Data e Ora: 17/03/07 00.

05 - Pag: 70 - Pubb: 17/03/2007 - Composite

70 SABATO 17 MARZO 2007 LIBRI Giornale di Brescia

IL LIBRO DI FRANCESCO PICCOLO DEDICATO AL NUOVO PENSIERO DELLA PENISOLA

L’Italia spensierata tra acute intelligenze e ricercate idiozie collettive

Il percorso di Francesco Piccolo nel
suo libro «L’Italia spensierata», ricor-
da quello intenso di Giorgio Manganel-
li: dal punto di vista esterno, di chi è
più acuto, più intelligente, e che maga-
ri esercita con maggior frequenza la
sfera intellettuale perché scrittore,
giornalista o sceneggiatore, a quello
interno della collettività che si muove
stupida, disordinata, avida di miti e
divertimento, o soprattutto di ricono-
scimento, inteso come visibilità e co-
me rassicurante identità collettiva.
Si configura, pertanto, una doppia e
contemporanea prospettiva: l’entomo-
logo si fa insetto - come Kafka? - e si
Lo scrittore Francesco Piccolo e Pippo Baudo, interprete di un’Italia che ama il varietà riconosce tra i propri simili, quella
moltitudine che noi stessi percepiamo
estranea e diversa, salvo poi farne
parte a tutti gli effetti.
Ad esempio nel pubblico di «Dome-
nica in», o del film «Natale a Miami» il
giorno di Santo Stefano; nei clienti di
un Autogrill durante l’esodo delle va-
canze, o ancora nella folla della notte
bianca di Roma e dei parchi di diverti-
mento.
Dall’alternarsi di adesione e allonta-
namento si ricava un’antropologia so-
ciale e culturale divertente e triste,
ironica e preoccupante, tipicamente
italiana, senza alcun giudizio morale,
anzi partendo proprio dal ribaltamen-
to dei pregiudizi dello stesso scrittore.
Sincero e ingenuo, Piccolo ha il pregio molto, che instaura una sorta di dialo-
di farci ridere e quasi commuovere, di go scorrevole ma profondo con il letto-
lasciare i suoi talenti sullo sfondo, sia re; sembra quasi di overhear direbbe
quello di scrittore che quello di ottimo un inglese, di ascoltare casualmente la
sceneggiatore, anche mentre cerca di conversazione di due amici, la condivi-
analizzare un film idiota. sione di un’esperienza nella quale ci
Piccolo si fa tale in mezzo agli altri, riconosciamo nostro malgrado, con
uno dei tanti, uno come tanti, e si sorpresa, e che nel farci sentire più
mette in fila nei luoghi elettivi e negli stupidi e inermi ci rende anche più
itinerari diventati ormai «normali»: consapevoli e maturi.
per vedere dal vivo Pippo Baudo, per Alberto Albertini
salire sulle attrazioni di Mirabilandia,
per un panino Fattoria, per un posto L’ITALIA SPENSIERATA
alla multisala. Osserva, ascolta, anzi AUTORE Francesco Piccolo
ausculta, si limita quasi a registrare, a EDITORE Laterza
trascrivere. PAGINE 183
Eppure ne esce un libro che insegna EURO 9

Maria Weber esamina le fonti del successo inarrestabile del nuovo celeste impero I TASCABILI di Alberto Ottaviano

