Uomini Donne
Problemi ai piedi per motivi legati al lavoro, alla stile di vita o a certi tipi di
35% 67%
calzature
Sente male ai piedi saltuariamente 22% 32%
Sente male ai piedi sempre o spesso 13% 35%
Il piede cavo è una malformazione congenita o acquisita della volta della pianta del
piede. L'area di appoggio del piede è limitata alla parte anteriore ed al calcagno, la
parte intermedia ha un contatto limitato o assente con la base di appoggio. Il grado
della patologia può essere trovato mediante un esame baropodometrico.
PIEDE CAVO
La definizione di cavo è dovuta alla forma d'impronta che il piede lascia sul terreno, la
deformità consiste in un'eccessiva curvatura della pianta del piede.
PIEDE CAVO
QUADRO CLINICO
deviazione in valgismo
della 1 MTF
abduzione dell’alluce
varismo del 1° MT
componente rotatoria
ALLUCE VALGO
ACCERTAMENTI RADIOGRAFICI
► Rx piedi in carico
ALLUCE VALGO
OPZIONI TERAPEUTICHE
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
► ortesi di protezione in silicone
ALLUCE VALGO
Rx pre Rx post
ALLUCE VALGO
INTERVENTI SULLE COMPONENTI OSSEE
► Osteotomia sec, Scarf
A.
traslazione pura
B.
A B accoriamento
C.
abbassamento
D.
allungamento
C D
ALLUCE VALGO
INTERVENTI SULLE COMPONENTI OSSEE
► Osteotomia sec, Scarf
ALLUCE VALGO
INTERVENTI SULLE COMPONENTI OSSE
► Osteotomia percutanea P.O.D. (percutaneus
distal osteotomy) sec. Bösch
ALLUCE VALGO
INTERVENTI SULLE COMPONENTI OSSEE
► Osteotomia sec. Akin
osteotomia della falange prossimale, indicata per valori
di D.A.S.A > 8°. Isolata o in associazione a osteotomie
del 1° metatarso (alluce valgo)
ALLUCE VALGO
INTERVENTI SULLE COMPONENTI OSSEE
► Artrodesi metatarsofalangea
è indicata nei casi gravi di alluce valgo associata ad
osteporosi locale, grave artrosi della metatarsofalangea
con notevole riduzione dell’escursione articolare
DEFORMITÀ DELLE DITA
DITO A MARTELLO
iperestensione MTF, iperflessione IFP e
iperestensione della IFD
DEFORMITÀ DELLE DITA
DITO A MARTELLO
cause:
► calzature strette con tacco alto???
► alluce valgo
► maggiore lunghezza del 2° raggio
trattamento:
► utilizzo di calzature adeguate
► protezioni/feltri
► chirurgico
DEFORMITÀ DELLE DITA
► protezioni
Le Metatarsalgie
Effetti di un’alterata meccanica sui
MT
■ Dolore teste
metatarsali
■ Ipercheratosi
■ Borsite
■ Artrosinovite
meccanica
metatarso-falangea
Clinica: presentazione tipica
■ Dolore sordo al carico prolungato
■ Sede del dolore: 2° e 3° testa metatarsale
plantarmente
■ Ipercheratosi plantare (callo o tiloma), talvolta
nucleata (occhio di pernice)
■ Pronazione eccessiva dei piedi
■ Brevità relativa della muscolatura surale
■ Segni associati: alluce valgo
deformità dita
patologia ungueale
Diagnostica
■ Rx piedi in carico
■ Baropodometria
computerizzata
Diagnosi differenziale
■ Frattura
- sede diafisaria
- Rx
- scintigrafia ossea
■ Sindrome di Morton:
(neurite interdigitale)
- dolore trafittivo
intermittente al 2° o 3°
spazio (3-4 dito)
- ipo- anestesia
interdigitale
- ecografia
- RM
NEUROMA DI MORTON
METATARSALGIA
DETERMINATA DA UNA
ALTERAZIONE DEGENERATIVA
DI UNO O PIU’ NERVI
INTERMETATARSALI PLANTARI
AD EZIOLOGIA
MULTIFATTORIALE
Neuroma di Morton
Iperproduzione di tessuto fibroso sotto
le teste metatarsali. (da
sovraccarico su base
predispositiva).
“ingabbiamento” del fascio
neurovascolare con esito fibrotico.
Neurite con irritazione dell’area
intermetatarsale.
