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Analisi fenomenografica di una

sperimentazione in didattica
della fisica sui fenomeni di attrito
L’analisi fenomenografica e il modello di Rasch possono essere
strumenti utili per indagare sul livello di comprensione, da parte
degli studenti, di argomenti di fisica sviluppati in classe.

LA FENOMENOGRAFIA vengono poi poste a confronto, discusse e Lidia Borghi,


La fenomenografia, secondo la definizio- riviste ripetutamente fino al raggiungi- Anna De Ambrosis,
ne di Marton [1986], è “un metodo mento di un accordo. Chiara Invernizzi,
d’indagine adatto a sondare come le per- L’analisi fenomenografica eseguita su Ernesto Lunati,
sone, in base alle loro esperienze, percepi- questionari, somministrati a studenti pri- Paolo Mascheretti
scono e apprendono aspetti del mondo ma e dopo lo studio di un argomento di Dipartimento di Fisica
“A. Volta”,
reale”. Si tratta di uno strumento che ha fisica, permette di valutare l’apprendi- Università di Pavia
avuto molteplici ambiti di applicazione, mento dell’argomento stesso, e quindi
soprattutto nel campo della psicologia e l’efficacia del metodo di insegnamento
delle scienze sociali, laddove è necessario utilizzato.
rilevare atteggiamenti che di per sé non
sono suscettibili di misurazione. La sua IL MODELLO DI RASCH
utilizzazione per valutare aspetti relativi La valutazione dell’apprendimento/inse-
all’insegnamento e all’apprendimento di gnamento a partire dai risultati forniti
una disciplina è invece finora abbastanza dall’analisi fenomenografica di un que-
limitata e riferita prevalentemente alla di- stionario si può realizzare, per esempio,
dattica della fisica [Dall’Alba et al., 1993; mediante la misura di parametri che carat-
Walsh et al., 1993]. L’analisi fenomeno- terizzino sia le diverse domande del que-
grafica consente infatti di ricavare infor- stionario, sia le diverse persone che a que-
mazioni qualitative sulle concezioni degli sto hanno risposto. A tal fine, i dati otte-
studenti riguardanti un argomento di fisi- nuti con l’indagine fenomenografica pos-
ca [Bowden et al., 1992], come fanno al- sono essere trattati con tecniche di ordi-
tre tecniche di analisi più comunemente namento (“scaling”) di tipo deterministi-
usate per la valutazione dell’apprendi- co [Thurstone, 1925; Guttman, 1950] o
mento. stocastico, come quella di Rasch [Rasch,
Come nel caso di metodi di analisi più 1960; Andrich, 1988]. Quest’ultima tec-
tradizionali, oggetto dell’analisi fenome- nica si è rivelata particolarmente promet-
nografica sono questionari e/o interviste. tente in ambiti diversi [Giampaglia,
L’aspetto che caratterizza l’approccio fe- 1998]. Nel caso della fisica, essa costitui-
nomenografico e che lo distingue dagli sce uno strumento interessante nel lavoro
altri consiste nel fatto che non vengono di ricerca didattica, in quanto può fornire
assunte “a priori” categorie nelle quali in- informazioni utili sull’apprendimento di
quadrare le risposte attese, bensì vengono concetti da parte degli studenti; per que-
create categorie di risposte “a posteriori”, sto sarà brevemente descritta in quanto
basate sui dati ottenuti nell’indagine me- segue.
diante successivi confronti e riordinamen- Le operazioni di scaling nel modello di
ti dei dati stessi. Generalmente le risposte Rasch, così come in altre tecniche di ordi-
degli studenti vengono analizzate da più namento, sono finalizzate alla misura di
persone del gruppo di ricerca e suddivise parametri numerici che indichino il grado
in categorie. Le varie categorizzazioni in cui ciascun soggetto possiede la pro-

