorio e delle
attività culturali esistenti, anche programmando nuovi grandi eventi;
• sviluppare l'industria turistica soprattutto in termini di interconnessione at-
traverso la creazione di servizi a valore aggiunto;
• creare il “turismo d’impresa”, collegando sinergicamente i brand più presti-
giosi alle altre motivazioni ed attrattive del territorio e sviluppando flussi tu-
ristici interessati a “toccare con mano” le creazioni locali presso i luoghi di
produzione;



3. misura C - marketing territoriale
Obiettivo della misura è promuovere e valorizzare il STP per rafforzare i legami a
livello locale e per aprire altri mercati. Si tratta di fornire a tutti i soggetti coinvolti
nell'iniziativa una politica di marketing territoriale condivisa e coerente con gli
obiettivi generali del STP, anzitutto per stabilizzare ed ampliare le relazione com-
merciali interne al sistema e tra il sistema e l’ambito internazionale. Gli obiettivi
saranno perseguiti attraverso:


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• la realizzazione e l’implementazione di un portale per la diffusione delle in-
formazioni sul sistema. Nell’ambito del portale sarà prevista un’area ad ac-
cesso riservato ai componenti del sistema;
• la promozione di un marchio d’area “Via Francigena del Sud”;
• la organizzazione di desk informativi agli “ingressi” aeroportuali, portuali, au-
tostradali e ferroviari per la promozione del territorio e dei prodotti pugliesi;
anche finalizzando tale intervento allo studio dei flussi turistici;

4. misura D: sostenere la crescita e l’innovazione degli operatori attraverso
la Qualità
Le attività dovranno dare impulso alla volontà delle imprese di adeguare i propri
standard alle normative vigenti in materia di sicurezza, igiene alimentare, privacy,
impatto ambientale e sociale.
Il passo successivo sarà rappresentato dall’accompagnamento delle imprese – cia-
scuna per il proprio ambito e settore – alla Qualità, che dovrà essere prevista da
appositi Regolamenti da registrarsi presso le Camere di Commercio.
Ad ogni attività aderente al sistema verrà richiesto di fornirsi, prevalentemente e
preferibilmente, di altre produzioni dotate del marchio stesso, consentendo così
di ottenere economie di scala e – contemporaneamente – di promuovere la cono-
scenza ed il consumo delle tipicità del territorio. Non si dovrà escludere una politi-
ca di distribuzione diretta, attraverso l’apertura di punti vendita distrettuali sul
territorio e – nel medio periodo – nelle principali piazze d’Italia. Un territorio che
intende proporsi come polo di attrazione di investimenti, consumi e turismo deve
saper orientare una serie di servizi per fruitori del territorio diversi dagli abitanti:
l’aumento della domanda di prodotti “Made in Puglia” richiede che la rete com-
merciale sia adeguata alle esigenze delle categorie produttive. Si rendono pertan-
to necessari interventi sia per quanto riguarda l’organizzazione territoriale in ter-
mini di orari di apertura, tipologia di offerta commerciale, formazione
all’accoglienza e capacità linguistiche.
L’obiettivo di sostenere la crescita e l’innovazione della rete commerciale rispon-
de alle esigenze degli operatori attuali del settore e di coloro – soprattutto giovani
– che intendono entrare ad operare nel commercio. Il sostegno al settore è inte-
grato con gli altri obiettivi del sistema, in particolare per quanto riguarda la cresci-
ta della cultura dell’accoglienza, della vivacità urbana e anche della sicurezza, ot-
tenibile attraverso la permanenza di una struttura capillare di attività economiche
sul territorio. Obiettivo di medio periodo potrebbe essere l’apertura di punti di
informazione e promozione del territorio in altri importanti territori d’Italia. Il ter-


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ritorio si dirama in un fitto reticolo di molteplici e significativi percorsi di grande
interesse non soltanto per i “pellegrini”.

5. misura E: sviluppare la formazione come risorsa strategica;
Si calcola che oggi la conoscenza in un settore strategico raddoppi ogni quattro
anni. È un dato che fa riflettere sulla vera priorità della società di domani: produr-
re nuova conoscenza in campi diversi, trasmetterla e diffonderla, introdurla nelle
applicazioni economiche, fare questo con convinzione e larghezza di mezzi è di-
ventato un imperativo cruciale per tenere il passo con i tempi.
Lo sviluppo economico, in particolare, diventa sempre più dipendente dalla capa-
cità produttiva di servizi legati a conoscenze, processi e innovazioni che solo un
florido ambiente di formazione e ricerca può produrre. I territori che non si muo-
veranno in questa direzione conteranno sempre meno. Essi saranno visti come
luoghi dai quali andar via piuttosto che luoghi in cui trasferirsi. Mettere in cantiere
iniziative in questo settore significa lavorare per assicurare al territorio una posi-
zione solida per il futuro. La misura si articola in due obiettivi:
• potenziare il rapporto con le Università e i centri di ricerca;
• promuovere la formazione professionale e l’integrazione formazione-lavoro.

6. misura F: promuovere imprenditorialità e occupazione.
Il sistema economico attuale è in una posizione di passaggio da culture mono-
settoriali ad una più complessa e articolata, in cui economie oggi pressoché irrile-
vanti occuperanno progressivamente un ruolo di rilievo. Ci si riferisce in particola-
re alle forme che uniscono l’agricoltura al turismo, ma anche alle economie “ver-
di”, sostenibili e “slow”. Ciò richiede, da un lato, una particolare attenzione al so-
stegno dell’imprenditorialità esistente e dall’altro alla creazione di un clima eco-
nomico favorevole alla nascita e alla crescita di nuovi soggetti imprenditoriali, sot-
tolineando l’esigenza che ogni iniziativa possa essere messa nelle condizioni di of-
frire risposta al bisogno di occupazione che affligge il territorio, soprattutto al di
fuori della stagione estiva.
L’economia del nuovo millennio, se opportunamente sostenuta, può contribuire a
consolidare e ad accrescere il ruolo del territorio nel processo di riposizionamento
dell’offerta. Un contributo in tal senso può venire da una particolare attenzione
da riservare al ruolo che l’artigianato e la gestione dei beni culturali ed ambientali
può svolgere nella creazione di nuovi posti di lavoro. Sulla base di queste brevi
considerazioni, il STP assumerà che la promozione della imprenditorialità e



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dell’occupazione possa avvenire attraverso il raggiungimento dei seguenti obietti-
vi:
• sviluppare il potenziale innovativo dell’apparato produttivo;
• creare condizioni favorevoli allo sviluppo di nuova imprenditorialità;
• promuovere lo sviluppo locale e le politiche attive per il lavoro.

7. misura G: infrastrutturare il percorso della “Via Francigena del Sud”.
Il percorso della “Via Francigena del Sud” ha necessità di vedere realizzate infra-
strutture e sistemi di segnaletica che ne rendano possibile, oltre che desiderabile,
la fruizione. E’ importante evidenziare come tutti i “Cammini della Fede” siano
stati resi fruibili con massima attenzione ai sistemi di mobilità lenta.

Impegni dei sottoscrittori:

- la Provincia di Foggia si impegna a dare la massima pubblicità al Progetto


“Via Francigena del Sud” anche attraverso l’adesione alla rete “Cammini
d’Europa” attualmente gestita dal Gruppo Europeo Di Interesse Economi-
co denominato “I Cammini D’Europa G.E.I.E.” e di aderire successivamen-
te, per conto dell’intera “Via Francigena del Sud”, ricadente nel territorio
Provinciale, allo stesso Gruppo G.E.I.E. in qualità di socio;

- I Comuni si impegnano ad accelerare l’iter amministrativo delle autorizza-


zioni di propria competenza richieste da imprenditori privati interessati ad
attività economiche di supporto alla Via in questione, e a rendere fruibile
il patrimonio architettonico e culturale collegato;

- Le Associazioni sindacali si impegnano a supportare ad ogni livello la pro-


gettualità espressa nel presente protocollo e, comunque, concordata an-
che con incontri futuri con il comitato di distretto;

- Le Associazioni datoriali di lavoro si impegnano a pubblicizzare l’iniziativa


nei confronti dei propri associati e, prioritariamente, nei confronti di quel-
le imprese ricadenti lungo il percorso della “Via Francigena del Sud, e a
sensibilizzare gli stessi riguardo alla promozione di convenzioni con il Co-
mitato promotore e/o il futuro Comitato di Distretto contenenti agevola-
zioni, per i fruitori del percorso, in riferimento ai servizi erogati;

- Le Diocesi si impegnano a pubblicizzare l’iniziativa presso le parrocchie e i


monasteri presenti lungo la citata Via, e non solo, ed a rendere fruibili ai
fruitori del percorso i Santuari, le Cattedrali e i beni culturali di proprietà;



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- Il Parco Nazionale del Gargano ___________________________________

- La Camera di Commercio di Foggia ________________________________

- Gli altri sottoscrittori si impegnano a lavorare in maniera sinergica al fine


di creare, ciascuno nell’ambito della propria sfera di competenze, quelle
condizioni necessarie e utili alla implementazione e alla organizzazione ef-
fettiva del progetto.



