fascicolo 2 fascicolo 3
Quadro rH redditi di partecipazione in società istruzioni comuni ai quadri rE - rf - rG - rd - rs
di persone e assimilate novità della disciplina del reddito d’impresa e di lavoro autonomo
Quadro rl altri redditi Quadro rE lavoro autonomo derivante dall’esercizio
di arti e professioni
Quadro rM redditi soggetti a tassazione separata
Quadro rf impresa in contabilità ordinaria
e imposta sostitutiva
Quadro rG impresa in regime di contabilità semplificata
Quadro rT Plusvalenze di natura finanziaria Quadro lM imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità -
Quadro rr contributi previdenziali regime forfetario
Modulo rW investimenti all’estero e/o attività estere Quadro rd allevamento di animali, produzione di vegetali
di natura finanziaria - monitoraggio - iViE/iVafE ed altre attività agricole
Quadro ac comunicazione dell’amministratore di condominio Quadro rs Prospetti comuni ai quadri ra, rd, rE, rf, rG, rH e lM
Quadro rQ imposte sostitutive e addizionali all’irpef
PErsonE fisicHE Guida alla compilazione
Quadro ru crediti di imposta concessi a favore delle imprese
non rEsidEnTi del Modello rEddiTi 2018
Quadro fc redditi dei soggetti controllati residenti in stati
o territori con regime fiscale privilegiato
Quadro nr nuovi residenti
Quadro cE credito di imposta per redditi prodotti all’estero
Quadro Tr Trasferimento della residenza all’estero
assistenza uffici
Presso l’ufficio è possibile ottenere informazioni di carattere generale sulla normativa fiscale e sulla compilazione della dichiarazione
REDDITI Persone Fisiche. Utilizzando il servizio “Trova l’Ufficio”, presente sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it, è possibile indi-
viduare l’ufficio più vicino.
assistenza telefonica
Telefonando ad uno dei numeri di seguito riportati e seguendo le indicazioni fornite dal sistema è possibile accedere
al call center con operatore oppure al servizio automatico.
Per chiamate da telefono fisso 848.800.444 – il costo della telefonata: tariffa urbana a tempo (T.U.T.).
Per chiamate da cellulare 06.96668907 – il costo è a carico del chiamante secondo il piano tariffario applicato dal proprio gestore.
Per chiamate dall’estero 0039.06.96668933 – il costo è a carico del chiamante.
Inviando un SMS al 320.43.08.444 è inoltre possibile ricevere semplici informazioni fiscali sul cellulare.
n SERVIZIO AUTOMATICO
I servizi offerti sono:
– la verifica delle partite IVA degli operatori comunitari;
– la prenotazione di un appuntamento.
n PRENOTAZIONE APPUNTAMENTI
Il servizio consente, a coloro che hanno necessità di recarsi in ufficio, di prenotare un appuntamento con un funzionario evitando inutili attese presso
gli sportelli. La prenotazione può essere effettuata 24 ore su 24 e permette di scegliere l'ufficio presso il quale recarsi, il giorno e l'ora preferiti tra quelli
proposti e il servizio desiderato.
La prenotazione può essere effettuata:
– attraverso internet;
– telefonando ai numeri sopra riportati.
2018
Il Modello REDDITI per la dichiarazione dei redditi è composto da:
n FascIcolo 1 (obbligatorio per tutti i contribuenti) suddiviso in:
– FRONTESPIZIO costituito da tre facciate: la prima con i dati che identificano il dichiarante e l’informativa sulla privacy, la seconda e
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contenuto nel Fascicolo 2. Chi è tenuto alle comunicazioni come amministratore di condominio, deve compilare il quadro AC
casI dI esoneRo
È esonerato dalla presentazione della dichiarazione il contribuente che possiede esclusivamente i redditi indicati nella prima
colonna, se si sono verificate le condizioni descritte nella seconda colonna.
L’esonero non si applica se il contribuente deve restituire in tutto o in parte, il bonus Irpef.
TIPo dI ReddITo condIzIonI
Abitazione principale, relative pertinenze e altri fabbricati non locati (*)
Lavoro dipendente o pensione 1. Redditi corrisposti da un unico sostituto d’imposta obbli-
Lavoro dipendente o pensione + Abitazione principale, relative pertinenze gato ad effettuare le ritenute di acconto o corrisposti da
e altri fabbricati non locati (*) più sostituti purché certificati dall’ultimo che ha effettuato
il conguaglio
Rapporti di collaborazione coordinata e continuativa compresi i lavori a progetto.
Sono escluse le collaborazioni di carattere amministrativo-gestionale di natura non profes- 2. Le detrazioni per coniuge e familiari a carico sono spettanti
sionale rese in favore di società e associazioni sportive dilettantistiche e non sono dovute le addizionali regionale e comunale
Redditi esenti.
Esempi: rendite erogate dall’Inail esclusivamente per invalidità permanente o per morte,
alcune borse di studio, pensioni di guerra, pensioni privilegiate ordinarie corrisposte ai militari
di leva, pensioni, indennità, comprese le indennità di accompagnamento e assegni erogati
dal Ministero dell’Interno ai ciechi civili, ai sordi e agli invalidi civili, sussidi a favore degli han-
seniani, pensioni sociali
Redditi soggetti ad imposta sostitutiva (diversi da quelli soggetti a cedolare secca).
Esempi: interessi sui BOT o sugli altri titoli del debito pubblico
Redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta.
Esempi: interessi sui conti correnti bancari o postali; redditi derivanti da lavori socialmente utili
(*) L’esonero non si applica se il fabbricato non locato è situato nello stesso comune dell’abitazione principale.
3
casI dI esoneRo con lIMITe dI ReddITo
È esonerato dalla presentazione della dichiarazione il contribuente che possiede esclusivamente i redditi indicati nella prima
colonna, nei limiti di reddito previsti nella seconda colonna, se si sono verificate le condizioni descritte nella terza colonna.
L’esonero non si applica se il contribuente deve restituire in tutto o in parte, il bonus Irpef.
TIPo dI ReddITo lIMITe dI ReddITo condIzIonI
(uguale o inferiore a)
Terreni e/o fabbricati (comprese abitazione principale e sue pertinenze) 500
Lavoro dipendente o assimilato + altre tipologie di reddito (*) 8.000 Periodo di lavoro non inferiore a 365 giorni
2018
(box, cantina, ecc.) 185,92 (terreni) operato le ritenute il contribuente può recuperare
il credito presentando la dichiarazione.
Periodo di pensione non inferiore a 365 giorni.
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Anche nel caso in cui non siano obbligati, i contribuenti possono comunque presentare la dichiarazione dei redditi per
far valere eventuali oneri sostenuti, deduzioni e/o detrazioni non attribuite o attribuite in misura inferiore a quella spet-
tante oppure per chiedere il rimborso di eccedenze di imposta derivanti dalla dichiarazione presentata nel 2017 o da
acconti versati nello stesso anno.
2018
Sulla base delle disposizioni del D.P.R. n. 322 del 1998, e successive modifiche, il Modello REDDITI Persone Fisiche 2018 deve essere
presentato entro i termini seguenti:
n dal 2 maggio 2018 al 2 luglio 2018 se la presentazione viene effettuata in forma cartacea per il tramite di un ufficio postale;
Ai sensi dell’articolo 1, comma 932, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, per gli anni in cui si applicano le disposizioni di cui all’articolo
21 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, il termine per la
presentazione delle dichiarazioni dei soggetti indicati nell’articolo 2 del regolamento di cui al D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322, in scadenza
al 30 settembre, è fissato al 31 ottobre.
I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale successivo.
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n devono presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti.
Si precisa che i Fascicoli 1 e 2 possono anche essere ritirati, gratuitamente, presso gli uffici comunali.
Modalità di presentazione
La dichiarazione REDDITI Persone Fisiche può essere presentata:
a) per via telematica, direttamente dal dichiarante;
b) per via telematica, tramite un intermediario abilitato ai sensi dell’art. 3, comma 3, d.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 e successive modificazioni;
c) consegnando una copia cartacea presso un qualsiasi ufficio postale nei casi previsti.
In caso di presentazione telematica, la dichiarazione si considera presentata nel giorno in cui è conclusa la ricezione dei dati da parte
dell’Agenzia delle Entrate. La prova della presentazione della dichiarazione è data dalla comunicazione attestante l’avvenuto ricevimento
dei dati, rilasciata sempre per via telematica.
Il servizio telematico restituisce immediatamente dopo l’invio, un messaggio che conferma solo l’avvenuta ricezione
del file e in seguito fornisce all’utente un’altra comunicazione attestante l’esito dell’elaborazione effettuata sui dati per-
venuti, che, in assenza di errori, conferma l’avvenuta presentazione della dichiarazione.
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n iscritti nel registro dei revisori contabili di cui al D.Lgs. 21 gennaio 1992, n. 88;
n associazioni sindacali di categoria tra imprenditori di cui all’art. 32, comma 1, lettere a), b) e c), del D.Lgs. n. 241 del 1997;
n associazioni che raggruppano prevalentemente soggetti appartenenti a minoranze etnico-linguistiche;
n Caf – dipendenti;
n Caf – imprese;
n notai iscritti nel ruolo indicato nell’art. 24 della legge 16 febbraio 1913, n. 89;
n coloro che esercitano abitualmente l’attività di consulenza fiscale;
n iscritti negli albi dei dottori agronomi e dei dottori forestali, degli agrotecnici e dei periti agrari.
2018
Sono altresì obbligati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni da loro predisposte gli studi professionali e le società di servizi in cui
almeno la metà degli associati o più della metà del capitale sociale sia posseduto da soggetti iscritti in alcuni albi, collegi o ruoli, come
specificati dal decreto dirigenziale 18 febbraio 1999 e tutti i successivi decreti emanati ai sensi dell’art. 3, comma 3, lett. e) del D.P.R. 22
luglio 1998, n. 322 e successive modificazioni.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Tali soggetti possono assolvere all’obbligo di presentazione telematica delle dichiarazioni avvalendosi, altresì, di società partecipate dai
consigli nazionali, dagli ordini, collegi e ruoli individuati nei predetti decreti, dai rispettivi iscritti, dalle associazioni rappresentative di
questi ultimi, dalle relative casse nazionali di previdenza e dai singoli associati alle predette associazioni.
Le dichiarazioni presentate tramite un ufficio postale da parte dei contribuenti obbligati alla presentazione per via te-
æ
lematica sono da ritenersi non redatte in conformità al modello approvato e, conseguentemente, si rende applicabile
ReddITI PeRsone FIsIche
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In relazione alla verifica della tempestività delle dichiarazioni presentate per via telematica, si considerano tempestive le dichiarazioni
trasmesse entro i termini previsti dal D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322 e successive modificazioni, ma scartate dal servizio telematico, purché
ritrasmesse entro i cinque giorni successivi alla data contenuta nella comunicazione dell’Agenzia delle Entrate che attesta il motivo dello
scarto (cfr. circolare del Ministero delle Finanze – Dipartimento delle Entrate n. 195/E del 24 Settembre 1999).
2018
È prevista altresì la revoca dell’abilitazione quando nello svolgimento dell’attività di trasmissione delle dichiarazioni vengono commesse
gravi o ripetute irregolarità, ovvero in presenza di provvedimenti di sospensione irrogati dall’ordine di appartenenza del professionista o
in caso di revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività da parte dei centri di assistenza fiscale.
I contribuenti che scelgono di versare le imposte dovute (saldo per l’anno 2017 e prima rata di acconto per il 2018) nel
periodo dal 3 luglio al 20 agosto 2018 devono applicare sulle somme da versare la maggiorazione dello 0,40 per cento
a titolo di interesse corrispettivo. I termini che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno
feriale successivo.
Gli importi delle imposte che scaturiscono dalla dichiarazione devono essere versati arrotondati all’unità di euro, così come determinati
nella dichiarazione stessa. Se, invece, l’ammontare indicato in dichiarazione deve essere successivamente elaborato (rateazioni) prima
di essere versato, si applica la regola generale dell’arrotondamento al centesimo di euro (es. euro 10.000,752 arrotondato diventa euro
10.000,75; euro 10.000,755 arrotondato diventa euro 10.000,76; euro 10.000,758 arrotondato diventa euro 10.000,76) trattandosi di
importi che non si indicano in dichiarazione ma direttamente nel modello di versamento F24.
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Per le imposte risultanti dalla dichiarazione dei redditi che non superano ciascuna l’importo di euro 12,00, non vanno
Acconti
Acconti IRPEF e cedolare secca per l’anno 2018
Nel modello REDDITI vanno riportati, se dovuti, l’ammontare dell’acconto Irpef e dell’acconto per la cedolare secca per l’anno 2018. Si
rinvia alle istruzioni fornite rispettivamente ai righi RN61 e LC2 per la determinazione degli acconti dovuti.
1) direttamente:
n mediante lo stesso servizio telematico utilizzato per la presentazione telematica delle dichiarazioni fiscali;
n ricorrendo ai servizi di home banking delle banche e di Poste Italiane;
n utilizzando i servizi di remote banking (CBI) offerti dal sistema bancario.
2) tramite gli intermediari abilitati al servizio telematico Entratel che aderiscono ad una specifica convenzione con l’Agenzia delle Entrate
ed utilizzano il software fornito loro gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate o che si avvalgono dei servizi on line offerti dalle banche
e da Poste Italiane.
I contribuenti non titolari di partita IVA, possono effettuare i versamenti su modello cartaceo oppure possono adottare le modalità
telematiche di versamento utilizzando i servizi online dell’Agenzia delle Entrate o del sistema bancario e postale.
Nel modello F24 è necessario indicare il codice fiscale, i dati anagrafici, il domicilio fiscale, l’anno d’imposta per il quale si versa il saldo
o l’acconto, nonché i codici tributo, reperibili sul sito Internet dell’Agenzia, necessari per imputare correttamente le somme versate.
Il versamento può essere effettuato in contanti o con addebito sul conto corrente bancario o postale:
n con carte Pago Bancomat, presso gli sportelli abilitati;
n con carta Postamat, assegni postali, assegni bancari su piazza, assegni circolari e vaglia postali;
n presso gli uffici postali;
n con assegni bancari e circolari nelle banche;
n con assegni circolari e vaglia cambiari, presso gli agenti della riscossione.
Gli importi devono essere sempre indicati con le prime due cifre decimali, anche nel caso in cui tali cifre siano pari a zero. Nel caso in cui
l’assegno risulti anche solo parzialmente scoperto o comunque non pagabile, il versamento si considera omesso.
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Nel compilare la delega F24 si deve tener presente che:
n gli interessi relativi agli importi a debito rateizzati di ciascuna sezione vanno esposti cumulativamente in un unico rigo all’interno della
stessa sezione utilizzando l’apposito codice tributo;
n in corrispondenza di ciascun rigo, è possibile compilare soltanto una delle due colonne relativa agli importi a debito e agli importi a
credito. Sullo stesso rigo del modello, infatti, può comparire un solo importo;
n l’importo minimo da indicare nel modello relativamente ad ogni singolo codice tributo è pari a euro 1,03. Tuttavia, non va eseguito
alcun versamento se l’importo risultante dalla dichiarazione, riferito alla singola imposta o addizionale, è inferiore o uguale a 12 euro
per le somme dovute a titolo di IRPEF e addizionali regionali e comunali.
2018
Ulteriori disposizioni in materia di modalità di presentazione del modello F24 in caso di utilizzo di crediti in compensazione
(Applicabili a tutti i contribuenti, titolari e non titolari di partita Iva - art. 11, comma 2, del D.L. n. 66/2014, come modificato dall’ art.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Rateazione
Tutti i contribuenti possono versare in rate mensili le somme dovute a titolo di saldo e di acconto delle imposte, (compresi i contributi
risultanti dal quadro RR relativi alla quota eccedente il minimale), ad eccezione dell’acconto di novembre che deve essere versato in
un’unica soluzione. In ogni caso il pagamento rateale deve essere completato entro il mese di novembre.
La rateazione non deve necessariamente riguardare tutti gli importi. Ad esempio, è possibile rateizzare il primo acconto IRPEF e versare
in un’unica soluzione il saldo, o viceversa.
I dati relativi alla rateazione devono essere inseriti nello spazio “Rateazione/Regione/Provincia” del modello di versamento F24.
Sugli importi rateizzati sono dovuti gli interessi nella misura del 4 per cento annuo, da calcolarsi secondo il metodo commerciale,
tenendo conto del periodo decorrente dal giorno successivo a quello di scadenza della prima rata fino alla data di scadenza
della seconda.
Si ricorda che gli interessi da rateazione non devono essere cumulati all’imposta, ma devono essere versati separatamente.
I contribuenti non titolari di partita IVA possono effettuare il pagamento della prima rata entro il 2 luglio 2018 ovvero entro il 20 agosto
2018 maggiorando l’importo dovuto dello 0,40 per cento a titolo d’interesse corrispettivo. Per le rate successive si applicano gli interessi
indicati nella seguente tabella:
(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.
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I contribuenti titolari di partita IVA possono anch’essi effettuare il pagamento della prima rata entro il 2 luglio 2018, ovvero entro il 20
agosto 2018 maggiorando l’importo dovuto dello 0,40 per cento a titolo d’interesse corrispettivo. Per le rate successive si applicano gli
interessi indicati nella seguente tabella:
2018
3ª 20 agosto 0,49 17 settembre 0,33
4ª 17 settembre 0,82 16 ottobre 0,66
5ª 16 ottobre 1,15 16 novembre 0,99
(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.
7. la compensazione
Il contribuente ha la facoltà di compensare nei confronti dei diversi enti impositori (Stato, INPS, Enti Locali, INAIL, ENPALS) i crediti e
i debiti risultanti dalla dichiarazione e dalle denunce periodiche contributive.
Il modello di pagamento unificato F24 permette di indicare in apposite sezioni sia gli importi a credito utilizzati sia gli importi a debito
dovuti. Il pagamento si esegue per la differenza tra debiti e crediti.
Il modello F24 deve essere presentato in ogni caso da chi opera la compensazione, anche se il saldo finale indicato ri-
sulti uguale a zero per effetto della compensazione stessa. Tale operazione permette a tutti gli enti di venire a cono-
scenza delle compensazioni effettuate in modo da poter regolare le reciproche partite di debito e credito.
