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INCONTRO TRANSNAZIONALE

Progetto Equal Immagin@zioni

“COSTRUIAMO L’AGORA’”

Pavia, 8 marzo 2003


Intervento di Francesco Abbà

1. Le ragioni per redigere un bilancio di responsabilità etica e sociale

Il bilancio o rendiconto di responsabilità etico sociale è prima di tutto uno strumento, un


insieme di informazioni esposte secondo uno schema ripetuto e condiviso a servizio
dell’impresa sociale, per permettere un più corretto perseguimento degli obiettivi
economico-sociali.
Il bilancio di responsabilità etica e sociale si affianca ad altri strumenti, atti a migliorare la
qualità dell’attività dell’impresa sociale e individuabili nel progetto nazionale “qualità” di
CGM: la certificazione di qualità, il sistema di pianificazione e valutazione dei risultati
economici e sociali (sistema di monitoraggio), le procedure di accreditamento, i marchi
settoriali e, per l’appunto, il bilancio di responsabilità etica e sociale.
Sul piano operativo, sono state approntate diverse sinergie tra questi strumenti, al fine
tanto di ridurre i costi operativi quanto i lunghi tempi necessari per il loro vantaggioso
utilizzo da parte dell’impresa sociale.
Due sono le ragioni specifiche che validano l’introduzione dello strumento del bilancio di
responsabilità etica e sociale nella “cassetta degli attrezzi” dell’impresa sociale:
• attuare la “rendicontabilità” dell’attività svolta e dei risultati ottenuti rispetto ai
principi etici individuati nei confronti delle categorie di portatori di interesse:
“rendicontabilità” significa evidenziare “l’impatto” dell’impresa sociale rispetto al suo
contesto di azione;
• migliorare la governance o l’insieme delle regole stabilite e utilizzate per la
selezione degli obiettivi dell’organizzazione, nonché i processi per stabilirle e
attuarle. La necessità di governo implica la consapevolezza di dove andare (quali
valori e finalità perseguire), con chi collaborare e con quali mezzi procedere, di dare
un senso all’impegno dei soggetti coinvolti e all’esigenza di rappresentarsi come
soggetti dotati di una identità collettiva.

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Altri due obiettivi si affiancano positivamente ai primi due, quali effetti indiretti: il
miglioramento della comunicazione e delle strategie di immagine sociale, il primo a sortire
effetti in ordine temporale, e il controllo della gestione operativa.

Le ragioni storiche che sospingono le imprese sociali ad affrontare con urgenza il tema
della redazione del proprio bilancio di responsabilità etica e sociale, sono riconducibili
sostanzialmente a tre punti principali:

 la cooperazione sociale è chiamata dalla sua stessa “natura” al rendiconto della


responsabilità sociale: la bontà della causa perseguita non implica necessariamente
la qualità dell’azione svolta;
 il codice etico di Federsolidarietà indica i principi guida dell’azione cooperativa e
rischierebbe di rimanere una voce inascoltata in assenza di strumenti di validazione
dei suoi contenuti;
 in Europa si parla sempre più spesso di responsabilità sociale delle imprese in
genere, per cui anche e soprattutto le imprese sociali sono chiamate a operare in
modo coerente questi temi.

La specificità dell’essere impresa sociale determina le peculiarità dell’approccio alla


misurazione, valutazione e comunicazione dei suoi accadimenti. Esse riguardano:
• la pluralità dei soggetti coinvolti nel processo organizzativo e decisionale di
produzione ed erogazione dei servizi;
• la pluralità delle dimensioni dei fatti o accadimenti di impresa soggetti a misura;
• l’attenzione a finalità etiche, come criterio nell’impiego delle risorse e metodo di
scelta fra i diversi corsi di azione.