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AZIONE 3 – LA “CARD DEL PELLEGRINO”



Introduzione
Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse per la realizzazione delle “card”, ovve-
ro delle tessere tascabili in grado migliorare il soddisfacimento della domanda
culturale in un determinato contesto grazie all’integrazione dell’offerta di
prodotti culturali con una serie di servizi, tra cui il trasporto pubblico.

Si tratta di un prodotto flessibile e adattabile alle specificità del contesto di ri-


ferimento che trae la sua forza dalla capacità di valorizzare offerte specifiche
generando, attraverso l'integrazione, un valore aggiunto per il fruitore.

Il presente progetto si propone di mettere a disposizione del Pellegrino e


dell’Ospite della “Via Francigena del Sud” un prodotto pratico ed economico
che gli consenta di usufruire il più possibile dei servizi e dell’offerta comples-
siva del territorio.

La realizzazione di tale prodotto si fonda su una visione che va ben oltre la


promozione/fruizione. Ciò che muove la progettazione è la necessità di valo-
rizzare le risorse presenti, facendole conoscere e creando le condizioni più
adeguate di accessibilità e di fruizione, affiancando al nucleo del prodotto una
serie di servizi a valore aggiunto. Ciò comporta lo sviluppo di una precondi-
zione che vede nelle sinergie tra attori del territorio l’unica strategia attuativa.

Il progetto interpreta il territorio quale sintesi di servizi, beni ed eventi


che - a vario titolo - possono costituire un motivo di interesse e di frequenta-
zione da parte del pubblico. A tal fine, il lavoro è stato diviso in due parti: una
prima parte teorica, dedicata al tema della valorizzazione dei beni e delle atti-
vità culturali e allo strumento “card”, con una presentazione dei principali
studi ed esperienze in materia; una seconda parte è invece progettuale, dedi-
cata allo sviluppo locale.

La necessità di avviare un processo di valorizzazione e di sviluppo comporta


in primo luogo l'identificazione dell'oggetto stesso dell'azione che s’intende
intraprendere. La riflessione coinvolge diverse discipline al cui interno non
sempre si riesce a pervenire a una definizione comune, ma sia da un punto di


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vista economico che da un punto di vista giuridico emerge la necessità di ri-
cercare in tali beni e attività gli stimoli per nuovi processi di valorizzazione. In
un’ottica economica e aziendale, il termine “prodotto territorio” è in grado di
cogliere la complessità del problema, comprendendo al proprio interno i ser-
vizi e le attività che ne garantiscono la migliore fruizione.

Il “prodotto territorio” viene interpretato come il cardine di un processo di va-


lorizzazione e di legittimazione delle produzioni, in cui fondamentali risultano
il legame con il contesto (“genius loci”) e l’integrazione.

Il termine “prodotto”, qui, è visto come “fattore che contribuisce alla produ-
zione di valore economico nel contesto territoriale”, tanto da poter essere in-
terpretato come elemento distintivo in grado di stimolare processi di valoriz-
zazione e sviluppo. Il contesto non è più semplicemente qualcosa di dato, ma
diventa uno “spazio” in cui diversi attori agiscono con una strategia comu-
ne di sviluppo. Nel momento in cui si avvia un processo di valorizzazione in
ottica territoriale, quindi, risultano coinvolti non soltanto il Municipio ma tutti
gli attori pubblici e privati potenzialmente interessati: il livello di complessità
dello spazio relazionale dipende dalla numerosità di risorse e di competenze
appartenenti ad attori diversi che coinvolge. Pertanto, l’avvio e la realizzazio-
ne di un processo di sviluppo condiviso necessita di una strategia basata su un
complesso di scelte esplicite e concertate tra gli attori, capaci di ottenere il
massimo dalle risorse e dalle competenze distintive dell’area.

Interpretati quale sistema diffuso di offerta, le componenti del “prodotto terri-


torio” si qualificano come motivo di interesse e di frequentazione da parte di
una domanda proveniente da soggetti interni ed esterni al territorio.

Lo strumento individuato per tale operazione di sviluppo economico e di age-


volazione dell’esperienza di fruizione è la “card”, che si caratterizza per
l’integrazione dei prodotti e dei servizi e si avvale, per la sua progettazione,
realizzazione e promozione dei contributi del marketing territoriale, in grado
di interpretare tali prodotti come appartenenti alla comunità locale, ovvero ad
un contesto che si intende comunicare nella sua complessità fino a trasfor-
marsi in “destinazione” turistica di eccellenza.

La progettazione della “card” dev’essere preceduta dall’identificazione dei


“prodotti" del territorio e del loro potenziale, dall’indagine sull’offerta e la
domanda turistica del contesto e dall’analisi dello spazio di relazione tra
gli attori che devono essere coinvolti. Si dovrà procedere ad analizzare il con-
testo utilizzando diversi supporti: materiale informativo prodotto dagli attori



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culturali e turistici ed interviste dirette, studi sul contesto culturale e turistico
e dei dati statistici dell’Azienda di Promozione Turismo di Foggia.

Il lavoro è stato organizzato in modo tale da analizzare il contesto quale “piat-


taforma di risorse”, “spazio di relazione” e “ambito di progettualità”, ar-
ricchendolo con l’analisi del mercato turistico pugliese. Le fasi del lavoro sono
state:

1. individuazione dei prodotti culturali del territorio con la relativa anali-


si dei punti di forza e di debolezza e del ruolo all'interno del contesto
territoriale;

2. individuazione dei fruitori attuali e potenziali del territorio;

3. individuazione degli attori di riferimento per l'offerta di prodotti e per


l’offerta di servizi;

4. progettazione dello strumento "card" sulla base delle vocazioni del


territorio e dei suoi tratti distintivi;

5. individuazione degli strumenti operativi per la promozione, la comu-


nicazione e la commercializzazione del nuovo strumento.

Realizzare la “card” significa saper comprendere il potenziale di San Giovanni


Rotondo e qualificare lo strumento in grado di realizzare concretamente una
politica di valorizzazione delle produzioni locali e dei servizi. Pertanto è pro-
gettata adottando il modello della “all inclusive card” ovvero di un titolo di
accesso privilegiato che – una volta acquistato – consente la migliore fruizione
di tutti i benefici, compresi parcheggi e rete dei trasporti pubblici.

Punto di forza dell’offerta sono gli attrattori turistici cittadini, censiti e mappa-
ti in modo da valorizzare sia quelli già frequentati che le realtà meno conosciu-
te, a cui si aggiunge un sistema di sconti e agevolazioni sui principali eventi
culturali.

Sono previste tre versioni della “card”, adatte alle esigenze di ogni tipo di tu-
rista della Marca: una per il residente, una per il turista e una per il pellegrino
/ escursionista della durata di 24 ore.

Il progetto è caratterizzato da un livello di complessità elevato dal punto di vi-


sta organizzativo-gestionale poiché attiva risorse e competenze appartenenti
ad attori diversi che operano nel territorio. La “card” necessita quindi di un
metaorganizzatore, in grado di motivare gli attori del territorio a partecipare



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alla sua realizzazione e alla sua promozione. Si tratta di un elemento cruciale
per la realizzazione del progetto dato che gli attori presenti nel territorio sono
chiamati a modificare il proprio modo di lavorare e di promuoversi, passando
da una logica individuale e scarsamente collaborativa a una logica di sistema,
basata sulla condivisione delle scelte e sulla cooperazione: esso potrà essere
individuato dal Comune anche attraverso bando di evidenza pubblica e potrà
essere rappresentato anche da Associazioni di scopo.

Valorizzazione dei prodotti e dei servizi locali


L’offerta di territorio è definibile come l’organizzazione dei fattori di servizio
e d’attrattiva che vengono coordinati per rispondere alle esigenze della do-
manda dei cittadini residenti e degli ospiti.

Ne deriva che il “prodotto territorio” è il risultato dell’interazione tra domanda


e offerta, dove la domanda si configura come un insieme di fattori che assu-
mono un senso all’interno delle singole esperienze di vita vissute, mentre
l’offerta individua l’output nella composizione dei diversi fattori di servizio
che il territorio è in grado di generare.

Ogni singola attività economica (dalla pizzeria al carrozziere, dall’istituto di


credito all’artigiano) sa di dover articolare la propria offerta in modo da confe-
rirle un buon grado di identità e di riconoscibilità, attraverso l’individuazione
di un nucleo di servizi caratterizzante la propria proposta e via via una serie di
elementi accessori in grado di differenziare il proprio prodotto. Pertanto i
componenti potenzialmente progettabili del prodotto da ogni organizzazione
sono:

- elementi prodotti direttamente come risultati delle attività tipiche del-


la categoria di azienda a cui si appartiene;

- elementi direttamente controllabili o frutto dell’azione di altre aziende,


grazie allo sviluppo di forme di cooperazione;

- elementi legati all’informazione quale elemento in grado di stimolare


l’eventuale fruizione del prodotto/servizio.