I meccanismi del trionfo cinese L

E l’obbiettivo resta la conquista del mondo
Giovanni Vigo
Sulla Cina è bene essere informa-
ti perché il tumultuoso sviluppo
degli ultimi anni non accenna a
rallentare e si profila sempre di più
come un concorrente temibile non
solo nel settore dei beni di largo
consumo ma ormai anche per i
prodotti di alta tecnologia.
Per gli Occidentali la Cina è
diventata quel che era il Giappone
fino allo scoppio della bolla specu-
lativa. Con una ulteriore preoccu-
pazione: mentre l’Impero del Sol
Levante era un paese di medie
dimensioni, la Cina conta più di un
miliardo di abitanti ed è una formi-
dabile officina con una manodope-
ra pressoché inesauribile in grado
di inondare i mercati mondiali con
una gamma di prodotti molto più
ampia di quella di Tokyo.
E poi ci sono i risvolti politici.
Oggi l’Impero di mezzo è l’interlo-
cutore più autorevole degli Stati
Uniti e si è ormai imposto, sia pure
senza clamore com’è nello stile di
Pechino, come una superpotenza
destinata ad influire sui futuri as-
setti del mondo.
Ci sono dunque molte buone
ragioni per cercare di capire che
cosa succede al gigante asiatico,
alla sua formidabile economia, alla
sua classe politica che si rinnova
Alcune navi seminarono il terrore davanti a Venezia utilizzando le tecniche che nel passato erano state della pirateria
lentamente ma che sa esprimere
nuovi leader, non certo carismatici
come Mao Zedong o Deng Xiao-
ping, ma sempre autorevoli.
Quella che ci propone Maria
Weber nel suo ultimo libro, pubbli-
cato appena prima di trasferirsi a
Pechino come direttore dell’Istitu-
to Italiano di Cultura, è una radio-
grafia sintetica della Cina che pas-
sa in rassegna le riforme di Deng e
le loro ripercussioni sullo sviluppo
Il sincretismo
tra Oriente
e Occidente
tecnologico
economico, gli effetti sociali di una
crescita forse troppo rapida che
rischia di sfuggire di mano ai gover-
nanti, le trasformazioni demografi-
che che accompagnano ogni fase
di intenso sviluppo, la politica in-
terna e la politica estera, le relazio-
ni internazionali ricucite con il pa-
ziente lavoro di una fine diploma-
zia.
Un libro sulla Cina rischia di
essere noioso tante sono le infor-
mazioni necessarie ad un lettore
occidentale per non smarrirsi in
un mondo tanto diverso dal no-
stro.
L’autrice è riuscita a eludere
questo rischio distribuendo coe-
rentemente una montagna di infor-
mazioni e di dati statistici in brevi
capitoli che facilitano la lettura.
Non manca neppure una rapida
appendice storica che ci ricorda i
passaggi cruciali di una civiltà che
dopo secoli di emarginazione è
ritornata al centro del mondo.
Quando ci meravigliamo dei suc-
cessi della Cina dovremmo ricorda-
re che durante il Medioevo era il
paese più sviluppato del pianeta,
che la seta, la bussola, la moneta,
la stampa e tante altre invenzioni
che hanno fatto la fortuna dell’Oc-
cidente sono arrivate dal Celeste
