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ra one DONNAMODERNA.COM STORIE TRA I BRACCIANTI DI MONDRAGONE, DA 40 ANNI di Monica Picci {| Centro Laila accoglie i bambini degli immigrati impiegati nei campi. «Da mattino asera, pensiamo noi a pasti, compiti, scuola» dice la presidente Gisele Luciano. Una missione in una terra di frontiera adesso al centro delle cronache olo l'incoscienza ¢ l'arte di arrangiarsi di un musici- e@ sta ¢ una trapezista potevano fare l'impresa di fon- dare a Castel Volturno il Centro Laila, che da 40. anni si occupa dei figli degli immigrati mentre i genitori sono al lavoro neicampi. Siamo sulla Domiziana, una strada trafficata con ai lati fabbriche dismesse ¢ hotel sequestrati alla camorra, che si snoda per pit di 30 kmda Mondragone, in provincia di Caserta, fino alle porte di Napoli. Un tratto di costa sul mare pit inquinato d'Italia dove niente ¢ come sembra. Prima del terremoto del 1980 qui c’erano le seconde case di vacanza - abusive - di famiglie benestanti. Poi sono state occupate dagli sfollati del sisma e infine affittate agli immigrati, stagionali o stabili, come quelli della comunita bulgara residente nei palazzi ex-Cirio dove é esploso un fo- colaio Covid (wedi box a pag. 42). «La nostra associazione nasce dal volere dei mici genitori, Angelo e Marcelle. Dopo NEWS LIASSOCIAZIONE Afianco, Gisele Luciano, 46 anni, presidente del Centro Laila che ha ospitate fine aoggi circa 2.000 bambini, soprattutta di africana. In alto, lo scuclabus e le attivita. essersi incontrati negli anni '7o a Tel Aviv, decisero di aprire un campeggio da queste parti, a Baia Verde» racoonta Gisele Luciano, 46 anni, responsabile del Centro Laila. Nel 1982, durante la chiusura invernale del camping, «mio padre fu incaricato da un’associazione di cercare promesse sportive trai primi migranti africani arrivati qui negli anni'8o. Inun rudere diroccato trovo un bambino abbandonato a se stesso. Quando la madre, che era a raccogliere pomodori nei cam- pi, tornd, chiese a mio padre in lacrime di non chiamare la polizia. Non aveva nessuno a cui lasciare il figlio. “Per il mo- mento lo possiamo tenere io ¢ mia moglie” la rincuord lui. Il giorno dopo si presentarono a casa nostra 43 bambini». aLiandiamo a prendere ogni giorno alle 6 perdare possibilita alle madridiraggiungere il lavoro». All'epoca Gisele aveva8 anni, sua sorella Laila (da qui il nome del centro) sarebbe nata 2anni dopo. Poié arrivato anche Francis, fratello adottato ori- ginario del Ghana, oltre a tutti i bambini, circa 2.000, ospitati allinizio nei bungalow e poi nella “storica” struttura di Castel Volturno. «Fino al 2016 abbiamo gestito anche un centro ac- coglienza per l’emergenza nordafricana a Mondragone, poco lontano da qui, ¢ altre case famigliache abbiamo dovuto chiudere per mancanza di finanziamenti. Se siamo riusciti a far fronte ai tanti ostacoli, compreso un incendio nel 1992, é perché siamo una famiglia. Lavoriamo tutti, io, mia sorella, mariti e figa~ nell'associazione: a 79 anni mio padre guida ancora il pul. mino mentre mia madre s1 cucina. I bambini arrivano Gi 41 NEWS noi gia a1 anno e ci restano fino ai 13. Li andiamo a prendere ogni giorno alle 6 di mattina per dare possibilita alle madi di raggiungere il lavoro, spesso lontano da questo territorio “in- quinato” in tutti i sensi. ‘unica cosa che i piccoli non fanno qui ¢ dormire. Per il resto li seguiamo dall’inserimento scola- stico ai compiti, pasti compresi». «Tra i cittadini bulgari chi si spezza la schiena nei campi sono le donne». Nel 70% dei casi gli ospiti del Centro Laila sono figli di famiglie monogenitoriali, ciot di donne che fan- no le badanti, le