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In copertina:
Statua di Giordano Bruno in piazza Campo dei fiori a Roma
ISBN-13: 9781728940427
2
Fausto Tufano
Gaetano Tufano
3
4
Prefazione
5
La raccolta delle citazioni qui presentata vuole dunque essere
una sintesi delle nostre letture, delle nostre ricerche in ambito storico e
filosofico e rappresenta le diverse anime del dissenso nei confronti
della visione religiosa. Visione che in definitiva, come già accennato,
consideriamo un desueto modo di rapportarsi con la realtà, che si
contrappone in modo perfettamente antitetico all’approccio che
prediligiamo che è quello di seguire l’unica strada secondo noi
percorribile senza il rischio di perdersi, quella della ragione. Le diverse
anime dell’ateismo con le quali ci imbatteremo mostrano un
ricchissimo ventaglio di motivi di opposizione alle religioni. Vi si
troverà dal più banale anticlericalismo per motivi politici alle più
sottili argomentazioni filosofiche. Noi abbiamo voluto dare spazio a
tutte queste anime per mostrare da quanti differenti punti di vista il
fenomeno religioso può essere dibattuto e contestato. Va osservato a
tale proposito che non sempre sposiamo interamente il pensiero
espresso dall’autore.
7
L’importanza dell’indagine storica su Gesù
9
L’esigenza della costruzione di una morale non religiosa
11
Le ragioni di una critica al cristianesimo
13
II
14
Il delinearsi del pensiero miscredente nell’età moderna e
contemporanea
17
argomenti intellettuali, ma ponendo fine allo stato di alienazione
umana che supporta la religione. Abolendo l’alienazione, di cui parla a
lungo nei “Manoscritti economico-filosofici”, si abolisce, secondo
Marx, l’intero fenomeno religioso che viene ricondotto ad una
sovrastruttura rispetto alla dialettica economica che costituisce il vero
motore della storia. Mentre Bruno Bauer va oltre le posizioni di
Strauss che nella vita di Gesù si era limitato a presentare il Cristo nel
suo divenire umano, privando i racconti evangelici di tutti gli aspetti
miracolistici. Per Bauer tutta la costruzione evangelica è frutto di un
mito, Gesù stesso, come gli apostoli sono delle finzioni mitologiche
senza fondamento storico. Egli pervenne così non solo ad un radicale
ateismo, ma anche ad una esplicita posizione “miticista” nei riguardi
della figura di Cristo. Per queste posizioni Bauer perse la cattedra di
teologia dell’università di Bonn. In questo contesto storico il re di
Prussia, Federico Guglielmo IV, preoccupato per gli esiti rivoluzionari
dei giovani discepoli di Hegel, decise di richiamare il vecchio
Schelling sulla cattedra di filosofia di Berlino che fu di Hegel.
19
II
20
La fenomenologia influenzò anche la nascita del movimento
esistenzialista sia in Germania e successivamente in Francia e nelle
altre nazioni europee.
21
La ricerca storica su Gesù
Infine a partire dalla metà degli anni ’80 viene avviata, ed è tut-
tora, inizi del XXI secolo, attiva, la cosiddetta Third Quest (Terza Ri-
cerca) di cui tra i maggiori rappresentanti citiamo J. P. Meier che inizia
il suo “Un ebreo marginale” affermando che “Il Gesù storico non è il
Gesù reale. Il Gesù reale non è il Gesù storico». E dopo aver distinto
tra un irraggiungibile “Gesù reale” e il Gesù ricostruito seguendo la
sua metodologia storica afferma: “…i risultati non pretendono di offri-
re né un sostituto né l’oggetto della fede. Per il momento, prescindia-
mo dalla fede, senza negarla. In seguito, una correlazione tra la nostra
ricerca storiografica e l’atteggiamento di fede può essere possibile, ma
22
questo va al di là del principale e modesto scopo di questo libro”. Il
modesto libro di cui parla Meier conta, nella traduzione italiana, oltre
3.200 pagine.
23
La Bibbia – Antico Testamento
25
versione della Conferenza Episcopale Italiana, che ci sembrano attesta-
re un Dio irascibile e vendicativo, incline più a sentimenti di odio che
di amore. Naturalmente siamo ben lungi dal voler riproporre interpre-
tazioni dogmatiche tradizionali del testo biblico, ciononostante neppu-
re possiamo acconsentire a un’ermeneutica che ne stravolga il senso
testuale.
26
«[9] Il Signore disse a Mosè: [10] «Allontanatevi da questa comunità e
io li consumerò in un istante». Ma essi si prostrarono con la faccia a
terra. [11] Mosè disse ad Aronne: «Prendi l'incensiere, mettici il fuoco
preso dall'altare, ponici sopra l'incenso; portalo presto in mezzo alla
comunità e fa il rito espiatorio per essi; poiché l'ira del Signore è di-
vampata, il flagello è già cominciato». [12] Aronne prese l'incensiere,
come Mosè aveva detto, corse in mezzo all'assemblea; ecco il flagello
era già cominciato in mezzo al popolo; mise l'incenso nel braciere e
fece il rito espiatorio per popolo. [13] Si fermò tra i morti e i vivi e il
flagello fu arrestato. [14] Ora quelli che morirono di quel flagello fu-
rono quattordicimila settecento...»
«Trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una
rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge
ma il peccatore ne resta preso.»
La donna adultera
«[22] Così della donna che abbandona suo marito, e gli presenta eredi
avuti da un estraneo. [23] Prima di tutto ha disobbedito alle leggi
dell'Altissimo, in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio e ha introdotto in casa figli di
un estraneo. [24] Costei sarà trascinata davanti all'assemblea e si pro-
cederà a un'inchiesta sui suoi figli. [25] I suoi figli non avranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto. [26] Lascerà il suo ricordo in male-
dizione, la sua infamia non sarà cancellata. [27] I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
Nulla più dolce che osservare in suoi comandamenti.»
27
La Sacra Bibbia versione CEI
Siracide, capitolo 23
«Dio si alza nell'assemblea divina, giudica in mezzo agli dei. [2] «Fino
a quando giudicherete iniquamente e sosterrete la parte degli empi? [3]
Difendete il debole e l'orfano, al misero e al povero fate giustizia. [4]
Salvate il debole e l'indigente, liberatelo dalla mano degli empi». [5]
Non capiscono, non vogliono intendere, avanzano nelle tenebre; vacil-
lano tutte le fondamenta della terra. [6] Io ho detto: «Voi siete dei, sie-
te tutti figli dell'Altissimo». [7] Eppure morirete come ogni uomo, ca-
drete come tutti i potenti.»
NDR:
Dunque, Dio (Elohim) era probabilmente seduto in questa assemblea divina di (El)
in mezzo ad altri (Elohìm) "dei"? Li rimprovera e li avverte che come gli uomini
sono destinati a morire.
Deuteronomio, capitolo 1
«[29] Allora dissi a voi: Non spaventatevi e non abbiate paura di loro.
[30] Il Signore stesso vostro Dio, che vi precede, combatterà per voi,
come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto.»
Numeri, capitolo 21
«[14] Per questo si dice nel libro delle Guerre del Signore...»
28
NDR:
Nel Deuteronomio Mosè incita i suoi alla guerra ricordando che anche questa volta,
come altre volte, Dio "combatterà per voi". In "Numeri", nel capitolo 21 si parla
addirittura di un libro, evidentemente andato perduto, (?) delle guerre del Signore!
«[5] Io sono il Signore e non v'è alcun altro; fuori di me non c'è dio; ti
renderò spedito nell'agire, anche se tu non mi conosci, [6] perché sap-
piano dall'oriente fino all'occidente che non esiste dio fuori di me. Io
sono il Signore e non v'è alcun altro. [7] Io formo la luce e creo le te-
nebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto
questo.»
«[4] C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i
figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro
dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.»
NDR:
Accenni a sacrifici di animali e di esseri umani fatti al Signore.
30
La Sacra Bibbia versione CEI
Levitico capitolo 27
La distruzione di Sodoma
«[1] I due angeli arrivarono a Sodoma sul far della sera, mentre Lot
stava seduto alla porta di Sodoma. Non appena li ebbe visti, Lot si al-
zò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. [2] E disse:
«Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte
[..........]
gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sodoma, si affollarono intor-
no alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. [5] Chiama-
rono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te
questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». [6] Lot
uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di
sé, [7] disse: «No, fratelli miei, non fate del male! [8] Sentite, io ho
due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le
porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a
questi uomini...»
La distruzione di Sodoma.
NDR:
Si parla dei due "angeli" venuti ad avvertire Lot dell'imminente distruzione della
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città:
NDR:
Gli angeli si lavano i piedi? Mangiano? Hanno bisogno di dormire?
La distruzione di Sodoma.
«[26] Mosè si pose alla porta dell'accampamento e disse: «Chi sta con
il Signore, venga da me!». Gli si raccolsero intorno tutti i figli di Levi.
[27] Gridò loro: «Dice il Signore, il Dio d'Israele: Ciascuno di voi ten-
ga la spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da una
porta all'altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio ami-
co, ognuno il proprio parente». [28] I figli di Levi agirono secondo il
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comando di Mosè e in quel giorno perirono circa tremila uomini del
popolo.»
La Sacra Bibbia versione CEI
Esodo XXXII 22-29
«13 Se un uomo sposa una donna e, dopo aver coabitato con lei, la
prende in odio, 14 le attribuisce azioni scandalose e diffonde sul suo
conto una fama cattiva, dicendo: Ho preso questa donna, ma quando
mi sono accostato a lei non l'ho trovata in stato di verginità, 15 il padre
e la madre della giovane prenderanno i segni della verginità della gio-
vane e li presenteranno agli anziani della città, alla porta. 16 Il padre
della giovane dirà agli anziani: Ho dato mia figlia in moglie a que-
st'uomo; egli l'ha presa in odio 17 ed ecco le attribuisce azioni scanda-
lose, dicendo: Non ho trovato tua figlia in stato di verginità; ebbene,
questi sono i segni della verginità di mia figlia, e spiegheranno il pan-
no davanti agli anziani della città. 18 Allora gli anziani di quella città
prenderanno il marito e lo castigheranno 19 e gli imporranno un'am-
menda di cento sicli d'argento, che daranno al padre della giovane, per
il fatto che ha diffuso una cattiva fama contro una vergine d'Israele.
Ella rimarrà sua moglie ed egli non potrà ripudiarla per tutto il tempo
della sua vita. 20 Ma se la cosa è vera, se la giovane non è stata trovata
in stato di verginità, 21 allora la faranno uscire all'ingresso della casa
del padre e la gente della sua città la lapiderà, così che muoia, perché
ha commesso un'infamia in Israele, disonorandosi in casa del padre.
Così toglierai il male di mezzo a te.»
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«Se un uomo avrà un figlio testardo e ribelle che non obbedisce alla
voce né di suo padre né di sua madre e, benché l’abbiano castigato,
non dà loro retta, suo padre e sua madre lo prenderanno e lo condur-
ranno dagli anziani della città, alla porta del luogo dove abita, e diran-
no agli anziani della città: «Questo nostro figlio è testardo e ribelle;
non vuole obbedire alla nostra voce, è uno sfrenato e un bevitore». Al-
lora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno ed egli morirà; così
estirperai da te il male e tutto Israele lo saprà e avrà timore.»
«E l’angelo dell’Eterno uscì e colpì, nel campo degli Assiri, cento ot-
tantacinquemila uomini; e quando la gente si levò la mattina, ecco
ch’eran tanti cadaveri. 37 Allora Sennacherib, re d’Assiria, levò il suo
campo, partì e tornò a Ninive, dove rimase.»
La Sacra Bibbia versione CEI
Isaia 37, 36
35
La Bibbia - Nuovo Testamento
36
[1] Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti
insieme nello stesso luogo (gli apostoli). «[2] Venne all'improvviso dal
cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta
la casa dove si trovavano. [3] Apparvero loro lingue come di fuoco che
si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; [4] ed essi furono tutti
pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo
Spirito dava loro il potere d'esprimersi.»
Paolo di Tarso
Lettera a Timoteo
«[5] Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della pu-
nizione, ma anche per ragioni di coscienza. [6] Per questo dunque do-
vete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito
sono funzionari di Dio. [7] Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a
chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a
chi il rispetto il rispetto.»
