Gli aspetti strutturali di riferimento sono stati trattati nella prima parte del rapporto, quella
relativa alla struttura socio-economica della Regione, mentre di seguito verranno analizzati gli
indicatori di efficienza energetica del settore.
Tali indicatori correlano i consumi energetici del settore con un indicatore dell’attività e
“vivacità economica” del settore, quale è l’aggregato “Consumi privati delle famiglie”. Osservando
i dati della seguente tabella si può osservare come l’intensità energetica dei consumi delle famiglie
abbia registrato una contrazione del 4,1%, dovuta al diverso andamento dei consumi energetici,
cresciuti del 2,3%, e dei consumi delle famiglie, che, invece, sono aumentati del 6,9%. Come
osserveremo meglio nella parte relativa ai consumi specifici, il basso incremento dei consumi
energetici è attribuibile ad un generale miglioramento dell’efficienza degli impianti per il
riscaldamento, che assorbono gran parte degli usi energetici del settore. Diverso andamento segue
invece l’intensità elettrica , che risulta in espansione, seppur moderata rispetto alle altre componenti
del settore Civile (terziario e P.A.). Tale incremento, valutabile per la Lombardia in un +6,4%, è
causato dai sempre crescenti consumi elettrici obbligati, ciò attinenti a tutte quelle applicazioni
domestiche che utilizzano esclusivamente energia elettrica per il funzionamento. Nel corso del
periodo considerato, a fronte di una pressoché completa saturazione degli elettrodomestici più
comuni (televisore, frigorifero, lavabiancheria), si sta verificando una sempre maggiore
penetrazione di elettrodomestici fino ad adesso poco utilizzati, quali lavastoviglie, condizionatori e
congelatori, ed altri che si affacciano in misura diffusa sul mercato soltanto negli ultimi anni, come i
personal computers. D’altra parte si registra una diffusione sensibilmente inferiore per quanto
attiene gli scaldaacqua elettrici, che presentano un consumo unitario particolarmente significativo e
che in Lombardia sono presenti nel 1996 in meno del 9% delle abitazioni, contro l’oltre 30% del
resto del paese. Tale differenza, insieme ad altre difformità ed ai diversi comportamenti sociali fa sì
che l’intensità elettrica del settore residenziale lombardo sia più bassa in media di circa il 10%
rispetto a quella italiana, mentre, per quanto attiene all’intensità energetica complessiva è la
Lombardia ad avere valori più elevati (mediamente di oltre il 25%), dato il maggior consumo per
riscaldamento rispetto alla media nazionale, causato dal clima mediamente e sensibilmente più
rigido presente in Regione.
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
FIG. 2.1
70
60
50
40
30
20
10
0
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996
2
ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
§ 2.2-Consumi specifici
In questa parte si analizzerà l’evoluzione dei consumi energetici del settore, disaggregati per
tipologia dei consumi, che saranno suddivisi in “riscaldamento”, “usi per acqua calda”, “usi
cucina”, “usi elettrici obbligati”, e per unità abitativa, distinguendo tra abitazioni monofamiliari e
plurifamiliari e tra abitazioni dotate di impianto autonomo e centralizzato.
A tal fine si è proceduto a stimare i suddetti consumi, avendo come base i dati dell’ultimo
censimento disponibile e le pubblicazioni dell’ENEL “La domanda di energia elettrica degli utenti
domestici dell’ENEL-1993” e “Il settore energetico in Italia”, le cui assunzioni principali possono
essere così riassunte:
Suddivisione dei vari combustibili per i vari possibili utilizzi: ad esempio, al
riscaldamento è stata assegnata la totalità dei solidi, del gasolio e del petrolio da
riscaldamento, mentre per il G.P.L. solo una quota intorno al 16% è stata valutata
destinata a tali usi, mentre il restante va a soddisfare gli usi cucina ed in misura residuale i
consumi per acqua calda. Per il gas naturale si è valutata una quota pari a circa l’80%
utilizzata per il riscaldamento, mentre la restante parte è stata attribuita agli usi per acqua
calda (14%) e cucina (6%).
Per gli usi elettrici obbligati si sono estrapolati i dati relativi alla diffusione al 1993 dei
vari elettrodomestici presso gli utenti ENEL, attribuendo ad ogni elettrodomestico il
consumo medio calcolato dall’ENEL stessa. Una parte dei consumi elettrici, attribuita
estrapolando le percentuali di diffusione di apparecchi elettrici per il riscaldamento fornite
dall’ENEL, è stata attribuita al riscaldamento degli ambienti.