Tra le risorse più importanti per il successo di una impresa sociale, gli assetts intangibili
sopravanzano in gran misura quelli tangibili degli investimenti.
Tra gli assetts intangibili ricomprendiamo il marchio, le competenze accumulate, la
reputazione di cui l’impresa gode fra i suoi portatori di interesse.
L’importanza della reputazione deriva dal fatto che “essa consente l’instaurarsi di rapporti
di fiducia fra l’impresa e i suoi stakeholder – portatori di interesse - sia interni (i

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collaboratori e il management) sia esterni (i fornitori, i clienti, le comunità locali, la pubblica
amministrazione, i partners, ecc..).”
La fiducia fra i portatori di interesse e fra questi e le imprese sociali, permette di rendere
stabile la relazione di autorità che si instaura fra gli organi di governo dell’impresa e i suoi
portatori di interesse interni ed esterni con cui si svolgono ripetuti scambi (collaboratori,
beneficiari, donatori, pubblica amministrazione, ecc..).
Fra l’impresa sociale e i portatori di interessi deve sussistere una relazione fiduciaria nel
senso che “devono poter intrattenere la ragionevole credenza che esso agirà in modo
coerente con i propri interessi, senza far ricorso a comportamenti opportunistici”.

Per cui il bilancio di responsabilità etico e sociale, è lo strumento costruito per verificare in
modo strutturato, tramite l’impiego di sistemi di misura adeguati, la correttezza delle azioni
fra l’impresa sociale e i portatori di interesse interni ed esterni, garantendo, tramite
evidenze documentabili, la reputazione dell’impresa e dei suoi organi di governo e
permettendo così la crescita delle relazioni fiduciarie.

2. Il Modello di Bilancio di Responsabilità Etica e Sociale

Il modello di bilancio di responsabilità etica e sociale, è il risultato dell’operare di un gruppo


di lavoro in ambito CGM nel corso dell’anno 2002, grazie alle esperienze della rete e alla
conoscenza acquisita nel tempo e documentata in diversi articoli apparsi sulla rivista
“Impresa sociale”.
La logica di questo modello, pur essendo concettualmente rigorosa, è finalizzata ad uno
scopo operativo chiaro e definito: rendere possibile e sostenibile la redazione del bilancio
di responsabilità etica e sociale nella rete CGM (composta da oltre 70 Consorzi territoriali
e da circa 1000 cooperative sociali, sia di tipo A - socio assistenziali - che di tipo B - di
inserimento lavorativo - ) in tempi relativamente contenuti.
Si è scelto di denominarlo ”bilancio di responsabilità etica e sociale” perché esprime 3
concetti: bilancio o equilibrio fra dimensioni differenti, responsabilità come atteggiamento
verso le attività svolte, etica e sociale quale oggetto e metodo della responsabilità.

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LO SCHEMA DI RIFERIMENTO Cgm

Produzione e Indicatori e
distribuzione valutazione
valore
aggiunto 5 4

Mappa dei
La politica
1 3 portatori di
del R.S.
interesse
2

Presentazione della impresa


a) la definizione delle politiche del bilancio di responsabilità etica e sociale
Sistema di governo e di gestione

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La politica di realizzazione del bilancio di responsabilità etica e sociale si concretizza


attraverso 2 filoni di azione: la definizione del “modello del processo”, gli attori sociali
coinvolti, la costruzione partecipata, la cultura organizzativa, e del “modello dei contenuti”,
i documenti, le informazioni, i dati della “contabilità sociale”.
La definizione di una politica di processo coinvolge diversi temi critici, come le decisioni
su:
- quale regolarità e continuità dare al processo/documento,
- chi designare come responsabile del progetto e la scelta del livello di
responsabilità;
- come creare un gruppo di lavoro con competenze diversificate e disponibilità
di tempo rispetto al lavoro ordinario;
- come definire i tempi e le modalità di partecipazione delle diverse categorie
di portatori di interesse;
- come definire i soggetti, le modalità di comunicazione e la presentazione del
documento.