Paolo di Tarso
Lettera ai Romani 13
Paolo di Tarso
Lettera agli Efesini
37
«Tutti coloro che stanno sotto il giogo come schiavi, stimino i loro pa-
droni degni di ogni onore, affinché il nome di Dio e la dottrina non sia
bestemmiata.»
Paolo di Tarso
Lettera a Timoteo
Paolo di Tarso
Lettera a Corinto
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Il Mondo Antico
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«I mortali si immaginano che gli dei sian nati e che abbian vesti, voce
e figura come loro; ma se i buoi e i cavalli e i leoni avessero le mani, o
potessero disegnare con le mani, e far opere come quelle degli uomini,
simili ai cavalli il cavallo raffigurerebbe gli dei, e simili ai buoi il bo-
ve, e farebbero loro dei corpi come quelli che ha ciascuno di loro. Gli
Etiopi fanno i loro dei camusi e neri, i Traci dicono che hanno occhi
azzurri e capelli rossi.»
Senofone di Colofone
ca. 570 - 475 a.e.v.
Frammenti
Anassagora di Clazomene
496 - 428 a.e.v.
Sulla natura
Protagora
Abdera, 486 – mar Ionio, 411 a.e.v.
Antilogie
Salmossi
Erodoto
Alicarnasso, 484. – Thurii, a.e.v.
Le Storie, libro IV
Erodoto
Alicarnasso, 484 a.C. – Thurii, 425 a.C.
Le Storie, libro IV
«Tutto ciò che esiste nell’universo è frutto del caso e della necessità.»
41
Democrito
Abdera, 460 – 370 a.e.v. circa
Frammenti
«Ci fu un tempo in cui la vita degli uomini non era governata da alcu-
na legge, e giaceva selvaggia e schiava della malvagità dell'animo,
mentre nessun premio esisteva per i probi, né alcuna pena per gli empi.
Mi sembra tuttavia che gli uomini abbiano inventato leggi adatte a
creare degli obblighi, perché la giustizia esercitasse un ruolo da padro-
na ed avesse come sua schiava l'ingiustizia: si colpiva con una pena chi
commetteva qualcosa di sbagliato, mentre le leggi impedivano che i
delitti venissero perpetrati con la forza pubblicamente. Tuttavia, gli
uomini li commettevano di nascosto, allora un saggio dotato di straor-
dinaria intelligenza – a mio avviso – finse per i mortali che esistessero
gli dei, perché negli empi si infondesse la paura, se solo avessero fatto,
detto o finanche pensato qualcosa di nascosto. Così, il dio venne rite-
nuto un demone infiammato di vita immortale, intelligente, dotato di
vista, dotato di pensiero, interessato in queste vicende e pervaso di una
natura divina, che potesse ascoltare ogni parola pronunciata dai mortali
ed osservarne ogni azione. In questo modo – penso – un uomo per
primo convinse i mortali a credere all'esistenza del genere dei demo-
ni.»
Crizia di Atene
Atene, 460 a.e.v. – Munichia, 404/403 a.e.v.
Sisifo
Platone
Atene, 428/427 – Atene, 348/347 a.e.v.
La Repubblica, Il mito di Er
«La divinità o vuol togliere i mali e non può, oppure può e non vuole o
anche non vuole né può o infine vuole e può. Se vuole e non può, è
impotente; se può e non vuole, è invidiosa; se non vuole e non può, è
invidiosa e impotente; se vuole e può, donde viene l’esistenza dei mali
e perché non li toglie?»
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Epicuro
Samo, 342 – Atene 270 a.e.v.
Frammenti
«E' da sciocco chiedere agli dei quello che uno è in condizione di pro-
curarsi da se stesso.»
Epicuro
Samo, 342 – Atene 270 a.e.v.
Sentenze e frammenti
«Roma era una città di recente fondazione, nata e cresciuta grazie alla
forza delle armi: Numa, divenutone re nel modo che si è detto, si pre-
para a dotarla di un sistema giuridico e di un codice morale (fonda-
menti di cui fino a quel momento era stata priva). Ma rendendosi conto
che chi passa la vita tra una guerra e l'altra non riesce ad abituarsi fa-
cilmente a queste cose perché l'atmosfera militare inselvatichisce i ca-
ratteri, pensò che fosse opportuno mitigare la ferocia del suo popolo
disabituandolo all'uso delle armi. Per questo motivo fece costruire ai
piedi dell'Argileto un tempio in onore di Giano elevandolo a simbolo
della pace e della guerra: da aperto avrebbe indicato che la città era in
stato di guerra, da chiuso che la pace regnava presso tutti i popoli dei
dintorni. Dal regno di Numa in poi fu chiuso soltanto due volte: la
prima al termine della prima guerra punica, durante il consolato di Tito
Manlio, la seconda (e gli dèi hanno concesso alla nostra generazione di
esserne testimoni oculari) dopo la battaglia di Azio, quando cioè l'im-
peratore Cesare Augusto ristabilì la pace per mare e per terra. Numa lo
chiuse dopo essersi assicurato con trattati di alleanza la buona disposi-
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zione di tutte le popolazioni limitrofe ed eliminando le preoccupazioni
di pericoli provenienti dall'esterno. Così facendo, però, si correva il
rischio che animi resi vigili dalla disciplina militare e dalla continua
paura del nemico si rammollissero in un ozio pericoloso. Per evitarlo,
egli pensò che la prima cosa da fare fosse instillare in essi il timore
reverenziale per gli dèi, espediente efficacissimo nei confronti di una
massa ignorante e ancora rozza in quei primi anni. Dato che non pote-
va penetrare nelle loro menti senza far ricorso a qualche racconto pro-
digioso, si inventò di avere degli incontri notturni con la dea Egeria e
riferì che quest'ultima lo aveva esortato a istituire dei rituali sacri par-
ticolarmente graditi agli dèi, nonché a preporre a ciascuno di essi certi
officianti specifici. Prima di tutto, basandosi sul corso della luna, divi-
de l'anno in dodici mesi. Ma dato che i singoli mesi lunari non si com-
pongono di trenta giorni e che ce ne sono «undici» di differenza rispet-
to a un intero anno calcolato in base alla rivoluzione del sole, egli ag-
giunse dei mesi intercalari in maniera tale che il ventesimo anno si tro-
vassero rispetto al sole nella stessa posizione dalla quale erano partiti e
che così la durata di tutti gli anni tornasse perfettamente. Stabilì anche
i giorni fasti e quelli nefasti, poiché sarebbe stato utile, di quando in
quando, sospendere ogni attività pubblica.»
Tito Livio
Patavium 59 a.C. – Patavium,17
Storia di Roma
«Ma io, quando ascolto queste storie ed altre del genere, resto in dub-
bio nel giudicare se gli eventi umani siano governati dal destino e da
una immutabile necessità, oppure si susseguano in balìa del caso.»
Ammiano Marcellino
Antiochia di Siria, 330 - 332 circa – Roma, 397 - 400 e.v.
Rerum gestarum
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«Bisognerà risalire un po' addietro e dire donde e come ci sia venuta
l'idea di Dio: poi, paragonare ciò che dell'Essere divino si dice sia
presso i Greci, sia presso gli Ebrei; infine chiedere a quelli che non
sono né Greci né Ebrei, ma appartengono all'eresia Galilea, per quale
ragione preferirono l'opinione di quegli ultimi alla nostra e, in seguito,
perché mai neanche a questa rimangono fermi, ma, apostatando, han
presa una via lor propria. Nulla accettando di quante cose belle e buo-
ne sono sia presso noi Greci, sia presso gli Ebrei seguaci di Mosè, rac-
colsero invece da entrambi i vizi che a questi popoli furono, per così
dire, legati dalla maledizione di un dèmone; la negazione degli Dei
dall'intolleranza ebrea, la vita leggera e corrotta dall'indolenza e dalla
volgarità nostra: e ciò osarono chiamare la religione perfetta.»
«Ma che fin dal principio Dio siasi esclusivamente curato degli Ebrei e
che questo sia stato il suo popolo prediletto, par dirlo, non solo Mosè o
Gesù, ma anche Paolo; [...] Sennonché qui sarebbe il caso di domanda-
re a Paolo come mai, se Dio non è solo dei Giudei ma di tutte le genti,
ai soli Giudei largì il dono profetico, e Mosè, e il crisma, e i profeti, e
la legge, e le stravaganze e i miracoli della favola. Tu li odi che grida-
no: «L'uomo mangiò del pan degli angeli». E alla fine mandò a loro
anche Gesù. A noi nessun profeta, nessun crisma, nessun maestro, nes-
sun messo di questa sua tardiva benevolenza, che doveva un giorno
estendersi anche a noi! Egli lascia per miriadi, o, se volete, anche solo
per migliaia di anni, in una tale ignoranza, schiavi, come voi dite, degli
idoli, tutti i popoli dall'Oriente all'Occidente, dal Settentrione al Mez-
zogiorno, ad eccezione di una piccola schiatta stabilitasi da neanche
duemila anni in un solo angolo della Palestina. Se è Dio di noi tutti, e
di tutti egualmente creatore, perché ci ha trascurati? - Convien dunque
ritenere che il Dio degli Ebrei non sia affatto il generatore di tutto il
mondo, né abbia affatto il dominio dell'Universo, ma sia circoscritto,
47
come dicevo, e, avendo un potere limitato, vada messo insieme con gli
altri Dei.»
«In conclusione: voi che stimate vera una favola così evidentemente
falsa, e pretendete che Dio abbia avuto paura della unità di voce degli
uomini e per questo sia disceso a confonderne le lingue, oserete ancora
menare vanto della vostra conoscenza di Dio?
Ritorno al punto di prima: come fece Dio la confusione delle lingue.
La causa fu, secondo Mosè, ch'Egli temeva gli uomini operassero
qualcosa contro di Lui dopo avere scalato il cielo, uni di lingua e d'a-
nimo; e il modo come fece fu questo: che discese dal cielo (forse per-
ché dall'alto non avrebbe potuto fare il medesimo, ed era obbligato a
scendere sulla terra!).»
48
Flavio Claudio Giuliano
Costantinopoli, 331[6] – Maranga, 363
Idem
49
Pontefici
Papa Stefano IV
Gli Autori
Papa Clemente V
Jacob Burckhardt
La civiltà del Rinascimento
Papa Paolo IV
Papa Leone X
Leone X
papa dal 1513 al 1521
Bolla “Exsurge Domine”,1520
Papa Leone X
51
«Così costosa era, la vita che conduceva tenendosi accanto buffoni
famelici come fra Mariano Fetti, «capace d' ingoiare in un sol boccone
un piccione in umido, divorare venti capponi e trangugiare quattrocen-
to uova», che quando salì al Creatore, un libello citato da Paul Lari-
vaille rinfacciò a Leone di aver «dilapidato tre pontificati»: quello del
predecessore Giulio II (che aveva lasciato nelle casse 700 mila ducati),
il proprio (nonostante le immense rendite di circa 400 mila ducati l'
anno) e quello del successore, Adriano VI, che si sarebbe ritrovato as-
sediato dai creditori ereditando un buco di 420 mila ducati. Il tutto no-
nostante il vorace Babbo Santo avesse incrementato le entrate discipli-
nando il mercato delle indulgenze con l'oscena e celeberrima “Taxa
Camerae”».
Papa Leone X
«Bollato da Leopold von Ranke come «il più sventurato di tutti i papi
mai saliti sul trono romano». Nel 1520 Promulga la bolla «Exsurge
Domine» contro le dottrine di Martin Lutero, il quale sprezzamente ne
brucia una copia; alla bolla segue la scomunica del riformatore religio-
so tedesco. Muore a Roma, all' età di quarantasei anni. A causa della
sua sconcertante condotta, molti suoi contemporanei pensano che sia
stato assassinato con il veleno.»
Papa Pio V
52
«Non mai pietà; sterminate chi si sottomette, e sterminate chi resiste;
perseguitate a oltranza, uccidete, ardete, tutto vada a fuoco e a san-
gue.»