TD n. 19 numero 1-2000 21
prietà in esame: nel nostro caso tale pro- Pr{Xni = 1 / ßn, di } = exp (β n − δ i )
prietà è il grado di conoscenza relativo a
un fenomeno fisico. Dopo aver ripartito
[1 + exp (β n − δ i )]
le risposte in diverse categorie, seguendo il cui andamento è, come è noto, quello
il metodo fenomenografico precedente- rappresentato in Figura 1.
mente schematizzato, tali categorie ven- La misura statistica dei parametri di abi-
gono raggruppate in “livelli di risposta” lità e difficoltà, a questo punto, può esse-
progressivi, a ciascuno dei quali viene at- re formulata come un tipico problema in-
tribuito un punteggio tanto più alto verso: dato un insieme di valori {Xni}, si
quanto maggiore risulta la comprensione stimano i valori ßn e ∂i che minimizzano
dell’argomento riscontrabile nelle catego- l’errore quadratico medio riscontrato nel
rie assegnate al livello. confrontare la formula (1) con i valori
L’insieme di dati che vengono elaborati sperimentali {Xni}. Una trattazione ap-
da un procedimento di scaling è rappre- profondita delle operazioni matematiche
sentato da un insieme di variabili Xni, con cui procede il modello di Rasch è sta-
ciascuna delle quali si riferisce a uno stu- ta fatta, per esempio, da Wright e Stone
dente (indicato con n) e a un livello di ri- [1979].
sposta (indicato con i) ed assume il valore
1 o 0 a seconda, rispettivamente, che lo LA SPERIMENTAZIONE
studente abbia raggiunto il livello consi- Il nostro gruppo di ricerca ha già utilizza-
derato oppure no. Questi dati rappresen- to un approccio fenomenografico per l’a-
tano il punto di partenza per arrivare a nalisi dei risultati di una sperimentazione
stimare parametri significativi del campio- riguardante l’idrostatica [Borghi et al,
ne, caratteristici del metodo di analisi uti- 2000a]. Tale lavoro ha consentito di evi-
lizzato. Nel modello di Rasch [1960] i denziare come, utilizzando un program-
parametri fondamentali sono due: l’abilità ma di analisi Rasch disponibile in rete
del soggetto n, indicata con ßn, e il livello (“Ministep”, MESA, University of Chica-
di difficoltà del livello i, indicato con ∂i. go, http://mesa.spc.uchicago.edu), sia
Viene inoltre attribuito un valore di diffi- possibile trarre indicazioni utili sull’effica-
coltà ∂k al quesito k-esimo, definito come cia dell’intervento didattico proposto.
valor medio delle difficoltà dei suoi livelli. In questo articolo presentiamo un’analo-
L’ipotesi alla base del modello di Rasch è ga indagine riguardante la sperimentazio-
che ogni variabile Xni sia influenzata solo ne di una proposta didattica sui fenomeni
dalla differenza dei due parametri (ßn - di attrito, focalizzando l’attenzione sul ti-
∂i) e che tali parametri intervengano a po di informazioni ottenibili da un’analisi
determinare la probabilità che il soggetto Rasch e sul modo di estendere queste
Figura 1 n di abilità ßn raggiunga (ed eventual- informazioni con un procedimento euri-
Funzione caratteristi-
ca del modello di Ra- mente superi) il livello i di difficoltà ∂i stico più elementare.
sch. (Xni =1), secondo la relazione: La sperimentazione è stata condotta in
collaborazione con gli insegnanti di quat-
tro classi della scuola secondaria, del se-
1 condo e del terzo anno, nel cui program-
probabilità di risposta corretta

ma di insegnamento era prevista la tratta-


0,8 zione dei fenomeni di attrito. Gli inse-
gnanti sono stati dapprima coinvolti in
0,6 un’attività di riflessione e approfondimen-
to su alcuni fenomeni della vita quotidia-
na in cui l’attrito svolge un ruolo impor-
0,4 tante (corpi che strisciano, corpi che ro-
tolano, persone che camminano, biciclet-
0,2 te e automobili che procedono per l’azio-
ne di una coppia motrice o di una forza).
0 In questa fase sono stati presi in conside-
razione i contributi illustrativi e interpre-
-4 -2 0 2 4 tativi che possono scaturire da semplici
differenza tra abilità e difficoltà esperienze di laboratorio, da strumenti

22 TD n. 19 numero 1-2000
TABELLA 1 Evoluzione dei punteggi dal test iniziale al test finale in quesiti che riguardano la stessa si-
tuazione fisica. I quesiti sono riportati in appendice 1.