Possono avvalersi della compensazione tutti i contribuenti, a favore dei quali risulti un credito d’imposta dalla dichiarazione e dalle
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denunce periodiche contributive. In particolare, per quanto riguarda i crediti contributivi, possono essere versate in modo unitario, in
Per utilizzare in compensazione un credito di importo superiore a 5.000 (articolo 3 del decreto-legge n. 50 del 2017) è necessario
richiedere l’apposizione del visto di conformità (Legge di stabilità 2014, art. 1, comma 574).
Il visto di conformità non è richiesto con riferimento ai crediti d’imposta derivanti da agevolazioni, ad eccezione di quelli il cui presupposto
è riconducibile alle imposte sui redditi e alle relative addizionali (si veda sul punto la circolare n. 28 del 2014). Tuttavia, con riferimento a
quest’ultima tipologia di crediti d’imposta, non è necessario il visto di conformità per l’utilizzo del credito residuo derivante dalla
precedente dichiarazione, sempre che non siano maturati e utilizzati crediti nuovi di importo superiore al limite oltre il quale è richiesto il
visto di conformità.
A partire dall’anno 2014 il limite massimo dei crediti di imposta rimborsabili in conto fiscale e/o compensabili è di euro 700.000, per ciascun
anno solare.
Qualora l’importo dei crediti spettanti sia superiore a tali limiti, la somma in eccesso può essere chiesta a rimborso nei modi ordinari
oppure può essere portata in compensazione nell’anno solare successivo.
È importante ricordare che l’importo dei crediti utilizzati per compensare debiti relativi alla stessa imposta non ha rilievo ai fini del limite
massimo di euro 700.000, anche se la compensazione viene effettuata attraverso il modello F24.
I soggetti titolari di partita IVA che intendono effettuare la compensazione prevista dall’art. 17 del d.lgs. 9 luglio 1997, n. 241, dei crediti
relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle ritenute alla fonte, alle imposte sostitutive delle imposte sul reddito e dei
crediti d’imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi sono tenuti ad utilizzare esclusivamente i servizi telematici
messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate secondo modalità tecniche definite con apposito provvedimento del direttore della
medesima Agenzia delle entrate. Per ulteriori approfondimenti in proposito, si veda la risoluzione n. 68/E del 9 giugno 2017.
È consentito ripartire liberamente le somme a credito tra importi a rimborso e importi da compensare.
Gli importi a credito che il contribuente sceglie di utilizzare in compensazione ai sensi del D. Lgs. n. 241 del 1997 non devono essere ne-
cessariamente utilizzati in via prioritaria per compensare i debiti risultanti dalla dichiarazione. Ad esempio, l’eccedenza a credito IRPEF
può essere utilizzata per compensare altri debiti (imposte sostitutive, ritenute) piuttosto che per diminuire l’acconto IRPEF.
Il contribuente può avvalersi del tipo di compensazione che ritiene più indicata alle sue esigenze e, conseguentemente, utilizzare gli
importi a credito:
n in compensazione ai sensi del D. Lgs. n. 241 del 1997, utilizzando il modello F24, per il pagamento dei debiti relativi ad una diversa
imposta, alle ritenute ed ai contributi. In tal caso, il contribuente è obbligato a compilare e presentare il modello di pagamento F24
anche se, per effetto dell’eseguita compensazione, il modello stesso presenti un saldo finale uguale a zero;
n in diminuzione degli importi a debito relativi alla medesima imposta. In tal caso, il contribuente può scegliere se esporre la
compensazione esclusivamente nel modello di dichiarazione ovvero anche nel modello F24.
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Per alcune esemplificazioni del modo di procedere consultare in Appendice “Scelta della compensazione”.
I crediti INPS risultanti dal Modello DM10/2 possono essere compensati nel modello F24 a partire dalla data di scadenza della
presentazione della denuncia da cui emerge il credito contributivo, a condizione che il contribuente non ne abbia richiesto il rimborso
nella denuncia stessa, barrando l’apposita casella del quadro I. La compensazione può essere effettuata entro 12 mesi dalla data di
scadenza della presentazione della denuncia da cui emerge il credito.
Possono essere compensati, inoltre, i crediti risultanti dalla liquidazione effettuata nel quadro RR del Modello REDDITI 2018 relativo agli
2018
iscritti alle gestioni speciali artigiani e commercianti ed ai professionisti senza cassa iscritti alla gestione separata lavoratori autonomi
dell’INPS. La compensazione può essere effettuata fino alla data di scadenza di presentazione della dichiarazione successiva.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
I crediti INAIL utilizzabili in compensazione sono quelli risultanti dall’autoliquidazione dell’anno in corso. Tali crediti possono essere
compensati fino al giorno precedente la successiva autoliquidazione.
Così un credito derivante dall’autoliquidazione 2017/2018 in scadenza al 18 febbraio 2018, potrà essere utilizzato in compensazione
dalla medesima data fino al giorno precedente la successiva autoliquidazione. L’eventuale quota di credito che risulterà non utilizzata
alla data di scadenza finale sarà oggetto di rimborso.
Non possono essere utilizzati in compensazione con debiti nei confronti di altri Enti i crediti derivanti da conteggi e rettifiche dell’INAIL.
1. le novità di quest’anno
n Le principali novità contenute nel modello REDDITI PF 2018, periodo d’imposta 2017, sono le seguenti:
1. Cedolare secca: a decorrere dal 1° giugno 2017 i comodatari e gli affittuari che locano gli immobili per periodi non superiori a 30
giorni possono assoggettare a cedolare secca i redditi derivanti da tali locazioni;
æ
2. Locazioni brevi: a decorrere dal 1° giugno 2017 i redditi dei contratti di locazione non superiori a 30 giorni, che sono stati
ReddITI PeRsone FIsIche
conclusi con l’intervento di soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali
on-line, sono assoggettati ad una ritenuta del 21% se tali soggetti intervengono anche nel pagamento o incassano i canoni o i
corrispettivi derivanti dai contratti di locazione breve. La ritenuta è effettuata nel momento in cui l’intermediario riversa le somme
al locatore;
3. Premi di risultato e welfare aziendale: innalzato da 2.000 euro a 3.000 euro il limite dei premi di risultato da assoggettare a
tassazione agevolata. Il limite è innalzato a 4.000 euro se l’azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del
lavoro e se i contratti collettivi aziendali o territoriali sono stati stipulati fino al 24 aprile 2017;
4. Addizionale comunale all’Irpef: nel rigo “Domicilio fiscale al 1° gennaio 2017” presente nel frontespizio del modello è stata
inserita la casella “Fusione comuni”;
5. Sismabonus: da quest’anno sono previste percentuali di detrazione più ampie per le spese sostenute per gli interventi antisismici
effettuati su parti comuni di edifici condominiali e per gli interventi che comportano una riduzione della classe di rischio sismico;
6. Ecobonus: percentuali di detrazione più ampie per alcune spese per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli
edifici condominiali;
7. Spese d’istruzione: è aumentato a 717 euro il limite delle spese d’istruzione per la frequenza di scuole dell’infanzia, del primo
ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado del sistema nazionale d’istruzione;
8. Spese sostenute dagli studenti universitari: per gli anni d’imposta 2017 e 2018 il requisito della distanza, previsto per fruire
della detrazione del 19 per cento dei canoni di locazione, si intende rispettato anche se l’Università è situata all’interno della
stessa provincia ed è ridotto a 50 chilometri per gli studenti residenti in zone montane o disagiate;
9. Spese sanitarie: limitatamente agli anni 2017 e 2018 sono detraibili le spese sostenute per l’acquisto di alimenti a fini medici
speciali, inseriti nella sezione A1 del Registro nazionale di cui all’articolo 7 del decreto del Ministro della sanità 8 giugno 2001,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 5 luglio 2001, con l’esclusione di quelli destinati ai lattanti;
10. Art-bonus: dal 27 dicembre 2017 è possibile fruire del credito d’imposta per le erogazioni cultra anche per le erogazioni liberali
effettuate nei confronti delle istituzioni concertistico-orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei
festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione;
11. Dichiarazione integrativa – Quadro DI. È stata modificata la gestione del credito derivante dal minor debito o dal maggior
credito risultante dalla dichiarazione integrativa per i casi di correzione di errori contabili di competenza. Da quest’anno, tale
importo non deve essere ricompreso nel credito da indicare in colonna 4 e va sommato all’ammontare dell’eccedenza di
imposta risultante dalla precedente dichiarazione da indicare nell’apposito rigo/campo del quadro/sezione dove la relativa
imposta è liquidata;
12. Borse di studio: sono esenti le borse di studio nazionali per il merito e per la mobilità erogate dalla Fondazione Articolo 34;
13. Contributo di solidarietà: da quest’anno non trova più applicazione il regime fiscale denominato “contributo di solidarietà”.
14. 5 per mille: da quest’anno è possibile destinare una quota pari al cinque per mille della propria imposta sul reddito a sostegno
degli enti gestori delle aree protette;
2. Informazioni preliminari
Correzione del Modello 730/2018
Se il contribuente, dopo aver presentato il Modello 730/2018, si è accorto di non aver fornito tutti gli elementi da indicare in dichiarazione,
l’integrazione e/o la rettifica possono comportare:
n un maggior credito o un minor debito (ad esempio oneri non precedentemente indicati) o non influire sulla determinazione
dell’imposta risultante dalla dichiarazione originaria. In questo caso il contribuente può presentare entro il 25 ottobre 2018 un Modello
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730 integrativo con la relativa documentazione, ovvero un Modello REDDITI 2018, entro il 31 ottobre 2018 (correttiva nei termini),
oppure entro il termine previsto per la presentazione del Modello REDDITI relativo all’anno successivo (dichiarazione integrativa a
favore). La differenza rispetto all’importo del credito o del debito risultante dal Modello 730 potrà essere indicata a rimborso, ovvero
come credito da portare in diminuzione per l’anno successivo.
Inoltre il contribuente può presentare una dichiarazione integrativa entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è
stata presentata la dichiarazione (dichiarazione integrativa – art. 2 comma 8 del D.P.R. 322 del 1998). In questo caso l’importo a
credito, potrà essere utilizzato in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997, per eseguire il
2018
versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione integrativa.
Nella dichiarazione relativa al periodo d’imposta in cui è presentata la dichiarazione integrativa è indicato il credito dal minor debito o
dal maggiore credito risultante dalla dichiarazione integrativa.
n un maggior debito o un minor credito (ad esempio, redditi in tutto o in parte non indicati). In questo caso il contribuente deve
presentare un Modello REDDITI 2018 Persone fisiche:
– entro il 31 ottobre 2018, (correttiva nei termini), e pagare direttamente le somme dovute compresa la differenza rispetto all’importo
del credito risultante dal Modello 730, che verrà comunque rimborsato dal sostituto d‘imposta;
– entro il termine previsto per la presentazione del Modello REDDITI relativo all’anno successivo (dichiarazione integrativa) e pagare
direttamente le somme dovute;
– entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione e pagare direttamente le somme
dovute.
Il Modello REDDITI può essere presentato dai lavoratori dipendenti che si sono avvalsi dell’assistenza anche nei casi in cui è intervenuta
la cessazione del rapporto con il datore di lavoro, al fine di ottenere il rimborso delle somme che risultano a credito dal prospetto di
liquidazione. Detto credito può comunque essere riportato direttamente nella dichiarazione da presentare nell’anno successivo, quale
eccedenza risultante dalla precedente dichiarazione, senza necessità di presentare un Modello REDDITI sostitutivo. Quest’ultima
procedura potrà essere seguita anche dagli eredi che, in caso di decesso del contribuente, presentano la dichiarazione dei redditi del
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deceduto in qualità di eredi.
È utile sapere che se nel 2017 la persona deceduta aveva presentato il Modello 730 dal quale risultava un credito successivamente non
rimborsato dal sostituto d’imposta, l’erede può far valere tale credito nella dichiarazione presentata per conto del deceduto.
Consultare in Appendice “Crediti risultanti dal Mod. 730 non rimborsati dal sostituto d’imposta”.
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Termini di versamento da parte degli eredi
Per le persone decedute nel 2017 o entro il 28 febbraio 2018 i versamenti devono essere effettuati dagli eredi nei termini ordinari. Per le
persone decedute successivamente, i termini sono prorogati di sei mesi e scadono quindi il 30 dicembre 2018.
Unioni civili
In base a quanto stabilito dall’art. 1, comma 20, della legge n. 76 del 2016, le parole “coniuge”, “coniugi” o termini equivalenti si
intendono riferiti anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.
2018
Fondo patrimoniale
ReddITI PeRsone FIsIche
Il fondo patrimoniale (artt. 167 - 171 c.c.) è un complesso di beni, appartenenti ad un terzo o ad entrambi i coniugi o ad uno solo di essi,
destinati al soddisfacimento dei bisogni e degli interessi della famiglia.
I redditi dei beni che formano oggetto del fondo patrimoniale sono imputati per metà del loro ammontare a ciascuno dei coniugi (art. 4
comma 1 lett. b) del TUIR).
Usufrutto legale
I genitori devono includere nella propria dichiarazione anche i redditi dei figli minori sui quali hanno l’usufrutto legale.
I genitori esercenti la potestà hanno in comune l’usufrutto dei beni del figlio minore. Tuttavia non sono soggetti ad usufrutto legale:
n i beni acquistati dal figlio con i proventi del proprio lavoro;
n i beni lasciati o donati al figlio per intraprendere una carriera, un’arte o una professione;
n i beni lasciati o donati, con la condizione che i genitori esercenti la potestà o uno di essi non ne abbiano l’usufrutto (la condizione, però,
non ha effetto per i beni spettanti al figlio a titolo di legittima);
n i beni pervenuti al figlio per eredità, legato o donazione e accettati nell’interesse del figlio contro la volontà dei genitori esercenti la
potestà (se uno solo di essi era favorevole all’accettazione, l’usufrutto legale spetta esclusivamente a questi);
n e pensioni di reversibilità da chiunque corrisposte.
I redditi dei figli minori non soggetti ad usufrutto legale devono, invece, essere dichiarati a nome di ciascun figlio da uno dei genitori (se
la potestà è esercitata da uno solo dei genitori la dichiarazione deve essere presentata da quest’ultimo).
Consultare il capitolo 3 alla voce “Dichiarazione presentata dagli eredi o da altri soggetti diversi dal contribuente” e in Appendice
“Redditi dei coniugi”.
Modalità di arrotondamento
Tutti gli importi indicati nella dichiarazione devono essere arrotondati all’unità di euro, per eccesso se la frazione decimale è uguale o
superiore a cinquanta centesimi di euro o per difetto se inferiore a detto limite (ad esempio 55,50 diventa 56; 65,62 diventa 66; 65,49
diventa 65). A tal fine, negli spazi relativi agli importi sono stati prestampati i due zeri finali dopo la virgola.
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Sanzioni
Per la consultazione delle informazioni relative alle sanzioni e al ravvedimento riguardanti gli adempimenti dichiarativi si rimanda al sito
Internet dell’Agenzia delle Entrate .
Dati identificativi
2018
Nella prima facciata indicare il cognome, il nome e il codice fiscale del contribuente negli appositi spazi posti sopra l’Informativa sul
trattamento dei dati personali.
Tipo di dichiarazione
Barrare una o più delle seguenti caselle per indicare i casi che riguardano il contribuente:
n “Quadro RW” se è stato compilato il quadro RW perché nel 2017 sono stati effettuati o detenuti investimenti e attività finanziarie
all’estero;
n “Quadro VO” riguarda il soggetto esonerato dall’obbligo di presentazione della dichiarazione annuale IVA per l’anno 2017 il quale, al
fine di comunicare opzioni o revoche esercitate con riferimento al periodo d’imposta 2017 sulla base del comportamento concludente
previsto dal D.P.R. 10 novembre 1997, n. 442, deve allegare alla propria dichiarazione il quadro VO contenuto nella dichiarazione
IVA/2018 relativa all’anno 2017. Per chiarimenti ed approfondimenti sulle disposizioni introdotte dall’articolo 10 del decreto legge n. 78
del 2009, vedi provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 21 dicembre 2009 e le circolari n. 57 del 23 dicembre 2009 e
n. 1 del 15 gennaio 2010.
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ReddITI PeRsone FIsIche
n “Quadro AC” se il contribuente è obbligato:
– a effettuare la comunicazione annuale all’Anagrafe Tributaria dell’importo complessivo dei beni e servizi acquistati dal condominio
nell’anno solare e dei dati identificativi dei relativi fornitori;
– a comunicare i dati catastali del condominio nel caso di interventi di recupero del patrimonio edilizio;
n “Studi di settore”, “Parametri”, se sono stati allegati i relativi modelli da parte dei soggetti nei confronti dei quali si applicano gli studi
di settore e/o i parametri.
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direttamente o pervenute da terzi, relative anche ai ricavi o compensi, ai redditi, al volume d’affari e al valore della produzione, a
lui imputabili, alle agevolazioni, deduzioni o detrazioni, nonché ai crediti d’imposta, anche qualora gli stessi non risultino spettanti)
dando la possibilità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni, anche dopo la presentazione della dichiarazione.
L’eventuale credito derivante dal minor debito o dal maggiore credito risultante dalle dichiarazioni di cui al comma 8 dell’art. 2 del d.P.R.
n. 322 del 1998 può essere utilizzato in compensazione ai sensi dell’art. 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997.
Ferma restando in ogni caso l’applicabilità della disposizione di cui al periodo precedente per i casi di correzione di errori contabili di
competenza, nel caso in cui la dichiarazione oggetto di integrazione a favore sia presentata oltre il termine prescritto per la presentazione
della dichiarazione relativa al periodo di imposta successivo, il credito di cui al periodo precedente può essere utilizzato in compensazione,
2018
ai sensi dell’art. 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997, per eseguire il versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta
successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione integrativa. Nella dichiarazione relativa al periodo d’imposta in cui è
presentata la dichiarazione integrativa è indicato il credito derivante dal minor debito o dal maggiore credito risultante dalla dichiarazione
integrativa.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
La casella “Eventi eccezionali” deve essere compilata dai soggetti che, essendone legittimati, hanno fruito per il periodo d’imposta,
delle agevolazioni fiscali previste da particolari disposizioni normative emanate a seguito di calamità naturali o di altri eventi eccezionali.
I soggetti interessati devono indicare nell’apposita casella il relativo codice desunto dalla “Tabella degli eventi eccezionali” riportata in
Appendice alla voce “Eventi eccezionali”.
Nella particolare ipotesi in cui un contribuente abbia usufruito di agevolazioni disposte da più provvedimenti di legge dovrà indicare il
codice relativo all’evento che ha previsto il maggior differimento del termine di presentazione della dichiarazione o dei versamenti.