Papa Pio IX
«Vi unisco poi la presente per pregarla a fare tutto quello che può affi-
ne di allontanare un altro flagello, e cioè una legge progettata, per
quanto si dice, relativa alla istruzione obbligatoria. Questa legge parmi
ordinata ad abbattere totalmente le scuole cattoliche e soprattutto i
Seminari. Oh quanto è fiera la guerra che si fa alla Religione di Gesù
Cristo! Spero dunque che la V. M. farà sì che in questa parte almeno,
la Chiesa sia risparmiata. Faccia quello che può, Maestà, e vedrà che
Iddio avrà pietà di Lei. Vi abbraccio nel Signore. »
Papa Pio IX
Papa Pio IX
Bolla Ineffabilis Deus
53
Papa Pio IX
Pio IX il 24 agosto del 1871 davanti ad un gruppo della Pia Unione delle donne
cattoliche di Roma, così parlava degli ebrei:
«Or gli Ebrei, che erano figli nella casa di Dio, per la loro durezza e
incredulità, divennero cani.
E di questi cani ce n’ha pur toppi oggidì in Roma, e li sentiamo latrare
per tutte le vie, e ci vanno molestando per tutti i luoghi. Speriamo che
tornino ad essere figli.»
Papa Pio IX
Papa Pio IX
Papa Pio IX
Tratto dalla costituzione "De Fides Catholica" emanata nel 1869 dal Concilio Vati-
cano I voluto da Pio IX
Papa Pio IX
Pio IX
Dalla enciclica "Quanta Cura" 1864
55
Papa Pio X
Papa Pio X
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Padri e dottori della Chiesa
«Ma l’infelice ragazzo che ero, infelice già sulla soglia della giovinez-
za, te l’aveva pur chiesta la castità. Sì: “Dammi la castità e la conti-
nenza, ma non subito”, dicevo. Avevo paura che tu mi esaudissi troppo
presto, e troppo presto mi guarissi dal male del desiderio, che preferivo
vedere soddisfatto piuttosto che estinto.»
«Per quanto riguarda gli eretici, essi si sono resi colpevoli di un pecca-
to che giustifica che non solo siano espulsi dalla Chiesa con l'interdet-
to, ma anche che vengano allontanati da questo mondo con la pena di
morte».
58
Dogmi della Chiesa cattolica
Intanto:
Gli autori
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Sulla verginità di Maria
Klaus Schreiner
Vergine, madre, regina: i volti di Maria nell'universo cristiano
Gli autori
61
Trattato dei tre impostori
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«Sebbene tutti gli uomini siano interessati a conoscere la verità, sono
pochi quelli che si avvalgono di questa facoltà. Alcuni non sono capaci
di svolgere ricerche per proprio conto, altri non se ne vogliono accolla-
re l'onere. Non ci si deve, perciò, stupire se il mondo è pieno di teorie
vane o ridicole: niente è più capace di dar loro corso quanto l'ignoran-
za; questa è l'unica forza delle false idee che si hanno sulla Divinità,
sull'Anima, sugli Spiriti e su quasi tutti gli altri concetti concernenti la
Religione. Prevale l'abitudinarietà, ci si contenta dei pregiudizi incul-
cati fin dalla nascita e ci si rimette, per le cose più essenziali, a persone
interessate, che ritengono legittimo sostenere arbitrariamente le teorie
ricevute, che non osano distruggere, per paura di distruggere se stessi.»
Anonimo
Trattato dei tre impostori
«Ciò che rende irrimediabile il male è che, dopo aver stabilito false
idee su Dio, non si trascura alcunché per indurre il popolo a crederle,
senza permettergli di esaminarle; anzi, si aizza l'avversione contro filo-
sofi e veri Saggi, per timore che la Ragione, da loro insegnata, faccia
conoscere al popolo gli errori in cui esso è stato piombato. I partigiani
di queste assurdità hanno ottenuto risultati talmente buoni che è peri-
coloso combatterli.
È troppo importante, per questi impostori, che il popolo rimanga igno-
rante, per fargli sopportare le delusioni. Così si è costretti a celare la
verità, o ad offrirsi in olocausto al furore dei falsi Saggi, o delle anime
basse e interessate.»
Anonimo
Trattato dei tre impostori
«Tertulliano, uno degli uomini più saggi mai esistiti fra i Cristiani ha
detto, contro Apelle, che ciò che non è corporeo non esiste, e contro
Prassia, che tutto ciò che è sostanza ha un corpo.9 Questa dottrina, tut-
tavia, non è stata condannata dai primi quattro Concili Ecumenici o
generali.»
63
Anonimo
Trattato dei tre impostori
Anonimo
Trattato dei tre impostori
Anonimo
Trattato dei tre impostori
64
Il pensiero filosofico
65
Michel de Montaigne
66
."L’uomo è davvero insensato: non saprebbe fare un pidocchio e fabbrica dei
a dozzine.
Michel de Montaigne
Saggi, 1588
«Per i cristiani trovarsi di fronte a una cosa incredibile è una bella oc-
casione per credere.»
Michel de Montaigne
Idem
Michel de Montaigne
I Cannibali, Saggi
«Dopotutto significa dare un bel peso alle proprie opinioni se per esse
si fa cuocere vivo un uomo.»
Michel de Montaigne
Saggi, 1588
«Gli uomini sono portati a credere soprattutto ciò che meno capisco-
no.»
Michel de Montaigne
Idem
67
Giordano Bruno
68
«Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente com-
prenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza,
a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo...
l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libe-
ro anche qui in questo mondo.»
Giordano Bruno
Spaccio della bestia trionfante
«Il dotto Agostino, molto inebriato di questo divino nettare, nelli suoi
Soliloquii testifica che la ignoranza più tosto che la scienza ne conduce
a Dio, e la scienza più tosto che l'ignoranza ne mette in perdizione. In
figura di ciò vuole ch'il redentor del mondo con le gambe e piedi de gli
asini fusse entrato in Gerusalemme, significando anagogicamente in
questa militante quello che si verifica nella trionfante cittade;»
Giordano Bruno
Cabala del cavallo pegaseo
«Io credo che nelle mie opere si troveranno scritte molte cose, quali
saranno contrarie alla fede catolica [...] ma però io non ho detto né
scritto queste cose ex professo, né per impugnar direttamente la fede
catolica, ma fondandomi solamente nelle raggioni filosofiche o reci-
tando le opinion de eretici.»
Giordano Bruno
Costituti
Giordano Bruno
Gli eroici furori
«Stolti del mondo son stati quelli ch’han formata la religione, gli ce-
remoni, la legge, la fede, la regola di vita; gli maggiori asini del mon-
do»
Giordano Bruno
Cabala del cavallo pegaseo
Forse non tutti sanno che a Roma in Campo de' Fiori si trova la statua
di Giordano Bruno, condannato al rogo dall'Inquisizione (1600) per le
sue idee considerate eretiche.
Il volto del filosofo è rivolto verso la Basilica di San Pietro in segno di
ammonimento.
Quando il monumento di bronzo di Ettore Ferrari fu inaugurato il 9
giugno 1889, l'allora papa, Leone XIII, minacciò di lasciare Roma e
passò la giornata a pregare davanti alla statua di San Pietro.
Gli autori
70
Thomas Hobbes
71
«Il Papato non è altro che lo spettro del defunto impero romano assiso
sulla sua tomba con la corona in capo.»
Thomas Hobbes
Leviatano
Thomas Hobbes
Leviatano
«È accaduto così che, per la grandissima varietà della fantasia, gli uo-
mini hanno creato nel mondo innumerevoli specie di dei e questo ti-
more delle cose invisibili è il seme naturale di ciò che ciascuno chiama
religione...»
Thomas Hobbes
Leviatano
Thomas Hobbes
Leviatano
73
Baruch Spinoza
74
«Chi non vede che il vecchio e nuovo Testamento non sono altro che
una disciplina dell'obbedienza e che a null'altro tendono se a che gli
uomini sinceramente obbediscano?»
Baruch Spinoza
Trattato teologico-politico
«Il vecchio e il nuovo Testamento non sono altro che una disciplina
dell'obbedienza, e a null'altro tendono se non a che gli uomini since-
ramente obbediscano.»
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
«Van tutti dicendo che la sacra Scrittura è il verbo di Dio che insegna
agli uomini la vera felicità e la via della salvezza; in pratica dimostra-
no tutto il contrario. Vediamo infatti che il volgo fa tutt’altro che vive-
re secondo l’insegnamento della sacra Scrittura e osserviamo che quasi
tutti spacciano per verbo divino le proprie invenzioni e col pretesto
della religione mirano solo ad ottenere l’altrui consenso. Vediamo poi
che i teologi si preoccuparono per lo più di come potere ricavare dai
testi sacri, con evidente forzatura, ciò che in realtà era loro propria
immaginazione e loro opinione, cercandone in tal modo conferma
nell’autorità divina.»
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
«...ci si immagina che nei testi sacri stiano celati profondissimi misteri;
ci si affatica a sondarli, cioè a sondare delle assurdità, tralasciando
ogni altra utile ricerca; si attribuisce allo Spirito Santo tutto ciò che ci
si immagina in tale delirio e si tenta di sostenerlo con ogni energia e
con la forza della passione.»
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Idem
Baruch Spinoza
Etica
77
Pierre Bayle
78
«Come è ammissibile che Dio abbia scelto, fra tutti gli altri sistemi,
quello le cui conseguenze devono inevitabilmente determinare il dolo-
re delle creature sensibili?»
Pierre Bayle
Dizionario storico-critico
Pierre Bayle
Idem
«Se voi dite, per esempio, che Dio ha permesso il male per manifestare
la propria saggezza, saggezza che nei disordini ogni giorno prodotti
dalla malizia degli uomini ha modo di risplendere più di quanto non
risplenderebbe in uno stato di innocenza, vi si risponderà che così fa-
cendo, si paragona la divinità ad un padre di famiglia che lascerebbe
rompere le gambe ai propri figli per far poi vedere la sua abilità nel
ricongiungere le ossa rotte; oppure si paragona la divinità a un monar-
ca che lascerebbe accrescere le sedizioni e i disordini in tutto il suo
regno, per acquistare la gloria di essere riuscito poi a sedarli. La con-
dotta di questo padre e di questo monarca è talmente contraria alle idee
chiare e distinte secondo le quali giudichiamo della bontà, della sag-
gezza e, in generale, di tutti i doveri di un padre e di un re, che la no-
stra ragione non può comprendere come Dio potrebbe agire in tal mo-
do.»
Pierre Bayle
Idem
79
Hermann Samuel Reimarus
80
«Le possibilità della fede sono incrementate, di fatto, ostacolando
l’uso della ragione. I bambini e la plebe possono dar credito a qualun-
que catechismo sia loro propinato, essendo la volontà in tal senso ol-
tretutto stimolata con la promessa di una ricompensa. Che cosa è più
accattivante della eventualità di acquisire la felicità eterna semplice-
mente con la fede nell’altrui sacrificio? Fossero al contrario richiesti
conoscenza razionale e convincimento fondato nella verità divina, per-
sonale perfezione e affinamento della volontà, prima di potersi definire
cristiani o di avanzare pretese su future ricompense, non sarebbe allora
così facile impiantare la fede cristiana.»
«Ditemi, ora, come la fede possa essere atto di cui gli uomini dispon-
gano a piacimento, così da credere quando desiderato e quanto deside-
rato; come la fede possa essere in sé e per sé un’abilità, un’arte, una
perfezione, un’opera buona e una virtù dell’uomo che meriti la supre-
ma ricompensa; come una fede senza approfondimento razionale, con-
81
servata ciecamente come un pregiudizio infantile, possa poi essere in
grado di discernere la vera conoscenza e il vero culto di Dio da falsità
e stravolgimenti; come una tale fede, legata solo alla casualità della
nascita e dell’educazione e non alla razionale scelta dell’uomo, possa
piacere o dispiacere a Dio, tanto da fargli accordare, secondo tale ca-
sualità, salvezza e dannazione.»
«Non cristiano suona alle orecchie della plebe come malvagio, vizioso,
malvivente, dato che un tempo gli è stato insegnato che una pia con-
dotta può scaturire solo dalla fede, in altre parole dal cristianesimo, e
che tutti coloro che non sono cristiani devono necessariamente essere
dediti a ogni sorta di peccato. Proprio come se la sana ragione e la leg-
ge di natura non fossero la scaturigine adeguata di tutti i doveri e di
tutte le virtù, da cui Cristo stesso e gli apostoli hanno tratto le loro pre-
82
scrizioni. Questa denominazione non cristiani colloca almeno tra le fila
di ebrei, musulmani e pagani, cui i cristiani sono soliti attribuire ogni
malizia. Di naturalisti, deisti, liberi pensatori, la massa ignorante non
sa pensare altro, nella propria malevole interpretazione, se non che essi
riducano Dio a natura, e in sfrenata sfrontatezza agiscano solo sen-
sualmente.»