Non confondere con la metatarsalgia.
Sintomatologia: esordio brutale che
sotto carico in deambulazione si
irradia nell’area interessata.
Profilassi medica: ortesi plantare (se
forma lieve), altrimenti intervento
chirurgico.
LA SINTOMATOLOGIA
DOLORE A COMPARSA
IMPROVVISA, FOLGORANTE,
SPESSO PARAGONATO AD
UNA SCARICA ELETTRICA, IN
ALTRI CASI SI HA SOLO UNA
SENSAZIONE DI BRUCIORE,
L’INTENSITA’ DEL DOLORE A
VOLTE IMPEDISCE LA
DEAMBULAZIONE
TERAPIA
CONSERVATIVA
(TERAPIA MEDICA, ORTESI)
CHIRURGICA
( INTERVENTO)
NEUROMA DI CIVININI-MORTON
NEUROLISI E ASPORTAZIONE DELLO
PSEUDONEUROMA.
DIAGNOSI
ESAME CLINICO
COMPARATIVO
•SQUILIBRI ANATOMICI
-obliquità / ante-retroversione bacino
-difetti allineamento / torsione tibia e retropiede
-alterazione della volta plantare
TALALGIE
■ Sperone calcaneare
■ Fascite plantare
Cause e fattori predisponenti:
■ Sindrome pronatoria
■ Sovrappeso
■ Età avanzata (atrofia sottocute plantare)
■ Calzature inadeguate
■ Attività in carico prolungato
Diagnosi:
La fascite plantare è una sindrome dolorosa del piede causata da una patologia
dell'aponeurosi plantare.
Si manifesta con una sindrome dolorosa
plantare a livello della sua inserzione
prossimale sul calcagno. Il dolore dipende da
una reazione infiammatoria della fascia che
successivamente va incontro ad una reazione
degenerativa della stessa.
Può essere determinata da abnormi trazioni sulla fascia plantare, come può accadere nel
piede cavo, oppure può dipendere da ripetuti microtraumi cui è soggetta la fascia plantare in
alcune discipline sportive e/o nel sovraccarico ponderale.
Spina calcaneare
Per spina calcaneare si intende una calcificazione della fascia plantare alla
sua inserzione calcaneare.
E’ molto frequente, ne soffrono soprattutto gli uomini dopo i quaranta anni, specie se
portatori di piede piatto o piede cavo e gli sportivi.
Il quadro clinico si caratterizza per la presenza di un dolore vivo riferito al centro del
tallone, risvegliato dalla digitopressione .
Le radiografie sono indispensabili:
mostrano la presenza di uno sperone lungo alcuni millimetri che si sviluppa al centro del
tallone con la punta orientata in avanti verso le dita.
Terapia:
■ Indicazioni:
- talalgia (sperone calcaneare, fascite
plantare)
- tendiniti inserzionali
- pseudoartrosi
■ Quando?
- dopo 6 mesi di persistenza del dolore
- dopo il fallimento di altre terapie
Onde d’urto extracorporee
▪ RMN
TRATTAMENTO
■ DIAGNOSI PRECOCE :
Riposo dell’attività sportiva per 2
settimane + rx controllo seriati
■ DIAGNOSI TARDIVA :
Stivaletto da carico per 4-6 settimane
Progressivo recupero funzionale
(mancanza di segni di guarigione entro
10 settimane = innesto osseo)
FRATTURA DEI SESAMOIDI
TRAUMA DIRETTO
SULL’AVAMPIEDE,
O IPERDORSIFLESSIONE
DELL’ALLUCE
TRAUMA DISTORSIVO
DELL’ARTICOLAZIONE
METATARSOFALANGEA DEL I
DITO
Dolore e tumefazioni
iniziali minimi
che si aggravano
nelle successive
24h
I GRADO
LESIONE DA STIRAMENTO DEL
COMPLESSO CAPSULO-LEGAMENTOSO
CON DOLENZIA LOCALIZZATA MEDIALE O
PLANTARE, TUMEFAZIONE MINIMA E
ASSENZA DI ECCHIMOSI, L’ESCURSIONE
ARTICOLARE È LEGGERMENTE RIDOTTA
II GRADO
LACERAZIONE PARZIALE DEL
COMPLESSO CAPSULO-LEGAMENTOSO
CON DOLORE + INTENSO E DIFFUSO CON
COSPICUA TUMEFAZIONE E PRESENZA DI
ECCHIMOSI E RIDUZIONE
DELL’ESCURSIONE ARTICOLARE
III GRADO
ROTTURA COMPLETA DEL COMPLESSO
CAPSULO-LEGAMENTOSO, CON
INTENSO DOLORE E TUMEFAZIONE ED
ECCHIMOSI MARCATE, EVENTUALE
LESIONE CONDRALE DELLA TESTA
METATARSALE
CLASSIFICAZIONE DELLE
DISTORSIONI
▪ Grado 0: tilt astragalico inferiore a 8°, non rotture
legamentose;
▪ Grado 1: tilt astragalico (10°-20°), rottura
legamento peroneo- astragalico anteriore;
▪ Grado 2: tilt astragalico (20°-30°), rottura
legamento peroneo- astragalico anteriore e
peroneo calcaneare;
▪ Grado 3: tilt astragalico superiore a 30°, rottura di
tre legamenti
DISTORSIONE CAVIGLIA
DISTORSIONE CAVIGLIA
➢ Trauma da inversione
➢ Lacerazione del legamento collaterale
laterale.