Quesito del test iniziale Punteggi Quesito del test finale Punteggi
(sigla) (n. di persone) (sigla) (n. di persone)

1 (Orif) 0(7)1(12)2(29)3(5) 1B (Orif B) 0(3)1(21)2(22)

5 (Orim) 0(17)1(36) 3B(Orim D) 0(27)1(11)2(13)

3(Incm) 0(5)1(38)2(10) 4B (Incm B) 0(10)1(16)2(37)

4 (Vert) 0(42)1(7)2(4) 5B (Vert B) 0(17)1(2)2(5)3(29)

interattivi (MBL) o da simulazioni al ORIM nel test iniziale. E stata realizzata


computer (Interactive Physics) [Borghi et infine un’analisi quantitativa basata sia su
al, 2000b]. strategie elementari di confronto dei pun-
Gli insegnanti si sono dimostrati in grado teggi, sia sul modello di Rasch (utilizzan-
non solo di adattare parte di queste atti- do il programma Ministep).
vità al lavoro di classe, ma anche di pro-
porne di nuove. In tutte le classi, la rifles- PRIMO CONFRONTO
sione sull’attrito è stata proposta nelle fasi DEI RISULTATI
iniziali della trattazione della dinamica, in DEI DUE QUESTIONARI
quanto si riteneva che la familiarità con Come prima valutazione del progresso
questo tipo di fenomeni, indotta dall’e- nell’apprendimento, risulta utile confron-
sperienza quotidiana dei ragazzi, potesse tare i punteggi relativi ai vari livelli di ri-
svolgere un ruolo propedeutico allo stu- sposta limitatamente ad alcuni quesiti
dio delle forze e del moto più efficace di che, seppure in termini diversi, esprime-
un discorso astratto sul comportamento vano la stessa domanda nel test iniziale e
di un “punto materiale”. in quello finale. Particolarmente significa-
Due questionari sono stati sottoposti agli tive sono le variazioni dal test iniziale a
alunni rispettivamente all’inizio e alla fine quello finale delle popolazioni dei livelli
dell’intervento didattico riguardante l’at- estremi, corrispondenti a conoscenze del
trito (vedi Appendice 1). Entrambi i test tutto inadeguate (il livello più basso) e a
fanno riferimento a un insieme di situa- conoscenze adeguate (il livello più alto).
zioni fisiche in cui l’attrito svolge un ruo- La Tabella 1 evidenzia l’evoluzione dei
lo determinante (moto lungo un piano punteggi per i quesiti considerati.
orizzontale, lungo un piano inclinato, Il primo quesito considerato è il numero
condizioni per realizzare l’equilibrio in 1 del test iniziale (vedi Appendice 1) e ri-
un piano verticale, moto relativo di due guarda un corpo fermo su un piano oriz-
corpi appoggiati uno sull’altro). Il test zontale (per questo è stato denominato
iniziale era mirato a valutare l’abilità di con la sigla “Orif”). Il quesito corrispon-
osservazione dei ragazzi e la loro capacità dente del test finale è il numero 1B (sigla
di giustificare intuitivamente le osserva- “Orif B”). Si nota come il numero di li-
zioni, mentre il test finale richiedeva an- velli sia diminuito nel questionario finale
che una descrizione formale delle situa- (da quattro a tre), circostanza che in ge-
zioni fisiche attraverso la rappresentazio- nerale non segnalerebbe un ampliamento
ne delle forze. Dopo aver estratto dal di conoscenza; tuttavia, nel test finale il li-
campione di studenti il sottoinsieme vello più alto (di punteggio 2) risulta es-
comprendente gli alunni che avevano ri- sere molto più popolato rispetto alla si-
sposto a entrambi i test (53 alunni), si è tuazione iniziale e ciò indica senz’altro un
proceduto ad analizzare i questionari col progresso. Il quesito 5 del test iniziale ri-
metodo fenomenografico. In Appendice guarda un corpo in moto che striscia lun-
2 sono riportati, a titolo di esempio, le go un piano orizzontale (sigla “Orim”)
categorie e i livelli di risposta individuati ed è stato confrontato col numero 3B del
per le domande indicate con la sigla test finale: in questo caso, mentre si arric-