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b) la definizione dell’identità dell’impresa sociale

La caratteristica distintiva dell’impresa sociale è il coinvolgimento dei diversi portatori di


interesse nel sistema di governo delle attività, attraverso la costruzione di processi che li
includano nelle decisioni fondamentali e nelle assunzioni di responsabilità.
La presentazione dell’impresa sociale dovrà fornire al lettore una evidenza della forma
imprenditoriale:
- orientamento strategico di fondo, descrizione della missione, descrizione
delle strategie rispetto all’offerta e all’organizzazione dei mercati.
Inoltre, il lettore dovrà acquisire quegli elementi conoscitivi che rendono possibile
l’identificazione dell’impresa sociale tramite la descrizione delle seguenti dimensioni:
- la storia dell’impresa sociale, il contesto sociale e territoriale, la
composizione della compagine sociale, la dimensione occupazionale, la
descrizione delle attività, l’assetto organizzativo - organigramma, le
partecipazioni societarie e le reti di appartenenza.

c) la mappatura delle categorie di interesse e le aree di valutazione delle


relazioni con l’impresa sociale

La mappa dei portatori di interesse rappresenta lo strumento operativo centrale dello


schema di redazione del B-RES; infatti ha il compito di collegare la identità -
visione/missione - della cooperativa e le relative strategie, alle evidenze empiriche di
rendicontazione (dati di contabilità economica e sociale).
La mappa dei portatori di interesse, funge da bussola che orienta la cooperativa nel
processo di redazione del B-RES.
E’ necessario individuare le categorie dei portatori di interesse, espressi da ogni gruppo
o insieme di individui, che possono influenzare o essere influenzati dal
raggiungimento degli obiettivi che si è data la cooperativa sociale nel periodo di
riferimento.

Il gruppo di lavoro CGM ha individuato le seguenti 10 categorie di detentori di interesse:

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N° RILEVANZA DEI P.I. PER LA
RIFERIM COOPERATIVA
PORTATORI DI INTERESSE (P.I.) ENTO
Organi direzionali 1
- consiglio di Amministrazione e
presidente 1/a
- direttore della cooperativa o dirigenti
di area 1/b
- collegio sindacale 1/c
Soci 2
Assemblea dei Soci (organo di
indirizzo) 2/a
- lavoratori 2/b
- lavoratori svantaggiati (coop. B) 2/c
- volontari 2/d
- fruitori 2/e
- sovventori 2/f
Altre risorse umane 3
(ruolo risorse)
- lavoratori non soci 3/a
- lavoratori svantaggiati non soci (coop.
B) 3/b
- volontari 3/c
- stagisti, servizio civile, borse lavoro,
ecc.… 3/d
Fruitori non soci 4

Rete cooperativa 5
- altre cooperative sociali e non 5/a
- consorzio/i territoriali di riferimento 5/b
- consorzi di scopo 5/c
- consorzio nazionale Cgm 5/d
Rete politica di appartenenza 6 \
Rete di terzo settore 7
Rete territoriale 8
- istituzioni locali 8/a
- comunità locale 8/b
Rete Economica 9
- committente / cliente 9/a
- fornitori 9/b
- finanziatori remunerati 9/c
- donatori 9/d
Mass media e comunicazione 10

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Le categorie di portatori di interesse dalla prima alla quarta, sono considerate interne alla
cooperativa in quanto direttamente coinvolte o capaci di influenzare i processi decisionali e
in ogni caso di incidere sul processo di produzione del servizio.
Nella redazione del bilancio di responsabilità etica e sociale la Cooperativa deve indicare
quali sono le strategie adottate (formalizzate o implicite) per ogni categoria di portatore di
interesse: si tratta di definire sia la strategia di soddisfacimento dell’interesse che quella di
informazione/comunicazione delle risposte offerte dalla cooperativa.
L’analisi del sistema di relazioni fra la cooperativa sociale e i portatori di interesse avviene
utilizzando una griglia di selezione delle informazioni contenente delle aree di
valutazione. Per ognuna di queste aree sono indicate: a) le domande e le parole chiave
per leggere la relazione fra cooperativa e categoria di portatori di interesse in esame; b) le
evidenze empiriche utilizzabili per “validare” i risultati ottenuti dalla cooperativa rispetto alle
aree di valutazione esaminate.
Le aree di valutazione sono le seguenti:
 valorizzazione risorse umane (la persona è posta al centro della
cooperativa);
 gestione democratica e partecipazione;
 collaborazione e integrazione nella rete (territorialità, specializzazione,
capacità di generare e sostenere lo spin off cooperativo);
 funzionamento e risultati (efficacia ed efficienza) delle attività svolte;
 soddisfazione/benessere (la dimensione soggettiva delle esigenze dei
portatori di interesse).
La griglia di indicatori opera nella redazione del B-RES come un “setaccio” in grado di
vagliare la massa delle informazioni di contabilità sociale ed economica raccolta, in
relazione alle categorie dei portatori di interesse e alla loro rilevanza: può infatti avvenire
che le stesse informazioni chiariscono le relazioni fra la cooperativa sociale e più categorie
di portatori di interesse.

