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Pubblichiamo oggi le immagi- primi giorni passati in tenda a riconoscere i colleghi dagli
ni scattate da Valentina Galli- ora abbiamo delle pareti di occhi, a capire che quello ha
na, medico del Pronto soccor- mattone. Ciò che rimane ugua- una sfumatura vagamente
so Covid dell’ospedale San le sono gli occhi stanchi nasco- nocciola negli occhi verdi, o
Maurizio. sti da visiere trasparenti, ciò una piccola cicatrice vicino al
che rimane immutato è lo spi- sopracciglio sinistro o ancora
VALENTINA GALLINA
rito di provarci. Ti trovi cata- che quando uno sorride gli si
pultato in una realtà che non ti formano delle onde sopra alla
L'essenziale purtroppo ri- aspettavi. A vestire panni a cui fronte. È tutto diverso e alla fi-
mane spesso invisibile agli oc- non sei abituato. E ti adatti. ne uguale. Rimaniamo le stes-
chi di chi non riesce a vedere. Impari a convivere con le nuo- se persone dietro a quei vesti-
In questi scatti abbiamo rac- ve routine, i nuovi protocolli, ti, dentro a quelle armature
contato un fine turno in quella la scomodità di doppi guanti, che a volte temono, a volte
che è diventata la nostra casa mascherine che segnano e tira- osano, a volte piangono.
nell'ultimo mese e mezzo. Dai no, tute troppo grandi. Impari ©RIPRODUZIONE RISERVATA
• L’infermiere Lorenzo Tenti si prepara all’inizio del turno nella stanza della vestizione (le foto sono autorizzate)
• Davanti al monitor che controlla i pazienti • La sistemazione della mascherina • I segni sul viso del dottor Patrik Fallaha a fine turno al Pronto soccorso Covid (fotoservizio Valentina Gallina)
• Ogni operazione all’interno richiede la protezione totale di tutto il personale sanitario • Valentina Gallina in reparto (Foto Lorenzo Tenti) • I segni dopo il turno sotto gli occhi di Valentina Gallina