TD n. 19 numero 1-2000 23
CONFRONTO BASATO
Questionario Iniziale
SUL MODELLO DI RASCH
16 a) Distribuzione degli studenti
14 e dei livelli
Il modello di Rasch consente, come si è
12
detto, di stimare per ogni persona del
10
numero di studenti

campione un parametro di abilità e per


8 ogni livello di risposta di ogni quesito un
6 parametro di difficoltà. Inoltre, entrambi
4 i parametri vengono usualmente riportati
2 livelli sullo stesso asse in modo da poter effet-
studenti tuare il seguente confronto: se una perso-
0
na ha abilità pari a x, significa che ha pro-
numero di livelli

2 babilità maggiore di 1/2 di raggiungere


4 tutti i livelli con difficoltà inferiore a x e
-4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4
abilità degli studenti e difficoltà dei livelli
viceversa. Le misure fornite dal modello
di Rasch sono intrinsecamente relative,
nel senso che non è possibile affermare
quanto uno studente sia stato abile in as-
Figura 2 chisce il livello più basso, si impoverisce soluto, ma solo quanto lo sia stato relati-
Distribuzione dell’a-
bilità degli studenti e quello più alto, indicando la mancanza di vamente agli altri studenti e al questiona-
delle difficoltà dei li- un progresso di conoscenza. Tuttavia, co- rio preso in esame. Analogamente, non è
velli nel questionario me si vedrà, l’analisi successiva realizzata possibile affermare quanto un livello di ri-
iniziale. I due para-
metri sono misurati col modello di Rasch permetterà di cor- sposta sia stato difficile in assoluto, ma
lungo lo stesso asse reggere questa indicazione negativa; oc- solo quanto lo sia stato relativamente agli
(asse orizzontale). corre inoltre considerare che in questa si- altri livelli e al campione di studenti preso
Nel semipiano supe-
riore è riportato l’i- tuazione fisica l’idea di una “forza di in esame. Per questo motivo, le informa-
stogramma degli stu- spinta” che persiste nel moto influenza zioni che possono scaturire dal confronto
denti, mentre nel se- circa un terzo delle risposte del pre-test e dei risultati di Rasch nel test iniziale e nel
mipino inferiore è ri-
portato l’istogramma un quarto delle risposte del post-test, in- test finale sono di carattere essenzialmen-
dei livelli. terferendo in taluni casi anche con le con- te relativo.
cezioni sull’attrito. Progressi invece ap- In Figura 2 è riportata la distribuzione
paiono nel confronto dei quesiti riguar- dell’abilità degli studenti e della difficoltà
Figura 3 danti il moto lungo un piano inclinato dei livelli nel questionario iniziale. I due
Distribuzione dell’a-
bilità degli studenti e (sigla “Incm”) e un corpo fermo su un parametri sono misurati lungo l’asse oriz-
delle difficoltà dei li- piano verticale (sigla “Verf”): in quest’ul- zontale. Nel semipiano superiore è ripor-
velli nel questionario timo caso il miglioramento è notevole. tato l’istogramma degli studenti, mentre
finale. Il formato è lo
stesso della Figura 2. nel semipiano inferiore è riportato l’isto-
gramma dei livelli. In Figura 3 è riportata
la distribuzione dell’abilità degli studenti
Questionario Finale
e della difficoltà dei livelli nel questiona-
rio finale. Si osserva come gli studenti ab-
16
14
biano, complessivamente, mostrato mag-
giore abilità nel test finale. Infatti, mentre
numero di studenti

12
10 la media delle difficoltà dei livelli viene
8 sempre posta uguale a zero dal modello
6 (è un punto fisso), la media delle abilità
4 degli studenti dipende dal loro risultato:
2 essa risulta pari a –0,15 nel primo que-
0 stionario e a 0,60 nel secondo questiona-
numero di livelli

livelli
2 studenti
rio.
4 b) Variazioni delle abilità degli studenti
6 e delle difficoltà delle domande
-4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4
La Figura 4 riporta la distribuzione del-
abilità degli studenti e difficoltà dei livelli l’abilità degli studenti e della difficoltà dei
quesiti nel questionario iniziale ricavata