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ReddITI PeRsone FIsIche
Immobili sequestrati
I beni immobili oggetto di provvedimenti di sequestro e confisca non definitiva, il cui reddito è determinato secondo le disposizioni
del capo II del titolo I (“Redditi fondiari”), dell’art. 70 (“Redditi di natura fondiaria”) e dell’art. 90, comma 1, quarto e quinto periodo
(“Proventi immobiliari”) del TUIR, non rilevano ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, ai sensi del comma 3-bis
dell’articolo 51, del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, come sostituito dall’art. 32 del decreto legislativo 21 novembre
2014, n. 175. In tali ipotesi, l’amministratore giudiziario è tenuto a presentare due distinte dichiarazioni. Nella prima, vanno indicati
i redditi di tutti i beni sequestrati diversi dagli immobili, in relazione ai quali devono essere liquidate e versate le relative imposte.
Nella seconda dichiarazione, vanno indicati esclusivamente i dati dei beni immobili oggetto dei provvedimenti cautelari da cui
deriva, per effetto della citata disposizione, la sospensione del versamento delle imposte fino alla revoca della confisca o fino alla
loro assegnazione o destinazione. In questa seconda dichiarazione va barrata la casella “Immobili sequestrati, compilando
esclusivamente i quadri relativi a tali redditi e, pertanto, non devono essere compilati tutti i restanti quadri (come, ad esempio, i
quadri RN, RV e RX).
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Stato e periodo d’imposta (Riservato al liquidatore ovvero al curatore fallimentare)
La casella “Stato” deve essere compilata esclusivamente nel caso di presentazione della dichiarazione da parte del liquidatore ovvero
da parte del curatore fallimentare.
In tal caso, oltre al periodo d’imposta cui si riferisce la dichiarazione, deve essere indicato uno dei seguenti codici:
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per il liquidatore:
1 periodo “Ante liquidazione”
2 periodo “Post liquidazione”
3 periodo “Provvisorio”
Residenza anagrafica
Indicare la residenza anagrafica solo se variata nel periodo dal 1° gennaio 2017 alla data in cui si presenta la dichiarazione.
Si ricorda che la residenza si considera cambiata anche nel caso di variazione dell’indirizzo nell’ambito dello stesso Comune.
Pertanto se avete cambiato la residenza dovete indicare:
n i dati della nuova residenza alla data di presentazione della dichiarazione, avendo cura di riportare negli appositi spazi, per esteso
senza abbreviazioni, i dati relativi al comune, alla sigla della provincia, al CAP, alla tipologia (via, viale, piazza, largo, ecc.), all’indirizzo,
al numero civico ed eventualmente alla frazione;
n il giorno, il mese e l’anno in cui è intervenuta la variazione.
La residenza anagrafica deve essere indicata anche dai contribuenti che presentano per la prima volta la dichiarazione dei redditi, i quali
devono barrare la casella “Dichiarazione presentata per la prima volta”.
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Sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it è presente il collegamento a un’apposita tabella, predisposta dal Dipartimento delle Finanze,
Se la variazione è avvenuta a partire dal 3 novembre 2016 indicare il precedente domicilio; se invece la variazione è avvenuta entro il 2
novembre 2016 indicare il nuovo domicilio. I contribuenti che si sono trasferiti in Italia nel corso dell’anno 2017 devono indicare il
domicilio fiscale nel quale hanno trasferito la residenza.
Se il comune in cui si risiede è stato istituito per fusione avvenuta nel corso del 2016 fino al 1/1/2017 compreso e se tale comune ha
deliberato aliquote dell’addizionale comunale all’Irpef differenziate per ciascuno dei territori dei comuni, compilare la casella “Fusione
comuni” indicando l’apposito codice identificativo dell’ex comune riportato nella tabella denominata “Elenco dei codici identificativi da
indicare nella casella “Fusione comuni” del rigo “Domicilio fiscale al 1° gennaio 2017” presente in Appendice.
Per alcuni casi particolari si rimanda alle istruzioni fornite successivamente.
Domicilio fiscale al 1° gennaio 2018: Il rigo “Domicilio fiscale al 1/1/2018” va compilato solo se il comune è diverso dal quello al 1
gennaio 2017.
Se la residenza è variata, il contribuente che ha cambiato la propria residenza dovrà attenersi alle seguenti istruzioni per compilare il rigo
relativo al domicilio fiscale al 1/1/2018.
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Se la variazione è avvenuta a partire dal 3 novembre 2017 indicare il precedente domicilio; se invece la variazione è avvenuta entro il 2
novembre 2017 indicare il nuovo domicilio.
Se la variazione è dovuta alla fusione, anche per incorporazione, di comuni preesistenti il rigo non va compilato.
Se il comune in cui si risiede è stato istituito per fusione avvenuta nel corso del 2016 o nel 2017 e se tale comune ha deliberato aliquote
dell’addizionale comunale all’Irpef differenziate per ciascuno dei territori dei comuni estinti, il rigo va compilato e nella casella “Fusione
comuni” indicando l’apposito codice identificativo dell’ex comune riportato nella tabella denominata “Elenco dei codici identificativi da
2018
indicare nella casella “Fusione comuni” del rigo “Domicilio fiscale al 1° gennaio 2018” presente in Appendice.
Per alcuni casi particolari si rimanda alle istruzioni fornite successivamente.
Casi particolari:
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
1. Trasferimento da un municipio ad un altro nell’ambito dello stesso comune risultante dalla fusione di altri comuni, che ha
deliberato aliquote differenziate
Se il contribuente risiede in un comune fuso (risultante dalla fusione di altri comuni) che ha deliberato aliquote differenziate per ciascuno
dei municipi riferiti ai comuni estinti ed il municipio di residenza al 1/1/2017 è diverso da quello di residenza al 1/1/2018, deve essere
compilato sia il rigo del domicilio fiscale al 1/1/2017, riportando nella casella “Fusione Comuni” il codice identificativo dell’ex comune nel
quale si risiedeva a tale data, che il rigo del domicilio fiscale al 1/1/2018, riportando nella casella “Fusione Comuni” il codice identificativo
del municipio nel quale si risiede a tale data.
2. Nuovo comune sorto dal distacco di uno o più territori appartenenti ad uno o più comuni che continuano ad esistere
Se il contribuente risiede in un nuovo comune risultante dal distacco di uno o più territori appartenenti ad uno o più comuni che
continuano ad esistere, deve essere compilato sia il rigo del domicilio fiscale al 1/1/2017, riportando i dati del comune originario (comune
dal quale si è distaccata una parte di territorio), che il rigo del domicilio fiscale al 1/1/2018, riportando i dati del nuovo comune. Nel rigo
relativo al domicilio fiscale al 1/1/2018 non deve essere compilata la casella “Fusione Comuni”.
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ReddITI PeRsone FIsIche
Residenti all’estero
Il riquadro deve essere compilato solo dal contribuente che risulta essere residente all’estero nell’anno d’imposta 2017.
Le condizioni per essere considerati non residenti in Italia sono contenute nella Parte III del Fascicolo 2 “Persone Fisiche non residenti -
Guida alla compilazione del Modello REDDITI 2018”.
“Non residenti Schumacker” (art. 7, legge 30 ottobre 2014, n. 161 e art. 1 comma 954 della legge di stabilità 2016).
Ai contribuenti non residenti che rivestono particolari caratteristiche, l’Irpef si applica secondo le regole generali, senza cioè le limitazioni,
generalmente previste dalla norma per i non residenti, riguardanti la fruizione di deduzioni e detrazioni (in particolare le detrazioni per
carichi di famiglia).
A tal fine, la casella va barrata dai soggetti non residenti in Italia che si trovino nelle seguenti condizioni:
n che il reddito prodotto in Italia sia pari almeno al 75 per cento del reddito dagli stessi complessivamente prodotto;
n che non fruiscano nello Stato di residenza di agevolazioni fiscali analoghe.
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TABELLA GENERALE DEI CODICI DI CARICA
2018
qualità di rappresentante dei beni sequestrati
6 Rappresentante fiscale di soggetto non residente
7 Erede
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Se vengono indicati i codici 1 o 2, i dati relativi all’abbonamento Rai devono essere riportati nei righi RS41 e/o RS42 del quadro RS.
Visto di conformità
Questo riquadro va compilato dal responsabile del CAF o dal professionista che rilascia il visto di conformità ai sensi dell’art. 35 del
Decreto legislativo n. 241 del 1997.
Negli appositi campi vanno riportati il codice fiscale del responsabile del CAF e quello relativo allo stesso CAF, ovvero oppure va
riportato il codice fiscale del professionista.
Il responsabile dell’assistenza fiscale del CAF o il professionista deve inoltre apporre la propria firma che attesta il rilascio del visto di
conformità.
Certificazione tributaria
L’art. 36 del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241, prevede la certificazione tributaria nei confronti dei contribuenti titolari di redditi d’impresa in
regime di contabilità ordinaria, anche per opzione.
Con decreto ministeriale sono definiti gli adempimenti e i controlli che il soggetto incaricato della certificazione tributaria deve effettuare
prima del rilascio del visto.
Questo riquadro deve essere compilato per attestare il rilascio della certificazione tributaria ed è riservato al professionista incaricato che
deve, negli appositi spazi, riportare il proprio codice fiscale e indicare il codice fiscale del contribuente che ha predisposto la
dichiarazione e tenuto le scritture contabili ovvero la partita IVA della società di servizi o del CAF-imprese di cui all’art. 24, comma 2, del
DM 31 maggio 1999, n. 164, nel caso in cui le attività di predisposizione della dichiarazione e di tenuta delle scritture contabili siano state
effettuate dai predetti soggetti sotto il diretto controllo e responsabilità del professionista che rilascia la certificazione tributaria. Infine
deve essere apposta la firma che attesta il rilascio della certificazione.
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Destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef
Ciascun contribuente può utilizzare una scheda unica per la scelta della destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’Irpef.
Il contribuente può destinare:
n l’otto per mille del gettito Irpef allo Stato oppure ad un’Istituzione religiosa;
n il cinque per mille dell’Irpef a determinate finalità di interesse sociale;
n il due per mille della propria Irpef in favore di un partito politico
Le scelte della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef non sono in alcun modo alternative tra loro e possono,
2018
pertanto, essere tutte espresse. Tali scelte non determinano maggiori imposte dovute.
La scheda per la scelta della destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’IRPEF è all’interno del modello
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
dichiarativo e può essere utilizzata sia in caso di presentazione della dichiarazione che in caso di esonero.
e l’antisemitismo).
ReddITI PeRsone FIsIche
n alla Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale (per il mantenimento dei ministri di culto, la realizzazione
e manutenzione degli edifici di culto e di monasteri, scopi filantropici, assistenziali, scientifici e culturali da realizzarsi anche in paesi
esteri);
n alla Chiesa apostolica in Italia (per interventi sociali, culturali ed umanitari, anche a favore di altri Paesi esteri);
n all’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (per interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’estero).
n all’Unione Buddhista Italiana (per interventi culturali, sociali ed umanitari anche a favore di altri paesi, nonché assistenziali e di
sostegno al culto);
n all’Unione Induista Italiana (per sostentamento dei ministri di culto, esigenze di culto e attività di religione o di culto, nonché interventi
culturali, sociali, umanitari ed assistenziali eventualmente pure a favore di altri paesi).
n all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG) (per la realizzazione delle finalità istituzionali dell’Istituto e delle attività indicate
all’articolo 12, comma 1, lettera a) della legge 28 giugno 2016 n.130 nonché ad interventi sociali e umanitari in Italia e all’estero, ad
iniziative per la promozione della pace, del rispetto e difesa della vita in tutte le forme esistenti e per la difesa dell’ambiente.
Potete scegliere una sola Istituzione. Indicate la vostra scelta firmando solo all’interno di una delle caselle, rispettando i confini della
casella scelta.
La ripartizione dei fondi destinati alle diverse Istituzioni avviene in proporzione alle scelte espresse.
Se non firmate, e quindi non indicate la vostra scelta, l’otto per mille dell’Irpef viene comunque attribuito, sempre in maniera
proporzionale alle scelte espresse, alle Istituzioni indicate in questo modello. Tuttavia, la quota non attribuita, proporzionalmente
spettante alle Assemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Apostolica in Italia è devoluta alla gestione statale.
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Per esprimere la scelta dovete apporre la vostra firma nel riquadro corrispondente ad una soltanto delle finalità destinatarie della quota
del cinque per mille dell’Irpef. Per alcune delle finalità, avete la facoltà di indicare anche il codice fiscale del soggetto cui intendete
destinare direttamente la quota del cinque per mille dell’Irpef.
Sul sito www.agenziaentrate.gov.it sono disponibili gli elenchi dei soggetti destinatari della quota del cinque per mille dell’Irpef.
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febbraio 2014, n. 13 e il cui elenco è trasmesso all’Agenzia delle Entrate dalla “Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza
e il controllo dei rendiconti dei partiti politici”. Per esprimere la scelta a favore di uno dei partiti politici destinatari della quota del due per
mille dell’Irpef, il contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro presente sulla scheda, indicando nell’apposita casella il codice
del partito prescelto. La scelta deve essere fatta esclusivamente per uno solo dei partiti politici beneficiari. Per conoscere i codici dei
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ReddITI PeRsone FIsIche
La scheda deve essere integralmente presentata anche se avete espresso soltanto una delle scelte consentite (otto, cinque o due per
mille dell’Irpef).
Inoltre, la scheda per la destinazione dell’otto, del cinque e due per mille dell’Irpef può essere presentata direttamente dal contribuente
avvalendosi del servizio telematico.
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effettua tale richiesta barrando la casella “Invio altre comunicazioni telematiche all’intermediario”. A sua volta, l’intermediario
accetta di ricevere le predette comunicazioni telematiche barrando la casella “Ricezione altre comunicazioni telematiche”, inserita
nel riquadro “IMPEGNO ALLA PRESENTAZIONE TELEMATICA”.
Eventuali comunicazioni di anomalie relative alla dichiarazione saranno comunque visualizzabili nel “Cassetto fiscale”, presente
nell’area riservata dei servizi telematici dell’Agenzia delle entrate, nella quale ciascun utente abilitato a Entratel o a Fisconline può
consultare le proprie informazioni fiscali.
4. Familiari a carico
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In questo prospetto devono essere inseriti i dati relativi ai familiari che nel 2017 sono stati fiscalmente a vostro carico, al fine di fruire
delle detrazioni dall’imposta per il coniuge, i figli o gli altri familiari a carico.
Per la determinazione della detrazione spettante per carichi di famiglia si rimanda alle istruzioni fornite con riferimento al rigo RN6.
Sono considerati familiari fiscalmente a carico i membri della famiglia che nel 2017 hanno posseduto un reddito complessivo uguale
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Possono essere considerati a carico anche i seguenti altri familiari, a condizione che convivano con il contribuente o che ricevano dallo
ReddITI PeRsone FIsIche
20
c) documentazione validamente formata nel Paese d’origine, in base alla normativa di quella nazione, tradotta in italiano e asseverata
come conforme all’originale dal Consolato italiano nel paese di origine.
Colonna 5 (n. mesi a carico): utilizzate questa casella per indicare il numero dei mesi dell’anno durante i quali il familiare è stato a
vostro carico. Scrivere ‘12’ se il familiare è stato a vostro carico per tutto il 2017, se invece è stato a vostro carico solo per una parte del
2017, scrivere il numero dei mesi corrispondenti. Per esempio, per un figlio nato nel mese di agosto 2017, la detrazione spetta per
cinque mesi, pertanto nella casella dovrete scrivere ‘5’.
Colonna 6 (minore di tre anni): utilizzate questa casella per indicare il numero dei mesi dell’anno durante i quali il figlio a carico ha
un’età inferiore a 3 anni. Per esempio, per un figlio nato nel 2016 nella casella scrivere ‘12’; per un figlio che ha compiuto 3 anni nel mese
di maggio 2017, indicare ‘5’.
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Colonna 7 (percentuale di detrazione spettante): utilizzate questa casella per indicare la percentuale di detrazione spettante.
Si fa presente che la detrazione per figli a carico non può essere ripartita liberamente tra entrambi i genitori.
Se i genitori non sono legalmente ed effettivamente separati la detrazione per figli a carico deve essere ripartita nella misura del 50 per
Consultare in Appendice “Compilazione della casella F1 del prospetto familiari a carico - Casi particolari”.
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Per il primo figlio si ha diritto alla stessa detrazione per coniuge a carico, quando l’altro genitore manca perché deceduto o non ha
Rigo 7 (Percentuale ulteriore detrazione per famiglie con almeno quattro figli): potete fruire di un’ulteriore detrazione di 1.200,00
euro se vi spettano le detrazioni per figli a carico e avete almeno quattro figli. L’ulteriore detrazione per famiglie numerose vi spetta
anche qualora l’esistenza di almeno quattro figli a carico sussiste solo per una parte dell’anno (nel prospetto dei familiari a carico per uno
o più figli il numero dei mesi a carico è inferiore a 12). Questa detrazione non vi spetta per ciascun figlio ma è un importo complessivo e
non varia se il numero dei figli è superiore a quattro. La detrazione deve essere ripartita nella misura del 50 per cento tra i genitori non
legalmente ed effettivamente separati e non è possibile decidere di comune accordo una diversa ripartizione come previsto per le
ordinarie detrazioni. Nel caso di coniuge fiscalmente a carico dell’altro la detrazione compete per intero.
In caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio la percentuale di
detrazione è quella spettante in proporzione agli affidamenti stabiliti dal giudice.
Se uno solo dei genitori è in possesso dei requisiti (ad esempio in presenza di due figli avuti con un coniuge e due figli con un altro
coniuge - circolare n. 19/E del 2012, par. 4.2), l’ulteriore detrazione gli spetta per intero, anche se l’altro coniuge non è a suo carico. In
questo rigo indicare la percentuale riferita alla suddetta ulteriore detrazione.
L’ammontare dell’ulteriore detrazione, rapportato a detta percentuale, va indicato nel rigo RN6 colonna 3.
Si ricorda che, qualora l’ulteriore detrazione sia di ammontare superiore all’imposta lorda, diminuita delle detrazioni, è riconosciuto un
credito pari alla quota di detrazione che non ha trovato capienza nella predetta imposta.