Oltre al nucleo/prodotto che la caratterizza, l’organizzazione può differenziare


la propria offerta con:

a. servizi strettamente connessi all’attività tipica;

b. servizi connessi, ma suscettibili di presenza autonoma sul mercato;




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c. servizi consuetamente offerti da altre categorie di aziende;

d. elementi e fattori d’attrattiva del contesto ambientale.

Con l’avvento della “card”, l’organizzazione dovrà essere in grado di progetta-


re non solo il proprio prodotto ma anche le eventuali relazioni con altre orga-
nizzazioni. Sarà nel contesto della rete che l’organizzazione si troverà a defini-
re il proprio ruolo.

La “card” nasce prevedendo di coinvolgere un numero elevato di enti proprie-


tari e di fornitori di servizi al fine di migliorare gli standard di qualità della vi-
ta, migliorare l’accoglienza, prolungare la permanenza dei visitatori e agevo-
larne la visita. Da ciò deriva ovviamente la complessità di gestione, che dipen-
derà dal numero di servizi integrati nell’offerta.

Nell’ambito turistico, il suo scopo principale è incoraggiare la visita dei siti


minori e meno conosciuti, ridistribuendo nel territorio i rilevanti flussi di visi-
tatori registrati presso la Zona Internazionale, riunendo le attrattive e i servizi
in un’offerta unica e vantaggiosa. Il successo dell’iniziativa sarà tanto maggio-
re quanto l’integrazione tra attori sarà perseguita, condizione che comporta
l’individuazione di un soggetto gestore.

La distribuzione verrà riservata ai siti aderenti al sistema ma dovrà essere ca-


pillare per rendere reperibile la card presso un gran numero di punti vendita.

Elementi base per la progettazione della card


Obiettivi
Nella formulazione di un progetto è di fondamentale importanza chiarire gli
obiettivi che sono alla sua base. Gli obiettivi che costituiscono l’ossatura stes-
sa delle scelte di progettuali della “card” agiscono sul piano della valorizzazio-
ne dell’offerta e su quello della fruizione/promozione e sono pertanto:

- la riqualificazione delle risorse culturali del contesto attraverso azioni


mirate di “recupero” così come di ampliamento degli elementi che
compongono il prodotto;
- la promozione della conoscenza delle risorse culturali del territorio;
- la necessità di agevolare il rapporto tra il territorio e il fruitore, attra-
verso la semplificazione dell’accesso ai servizi;
- il miglioramento della fruizione attraverso il coordinamento dei siste-
mi di erogazione di prodotti e servizi;


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- l’incremento dei flussi turistici e il numero dei fruitori delle attrazioni,
siano esse già conosciute o meno;
- la creazione di un sistema integrato fra prodotti, servizi, trasporti e at-
trazioni.

La “card” non è solo un prodotto ma un mezzo per avviare un processo di


creazione del valore e in grado di trasformare il contesto di riferimento,
grazie alle proprie specificità e nei limiti delle proprie capacità, in un polo di
attrattiva riconoscibile all’interno dell’offerta dell’intera Regione Puglia.

Le caratteristiche
La progettazione della “card” comporta un’impostazione dell’offerta del conte-
sto in modo innovativo: non una serie di attori distinti che offrono i loro pro-
dotti ai fruitori, ma un unico strumento che sia in grado di evidenziare più op-
zioni per il fruitore nella composizione del proprio prodotto.

Esse devono basarsi sulla sua:

1. unicità, ovvero sull’essere un prodotto che non somigli ad altri, ma che


si caratterizzi per la propria specificità e che abbia quindi un’immagine
forte in grado di favorirne anche la promozione;

2. multidimensionalità: si tratta di fornire al fruitore più possibilità di


scelta nella composizione del proprio prodotto finale grazie alla pre-
senza di prodotti di diversa natura all’interno della “card”;

3. prezzo: si tratta di un indicatore importante per il potenziale consu-


matore nel confronto tra i benefici espressi dal prodotto.

La card, il kit informativo e il sito internet


Per dare visibilità e garantire l’immediata riconoscibilità occorrerà dotare il
progetto di un nome e di un logo.

Per agevolare l’utilizzo della “card” sarà poi necessario realizzare un kit in-
formativo che comprenda una guida all’offerta e alle opportunità, corredata di
una cartina con i “luoghi” dell’offerta turistica (musei, itinerari,…), gli assi viari
e i collegamenti garantiti dal servizio pubblico di trasporto, informazioni sulle
strutture ricettive e ristorative, ecc.

Da ultimo, un portale informativo in grado di veicolare la “card” con la preno-


tazione on line di servizi e parcheggi.


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Aspetti organizzativi e di gestione della “Card”


Lo strumento minimo individuato per regolare i rapporti tra Comune, soggetto
attuatore e attori pubblici e privati coinvolti nell’iniziativa potrebbe essere la
“Convenzione”, disciplinata dall’art. 30 del d.lgs. 267/2000, per impegnare i
contraenti a far seguire degli atti concreti per la realizzazione e lo sviluppo
della “Card”.

La Convenzione stabilisce i passaggi fondamentali attraverso i quali assicurare


la condivisione delle decisioni, ossia:

- gli impegni assunti per un triennio dai contraenti;

- le riunioni per l’approvazione del programma pluriennale e del piano


annuale;

- la possibilità di richiedere la convocazione di ulteriori riunioni per


modificare il programma di azione.

Appare indispensabile procedere in un clima di unanimità e di condivisione


delle scelte alla base del progetto, attraverso contatti informali per creare
una consuetudine alla collaborazione e al riconoscimento dei partner
dell’iniziativa.

Essendo però questo momento fondamentale per il successo del progetto (in
ragione della scarsa attitudine alla collaborazione e a far sistema), si suggeri-
sce di valutare l’opportunità alternativa di ricorrere alla istituzione di
un’Agenzia. Il ruolo pensato per il Comune, in questo caso, è quello di garante
e di soggetto in grado di esercitare funzioni di controllo. La parte operativa del
progetto potrebbe essere affidata ad un Consorzio con altri enti pubblici e pri-
vati, coordinato da un Comitato Tecnico.

La scelta di creare un Consorzio, motivata anche dalle idee di fondo che stanno
alla base del progetto imprenditoriale:

1. favorire il passaggio da una promozione dei singoli luoghi turistici allo


sviluppo di prodotti a livello comunale e comprensoriale;

2. favorire la “messa in comune” di risorse finalizzate alla promozione,


per non disperdere in numerose iniziative locali e particolari le limita-
te risorse pubbliche e private;

3. creare un forte collante tra le azione di promozione e i bisogni reali e


concreti delle imprese locali;


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4. favorire un maggiore sviluppo dei prodotti, dei servizi e dei territori
che non beneficiano delle economie derivanti dai flussi turistici.

Verso l’interno, ovvero verso i propri Soci, tra i quali i Comuni, il Consorzio po-
trebbe svolgere le seguenti attività:

- co-marketing e sponsorship, valorizzando le idee e le iniziative svilup-


pate dai propri associati;

- comunicazione periodica, puntuale ed aggiornata;

- organizzazione di eventi;

- una convention annuale per fornire un’occasione di bilancio e allinea-


mento sugli orientamenti per l’anno successivo.

Accanto a questo, potrebbe svolgere attività di formazione volte a promuovere


dei momenti di incontro degli operatori locali in modo da acquisire e poten-
ziare vantaggi competitivi specifici dell’area territoriale.

Il Comitato Tecnico verrebbe costituito e composto in modo tale da rappre-


sentare adeguatamente le diverse anime ed esigenze degli attori coinvolti nel
progetto “card” ovvero tutti gli altri attori dell’offerta territoriale e le aziende
di trasporto. Si tratta di un organo con funzioni di indirizzo sulle scelte strate-
giche, in grado di individuare e stimolare le azioni volte al raggiungimento de-
gli obiettivi e di riunirsi periodicamente con l’obiettivo di monitorare in ma-
niera continuativa e verificare la congruità delle linee di indirizzo con le solu-
zioni proposte.

Aspetti gestionali
I criteri di gestione delle risorse economiche, finanziarie e patrimoniali sono
definiti dalla Convenzione. Il Comitato tecnico entra nel merito delle scelte
adottate, svolgendo un ruolo determinante nella gestione di carattere econo-
mico e finanziario attraverso gli strumenti del Piano Annuale della attività e il
programma pluriennale.

I piani delle attività annuali e pluriennali individuano:

- gli interventi da realizzare per il consolidamento, la promozione e lo


sviluppo della “Card”, anche attraverso interventi su singoli prodotti
culturali e servizi;

- i servizi da sviluppare e da privilegiare per lo svolgimento dei compiti;



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- le ipotesi di cooperazione con soggetti pubblici e privati mediante ap-
positi strumenti giuridici;

- le previsioni di spesa per gli interventi e i servizi di cui alle precedenti


lettere a), b), c) e modalità e tempi della loro copertura;

- i criteri di ripartizione delle risorse derivanti dalla vendita della


“Card”;

- le modalità di verifica dei risultati rispetto al programma di sviluppo


della “Card”.