24 TD n. 19 numero 1-2000
dai dati forniti in uscita dal programma Questionario Iniziale
Ministep. La figura riporta, in unità arbi-
INCM
trarie, sull’asse inferiore il parametro di DUE ORIF
abilità degli studenti (ßn), sull’asse supe- ORIM INCF VERF
-4 -3 Q -2 S-1 M 1S 2 Q 3 4 difficoltà
riore il parametro di difficoltà dei quesiti
(∂k) (a differenza delle Figg. 2 e 3 che ri- A11

A17
portano la distribuzione della difficoltà A3 A14

dei livelli di ogni quesito). Sull’asse verti- A5 A18

A7 A4
cale è riportata la distribuzione degli A8 B27

studenti
alunni distinguendo le classi di apparte- A9

C20
A1

A12 A13
C22

C23
nenza (A, B, C, D); ogni studente è inol- C24 A16 A15 C25

tre identificato con un numero progressi- D35

D36
A6

B29
C21

D38
D39

D42

vo. Lungo l’asse superiore è riportata la D37 B30 D41 D43

distribuzione dei quesiti, individuabili at- D44


D48

D51
A19

D49
A19

D49
D40

D45
B32

B34
D47

D52
D50

D53
B31

B33 B28

traverso una sigla che serve a ricordarne il -4 -3 Q -2 S -1 M 0 S1 Q 3 4 abilità


contenuto (vedi Appendice 1). I punti M,
S, Q indicano rispettivamente la media Figura 4
dei valori misurati, la deviazione standard Distribuzione dettagliata dell’abilità degli stu-
e il doppio di questa. denti e delle difficoltà dei quesiti nel questiona-
rio iniziale.
In Figura 5 è riportata un’analoga distri-
buzione relativa al questionario finale. È Figura 5
possibile confrontare i valori di abilità e Distribuzione dettagliata dell’abilità degli stu-
difficoltà dei due questionari solo se si denti e delle difficoltà dei quesiti nel questiona-
rio finale.
evita di dare significato agli spostamenti
assoluti: soltanto gli spostamenti relativi, Questionario Finale
di una classe rispetto all’altra, di un tipo VERF B
DUE A
ORIM C
di quesito rispetto a un altro tipo, di una ORIM B ORIF A VERF A
ORIM A INCM B INCM A DUE B
persona rispetto a un’altra possono essere ORIF B ORIM D
considerati un’informazione. Q -2 S -1 M 1 S 2 Q difficoltà
La Tabella 2 riporta la variazione della
media dell’abilità degli studenti classe per
classe. L’informazione che si può trarre
dalla tabella, per quanto detto, è che la
studenti

A11

sperimentazione ha avuto un esito mi- A19

A3

gliore nelle classi C e A, un esito interme- A10 A6

A8 A17 A1
dio nella classe D e un esito peggiore nel- A16

A5 B26 B30 A12 A4

la classe B. D’altra parte quest’ultima A9 A18 A13 B27 B31 A7 B33

D40 C21 D35 A2 D42 B34 A14 B32 A15 D41 D29 B29 C23 C20 B28
classe aveva un buon livello di abilità di D51 D46 D38 D47 D36 D49 D45 D44 D37 C24 D48 D43 C25 D53 D50 D52 C22

partenza, fatto che forse può giustificare -2 Q -1 S 0 M 1 S 2 Q abilità


un miglioramento più contenuto, mentre
la classe D, sebbene abbia progredito più

TABELLA 2 Evoluzione dell’abilità degli studenti, ripartiti per classe, dal test iniziale al test finale.
Si considera il valor medio dell’abilità relativo a ciascuna classe.

