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MISERICORDIA Cattedrale Segni 4-06-2005

Miserie c’e ne abbiamo tutti. Ognuno di noi potrebbe andare come Diogene, con una
lampada, e chiedendosi: “cerco un uomo”. Ma cerco un uomo che non sia miserabile. Questo è
capitato a Dio prima dell’Incarnazione del suo Figlio, come dice il salmo 13: Il Signore dal cielo si
china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c’è uno che cerchi Dio. Tutti hanno traviato,
sono tutti corrotti; più nessuno fa il bene, neppure uno.

Cerco un solo uomo, uno solo che non abbia bisogno di misericordia, che non abbia
misericordia del medico delle anime. Magari non tutti hanno la miseria della povertà, o della
malattia, o dell’ignoranza, o della solitudine, o della fame, o della nudità, ecc. Per non nominare le
miserie e flagelli a livello sociale: le guerre, le catastrofi, le leggi moralmente cattive (ignoranza a
livello politico-sociale), ecc.

Ma c’e ne una miseria comune a tutti: tutti siamo nati in peccato, dunque tutti abbiamo
bisogno del medico, tutti siamo peccatori: Ma, Padre, io non ho peccati. Bravo, sei un santo! Allora
il Salvatore non è venuto per te, non ti ha riscattato con il Suo Sangue, no gli appartieni, non sei
delle sue pecore!

Questa è la situazione dei farisei, e questi Gesù rimprovera: “misericordia, non sacrifici”,
“misericordia”.

Misericordia significa avere un cuore per le miserie degli altri, in modo tale di mettere
rimedio. Io faccio della misericordia verso un affamato, cuando gli do un pannino.

Diverso è avere compassione, cioè patire con un altro: piangere con colui piange, ecc., ma
non si pone rimedio.

Per questo che, la miseria del peccato ha propriamente un solo cuore che pudo essere
misericordioso: il cuore di Gesù, perché solo lui può mettere rimedio al peccato.

Ma noi possiamo praticare la misericordia verso i peccatori: pregando per loro, pregando
affinchè Dio che può fare della misericordia, la faccia. Non possiamo assolvere i peccati, ma
possiamo perdonare le offese comesse contro di noi.

E in questo modo, otteniamo pure noi misericordia. Siete misericordiosi e troverete


misericordia. Ai farisei, invece, dava fastidio che Gesù facessi della misericordia con i peccatori.

C’è una bella leggenda norvegese:

Una mattina molto presto, l'angelo vigilante notturno del Paradiso si presentò davanti al
trono di Dio e chiese permesso per parlare.

- Succede alcuna novità? - gli disse l'Altissimo.


-Signore-rispose l'angelo, un gruppo di santi si è alzato iracondo dai suoi troni, ha lanciato
violentemente la corona che portavano nella testa ed in atteggiamento di protesta, sono andati al
confine del paradiso.

- Di che cosa protestano?


-dicono che un'anima santa è nell'inferno.
-vediamo -disse, il Signore.
Si alzò il Signore e, preceduto dall'angelo, attraversò, con stupore dei beati, tutti i soggiorni
celestiali fino ad arrivare al confine del cielo dalla cui vetta si osservava, in fondo, tenebroso, il
posto orribile dove soffrono eternamente i condannati. Vicino all'imboccatura stavano i santi in
atteggiamento di protesta e disubbidienza. Domandò il Signore la causa della loro condotta. Per tutti
parlò uno, ripetendo esattamente le parole dell'angelo.

-Va bene, disse il Signore, per una volta facciamo un'eccezione. E diede ordine all'angelo che
scendesse all’ inferno e riscattasse l'anima santa. Si lanciò l'angelo all'abisso, aprì le sue ali
discendendo lento e maestosamente. Man mano che discendeva si illuminavano le regioni oscure.
Finalmente si riuscì a vedere chiaramente il fondo stesso dell'abisso dove i condannati si agitavano
tra dolori orrendi.

Vedendo l'angelo, compresero che si tentava di riscattare qualcuno, e, tutti lottavano per essere i
fortunati. Volò l'angelo su quell'agitato ed immenso mare di teste fino a che scoprì la persona che
cercava. Con rapido movimento la prese per la vita e la tirò fuori dalla moltitudine dei tormentati.
Nonostante la rapidità della sua azione, non potè evitare l'angelo che altre anime si aggrappassero
all'anima privilegiata ed in grappolo si portassero tutte verso l'altezza del paradiso.

La persona eletta non vide con buoni occhi che altre condividessero la sua sorte. E si agitava
violentemente, obbligando alle altre anime a cadere di nuovo una per una nell'abisso.

Stava già l'angelo vicino all'imboccatura da dove lo contemplavano i santi ribelli. Solo un'anima
era riuscita a continuare afferrata all'anima santa. Ma un movimento più violento di questa obbligò
quella disperata a staccarsi anche ed a cadere, nell'inferno dando orribili urla. Ma, nell'istante in cui
l'ultima anima, si staccò da quella che doveva essere favorita, l'angelo alzò il suo braccio e lasciò
che quella anima santa cadesse di nuovo nell’abisso del dolore.

I santi che contemplavano la scena rimasero impauriti. Andarono al Signore, il quale,


inchiodando in essi duro sguardo, disse loro con voce severa: “Un giudizio senza misericordia per
coloro che non hanno misericordia.”

Chiediamo alla Madonna Madre e Regina di Misericordia, la grazia di imparare cosa


significa: “misericordia voglio e non sacrifici”.

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