➢ I legamenti laterali (anteriore peroneo
astragalico o peroneo calcaneare) sono
nella maggior parte dei casi, le uniche parti
lesionate.
➢ Lacerazione di altri legamenti, sindesmosi o
membrana interossea.
➢ Meno comunemente il trauma interessa il
legamento deltoideo mediale.
TEST
➢ Ecchimosi
➢ Gonfiori attorno articolazione caviglia (non
solo sulla parte laterale)
➢ Dolorabilità palpazione dei legamenti
➢ Occorre palpare i malleoli laterale e
mediale e la base del V metatarso
(fratture)
➢ Danno alla sindesmosi:
❖ Test della compressione
❖ Test della rotazione esterna (caviglia in
dorsiflessione, ruotando piede all’esterno)
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Frattura del calcagno, astragalo, malleolo
laterale o della base
Frattura del processo laterale dell’astragalo
Frattura del perone prossimale(Maisonneuve)
Frattura osteocondrale della superficie
astragalo
Lesione o sublussazione del tendine
peroniero
ECOGRAFIA: INDAGINE DI II LIVELLO PER VALUTAZIONE DEI TESSUTI
MOLLI. IMPORTANTE ANCHE NEL FOLLOW UP.
Sagittal sonogram shows normal hyperechoic anterior fat pad (F) is displaced
anteriorly by hypoechoic ankle joint fluid (f).
Ti = tibia, t = talus.
normal anterior tibiofibular ligament torn anterior talofibular ligament.
❖ Ghiaccio
❖ Compressione
❖ Arto in scarico
Diagnosi differenziale :
▪ Lussazione della lisfranc (lussazione delle
articolazioni tarsometatarsali)
▪ Frattura da fatica della diafisi del quinto
metatarsale
TRATTAMENTO
Tipo I : avulsione della tuberosità
Carico secondo tolleranza con scarpa a suola
rigida, gesso o splint.
Tipo II : F. Jones
Stivaletto gessato in carico per 4-6 settimane
Tipo III: F. Diafisaria
Stivaletto gessato fuori carico fino
consolidazione rx (8 settimane), seguono 6
settimane di attività limitata.
TRATTAMENTO
Trattamento chirurgico:
Gli atleti agonisti possono essere sottoposti
a stabilizzazione percutanea con viti e
caricare dopo 2 settimane.
Per riprendere precocemente l’attività
Le pseudoartrosi sintomatiche delle fratture
da avulsione possono essere trattate con
l’asportazione del frammento e la
reinserzione del tendine peroniero breve
MALATTIA DI KOHLER
Osteonecrosi dell’osso navicolare del tarso
(scafoide tarsale)
Tipica presentazione clinica con dolore
mediale del mesopiede in un bambino di età
compresa tra i 3 e 7 anni.
Di solito il dolore peggiora con l’attività e si
riduce con il dolore.
Predominanza sesso maschile
MALATTIA DI KOHLER
Esistono due tipi di malattie, entrambe colpiscono il piede durante l’età
evolutiva ed entrambe si chiamano Kohler I e Kohler II. Appartengono al
gruppo delle osteocondrosi. Kohler I è l’osteocondrosi dello scafoide tarsale.