Il progetto e la realizzazione della “Card” sono finanziate:

- da autofinanziamento attraverso una percentuale degli introiti deri-


vanti dalla vendita delle stesse “Card”;

- da opportuni stanziamenti da individuare nelle misure regionali, na-


zionali ed europee;

- da eventuali finanziamenti della Regione Puglia per i settori cultura,


turismo e agricoltura. In particolare, parte di questi potrebbero essere
ottenuti in base a quanto previsto dalla Legge Regionale sui criteri di
ripartizione delle risorse finanziarie stanziate nel bilancio regionale
per il programma triennale di sviluppo dei Sistemi Turistici Locali.

Tempi di realizzazione
Il lavoro fin qui condotto ha evidenziato i punti di forza e di debolezza del con-
testo attuale in merito all’offerta culturale e turistica e la necessità di un inter-
vento coordinato in grado di sviluppare un nuovo strumento, la “Card”, per po-
ter dar via a un processo di valorizzazione delle risorse culturali del territorio.
Diverse sono le aree di intervento e le azioni da intraprendere. La complessità
del progetto e la numerosità degli attori da coinvolgere richiederanno un tem-
po adeguato che si ipotizza essere non inferiore a mesi sei.

La progettazione richiede la formazione iniziale di un Gruppo di Lavoro, costi-


tuito da personalità del contesto territoriale riconosciute per la loro compe-
tenza nel settore culturale e turistico, in grado di sviluppare l’idea iniziale e di
definire il business plan. Gli attori da coinvolgere verranno a conoscenza del
progetto nella prima fase dello studio di fattibilità, in modo tale da sensibiliz-
zarli all’iniziativa, di chiarire gli obiettivi che si vogliono raggiungere e il ruolo
che è a loro richiesto sia in fase progettuale che di realizzazione. Si tratta di



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creare già da subito l’attitudine a collaborare e ad aprirsi agli altri attori della
futura rete.

Il primo compito richiesto è la definizione dei membri del Comitato Tecnico


quali rappresentanti delle proprie esigenze e punti di riferimento, seguito dal-
la collaborazione con il Gruppo di Lavoro per la raccolta di informazioni sui
propri punti di forza e di debolezza.

Tempo / Soggetti coinvolti / Attività

Settembre 2010 / Lancio del progetto card, costituzione del Gruppo di Lavoro
e prima riunione / Avvio delle trattative per individuare i membri del Comita-
to Tecnico.

Ottobre 2010 / Definizione del Comitato Tecnico / Studio di fattibilità / Orga-


nizzazione tavolo d’incontro con gli attori che si vogliono coinvolgere / Tavolo
d’incontro con gli attori per la presentazione del progetto.

Novembre 2010 / Avvio interviste e raccolta di informazioni sugli attori da


coinvolgere / Chiusura del business plan

Dicembre 2010 / Presentazione del business plan agli attori da coinvolgere e


distribuzione di materiale sulla card e sul piano di comunicazione.

Gennaio 2011 / Conferenza stampa di presentazione / Inizio campagna pro-


mozionale.

Febbraio – Marzo 2011 / Il progetto si presenta ai suoi pubblici / Incontri per


informare e rendere riconoscibile la card agli attori sovra locali (buyers, Tour
Operator, Agenzie, ecc.) / Presentazione alla BIT di Milano

Aprile 2010 / Varo della “card”

Il Gruppo di Lavoro, affiancato dal Comitato Tecnico, avrà un ruolo fondamen-


tale per le scelte strategico-operative: dopo la definizione del business plan, i
diversi soggetti entrano in gioco nei propri ruoli effettivi con il compito di por-
re le condizioni essenziali per la realizzazione e l’avvio del progetto.

Promozione della “Card”


Piano di comunicazione e canali distributivi.



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Per avere successo, la “card” ha bisogno di un piano di comunicazione in grado
di individuare le iniziative promozionali più efficaci nel far conoscere lo stru-
mento presso i potenziali fruitori e di una rete distributiva in grado di render-
la disponibile.

Uno dei primi interventi legati alla “card”, fondamentale per il suo successo, è
la capacità di redigere un efficace piano di comunicazione in grado di incidere
sugli atteggiamenti e sui comportamenti delle persone, siano essi consumatori
finali o intermedi (agenzie di viaggi, tour operator, ecc.) o coloro che possono
influenzare la decisione di acquisto.

Nel caso della “card” si tratta di far sapere ai potenziali fruitori che il prodotto
esiste ed è disponibile e che possono chiedere informazioni a riguardo, ma so-
prattutto che possono acquistarla. Si tratta pertanto di finalizzare il piano di
comunicazione:

- alla promozione della “card” sul mercato locale (versione per i residen-
ti) e sui mercati nazionale ed internazionale (versione per gli ospiti);

- al miglioramento dell’accessibilità fisica e informativa all’offerta di


prodotti e servizi del territorio;

- al potenziamento dell’immagine presso la domanda turistica;

- alla promozione presso gli operatori turistici.

La promozione verso l’esterno, utilizza i tradizionali strumenti del marketing


territoriale, per affermare e consolidare l’immagine di San Giovanni Rotondo
come un territorio autentico, ricco di storia e cultura con azioni di comunica-
zione istituzionale (attraverso stampa locale e nazionale), allestimento di in-
fopoint sul territorio e itineranti presso borse e fiere turistiche, organizzazio-
ne di workshop ed educational per l’incontro fra i diversi attori coinvolti nella
creazione del sistema di offerta (operatori locali, agenzie incoming, tour opera-
tor nazionali ed internazionali, giornali), oltre alla gestione del portale inter-
net con ruolo unificante rispetto a tutti i siti del territorio.

Contenuti della “card”


- MUSEI, CHIESE ED ALTRE ATTRAZIONI AD INGRESSO GRATUITO




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La “Card” potrebbe offrire servizi elimina code o visite guidate su pre-
notazione o audio guide o altri servizi accessori;

- TRASPORTI

La “Card” potrà far salire e scendere (“Hop on Hop off”) da tutti i mezzi
di trasporto pubblico senza costi aggiuntivi.

- EVENTI CULTURALI

Informazione dedicata, sconti, agevolazioni e prenotazioni.

- ALTRE RIDUZIONI quali ad esempio:

% sull’acquisto dei prodotti tipici del circuito;

% sulle visite guidate e servizi turistici;

% sugli acquisti in negozi convenzionati;

% di sconto sui servizi e sulle attività nel Gargano e nel Parco del Gar-
gano;

agevolazioni sulla permanenza nelle strutture ricettive convenzionate


e per le consumazioni in bar e ristoranti.



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AZIONE 4 – IL “MUSEO DEI DAUNI”



LA STORIA DEL TERRITORIO IN UN GRANDE CONTENITORE


CULTURALE
I beni culturali servono a far capire, apprezzare ed amare il proprio territorio;
offrono cioè grammatiche di lettura di fatti che altrimenti sarebbero muti. “I
fatti” - diceva giustamente John Stuart Mill – “sono muti, essi parlano soltanto
se c'è qualcuno che ne sa raccontare la storia”. Vivere tra fatti che sono muti è
come camminare in un deserto.

Protocollo d’intesa Università degli Studi di Foggia / Provin-


cia di Foggia / Promodaunia / Comune di San Giovanni Ro-
tondo / Soggetti Privati per la realizzazione del “Museo dei
Dauni”.
[ in redazione alla data di pubblicazione del presente progetto ]



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AZIONE 5 – DAUNIA SLOW



PROGETTARE, GESTIRE E VIVERE L’INTEGRAZIONE TRA CIBO,


VIAGGIO E TERRITORIO.
Tra le forme di viaggio che si sono diffuse in modo significativo negli ultimi
anni, il turismo enogastronomico rappresenta certamente quella più inte-
ressante, sia dal punto di vista socioculturale – interpretando in modo adegua-
to le nuove motivazioni dei turisti – sia sotto l’aspetto economico, investendo
diverse filiere produttive e commerciali.

Il presente progetto nasce in collaborazione con la Condotta Slow Food di


Foggia per affrontare in modo efficace ed esaustivo le varie dimensioni del fe-
nomeno, proponendosi a un target di operatori turistici e agroalimentari,
amministratori, turisti, studenti, con un modello semplice e immediato e un
innovativo approccio interdisciplinare.

OBIETTIVI

Le finalità operative che il progetto si propone sono legate dalla volontà di


mostrare il delicato passaggio di una località – la Provincia di Foggia – da terri-
torio di produzione a “prodotto turistico”, qui definito come “il punto
d’incontro tra richieste espresse dalla domanda e fattori organizzati dall’offerta,
coerentemente con gli aspetti e le caratteristiche ambientali presenti e potenzia-
li” .

Senza dimenticare che non in tutti i territori possono fare turismo enogastro-
nomico e che, comunque, non ovunque è possibile farlo secondo le stesse mo-
dalità: occorre possedere e rispettare alcuni requisiti come un’elevata qua-
lità organolettica, unicità e originalità nella percezione del consumatore, rarità



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e produzione limitata, commercializzazione prevalente nel luogo di produzio-
ne, radicamento storico-culturale.