83
Jean Meslier
84
«Voi conoscete, cari fratelli, il mio disinteresse, non sacrifico per nulla
la mia credenza ad un vile interesse e se ho abbracciato una professio-
ne così diametralmente opposta ai miei sentimenti, non è affatto per
cupidigia: ho obbedito ai miei genitori. Vi avrei illuminato prima se
avessi potuto farlo impunemente. Siete testimoni di quello che affer-
mo. Non ho per niente svilito il mio ministero esigendo le retribuzioni
che vi sono connesse. Prendo a testimone il cielo che ho anche som-
mamente disprezzato quelli che deridevano la semplicità della gente
accecata, che forniva in maniera pia somme considerevoli per compra-
re preghiere. Quant’è orribile questo monopolio! Non biasimo il di-
sprezzo che provano per i misteri e le superstizioni loro quelli che in-
grassano col vostro sudore ed i vostri affanni, ma ne detesto
l’insaziabile cupidigia e l'indegno piacere che prendono i loro pari a
farsi beffe dell'ignoranza di quelli che hanno cura di mantenere in stato
di cecità.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
«Avendo mostrato una parte delle puerilità attribuite a Dio dai cristola-
tri, continuiamo a dire qualche parola dei loro misteri. Adorano un Dio
in tre persone, o tre persone in un solo Dio, e si attribuiscono la poten-
za di fare dei di pasta e di farina, ed anche di farne quanti ne vogliono,
poiché secondo i loro principi, non hanno che da dire soltanto quattro
85
parole su d'una data quantità di bicchieri di vino, o delle piccole im-
magini di pasta, e ne faranno altrettanta di dei, ce ne fossero pure mi-
lioni. Che follia! Con tutta la presunta potenza del loro Cristo, non sa-
prebbero fare la più piccola mosca e credono di poter fare dei a mi-
gliaia. Bisogna essere affetti da uno strano offuscamento per sostenere
cose così deplorevoli, e il tutto su un così inconsistente fondamento
come quello delle parole equivoche d'un fanatico.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
«Passo alla prova della seconda proposizione, che consiste nel fatto
che la religione cristiana adotta come regola della propria dottrina e
della propria morale quello che chiamano fede, vale a dire una creden-
za cieca, e tuttavia salda e sicura, nella legge, o nella rivelazione divi-
na, e nella divinità. E’ assolutamente necessario che essa presupponga
questo, giacché è proprio la credenza nella divinità e nella rivelazione
divina a conferirle il credito e l’autorità che ha nel mondo, senza di che
non ci si curerebbe troppo di ciò che prescrive. Non c’è quindi nessuna
87
religione che non raccomandi espressamente ai propri seguaci d’essere
saldi nella fede. Da qui proviene che i cristolatri [christicoles] hanno
come massima che la fede è l’inizio e il fondamento della salvezza, e
che essa è la radice della giustizia e della santificazione, com’è speci-
ficato nel concilio di Trento (6, VIII).»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
«Se Dio attraverso una voce dal cielo fece sapere che Gesù Cristo era
suo figlio, come citano gli evangelisti, Vulcano fece vedere, attraverso
l’apparizione di una fiamma miracolosa, che Ceculo era veramente suo
figlio.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
88
«Se parecchi santi hanno miracolosamente ammansito la crudeltà e la
ferocia delle bestie più crudeli, si dice che Orfeo attirasse a sé, con la
dolcezza del suo canto e l’armonia dei suoi strumenti, i leoni, gli orsi,
e le tigri, e che placasse la ferocia della loro natura; che attirasse a sé le
rocce, gli alberi, e che anche i fiumi arrestassero il loro corso per sen-
tirlo cantare.»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
«Non vedono, questi dottori accecati, che è come aprire una grande
porta per ogni sorta d'idolatria voler far adorare in questo modo imma-
gini di pasta, col pretesto che i preti avrebbero il potere di consacrarli e
di farli cambiare in dei? I preti degli idoli non avrebbero potuto e non
potrebbero adesso vantarsi d'avere una simile potenza?»
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
90
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
Jean Meslier
Testamento di Jean Meslier
91
Voltaire
92
«La religione cattolica, apostolica e romana fu proscritta in Cina in
tempi recenti, ma in modo meno crudele. I RR.PP. gesuiti, a dire il ve-
ro, non avevano risuscitato morti alla corte di Pechino; si erano accon-
tentati d’insegnare l’astronomia, di fondere cannoni e di essere manda-
rini. Le loro sventurate dispute con i domenicani e con altri scandaliz-
zarono a tal punto il grande imperatore Yong-ching che quel principe,
che era la giustizia e la bontà fatte persona, fu tanto cieco da proibire
che si insegnasse la nostra santa religione, sulla quale i nostri missio-
nari non si mettevano d’accordo. Li cacciò con paterna bontà, fornen-
do loro mezzi di sussistenza e di trasporto fino ai confini del suo impe-
ro.»
Voltaire
Dizionario filosofico
«Al mondo c’è stata una sola religione che non si sia macchiata di fa-
natismo, ed è quella dei letterati della Cina. Le sette dei filosofi non
solo erano esenti da questa peste, ma ne erano il rimedio; giacché
l’effetto della filosofia è di rendere l’anima tranquilla, e il fanatismo è
incompatibile con la tranquillità.»
Voltaire
Dizionario filosofico
«L’indiano, a dire il vero, non ha una fede troppo viva; non è intima-
mente persuaso di queste metamorfosi; ma alla fine dirà al suo bonzo:
“Io ho fede; voi volete che Visnù sia passato attraverso cinquecento
incarnazioni, e ciò vi frutta cinquecento rupie di rendita; qui sta il pun-
to; andrete a gridare contro di me, mi denuncerete, rovinerete il mio
commercio se non ho fede. Ebbene, ho fede, e per di più eccovi dieci
rupie”.»
Voltaire
Dizionario filosofico
93
«Che cos’è la fede? È forse credere ciò che pare evidente? No: mi è
evidente che c’è un Essere necessario, eterno, supremo, intelligente;
questa non è fede, è ragione. Non ho alcun merito nel pensare che que-
sto Essere eterno, infinito, che è la virtù e la bontà stessa, desideri che
io sia buono e virtuoso. La fede sta nel credere, non ciò che sembra
vero, ma ciò che sembra falso al nostro intelletto. Gli Asiatici possono
credere solo per fede al viaggio di Maometto nei sette pianeti, alle in-
carnazioni del dio Fo, di Visnù, di Xaca, di Brahma, di Sammonoco-
dom, ecc., ecc., ecc. Essi sottomettono il loro intelletto, hanno timore
di indagare, non vogliono essere né impalati, né bruciati; dicono: “Io
credo”. C’è una fede in cose sorprendenti, e una fede in cose contrad-
dittorie e impossibili.»
Voltaire
Dizionario filosofico
94
«Il bue Api era adorato a Menfi come dio, come simbolo o come bue?
C'è da credere che i fanatici vedessero in lui un dio, i saggi un sempli-
ce simbolo e che il popolo ignorante adorasse il bue. Fece bene Cam-
bise, quando, conquistato l'Egitto, l'uccise di sua mano? E perché no?
Fece così vedere agli imbecilli che si poteva mettere il loro dio allo
spiedo, senza che la natura si scatenasse a vendicare tale sacrilegio.»
Voltaire
Dizionario filosofico
Voltaire
Lettere filosofiche
Voltaire
Lettere filosofiche
«Nelle leggi degli ebrei, ossia nel Levitico e nel Deuteronomio, non c'è
il minimo accenno all'esistenza degli angeli, né tanto meno al loro cul-
to; così i sadducei non credevano agli angeli.
95
Ma nelle storie degli ebrei se ne parla molto. Quegli angeli erano cor-
porei; avevano ali sulla schiena, come i gentili avevano immaginato
che Mercurio le avesse ai piedi; qualche volta nascondevano le ali sot-
to le vesti. E come non avrebbero avuto un corpo, dato che mangiava-
no e bevevano e gli abitanti di Sodoma tentarono di commettere il pec-
cato di pederastia con gli angeli che andarono da Loth?»
Voltaire
Dizionario filosofico
«Gli studiosi sono altrettanto sorpresi nel vedere che nessuno storico
romano ha parlato di questi prodigi (di Cristo), capitati sotto l'impero
di Tiberio, sotto gli occhi di un governatore romano capo di una grossa
guarnigione, il quale doveva pur mandare all'imperatore e al senato
una relazione circostanziata del più miracoloso evento di cui gli uomi-
ni abbiano mai sentito parlare.»
Voltaire
Dizionario filosofico
Voltaire
Dizionario filosofico
«Vi sono tre religioni stabilite di diritto umano nell’impero: vorrei che
ve ne fossero cinquanta nei vostri Stati, essi sarebbero più ricchi e voi
96
sareste più potente. Rendete ogni superstizione ridicola e odiosa, non
avrete mai nulla da temere dalla religione. Essa non è stata terribile e
sanguinaria, essa non ha rovesciato dai troni se non quando le favole
sono state accreditate e gli errori reputati santi. È l’insolente assurdità
delle due spade, è la pretesa donazione di Costantino; è la ridicola opi-
nione che un contadino ebreo di Galilea abbia goduto per venticinque
anni a Roma degli onori del sovrano pontificato; è la compilazione
delle pretese decretali fatte da un falsario; è una sequela non interrotta
per molti secoli di leggende menzognere, di miracoli impertinenti, di
libri apocrifi, di profezie attribuite a sibille; è infine questo cumulo
odioso di imposture che rese i popoli furiosi e fece tremare i re. Ecco
le armi di cui ci si serví per deporre il grande imperatore Enrico IV,
per farlo prosternare ai piedi di Gregorio VII, per farlo morire in po-
vertà e per privarlo della sepoltura; è da questa fonte che usciranno
tutti gli infortuni dei due Federici; ecco ciò che ha fatto dibattere
l’Europa nel sangue per secoli. Quale religione è quella che da Costan-
tino non si è sostenuta che con i torbidi civili e col carnefice! Questi
tempi non sono più; ma guardiamoci che non ritornino. Quest’albero
di morte, tanto sfrondato nei suoi rami, non è ancora tagliato alle radi-
ci, e finché la setta romana avrà delle fortune da distribuire, delle mi-
trie, dei principati, delle tiare da assegnare, tutto è da temere per la li-
bertà e per la quiete del genere umano. La politica ha stabilito una bi-
lancia tra le potenze d’Europa: non è meno necessario che ne formi
una tra gli errori, affinché bilanciandosi a vicenda, lascino il mondo in
pace.»
Voltaire
Scritti politici
Voltaire
Idem
98
Denis Diderot
99
«Scrivo su Dio: conto su pochi lettori e ambisco a poche approvazioni.
Se questi pensieri non piaceranno a nessuno non potranno che essere
cattivi, ma se dovessero piacere a tutti li considererei detestabili.»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
«Il Dio dei cristiani è un dio che fa molto caso dei suoi pomi e poco
dei suoi figli.»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
«Che cos’è questo Dio che fa morire Dio per placare Dio?»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
«Se la ragione ci è stata offerta dal Cielo e lo stesso si può dire della
fede, allora il Cielo ci ha presentato due doni incompatibili e contrad-
dittori.»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
«Il pensiero della non esistenza di Dio non ha mai spaventato nessuno,
ma è terrorizzante invece pensare che ne esista uno come quello che
mi hanno descritto.»
Denis Diderot
Pensieri filosofici
100
«Ma potresti insegnarmi che significa la parola religione che hai
pronunciato tante volte e con tanto dolore?.
Dopo aver riflettuto un istante, il cappellano rispose: “Chi ha fatto la
tua capanna e gli utensili che l'arredano?”.
ORÙ Io.
CAPPELLANO Ebbene, noi crediamo che questo mondo e ciò che
esso racchiude sia opera di un artefice.
ORÙ Costui quindi ha dei piedi, delle mani, una testa?
CAPPELLANO No.
ORÙ Dove risiede?
CAPPELLANO In ogni luogo.