Classe Abilità media Abilità media Variazione


(test iniziale) (test finale) dell’abilità media

A -0,43 +0,63 +1,06

B +0,89 +1,08 +0,19

C +0,07 +1,23 +1,16

D -0,57 +0,05 +0,62

TD n. 19 numero 1-2000 25
della B, rimane distante dalle altre al ter- confronto. L’attrito dinamico in un piano
mine della sperimentazione e necessite- inclinato (sigla “Incm”), l’attrito statico
rebbe forse di un ulteriore intervento. in un piano verticale (sigla “Verf”), l’at-
È inoltre interessante osservare l’evolu- trito tra due corpi in moto relativo (sigla
zione dei singoli studenti, trattandosi di “Due”), sono invece considerati ciascuno
un dato che può risultare significativo per in un quesito del test iniziale e in due
una riflessione dell’insegnante sull’attività quesiti del test finale.
didattica svolta. Ad esempio si potrebbe- È stata confrontata la difficoltà del quesi-
ro cercare le cause del decremento di abi- to iniziale con la difficoltà media dei cor-
lità subito dallo studente “B26” (-3,2), rispondenti quesiti finali. Le situazioni fi-
che, sebbene in sé non implichi affatto siche che sono state oggetto di una mi-
che lo studente abbia diminuito la sua co- gliore evoluzione delle idee degli studenti
noscenza in assoluto, è tuttavia indice di sono quelle che corrispondono ai quesiti
un’involuzione rispetto ai compagni (la che hanno visto diminuire maggiormente
cui abilità media aumenta di 0,75, come la loro difficoltà: si tratta soprattutto del-
detto in precedenza). Analogamente, l’in- l’attrito nel piano verticale (Verf) e del-
segnante si potrebbe soffermare sul pro- l’attrito statico nel piano orizzontale
gresso dello studente D44 (+3,5) per in- (Orif), mentre nel caso del moto relativo
dagarne i motivi. Evidentemente, questo dei due corpi (Due) il risultato è decisa-
strumento di misura non si presta a un mente negativo. Nelle altre due situazioni
uso sistematico per la valutazione degli fisiche (Orim, Incm) il risultato è stato
alunni da parte del docente; esso può tut- intermedio: il fatto che si abbia un au-
tavia mettere a fuoco, più precisamente di mento assoluto della difficoltà non signi-
un voto, l’efficacia dell’intervento didatti- fica, come già ricordato, che tali argo-
co, se correlato alle osservazioni dell’inse- menti siano realmente diventati più diffi-
gnante sugli atteggiamenti (in classe e in cili per gli studenti, ma che è variata in
laboratorio) e sugli interessi degli alunni. senso positivo la loro difficoltà rispetto
In Tabella 3 è riportata la variazione della agli altri quesiti.
difficoltà dei quesiti relativi alla stessa si- A differenza della Tabella 1, in cui si face-
tuazione fisica. Come si può vedere in vano valutazioni assolute e si sceglieva,
Appendice 1, l’attrito statico in un piano nel test finale, la domanda più simile a
orizzontale (sigla “Orif”) è considerato in quella del test iniziale, in Tabella 3 conta-
un quesito del test iniziale e in due quesi- no solo valutazioni relative e tutti i quesi-
ti del test finale; l’attrito dinamico in un ti del test finale corrispondenti a quello
piano orizzontale (sigla “Orim”) è consi- del test iniziale sono stati considerati (si è
derato in un quesito del test iniziale e in infatti calcolata la loro difficoltà media).
quattro quesiti del test finale; l’attrito sta- Nel caso dell’attrito dinamico lungo un
tico in un piano inclinato (sigla “Incf”) è piano orizzontale (Orim), la Tabella 1 in-
considerato solo in un quesito del test dicava un mancato progresso, contraria-
iniziale e per questo non è soggetto a mente al caso del moto lungo un piano

TABELLA 3 Evoluzione della difficoltà dei quesiti, ripartiti per situazione fisica, dal test iniziale al test finale. Nel
questionario finale si considera il valor medio della difficoltà relativo a ciascuna situazione fisica.

Situazione fisica Difficoltà Difficoltà media Variazione della


(sigla) (test iniziale) (test finale) difficoltà media

Orif -0,29 -0,70 -0,41


Orim -1,14 -0,65 +0,49
Incm -0,71 +0,05 +0,76

Vert +2,86 +0,25 -2,61

Due -0,86 +1,65 +2,51

26 TD n. 19 numero 1-2000
TABELLA 4 Distribuzione della variabile di misfit relativa agli studenti
e ai quesiti nei due questionari.