Impero.
Poi si è chiusa in una sorta di
splendido isolamento lasciando li-
bero campo all’Europa. Oggi, si
direbbe, che non ha affatto inten-
zione di ripetere quell’errore.
LA CINA ALLA CONQUISTA
DEL MONDO
AUTORE
EDITORE
Maria Weber
Newton Compton
PAGINE 204
EURO 9,90
Il sistema politico italiano
e difficoltà del nostro siste-
ma politico vengono da lon-
tano: trovano la loro origine nel
modo stesso in cui è avvenuta
l'Unità d'Italia. La relativa rapidi-
tà con cui si compì il processo di
unificazione, il fatto che esso sia
avvenuto tardi rispetto alla gran
parte degli altri Paesi europei e
in modo non consensuale hanno
fatto sì che il nuovo Stato si è
trovato ad affrontare in rapida
successione le sfide (sostanzial-
mente quelle della propria legit-
timazione) che altrove hanno
potuto essere diluite in periodi
di tempo decisamente più lun-
ghi. Parte da qui l'analisi del
nostro sistema politico fatta in
un conciso e utilissimo testo
pubblicato nella bella collana
dell'editrice Il Mulino «Farsi
un'idea». Il saggio si intitola Il
sistema politico italiano (8,80
euro); ne è autore Carlo Guarnie-
ri, politologo dell'Università di
Bologna.
Guarnieri prende dunque le
mosse dalle istituzioni come so-
no uscite dall'unificazione, quan-
do la Costituzione era lo Statuto
albertino, e procede a un rapido
excursus storico guardando al
funzionamento del sistema poli-
tico in senso stretto: i comporta-
menti elettorali, la nascita e il
PUNTOGIALLO
Un’imnmagine suggestiva della vecchia Cina
Wingfield, Guillou, Grippando
C hi lo legge, non lo scorda.
Parlo dell’ispettore Jack
Frost, singolare personaggio cre-
ruolo dei partiti, le principali
istituzioni (Parlamento e Gover-
no in primo luogo). Passano così
sotto la lente del politologo lo
Stato liberale, il fascismo, la «Re-
pubblica proporzionale» nata
con la Costituzione del 1948
(con il suo sistema a «pluralismo
polarizzato»), la «Repubblica
(quasi) maggioritaria» frutto del-
la crisi del 1992 e poi delle elezio-
ni del '94.
L'autore sottolinea due carat-
teri che hanno da sempre conno-
tato il nostro Paese: il basso
livello di legittimità delle istitu-
zioni e della classe politica (cioè
la costante sfiducia nei confron-
ti del sistema) e la debole capaci-
tà di prendere decisioni (cioè il
basso «rendimento» del siste-
ma). Pure, conclude Guarnieri,
non si tratta di mali eterni: essi
possono essere curati, come con-
fermano le riforme attuate nei
primi anni Novanta, che hanno
avuto un impatto positivo sul
funzionamento del sistema, deli-
neando per la prima volta un
assetto bipolare competitivo. Si
tratta ora di riprendere il filo di
quelle riforme, rimuovendo gli
elementi che tendono a inter-
rompere quel processo positivo,
come la legge elettorale con cui
s'è votato nelle ultime elezioni.
di Marco Bertoldi
Alla tradizione del bel giallo
svedese appartiene invece Il
mercato dei ladri di Jean Guil-