Inoltre vanno considerati il valore percepito del prodotto tipico, che è de-
terminato dalla cultura del consumatore e dalla particolarità del processo
produttivo, l’occasione di consumo e il grado di soddisfazione alimentare for-
nita dal prodotto, la forma, la consistenza, il profumo, il colore.

METODO

I tre mondi vitali che s’intrecciano nella vacanza enogastronomica,


l’alimentazione, il turismo ed il territorio, sono analizzati nel presente proget-
to a partire dalle loro reciproche interazioni, che possono fornire un prezioso
valore aggiunto alle società ed alle economie locali.

Dopo le premesse concettuali, s’introduce sul piano teorico la parte di descri-


zione progettuale, la quale prende spunto dalle più approfondite analisi inter-
disciplinari e dalle diverse teorie riguardanti il territorio e la sua evoluzione (il
modello di Lundgren e la classificazione di Jotart sulle polarità urbane) le teo-
rie evolutive delle aree turistiche (gli studi di Miossec, il ciclo di vita di una lo-
calità di Butler, il modello psicografico di Plog), per concludere con una lettura
che cerca di coniugare approccio geografico, indagine sociologica e valutazioni
economiche.

Dalle quali si anticipa la definizione attualmente più accreditata di turismo


enogastronomico: “la disposizione a spostarsi dalla propria località di residenza
al fine di raggiungere e comprendere la cultura di una destinazione nota per
una produzione agroalimentare di pregio, entrare in contatto diretto con il pro-
duttore, visitare l’area destinata all’elaborazione della materia prima e al suc-
cessivo confezionamento, degustare in loco, ed eventualmente approvvigionarsi
personalmente della specialità per poi fare rientro a casa”.

Tali caratteristiche lo identificano come una tipologia di viaggio culturale in-


tegrato, a sua volta facilmente integrabile con altre forme di organizzazione



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del turismo culturale, religioso, ambientale, nel Parco Nazionale del Gargano,
negli agriturismi, nei parchi letterari.

Il progetto affronta anche il complesso rapporto tra turismo e territorio, so-


prattutto per l’impatto ambientale che non sempre rispetta i criteri della so-
stenibilità e della salvaguardia del paesaggio. Il viaggio enogastronomico sot-
tolinea come occorra rispettare i principi dell’integrità dell’ecosistema,
dell’equità sociale, della vera efficienza economica, intesa come benessere col-
lettivo. E’ una forma di viaggio che si sovrappone con un proprio valore ag-
giunto alle altre attività socioeconomiche, senza sostituirsi a esse.

L’ultimo aspetto affrontato, non certo per ordine di importanza, è quello della
qualità, nelle sue varie modalità di qualità attesa, sperimentata, tecnica, fun-
zionale, certificata ed esperienziale.

Partendo dalle motivazioni dei turisti enogastronomici ed analizzando i quat-


tro momenti costitutivi del viaggio (la decisione di partire, la circolazione, la
ricezione e il ritorno), il progetto sviluppa una tipologia articolata, che con-
templa tra le tante figure:

- il turista del gusto (definito consumatore- intenditore-scopritore),


prevalentemente maschio, di età tra i 26 e i 45 anni, di livello sociale
ed economico medio alto,
- il gastronauta, che limita la visita a un solo giorno e dà grande atten-
zione al giacimento gastronomico e alla sua modalità di fruizione,
- il foodtrotter, che fa una vacanza più lunga e per il quale la gastrono-
mia non rappresenta l’unica motivazione del viaggio.

UN MODELLO FORMATIVO ISPIRATO ALL’ECCELLENZA

La formazione prevista dal progetto insiste anche sulla comunicazione


dell’identità della destinazione enogastronomica, con la sottolineatura che
è necessario trasmettere un messaggio fortemente territoriale, evidenzian-
do il legame tra leisure, produzione agroalimentare e terroir. Ciò per scongiu-
rare la cosiddetta “asimmetria informativa” che si verifica quando il prodotto



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non viene comunicato nelle sue caratteristiche principali e nei suoi valori por-
tanti, perdendo così identità e rilevanza.

Ed è proprio a questo proposito che si presentano come buone pratiche gli


“educational enogastronomici” proposti, relativi alla degustazione di pro-
dotti del territorio per giornalisti e opinion leader, ma anche i “Laboratori del
Gusto” per i turisti e le “Borse delle Produzioni Tipiche”, rivolte agli opera-
tori turistici, che consentono una conoscenza accurata del servizio offerto.

Il progetto intende infine incidere sui protagonisti dell’offerta turistica, al-


bergatori e ristoratori (più le scuole alberghiere del territorio) proponendo ai
discenti indicazioni sull’accessibilità, sugli ambienti di visita e la loro presen-
tazione, sulle produzioni. E sottolineando l’importanza dell’accoglienza, che è
un indice fondamentale della professionalità del personale e dello stile della
destinazione o della struttura ricettiva. In particolare, le aziende agricole de-
vono sapersi riorganizzare al meglio per ospitare i turisti e il momento della
degustazione (che naturalmente è diverso per ogni tipo di prodotto degusta-
to). Ma anche per “guidare” l’acquisto, che chiude il circuito della visita ed è
una componente di fondamentale importanza per il produttore.

Tutte le attività sono pensate per essere realizzate all’interno di eventi “conte-
nitori” che già arricchiscono l’offerta turistica con eventi culturali e conviviali,
appuntamenti, spettacoli, che attirano un maggior numero di visitatori e la lu-
ce dei riflettori.

In definitiva, il progetto propone un vero e proprio modello di “education


program”, sull’esempio della visita ideata da Robert Mondavi di Oakville nella
californiana Napa Valley, esempio di integrazione tra eccellenza produttiva e
ospitalità turistica ben organizzata.

GLI ATTORI DEL TERRITORIO - STAKEHOLDER

Domanda

• Direttore d’albergo
• Direttore ristorante



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• Cuoco/Chef
• Cameriere/Maitre
• Barman/sommelier
• Accompagnatore turistico
• Animatore turistico
• Operatore agenzia viaggi
• Gestore/operatore agrituristico
• Direttore/operatore consorzio agrituristico
• Proprietario ristorante/chef
• Enoteche/negozi di enostronomia
• Scuole alberghiere
• Giornalisti

Offerta

• Produttori agricoli
• Allevatori
• Trasformatori
• Pescatori
• Consorzi di produzione

STRUMENTI

1. Educational – Tour in aziende del territorio con l’obiettivo di mostra-


re le eccellenze, insegnare processi virtuosi e sostenibili, sostenere le
produzioni.

o Target: Ristoratori, albergatori, giornalisti

2. Teatro del Gusto – un anfiteatro con 100 posti a sedere dotato di cu-
cina a vista e un grande schermo.
Sul palcoscenico si avvicendano cuochi italiani, che hanno fatto
dell’utilizzo delle materie prime del territorio una loro bandiera, in-
sieme ad un produttore che spiega le peculiarità dei prodotti utilizzati.
Eseguono in diretta i loro piatti-simbolo.



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o Target: Ristoratori, Albergatori, Giornalisti

3. Laboratori del Gusto - sono le ormai note degustazioni guidate di


Slow Food: alla presenza dei produttori e con l’aiuto di esperti si parla
di cibo e di vino, si fanno confronti, domande, si assaggia, si tocca, si
valuta, si commenta con approccio ludico tenendo sempre presente
che il buon cibo e il buon vino sono anzitutto un piacere, che deve es-
sere anche reso dotto.

o Target: Scuole alberghiere, Giornalisti, Ristoratori, Albergato-


ri, Commercianti

4. Borsa dei prodotti locali – incontro tra domanda e offerta. L’obiettivo


è di creare una microeconomia virtuosa del territorio con ricadute po-
sitive sull’offerta turistica (caratterizzazione, diversificazione e innal-
zamento della qualità) e sostegno delle produzioni locali.

o Target – Produttori, Ristoratori, Albergatori e Commercianti

5. Incontri dibattito con esperti – comunicare la Vision

o Target - Tutti

6. Menù a km. Zero – percorso di condivisione e formazione per i risto-


ratori del territorio con l’obiettivo di concordare un disciplinare di
comportamento

o Target – Ristoratori, Albergatori, Agriturismi



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AZIONE 6 – CARTA DEL VERDE URBANO




La finalità del verde urbano e delle aree a parco pubblico è quella di offrire al
Cittadino un luogo dove trattenersi e passeggiare piacevolmente a contatto
con la natura. Il verde urbano deve essere pertanto protetto e conservato
nell’interesse delle future generazioni.

La funzione dei parchi è anche quella di aggregazione sociale e di riqualifica-


zione dell’ambiente urbano. Lo scopo di questa “carta” è quindi l’avvio di nuo-
ve formule di gestione che privilegino l’efficienza, in accordo con i principi del
pubblico servizio.

