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Federico Mereta
GIORNALISTA SCIENTIFICO
14 Giugno 2020
Abbassare il consumo di sale da cucina è una sorta di comandamento scritto sulla pietra per
limitare il rischio che compaia l’ipertensione o che questa peggiori. C’è però un problema:
convincere le persone a ridurre il sale diventa una sorta di lotta contro il gusto personale, contro
cui vincere è difficile.
E allora, perché non fare in modo che sia lo stesso organismo a non provare piacere
nell’assunzione di cibi troppo sapidi? Questa via è possibile ad alcuni cibi – tra i quali è
possibile citare il melone amaro – che aiutano ad “anestetizzare” il bisogno di aggiungere sale.
Come? Semplicemente riattivando sistemi di controllo che col tempo e le abitudini si sono
modificati.
Lo studio, che vede come protagonista l’equipe di Zhiming Zhu dell’Army Medical University, è
stato pubblicato sulla rivista scientifica Hypertension. Agendo su questo specifico meccanismo,
che viene ovviamente alterato nel tempo proprio dall’assunzione di cibi molto salati e dalla
conseguente assuefazione del gusto in questo senso, gli esperti sono arrivati a dimostrare che, nel
https://dilei.it/salute/prevenzione-ipertensione-cibi-che-cambiano-gusto-per-sale/723744/ 1/3
16/6/2020 Contro l’ipertensione, ecco gli alimenti che cambiano il gusto per il sale | DiLei
topo, estratti di melone amaro sono in grado di far ripartire l’avversione verso i cibi salati, con
un miglioramento del rischio cardiovascolare.
Il tutto accade semplicemente agendo su modificazione della percezione del gusto. Lo studio,
pubblicato su Science China Life Sciences rappresenta una delle strade per tentare di portare
sotto i 5 grammi al giorno di cloruro di sodio l’introito quotidiano per un singolo soggetto: il
sale da cucina, infatti, è un vero e proprio nemico delle arterie ed aumenta il rischio di
sviluppare ipertensione. L’ipotesi cinese, peraltro, non è l’unica.
Qualche tempo fa in Perù, è stata condotta una ricerca che mostra come la semplice sostituzione
del sale da cucina con uno a basso contenuto in sodio potrebbe diventare un semplice strumento
per impattare sulla salute cardiovascolare. La ricerca è andata avanti per tre anni,
coinvolgendo circa 2500 persone, attraverso la distribuzione di questo sale costituto da un quarto
di potassio e dal 75% da sodio in tutta la zona, anche nei negozi. Risultato: alla fine di questa
indagine, i livelli pressori sono scesi in chi era iperteso e, seppur in quota minima, pure tra chi
aveva valori normali.
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