colf o le braccianti (tra i migranti bulgari chi si spezza la schiena per pochi euro al giorno sono loro, men- tre tra gli africani oggi sono quasi tutti uomini). «All'inizio» precisa Gisele «abbiamo anche aiutato delle madria uscire dal giro della prostituzione, ma ora se ne occupano le associazio- nia tutela delle vittime di tratta con cui siamo in rete». Prima dell’emergenza Covid nel centro c’erano 35 bambini, molti gha- nesi ¢ nigeriani. «L'immigrazione stagionale bulgara, quella che ha creato tensioni nelle ultime settimane, é una delle piit recenti» racconta Simmaco Perillo, presidente della coopera- tiva sociale “Al di la dei sogni" di Maiano di Sessa Aurunca, che da impiego ai braccianti italiani e stranieri nei campi con- fiscati alla camorra. «1 bulgari arrivano tramite organizzazioni criminali che, in accordo con la malavita locale, gestiscono un vero ¢ proprio traffico di esseri umani. Sono sfruttati nei campi ma non solo, Come denuncié 2 anni fa il quotidiano Abvenire, ragazzini immigrati, bulgari e nordafricani veniva- no “comprati” sul lungomare per pochi euro». Una vicenda conclusa a maggio con lacondanna per favoreggiamento della prostituzione minorile di3 italiani, mentre la cronacaé tornata aoccuparsi della comunita bulgara di Mondragone per le vio- lente tensioni con la popolazione locale, dopo che la Regione ‘Campania ha dichiarato “zona rossa” i palazzi ex-Cirio dove abitano i braccianti, impedendo loro di lavorare. «Forse biso- gnerebbe capire come dar loroun sostentamento nei giorni in cui, chiusi in casa, non guadagnano meanche i 20-30 euro che di solito fanno a giornata» aggiunge Perillo. La situazione & complessa, ma prima ancora del coronavirus quila vera emer- genza si chiama “bomba sociale”. La Cgil locale denuncia da tempo che i braccianti dell’Est Europa - cirea un migliaio di persone residenti pili altrettanti stagionali - pur essendo cit- tadini comunitari non accedono ai servizi base, dalla scuola al medico di famiglia perché non hanno contratti di lavoro né affitti regolari. E anche Roberto Saviano, che in queste terre cié nato, ha denunciato la situazione su Repubblica: «Aver sempre considerato gli immigrati alla stregua di usurpatori ¢ non di Javoratori ha lasciato proliferare sacche di illegalita connesse al lavoro nero e allo sfruttamento; facile in questo caso dire che gli untori sono gli stranieri, gli invasori, gli immigrati, le famiglie dei lavoratori bulgari accusate di uscire per continua- rea lavorare. Come credete possano continuare a campare?». WRIPRODUZIONE RISERVATA 42 Gui sopra, una mamma immigrata: nel 70% dei casi, ibambini accotti dal Centro Laila sono figli di famiglie monogenitoriali, spesso di badanti, colf, braccianti. Acinistra, Gisele Luciana. ‘COS’E SUCGCESSO NEI PALAZZI EX-CIRIO Sabato 20 giugno a Mondragone (Caserta) viene individuato un nuovo focolaio di coronavirus. Inizialmente @ circoscritto a un uomo e una donna andata a partorire in ospedale, asintomatici e residenti in uno dei palazzi ex-Cirio. Due giorni dopo, il 22, scatta la zona rossa: isolamento domiciliare, prorogato pai fino a luglio, e tamponia tappeto peri circa 700 residenti. Alcuni migranti violano il cordene sanitario evadendo dalle abitazioni. Sale la tensione tra i bulgari (che fanno volare sedie dal balcone di uno dei palazzoni) e la popolazione locale (rinforzata dalla malavita) che teme la diffusione del ‘Covid. Mentre continua a cresce: numero: dei contagi, in citta arrivano 50 militari dell'esercito. Al momento sono 79 i positivi nel Casertano: sui 61 individuatia Mondragone 43 vivono nei palazzi “ghetto”. — cal |

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