Questionario Distribuzione di t degli studenti Distribuzione di t dei quesiti


analizzato (media ± dev. standard) (media ± dev. standard)

Test iniziale -0,3 ± 1,2 -0,1 ± 1,3

Test finale -0,1 ±1.0 -0,4 ± 1,4

inclinato (Incm), mentre il dato della Ta- lisi di Rasch costituiscano strumenti utili
bella 3 rivela che l’evoluzione della com- nella valutazione dell’apprendimento. Ri-
prensione delle due situazioni è confron- guardo alla nostra sperimentazione sul-
tabile. l’attrito, il modello di Rasch ha permesso
di individuare:
ANALISI DELLA • le situazioni fisiche per le quali il livello
VALIDITÀ DEL FIT di comprensione degli studenti è mag-
Il programma Ministep consente di valu- giormente aumentato e quelle per cui
tare il livello di confidenza del fit che esso invece tale livello ha subito un aumento
stesso ha effettuato, seguendo l’analisi di inferiore (ad esempio non si è osservato
Rasch. Viene costruita, infatti, una varia- un progresso significativo nella com-
bile di “misfit” t, che segnala il discostarsi prensione delle caratteristiche delle for-
dei risultati di una persona, o di un quesi- ze di attrito di strisciamento tra blocchi
to, dai “valori probabili” che il modello, in moto relativo);
dopo l’esecuzione del fit, prevederebbe • le classi in cui l’intervento ha prodotto
[Wright e Stone, 1979]. La variabile t, un miglior risultato rispetto alle altre e
per come è definita, dovrebbe avere una di evidenziare come l’approccio didatti-
distribuzione normale di media 0 e devia- co possa avere una efficacia diversa per i
zione standard 1. Riportiamo in Tabella 4 diversi studenti.
le medie e le deviazioni standard di t rela- Sebbene l’interpretazione dei risultati ot-
tive agli studenti e ai quesiti e calcolate tenuti con il tipo di analisi illustrata ri-
per l’analisi Rasch dei questionari iniziale chieda una certa cautela, in quanto le ca-
e, rispettivamente, finale. tegorie di risposte sono state definite con
Si osserva come le distribuzioni del misfit criteri qualitativi, scelti dagli sperimenta-
degli studenti e dei quesiti siano tutte vi- tori, le indicazioni fornite si sono rivelate
cine alla distribuzione normale, segno che utili sia per gli insegnanti sia per i ricerca-
il fit ha una buona attendibilità. Il pro- tori e hanno consentito una valutazione
gramma consente di esaminare i valori di più articolata dell’intervento didattico.
t per ciascuna persona e per ciascun que- La misurazione di quelle che abbiamo
sito: un valore anomalo di t (molto diver- chiamato “variazioni relative” è stata resa
so da 0) indica uno studente che ha ri- possibile dal confronto di risultati ottenu-
sposto meglio ai quesiti difficili che a ti nella comprensione di situazioni fisiche
quelli facili o un quesito che è stato risol- riguardanti la stessa area concettuale, pro-
to meglio dagli studenti meno abili (con- poste nel test iniziale e riprese, in termini
teneva un tranello?). Il programma è in diversi, nel test finale. Una quantificazio-
grado di isolare gli individui e i quesiti ne di tipo più elementare, basate sul con-
con un valore di misfit considerato inac- fronto dei punteggi ottenuti con l’analisi
cettabile, di escluderli automaticamente e fenomenografica, ha permesso di valuta-
di ripetere l’analisi Rasch sul campione re, per ciascuna area concettuale, l’evolu-
epurato. zione delle concezioni degli studenti in
modo assoluto (Tabella 1) e di completa-
NOTE CONCLUSIVE re il quadro di valutazione ottenuto con
Riteniamo che la fenomenografia e l’ana- l’analisi di Rasch.