Per quanto detto, gli spazi verdi vanno intesi come beni inalienabili e il loro
uso da parte dei Cittadini deve essere gratuito, fatte salve le aree destinate ad
attività organizzate dall’Amministrazione o da Privati per le quali potrà even-
tualmente essere previsto un biglietto di ingresso.

Considerare gli spazi verdi come parte integrante ed essenziale della struttura
urbana significa garantirne la migliore fruibilità, quindi programmare il loro
collegamento con il sistema di trasporti pubblici, disciplinare l’uso dei par-
cheggi auto riservati ai visitatori ed ai portatori di handicap.

Viste le finalità e le funzioni, le attività consentite saranno le attività ricreative,


con particolare riferimento a quelle per i bambini, sportive, culturali e artisti-
che che non danneggino l’ambiente e le strutture finalizzate alla ricreazione.

Per quanto concerne in particolare il Parco del Papa, l’orario di apertura al


pubblico viene di norma fissato dalle ore 8.30 fino ad un’ora prima del tra-
monto, salvo ulteriori deroghe che saranno disposte dall’Assessorato Ambien-
te. A tale scopo l’Amministrazione dovrà impegnarsi annualmente a garantire
in Bilancio la copertura finanziaria.



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PARTECIPAZIONE DEI PRIVATI NELLA MANUTENZIONE DELLE AREE A
VERDE PUBBLICO

Nell’intento di consentire la partecipazione diretta dei privati nelle opere di


manutenzione delle aree a verde pubblico, l’amministrazione Comunale inten-
de avvalersi della facoltà di affidare a persone fisiche o giuridiche, purché re-
sidenti locali e previa specifica richiesta formale, la manutenzione delle aree a
verde pubblico, la gestione di servizi ad esse inerenti, nonché la realizzazione
di interventi di sistemazione a verde e in materia di arredo urbano.

Con il termine di “affidamento” si intende la conduzione di opere di manuten-


zione di aree verdi comunali, generalmente di piccola estensione e/o la ge-
stione di servizi ad esse inerenti svolte da privati a titolo gratuito.

Con il termine “sponsorizzazione” si intende la conduzione di opere di manu-


tenzione di aree verdi comunali generalmente di piccola estensione e/o la ge-
stione di servizi ad esse inerenti e/o la realizzazione di interventi di sistema-
zione a verde o in materia di arredo urbano, svolte da soggetti privati a titolo
gratuito, in cambio dell’installazione di una o più targhe informative realizzate
e collocate secondo le modalità di cui al successivo comma.

Nei casi di sponsorizzazione è consentito allo sponsor installare nell’area ver-


de una o più targhe informative (il numero dipenderà dalla grandezza
dell’area sponsorizzata) indicanti il nome ed eventualmente il logo dello spon-
sor. La targa avrà dimensione e caratteristiche tecniche che dovranno essere
approvate dal competente Ufficio Tecnico Comunale.

L’affidamento e la sponsorizzazione sono regolati da apposite convenzioni e/o


disciplinare predisposto dall’Amministrazione Comunale per ogni singolo caso
e sottoscritto dalle parti.



Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 97/112

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AZIONE 7 – PROGRAMMA ANNUALE DEGLI EVENTI



CONTESTO DI RIFERIMENTO
Il presente Programma ha il proprio riferimento normativo nel Regolamento
Comunale che disciplina i finanziamenti delle attività culturali e di spettacolo e
il Regolamento che delinea le direttrici dell’azione comunale nei rapporti con
il Terzo Settore, istitutivo dell’Albo delle Associazioni.

Nelle seguenti tabelle sono riassunti rispettivamente l’entità e la tipologia de-


gli interventi comunali nel periodo 2004/2007 ed i destinatari degli stessi in-
terventi distinti in Enti Locali territoriali e altri Enti e soggetti privati.

TAB. 1

Entità e tipologia degli interventi 2010

Intervento comunale a favore del Terzo Settore € _________________

Progetti di promozione della Cultura € _________________

Azioni di sostegno allo Sport € _________________

Progetti di promozione del Territorio / Eventi € _________________

Azioni di sostegno alla Protezione Civile € _________________

TOTALE € _________________

Tale previsione non vincola l'Amministrazione. Essa si riserva, a insindacabile


giudizio, la facoltà di sospendere o annullare la procedura in qualunque fase
antecedente l’assegnazione di risorse a progetti.



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OBIETTIVI E PRIORITÀ
Obiettivi dell’Amministrazione per il 2010

Le attività svolte dalle Associazioni di Volontariato e dal Terzo Settore rappre-


sentano – in particolare in una Città come San Giovanni Rotondo – uno degli
elementi fondamentali dell’azione comunale sul piano dell’identità culturale,
della crescita individuale e della coesione sociale, in quanto fattore strate-
gico sul piano socio-economico e della competitività.

Più in generale, la promozione ed il sostegno delle attività culturali e sociali


devono operare principalmente nella direzione del riequilibrio territoriale,
finalizzato alla perequazione delle opportunità all’interno del territorio, per
accrescere non soltanto il benessere individuale dei Residenti e degli Ospiti,
ma anche il senso di appartenenza e di identità di interi gruppi sociali.

Per questo motivo si è reso necessario un ammodernamento delle strategie


d’intervento: per dare continuità e rafforzare le esperienze consolidate e per
favorire la graduale creazione di competenze e di progettualità, attraverso due
obiettivi strategici di medio-periodo:
- Aumentare la cultura della cooperazione tra soggetti di interesse collet-
tivo e tra questi e l’Amministrazione;
- Guidare le Associazioni iscritte all’Albo Comunale in un processo di cre-
scita che consenta loro di vedersi riconosciute oltre i confini Cittadini e
di poter ambire a risorse regionali, nazionali e comunitarie.

Tutti i soggetti coinvolti (Associazioni, cooperative, comitati e soggetti privati)


devono assumere un forte impegno progettuale e innovativo, capace di
mettere in comune tutte le risorse disponibili e finalizzarle alla crescita civile e
allo sviluppo culturale ed economico del territorio comunale.

D’altro canto, l’azione comunale deve favorire con maggiore incisività, attra-
verso la premialità degli interventi, la concertazione (funzionale al processo
scalare di programmazione, al monitoraggio e al controllo delle attività finan-
ziate) e deve sviluppare le collaborazioni interistituzionali e fra soggetti
pubblici e privati, favorendo gli interventi capaci di generare ricadute pro-
duttive nel contesto territoriale e sociale urbano.



Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 99/112

Comune di San Giovanni Rotondo


Per questo motivo, fin da questo primo bando saranno privilegiate le forme di
partenariato, di “protocollo d’intesa” e di “accordo di programma” che i sog-
getti sapranno sottoscrivere tra loro, con altri Enti Locali, Sovrintendenze,
Università, Accademie e Conservatori, Istituzioni Culturali, Fondazioni ed As-
sociazioni di altre Città e Regioni d’Italia e d’Europa, intervenendo priorita-
riamente nella promozione e nel sostegno delle attività che prevedano il cofi-
nanziamento dei soggetti pubblici o privati coinvolti.


Priorità dell’azione dell’Ente

Gli obiettivi dell’azione politica e finanziaria del Comune, in considerazione


degli intenti innanzi descritti, sono quindi così riassumibili:

- stimolare la ricerca di aggregazione tra i soggetti proponenti e la capaci-


tà di individuazione dei migliori soggetti attuatori;

- favorire il rapporto fra tradizione ed innovazione nella valorizzazione


del patrimonio storico, culturale, artistico, figurativo, letterario, tradi-
zionale ed antropologico, anche nei suoi aspetti meno noti;

- valorizzare le identità culturali, la storia, la memoria, le testimonianze


civili della Città di San Giovanni Rotondo e, non secondariamente, della
mirabile Opera di Padre Pio da Pietrelcina;

- sviluppare la conoscenza e la fruizione dei beni monumentali, archeolo-


gici, artistici e naturalistici del territorio, contribuendo al potenziamento
dell’economia turistica cittadina, all’attrattività dei luoghi ed alla desta-
gionalizzazione dei flussi turistici;

- promuovere la socialità, la coesione sociale e l’inclusione;

- organizzare servizi socio-assistenziali e di carattere sanitario o parasa-


nitario;

- promuovere eventi sportivi e/o la cultura dello sport, soprattutto presso


i giovani, i diversamente abili e le fasce di Cittadini a maggiore fattore di
rischio sociale;



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- favorire la progettazione di azioni di protezione civile, di sicurezza e di
tutela della salute pubblica.

La riconducibilità delle proposte pervenute agli obiettivi illustrati consentirà


ai proponenti di vedere più facilmente riconosciute le proprie istanze ed
all’Amministrazione di individuare adeguate forme di rafforzamento e di svi-
luppo dell’intervento anche attraverso il reperimento di eventuali risorse ag-
giuntive durante l’anno 2010.

CRITERI E MODALITÀ DI ATTUAZIONE


DELL’AZIONE COMUNALE
Linee metodologiche

Le politiche di sviluppo e di crescita degli eventi, delle attività culturali, sporti-


ve e sociali, passano anche per la riduzione della dispersione dell’intervento
finanziario attraverso criteri di selezione della spesa comunale in grado di
garantire il massimo possibile di efficacia e di efficienza della spesa.