Rigo 9 (Numero figli in affido preadottivo a carico del contribuente): indicare il numero di figli in affido preadottivo (righi da 2 a 6 per
i quali è barrata la casella “F” o “D”) per i quali nel prospetto dei familiari a carico non è stato indicato il codice fiscale, al fine di
salvaguardare la riservatezza delle informazioni ad essi relative.
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5. QuadRo Ra – Redditi dei terreni
Il reddito dei terreni si distingue in reddito dominicale e reddito agrario. Al proprietario del terreno o al titolare di altro diritto reale spetta
sia il reddito dominicale sia il reddito agrario, nel caso in cui lo stesso svolga direttamente l’attività agricola. Se l’attività agricola è
esercitata da un’altra persona, il reddito dominicale spetta, comunque, al proprietario, mentre il reddito agrario spetta a chi svolge
l’attività agricola.
essere iscritti in catasto con attribuzione di rendita. In caso di usufrutto o altro diritto reale il titolare della sola “nuda proprietà” non
deve dichiarare il terreno;
n l’affittuario che esercita l’attività agricola nei fondi in affitto e gli associati nei casi di conduzione associata. In tal caso deve essere
compilata solo la colonna relativa al reddito agrario. L’affittuario deve dichiarare il reddito agrario a partire dalla data in cui ha effetto il
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
contratto;
n il titolare dell’impresa agricola individuale, anche in forma di impresa familiare o il titolare dell’azienda coniugale non gestita in forma
societaria che conduce il fondo. Se questi contribuenti non sono proprietari del terreno, non lo hanno in usufrutto o non hanno su di
esso un altro diritto reale, va compilata solo la colonna del reddito agrario.
Non deve utilizzare questo quadro il partecipante dell’impresa familiare agricola, il coniuge nell’azienda coniugale e i soci di società
semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice oppure di società di fatto. In tutti questi casi deve essere utilizzato il quadro RH.
Non vanno dichiarati in questo quadro i terreni situati all’estero e quelli dati in affitto per usi non agricoli (ad es. per una cava o una
miniera), in quanto costituiscono redditi diversi e, pertanto, vanno indicati rispettivamente nei righi RL12 e RL11, del quadro RL “Altri
redditi” del Modello REDDITI 2018, fascicolo 2.
n i terreni che costituiscono pertinenze di fabbricati urbani, per esempio giardini, cortili ecc.;
ReddITI PeRsone FIsIche
n i terreni utilizzati dal possessore come beni strumentali nell’esercizio delle proprie specifiche attività commerciali;
n i terreni, parchi e giardini aperti al pubblico o la cui conservazione è riconosciuta di pubblico interesse dal Ministero per i beni e le
attività culturali purché il proprietario non abbia ricavato alcun reddito dalla loro utilizzazione per tutto il periodo d’imposta. Tale
circostanza deve essere comunicata all’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate entro tre mesi dalla data in cui la proprietà è stata
riconosciuta di pubblico interesse.
Per ulteriori chiarimenti e approfondimenti in materia di esenzione IMU è possibile consultare la circolare del Ministero del-
l’Economia e delle Finanze n. 4/DF del 14 luglio 2016 .
22
coMPIlazIone del QuadRo Ra
Il presente quadro deve essere compilato anche se i redditi non sono variati rispetto all’anno precedente. Se nel corso del 2017 si sono
verificate situazioni diverse per uno stesso terreno (variazioni di quote di possesso, terreno dato in affitto, ecc.), occorre compilare un
rigo per ogni situazione, indicando nella colonna 4 il relativo periodo. In tali casi, barrare la casella di colonna 8 per indicare che si tratta
dello stesso terreno del rigo precedente.
Se devono essere dichiarati più di 22 terreni occorre compilare un quadro aggiuntivo ricordando di numerare progressivamente la
casella “Mod. N.” posta in alto a destra del Modello. In questo caso indicare i totali dei redditi dominicale e agrario nel rigo RA23 del
primo quadro utilizzato (Mod. N. 1).
2018
Nell’ipotesi in cui la percentuale di possesso del reddito dominicale è diversa da quella del reddito agrario (ad es. nel caso in cui solo una
parte del terreno è concessa in affitto), occorre compilare due distinti righi, senza barrare la casella di colonna 8.
I redditi dominicale e agrario possono essere rilevati direttamente dagli atti catastali se la coltura effettivamente praticata corrisponde
Agroenergie
La produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali, sino a 2.400.000 kWh anno, e fotovoltaiche,
sino a 260.000 kWh anno, nonché di carburanti ottenuti da produzioni vegetali provenienti prevalentemente dal fondo e di prodotti
chimici derivanti da prodotti agricoli provenienti prevalentemente dal fondo effettuate dagli imprenditori agricoli, costituiscono attività
connesse ai sensi dell’articolo 2135, terzo comma, del codice civile e si considerano produttive di reddito agrario (articolo 1 comma
423 della legge n. 266 del 2005, come modificato dall’articolo 1 comma 910, della legge 28 dicembre 2015, n. 208). Pertanto, nelle
ipotesi descritte il relativo reddito va indicato nel presente quadro RA.
Nel caso di produzione di energia oltre i limiti sopra riportati, il reddito va indicato nel Fascicolo 3 nel quadro RD o, se si è optato per la
determinazione dei redditi nei modi ordinari, nei quadri RF o RG, secondo le relative istruzioni. I contribuenti tenuti alla compilazione dei
quadri RD o RG sono comunque tenuti a compilare il presente quadro RA per la determinazione del reddito derivante dalla produzione
di energia entro i limiti sopra descritti.
I redditi dominicale e agrario delle superfici adibite alla funghicoltura, in mancanza della corrispondente qualità nel quadro di
qualificazione catastale, sono determinati mediante l’applicazione della tariffa d’estimo più alta in vigore nella provincia dove è situato il
terreno. Tale metodo si applica anche alle superfici adibite alle colture prodotte in serra.
æ
Si precisa che l’attività di funghicoltura è considerata agricola se vengono rispettati i limiti di cui all’art. 32, comma 2, lett. b) e c) del Tuir.
L’imprenditore agricolo che svolge anche attività di agriturismo, ai sensi della legge 5 dicembre 1985 n. 730, deve determinare il reddito
corrispondente a quest’ultima attività nel quadro RD, contenuto nel Fascicolo 3.
Per l’attribuzione delle quote di reddito agrario che spettano ai collaboratori familiari e al coniuge, il titolare di un’impresa agricola
familiare o il titolare di un’azienda coniugale non gestita in forma societaria deve compilare l’apposito prospetto del quadro RS,
contenuto nel Fascicolo 3.
Righi da RA1 a RA22
Per ciascun terreno indicare i seguenti dati.
I redditi dominicale e agrario dei terreni vanno indicati nelle colonne 1 e 3 senza operare alcuna rivalutazione. La rivalutazione sarà
effettuata nella fase di determinazione della base imponibile.
Colonna 1 (Reddito dominicale non rivalutato): ammontare del reddito dominicale risultante dagli atti catastali.
Colonna 3 (Reddito agrario non rivalutato): ammontare del reddito agrario risultante dagli atti catastali.
Colonna 2 (Titolo) indicare uno dei seguenti codici:
“1” proprietario del terreno non concesso in affitto;
“2” proprietario del terreno concesso in affitto in regime legale di determinazione del canone (regime vincolistico);
“3” proprietario del terreno concesso in affitto in assenza di regime legale di determinazione del canone (regime di libero mercato);
“4” conduttore del fondo, (diverso dal proprietario) o affittuario;
“7” titolare dell’impresa agricola individuale non in forma di impresa familiare.
“8” titolare dell’impresa agricola individuale in forma di impresa familiare;
“9” titolare dell’impresa agricola coniugale non gestita in forma societaria.
Se il proprietario del terreno o il conduttore del fondo è anche il titolare dell’impresa agricola individuale non in forma di impresa familiare,
può essere indicato indifferentemente il codice 1 o 7 oppure 4 o 7.
In caso di conduzione associata la quota di reddito agrario da indicare è quella relativa alla percentuale di partecipazione e al periodo
di durata del contratto. Tale percentuale è quella che risulta da apposito atto, sottoscritto da tutti gli associati, da conservare a cura del
contribuente e da esibire a richiesta dell’ufficio. In mancanza di tale atto la partecipazione si presume ripartita in parti uguali.
Colonna 4 (Periodo di possesso): indicare il periodo di possesso del terreno espresso in giorni (365, se per l’intero anno). Se vengono
utilizzati più righi per indicare le diverse situazioni relative ad un singolo terreno, la somma dei giorni indicati nei singoli righi non può
essere superiore a 365.
Colonna 5 (Percentuale di possesso): indicare la relativa percentuale di possesso del terreno (100, se per intero).
Colonna 6 (Canone di affitto in regime vincolistico): in caso di terreno concesso in affitto in regime di determinazione legale del
canone indicare l’ammontare del canone risultante dal contratto, rapportato al periodo indicato nella colonna 4.
Colonna 7 (Casi particolari): indicare uno dei seguenti codici:
“2” perdita per eventi naturali di almeno il 30 per cento del prodotto ordinario del fondo nell’anno, se il possessore danneggiato ha
denunciato all’ufficio del Territorio (ex ufficio tecnico erariale) l’evento dannoso entro tre mesi dalla data in cui si è verificato o, se la
data non è esattamente determinabile, almeno 15 giorni prima dell’inizio del raccolto. In tale situazione i redditi dominicale e agrario
sono esclusi dall’IRPEF;
23
“3” terreno in conduzione associata;
“4” terreno dato in affitto per usi agricoli a giovani che non hanno ancora compiuto i quaranta anni, aventi la qualifica di coltivatore diretto
o di imprenditore agricolo professionale o che acquisiscano tali qualifiche entro due anni dalla firma del contratto di affitto che deve
avere durata uguale o superiore a cinque anni (vedi in Appendice la voce “Agevolazioni imprenditoria giovanile in agricoltura”);
“6” se ricorrono contemporaneamente le condizioni di cui ai codici 2 e 4.
Colonna 8 (Continuazione): se nell’anno d’imposta si sono verificate diverse situazioni per uno stesso terreno (variazioni di quote di
possesso, terreno dato in affitto, ecc.), occorre compilare un rigo per ogni situazione, indicando nella colonna 4 il relativo periodo. In
questi casi, va barrata la casella di colonna 8 per indicare che si tratta dello stesso terreno del rigo precedente.
2018
Se la percentuale di possesso del reddito dominicale è diversa da quella del reddito agrario, ad esempio nell’ipotesi in cui solo una parte
del terreno è concessa in affitto e in alcune delle ipotesi indicate in Appendice alla voce “Società semplici e imprese familiari in
agricoltura”, occorre compilare due distinti righi senza barrare la casella di colonna 8.
Colonna 9 (IMU non dovuta): barrare la casella se il terreno rientra tra le ipotesi di esenzione descritte nel paragrafo “Terreni esenti
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
IMU”. In tali casi sul reddito dominicale del terreno sono dovute l’Irpef e le relative addizionali anche se il terreno non è affittato.
Se i dati del singolo terreno sono esposti su più righi, la casella della presente colonna va barrata solo sul primo dei righi compilati, in
quanto si riferisce all’intero periodo d’imposta.
Colonna 10 (Coltivatore diretto o IAP): barrare la casella nel caso di coltivatore diretto e di imprenditore agricolo professionale (IAP)
iscritto nella previdenza agricola, in tal caso i redditi dominicali e agrari non concorrono alla formazione della base imponibile ai fini
dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Se tale condizione è riferita solo ad una parte dell’anno è necessario compilare due distinti righi (compilando la casella “Continuazione”)
barrando la casella “Coltivatore diretto o IAP” solo nel rigo relativo al periodo nel quale si è verificata tale condizione. Se nell’anno
d’imposta si sono verificate diverse situazioni per uno stesso terreno (variazioni di quote di possesso, terreno dato in affitto, ecc.), la
presente casella va barrata in tutti i righi per i quali sussiste la condizione agevolativa.
Colonna 11 (Reddito dominicale imponibile) e colonna 13 (Reddito fondiario non imponibile): nella colonna 11 va indicato il
reddito dominicale imponibile del terreno affittato ovvero non affittato per il quale non è dovuta l’IMU.
Nella colonna 13 va indicato il reddito dominicale non imponibile del terreno non affittato per il quale è dovuta l’IMU ed il reddito
dominicale dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99,
iscritti nella previdenza agricola.
A) Dati del singolo terreno esposti in un solo rigo (ad esempio nel corso dell’anno 2017 non sono variati il titolo di utilizzo del terreno
æ
e la quota di possesso):
ReddITI PeRsone FIsIche
24
n se nella colonna 7 (Casi particolari) è presente il codice 4, il reddito dominicale è pari all’importo indicato in colonna 1, aumentato del
30% se non è barrata la casella di colonna 10 o se è barrata non si applica l’ulteriore rivalutazione, rapportato ai giorni (col. 4) ed alla
percentuale di possesso (col. 5);
n se nella colonna 7 (Casi particolari) sono presenti i codici 2 o 6, il reddito dominicale è uguale a zero;
Il reddito calcolato con le modalità sopra descritte va riportato;
n se è barrata la casella di colonna 10 “Coltivatore diretto o IAP”, nella colonna 13 (Reddito fondiario non imponibile);
n se non è barrata la casella di colonna 10 “Coltivatore diretto o IAP”, nella colonna 11 (Reddito dominicale imponibile).
2018
4) Presenza nella colonna 2 (Titolo) del codice 4, il reddito dominicale è uguale a zero e pertanto le colonne 11 e 13 non vanno compilate.
B) Dati del singolo terreno esposti in più righi (ad esempio nel corso dell’anno 2017 sono variati il titolo di utilizzo del terreno o la
quota di possesso):
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno dei titoli 1, 4, 7, 8 e 9 con riferimento al terreno per il quale non risulta compilata
la casella “Imu non dovuta” ovvero è barrata la casella di colonna 10 “Coltivatore diretto o IAP”: calcolare per ciascun rigo la quota di
reddito dominicale non imponibile utilizzando le regole descritte per il terreno presente su un solo rigo e riportare il totale delle quote
così determinate nella colonna 13 (Reddito fondiario non imponibile) del primo rigo utilizzato per l’indicazione dei dati del terreno;
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno dei titoli 1, 4, 7, 8 e 9 con riferimento al terreno per il quale risulta compilata la
casella “Imu non dovuta” e non è barrata la casella di colonna 10 “Coltivatore diretto o IAP”: calcolare per ciascun rigo la quota di
reddito dominicale imponibile utilizzando le regole descritte per il terreno presente su un solo rigo e riportare il totale delle quote così
determinate nella colonna 11 (Reddito dominicale imponibile) del primo rigo utilizzato per l’indicazione dei dati del terreno;
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno dei titoli 2 e 3: per calcolare il reddito dominicale seguire le istruzioni contenute in
Appendice, alla voce “Terreni in affitto - Casi particolari”;
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
Nella colonna 12 va indicato il reddito agrario imponibile del terreno
Nella colonna 13 va indicato il reddito agrario dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali di cui all’articolo 1 del decreto
legislativo 29 marzo 2004, n. 99, iscritti nella previdenza agricola.
A) Dati del singolo terreno esposti in un solo rigo (ad esempio nel corso dell’anno 2017 non sono variati il titolo di utilizzo del terreno
e la quota di possesso):
1) Presenza nella colonna 2 (Titolo) del codice 1:
n se nella colonna 7 (Casi particolari) non è presente alcun codice il reddito agrario è pari all’importo indicato in colonna 3 (reddito
agrario) rivalutato dell’70% e aumentato del 30% se non è barrata la casella di colonna 10 o se è barrata non si applica l’ulteriore
rivalutazione, rapportato ai giorni (col. 4) ed alla percentuale di possesso (col. 5);
n se nella colonna 7 (Casi particolari) è presente il codice 2, il reddito agrario è uguale a zero
n se nella colonna 7 (Casi particolari) è presente il codice 3, il reddito agrario è pari all’importo indicato in colonna 3 (Reddito
agrario), rivalutato dell’70% e aumentato del 30% se non è barrata la casella di colonna 10 o se è barrata non si applica l’ulteriore
rivalutazione, in quanto già rapportato alla percentuale di partecipazione ed al periodo di durata del contratto;
2) Presenza nella colonna 2 (Titolo) dei codici 4, 7, 8, 9:
n se nella colonna 7 (Casi particolari) non è presente alcun codice, il reddito agrario è pari all’importo indicato in colonna 3 (reddito
agrario) rivalutato dell’70% e aumentato del 30% se non è barrata la casella di colonna 10 o se è barrata non si applica l’ulteriore
rivalutazione, rapportato ai giorni (col. 4) ed alla percentuale di possesso (col. 5);
n se nella colonna 7 (Casi particolari) è presente il codice 4, il reddito agrario è pari all’importo indicato in colonna 3 (reddito agrario
aumentato del 30% se non è barrata la casella di colonna 10 o se è barrata non si applica l’ulteriore rivalutazione, rapportato ai
giorni (col. 4) ed alla percentuale di possesso (col. 5);
n se nella colonna 7 (Casi particolari) sono presenti i codici 2, 6, il reddito agrario è uguale a zero;
n se nella colonna 7 (Casi particolari) è presente il codice 3, il reddito agrario è pari all’importo indicato in colonna 3 (Reddito
agrario), rivalutato dell’70% e aumentato del 30% se non è barrata la casella di colonna 10 o se è barrata non si applica l’ulteriore
rivalutazione, in quanto già rapportato alla percentuale di partecipazione ed al periodo di durata del contratto;
3) Presenza nella colonna 2 (Titolo) dei codici 2 o 3: il reddito agrario è uguale a zero e pertanto non dovete compilare questa colonna.
Il reddito calcolato con le modalità sopra descritte va riportato:
n se è barrata la casella di colonna 10 “Coltivatore diretto o IAP”, nella colonna 13 (Reddito fondiario non imponibile);
n se non è barrata la casella di colonna 10 “Coltivatore diretto o IAP”, nella colonna 12 (Reddito agrario imponibile).
B) Dati del singolo terreno esposti in più righi (ad esempio nel corso dell’anno 2017 sono variati il titolo di utilizzo del terreno o la
quota di possesso): il reddito agrario del terreno è dato dalla somma delle quote di reddito agrario calcolate per ogni singolo rigo così
come descritto nel precedente paragrafo. Gli importi relativi al reddito agrario imponibile e fondiario non imponibile (colonne 12 e 13)
devono essere riportati esclusivamente sul primo dei righi utilizzati per indicare i dati del terreno stesso.