Corsari tedeschi in Adriatico ato dal londinese R.D. Wingfield

e protagonista di una serie di
romanzi (in patria portati anche
sulla tv) in Italia pubblicati, ma
lou (Corbaccio, pag 384, euro
18,60), scrittore sinora noto per
il ciclo medievale del «Templa-
re» e che qui si cimenta nel

con mine e travestimenti non in ordine cronologico, da

porto di Taranto. Ottenuta la auto-
rizzazione a lasciare subito la base
pugliese, il piccolo gruppo si dires-
se al Nord e le due motosiluranti
(la nave posamine si autoaffondò
quasi subito per guasti ai motori
non prima di aver depositato nelle
acque intorno a Taranto potenti
ordigni esplosivi) diedero inizio ad
una serie di fortunate azioni belli-
che che si conclusero solo davanti
a Venezia quattro giorni dopo. Con-
dotte con estrema rapidità, talvol-
ta con tipici metodi corsari, queste
Soldati tedeschi durante la Seconda guerra mondiale azioni offensive insieme alla posa
di mine portarono all’affondamen-
Franco Panzerini ci viene raccontata da Erminio to di numerose navi nemiche. In
Bagnasco, già ufficiale superiore particolare finirono in fondo al ma-
È la fantastica storia, assoluta- della marina Italiana ed esperto di re un posamine e un dragamine
mente reale ma che assomiglia per storia navale, nel suo libro Corsari inglesi, un cacciatorpediniere, due
le sue particolari caratteristiche, in Adriatico. 8-13 settembre 1943. dragamine, un rimorchiatore ed
che sembrano frutto di pura fanta- Queste tre unità, non perfettamen- una cannoniera, tutte unità queste
sia, quella vissuta dagli equipaggi te efficienti, furono sorprese dal- battenti bandiera italiana. E anco-
di tre piccole unità tedesche, due l’annuncio dell’armistizio italiano ra le piccole unità tedesche cattu-
motosiluranti e un posamine e che la sera dell’8 settembre 1943, nel rarono, abbordandole due navi
mercantili italiane. tedeschi (che fra le tante pressioni
Giunti in prossimità di Venezia i ed intimidazioni avevano minaccia-
marinai delle due motosiluranti to di bombardare la città). Ed
nel dubbio che la piazzaforte fosse infatti la piazzaforte di Venezia si
ancora in mani italiane ricorsero a arrese e gli equipaggi delle due
uno dei più vecchi trucchi nella motosiluranti svolsero in questa
storia della marineria non esponen- drammatica fase un ruolo molto
do bandiere e indossando indu- importante, collaborando attiva-
menti che non potessero in nessun mente con i militari germanici pre-
modo caratterizzarli come militari senti in città.
tedeschi. Inoltre si armarono con Questo libro ha il pregio di rico-
mitra, pistole e bombe a mano e struire, e anche molto dettagliata-
misero in atto una stretta vigilan- mente, un fatto storico-militare
za. La mattina del 12 settembre un praticamente sconosciuto e lascia-
ufficiale tedesco sbarcò con alcuni to totalmente nell’ombra.
uomini, a terra e si recò al Consola-
to tedesco, già individuato in una CORSARI IN ADRIATICO
precedente ricognizione, dove ap- AUTORE Erminio Bagnasco
prese che la città era ancora in EDITORE Mursia editrice
mano italiana ma che erano in PAGINE 126
corso trattative per la sua resa ai EURO 14
Pagina a cura di:
MAURIZIO BERNARDELLI CURUZ e ENRICO MIRANI
Hobby & Work che, dopo «Il
favore delle tenebre» e «Ghiac-
cio duro», propone ora La notte
dei fuochi (pagine 427, euro 18).
Singolare personaggio si diceva:
Frost è scorretto, inviso ai supe-
riori che ricambia di pari se non
addirittura superiore disprezzo
(al suo capo ruba addirittura le
sigarette che si fa confezionare),
pronto (ma qui non accade) a
far la corte alle colleghe, arriva a
trasgredire il regolamento, è, in-
somma, una sorta di parodia di
Gideon di Scotland Yard. Ha
però un’umanità (non si è del
tutto ripreso dalla morte della
moglie) e un senso del dovere
tutti suoi che lo portano a non
darsi pace finché non ha risolto
il caso su cui indaga. O i casi,
come in questo romanzo dove
vive una settimana di fuoco che
si apre con il ritrovamento del
cadavere di un bimbo e il rapi-
mento di un altro, ma offre an-
che altri dolori e altre vittime.
Teso, coinvolgente e decisamen-
te buono.
poliziesco alla Mankell non tan-
to a livello di personaggio (pur
se figura credibile e ben costrui-
ta l’ispettore Ewa Johnsén non
è certo Wallander), ma di qua-
dro sociale. La vicenda che parla
infatti di una serie di furti com-
messi in lussuose ville è infatti
motivo di riflessione sullo sban-
damento morale del Paese, adul-
ti e giovani compresi, ma anche
sulle assurdità di un sistema di
tassazione che facilita i ricchi e
danneggia il ceto medio. Coinvol-
gente, ben fatto e interessante.
Dagli Usa arriva L’ultimo a
morire di James Grippando (Po-
lillo, pagine 383, euro 18,80) in
cui torna in scena l’avvocato
Jack Swyteck, qui alle prese con
un testamento che lascia 46 mi-
lioni di dollari con la clausola
che solo uno degli eredi, chi
resterà in vita, avrà la somma.
Un thriller originale, non clone
della Christie, con ovvie sorpre-
se e delusioni e condimento di
amarezza. Peccato che di tanto
in tanto si affiochi il ritmo.