ORÙ Anche qui?
CAPPELLANO Anche qui.
ORÙ Noi non l'abbiamo mai visto.
CAPPELLANO Difatti non si vede.
ORÙ Ecco un padre ben indifferente! Deve essere vecchio, infatti ha
almeno l'età della sua opera.
CAPPELLANO Egli non invecchia punto. Ha parlato ai nostri
antenati, ha dato loro delle leggi, ha prescritto il modo in cui voleva
essere onorato, ha comandato delle azioni in quanto buone, ne ha
proibite altre in quanto cattive.
ORÙ Capisco. E una delle azioni che ha vietato loro in quanto cattive
è quella di andare a letto con una donna o una ragazza? Perché allora
ha creato due sessi?
CAPPELLANO Perché si uniscano, ma a certe condizioni necessarie,
dopo certe cerimonie preliminari in conseguenza delle quali un uomo
appartiene a una donna e soltanto a lei, una donna appartiene a un
uomo e soltanto a lui.
ORÙ Per tutta la vita?
CAPPELLANO Per tutta la vita.
ORÙ Di modo che, se accadesse a una moglie di andare a letto con un
uomo che non è suo marito, o a un marito con una donna che non è sua
moglie... Ma questo non accade, infatti giacché egli è lì, e ciò gli
spiace, sa impedirglielo. CAPPELLANO No, li lascia fare, e così essi
peccano contro la legge di Dio poiché così chiamiamo il grande
artefice, contro la legge del paese, e commettono un delitto.
ORÙ Non vorrei offenderti con i miei discorsi, ma se permetti ti dirò
la mia opinione.
101
CAPPELLANO Parla.
ORÙ Trovo questi singolari precetti opposti alla natura, contrari alla
ragione, fatti apposta per moltiplicare i delitti ed irritare di continuo il
vecchio artefice che ha fatto tutto senza testa, senza mani e senza
arnesi; che è dovunque e non si vede in nessun posto; che sussiste oggi
e domani e non ha mai un giorno di più; che ordina e non è obbedito;
che può impedire e non impedisce. Contrari alla natura in quanto
presuppongono che un essere pensante, senziente e libero possa essere
proprietà di un essere a lui simile. Su cosa sarebbe fondato tale diritto?
Non ti accorgi che al tuo paese si è confusa la cosa che non ha
sensibilità, né pensiero, né desiderio, né volontà, che si lascia, si
prende, si tiene e si cambia senza che soffra e che si lamenti, con la
cosa che non si cambia, non si acquista, che ha libertà, volontà,
desiderio, che può darsi o rifiutarsi per un momento, darsi o rifiutarsi
per sempre, che si lamenta e che soffre, e che non può divenire oggetto
di commercio senza che con questo si dimentichi il suo carattere e si
usi violenza alla sua natura? Contrari alla legge generale degli esseri.
In effetti nulla ti parrebbe più insensato di un precetto che proscriva il
cambiamento che è in noi, che comandi una costanza che non può
esistere e che vìoli la natura e la libertà del maschio e della femmina
vincolandoli per sempre l'uno all'altra; di una fedeltà che limiti ad un
unico individuo il più capriccioso dei godimenti; di un giuramento di
immutabilità pronunciato fra due esseri in carne ed ossa, al cospetto di
un cielo che non è mai un attimo lo stesso, sotto antri che minacciano
di rovinare, alla base di una rupe che si riduce in polvere, ai piedi di un
albero che si scortica, su una pietra che vacilla? Credimi, avete reso la
condizione umana peggiore di quella animale. Non so che cosa sia il
tuo grande artefice, ma sono lieto che non abbia parlato ai nostri padri
e mi auguro che non parli ai nostri figli, infatti potrebbe per caso dir
loro le stesse stoltezze, ed essi potrebbero forse commettere quella di
credergli. [...]»
Denis Diderot
Supplemento al viaggio di Bougainville
102
Helvetius
103
«...chi può tuttavia dubitare che i primi romani non siano stati più vir-
tuosi di noi? Chi può negare che la gendarmeria abbia disarmato più
briganti della religione? Che l’italiano, più devoto del francese, non
abbia col rosario in mano, fatto più uso del pugnale e del veleno? E
che, nei tempi in cui la devozione è più ardente e la polizia più imper-
fetta, non si commettano infinitamente più crimini dei secoli in cui la
devozione s’intiepidisce e si perfeziona?»
Claude-Adrien Helvétius
Dello spirito
Claude-Adrien Helvétius
Idem
«Il potere dei preti dipende dalla superstizione e dalla credulità del po-
polo... Più ignorante è, più docilmente li seguirà.»
Claude-Adrien Helvétius
Idem
«Il senato dei castori era pronto ad abbracciare questo partito, quando
uno di loro, gettando lo sguardo all’azzurro del firmamento, grida ad
un tratto: “Prendiamo esempio dall’uomo. Egli crede che il palazzo dei
cieli sia costruito, abitato e retto da un essere più potente di lui. Questo
104
essere porta il nome di Michapour. Pubblichiamo questo dogma e che
il popolo dei castori vi si sottometta. Convinciamolo che, su ordine di
questo dio, un genio è stato messo di guardia su ogni pianeta, e che da
lì, osservando le nostre azioni, si occupa di dispensare i beni ai buoni
ed i mali ai cattivi. Una volta accettata questa credenza, il crimine fug-
girà̀ lontano da noi”.»
Claude-Adrien Helvétius
Idem
105
Paul Henri Thiry d'Holbach
106
«La natura, voi dite, è del tutto inesplicabile senza un Dio. In altri ter-
mini, per spiegare ciò che capite ben poco, avete bisogno di una causa
che non capite affatto. Pretendete di chiarire ciò che è oscuro raddop-
piando l'oscurità, credete di sciogliere un nodo moltiplicando i nodi.»
«Dio non è mai così in collera come quando si attenta ai diritti divini,
ai privilegi, alle proprietà, alle immunità dei suoi preti.»
107
«L'ateo filosofo - ci dirà il teista - può essere un uomo onesto, ma i
suoi scritti formeranno degli atei politici. Prìncipi e ministri, non sen-
tendosi più trattenuti dal timor di Dio, si abbandoneranno senza scru-
poli ai più orribili eccessi». Ma per quanto si possa supporre grande la
depravazione di un monarca ateo, potrà mai essere più forte e più dan-
nosa di quella di tanti conquistatori, tiranni, persecutori, ambiziosi,
cortigiani perversi, i quali, senza essere atei, essendo anzi, spesso,
molto religiosi e devoti, non cessano di far gemere l'umanità sotto il
peso dei loro delitti? Un prìncipe ateo può fare al mondo più male che
un Luigi XI, un Filippo II, un Richelieu, che hanno, tutti, associato la
religione al delitto? Nulla di più raro che prìncipi atei; ma nulla di più
comune che tiranni e ministri ferocissimi e religiosissimi.»
Paul Henri Thiry d'Holbach
Idem
«Dal momento che gli uomini avevano bisogno d'un Dio, perché non
attenersi al Sole, a questo Dio visibile adorato da tanti popoli? Quale
essere aveva più diritti agli omaggi dei mortali che l'astro del giorno,
che illumina, riscalda, vivifica tutti gli esseri, l'astro la cui presenza
rianima e ringiovanisce la natura, la cui assenza sembra immergerla
nella tristezza e nel languore? Se qualche essere era adatto a promette-
re al genere umano potere, attività, felicità, durata, era senza dubbio il
Sole: esso avrebbe potuto esser considerato dall'umanità come il padre
della natura, come l'anima del mondo, come la Divinità. Almeno, non
si sarebbe potuto negarne l'esistenza senza essere pazzi, né rifiutarsi di
riconoscere il suo influsso e i suoi benefìci.»
Paul Henri Thiry d'Holbach
Idem
«Se la religione fosse chiara, avrebbe molto meno attrattiva per gli
ignoranti. Essi hanno bisogno di oscurità, di misteri, di terrori, di favo-
le, di prodigi, di cose incredibili che li facciano sempre lavorare di fan-
tasia. I romanzi, le leggende tenebrose, i racconti di fantasmi e di stre-
goni esercitano sulle menti del volgo ben più fascino che le storie ve-
re.»
111
David Hume
112
«In genere gli errori della filosofia sono ridicoli, quelli della religione
sono pericolosi.»
David Hume
Trattato sulla natura umana
David Hume
Storia naturale della religione
David Hume
Idem
David Hume
Idem
David Hume
Idem
«Le nostre idee non oltrepassano la nostra esperienza; noi non abbia-
mo esperienza delle operazioni e degli attributi di Dio; non ho bisogno
di concludere il mio sillogismo e potete ricavare voi stesso la conclu-
sione. [...] Comincerò con l’osservare che c’è un’evidente assurdità nel
pretendere di dimostrare una cosa di fatto, o di provarla con qualche
argomento a priori. Niente è dimostrabile all’infuori di ciò il cui con-
trario implica contraddizione; niente di ciò che si può distintamente
concepire implica contraddizione; tutto ciò che concepiamo come esi-
stente, lo possiamo anche concepire come non esistente. Non c’è dun-
que un Essere la cui non esistenza implichi contraddizione. Per conse-
guenza non c’è un Essere la cui esistenza sia dimostrabile.»
David Hume
Dialoghi sulla religione naturale
David Hume
Dialoghi sulla religione naturale
114
«Qualcuno mi dirà forse con viso serio che un universo ordinato deve
pervenire da qualche pensiero e da qualche arte simili a quelli
dell’uomo perché noi ne abbiamo l’esperienza. Per verificare questo
ragionamento si richiederebbe che noi avessimo esperienza
dell’origine dei mondi e non è certo sufficiente che noi abbiamo visto
dei battelli e delle città provenire dall’arte e dall’industria degli uomi-
ni.»
David Hume
Dialoghi sulla religione naturale
David Hume
Saggi filosofici
«Poiché questo sistema [il teismo] suppone un solo Dio – perfetto per
razionalità e bontà – deve, se rettamente inteso, bandire ogni cosa fri-
vola, irragionevole o inumana dalle credenze religiose, ed offrire agli
uomini, come esempio, i più seducenti modelli di giustizia e benevo-
lenza. Tuttavia questi enormi vantaggi non sono sopraffatti (ciò sareb-
be impossibile), ma sminuiti alquanto dagli ostacoli dovuti ai vizi ed ai
pregiudizi degli uomini. Quando venga riconosciuto un solo oggetto di
devozione, il culto di altre divinità è considerato assurdo ed empio.
Inoltre questa unità di oggetto esige naturalmente unità di fede e di ce-
rimonie ed offre ai malvagi la possibilità di additare i loro avversari
come empi e meritevoli della vendetta non solo divina, ma anche uma-
na. E poiché ogni setta è convinta che la sua fede e il suo culto sono
propri quelli graditi alla divinità, e non sa rendersi conto di come lo
stesso essere possa compiacersi di riti e principi diversi e magari oppo-
sti, le singole sette entrano fatalmente in conflitto tra loro, e scaricano
l’una sull’altra rancore e sacro zelo, le passioni umane più furiose ed
115
implacabili.»
David Hume
Storia naturale della religione
116
Immanuel Kant
117
«Una religione che dichiari temerariamente guerra alla ragione non
potrà resistere a lungo contro di essa.»
Immanuel Kant
La religione entro i limiti della semplice ragione
Immanuel Kant
Idem
Immanuel Kant
La religione entro i limiti della semplice ragione
118
di dover essere in contrasto col filosofo; ciò che conta è che lo ascolti.
Solo a questo patto egli può essere sin dall'inizio armato contro tutte le
difficoltà che il filosofo potrebbe sollevare. Ma dissimulare queste dif-
ficoltà o screditarle accusandole di empietà, è un espediente miserabi-
le, privo di ogni valore.»
Immanuel Kant
La religione entro i limiti della semplice ragione
«Con tutto ciò, il principio cristiano della “morale” come tale non è
teologico (e pertanto eteronomo), ma è l'autonomia della ragion pura
pratica per se stessa: perché tale morale non pone la conoscenza di Dio
e della sua volontà a fondamento di queste leggi, ma solo del raggiun-
gimento del sommo bene, a condizione che le leggi stesse siano segui-
te; e il vero e proprio “movente” che spinge a obbedire alle leggi non
lo pone nelle loro conseguenze desiderate, ma soltanto nella rappresen-
tazione del dovere, nella cui rigorosa osservanza fa consistere tutto il
merito di ottenere anche quelle conseguenze.»