Rigo RA23 (Totali): indicare il totale o i totali degli importi delle colonne 11, 12 e 13.
Gli importi delle colonne 11 e 12 dovranno essere riportati, unitamente ad eventuali altri redditi, nel rigo RN1 colonna 5. Il totale dei
redditi dei terreni può essere trascritto e poi sommato agli altri redditi IRPEF nello “Schema riepilogativo dei redditi e delle ritenute”
che trovate nelle istruzioni relative alla compilazione del quadro RN. L’importo della colonna 13 va riportato nel rigo RN50, col. 2. Se
è stato compilato più di un quadro RA occorre riportare i totali dei redditi dominicale e agrario nel rigo RA23 del primo quadro
utilizzato (Mod. N. 1).
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6. QuadRo RB – Redditi dei fabbricati e altri dati
Devono utilizzare questo quadro:
n i proprietari di fabbricati situati nel territorio dello Stato italiano che sono o devono essere iscritti nel catasto dei fabbricati come dotati
di rendita;
n i titolari dell’usufrutto o altro diritto reale su fabbricati situati nel territorio dello Stato italiano che sono o devono essere iscritti nel
catasto fabbricati con attribuzione di rendita. In caso di usufrutto o altro diritto reale (es. uso o abitazione) il titolare della sola “nuda
proprietà” non deve dichiarare il fabbricato. Si ricorda che il diritto di abitazione spetta, ad esempio, al coniuge superstite ai sensi
dell’art. 540 del Codice Civile, tale diritto si estende anche alle pertinenze della casa adibita ad abitazione principale;
n i possessori di fabbricati che vengono utilizzati in modo promiscuo, cioè sia per usi personali o familiari che per attività professionali,
2018
artigianali o d’impresa;
n coloro che esercitano attività d’impresa per gli immobili che, pur utilizzati per l’esercizio della propria attività, non sono considerati
relativi all’impresa in quanto non sono stati indicati nell’inventario o nel registro dei beni ammortizzabili oppure sono stati esclusi, in
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
n le costruzioni strumentali alle attività agricole, comprese quelle destinate alla protezione delle piante, alla conservazione dei prodotti
agricoli, alla custodia delle macchine, degli attrezzi e delle scorte occorrenti per la coltivazione;
æ
n gli immobili per i quali sono state rilasciate licenze, concessioni o autorizzazioni per restauro, risanamento conservativo e
ristrutturazione edilizia. Il proprietario non deve dichiarare l’immobile solo per il periodo al quale si riferisce il provvedimento e solo se
durante questo periodo non ha utilizzato l’immobile;
n gli immobili completamente adibiti a musei, biblioteche, archivi, cineteche ed emeroteche aperti al pubblico. Il proprietario non deve
denunciare l‘immobile quando dalla sua utilizzazione non gli deriva alcun reddito per l’intero anno. Tale circostanza deve essere
comunicata all’ufficio dell’Agenzia delle entrate entro tre mesi dalla data in cui ha avuto inizio;
n gli immobili destinati esclusivamente all’esercizio del culto e le loro pertinenze, nonché i monasteri di clausura, a meno che non siano
dati in locazione;
n gli immobili adibiti esclusivamente alla propria attività professionale e d’impresa.
Non vanno altresì dichiarati, in quanto considerati compresi nel reddito dominicale ed agrario dei terreni su cui insistono, i redditi dei
fabbricati situati nelle zone rurali e non utilizzabili come abitazione alla data del 7 maggio 2004, che vengono ristrutturati nel rispetto della
vigente disciplina edilizia dall’imprenditore agricolo proprietario e che acquisiscono i requisiti di abitabilità previsti dalle vigenti norme, se
concessi in locazione dall’imprenditore agricolo.
Tale disciplina si applica solo per il periodo del primo contratto di locazione che deve avere una durata compresa tra cinque e nove anni
(art. 12 del D.Lgs. n. 99 del 29 marzo 2004, in vigore dal 7 maggio 2004).
Abitazione principale
Per l’anno 2017, in generale, non è dovuta l’Imu per l’abitazione principale e le relative pertinenze (classificate nelle categorie catastali
C/2, C/6, C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie catastali), pertanto il relativo reddito concorre
alla formazione del reddito complessivo ai fini Irpef. Tuttavia è prevista una deduzione dal reddito complessivo di un importo fino
all’ammontare della rendita catastale dell’unità immobiliare stessa e delle relative pertinenze.
Diversamente, non sono dovute l’Irpef e le addizionali per le abitazioni principali e pertinenze per le quali è dovuta l’Imu per il 2017 (ad
esempio abitazioni classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 – “abitazioni di lusso”).
In queste ipotesi va indicato il codice 2 nella colonna 12 “Casi particolari Imu” e poiché il reddito dell’abitazione principale non concorre
al reddito complessivo, non spetta la relativa deduzione.
26
n se gli immobili ad uso abitativo (Categorie catastali A1 – A11, escluso A10) non locati e assoggettati all’Imu sono situati nello stesso
comune nel quale si trova l’immobile adibito ad abitazione principale (anche se fabbricato rurale), il relativo reddito concorre alla
formazione della base imponibile dell’Irpef e delle relative addizionali nella misura del 50 per cento. In questo caso nella colonna 12
“Casi particolari Imu” va indicato il codice 3. Si ricorda che per abitazione principale si intende quella nella quale il proprietario (o
titolare di altro diritto reale), o i suoi familiari dimorano abitualmente (codice 1 nella colonna 2).
2018
decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23) che prevede l’applicazione di un’imposta che sostituisce, oltre che l’Irpef e le addizionali
regionale e comunale, anche le imposte di registro e di bollo relative al contratto di locazione. L’opzione per la cedolare secca può essere
esercitata anche per le unità immobiliari abitative locate nei confronti delle cooperative edilizie per la locazione o enti senza scopo di
lucro, purché sublocate a studenti universitari e date a disposizione dei comuni con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione
æ
L’aliquota agevolata si applica anche ai contratti di locazione a canone concordato stipulati nei comuni per i quali è stato deliberato, nei
L’opzione per il regime della cedolare secca si esprime in sede di registrazione del contratto e produce effetti per l’intera durata del
contratto, salva la possibilità di revoca.
L’opzione viene espressa in dichiarazione solo per i contratti di locazione per i quali non sussiste l’obbligo di registrazione (contratti di
durata non superiore a trenta giorni complessivi nell’anno), salvo che il contribuente provveda alla registrazione volontaria o in caso
d’uso del contratto prima della presentazione della dichiarazione dei redditi. In tal caso l’opzione deve essere esercitata in sede di
registrazione del contratto.
In entrambi i casi (opzione in sede di registrazione e opzione in dichiarazione) nella sezione I del quadro RB vanno indicati i dati
dell’immobile concesso in locazione e va barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca”, Si ricorda, infine, che il reddito fondiario
assoggettato alla cedolare secca deve essere aggiunto al reddito complessivo solo per determinare la condizione di familiare fiscalmente
a carico, per calcolare le detrazioni per carichi di famiglia, le detrazioni per redditi di lavoro dipendente, di pensione ed altri redditi, le
detrazioni per canoni di locazione e, in generale, per stabilire la spettanza o la misura di agevolazioni collegate al reddito (es. I.S.E.E. e
assegni per il nucleo familiare).
Per ulteriori chiarimenti e approfondimenti sulla cedolare secca si possono consultare sul sito www.agenziaentrate.gov.it, il Prov-
vedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate 7 aprile 2011, la circolare dell’Agenzia delle entrate n. 26/E del 1° giugno 2011
e n. 20/E del 4 giugno 2012 e n. 47/E del 20 dicembre 2012 e decreto legge n. 193 del 22 ottobre 2016, convertito, con modifi-
cazioni, dalla legge 1° dicembre 2016 n. 225.
27
quali ad esempio, la fornitura della colazione, la somministrazione di pasti, la messa a disposizione di auto a noleggio o di guide
turistiche o di interpreti.
Attenzione! In conseguenza dell’introduzione di tale normativa cambia la tassazione del canone di locazione dell’immobile
concesso in locazione dal comodatario per periodi non superiori a 30 giorni: in tal caso il reddito del canone di locazione è
tassato in capo al comodatario come reddito diverso e quindi da indicare nel quadro RL. Il proprietario dell’immobile indicherà
nel quadro RB la sola rendita catastale dell’immobile concesso in comodato gratuito.
La nuova disciplina, inoltre, prevede che se i contratti di locazione breve sono stati conclusi con l’intervento di soggetti che esercitano
2018
attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali on-line, i canoni di locazione sono assoggettati ad una
ritenuta del 21% se tali soggetti intervengono anche nel pagamento o incassano i canoni o i corrispettivi derivanti dai contratti di
locazione breve. La ritenuta è effettuata nel momento in cui l’intermediario riversa le somme al locatore.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
La ritenuta è applicata sull’importo del canone o corrispettivo lordo indicato nel contratto di locazione breve; non devono essere assoggettati
a ritenuta eventuali penali o caparre o depositi cauzionali in quanto si tratta di somme di denaro diverse ed ulteriori rispetto al corrispettivo.
Nell’importo del corrispettivo lordo sono incluse anche:
– le somme corrisposte per le spese per servizi accessori eccetto il caso in cui tali spese siano sostenute direttamente dal conduttore o
siano a questi riaddebitate dal locatore sulla base dei costi e dei consumi effettivamente sostenuti;
– l’importo della provvigione dovuta all’intermediario se è trattenuta dall’intermediario sul canone dovuto al locatore in base al contratto.
La ritenuta è a titolo d’imposta se in dichiarazione dei redditi o all’atto della registrazione del contratto si opta per l’applicazione della
cedolare secca, altrimenti è a titolo d’acconto.
Gli intermediari che effettuano la ritenuta, sono tenuti a certificare le ritenute operate ai locatori mediante il rilascio della Certificazione Unica.
Al riguardo si ricorda che il reddito fondiario derivante dalla locazione effettuata nel corso del 2017 va indicato in dichiarazione anche se
il corrispettivo non è stato ancora percepito o, se percepito, la Certificazione Unica non è stata rilasciata; mentre se il corrispettivo è stato
percepito nel 2017 ma il periodo di locazione avviene nel corso del 2018, la tassazione va rinviata all’anno in cui la locazione è
effettivamente effettuata.
Il reddito derivante dalla sublocazione o dalla locazione del comodatario va tassato nell’anno in cui il corrispettivo è percepito senza
tener conto di quando effettivamente il soggiorno ha avuto luogo.
Si ricorda che il reddito fondiario assoggettato alla cedolare secca viene aggiunto al reddito complessivo solo per determinare la
æ
condizione di familiare fiscalmente a carico, per calcolare le detrazioni per carichi di famiglia, le detrazioni per redditi di lavoro
ReddITI PeRsone FIsIche
dipendente, di pensione ed altri redditi, le detrazioni per canoni di locazione e per stabilire la spettanza o la misura di agevolazioni
collegate al reddito (ad esempio valore I.S.E.E. e assegni per il nucleo familiare).
Per ulteriori chiarimenti e approfondimenti sulle locazioni brevi si possono consultare, sul sito www.agenziaentrate.gov.it, il prov-
vedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate 12 luglio 2017 e la circolare n. 24/E del 12 ottobre 2017.
casI PaRTIcolaRI
Redditi da proprietà condominiali
I locali per la portineria, l’alloggio del portiere e gli altri servizi di proprietà condominiale dotati di rendita catastale autonoma devono
essere dichiarati dal singolo condomino solo se la quota di reddito che gli spetta per ciascuna unità immobiliare è superiore a euro 25,82.
L’esclusione non si applica per gli immobili concessi in locazione e per i negozi.
Immobili in comodato
Gli immobili concessi in comodato non devono essere dichiarati dal comodatario (es. un familiare che utilizza gratuitamente l’immobile) ma dal
proprietario.
In caso di locazioni brevi, il proprietario continua ad indicare nella propria dichiarazione dei redditi gli immobili concessi in comodato,
mentre il reddito relativo alle locazioni poste in essere dal comodatario deve essere dichiarato dal comodatario stesso nel quadro RL in
quanto reddito diverso.
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l’immobile è stato distrutto o dichiarato inagibile a seguito di eventi calamitosi, dovete compilare un rigo per ogni diversa situazione,
barrando la casella “continuazione” di colonna 8.
Se dovete utilizzare più di nove righi per dichiarare i fabbricati va compilato un quadro aggiuntivo ricordando di numerare progressivamente
la casella “Mod. N.” posta in alto a destra del Modello. In questo caso scrivete il totale del reddito dei fabbricati nel rigo RB10 del primo
quadro che avete utilizzato (Mod. N. 1).
In questa sezione devono essere indicati:
n i dati degli immobili concessi in locazione, sia se si intende assoggettare il reddito a tassazione ordinaria sia nel caso di opzione per il
regime della cedolare secca;
2018
n i dati degli immobili non concessi in locazione (es. abitazione principale, immobili a disposizione o concessi in comodato d’uso gratuito).
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
esempio, delle abitazioni principali classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (“abitazioni di lusso”). In questo caso nella col.
12 (Casi particolari IMU) va indicato il codice 2 e poiché il reddito dell’abitazione principale non concorre al reddito complessivo, non
spetta la relativa deduzione;
‘2’ immobile, ad uso abitativo, tenuto a disposizione oppure dato in uso gratuito (comodato) a persone diverse dai propri familiari (vedi
istruzioni al codice ‘10’). Si tratta, ad esempio, dell’immobile posseduto in aggiunta a quello adibito ad abitazione principale del
possessore o dei suoi familiari;
‘3’ immobile locato in regime di libero mercato, anche per periodi non superiori a 30 giorni, o “patti in deroga” oppure concesso in
locazione a canone “concordato” in mancanza dei requisiti descritti nelle istruzioni relative al codice ‘8’. Nel caso di opzione per il
regime della cedolare secca va barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca”. Il reddito va indicato nella colonna 14 “imponibile
cedolare secca 21%”;
‘4’ immobile locato in regime legale di determinazione del canone o “equo canone”. Nel caso di opzione per il regime della cedolare
secca va barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca”. Il reddito va indicato nella colonna 14 “imponibile cedolare secca 21%”;
‘5’ pertinenza dell’abitazione principale (box, cantina, ecc.) dotata di rendita catastale autonoma. Sono considerate pertinenze le
unità immobiliari classificate o classificabili nelle categorie diverse da quelle ad uso abitativo, destinate ed effettivamente utilizzate in
modo durevole al servizio dell’abitazione principale (anche se non appartengono allo stesso fabbricato). Se la pertinenza è
assoggettata ad Imu nella colonna 12 “Casi particolari Imu” va indicato il codice 2;
‘6’ immobile utilizzato in parte come abitazione principale e in parte per la propria attività;
‘8’ n immobile situato in un comune ad alta densità abitativa concesso in locazione a canone “concordato” (art. 2, comma 3, art. 5,
comma 2 e art. 8 della legge n. 431 del 1998) in base agli accordi definiti in sede locale tra le organizzazioni dei proprietari e quelle
degli inquilini più rappresentative a livello nazionale. Nel caso di applicazione della tassazione ordinaria, l’indicazione di questo
codice comporta la riduzione del 30 per cento del reddito imponibile; nel caso di opzione per il regime della cedolare secca va
barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca” e il reddito va indicato nella colonna 15 “imponibile cedolare secca 10%”;
n immobile, dato in locazione a canone “concordato” con opzione per il regime della cedolare secca, situato in uno dei comuni
per i quali è stato deliberato negli ultimi cinque anni precedenti la data di entrata in vigore (28 maggio 2014) della legge di
conversione del decreto, lo stato di emergenza a seguito del verificarsi di eventi calamitosi. In questo caso va barrata la casella di
colonna 11 “Cedolare secca” e il reddito va indicato nella colonna 15 “imponibile cedolare secca 10%”. Inoltre deve essere barrata
la casella di colonna 19 “Stato di emergenza”.
‘9’ questo codice deve essere utilizzato se l’immobile non rientra in nessuno dei casi individuati con gli altri codici. Ad esempio il codice
‘9’ va indicato nel caso di:
– unità immobiliari prive di allacciamento alle reti dell’energia elettrica, acqua, gas, e di fatto non utilizzate, a condizione che tali
circostanze risultino da apposita dichiarazione sostitutiva di atto notorio da esibire o trasmettere a richiesta degli uffici;
– pertinenza di immobile tenuto a disposizione;
– unità immobiliare tenuta a disposizione in Italia da contribuenti residenti all’estero o già utilizzata come abitazione principale (o
pertinenza di abitazione principale) da contribuenti trasferiti temporaneamente in altro comune. Si ricorda che nel caso di più unità
immobiliari ad uso abitativo tenute a disposizione dal contribuente residente all’estero, questo codice può essere indicato solo con
riferimento ad una di esse;
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– bene di proprietà condominiale (locali per la portineria, l’alloggio del portiere, autorimesse collettive, ecc) dichiarato dal singolo
condomino se la quota di reddito spettante è superiore alla soglia prevista dalla normativa vigente;
– abitazione o pertinenza data in uso gratuito a terzi e da questi locata con il nuovo regime delle locazioni brevi;
‘10’ abitazione o pertinenza data in uso gratuito a un proprio familiare a condizione che vi dimori abitualmente e ciò risulti dall’iscrizione
anagrafica; oppure unità in comproprietà utilizzate come abitazione principale di uno o più comproprietari diversi dal dichiarante;
‘11’ immobile in parte utilizzato come abitazione principale e in parte concesso in locazione in regime di libero mercato, anche per
periodi non superiori a 30 giorni, o “patti in deroga”.
Nel caso di opzione per il regime della cedolare secca va barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca” . Il reddito va indicato
nella colonna 14 “imponibile cedolare secca 21%”;
2018
‘12’ – immobile in parte utilizzato come abitazione principale e in parte concesso in locazione a canone “concordato” situato in uno dei
comuni ad alta densità abitativa. In caso di applicazione della tassazione ordinaria, l’indicazione di questo codice comporta la
riduzione del 30 per cento del reddito imponibile; nel caso di opzione per il regime della cedolare secca va barrata la casella di
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
colonna 11 “Cedolare secca” e il reddito va indicato nella colonna 15 “imponibile cedolare secca 10%”.