La patologia, di solito monolaterale, si manifesta generalmente in bambini di
età compresa fra i 3 gli 8 anni e compare con maggiore frequenza nel sesso
maschile. Il morbo di Köhler può essere asintomatico; quando presenti, le
manifestazioni cliniche sono il dolore, che talvolta può causare una leggera
zoppia, e una lieve tumefazione nella parte interna del piede.
La radiografia mette in evidenza l’appiattimento dello scafoide che appare
inoltre sclerotico e frammentato; è sempre consigliabile eseguire anche un
controllo radiografico dell’altro piede.
Il decorso della malattia è generalmente benigno; la guarigione completa
avviene dopo 18-24 mesi.
Nei due o tre mesi in cui la sintomatologia dolorosa si acutizza viene consigliato
divieto di carico; terminata la fase di dolenzia potrebbe essere indicato l’uso
di un plantare che, sollevando la volta longitudinale del piede, diminuisca il
carico sullo scafoide con graduale ripresa dell’attività sportiva.
MALATTIA DI KOHLER
Kohler II colpisce prevalentemente il sesso femminile, è un
osteocondrosi che interessa il secondo metatarso del piede. La
testa del metatarso va in contro ad una sofferenza ischemica,
non riceve più un sufficiente apporto di sangue e ossigeno e
perde vitalità. Come conseguenza perde resistenza e si
deforma. La comparsa della malattia avviene di solito nel
periodo della tarda infanzia o in quello dell’adolescenza, ma,
sfortunatamente, i primi sintomi si avvertono solamente in età
più avanzate. La radiografia della testa metatarsale rende
evidenti la deformazione, lo slargamento, l’appiattimento,
l’addensamento e la frammentazione di quest’ultima. Il dolore
tuttavia passa spontaneamente, ma a differenza degli altri
“dolori di crescita” a distanza di anni, una volta adulto, il piede
sviluppa una forma di artrosi localizzata alla base del secondo
dito che può richiedere un intervento chirurgico.
DIAGNOSI
CAUSE:
❖ Compressione meccanica del navicolare
tarsale, che danneggia la
vascolarizzazione.
❖ Lo scafoide forma l’apice dell’arcata
longitudinale del piede ed è sottoposto a
compressione costante durante la
deambulazione.
❖ Tali forze possono provocare l’interruzione
vascolare durante una fase critica precoce
dell’ossificazione dello scafoide.
DIAGNOSI
Peggioramento del dolore a livello mediale
del mesopiede con l’attività
Dolore alla palpazione
Il paziente cammina poggiando la parte
laterale del piede per evitare di sollecitare
lo scafoide.
trimalleolare complessa
Tipo I
Tipo II
Tipo III
Fratture dell'epifisi distale della tibia
Salter III
Salter IV
Frattura di Tillaux
• Lesione di III tipo di Salter-Harris ,
interessa la metà laterale del nucleo
epifisario tibiale
• età pre-adolescenziale in cui inizia la
chiusura della cartilagine centralmente.
Frattura " triplana"
• IV tipo di Salter-Harris
• età pre-adolescenziale
• Meccanismi:
- rotazione esterna con
spostamento postero -
laterale della porzione
laterale del piatto
epifisario
- flessione plantare forzata
e compressione assiale
della regione metafisaria.
FRATTURE DEL PERONE: FRATTURA DI POTT
VARIANTE
VARIANTE
BASSA
ALTA
T
R
A
U
M
I
D
A
I
N
V
E
R
S
Distorsione Rottura del collaterale lat I
Avulsione del collaterale O
collaterale
del lat
lat N
E
D
I
C
A
V
I
G
L
I
A
Mesopiede
(Metatarso-cuboidea e
Scafoidea)
Avampiede
(Metatarso falengee,
Interfalangee)
ARTRODESI
➢ Tendinite di Achille
➢ Trombosi venosa profonda
➢ Strappo del gastrocnemio mediale
➢ Rottura del legamento plantare
➢ Frattura da stress della tibia
TRATTAMENTO
➢ Intervento chirurgico: la scelta viene
effettuata in base all’attività, all’età, alle
condizioni cliniche e ai rischi di un intervento
del paziente.
➢ Un ritardo nell’iniziare un qualsiasi tipo di
intervento complica la terapia, in quanto la
contrazione dei muscoli tende ad aumentare
la distanza tra i due lembi del tendine rotto.
SINDROME TUNNEL TARSALE