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GOFFREDO PETRASSI (1904-2003)

Opere per chitarra

L’interesse di Goffredo Petrassi per la chitarra non si è risolto, come è capitato sovente ad alcuni grandi
compositori del Novecento, in un unico pezzo d’occasione o magari in un’occasione perduta. Al contrario,
da un determinato periodo in avanti, quest’interesse si è tramutato in predilezione. La chitarra è finita così
per diventare uno degli alfieri di una sperimentazione tutta personale che Petrassi, per sua stessa
ammissione, fece partire più o meno dal biennio 1957-58, ossia dal Quartetto per archi e dalla Serenata per
cinque esecutori (flauto, viola, contrabbasso, clavicembalo e percussione). È proprio la Serenata che,
secondo le parole del compositore, «segna […] il passaggio da un prima a un dopo», e questo dopo, sempre
nelle parole di Petrassi, consiste «prima di tutto nell'abbandono di temi o di possibilità tematiche che
risultino riconoscibili; non esiste più niente di simile. Ci possono essere delle movenze, dei simboli che
possono anche ripetersi, ma non in un senso tematico, non nel senso di una riconoscibilità. C'è poi un
notevole sviluppo della pratica virtuosistica dei singoli strumenti, e per consolidare questo nuovo approdo
dovevo cominciare con la musica da camera, perché dovevo saggiare in una piccola dimensione quelle che
erano le mie possibilità». Allora non è forse un caso che il consolidamento del nuovo modus operandi di
Petrassi avvenga in quel biennio — e in quella direzione — tramite il progressivo assottigliamento delle
forze messe in campo: un quintetto, quindi un Trio per archi e infine una chitarra sola. Una sorta di ideale
punto d’arrivo, seppure temporaneo. E forse non è nemmeno un caso che tale assottigliamento fonico veda
come protagonista eccellente il suono puntiforme, evanescente, rarefatto, talvolta impalpabile di uno
strumento che, quale contropartita per la sua discrezione, possiede, all’opposto, multanimi caratteri
timbrici quanto virtuali possibilità polifoniche. Una piccola orchestra in miniatura, sovente è stato detto,
anche da musicisti di diverso orientamento (due nomi su tutti: Andrés Segovia e Hans Werner
Henze). Nasce così nel 1959 Suoni notturni, un brano scritto in risposta a una commissione dell’editore
Ricordi che intendeva pubblicare un’antologia di musica per chitarra di autori contemporanei.

Link: https://www.tactus.it/it/products-page/contemporaneo/tc901601-goffredo-petrassi-opere-per-
chitarra-angelo-colone/

Consultato il 17/07/2020

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