– immobile in parte utilizzato come abitazione principale e in parte concesso in locazione a canone “concordato” con opzione per il
regime della cedolare secca, situato in uno dei comuni per i quali è stato deliberato lo stato di emergenza (vedi istruzioni al
codice ‘8’). In questo caso va barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca” e il reddito va indicato nella colonna 15 “imponibile
cedolare secca 10%”. Inoltre deve essere barrata la casella “Stato di emergenza” di colonna 19;
‘14’ immobile situato nella regione Abruzzo e concesso in locazione a soggetti residenti o stabilmente dimoranti nei territori colpiti dal
sisma del 6 aprile 2009 le cui abitazioni principali siano state distrutte o dichiarate inagibili, secondo quanto previsto dall’art. 5
dell’ordinanza ministeriale n. 3813 del 29 settembre 2009.
Nel caso di applicazione della tassazione ordinaria, l’indicazione di questo codice comporta la riduzione del 30% del reddito
imponibile. In tal caso deve essere compilata la sezione II del quadro RB.
Nel caso di opzione per il regime della cedolare secca va barrata la casella di colonna 11 “Cedolare secca” e va compilata la sezione
II del quadro RB. Il reddito va indicato nella colonna 14 “imponibile cedolare secca 21%;
‘15’ immobile situato nella regione Abruzzo e concesso in comodato a soggetti residenti o stabilmente dimoranti nei territori colpiti dal
sisma del 6 aprile 2009 le cui abitazioni principali siano state distrutte o dichiarate inagibili, secondo quanto previsto dall’art. 5
dell’ordinanza ministeriale n. 3813 del 29 settembre 2009.
Colonna 3 (Periodo di possesso): indicare per quanti giorni è stato posseduto l’immobile (365 se per tutto l’anno).
Se vengono utilizzati più righi per indicare le diverse situazioni relative al singolo fabbricato, la somma dei giorni presenti nei singoli righi
æ
non può essere superiore a 365. Il reddito dei fabbricati di nuova costruzione va dichiarato a partire dalla data in cui il fabbricato è pronto
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Esempio
Sono stipulati più contratti di locazioni brevi di porzioni di unità abitative:
– porzione A, contratto di durata 1° agosto – 16 agosto 2017
– porzione B, contratto di durata 10 agosto – 20 agosto 2017
Il totale dei giorni da indicare nella colonna 3 sono 20.
Se il periodo di locazione è a cavallo di due anni (ad esempio dal 24 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018), riportare solo i giorni del periodo
di locazione relativo al 2017.
Esempio
Il 30 ottobre 2017 è stipulato un contratto di locazione breve con periodo di soggiorno dal 24 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 ed
opzione in sede di dichiarazione per la cedolare secca.
Nella colonna 3 va indicato il numero 8 corrispondente al numero di giorni che va dal 24 al 31 dicembre 2017.
Colonna 4 (Percentuale di possesso): indicare la quota di possesso espressa in percentuale (100 se per l’intero).
Colonna 5 (Codice canone): da compilare se tutto o parte dell’immobile è dato in locazione.
Indicare uno dei seguenti codici corrispondenti alla percentuale del canone che viene riportata nella colonna 6 “canone di locazione”:
‘1’ 95% del canone nel caso di applicazione della tassazione ordinaria;
‘2’ 75% del canone nel caso di applicazione della tassazione ordinaria, se il fabbricato è situato nella città di Venezia centro e nelle
isole della Giudecca, Murano e Burano;
‘3’ 100% del canone nel caso di opzione per il regime della cedolare secca;
‘4’ 65% del canone, nel caso di applicazione della tassazione ordinaria, se l’immobile è riconosciuto di interesse storico o artistico, in
base al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
Colonna 6 (Canone di locazione): da compilare se tutto o parte dell’immobile è dato in locazione e non si configuri attività d’impresa,
anche occasionale. Riportare il 95% del canone annuo che risulta dal contratto di locazione se nella colonna 5 (Codice canone) è stato
indicato il codice 1, il 75% del canone se nella colonna 5 è stato indicato il codice 2, il 100% del canone se nella colonna 5 è stato
indicato il codice 3, il 65% del canone se nella colonna 5 è stato indicato il codice 4. Indicare in questa colonna l’importo del canone,
calcolando l’eventuale rivalutazione automatica sulla base dell’indice ISTAT e l’eventuale maggiorazione percepita in caso di sublocazione.
L’ammontare indicato non deve comprendere le spese di condominio, luce, acqua, gas, portiere, ascensore, riscaldamento e simili
eventualmente incluse nel canone.
Se il canone è riferito ad un contratto di locazione breve per cui si è optato per la cedolare secca, l’ammontare da indicare in questa
colonna è pari al 100% del corrispettivo lordo pertanto la somma non va diminuita delle spese sostenute dal locatore e delle somme
addebitate a titolo forfettario al locatario per prestazioni accessorie.
La somma va diminuita delle spese per servizi accessori solo se sono sostenute direttamente dal conduttore o sono a questi riaddebitate
dal locatore sulla base dei consumi effettivamente sostenuti.
Se si è in possesso della Certificazione Unica 2018 e il periodo di locazione si è interamente concluso nel 2017, riportare l’importo del
corrispettivo indicato nel punto 14 del quadro Certificazione Redditi – Locazioni brevi della Certificazione Unica 2018 qualora non risultano
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barrate le relative caselle del punto 4 (redditi 2018) e del punto 16 (locatore non proprietario). Nel caso di opzione per la tassazione
ordinaria, l’importo del canone va riportato tenendo conto delle percentuali indicate nelle istruzioni alla colonna 5 (codice canone).
Se la casella del punto 4 risulta barrata, l’importo indicato al punto 14, non deve essere riportato nella presente dichiarazione ma in
quella relativa ai redditi 2018 da presentarsi nel 2019. Se invece risulta barrata la casella di col. 16, l’importo va riportato nel rigo RL10
colonna 4 del quadro RL(si rimanda alle istruzioni del quadro RL) della presente dichiarazione.
Per le locazioni avvenute nel 2017, l’importo della locazione breve va indicato anche se il corrispettivo lordo non è stato riscosso nel
corso del 2017 e anche se non è presente nel quadro Certificazione Redditi – Locazioni brevi della Certificazione Unica 2018.
Se il periodo di locazione è a cavallo di due anni (ad esempio dal 24 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018), riportare solo l’importo del
corrispettivo lordo indicato nel quadro Certificazione Redditi – Locazioni brevi della Certificazione Unica 2018 relativo alle sole locazioni
2018
effettuate nel 2017.
Esempio
Se il fabbricato è concesso in locazione solo per una parte dell’anno, il canone annuo va indicato in proporzione ai giorni (colonna 3)
di durata della locazione.
In caso di comproprietà il canone va indicato per intero indipendentemente dalla quota di possesso.
Se l’immobile è posseduto in comproprietà ma è dato in locazione soltanto da uno o più comproprietari per la propria quota (es.:
immobile posseduto da tre comproprietari locato ad uno di essi dagli altri due) va indicata soltanto la quota del canone annuo di
locazione spettante al contribuente e nella colonna 7 “Casi particolari” deve essere indicato il codice “5”.
æ
Non devono essere dichiarati i canoni (derivanti da contratti di locazione di immobili ad uso abitativo) non percepiti per morosità
‘3’ se l’immobile è inagibile per altre cause ed è stata richiesta la revisione della rendita catastale. In tale caso deve essere indicato il
codice “9” nella colonna 2 “Utilizzo”;
‘4’ se l’immobile ad uso abitativo è stato locato ma i canoni di locazione previsti dal contratto non sono stati percepiti, in tutto o in parte,
e se il procedimento di convalida di sfratto per morosità si è concluso entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi.
In tale ipotesi, se il canone di locazione è stato percepito solo per una parte dell’anno, va compilato un unico rigo, riportando in
colonna 6 la quota di canone effettivamente percepita e indicando in colonna 7 il codice 4. Si ricorda che se non è stato percepito
alcun canone viene comunque assoggettata a tassazione la rendita catastale;
‘5’ se l’immobile è posseduto in comproprietà ed è dato in locazione soltanto da uno o più comproprietari ciascuno per la propria quota
(es.: immobile posseduto da tre comproprietari locato ad uno di essi dagli altri due); in tal caso nella colonna 6 va indicata soltanto la
quota del canone annuo di locazione spettante al contribuente e non l’intero canone annuo;
31
Colonna 8 (Continuazione): barrare la casella per indicare che si tratta dello stesso fabbricato del rigo precedente.
Colonna 9 (Codice Comune) indicare il codice catastale del comune ove è situata l’unità immobiliare. Se i dati del fabbricato sono
indicati su più righi, il codice catastale deve essere riportato solo sul primo rigo in cui il fabbricato è stato indicato. Il codice comune è
rilevabile dall’elenco “Codici catastali comunali e aliquote dell’addizionale comunale”, presente sul sito internet www.agenziaentrate.gov.it.
Colonna 11 (Cedolare secca): barrare la casella nel caso di opzione per l’applicazione della cedolare secca sulle locazioni. La casella
può essere barrata solo in presenza delle condizioni descritte nel paragrafo “Locazioni per finalità abitative – Cedolare secca”. La casella
può essere compilata solo se nella colonna 2 “Utilizzo” è stato indicato uno dei seguenti codici: ‘3’ (canone libero), ‘4’ (equo canone), ‘8’
(canone concordato agevolato), ‘11’ (locazione parziale abitazione principale con canone libero), ‘12’ (locazione parziale abitazione
2018
principale con canone concordato agevolato) e ‘14’ (locazione agevolata immobile situato in Abruzzo).
Si ricorda che l’esercizio dell’opzione per il regime della cedolare secca per un contratto di locazione relativo a una porzione dell’unità
abitativa vincola all’esercizio dell’opzione per il medesimo regime anche per il reddito derivante dalla contemporanea locazione di altre
porzioni della stessa.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Colonna 12 (Casi particolari IMU): indicare uno dei seguenti codici in presenza delle relative situazioni particolari riguardanti
l’applicazione dell’Imu:
‘1’ fabbricato, diverso dall’abitazione principale e relative pertinenze, del tutto esente dall’Imu o per il quale non è dovuta l’Imu per il 2017
ma assoggettato alle imposte sui redditi. In questo caso sul reddito del fabbricato sono dovute l’Irpef e le relative addizionali anche se
non è concesso in locazione;
‘2’ abitazione principale e pertinenze assoggettate ad Imu. Si tratta, ad esempio, delle abitazioni principali classificate nelle categorie
catastali A/1, A/8 e A/9 (“abitazioni di lusso”). Indicando questo codice, sul relativo reddito non sono dovute Irpef e addizionali in
quanto sostituite dall’Imu. Deve essere indicato questo codice anche per le pertinenze assoggettate ad Imu;
‘3’ immobile ad uso abitativo non locato, assoggettato ad Imu, situato nello stesso comune nel quale si trova l’immobile adibito ad
abitazione principale. In questo caso il reddito dell’immobile concorre alla formazione della base imponibile dell’Irpef e delle relative
addizionali nella misura del 50 per cento. Si ricorda che per abitazione principale si intende quella nella quale il proprietario (o titolare
di altro diritto reale), o i suoi familiari dimorano abitualmente (codice 1 nella colonna 2). Sono compresi i fabbricati rurali adibiti ad
abitazione principale pur non presenti nel quadro RB.
Se i dati del singolo fabbricato sono esposti su più righi, la presente colonna va compilata in ciascun rigo per il quale si verifica la
condizione relativa al singolo codice. Ad esempio, nel caso di immobile “di lusso” utilizzato come abitazione principale per una parte
dell’anno e in seguito concesso in locazione, il codice 2 va indicato solo sul primo dei due righi in cui sono riportati i dati del fabbricato.
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Colonna 13 (Imponibile tassazione ordinaria), colonna 14 (Imponibile cedolare secca 21%), colonna 15 (Imponibile cedolare
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secca 10%), colonna 16 (Abitazione principale soggetta a IMU), colonna 17 (Immobili non locati), colonna 18 (Abitazione
principale non soggetta a IMU)
Nella colonna 13 va indicato il reddito del fabbricato non concesso in locazione ovvero locato senza opzione per l’applicazione della
cedolare secca.
Nella colonna 14 va indicato il reddito del fabbricato locato con opzione per l’applicazione della cedolare secca con aliquota del 21%.
Nella colonna 15 va indicato il reddito del fabbricato locato con opzione per l’applicazione della cedolare secca con aliquota agevolata del 10%.
Nella colonna16 va indicato il reddito non imponibile dell’abitazione principale e delle relative pertinenze assoggettato a IMU.
Nella colonna 17 va indicato il reddito non imponibile degli immobili non locati assoggettati comunque ad IMU.
Nella colonna 18 va indicato il reddito dell’abitazione principale e delle relative pertinenze non assoggettato a IMU.
Indicare la quota di reddito per ciascun immobile osservando le seguenti istruzioni:
A) Dati del singolo fabbricato esposti in un solo rigo (ad esempio non sono variati l’utilizzo dell’immobile e la quota di possesso):
n se il fabbricato è utilizzato come abitazione principale o relativa pertinenza (codici 1 e 5 nella colonna 2 “Utilizzo”), calcolare
l’importo della rendita catastale (col. 1) rivalutato del 5%, rapportato ai giorni (col. 3) ed alla percentuale di possesso (col. 4); se non è
compilata la casella “Casi part. IMU”, l’importo così determinato va riportato nella colonna 18 (Abitazione principale non soggetta a
IMU); se invece, nella casella “Casi part. IMU” è indicato il codice “2”, l’importo va riportato nella colonna 16 (Abitazione principale
soggetta a IMU);
n se il fabbricato è utilizzato in parte come abitazione principale e in parte per la propria attività (codice 6 nella colonna 2
“Utilizzo”) calcolare l’importo della rendita catastale (col. 1) rivalutato del 5%, rapportato ai giorni (col. 3) ed alla percentuale di
possesso (col. 4). Se non è compilata la casella “Casi part. IMU”, metà dell’importo va riportato nella colonna 13 (Tassazione
ordinaria) e il restante 50 per cento va riportato nella colonna 18 (Abitazione principale non soggetta a IMU).
n Se nella casella “Casi part. IMU” è indicato il codice “2”, metà dell’importo va riportato nella colonna 16 (Abitazione principale
soggetta a IMU) e il restante 50 per cento va riportato nella colonna 17 (Immobili non locati);
n se il fabbricato non è locato e non è tenuto a disposizione (codici 9 e 10 nella colonna 2 “Utilizzo”), indicare nella colonna 17
(Immobili non locati) l’importo della rendita catastale (col. 1) rivalutato del 5%, rapportato ai giorni (col. 3) e alla percentuale di
possesso (col. 4). Se è stato indicato il codice 9 in colonna 2 (Utilizzo) ed il codice 1 in colonna 7 (Casi particolari), il reddito del
fabbricato è pari a zero e pertanto non dovete compilare la colonna 17. Se nella casella “Casi particolari Imu” è indicato il codice 1,
il reddito va riportato nella colonna 13 (Imponibile tassazione ordinaria), anziché nella colonna 17 (Immobili non locati). Se nella
casella “Casi particolari IMU” è indicato il codice 3, il reddito va riportato per il 50 per cento nella colonna 17 (immobili non locati) e per
il 50 per cento nella colonna 13 (Tassazione ordinaria);
n se il fabbricato è tenuto a disposizione (codice 2 nella colonna 2 “Utilizzo”), indicare nella colonna 17 (Immobili non locati)
l’importo della rendita catastale (colonna 1) rivalutato del 5%, aumentato di un terzo e rapportato ai giorni (col. 3) ed alla
percentuale di possesso (col. 4); Se nella casella “Casi particolari Imu” è indicato il codice 1, il reddito va riportato nella colonna
13 (Imponibile tassazione ordinaria), anziché nella colonna 17 (Immobili non locati). Se nella casella “Casi particolari IMU” è
indicato il codice 3, il reddito va riportato per il 50 per cento nella colonna 17 (immobili non locati) e per il 50 per cento nella colonna
13 (Tassazione ordinaria);
n se l’immobile è locato in regime di libero mercato (codice 3 nella colonna 2 “Utilizzo”) il reddito del fabbricato è pari al maggiore tra
l’importo della rendita catastale (col. 1) rivalutato del 5%, rapportato ai giorni (col. 3) e alla percentuale di possesso (col. 4) e quello del
canone di locazione (col. 6) rapportato alla percentuale di possesso (col. 4). Se in colonna 7 (Casi particolari) è presente il codice 5
32
(percentuale di locazione diversa da quella di possesso) il canone di locazione non deve essere rapportato alla percentuale di possesso;
Se non è stata barrata la casella di colonna 11 (cedolare secca), il reddito come sopra determinato va indicato nella colonna 13
(Imponibile tassazione ordinaria). Se invece è stata barrata la casella di colonna 11, il reddito va indicato nella colonna 14 (Imponibile
cedolare secca 21%);
n se l’immobile è locato in regime di equo canone (codice 4 nel colonna 2 “Utilizzo”):
– se non è stata barrata la casella di colonna 11 (cedolare secca), indicare nella colonna 13 (Imponibile tassazione ordinaria) l’importo
del canone di locazione (col. 6) rapportato alla percentuale di possesso (col. 4);
– se invece è stata barrata la casella di colonna 11, va indicato nella colonna 14 (Imponibile cedolare secca 21%) il maggiore tra
2018
l’importo della rendita catastale (col. 1) rivalutato del 5%, rapportato ai giorni (col. 3) ed alla percentuale di possesso (col. 4) e quello
del canone di locazione (col. 6) rapportato alla percentuale di possesso (col. 4).
In entrambi i casi (tassazione ordinaria o cedolare secca), se in colonna 7 (Casi particolari) è presente il codice 4 (canoni di
locazione non percepiti per morosità) e in colonna 6 (canone di locazione) non è stato indicato alcun importo, indicare l’importo della
æ
colonna 14 (Imponibile cedolare secca 21%);
B) Dati del singolo fabbricato esposti in più righi (ad esempio è variato nel corso del 2017 l’utilizzo o la quota di possesso):
Quando i dati di un fabbricato sono esposti in più righi gli importi relativi ai redditi imponibili e non imponibili (colonne
da 13 a 18) devono essere riportati esclusivamente sul primo dei righi utilizzati per indicare i dati del fabbricato stesso.