Al fine di stimolare la congruità delle proposte presentate, nell’obiettivo di


promuovere un più omogeneo piano delle attività e limitatamente agli inter-
venti di sostegno, non sono ammessi i progetti privi di comprovato cofi-
nanziamento.

Di norma e salvo motivate eccezioni, per quanto concerne gli interventi a


sostegno, il finanziamento non potrà essere superiore al 30%
dell’importo richiesto, come da Regolamento comunale.

Requisiti per accedere all’intervento comunale. Attività ammissibili.

L’intervento del Comune di San Giovanni Rotondo potrà essere “a soste-


gno” oppure “di promozione”.

Sono ammessi all’intervento comunale a sostegno:

le Associazioni iscritte all’Albo Comunale;



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gli organismi anche privati in grado di comprovare professionalità e
specializzazione nella realizzazione di progetti e azioni analoghe a quel-
le proposte all’Amministrazione per l’anno 2010.

Sono ammesse all’intervento finanziario comunale di promozione le ini-


ziative ed i progetti che presentino i requisiti specifici di ciascuna attivi-
tà, come sotto indicati:

che dimostrino di essere mirati a conseguire le finalità contenute nel presente


Programma;

che coinvolgano artisti o curatori di rilievo almeno provinciale;

che si svolgano in luoghi specializzati o in strutture dotate di idonee ed ade-


guate attrezzature;

che favoriscono la più ampia partecipazione attraverso adeguata promozione,


anche sovracomunale;

che abbiano – o almeno si propongano di avere – carattere di continuità;

che presentino nel preventivo di spesa un totale dei costi del progetto congruo
rispetto alla capacità finanziaria del soggetto proponente, rilevata dalle prin-
cipali voci di bilancio riferite agli anni precedenti a quello cui si riferisce
l’attività.

Non sono in alcun caso ammesse a sostegno le istanze che:

riguardino attività generiche riferite a manifestazioni varie, non omogenee o


non in sintonia con le attività previste dal presente Programma;

non siano supportate da un piano finanziario congruo.

Elementi di valutazione delle istanze

Per la valutazione delle istanze presentate si terrà conto della qualità e delle
caratteristiche delle attività proposte e della rispondenza del progetto agli
obiettivi ed alle priorità del presente Programma, nonché delle capacità pro-
gettuali, organizzative e finanziarie dei soggetti proponenti e degli eventuali
soggetti attuatori.



Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 102/112

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L’entità dell’intervento sarà determinata sulla base degli elementi di valuta-
zione qualitativa e quantitativa sotto indicati, compatibilmente con le disponi-
bilità finanziarie del bilancio comunale.

A determinare l’ammissibilità dell’intervento e l’entità della partecipazione fi-


nanziaria comunale, concorrono i seguenti elementi di valutazione, riferiti ai
soggetti proponenti ed ai soggetti attuatori:

Valutazione qualitativa:

rilevanza culturale e qualità del programma, con riferimento soprattutto alle


caratteristiche, alle finalità, alle modalità, ai tempi di svolgimento ed al quadro
finanziario dell’attività;

carattere non episodico dell’attività e sua continuità nel tempo;

rapporti di collaborazione progettuale ed operativa con altri soggetti, pubblici


e privati;

capacità finanziaria riferita all’equilibrio dei bilanci ed al rapporto tra finan-


ziamenti pubblici e disponibilità di risorse finanziarie proprie e/o rivenienti
da altri soggetti privati;

ambito di attività e numero delle persone coinvolte;

bacino di utenza di riferimento e modalità ed opportunità di fruizione


dell’attività, con particolare riguardo ai giovani, alle fasce sociali svantaggiate;

inserimento in circuiti di comunicazione ampi, tali da consentire una fruizione


ed una visibilità sovra comunale.

Valutazione quantitativa:

Sono considerati ammissibili, ai fini della quantificazione dell’intervento co-


munale, esclusivamente i seguenti costi direttamente sostenuti dal soggetto
proponente o dal soggetto attuatore:

compensi lordi e relativi oneri previdenziali ed assistenziali a qualsiasi titolo


corrisposti ai curatori, nonché spese di ospitalità ed i rimborsi viaggio per au-
tori, esperti, artisti e persone di spettacolo;



Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 103/112

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spese di noleggio, trasporto e assicurazione;

spese di fitto ed allestimento di spazi espositivi, comprensive di eventuali ser-


vice tecnici;

spese di promozione e di pubblicità.

che partecipano alle iniziative di diffusione della lettura;

spese di allestimento degli spazi per le iniziative di diffusione della lettura,


comprensive di eventuali service tecnici;

spese di promozione e di pubblicità.

spese per la pubblicazione e la diffusione di atti e ricerche;

premi e borse di studio, a condizione siano attribuite con bando pubblico di


selezione.

In sede di presentazione del rendiconto:

nel caso di costi sostenuti dal soggetto attuatore, il soggetto proponente con-
trae l’obbligo in sede di rendicontazione di certificarne la regolarità contabile
e fiscale e – per quanto riguarda eventuali compensi di lavoro – il rispetto dei
contratti collettivi e delle vigenti normative in materia di rapporti di lavoro.

nel caso in cui il soggetto proponente indichi un soggetto beneficiario del fi-
nanziamento comunale diverso, quest’ultimo dovrà produrre la documenta-
zione probatoria prevista per i soggetti proponenti.

Liquidazione dell’intervento comunale

L’intervento comunale è liquidato nelle forme di seguito specificate:

In un’unica soluzione a compimento dell’attività ed a seguito della verifica


della sua realizzazione in coerenza con le finalità, le caratteristiche, le modali-
tà ed i tempi programmati in sede di istanza, nonché del riscontro amministra-
tivo-contabile del rendiconto finanziario consuntivo e della relativa documen-
tazione probatoria di spesa richiesta al successivo paragrafo 3.6.

In due soluzioni (acconto e saldo) solo con riguardo alle Associazioni iscrit-
te all’Albo delle Associazioni che ne promuovano istanza motivata da esigenze



Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 104/112

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di realizzazione del progetto. In tal caso il Comune può liquidare un acconto
non superiore al 70 per cento del finanziamento concesso. Il dirigente comu-
nale potrà prevedere, a fronte dell’anticipazione concessa, il rilascio di apposi-
ta garanzia fideiussoria, bancaria o di primaria compagnia assicurativa per
l’importo da erogare anticipatamente.

Il saldo sarà liquidato a compimento dell’attività e a seguito della verifica della


sua realizzazione in coerenza con le finalità, le caratteristiche, le modalità ed i
tempi programmati in sede di istanza, nonché del riscontro amministrativo-
contabile del rendiconto finanziario consuntivo e della relativa documentazio-
ne probatoria di spesa richiesta al successivo paragrafo 3.6.

Termini e documentazione per la presentazione delle istanze.

I soggetti che intendono proporre attività sulla base del presente Programma,
devono presentare apposita istanza, completa di tutta la documentazione di
seguito specificata, a:

Comune di San Giovanni Rotondo

Ufficio del Sindaco

Piazza dei Martiri n. 5

71013 SAN GIOVANNI ROTONDO (FG)

Tutta la documentazione, da presentarsi comunque in forma cartacea, può es-


sere prodotta anche su supporto informatico.

Le istanze devono pervenire all’indirizzo sopra indicato entro e non oltre il


______/ __________/ 2010 a mezzo raccomandata A.R. (nel qual caso farà fede la
data del timbro postale di spedizione) ovvero consegnate a mano entro e non
oltre le ore 12,00 del termine stabilito (nel qual caso farà fede la data del tim-
bro di ricevimento presso l’Ufficio Protocollo).

Le istanze pervenute fuori termine o non corredate da tutta la documen-


tazione richiesta o non redatte sulla base della modulistica allegata, non
sono ammesse all’intervento comunale.



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Comune di San Giovanni Rotondo


I soggetti proponenti possono presentare una sola istanza (ovvero tutte le
progettualità andranno inserite nella medesima istanza).

Qualora circostanze sopravvenute successivamente alla notifica della concessio-


ne del finanziamento comunale non consentano la realizzazione dell’attività fi-
nanziata, il soggetto proponente dovrà dare immediata comunicazione
scritta indirizzata al Sindaco e protocollata al Comune di San Giovanni Ro-
tondo, dichiarando la rinuncia al finanziamento.

Liquidazione dei finanziamenti.

La liquidazione degli interventi finanziari comunali viene effettuata con atto


del Dirigente del Settore Affari Generali.

I soggetti beneficiari devono presentare la richiesta di liquidazione del finan-


ziamento assegnato, unitamente al rendiconto consuntivo ed alla documenta-
zione probatoria di spesa di cui alle successive lett. A) e B), a:

Comune di San Giovanni Rotondo

Dirigente Settore Affari Generali

Piazza dei Martiri n. 5

71013 SAN GIOVANNI ROTONDO (FG)

La richiesta di liquidazione ed il rendiconto consuntivo devono pervenire


all’indirizzo sopra indicato entro 60 giorni dalla conclusione delle attività,
fermo restando che queste dovranno concludersi, di norma e salvo motivate
eccezioni, entro il 31 dicembre dell’anno di competenza.