Immanuel Kant
Critica della ragion pratica
«Tutti gli sforzi e tutta la fatica dedicati al così celebre argomento on-
tologico (cartesiano) dell’esistenza di un essere supremo in base a con-
cetti, sono dunque stati vani; e un uomo, in virtù di semplici idee, po-
trebbe arricchirsi di conoscenze non più di quanto un mercante potreb-
be arricchirsi di capitali se si proponesse di migliorare il proprio pa-
trimonio aggiungendo alcuni zeri al suo attivo di cassa.»
Immanuel Kant
Critica della ragion pura
119
oggetti: Dio e onnipotenza: la parolina ‘è’ non è ancora un predicato,
bensì solo ciò che pone il predicato in relazione col soggetto. Ora, se
io prendo il soggetto (Dio) con tutti insieme i suoi predicati (ai quali
appartiene anche l’onnipotenza), e dico: Dio è, o c’è un Dio, io non
affermo un predicato nuovo del concetto di Dio, ma soltanto il
soggetto in sé con tutti i suoi predicati, e cioè l’oggetto in relazione col
mio concetto. Entrambi devono avere esattamente un contenuto
identico, e però nulla si può aggiungere di più al concetto, che esprime
semplicemente la possibilità, per il fatto di pensare l’oggetto come
assolutamente dato (con l’espressione: egli è). E così il reale non viene
a contenere niente più del semplice possibile. Cento talleri reali non
contengono assolutamente nulla di più di cento talleri possibili.
Perché, dal momento che i secondi denotano il concetto, e i primi
invece l’oggetto e la sua posizione in sé, nel caso che questo
contenesse più di quello, il mio concetto non esprimerebbe tutto
l’oggetto, e però anch’esso non ne sarebbe il concetto adeguato. Ma
rispetto allo stato delle mie finanze nei cento talleri reali c’è più che
nel semplice concetto di essi (cioè nella loro possibilità). Infatti
l’oggetto, per la realtà, non è contenuto senz’altro, analiticamente nel
mio concetto, ma s’aggiunge sinteticamente al mio concetto (che è una
determinazione del mio stato), senza che per questo essere fuori del
mio concetto questi cento talleri stessi del pensiero vengano ad essere
menomamente accresciuti.»
Immanuel Kant
Critica della ragion pura
120
Arthur Schopenhauer
121
«La filosofia moderna non va a cercare una causa efficiente o una cau-
sa finale del mondo intero; non indaga l’origine e la finalità del mon-
do, ma solo che cosa sia il mondo. Non possiamo superare il mondo
stesso e, in quanto alla sua spiegazione, essa fa già parte del mondo: è
assurdo cercarla al di fuori di esso. Anzi sono solo “pigrizia e ignoran-
za” che “dispongono a richiamarsi troppo presto alle forze origina-
rie”.»
Arthur Schopenhauer
Il mondo come volontà e rappresentazione
Arthur Schopenhauer
Idem
Arthur Schopenhauer
Idem
122
«Le religioni sono necessarie al popolo, e sono per esso un inestimabi-
le beneficio. Quando però esse vogliono opporsi ai progressi
dell’umanità nella conoscenza della verità, allora debbono essere mes-
se da parte con la massima deferenza possibile. E pretendere che anche
uno spirito grande - uno Shakespeare, un Goethe - faccia entrare nella
propria convinzione, implicite, bona fide et sensu proprio, i dogmi di
una qualche religione, è come pretendere che un gigante calzi la scarpa
di un nano.»
Arthur Schopenhauer
Idem
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
«Nella filosofia moderna Dio è ciò che gli ultimi re franchi erano tra i
majores domus, un nome vuoto che si conservava per poter vivere più
comodamente e senza contestazioni.»
123
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
«Le religioni sono come le lucciole. Per brillare hanno bisogno delle
tenebre.»
124
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
«Contro una tale veduta del mondo in quanto opera riuscita di un esse-
re onnisciente, infinitamente buono e per di più onnipotente, grida da
un lato troppo forte la miseria di cui il mondo è pieno, e dall'altro l'e-
vidente imperfezione, anzi buffonesca deformità, della più perfetta del-
le sue apparenze, quella umana. Qui è un'irrimediabile dissonanza.»
Arthur Schopenhauer
Parerga e paralipomena
«Un essere personale − com'è inevitabile sia ogni Dio − il quale non
abbia alcun luogo, ma sia ovunque e da nessuna parte, si può soltanto
enunciare, non immaginare, e quindi neppure credere.»
Arthur Schopenhauer
Idem
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
Arthur Schopenhauer
Il mondo come volontà e rappresentazione
Arthur Schopenhauer
Il mondo come volontà e rappresentazione
Arthur Schopenhauer
Note a “Il mondo come volontà e rappresentazione”
126
«Non esiste alcuna religione naturale: le religioni, tutte, sono prodotti
artificiali.»
Arthur Schopenhauer
“Nachlass” (postumo, 1966-75)
Arthur Schopenhauer
Parerga e Paralipomena
127
Thomas Paine
128
«Tutte le istituzioni nazionali della Chiesa, sia ebrea, che cristiana o
turca, mi sembrano nient'altro che invenzioni umane, collocate per ter-
rorizzare e schiavizzare l'umanità, e monopolizzare il potere e il profit-
to.»
Thomas Paine
L’Età della ragione
«Non credo nella fede professata dalla chiesa ebraica, dalla chiesa ro-
mana, dalla chiesa greca, dalla chiesa turca, dalla chiesa protestante, né
da qualsiasi altra chiesa che io conosca. La mia mente è la mia chie-
sa.»
Thomas Paine
L’Età della ragione
Thomas Paine
Saggio sull’origine della Libera Massoneria
Thomas Paine
I diritti dell’uomo
129
David Friedrich Strauss
130
«E' impossibile, secondo Chubb, che la religione ebraica sia una reli-
gione rivelata da Dio; perocché il carattere morale della divinità vi sia
sfigurato dagli usi arbitrari, che si dicono prescritti da lui, dalla sua
pretesa parzialità per il popolo ebreo, e soprattutto dall'ordine sangui-
nario di esterminare le popolazioni cananee.»
«Sino ad ora oggetto della critica era stata la tesi cristiana, tal quale
trovasi consegnata, col nome di storia di Gesù, ne' documenti evange-
lici; ora che il dubbio l'ha compromessa, questa ripiegasi sopra di sé
medesima, e cerca nello interno delle anime credenti un asilo, ov'essa
esiste non più come semplice storia, ma come storia riflessa sopra di
sé, vale a dire come dogma e confessione.»
132
Bruno Bauer
133
«Con Hegel l’Anticristo è venuto e si è “rivelato”.
E’ dovere del credente sincero indicare a tutti il Maligno, accusarlo
apertamente e veracemente, mettere in guardia tutti da lui e rendere
vana la sua astuzia.
Dobbiamo soprattutto rivolgerci ai governi cristiani e testimoniare di
fronte a loro – il credente è tenuto infatti a predicare ed a testimoniare
di fronte ai re, ai principi ed alle autorità – onde si accorgano infine
quale pericolo mortale minaccia l’ordine costituito e soprattutto la re-
ligione, l’unico fondamento dello Stato, se essi non estirpano proprio
le redici del male. Non c’è più niente di fermo, di sicuro, di stabile se
“il vigoroso errore” di quella filosofia è ulteriormente tollerato.»
Bruno Bauer
La tromba del giudizio universale contro Hegel, ateo e anticristo.
Gli autori
134
Friedrich Nietzsche
135
«Quel che ci divide non sta nel fatto che non ritroviamo Dio nella sto-
ria, né nella natura e neppure dietro la natura - bensì nella circostanza
che noi sentiamo quel che viene venerato come Dio, non come “divi-
no”, ma come miserabile, assurdo, dannoso, non soltanto come errore,
ma come delitto contro la vita… Noi neghiamo Dio in quanto Dio…
Se questo Dio dei cristiani esistesse, sapremmo ancor meno credere in
lui.»
Friedrich Nietzsche
L’Anticristo
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
136
«Il Buddhismo è cento volte più realista del Cristianesimo, ha ereditato
un modo freddo e oggettivo di porsi i problemi; nasce dopo un movi-
mento filosofico durato centinaia di anni; appena esso sorge, il concet-
to di “Dio” è già eliminato.»
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
«La dottrina della redenzione conosce la beatitudine (il piacere) soltan-
to nel non opporre più resistenza, non più a nessuno, né alla disgrazia
137
né al male – l’amore come unica, come ultima possibilità di vita. [...]
La dottrina della redenzione io la definisco un sublime sviluppo ulte-
riore dell’edonismo su base assolutamente morbosa.»
Friedrich Nietzsche
Idem
«Un tempo si cercava di dimostrare che Dio non esiste, − oggi si mo-
stra come ha potuto avere origine la fede nell'esistenza di un Dio, e per
quale tramite questa fede ha avuto il suo peso e la sua importanza: in
tal modo una controdimostrazione della non esistenza di Dio diventa
superflua. Quando una volta si erano confutate le prove addotte "per
dimostrare l'esistenza di Dio", restava sempre il dubbio che si potesse-
ro trovare ancora prove migliori di quelle già confutate: a quel tempo
gli atei non erano capaci di far tavola rasa.»
Friedrich Nietzsche
Aurora
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Umano troppo umano
Friedrich Nietzsche
Idem
«Solo il cristianesimo ha dipinto il diavolo sulla parete del mondo; so-
lo il cristianesimo ha portato il peccato nel mondo. La credenza nei
rimedi, che contro di esso offrì, è stata ormai a poco a poco scossa fin
nelle più profonde radici: ma ancora sussiste la credenza nella malat-
tia, che esso ha insegnata e diffusa.»
139
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Idem
Friedrich Nietzsche
Genealogia della morale
Friedrich Nietzsche
Frammenti postumi
140
«Chi si sente destinato alla contemplazione e non alla fede, trova tutti i
credenti troppo rumorosi e importuni: si mette al riparo da loro.»
Friedrich Nietzsche
Al di là del bene e del male
Friedrich Nietzsche
Ecce Homo
Friedrich Nietzsche
Così parlò Zarathurstra
Friedrich Nietzsche
Sull’utilità e il danno della storia per la vita
141
«Dio è una risposta grossolana, un'indelicatezza verso noi pensatori -
in fondo è solo un grossolano divieto che ci viene fatto: non dovete
pensare!»
Friedrich Nietzsche
Ecce homo
Friedrich Nietzsche
Frammenti postumi
Friedrich Nietzsche
Su verità e menzogne in senso extramorale
143
Ludwig Feuerbach
144
«La religione precede sempre la filosofia, nella storia dell'umanità co-
me nella storia dei singoli individui. L'uomo sposta il suo essere fuori
da sé, prima di trovarlo in sé. […] La religione è l'infanzia dell'umani-
tà.
Ludwig Feuerbach
L'essenza del cristianesimo
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
146
che vi sta alla base. Se poni in dubbio la verità oggettiva degli attributi,
devi anche dubitare della verità oggettiva del soggetto di questi
attributi. Se gli attributi sono antropomorfismi, è un antropomorfismo
anche il soggetto dei medesimi. Se l’amore, la bontà, la personalità
sono qualificazioni umane, lo è pure il soggetto delle medesime, il
soggetto che tu ad esse presupponi, ed allora anche l’esistenza di Dio,
anche la fede nell’esistenza di un qualsiasi dio è un antropomorfismo,
una proiezione assolutamente umana.»
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
L'essenza della religione
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
Ludwig Feuerbach
Idem
«Sia che tu adori Geova oppure Api, il tuono o Cristo, la tua ombra,
come i neri della Costa d’Oro, o la tua anima, come gli antichi persia-
ni, il flatus ventris o il tuo genio, insomma, sia che tu adori un essere
sensibile o uno spirituale – è la stessa cosa; oggetto della religione è
soltanto qualcosa in quanto è un oggetto della fantasia e del sentimen-
to.»
Ludwig Feuerbach
Idem
«Credere significa immaginarsi che esista ciò che non esiste; significa,
per esempio, raffigurarsi che quest’immagine sia un’entità vivente,
questo pane sia carne, questo vino sangue, cioè sia ciò che non è.»