Per il calcolo dei gradi giorno si è proceduto sommando i gradi giorno relativi ai mesi di
gennaio, febbraio, marzo, aprile, ottobre, novembre e dicembre. I gradi giorno sono uguali
a:
1. (20°C-Temperatura media mensile)*numero di giorni del mese se la temperatura media è
inferiore ai 18°C (questa temperatura è considerata la soglia al di sotto della quale è necessario
riscaldare l’abitazione);
2. sono uguali a zero se la temperatura del mese è superiore a 18°C.
Dato che i gradi giorno per ogni comune sono disponibili solo per un anno (1990), pubblicati
nel “Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale”, mentre, per gli altri anni, sono disponibili solo
le temperature relative agli aeroporti di Milano e di Brescia (pubblicati dall’ISTAT nelle
“Statistiche metereologiche”), e si è provveduto a riproporzionare il dato rilevato effettivamente con
il numero di abitazioni riscaldate per comune.
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
Per eliminare l’influenza del clima si sono calcolati i gradi giorno normalizzati, quale media
mobile decennale dei valori registrati.
Passando a considerare i consumi, si nota dalla seguente tabella 2.2 come i consumi energetici
del settore residenziale siano aumentati, nel corso del periodo, del 2,3%, incremento che è la
risultante delle variazioni fatte registrare dalle varie tipologie di consumi. Si ha infatti che a fronte
di una crescita del 12,2% degli usi elettrici obbligati, si registra una crescita degli usi per
riscaldamento dell’1,1%, degli usi per acqua calda del 6,8% ed una contrazione degli usi cucina
dell’1,9%.
Nel 1990 e nel 1996 la suddivisione dei consumi tra le varie tipologie è stata la seguente.
Peso percentuale delle varie tipologie di consumi sul totale consumi energetici del residenziale
FIG. 2.2
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
5
ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
Analizzando più in dettaglio i consumi per riscaldamento, data la loro rilevanza sl totale, si ha
che le varie tipologie di fonti utilizzate sono state le seguenti:
Come si può notare si è verificato un sensibile spostamento dei consumi energetici per
riscaldamento dai prodotti petroliferi, che diminuiscono del 27,2%, a favore di un maggior impiego
di combustibili gassosi (gas naturale), che vede crescere i propri impieghi del 18%. In sensibile
crescita anche i combustibili solidi, in particolare legna, e l’energia elettrica, che però, dato il peso
ridotto ricoperto (soprattutto la seconda), non incidono significativamente sui consumi complessivi.
Peso percentuale delle varie tipologie di fonti sul consumo per riscaldamento-Lombardia
FIG. 2.3
6
ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
In peso percentuale sul totale dei consumi per riscaldamento, infatti, il gas naturale aumenta
infatti dal 59,3% del 1990 al 69,2% del 1996, mentre i prodotti petroliferi diminuiscono dal 37,3%
al 26,9%. I solidi presentano una variazione contenuta, dati i volumi ridotti ricoperti sul totale,
crescendo dal 3,1% al 3,6%. Stabile l’energia elettrica, che copre appena lo 0,3% dei consumi per
riscaldamento sia all’inizio che alla fine del periodo considerato.
La forte copertura dei consumi per riscaldamento da parte del gas naturale non è molto
difforme da quanto osservato a livello nazionale, dove, nel 1996, il gas soddisfa il 68,4% dei
consumi per riscaldamento.
Sempre a livello nazionale, e sempre nel 1996, i consumi del settore residenziale sono stati,
distinti per usi finali:
65,5% per “riscaldamento”;
12,3% per usi “acqua calda”;
7% per “usi cucina”;
15,2% per “usi elettrici obbligati.
Come si nota confrontando i precedenti dati con quanto registrato in Lombardia, in Regione si
ha una quota sensibilmente più alta per quanto riguarda il riscaldamento, che risulta superiore, nel
1996, di oltre 8 punti percentuali. Inferiore risulta essere invece, in misura notevole, la parte relativa
agli usi elettrici obbligati, che, nel 1996, in Lombardia, vale il 7,5% dei consumi complessivi,
contro il 15,2% del resto del Paese. Non molto distanti risultano invece gli usi per acqua calda,
leggermente superiori in Italia, e pressoché coincidenti, sempre nel 1996, risultano essere i consumi
per uso cucina.
In linea generale, i consumi per riscaldamento presentano oscillazioni interperiodali anche
sensibili, in quanto dipendenti dall’influsso climatico. A seconda del clima registratosi sul territorio,
infatti, il consumo per riscaldamento tenderà ad adeguarvisi: a stagioni più fredde, come il 1991
corrisponderà un consumo per riscaldamento più elevato e viceversa. Prima di passare ai consumi
unitari è da notare, quale ultima considerazione, come le abitazioni monofamiliari, che
rappresentano circa il 19-20% delle abitazioni, pesino per oltre il 23% sui consumi per
riscaldamento. Tale differenza è da attribuirsi principalmente a due fattori: da un lato le abitazioni
monofamiliari sono mediamente più grandi di quelle plurifamiliari, dall’altro sono spesso in
posizione isolata, con una conseguente maggiore dispersione termica rispetto ai fabbricati
plurifamiliari. Tale aspetto verrà analizzato anche nella parte relativa ai consumi unitari.