UN SAGGIO DI SERGIO VALZANIA

La morte dei dinosauri, così cambierà
il linguaggio della comunicazione in Tv
Sergio Valzania è il direttore
dei programmi radiofonici del-
la Rai (è lui che, tra l’altro, ha
tenuto a battesimo "Viva Radio
2" di Fiorello) dunque è un
esperto della comunicazione di
cui fidarsi quando ci avverte
che l’uomo pretelevisivo è or-
mai scomparso, come un vec-
chio simpatico dinosauro da
consegnare a qualche museo di
paleontologia.
Paragonando la diffusione
del sistema delle comunicazio-
ni elettriche e digitali a quella
della stampa che, inventata da
Gutenberg alla metà del XV
secolo, contribuì a chiudere de-
finitivamente l’epoca medieva-
le. Valzania afferma che anche
oggi siamo al termine di un’era,
che l’avvento della televisione
ha concorso a spazzare via,
aprendono una nuova.
Insieme a quelli dell’energia
e dell’immigrazione, il proble-
ma delle telecomunicazioni è
decisivo per il nostro futuro, e -
ricorda l’autore - non è proprio
il caso di farci trovare imprepa-
rati dinanzi a esso: le democra-
zie occidentali debbono sapere
che su tale questione si gioca
una partita di enorme impor-
tanza. La televisione sembra
aver ormai sottratto alla scuo-
la i suoi compiti tradizionali e
il sistema delle comunicazioni
appare in grado di determina-
re i modi e le forme di esisten-
za della società.
È giunto allora il tempo dello
scoraggiamento, o addirittura
della disperazione?
No di certo, ammonisce Val-
zania. È piuttosto venuto il mo-
mento della responsabilità e
della speranza. E della consape-
volezza che il mondo che ci
attende è diverso da quello che
ci lasciamo alle spalle e che
non potrà essere governato
con strumenti vecchi.
Maurizio Schoeplin
LA MORTE DEI DINOSAURI
AUTORE Sergio Valzania
EDITORE Marsilio
PAGINE 128
EURO 8 presuntuosa saccenza. Il suo «Li-
Un romanzo con sottili intrecci biografici dedicato alla donna che scoprì la radioattività e che viene esplorata nel suo tracciato umano
Marie Curie, storie di donne dall’anima amputata
Graziella Pizzorno
«Marie Curie, doppio premio No-
bel per la scoperta del radio, e
Blanche, ex ospite dell’istituto di
ricerca sull’isteria femminile al Ca-
stello della Salpètrière alla perife-
ria di Parigi, divenuta dopo la gua-
rigione assistente della Curie nella
ricerca e sperimentazione sulla ra-
dioattività, sono le inquietanti pro-
tagoniste del romanzo di Per Olov
Enquist, autore svedese di «Il libro
di Blanche e Marie», una biografia
dal sentore noir in un mix di verità
e invenzione sul «significato alche-
mico dell’amore».
La scienziata Marie Slodowska,
unita al marito Pierre Curie dalla
luminescenza ambigua e azzurrina
del radio, rivela una spiazzante
passionalità ed anche a tratti una
incapacità a gestire i propri impul-
si, mentre Blanche, figlia di una
prostituta, madre «abortita» e pa-
ziente isterica del famoso neurolo-
go Charcot, assume al contrario in
queste pagine una distaccata e
bro delle domande» che dà spunto
Marie Curie con il marito: i due scienziati evidenziarono la radioattività
all’operazione letteraria dell’auto-
re, composto di tre quaderni, uno
giallo, uno rosso e uno nero, scritto
da Blanche quando già aveva subi-
to l’amputazione delle braccia ("la
mano sinistra - dice - che non c’è
più, non mi fa più male, ma ricordo
le carezze, anche ciò che è mozza-
to è fantasma, ha il suo amore, i
suoi ricordi") e delle gambe colpite
dalla radioattività, ridotta a un
torso su una cassetta a rotelle,
indaga sugli opposti
passione/distruzione dell’amore,
un "movimento di liberazione, -
dice ancora Blanche - dunque mor-
tale, se liberato", intendendo defini-
re mortale il quarto amore della
famosa scienziata, quel Paul Lan-
gevin sposato e padre di quattro
figli, per cui Marie aveva scelto di
"distruggere tutto, reputazione,
carriera e felicità"».
La passione amorosa può trasci-
nare con sé morte e distruzione
ma sorge anche da fragili «lesioni
da congelamento dell’anima»,
quindi è creazione salvifica, fa capi-
re l’autore, che interseca al reali-
smo biografico di Blanche e Marie
invenzioni e suggestioni spesso
estreme, tra interventi di famosi
personaggi d’epoca come l’attrice
Sarah Berhnardt, gli scienziati Ein-
stein e Pasteur, il fondatore della
psicanalisi Sigmund Freud, i dram-
maturghi Ibsen e Strindberg, semi-
nando dubbi e aprendo orizzonti
scomposti. In pagine di certo emo-
tive parole come «amputazione» e
«mutilare» si fanno metafora mate-
rica di un doppio significato, inve-
stono la sfera corporea e quella
mentale, equivocandone il conte-
nuto. Amore e morte per tutti
quindi, secondo l’autore Per Olov
Enquist, per Charcot, compagno
di Blanche, e Pierre Curie, sulla
stessa linea di destino azionata
dalle mani delle loro donne.
E poi follia e isterismo di «seimi-
la ombre di carne e sangue» al
castello della Salpétrière, dove «ve-
nivano radunate le donne che era-
no state sconvolte dall’amore» e
dove «per la prima volta si offriva
la possibilità di mappare il conti-
nente oscuro e sconosciuto della
Donna» in un teatro scientifico
inventato da Charcot per rappre-
sentare le estasi femminili e depi-
stare dalle «donne vive» gli impau-
riti, quelli «che scambiano la forza
per la morte e fuggono».
IL LIBRO DI BLANCHE E MARIE
AUTORE PER OLOV ENQUIST
EDITORE IPERBOREA
PAGINE 251
EURO 15