d) Le evidenze documentabili legate ai sistemi di indicatori numerici


rappresentanti i fatti sociali e gestionali

Quali sono i dati da rilevare per rappresentare i fatti gestionali e sociali dell’impresa
sociale? Come operare la selezione di questi dati e la loro elaborazione?

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I criteri fondamentali individuati sono due: la loro utilità nell’utilizzo della griglia di lettura e
la sostenibilità della loro raccolta costante nel tempo in relazione all’utilizzo all’interno degli
strumenti di funzionamento dell’impresa sociale.
I dati raccolti ed elaborati possono essere valorizzati tramite la costruzione di indicatori e
l’evidenziazione dei legami esplicativi esistenti fra gruppi di indicatori.
CGM ha pensato di selezionare come griglia minima comune a tutti i soggetti della rete, le
informazioni e gli indicatori selezionati tramite il sistema di monitoraggio delle prestazioni
cooperative e consortili, iniziato nell’anno 2002.
Questo strumento ha finalità di tipo strategico e gestionale all’interno del progetto
istituzionale qualità, con riferimento agli aspetti economici e sociali critici nel
funzionamento delle cooperative della rete, dei consorzi e della intera impresa rete CGM.
Le finalità primarie dei due strumenti sono quindi diverse, ma molti dei dati rilevati hanno
interesse per l’utilizzo operativo di entrambi gli strumenti.
I dati rilevati attualmente dal sistema di monitoraggio riguardano sette categorie di
informazioni, suddivise fra tredici tabelle:
• aspetti anagrafici e giuridici;
• l’analisi dell’attività svolta dalle cooperative di tipo a) e b), aree e settori di intervento,
numero di utenti o persone svantaggiate inserite, fatturato;
• numero collaboratori e soci e loro variazioni;
• analisi del fatturato per tipologie di commesse, di clienti e di contratti stipulati;
• analisi delle principali forme di finanziamento;
• rilevazione dei dati economici e patrimoniali;
• analisi dei principali meccanismi di rete: servizi ricevuti da soggetti di secondo livello e
appartenenze associative.
Gli indicatori sono raggruppati, a loro volta, in quattro dimensioni principali:
 l’identità dell’impresa sociale, cioè la struttura e l’attività, rilevata tramite le classi che
esaminano le caratteristiche della compagine sociale, occupazionale, gli utenti/fruitori,
la crescita e l’innovazione del portafoglio servizi, la struttura del fatturato;
 l’utilizzo delle risorse economiche rilevata tramite le classi della solidità, liquidità,
struttura produttiva;

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 la valorizzazione delle risorse sociali tramite le classi che esaminano la partecipazione
all’impresa sociale dei lavoratori svantaggiati, degli utenti, dei volontari, dei soci
sovventori;
 la capacità di fare rete, intesa come sviluppo dei progetti intercooperativi.
Questi dati sono delle utili evidenze empiriche per chiarire il significato dei diversi “incroci”
della matrice fra categorie di portatori di interesse e aree di valutazione.