33
Abitazione principale
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno degli utilizzi 1, e 5 (abitazione principale non locata, sue pertinenze,) e non
è compilata la colonna 12 “Casi part. Imu”: calcolare per ciascun rigo la quota di reddito utilizzando le regole descritte per il
fabbricato presente su un solo rigo e riportare il totale delle quote così determinate nella colonna 18 (Abitazione principale non
soggetta a Imu) del primo rigo utilizzato per l’indicazione dei dati del fabbricato;
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno degli utilizzi 1, e 5 (abitazione principale non locata, sue pertinenze,) ed è
compilata la colonna 12 “Casi part. Imu” con il cod. 2: calcolare per ciascun rigo la quota di reddito utilizzando le regole descritte per
il fabbricato presente su un solo rigo e riportare il totale delle quote così determinate nella colonna 16 (Abitazione principale
soggetta a Imu) del primo rigo utilizzato per l’indicazione dei dati del fabbricato;
2018
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato l’utilizzo 6 (abitazione principale utilizzata in parte per la propria attività) e non
è compilata la colonna 12 “Casi part. Imu”: calcolare per ciascun rigo la quota di reddito utilizzando le regole descritte per il
fabbricato presente su un solo rigo e riportare metà del totale delle quote così determinate nella colonna 13 (Tassazione ordinaria)
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
e il restante 50 per cento nella colonna 18 (Abitazione principale non soggetta a Imu) del primo rigo utilizzato per l’indicazione dei
dati del fabbricato;
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato l’utilizzo 6 (abitazione principale utilizzata in parte per la propria attività) ed è
compilata la colonna 12 “Casi part. Imu” con il cod. 2: calcolare per ciascun rigo la quota di reddito utilizzando le regole descritte per
il fabbricato presente su un solo rigo e riportare metà del totale delle quote così determinate nella colonna 16 (Abitazione principale
soggetta a Imu) e il restante 50 per cento nella colonna 17 (Immobili non locati) del primo rigo utilizzato per l’indicazione dei dati del
fabbricato;
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno degli utilizzi 11 e 12 (abitazione principale parzialmente locata) per cui non
risulta barrata la casella di col. 11 (cedolare secca):
1) per ciascun rigo calcolare la quota di rendita e la quota di canone utilizzando le regole descritte per il fabbricato presente su un
solo rigo;
2) confrontare il totale delle quote di rendita con il totale delle quote di canone di locazione:
– se il totale delle quote di rendita è maggiore o uguale al totale delle quote del canone di locazione (tassazione in base alla
rendita), il reddito del fabbricato è pari alle quote di rendita, relative ai righi con codice utilizzo 12, ridotte del 30 per cento e
sommate alle quote di rendita relative ai righi con codice utilizzo 11. Se non è compilata la colonna 12 “Casi part. Imu”
riportare il totale delle quote così determinate nella colonna 18 (Abitazione principale non soggetta a Imu) del primo rigo
utilizzato per l’indicazione dei dati del fabbricato; se è compilata la colonna 12 “Casi part. Imu” con il cod. 2 riportare il totale
æ
delle quote così determinate nella colonna 16 (Abitazione principale soggetta a Imu) del primo rigo utilizzato per l’indicazione
ReddITI PeRsone FIsIche
34
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno degli utilizzi 2, 9, 10 e 15 con riferimento al fabbricato per il quale risulta
indicato il codice 1 nella casella “Casi particolari IMU”: calcolare per ciascun rigo la quota di reddito imponibile utilizzando le regole
descritte per il fabbricato presente su un solo rigo e riportare il totale delle quote così determinate nella colonna 13 (Imponibile
tassazione ordinaria) del primo rigo utilizzato per l’indicazione dei dati del fabbricato;
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno degli utilizzi 2, 9, 10 e 15 con riferimento al fabbricato per il quale risulta
indicato il codice 3 nella casella “Casi particolari IMU”: calcolare per ciascun rigo la quota di reddito utilizzando le regole descritte
per il fabbricato presente su un solo rigo e riportare il totale delle quote così determinate per il 50 per cento nella colonna 17
(immobili non locati) e per il 50 per cento nella colonna 13 (Tassazione ordinaria);
2018
Fabbricato locato diverso da abitazione principale
n considerare solo i righi nei quali è stato indicato uno degli utilizzi 3, 4, 8 e 14 con riferimento ai quali non risulta barrata la casella di
col. 11 relativa alla cedolare secca:
æ
solo rigo;
Colonna 19 (Stato di emergenza): barrare la casella nel caso di contratti di locazione a canone “concordato”, con opzione per la
cedolare secca, stipulati nei comuni per i quali è stato deliberato, negli ultimi cinque anni precedenti la data di entrata in vigore della
legge di conversione del decreto-legge (28 maggio 2014), lo stato di emergenza a seguito del verificarsi di eventi calamitosi (codice 8 o
codice 12 nella colonna 2 dei righi da B1 a B7).
Rigo RB10 (Totali): indicare il totale degli importi delle colonne 13, 14, 15, 16, 17 e 18. La somma delle colonne 13 e 18 dovrà essere
riportata, unitamente ad eventuali altri redditi, nel rigo RN1, colonna 5.
La stessa somma può essere riportata nel rigo dei fabbricati dello “Schema riepilogativo dei redditi e delle ritenute” che trovate nelle
istruzioni relative alla compilazione del quadro RN.
Il totale della colonna 18 va riportato nel rigo RN2 ai fini della deduzione prevista per l’abitazione principale assoggettata ad Irpef.
I totali delle colonne 16 e 17 devono essere riportati nel rigo RN50 rispettivamente alle colonne 1 e 2.
Si ricorda che se avete compilato più di un quadro RB dovete scrivere il totale dei redditi dei fabbricati nel rigo RB10 del primo quadro
che avete utilizzato (Mod. N. 1).
Rigo RB11 (Imposta cedolare secca): Il rigo è riservato all’indicazione dell’imposta sostitutiva, con aliquota del 21 per cento o del 10
per cento, dovuta sul reddito imponibile derivante dai contratti di locazione per i quali si è optato per l’applicazione del regime della
cedolare secca.
Colonna 1 (Imposta cedolare secca 21%): indicare l’ammontare dell’imposta sostitutiva dovuta con aliquota ordinaria, pari al 21 per
cento dell’importo indicato nella colonna 14 del rigo RB10.
35
Colonna 2 (Imposta cedolare secca 10%): indicare l’ammontare dell’imposta sostitutiva dovuta con aliquota agevolata, pari al 10% per
cento dell’importo indicato nella colonna 15 del rigo RB10.
Colonna 3 (Totale imposta cedolare secca): indicare la somma degli importi esposti nelle colonne 1 e 2 del presente rigo.
righi della sezione II del quadro RB, riportando in questa colonna il medesimo rigo della sezione I.
Colonna 2 (Mod. n.): se avete compilato più Moduli, riportare il numero del Modulo sul quale sono stati indicati i dati dell’immobile locato.
Colonne 3, 4, 5 e 6 (Estremi di registrazione del contratto) Le colonne vanno compilate solo se il contratto di locazione è stato
registrato presso l’Ufficio e nella copia del modello di richiesta di registrazione del contratto restituito dall’Ufficio non è indicato il “codice
identificativo del contratto”. Se il contratto di locazione, è stato registrato per via telematica tramite Siria, Iris, Locazioni web o Contratti
on line oppure tramite il nuovo modello on line RLI, in alternativa può essere compilata la colonna 7.
Colonna 3 (Data di registrazione): indicare la data di registrazione del contratto.
Colonna 4 (Serie): indicare il codice relativo alla modalità di registrazione:
‘1T’ registrazione telematica tramite pubblico ufficiale;
‘3’ registrazione del contratto presso un ufficio dell’Agenzia delle Entrate;
‘3P’ registrazione telematica tramite Siria e Iris;
‘3T’ registrazione telematica tramite altre applicazioni (Locazione Web, Contratti online e modello RLI)
‘3A’ e ‘3B’ codici utilizzati negli anni passati presso gli uffici.
Colonna 5 (Numero e sottonumero di registrazione): indicare il numero e l’eventuale sottonumero di registrazione del contratto.
Colonna 6 (Codice Ufficio): indicare il codice identificativo dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate presso il quale è stato registrato il
contratto. I codici sono reperibili sul sito www.agenziaentrate.gov.it nella tabella “Codici ufficio da utilizzare per il versamento delle
annualità successive” presente nella sezione relativa alla registrazione dei contratti di locazione.
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Colonna 7 (Codice identificativo contratto): indicare il codice identificativo del contratto composto da 17 caratteri e reperibile nella
ReddITI PeRsone FIsIche
copia del modello di richiesta di registrazione del contratto restituito dall’ufficio o, per i contratti registrati per via telematica, nella ricevuta
di registrazione. Se sono state compilate le colonne da 3 a 6 questa colonna non va compilata.
Colonna 8 (Contratti non superiori 30 gg.): barrare la casella nel caso di contratto di locazione non registrato di durata non
superiore a trenta giorni complessivi nell’anno che non è stato registrato in quanto per tale tipologia di contratto è previsto l’obbligo di
registrazione solo in caso d’uso. Se è barrata questa casella non vanno compilate né le colonne da 3 a 6 relative agli estremi di
registrazione del contratto né la colonna 7 relativa al codice identificativo del contratto.
Colonna 9 (Anno presentazione dichiarazione ICI/IMU): se per l’immobile è stata presentata la dichiarazione ICI oppure la
dichiarazione Imu o Imi, indicare l’anno di presentazione.
Se il contribuente nel corso dell’anno ha avuto più rapporti di lavoro dipendente o assimilati e ha chiesto all’ultimo da-
tore di lavoro di tener conto degli altri redditi percepiti, deve indicare in questo quadro i dati presenti nella Certifica-
zione Unica rilasciata da quest’ultimo.
I contribuenti che percepiscono redditi di lavoro dipendente, pensione ed assimilati possono fruire delle detrazioni d’imposta per la cui
determinazione si tiene conto oltre che del reddito di lavoro anche del reddito complessivo.
La detrazione, se spettante, deve essere indicata nel rigo RN7 le cui istruzioni indicano i calcoli per la determinazione della stessa.
Questo quadro è composto da sei sezioni:
Sezione I: redditi di lavoro dipendente e assimilati nonché redditi di pensione per i quali la detrazione è rapportata al periodo di lavoro
nell’anno;
Sezione II: altri redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente per i quali la detrazione non è rapportata al periodo di lavoro nell’anno;
Sezione III: ritenute IRPEF, addizionali regionale e comunale all’IRPEF nonché acconto dell’addizionale comunale all’IRPEF per l’anno
2018 trattenute dal datore di lavoro;
Sezione IV: ritenute IRPEF e addizionale regionale all’IRPEF trattenute sui compensi per lavori socialmente utili in regime agevolato;
Sezione V: bonus Irpef;
36
n redditi di lavoro e di pensione, prodotti in euro, dai contribuenti iscritti nei registri anagrafici del comuni di Campione d’Italia;
n le indennità e le somme da assoggettare a tassazione corrisposte a qualunque titolo ai lavoratori dipendenti da parte dell’INPS o di
altri Enti. Ad esempio: cassa integrazione guadagni, mobilità, disoccupazione ordinaria e speciale (nell’edilizia, nell’agricoltura, ecc.),
malattia, maternità ed allattamento, TBC e post-tubercolare, donazione di sangue, congedo matrimoniale;
n le indennità e i compensi, a carico di terzi, percepiti dai prestatori di lavoro dipendente per incarichi svolti in relazione a tale qualità, ad
esclusione di quelli che, per clausola contrattuale, devono essere riversati al datore di lavoro e di quelli che per legge devono essere
riversati allo Stato;
n i trattamenti periodici integrativi corrisposti dai Fondi Pensione maturati fino al 31 dicembre 2006 nonché l’ammontare imponibile
2018
erogato della prestazione maturata dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2006 nel caso di riscatto (art. 14, del D.Lgs. n. 252 del 2005)
che non dipenda dal pensionamento dell’iscritto o dalla cessazione del rapporto di lavoro per mobilità o altre cause non riconducibili
alla volontà delle parti (riscatto volontario);
n i compensi percepiti dai soggetti impegnati in lavori socialmente utili in conformità a specifiche disposizioni normative;
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Italia e delle Comunità ad essa collegate; gli assegni corrisposti dalla Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa
Non concorrono alla formazione del reddito complessivo e, pertanto, non devono essere dichiarati, i compensi deri-
vanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa corrisposti dall’artista o professionista al coniuge, ai figli,
affidati o affiliati, minori di età o permanentemente inabili al lavoro e agli ascendenti.
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“4” se si fruisce in dichiarazione dell’agevolazione, prevista per i lavoratori impatriati che rientrano in Italia dall’estero. In presenza dei
requisiti previsti dall’art. 16 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147 e dall’art.1 commi 150 e 151 della legge 11 dicembre
2016, n.232, i redditi di lavoro dipendente concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misura del 50 per cento;
Nei casi ordinari il beneficio di cui ai codici “1”, “2” e “4” è riconosciuto direttamente dal datore di lavoro. Pertanto, la presente casella
va compilata esclusivamente nell’ipotesi particolare in cui il datore di lavoro non abbia potuto riconoscere l’agevolazione e il
contribuente intenda fruirne, in presenza dei requisiti previsti dalla legge, direttamente nella presente dichiarazione dei redditi. In tale
caso il reddito di lavoro dipendente va indicato nei righi da RC1 a RC3 già nella misura ridotta (al 10%, al 20% o al 30% o al 50%).
Nelle annotazioni della Certificazione Unica 2018, codice BM per lavoratori e lavoratrici, e codice BC per docenti e ricercatori e
2018
codice BD per gli impatriati, è indicato l’ ammontare ridotto che ha concorso a formare il reddito, se l’agevolazione è stata
riconosciuta dal sostituto, oppure la quota non imponibile, se il sostituto non ha operato l’abbattimento.
“5” se sono stati superati i limiti di deducibilità dei contributi per previdenza complementare certificati in più modelli di Certificazione
Unica non conguagliati. In questo caso nei righi da RC1 a RC3 va riportato il reddito di lavoro dipendente aumentato della quota di
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
“5” redditi di lavoro dipendente, prodotti in euro, dai contribuenti iscritti nei registri anagrafici del comuni di Campione d’Italia;
“6” redditi di pensione, prodotti in euro, dai contribuenti iscritti nei registri anagrafici del comuni di Campione d’Italia;
“7” redditi di pensione in favore dei superstiti corrisposte agli orfani;
“8” redditi di pensione, prodotti in euro, in favore dei superstiti corrisposte agli orfani iscritti nei registri anagrafici del comune di
Campione d’Italia.
Colonna 2 (Indeterminato/determinato): compilate questa colonna se state indicando un reddito di lavoro dipendente (cod. 2 in col. 1)
ovvero compensi per lavori socialmente utili (cod. 3 in col. 1) oppure redditi prodotti in zone di frontiera (cod. 4 in col. 1) e redditi prodotti
in euro dai residenti a Campione d’Italia, (cod. 5 in col. 1). In tal caso indicate uno dei seguenti codici:
“1” se il contratto di lavoro è a tempo indeterminato e nella Certificazione Unica è stato indicato il codice “1” ;
“2” se il contratto di lavoro è a tempo determinato e nella Certificazione Unica è stato indicato il codice “2”.
Colonna 3 (Redditi): riportare in questa colonna l’importo dei redditi percepiti, indicato nei seguenti punti della Certificazione Unica: punto 1
(lavoro dipendente e assimilati a tempo indeterminato), punto 2 (lavoro dipendente e assimilati a tempo determinato), punto 3 (pensione).
Nel caso di lavori socialmente utili agevolati (codice 3 in col. 1), per la compilazione si rinvia al precedente paragrafo “Compensi per
lavori socialmente utili”.
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Se nella colonna 1 è stato indicato il codice 4 (redditi prodotti in zone di frontiera), riportare l’intero ammontare dei redditi percepiti,
comprensivo della quota esente. In presenza della Certificazione Unica 2018, riportare l’importo indicato nei punti 455 e 456 della
Certificazione Unica indicando nella colonna 2 rispettivamente il codice 1 (tempo indeterminato), il codice 2 (tempo determinato).
Tali redditi sono imponibili ai fini IRPEF per la parte eccedente 7.500 euro. La quota esente va indicata nella colonna 1 del rigo RC5.
Se nella colonna 1 è stato indicato il codice 5 (redditi di lavoro dipendente prodotti in euro dai residenti a Campione d’Italia),
riportare l’intero ammontare di tali redditi, comprensivo della quota esente. In particolare:
n se è compilato il punto 457 della Certificazione Unica 2018, riportare nella colonna 2 il codice 1 (tempo indeterminato) e nella colonna
2018
3 l’importo indicato nel punto 457;
n se è compilato il punto 458 della Certificazione Unica 2018, riportare nella colonna 2 il codice 2 (tempo determinato) e nella colonna 3
l’importo indicato nel punto 458;
Se nella colonna 1 è stato indicato il codice 7 (redditi di pensione in favore dei superstiti corrisposte agli orfani), la colonna 2 non
va compilata e nella colonna 3 va indicato l’importo presente nel punto 461 della Certificazione Unica 2018.Tali redditi sono imponibili ai
fini IRPEF per la parte eccedente 1.000 euro. La quota esente va indicata nella colonna 3 del rigo RC5.
Se nella colonna 1 è stato indicato il codice 8 (redditi di pensione in favore dei superstiti corrisposte in euro agli orfani residenti a
Campione d’Italia) la colonna 2 non va compilata e nella colonna 3 va indicato l’importo presente nel punto 460 della Certificazione Unica
2018.Tali redditi sono imponibili ai fini IRPEF per la parte eccedente 7.700 euro. La quota esente va indicata nella colonna 3 del rigo RC5.
Se siete in possesso di una Certificazione Unica 2018 che certifichi un reddito di lavoro dipendente a tempo indeterminato e un reddito
di pensione per i quali è stato effettuato il conguaglio, compilate due distinti righi, riportando gli importi indicati nei punti 1 e 3 della
Certificazione Unica 2018. In presenza di una Certificazione Unica 2018 che certifichi un reddito di lavoro dipendente a tempo
determinato e un reddito di pensione per cui è stato effettuato il conguaglio, occorre compilare due distinti righi, riportando gli importi
indicati nei punti 2 e 3 della Certificazione Unica 2018.