La richiesta di liquidazione e il consuntivo dovranno essere inviati a mezzo


raccomandata A.R. (nel qual caso farà fede la data del timbro postale di spedi-
zione) ovvero presentati a mano entro e non oltre le ore 12,00 del termine so-
pra stabilito (nel qual caso farà fede la data del timbro di ricevimento presso
l’Ufficio Protocollo del Comune).

La richiesta di liquidazione, a firma del Legale Rappresentante, dev’essere re-


datta secondo lo schema di cui all’Allegato A1 del presente atto e deve essere


Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 106/112

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corredata dalla fotocopia del documento di identità del legale rappresentante,
se diverso dal sottoscrittore dell’istanza.

Revoca e riduzione del finanziamento

Il Dirigente del Settore Affari Generali provvede con proprio atto alla revoca
del finanziamento concesso nei seguenti casi:

mancato svolgimento dell’attività finanziata ovvero la realizzazione della stes-


sa in maniera difforme rispetto al programma presentato tale da risultare non
coerente con gli obiettivi e le priorità indicate nel presente Programma;

mancato ricevimento della richiesta di liquidazione nel termine previsto dal


comma 4 del paragrafo 3.6:

la mancanza in tutto o in parte della documentazione richiesta oppure la dif-


formità rispetto alla modulistica predisposta.

Nel caso in cui il soggetto beneficiario abbia ricevuto l’acconto previsto dal
terzo comma del paragrafo 3.4, il Dirigente procederà d’ufficio all’escussione
della fideiussione per l’importo anticipato, dopo aver dato preventiva comuni-
cazione all’interessato sull’avvio del procedimento di revoca, ai sensi della
Legge 241/1990 ovvero in conformità a quanto previsto dalla normativa vi-
gente.

Il provvedimento di revoca del finanziamento comunale per mancata


presentazione della richiesta di liquidazione o della rendicontazione
consuntiva comporta l’esclusione del soggetto dai finanziamenti per
l’anno successivo.

Il Dirigente del Settore Attività Culturali provvede con proprio atto alla ridu-
zione del finanziamento concesso, comunque entro i limiti del disavanzo
dell’attività, nei seguenti casi:

per gli interventi di promozione, qualora non vengono presentati giustificati-


vi di spesa, ovvero nel caso in cui il rendiconto consuntivo presenti una spesa
totale inferiore a quella del preventivo. In entrambe tali ipotesi l’intervento



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sarà ridotto di un importo pari alla spesa non documentata ovvero non soste-
nuta;

per gli interventi a sostegno, qualora non vengono presentati giustificativi di


spesa relativi ai costi ammissibili di cui alla valutazione quantitativa, fiscal-
mente validi e regolarmente pagati, con quietanza del percipiente ovvero con
ricevuta bancaria di avvenuto bonifico bancario, per un ammontare almeno
pari all’intervento comunale. In questo caso l’intervento sarà ridotto di un im-
porto pari alla spesa non documentata.

per gli interventi a sostegno, qualora il rendiconto consuntivo presenti una


riduzione del totale dei costi ammissibili superiore al 50 per cento rispetto al
preventivo. In questo caso l’intervento non potrà in nessun caso essere supe-
riore al 50 per cento dei costi ammessi a consuntivo.

VERIFICHE AMMINISTRATIVO-CONTABILI
Il Comune di San Giovanni Rotondo può procedere nel corso delle attività fi-
nanziate a verificarne il regolare svolgimento, nonché a controlli amministra-
tivi e contabili, anche a campione, al fine di accertare la regolarità dei bilanci
e dei documenti relativi alle attività finanziate, nonché la veridicità di quanto
attestato con le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà, accedendo anche
alla documentazione conservata presso le sedi dei soggetti finanziati, ai sensi
di legge ed in particolare del DPR 28 dicembre 2000, n.445.

I soggetti che abbiano reso dichiarazioni o presentato documentazioni non ve-


ritiere, o comunque difformi dal contenuto del bilancio, saranno esclusi
dall’intervento finanziario comunale per un triennio.

TRATTAMENTO DEI DATI


Il Dirigente del Settore Affari Generali è responsabile del trattamento dei dati
acquisiti per l’istruttoria delle istanze e delle richieste previste dal presente
Programma, in conformità alla normativa vigente.



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La modulistica sarà anche disponibile anche sulla Rete Civica Comunale:

www.comune.sangiovannirotondo.fg.it



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10. QUINTA FASE: AZIONI DI VERIFICA


Metodi e strumenti di monitoraggio delle azioni durante l’esecuzione del


progetto (auditing in progress).

La metodologia prescelta è la misurazione dell’effettiva implementazione e


dello stato di avanzamento del progetto attraverso la verifica delle azioni e
della loro corrispondenza agli obiettivi del progetto.

Il monitoraggio verrà affidato al responsabile di progetto, che effettuerà il mo-


nitoraggio con finalità di controllo sugli aspetti che hanno un’immediata inci-
denza gestionale e finanziaria (operatori, flusso degli impegni, ecc.). Tale mo-
nitoraggio dovrà da una parte corrispondere all’impostazione incrementale
del progetto e dall’altra fornire indicazioni di dettaglio sulle singole azioni utili
al controllo e al miglioramento in itinere delle attività.

Gli strumenti adeguati alla fase di monitoraggio saranno: verbali degli incon-
tri, interviste ai responsabili operativi delle azioni, reportistica degli incontri,
diari di bordo, relazioni periodiche a cura dei referenti esecutivi, check-list
esecutive.

La valutazione seguirà una metodologia di tipo partecipativo e si svolgerà su


due livelli:

Livello macro e di sistema, in accordo con il piano di valutazione progettuale


secondo gli step individuati e gli strumenti forniti dal responsabile di progetto,
al quale è affidata la referenza di tale livello;

Livello micro o di dettaglio, con azioni mirate alla fase di progetto e di step
definiti dalla progettazione esecutiva. La referenza di tale livello è affidata al
referente di progetto ed all’Area Amministrativa del Comune di San Giovanni
Rotondo per gli aspetti di competenza gestionale e di controllo. Si potrebbe
prevedere la presenza di eventuali soggetti esterni incaricati per le azioni di
valutazione secondo un piano di valutazione del Progetto da definire in fase
esecutiva.


Ufficio di Staff de Sindaco – pagina 110/112

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Metodologia di valutazione dei processi e dei risultati finali.

Gli indicatori specifici saranno trovati nella fase esecutiva con riferimento agli
obiettivi individuati nelle schede delle fasi di progetto. La valutazione di pro-
cesso sarà mirata in particolare a verificare il livello di implementazione delle
politiche, degli interventi e della comunicazione. La valutazione di risultato sa-
rà mirata in particolare a verificare il livello di efficacia degli interventi e
l’effettiva rispondenza ai target assegnati.

Momenti e fasi di valutazione:

Livello macro e di sistema: valutazione ex post dell’implementazione delle


politiche, degli interventi e della comunicazione.

Livello micro o di dettaglio: applicazione degli strumenti individuati per va-


lutare l’implementazione, il livello della comunicazione, le azioni collaterali
non previste generate dal progetto in fase esecutiva, le risorse effettivamente
messe in campo, l’efficacia delle azioni, la rispondenza ai target assegnati. Si
potranno prevedere approfondimenti su fasi del progetto specifiche ritenuti
significative e, in particolare, su quelle di carattere sperimentale e che preve-
dono l’integrazione di prodotti, di risorse, di marketing o di politiche di ge-
stione.

Analisi e reportistica finale di dettaglio per fornire indicazioni utili per una
eventuale nuova attuazione del progetto. Si potrebbe prevede di mantenere
attivo il coinvolgimento dei soggetti coinvolti tramite tavoli tematici, secondo
un calendario di incontri nella misura di un massimo di 2 all’anno.

Si prevede il coinvolgimento degli stakeholder attraverso azioni mirate per la


valutazione della soddisfazione e dell’efficacia dei risultati. Strumenti possibili
di analisi valutativa sono le interviste semistrutturate a campione ed i que-
stionari, sia cartacei che online.



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Soggetti della valutazione/indicazione valutatori:

Per il livello macro: Ufficio di Staff del Sindaco.

Per il livello micro: Si potrebbe prevedere la presenza di eventuali soggetti


esterni incaricati per le azioni di valutazione.

10.1 RESPONSABILITÀ E GESTIONE DEL PROGETTO


L’Ufficio di Staff del Sindaco sarà elemento centrale e di coordinamento delle
risorse impiegate sul campo per la realizzazione di tutte le attività.

Per quanto riguarda la quinta fase – alla cui descrizione si fa riferimento per i
meccanismi di controllo – è previsto un possibile affiancamento di personale
esterno nella valutazione delle attività e dei prodotti.



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