TD n. 19 numero 1-2000 27
Appendice 1
Questionario iniziale
1B - ORIF B - Spiega la tua risposta.
1 - ORIF - Un mattone è ap- F ________________________________________________
poggiato su un piano orizzon- ________________________________________________
tale. Il mattone viene spinto,
ma non si muove. 2A - ORIM A - Disegna le forze F
applicate al blocco nel caso in
Pensi sia possibile? In caso affermativo spiega come mai. cui esso strisci sul piano.
________________________________________________
________________________________________________ 2B - ORIM B - Spiega la tua risposta.
________________________________________________ ________________________________________________
________________________________________________
2 - INCF - Lo stesso oggetto vie-
ne appoggiato su un piano in- 3A - ORIM C - Se la forza F ad un certo istante venisse a
clinato e si osserva che non si mancare cosa succederebbe al blocco?
muove. ________________________________________________
________________________________________________
Come mai?
________________________________________________ 3B - ORIM D - Spiega la tua risposta.
________________________________________________ ________________________________________________
________________________________________________ ________________________________________________

3 - INCM - Che cosa faresti per farlo muovere? 4A - INCM A - Lo stesso ogget-
________________________________________________ to viene appoggiato su un pia-
________________________________________________ no inclinato e si osserva che
________________________________________________ scende con accelerazione co-
stante. Disegna le forze appli-
4 - VERF - È possibile impedire F cate al blocco.
al mattone di cadere premen-
dolo contro una parete vertica- 4B - INCM B - Spiega la tua risposta.
le, come è indicato in figura? ________________________________________________
________________________________________________
Se sì spiega perché.
________________________________________________ 5A - VERF A - Un mattone è
F
________________________________________________ premuto contro una parete
________________________________________________ verticale da una forza F, co-
me è indicato in figura ed è
5 - ORIM - Un libro, appoggiato su un tavolo è sottopo- fermo. Disegna le forze agen-
sto ad una spinta di breve durata: si mette in moto, ma ti sul mattone.
poi si ferma.
Come mai si ferma? 5B - VERF B - Spiega la tua risposta.
________________________________________________ ________________________________________________
________________________________________________ ________________________________________________
________________________________________________
6A - DUE A - Un blocco
6 - DUE - Un vocabolario è ap- di massa m1 giace a ri- (2)
poggiato su un carrello. poso, senza attrito, sopra
un tavolo orizzontale. (1) F
Se il carrello viene spinto bru- Un blocco di massa m2
scamente in avanti, che cosa giace a riposo sul primo
può succedere al vocabolario? blocco. Fra i due blocchi
________________________________________________ vi è attrito. Sul blocco di massa m1 viene esercitata una
________________________________________________ forza costante F. Si osserva che il blocco di massa m2
________________________________________________ slitta sul blocco di massa m1.

Questionario finale Traccia sul disegno le forze che agiscono sui due blocchi.

1A - ORIF A - Un mattone è ap- 6B - DUE B - Se il coefficiente di attrito tra i due blocchi


poggiato su un piano orizzonta- F viene aumentato, il moto del blocco m2 ne risulterà mo-
le. Il mattone viene spinto, ma dificato? E quello del blocco m1? Motiva le risposte.
non si muove. Indica le forze ________________________________________________
agenti sul blocco. ________________________________________________

28 TD n. 19 numero 1-2000
Appendice 2 Categorie e livelli di risposta del quesito 5 (ORIM) del test iniziale
Domanda: Un libro, appoggiato su un tavolo, è sottoposto ad una spinta di breve durata: si mette in moto, ma
poi si ferma. Come mai si ferma?

Categoria Risposta Livello (punteggio)


0 Risposte del tutto inadeguate. 0
1 Si esaurisce la forza di spinta/ Eliminata la forza il corpo torna allo stato di quiete
2 La spinta termina e sul libro agisce solo la forza di gravità
3 L’attrito si origina con la spinta, ma poi diminuisce fino a esaurirsi
4 Durante il moto aumenta sempre di più l’attrito
5 La forza di attrito è maggiore della spinta
6 La forza di attrito è uguale alla spinta
7 La forza di gravità con l’attrito ferma il corpo

9 Il libro è frenato dall’attrito


10 Il libro non è più soggetto alla spinta ed è frenato dall’attrito
11 A causa dell’attrito dovuto alla forza di gravità 1

Riferimenti Bibliografici
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