e) la riclassificazione del conto economico al valore aggiunto


Il valore aggiunto può essere generalmente definito come il valore creato dall’impresa
rispetto ad altre economie esterne.
In altre parole, può essere letto come il “contributo” all’economia in cui è inserita la
cooperativa sociale, la sua attitudine a produrre ricchezza.
La riclassificazione a valore aggiunto richiede quindi una distinzione tra costi riconosciuti
ad economie esterni e costi generati da fattori interni.
I primi – costi riconosciuti ad economie esterne - rappresentano una diminuzione del
valore prodotto, mentre i secondi – costi generati da fattori interni – una sua distribuzione.
Ciò che interessa non è la “creazione “di valore, quanto la sua distribuzione ai detentori di
interessi rilevanti.
Lo schema predisposto ha considerato come interlocutori rilevanti: la base sociale, i soci
prestatori, i prestatori non soci, i finanziatori, le cooperative e il consorzio, la comunità
locale e il terzo settore.
Nella definizione del metodo, mantenendo ferma la necessaria distinzione tra i costi interni
ed esterni, è stata privilegiata una logica mista per natura (costi extra caratteristici, costi
finanziari, ecc..) e per destinazione (costi per soci, comunità, ecc..).
La distinzione è dovuta al fatto che il criterio della natura è necessario per identificare il
valore aggiunto, ma il criterio della destinazione permette di evidenziare i rapporti con i
singoli detentori di interesse.
Lo schema individuato si presta a almeno 3 tipi di interpretazione, tramite altrettante chiavi
di lettura complementari:
- la destinazione della ricchezza ai diversi interlocutori;
- una lettura dei rapporti con i singoli stakeholders, che non si esaurisce nella
logica della distribuzione. Ad esempio, i rapporti con la comunità vanno visti

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considerando anche i contributi/donazioni ricevute, e quelli con il sistema
cooperativistico considerando i ricavi;
- lo schema di riclassificazione del valore aggiunto distribuito per mezzo degli
indici, che possono fornire una immediata interpretazione dei dati.
Il calcolo del valore aggiunto e della sua distribuzione, con i suoi limiti legati alla
prospettiva solo monetaria di rilevazione degli scambi, è comunque un utile strumento per
comprendere le relazioni esistenti fra i portatori di interesse, e dà pieno valore alla
rilevazione contabile e agli equilibri economici, tema talvolta sottovalutato nelle imprese
sociali.

3. Il bilancio di responsablità etica e sociale: le sfide per il Consorzio Nazionale


della Cooperazione sociale CGM

Il Bilancio di responsabilità etica e sociale è un documento, ma è anche un processo


che riguarda il singolo soggetto della rete CGM, e la rete CGM nel suo complesso.
L’adozione di questo processo in una impresa-rete in forma cooperativa come CGM, o
anche in un consorzio territoriale di cooperative autonome, implica la definizione di
alcuni punti indispensabili del progetto operativo:
 la predisposizione di uno schema di rilevazione dei dati che sia sostenibile
per il singolo soggetto per quantità di informazioni periodicamente richieste;
 la messa a disposizione di supporti informatici adatti a rilevare, elaborare,
visualizzare e comparare le informazioni raccolte;
 la selezione e la formazione dei responsabili di questo processo per ogni
soggetto coinvolto ad ogni livello (cooperativa, consorzio, consorzio di secondo
livello);
 la predisposizione e la verifica di un percorso di apprendimento organizzativo
dei soggetti coinvolti;
 la formalizzazione e l’utilizzo di procedure di raccolta, esame e confronto dei
rendiconti sociali elaborati, per migliorare nel tempo, tramite forme di
benchmarking, la qualità e i processi.

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Se la redazione di un bilancio di responsabilità etica e sociale è un processo reiterato nel
tempo, vi sarà una evoluzione progressiva nelle successive redazioni.
E’ opportuno non cadere nella trappola del perfezionismo immediato: chiedere “troppo”
alla completezza del documento e al pieno coinvolgimento dei portatori di interesse fin
dalla prima redazione o al punto “redazione zero” è pericoloso e controproducente.

La redazione del bilancio di responsabilità etica e sociale è considerato nell’ambito


progetto qualità di CGM, come l’ultimo strumento da introdurre nel funzionamento
dell’impresa sociale: si tratta di un ordine cronologico legato allo strutturarsi organizzativo
dei soggetti della rete, non di un ordine di importanza.
In quanto a rilevanza, possiamo considerare il bilancio di responsabilità etica e sociale
come lo strumento apicale: serve a migliorare il funzionamento della governance
dell’impresa sociale nella sua dimensione costitutiva “multi stakeholder” che ne
rappresenta il fattore organizzativo e gestionale distintivo e la ragione del suo “vantaggio
competitivo” nella soddisfazione di una variegata categoria di bisogni sociali.

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