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
§ 2.3-Consumi unitari
Considerando i consumi specifici per abitazione occupata si nota come il consumo energetico
per abitazione, nel corso del periodo considerato, è rimasto pressoché invariato, scendendo da 1,98
tep del 1990 a 1,94 tep del 1996. Anche a livello nazionale si registra una sostanziale stabilità , con
un valore al 1990 che risulta essere di 1,26 tep ed al 1996 di 1,27 tep. Come si osserva da tali dati i
consumi energetici per abitazione in Lombardia risultano sensibilmente più elevati di quelli
registrati a livello nazionale, così come lo sono i consumi energetici per mq. Questi ultimi hanno
comunque presentato una contrazione nel periodo considerato, sia a causa di una migliore efficienza
degli impianti, sia a causa di un generale incremento della superficie media per abitazione.
Tale difformità, che vede i consumi lombardi superiori di circa il 50% rispetto a quelli
nazionali, è da attribuirsi alla climatologia della regione che, presentando un clima più freddo della
media nazionale, causa un livello più elevato di consumi per riscaldamento.
Inferiore alla media nazionale risulta invece il consumo elettrico, che nel 1990 presentava un
differenziale più elevato rispetto a quello nazionale che nel 1996. In Lombardia il consumo elettrico
per abitazione è cresciuto nel periodo considerato del 7,9%, mentre a livello nazionale l’incremento
è del 4,5% circa. Mentre in Lombardia la crescita risulta essere continua, a livello nazionale si nota
una leggera contrazione negli ultimi due anni.
Confrontando le varie tipologie di consumi si hanno i dati presentati nella seguente tabella:
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
Come si può vedere il consumo energetico per riscaldamento per abitazione risulta superiore
in Lombardia, così come superiore risulta il consumo per riscaldamento per mq. Per entrambi gli
indicatori si registra una contrazione nel corso del periodo, diminuzione che risulta essere più
sensibile in Lombardia. Situazione inversa si ha invece per i consumi elettrici obbligati, il cui
consumo specifico per abitazione risulta superiore in Italia, con una dinamica che risulta essere di
crescita per entrambi gli aggregati territoriali, ma che è più intensa a livello nazionale.
In contrazione sia in Lombardia che in Italia, e con la stessa velocità, i consumi per usi
cucina, che risultano essere più elevati a livello regionale.
Considerando le abitazioni distinte tra monofamiliari e plurifamiliari, si osserva come le
prime presentino un consumo per abitazione sensibilmente più elevato delle seconde, a causa della
dispersione termica maggiore e della dimensione media più grande rispetto alle plurifamiliari.
Questo ultimo aspetto incide sul consumo per mq, che risulta essere infatti leggermente più elevato
per le plurifamiliari.
TAB. 2.6-Consumi per abitazione (tep/abit.) e per mq (kep/mq) distinte per mono e plurifamiliari
Lombardia
Consumo per riscaldamento Consumo per riscaldamento per mq
per abitazione
Monofamil. Plurifamil. Monofamiliari Plurifamiliari Monofamiliari a Plurifamiliari a
clima normalizzato clima normalizzato
1990 1,80 1,43 15,54 16,69 16,05 17,23
1991 1,99 1,53 17,01 17,65 16,18 16,78
1992 1,85 1,45 15,71 16,64 15,95 16,90
1993 1,76 1,39 14,88 15,92 14,52 15,54
1994 1,41 1,20 11,85 13,63 11,95 13,74
1995 1,62 1,30 13,51 14,77 13,62 14,89
1996 1,73 1,36 14,33 15,31 14,15 15,12
Fonte: ENEA
Considerando invece i consumi specifici secondo la tipologia di impianto utilizzato, si hanno i dati presentati
nella seguente tabella.
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
Come si può osservare, nel corso del periodo considerato si è avuta una forte contrazione
delle abitazioni servite da impianto centralizzato, a favore delle abitazioni con impianto autonomo.
Sulla spinta della campagna di metanizzazione si è infatti registrato un incremento delle
trasformazioni da centralizzato ad autonomo, che consente una gestione “personalizzata” del
periodo di accensione dell’impianto. Negli ultimi due anni si è registrato però un rallentamento del
fenomeno, in quanto si è iniziato a dotare le nuove costruzioni di impianti centralizzati a gas
naturale, che consentono una riduzione delle emissioni rispetto ai vecchi impianti a gasolio, di cui
mantengono la “controllabilità” tipica dei centralizzati rispetto alle multiple emissioni puntiformi
degli autonomi. Inoltre, i nuovi impianti possono essere dotati di sistemi di contabilizzazione del
calore, rendendo più simile le tipologie d’uso del centralizzato e dell’autonomo. I nuovi impianti
centralizzati sono oltretutto più efficienti, registrandosi infatti un consumo per abitazione inferiore,
seppur di poco, rispetto agli autonomi, mentre all’inizio del periodo si registrava il fenomeno
opposto.