Ludwig Feuerbach
Idem
148
Felix Le Dantec
149
«Innanzi tutto, una cosa mi ha sempre profondamente sorpreso ed è
che i credenti d'ogni epoca abbiano cercato e fornito "prove" inconfu-
tabili dell'esistenza di Dio. Naturalmente esse sono inconfutabili per
coloro che le utilizzano; sfortunatamente, lo sono sono solo per loro,
provano che essi credono in Dio, ma questo è quanto.»
Felix Le Dantec
Athéism
Felix Le Dantec
Idem
Felix Le Dantec
Idem
«Non sono un eroe per natura; se avessi creduto che un padrone asso-
150
luto potesse concedermi una felicità eterna o condannarmi a supplizi
senza fine, sarei probabilmente scappato dai pericoli del secolo in un
monastero; avrei passato la mia miserabile esistenza sublunare a canta-
re la gloria del despota da cui sarebbe dipeso il mio avvenire.»
Felix Le Dantec
Idem
151
Giuseppe Rensi
152
«Ma questa contraddizione delle contraddizioni, che è Dio, è appunto
quell’Incomprensibile che è incomprensibile perché nulla e nulla per-
ché incomprensibile: non ha cioè le forme del pensiero perché non ha
le forme dell’Essere e viceversa, le une e le altre essendo le medesime.
Si tratta dunque di parole senza concetti perché il concetto che do-
vrebbe corrispondervi è contraddittorio e quindi non può esistere. E se
la convulsività mentale “dionisiaca” ci fa credere e ci dà l’illusione di
possedere un concetto pronunciando una parola, basta “pensarci su” e
cercare di determinare il concetto per veder questo dissolversi nell'im-
possibile e come concetto sparire.»
Giuseppe Rensi
Apologia dell’ateismo
Giuseppe Rensi
Idem
Giuseppe Rensi
Idem
«Da trenta secoli si “dimostra” Dio e, non solo ancora non ne sono
persuasi tutti, ma anzi i non persuasi sono cresciuti, Ciò non vi dice
153
nulla?»
Giuseppe Rensi
Idem
“Che un essere sia l’opera di un altro, ma sia insieme libero nella sua
volontà e azione, è cosa che si può enunciare con parole, ma non affer-
rare con pensieri. Colui cioè che lo ha chiamato dal nulla all’essere, ha
con ciò formato e fissato appunto anche il suo essere, ossia tutte le sue
qualità. Poiché non si può punto fare senza fare qualcosa, cioè un esse-
re intieramente e in tutte le sue qualità con precisione determinato. Ma
da queste qualità assolutamente fissate scaturiscono poi con necessità
tutte le manifestazioni e azioni di lui. Quindi teismo e responsabilità
morale dell’uomo sono incongiungibili”.»
Giuseppe Rensi
Idem
154
John Stuart Mill
155
«Le religioni che distribuiscono promesse e minacce circa la vita futu-
ra, fanno esattamente il contrario [della religione dell’umanità]; esse
incatenano i pensieri agli interessi postumi dell’individuo, lo inducono
a considerare l’adempimento dei propri doveri verso gli altri princi-
palmente come mezzo per la sua salvezza personale; e costituiscono
uno degli ostacoli più seri per il grande fine della cultura morale, cioè
il rafforzamento dell’elemento altruistico e l’indebolimento di quello
egoistico nella nostra natura; esse presentano all’immaginazione un
bene e un male personali di grandezza così imponente da rendere ben
difficile a chiunque creda fermamente nella loro realtà, di potere anco-
ra disporre di sentimenti o interessi per qualche altro oggetto ideale e
lontano.»
«Il mondo si stupirebbe di sapere quanti dei suoi ornamenti più belli,
ovvero degli individui che sono più stimati anche a livello popolare
per saggezza e virtù, siano del tutto scettici in materia di religione.»
158
Karl Marx
159
«L’alienazione religiosa come tale si produce soltanto nel dominio del-
la coscienza, dall’interno dell’uomo, ma l’alienazione economica è
l’alienazione della vita reale: la sua soppressione abbraccia quindi am-
bo i lati.»
Karl Marx
Manoscritti economico-filosofici
Karl Marx
Per la critica della filosofia del diritto di Hegel
Karl Marx
Introduzione alla critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico
Karl Marx
Il Capitale
160
Robert G. Ingersoll
161
«Per molti anni ho considerato il Pentateuco semplicemente come la
storia di un popolo barbaro, con le sue innumerevoli cerimonie selvag-
ge, le sue assurde e ingiuste leggi, e le migliaia di principi inconsistenti
rispetto alla prova dei fatti. Mi è sempre parso alquanto criminale in-
segnare che questi fatti fossero stati scritti da uomini ispirati da Dio;
che la schiavitù, la poligamia, le guerre di conquista e gli stermini po-
tessero essere considerati giusti e che vi fosse stato un tempo in cui
l'uomo abbia potuto avere l'approvazione dell'Infinita Intelligenza,
Giustizia e Compassione, violando fanciulle e macellando bambini.»
Robert G. Ingersoll
Gli errori di Mosè
«Desidero fare quanto in mio potere per rendere il mio paese davvero
libero, per aprire gli orizzonti intellettuali del nostro popolo, per di-
struggere i pregiudizi, figli dell'ignoranza e della paura, per prendere le
distanze dalla cieca adorazione di un ignobile passato, dall'idea che
tutto il grande e il buono siano morti, che tutti i viventi siano dei de-
pravati, che tutti i piaceri siano peccato, che solo sospiri e gemiti siano
ciò che piace a Dio, che pensare sia pericoloso, che il coraggio intellet-
tuale sia un crimine, che la codardia sia una virtù, che credere sia indi-
spensabile per assicurarsi la salvezza, che portare una croce in questo
mondo ci farà meritare un premio in un'altra vita, e che dobbiamo
permettere a qualche prete di guidare le nostre anime.»
Robert G. Ingersoll
Gli errori di Mosè
«Anziché licenziare gli insegnanti che nel corso dei loro studi fanno
scoperte scomode, licenziamo quelli che non ne fanno. Facciamo in
modo che i nostri docenti non debbano temere per le loro scoperte e
per le loro opinioni e che non debbano rischiare la cattedra solo per
aver affermato che gli antichi ebrei non potevano conoscere l'intera
storia del mondo.»
162
Robert G. Ingersoll
A proposito di una libera scuola
163
Charles Darwin
164
«Non dobbiamo trascurare la probabilità che il costante inculcare la
credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così
forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati,
da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene, quanto per una
scimmia disfarsi della sua istintiva paura o ripugnanza del serpente.»
Charles Darwin
Autobiografia
Charles Darwin
Idem
«Vi è una differenza molto maggiore di capacità mentale tra uno dei
pesci inferiori, come la lampreda o un anfiosso e una delle scimmie
superiori, che tra questa e un uomo.»
Charles Darwin
Idem
«Egregio signore,
Mi duole dovervi informare che non credo nella Bibbia come rivela-
zione divina, e pertanto nemmeno in Gesú Cristo come figlio di Dio.
Distinti saluti Ch. Darwin»
Charles Darwin
Lettera di Charles Darwin a Frederick A. McDermott
24 novembre 1880
165
Sigmund Freud
166
«Quando il cristianesimo cominciò la sua penetrazione nel mondo an-
tico, incontrò la rivalità della religione di Mitra e per un po' di tempo
fu dubbia la vittoria tra le due divinità.
La figura inondata di luce del giovane dio persiano rimane tut-
tavia oscura per noi. Le leggende che raffigurano Mitra che uccide dei
buoi ci inducono a concludere che egli rappresentasse il figlio che,
avendo da solo portato a termine il sacrificio del padre, ha liberato i
fratelli dal senso di colpa che li tormentava in seguito a questo crimi-
ne. Vi era un'altra via per eliminare questo senso di colpa, e questa fu
seguita da Cristo: sacrificando la propria vita, egli redense tutti i suoi
fratelli dal peccato originale.»
Sigmund Freud,
Totem e tabù
Sigmund Freud,
Idem
Sigmund Freud
L'avvenire di un illusione
167
«Se qualcuno giunge al punto di accettare acriticamente tutte le assur-
dità che le dottrine religiose gli trasmettono, e perfino di ignorarne le
contraddizioni vicendevoli, la sua debolezza intellettuale non deve
stupirci oltremodo.»
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
Idem
«Le dottrine religiose... possiamo dire che sono tutte illusioni indimo-
strabili e che nessuno può essere costretto a tenerle per vere, a creder-
ci. Alcune di esse sono a tal punto inverosimili, talmente antitetiche a
tutto ciò che faticosamente abbiamo appreso circa la realtà dell'univer-
so, che, tenuto il debito conto delle differenze psicologiche, possono
essere paragonate ai deliri.»
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
168
Idem
«Le dottrine religiose [...] possiamo dire che sono tutte illusioni indi-
mostrabili e che nessuno può essere costretto a tenerle per vere, a cre-
derci. Alcune di esse sono a tal punto inverosimili, talmente antitetiche
a tutto ciò che faticosamente abbiamo appreso circa la realtà dell'uni-
verso, che, tenuto il debito conto delle differenze psicologiche, posso-
no essere paragonate ai deliri.»
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
L’avvenire di un’illusione
Sigmund Freud
Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci
169
NDA: Yahweh era, per Freud, una divinità sinistra e sanguinaria, assuefatta per la
sua natura tellurica ad aggirarsi solo di notte e ad evitare la luce del giorno:
Sigmund Freud
Mosè e il monoteismo
«E sono anche arrivate, con una frequenza sorprendente per uno stra-
niero, lettere di altro genere che si preoccupavano per la salvezza della
mia anima e volevano indicarmi la via di Cristo e illuminarmi circa il
futuro di Israele.
La brava gente che mi ha scritto così probabilmente non sa molto di
me; ma quando questo nuovo lavoro su Mosè sarà conosciuto in tradu-
zione fra i miei nuovi concittadini, mi aspetto di perdere presso molte
altre persone non poche delle simpatie che ora mi dimostrano.»
Sigmund Freud
Idem
«Non deve essere stato facile per il popolo (d'Israele) conciliare la fede
nella predilezione da parte del suo dio onnipotente con le tristi espe-
rienze del suo destino infelice. Ma il popolo non si lasciò sviare, ac-
crebbe il suo senso di colpa per soffocare i dubbi su dio, e forse alla
fine fece ricorso alla "imperscrutabile volontà di dio", come fanno an-
cor oggi i devoti.»
Sigmund Freud
Idem
«Noi, uomini di poca fede, non possiamo che invidiare quei ricercatori
convinti dell'esistenza di un essere supremo! Per questo grande Spirito
170
il mondo non fa problema, dal momento che egli stesso ha creato tutte
le sue istituzioni. Quanto sono complete, esaustive, definitive le dottri-
ne del credente rispetto ai faticosi, miseri e frammentari tentativi di
spiegazione che noi, con enorme sforzo, riusciamo in qualche modo a
comporre!»
Sigmund Freud
Idem
Sigmund Freud
Introduzione alla psicanalisi
171
Sigmund Freud
Il disagio della civiltà
172
Gli storici
173
Lorenzo Valla
174
«…a Roma si mostra come reliquia di santi (vi sono difatti accese in-
torno sempre sacre lampade) una Bibbia che dicono scritta di mano di
Gerolamo: e il papa avalla questa credenza con la sua autorità. Quale è
la prova? l’essere, come direbbe Virgilio, la sua sopravveste ricamata
in oro. Proprio ciò dovrebbe farci pensare che non può essere opera
autografa di Gerolamo. L’ho osservata attentamente e mi sono accorto
che è scrittura di un ignorante che ricopiava per ordine di un re, forse
Roberto (di Napoli). Sono decine di migliaia le falsificazioni siffatte
che si possono vedere a Roma…»
Lorenzo Valla
La falsa donazione di Costantino
Lorenzo Valla
Idem
175
to, mentre Cristo muore affamato e nudo in migliaia e migliaia di po-
veri. E non si rende conto (o indegnità!) che mentre egli si affanna a
strappare ai principi secolari i loro beni, questi a loro volta sono spinti
a strappare agli ecclesiastici i loro beni o dal cattivo esempio o dalla
necessità (talvolta non c’è neppure vera necessità).»