Tale miglioramento dell’efficienza del centralizzato si riscontra anche considerando il
consumo energetico medio per tipologia di impianto per mq e per ora di riscaldamento, assumendo
che gli impianti centralizzati restino accesi per 150 giorni all’anno per 12,5 ore al giorno, mentre gli
autonomi rimangono accesi per 135 giorni all’anno per 11 ore al giorno. Infatti, come si nota dalla
seguente tabella, il consumo per mq e per ora di riscaldamento, già più basso per i centralizzati, ha
registrato una contrazione superiore proprio per il centralizzato.
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
TAB. 2.8-Consumo energetico medio a clima normalizzato per mq e per ora di riscaldamento-
Lombardia-(gep)
§ 2.4-Indicatori esplicativi
Oltre alla “misurazione” dei valori fatti registrare nel corso del periodo dai consumi per
riscaldamento, può essere interessante cercare di analizzare i motivi alla base delle variazioni
intervenute nei consumi energetici per il riscaldamento delle abitazioni
Tale analisi può essere effettuata utilizzando gli appositi indicatori esplicativi, che sono i due
seguenti:
Effetto quantità: la variazione dei consumi in funzione della variazione del numero delle
abitazioni riscaldate.
Effetto consumo unitario: la variazione imputabile alla variazione dei consumi medi per
abitazione per riscaldamento.
A sua volta l’effetto consumo unitario è dovuto all’influenza reciproca di altri quattro effetti,
che sono:
1. Effetto clima: la componente della variazione dei consumi imputabile alle variazioni
climatiche.
2. Effetto efficienza: la variazione dei consumi per riscaldamento imputabile al
miglioramento od al peggioramento dell’efficienza degli impianti di riscaldamento.
3. Effetto sostituzione: la parte della variazione dei consumi che è attribuibile al
cambiamento nel mix di fonti energetiche utilizzate.
4. Effetto struttura: la componente della variazione che dipende dai mutamenti della struttura
del parco abitativo (ad esempio un incremento od un decremento delle monofamiliari e
così via).
I dati calcolati per il settore residenziale della Regione Lombardia nel corso del periodo sono i
seguenti (il 1990 presenta soltanto 0 in quanto anno base di riferimento):
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
Come si può vedere, la variazione dei consumi per riscaldamento è stata di +54,3 ktep (pari
all’1,1% dei consumi per riscaldamento 1990). La variazione, considerando la crescita nel numero
delle abitazioni riscaldate sarebbe risultata essere, però, di 292 ktep circa. Se la crescita effettiva è
stata in realtà solo di 54,3 ktep, è perché l’effetto consumo unitario è risultato essere negativo per
oltre 237 ktep. In sostanza:
il miglioramento dell’efficienza degli impianti (78 ktep in meno),
il miglioramento dovuto alla sostituzione dei combustibili (-59,5 ktep), dovuto in gran
parte alla sostituzione dei prodotti petroliferi con il gas naturale, mediamente più
efficiente,
l’effetto struttura (-161,4 ktep), dovuto alla crescita delle abitazioni plurifamiliari (che
presentano una minore dispersione termica) ed in generale alle migliori “performances” in
termini di isolamento delle nuove abitazioni,
hanno consentito di contrastare in buona parte sia l’incremento dei consumi dovuto alla crescita del
numero delle abitazioni che quello dovuto all’influsso climatico (che avrebbe richiesto oltre 61 ktep
di maggiori consumi).
Gli effetti appena descritti sono osservabili visivamente nei due seguenti grafici:
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
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ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
Indicatori esplicativi delle cause di variazione dei consumi per riscaldamento nel settore residenziale lombardo-
tep
291.843
300.000
200.000
54.311
100.000
-100.000
-200.000 -237.532
-300.000
Variazione nei consumi per riscaldamento Effetto quantità Effetto consumo unitario
FIG. 2.4
Composizione dell'effetto consumo unitario-tep
100.000
61.414
50.000
-50.000 -59.528
-77.968
-100.000
-150.000 -161.450
-200.000
-237.532
-250.000
Effetto consumo unitario Effetto clima Effetto efficienza Effetto sostituzione Effetto struttura
FIG. 2.5
14
ERG-PIEN UNITÀ PIANI ENERGETICI TERRITORIALI
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