Lorenzo Valla
Idem
176
Francesco Guicciardini
177
«Cominciarono a essere le cure e i negozi loro non più la santità della
vita, non più l’augmento della religione, non più lo zelo e la carità ver-
so il prossimo, ma eserciti, ma guerre contro a’ cristiani, trattando co’
pensieri e con le mani sanguinose i sacrifici, ma accumulazione di te-
soro, nuove leggi, nuove arti, nuove insidie, per raccorre da ogni parte
danari; usare a questo fine senza rispetto l’armi spirituali, vendere a
questo fine senza vergogna le cose sacre e le profane.»
Francesco Guicciardini
La Historia D’Italia
«Quello che dicono le persone spirituali che chi ha fede conduce cose
grandi; e come dice lo Evangelo, chi ha fede può comandare a’ monti
ecc., procede perché la fede fa ostinazione. Fede non è altro che crede-
re con opinione ferma, e quasi certezza le cose che non sono ragione-
vole; o, se sono ragionevole, crederle con piú resoluzione che non per-
suadono le ragione.»
Francesco Guicciardini
Ricordi
Francesco Guicciardini
Idem
«Non combattete mai con la religione, né con le cose che pare che de-
178
pendono da Dio; perché questo obietto ha troppa forza nella mente de-
gli sciocchi.»
Francesco Guicciardini
Idem
Francesco Guicciardini
Idem
Francesco Guicciardini
Idem
«(Leone X, papa dal 1513 al 1521) Credettesi per molti, nel primo
tempo del pontificato, che e’ fusse castissimo; ma si scoperse poi dedi-
to eccessivamente, e ogni di’ più senza vergogna, in quegli piaceri che
con onestà non si possono nominare (sodomia).»
Francesco Guicciardini
La Historia D’Italia
«... se non fussi questo rispetto, arei amato Martin Luther quanto me
medesimo: non per liberarmi dalle legge introdotte dalla religione cri-
stiana nel modo che è interpretata e intesa communemente, ma per ve-
dere ridurre questa caterva di scelerati a termini debiti, cioè a restare o
sanza vizi o sanza autorità.»
Francesco Guicciardini
Ricordi
«Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte, ma dubito, ancora
che io vivessi molto, non ne vedere alcuna: uno vivere di republica
bene ordinata nella città nostra, Italia liberata da tutti e’ barbari e libe-
rato el mondo dalla tirannide di questi scelerati preti.»
Francesco Guicciardini
Ricordi
180
Ferdinand Gregorovius
181
«Roma papale era a quel tempo già moralmente guasta, il clero corrot-
to e odiato. I cardinali vivevano come principi temporali; la loro dissi-
patezza non offendeva soltanto i sentimenti dei repubblicani, ma anche
quelli di molti semplici cittadini. I membri della curia, innumerevole
stuolo di prelati gonfi di prebende e tuttavia mai sazi di accumularne,
offrivano un disgustoso spettacolo.»
Ferdinand Gregorovius
Storia della città di Roma nel Medioevo
«Roma era tutta un teatro di feste e di sfarzosi spettacoli. Nel suo Vati-
cano brulicante di suonatori, di mimi, di ciarlatani, di poeti e artisti, di
striscianti cortigiani e di parassiti, dove faceva recitare commedie anti-
che e moderne, e anche le oscenità più spudorate, il pontefice sembra-
va il tribunus voluptatum degli antichi romani. Avremmo davanti agli
occhi un quadro variopinto, se potessimo abbracciare con lo sguardo
un anno di Roma al tempo di Leone X, e vedere quella catena di feste
e di spettacoli in cui paganesimo e cristianesimo si mescolavano con
stridenti contrasti: mascherate del carnevale, miti di divinità antiche,
storie romane in splendida mess’in scena, processioni, fastose solenni-
tà ecclesiastiche, rappresentazioni della Passione di Cristo al Colosseo,
declamazioni classiche in Campidoglio, feste e discorsi per il natale di
Roma, le quotidiane cavalcate dei cardinali, i cerimoniosi cortei degli
ambasciatori e dei principi, con seguiti che parevano eserciti.»
Ferdinand Gregorovius
Idem
182
Ernest Renan
183
«I paesi greci e romani non udirono parlare di lui (Cristo); il suo nome
non appare negli autori profani che un secolo dopo e indirettamente a
proposito di moti sediziosi suscitati dalle sue dottrine e dalle persecu-
zioni contro i suoi discepoli. Nel seno stesso del giudaismo, Gesù non
lasciò un lungo ricordo. Filone, morto verso l’anno 50, nulla seppe di
lui. Giuseppe, nato l’anno 37, e che scrisse sul finire del secolo, ram-
menta la sua condanna in alcune linee come un avvenimento qualun-
que, e annoverando le sette del tempo, omette i cristiani.»
Ernest Renan
Vita di Gesù
Ernest Renan
Vita di Gesù
Ernest Renan
184
Vita di Gesù
Ernest Renan
Vita di Gesù
185
Emilio Bossi
186
«Se, pertanto, il cristianesimo poté trionfare e sostituirsi al paganesi-
mo, si fu soltanto mediante la persecuzione, la frode e l'assimilazione
del culto pagano, e perché favorito altresì dalla disgregazione dell'Im-
pero Romano e dall'invasione dei barbari.
Ma al suo trionfo fu completamente estranea la pretesa persona del suo
Cristo, com'era stata estranea alla formazione della nuova religione,
non essendo egli mai esistito, come abbiamo esuberantemente provato
nel presente libro.»
Emilio Bossi
Gesù Cristo non è mai esistito
«Filone che vive nel tempo assegnato a Cristo, che è già celebre prima
che Cristo nasca e che muore diversi anni dopo di Cristo; Filone che
compie verso il giudaismo la stessa, identica trasformazione o elleniz-
zazione, o platonizzazione che fu l'opera dei Vangeli, e specialmente
del quarto; Filone che parla del Logos, o del Verbo al modo del quarto
Vangelo; eppure che non nomina una volta sola Gesù Cristo, in nessu-
na delle sue numerosissime opere? O non proverebbe appunto che Ge-
sù Cristo non fu persona storica e reale, ma pura creazione mitologica
e metafisica, alla quale contribuì più di ogni altro questo medesimo
Filone, che scrisse come un cristiano senza sapere ancora di questo
nome, che parlò del Verbo senza conoscer Cristo, che insegnò l'identi-
ca dottrina attribuita a Cristo, come sarà dimostrato a suo luogo?»
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
«In ogni modo rimane acquisito che Filone scrisse sul dio Serapide un
Vangelo, Protovangelo che avrebbe potuto applicarsi anche a Gesù e
dal quale, secondo Fozio, derivarono i Vangeli posteriori; che Filone
descrisse i Terapeuti come a lui di molto anteriori, ed aventi già prima
di lui i loro Vangeli e i loro apostoli, e che questi Terapeuti erano, se-
condo Eusebio e sant’Epifane, i cristiani primitivi, i quali esistevano
quindi molto tempo prima di Gesù, e per conseguenza che Gesù non è
mai esistito.»
Emilio Bossi
Idem
«Onde appare che Filone ha parlato dei cristiani, dicendoli molto ante-
riori a lui e attribuendo loro un vangelo e degli apostoli. Ciò esclude
assolutamente l'esistenza di Gesù, perché Gesù sarebbe nato quando
Filone aveva già da 25 a 30 anni, e perché Filone non avrebbe potuto
non nominarlo, dal momento che si occupava dei cristiani. D'altra par-
te si sa che i Vangeli attuali non apparvero che molto tempo dopo Ge-
sù; di guisa che non è ad essi che può aver alluso Filone parlando dei
libri (o Vangeli secondo Eusebio) dei Terapeuti (o cristiani secondo
188
sant'Epifane).»
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
«Non per nulla, diciamo; imperocché giova qui notare, una volta per
tutte, che nella raccolta dei libri canonici della Bibbia la Chiesa ebbe
l'ingegnosa cura di scartare tutti quei documenti che, parlando di Cri-
sto o di Maria o degli Apostoli, accennano a circostanze storiche fa-
cilmente controllabili, evitando così il pericolo di vedersi fin dal prin-
cipio trovata in fallo, mentre i libri da essa accolti, essendo quasi com-
pletamente estranei alla storia, non risicavano tanto di venir posti in
contravvenzione da questa.»
190
Emilio Bossi
Idem
Se egli insegna di fare ciò che si vuole ne venga fatto, gli è perché
questo sta scritto nella legge e nei profeti (Matt. VI, 12).
Se egli guarisce gli indemoniati, è acciocché si adempiesse ciò che fu
detto dal profeta Isaia (Matt. VII, 17).
191
Se parla di Giovanni Battista, è per dire che egli è quello di cui è scrit-
to... è Elia che doveva venire (Matt. XI, 10, 14). Se guarisce le turbe e
vieta loro che ciò palesino, è acciocché si adempiesse ciò che fu detto
dal profeta Isaia (Matt. VII, 17).
Se egli dovrà stare sepolto tre giorni, è perché Giona fu per tre giorni
nel ventre della balena (Matt. XII, 40). Se egli parla in parabole per
non essere inteso, è perché si adempia la profezia di Isaia (Matt. XIII,
14).
Quando Gesù sta per esser preso nell'orto di Getsemani, egli non vuole
essere difeso, dicendo: Come adunque sarebbero adempiute le Scrittu-
re, le quali dicono che conviene che così avvenga? (Matt. XXVI, 54).
Gesù dice che non fu preso dalle turbe quando sedeva fra loro, inse-
gnando nel tempio, acciocché le Scritture dei profeti fossero adempiute
(Matt. XXVI, 56).
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
Emilio Bossi
Idem
194
Gaetano Salvemini
195
«Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale,
salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome
del principio clericale.»
Gaetano Salvemini
Memorie di un fuoriuscito
Gaetano Salvemini
dalla lettera a F. L. Ferrari, agosto 1930
«...non darei mai il mio voto a leggi anticlericali (cioè che limitassero i
diritti politici del clero cattolico o vietassero l'apostolato cattolico); ma
se avrò un solo momento di vita nell'Italia liberata dai Goti, quell'ulti-
mo momento di vita voglio dedicarlo, come individuo libero, alla lotta
contro la fede cattolica.»
Gaetano Salvemini
Idem
196
«Se morirò avendo distrutto nel cuore di un solo italiano la fede nella
Chiesa cattolica, se avrò educato un solo italiano a vedere nella Chiesa
cattolica la pervertitrice sistematica della dignità umana, non sarò vis-
suto invano.»
Gaetano Salvemini
Idem
197
Bibliografia essenziale
198
Christopher Hitchens, La posizione della missionaria
Carl Gustav Jung, Risposta a Giobbe
Felix Le Dantec, L'athéisme
Eugenio Lecaldano, Un etica senza Dio
Jean Meslier, Il testamento
John Stuart Mill, Saggio sulla libertà
John Stuart Mill, Saggi sulla religione
George Minois, L’incredibile storia del trattato dei tre profeti impostori
Friedrich Nietzsche, l’Anticristo
Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano
Friedrich Nietzsche, Aurora
Friedrich Nietzsche, Al di la del bene e del male
Friedrich Nietzsche, La gaia scienza
199
Emanuele Severino, La buona fede
Emanuele Severino, Storia della filosofia
Baruch Spinoza, Etica
Baruch Spinoza, Trattato teologico politico
David Friedrich Strauss, Vita di Gesù
Lorenzo Valla, La falsa donazione di Costantino
Voltaire, Dizionario filosofico
NDA:
La bibliografia può risultare poco precisa poiché la quasi totalità del libri referenziati è
in formato digitale, pertanto il numero pagina e a volte anche l’edizione può non essere
disponibile.
200
Indice
PREFAZIONE ..................................................................................................... 5
L’importanza dell’indagine storica su Gesù ........................................................... 8
L’esigenza della costruzione di una morale non religiosa .................................... 10
Le ragioni di una critica al cristianesimo ............................................................. 12
II ........................................................................................................................... 14
Il delinearsi del pensiero miscredente nell’età moderna e contemporanea .......... 15
II ........................................................................................................................... 20
La ricerca storica su Gesù .................................................................................... 22
LA BIBBIA – ANTICO TESTAMENTO .......................................................... 24
PONTEFICI ....................................................................................................... 50
202
203