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In entrambi i casi, nella colonna 1 del rigo RC6, riportare il numero dei giorni di lavoro dipendente indicato nel punto 6 della Certificazione
1) il contribuente ha percepito compensi per premio di risultato da più datori di lavoro ed è in possesso di più modelli di
Certificazione Unica tutti non conguagliati oppure è in possesso di modelli di Certificazione Unica non conguagliati e altri
conguagliati. Il contribuente, pertanto, potrebbe aver fruito della tassazione agevolata su un ammontare di compensi superiore al
limite previsto. In sede di presentazione della dichiarazione dei redditi occorre, quindi, procedere al conguaglio degli importi indicati
nelle varie Certificazioni Uniche in possesso del contribuente in modo di assoggettare a tassazione ordinaria l’ammontare dei
compensi percepiti che eccede il limite dei 3.000 euro (fino a 4.000 se l’azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione
del lavoro).
39
Nell’eventualità in cui il contribuente sia in possesso anche di Certificazioni Uniche rilasciate da aziende che coinvolgono
pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro, il limite fino a 4.000 euro può essere applicato solo se l’importo o la somma
degli importi dei compensi percepiti per premi di risultato indicati in tali Certificazioni Uniche (somma dei punti 572, 573, e 578 e 579
delle Certificazioni Uniche con codice 2 nel punto 571 e/o somma dei punti 582, 583 e 588 e 589 delle Certificazioni Uniche con codice
2 nel punto 581) è di ammontare superiore ai 3.000 euro. In tal caso la tassazione agevolata sarà applicata solo sui premi di risultato
che nelle Certificazioni Uniche sono individuati con il codice 2. Diversamente si applica sempre il limite dei 3.000 euro.
Al fine di consentire al contribuente di determinare il limite di volta in volta applicabile occorre compilare tanti moduli quante sono le
Certificazioni Uniche in possesso del contribuente.
2018
2) il contribuente ha percepito compensi da uno o più datori di lavoro e, quindi, è in possesso di uno o più modelli di Certificazione Unica
2018, nei quali in tutti o in parte risultano compilati i punti da 571 a 589, ma il datore di lavoro ha assoggettato questi compensi a
imposta sostitutiva in mancanza dei requisiti previsti. Ad esempio, il lavoratore nell’anno 2016 aveva percepito un reddito di lavoro
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
dipendente superiore a 80.000 euro e, pertanto, non era nelle condizioni per fruire della tassazione agevolata. In tal caso il lavoratore,
in dichiarazione, dovrà assoggettare a tassazione ordinaria i compensi ricevuti.
Il contribuente può decidere di modificare la tassazione operata dal sostituto se ritiene quest’ultima meno vantaggiosa e si trova, ad
esempio, in una delle seguenti condizioni:
a) avere interesse ad assoggettare a tassazione ordinaria i compensi percepiti per premi di risultato ai quali il datore di lavoro ha
applicato l’imposta sostitutiva (punti 572, e/o 576, 582 e 586 della Certificazione Unica 2018 compilati). In tal caso il contribuente
farà concorrere alla formazione del reddito complessivo i suddetti compensi considerando le imposte sostitutive trattenute quali
ritenute irpef a titolo d’acconto;
b) avere interesse ad assoggettare a tassazione sostitutiva i compensi percepiti per premi di risultato che il datore di lavoro ha
assoggettato a tassazione ordinaria (punto 578 e/o 588 della Certificazione Unica 2018 compilato). Condizione necessaria per
esercitare tale opzione è quella di aver percepito nell’anno 2016 un reddito di lavoro dipendente non superiore a 80.000 euro. In tal
caso il contribuente non comprenderà nel reddito complessivo i suddetti compensi (entro il limite di 3.000 o 4.000 euro lordi) e
calcolerà sugli stessi l’imposta sostitutiva del 10 per cento.
Attenzione! Si può fruire del regime agevolativo previsto per le somme percepite per premi di risultato solo se sono
stati stipulati contratti collettivi di secondo livello che, entro trenta giorni dalla stipula, sono stati depositati telema-
ticamente presso la competente Direzione territoriale del lavoro.
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ReddITI PeRsone FIsIche
L’indicazione nel rigo RC4 delle somme percepite per premi di risultato è obbligatoria in quanto tale informazione
consente la corretta determinazione del Bonus Irpef di cui al rigo RC14. Pertanto, il presente rigo va sempre compi-
lato in presenza di una Certificazione Unica 2018 nella quale risulti compilato il punto 571 e uno dei punti da 572 a
579. Se nella Certificazione Unica 2018 risultano compilati anche i punti da 581 a 589 occorre compilare un secondo
rigo RC4 utilizzando un ulteriore modulo del quadro RC.
In presenza di più modelli di Certificazione Unica non conguagliati o di modelli di Certificazione Unica non conguagliati
e altri conguagliati occorre compilare tanti moduli quante sono le Certificazioni Uniche in possesso del contribuente.
Occorre compilare più di un modulo anche nel caso in cui nella Certificazione Unica sono compilati i punti da 581 a 589.
Colonna 1 (Codice): riportare il codice indicato nel punto 571 (o 581) della Certificazione Unica 2018.
Nella Certificazione Unica è riportato:
n il codice 1 se il limite dell’importo dei premi di risultato da assoggettare ad agevolazione è pari a 3.000 euro;
n il codice 2 se il limite dell’importo dei premi di risultato da assoggettare ad agevolazione è pari a 4.000 euro poiché l’azienda coinvolge
pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
Colonna 2 (Somme tassazione ordinaria): indicare l’importo risultante dal punto 578 (o 588) del modello di Certificazione Unica 2018.
Colonna 3 (Somme imposta sostitutiva): indicare l’importo risultante dal punto 572 (o 582) del modello di Certificazione Unica 2018.
Colonna 4 (Ritenute imposta sostitutiva): indicare l’importo risultante dal punto 576 (o 586) del modello di Certificazione Unica 2018.
Colonna 5 (Benefit): indicare l’importo risultante dal punto 573 (o 583) del modello di Certificazione Unica 2018.
Colonna 6 (Benefit a tassazione ordinaria): indicare l’importo risultante dal punto 579 e/o 589 del modello di Certificazione Unica 2018.
Colonne 7 (Tassazione ordinaria) e 8 (Tassazione sostitutiva):
Le colonne 7 e 8 sono fra loro alternative e, pertanto, non è possibile barrarle entrambe.
È obbligatoria la compilazione di una delle due caselle per esprimere la scelta per il trattamento fiscale delle somme percepite per premi
di risultato, sia se si intenda modificare la tassazione operata dal datore di lavoro sia se si intenda confermarla.
In presenza di più modelli di Certificazione Unica non conguagliati o di modelli di Certificazione Unica non congua-
gliati e altri conguagliati la scelta per il trattamento fiscale delle somme percepite per premi di risultato va effettuato
solo sul primo modulo compilato.
Si ricorda che il datore di lavoro ha assoggettato questi compensi ad imposta sostitutiva tranne nel caso di espressa richiesta da parte
del lavoratore per la tassazione ordinaria oppure nel caso in cui abbia verificato che quest’ultima sia più favorevole.
Se si intende confermare la tassazione operata dal datore di lavoro, seguire le indicazioni di seguito riportate.
n colonna 7: barrare la casella se nella Certificazione Unica 2018 è compilato il punto 578 (e/o 588) (Premi di risultato assoggettati a
tassazione ordinaria) e, pertanto, si conferma la tassazione ordinaria delle somme percepite per premi di risultato;
n colonna 8: barrare la casella se nella Certificazione Unica 2018 è compilato il punto 572 e/o 582 (Premi di risultato assoggettati ad
imposta sostitutiva) e, pertanto, si conferma la tassazione con imposta sostitutiva delle somme percepite per premi di risultato.
Se si intende modificare la tassazione operata dal datore di lavoro, seguire le indicazioni di seguito riportate:
n colonna 7: barrare la casella se nella Certificazione Unica 2018 è compilato il punto 572 e/o 582 (Premi di risultato assoggettati ad
imposta sostitutiva) e, pertanto, si sceglie la tassazione ordinaria delle somme percepite per premi di risultato che il datore di lavoro ha
assoggettato ad imposta sostitutiva.
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n colonna 8: barrare la casella se nella Certificazione Unica 2018 è compilato il punto 576 e/o 588 (Premi di risultato assoggettati a
tassazione ordinaria) e, pertanto, si sceglie di assoggettare ad imposta sostitutiva le somme percepite per premi di risultato che il
datore di lavoro ha assoggettato a tassazione ordinaria.
2018
deposito telematico di tale contratto presso la competente Direzione territoriale del lavoro, entro trenta giorni dalla stipula) barrare la
presente casella.
Le colonne da 10 a 13 sono riservate alla determinazione dell’agevolazione fiscale prevista per le somme erogate per premi di
æ
Nel caso di casella barrata, l’ammontare complessivo delle somme già assoggettate dal sostituto d’imposta ad imposta sostitutiva e
L’importo Incremento_Reddito come sopra determinato deve essere sommato agli altri importi da indicare nella colonna 10 del Rigo
RC4 (redditi di lavoro dipendente ed assimilati);
L’importo di Totale_Ritenute_Imposta_Sostituitiva deve essere sommato agli altri importi da indicare nella colonna 13 del rigo RC4.
Calcolare Totale_Premio_cod_2 sommando per ciascun rigo RC4 per il quale nella colonna 1 è indicato il codice 2 i seguenti importi:
RC4 col. 2 + RC4 col. 3 + RC4 col. 5 + RC4 col. 6 (si ricorda che con riferimento al singolo rigo le colonne 2 e 3 sono tra loro alternative)
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Ai fini della gestione delle somme erogate per premi di risultato è necessario tenere conto delle seguenti situazioni:
n opzione espressa dal contribuente per la modalità di tassazione (colonne 7 tassazione ordinaria o colonna 8 tassazione sostitutiva);
n ammontare dell’importo già assoggettato ad imposta sostitutiva dal datore di lavoro ed indicato nella colonna 3;
n ammontare dei Benefit indicati a colonna 5.
Al fine di pervenire correttamente sia alla ricomposizione del reddito complessivo, qualora in sede di dichiarazione si intenda modificare
la tipologia di tassazione adottata dal sostituto d’imposta, che alla determinazione dell’imposta sostitutiva, è necessario operare come di
seguito riportato.
2018
Determinare Capienza_Agevolazione
L’importo Incremento_Reddito come sopra determinato deve essere sommato agli altri redditi e riportato nella colonna 10 del rigo
RC4 (del primo modulo).
Incremento_Reddito = Benefit_Codice_1_Eccedente
L’importo Incremento_Reddito come sopra determinato deve essere sommato agli altri importi da indicare nel nella colonna 10 del
rigo RC4(del primo modulo).
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In questo caso l’importo di Totale_Somme_Imposta_Sostituitiva deve essere riportato nella colonna 10 del rigo RC4 (del primo modulo).
L’importo di Totale_Ritenute_Imposta_Sostituitiva deve essere riportato nella colonna 13 del rigo RC4.
Opzione tassazione sostitutiva (colonna 8 del rigo RC4 barrata) ed importo di totale_somme_imposta_sostituitiva minore o
uguale di capienza_agevolazione
Se il valore di A è positivo, riportare tale importo nella colonna 12 del rigo RC4. Tale importo deve essere versato, utilizzando l’apposito
codice tributo, con le stesse modalità e gli stessi termini previsti per i versamenti a saldo delle imposte sui redditi.
Se invece, il valore di A è negativo, riportare il valore assoluto di tale importo (senza essere preceduto dal segno meno) nella colonna
13 del rigo RC4.
Opzione tassazione sostitutiva (colonna 8 del rigo RC4 barrata) ed importo di totale_somme_imposta_sostituitiva maggiore di
capienza_agevolazione
Determinazione del reddito da aggiungere agli altri importi che concorrono alla formazione della colonna 10 del rigo RC4 (del primo modulo).
Si precisa che nel caso di importo del rigo Totale_somme_imposta_sostitutiva non superiore a Capienza_agevolazione non deve
essere sommato alcun importo agli altri redditi da riportare nella colonna 10 del rigo RC4.
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Imposta sostitutiva
Se il valore di A è positivo, riportare tale importo nella colonna 12 del rigo RC4. Tale importo deve essere versato, utilizzando l’apposito
codice tributo, con le stesse modalità e gli stessi termini previsti per i versamenti a saldo delle imposte sui redditi.
Se invece, il valore di A è negativo, tale importo deve essere sommato in valore assoluto (senza essere preceduto dal segno meno)
agli altri importi da nella colonna 13 del rigo RC4.
2018
Rigo RC5 Totale
Colonna 1 (Quota esente frontalieri) I redditi prodotti in zone di frontiera sono imponibili ai fini IRPEF per la parte eccedente 7.500 euro.
Indicare in questa colonna la quota di reddito esente. Se il reddito prodotto in zona di frontiera (codice 4 nella colonna 1 dei righi da RC1
æ
Se il “Totale redditi Campione d’Italia” è inferiore a 6.700 euro, indicare nella colonna 1 del rigo RC5 il “Totale redditi Campione d’Italia”.
In particolare, se il reddito di pensione percepito dai contribuenti iscritti nei registri anagrafici del comuni di Campione d’Italia
(codice 6 nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3) è superiore o uguale a 6.700 euro, indicare 6.700;
Se il reddito di pensione percepito in favore dei superstiti corrisposte agli orfani (codice 7 nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3) è
superiore o uguale a 1.000 euro, indicare 1.000;
Se il reddito di pensione percepito in favore dei superstiti corrisposte agli orfani iscritti nei registri anagrafici del comune di Campione
d’Italia (codice 8 nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3) è superiore o uguale a 7.700 euro, indicare 7.700.
RC1 + RC2 + RC3 + RC4 col.10 – RC4 col.11 – RC5 col. 1 – RC5 col. 2 – RC5 col. 3
Nella colonna 4 riportare la somma dei redditi per i quali avete indicato il codice 3 nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3. In questo
caso, per calcolare esattamente l’importo da riportare nella colonna 5 del rigo RN1, seguire le istruzioni contenute in Appendice, alla
voce “Lavori socialmente utili agevolati”
Se non avete indicato alcun importo nella colonna 4, l’importo indicato nella colonna 5 deve essere riportato unitamente ad eventuali altri
redditi nella colonna 5 del rigo RN1.
Per fare questo calcolo potete utilizzare lo “Schema riepilogativo dei redditi e delle ritenute” che trovate nelle istruzioni relative alla
compilazione del quadro RN.
Se avete compilato un solo rigo perché avete avuto un unico rapporto di lavoro, riportate la cifra indicata al punto 6 della Certificazione
Unica 2018.
Se avete indicato più redditi di lavoro dipendente o assimilati, esponete in questa colonna il numero totale dei giorni
compresi nei vari periodi, tenendo conto che quelli compresi in periodi contemporanei devono essere considerati
una volta sola.
43
Lavori socialmente utili
Se nei righi da RC1 a RC3 avete indicato, oltre a redditi di lavoro dipendente, anche compensi per lavori socialmente utili, i giorni da
riportare in questa colonna sono pari:
– alla somma dei giorni riportati al punto 6 della Certificazione Unica 2018 relativi ai redditi per lavoro dipendente e ai redditi per lavori
socialmente utili, se per questi ultimi compensi non fruite del regime agevolato;
– al solo numero dei giorni di lavoro dipendente riportati al punto 6 della Certificazione Unica 2018, se per i compensi per lavori
socialmente utili fruite del regime agevolato (codice “3” nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3).
Se siete in possesso di una Certificazione Unica 2018 conguagliata che certifichi, oltre a redditi per lavoro dipendente, anche redditi per
2018
lavori socialmente utili e fruite del regime agevolato, il numero di giorni da indicare nella presente colonna è quello relativo ai redditi di
lavoro dipendente ad esclusione, quindi, di quelli relativi ai compensi per lavori socialmente utili;
n nella colonna 2, indicare il numero dei giorni relativi al periodo di pensione per il quale è prevista la detrazione d’imposta (365 per
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
l’intero anno).
Se avete indicato un solo reddito di pensione, potete tener conto del numero dei giorni indicato nel punto 7 della Certificazione Unica
2018. Se avete indicato più redditi di pensione, esponete in colonna 2 il numero totale dei giorni tenendo conto che i giorni compresi
in periodi contemporanei vanno indicati una volta sola.
Se sono presenti sia redditi di lavoro dipendente, sia redditi di pensione, la somma dei giorni riportati in colonna 1 ed in co-
lonna 2 non può superare 365, tenendo conto che quelli compresi in periodi contemporanei vanno indicati una volta sola.
b) gli assegni periodici comunque denominati alla cui produzione non concorrono né capitale né lavoro (escluse le rendite perpetue),
ReddITI PeRsone FIsIche
sezIone III – Ritenute su redditi di lavoro dipendente e assimilati, addizionale Irpef e addizionali re-
gionale e comunale all’IRPeF
In questa sezione dovete dichiarare l’ammontare delle ritenute IRPEF, delle addizionali regionale e comunale all’IRPEF nonché
dell’acconto dell’addizionale comunale all’IRPEF trattenute dal datore di lavoro.
Rigo RC10
Nella colonna 1 indicare il totale delle ritenute IRPEF, relative ai redditi di lavoro dipendente e assimilati indicati nelle Sezioni I e II,
risultante dal punto 21 della Certificazione Unica 2018. In questo rigo deve essere compreso l’importo indicato nel rigo RC4 colonna 13.
Nel caso in cui siano stati percepiti compensi per lavori socialmente utili in regime agevolato si rimanda alle informazioni fornite con
riferimento al codice 3 della casella 1 dei righi da RC1 a RC3.
L’importo del presente rigo unitamente ad eventuali altre ritenute, deve essere riportato nel rigo RN33, colonna 4. Per fare questo calcolo
potete utilizzare lo “Schema riepilogativo dei redditi e delle ritenute” presente nelle istruzioni per la compilazione del quadro RN.
Nella colonna 2 indicare il totale dell’addizionale regionale all’IRPEF trattenuta sui redditi di lavoro dipendente e assimilati indicati
nelle Sezioni I e II, risultante dal punto 22 della Certificazione Unica 2018.
L’importo del presente rigo deve essere riportato nel rigo RV3, colonna 3.
Nel caso in cui siano stati percepiti compensi per lavori socialmente utili in regime agevolato si rimanda alle informazioni fornite con
riferimento al codice 3 della casella 1 dei righi da RC1 a RC3.
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Nella colonna 3 indicare l’acconto dell’addizionale comunale all’IRPEF per l’anno 2017 trattenuta sui redditi di lavoro dipendente e
assimilati indicati nelle Sezioni I e II, risultante dal punto 26 della Certificazione Unica 2018.
L’importo del presente rigo deve essere riportato nel rigo RV11 colonna 1.
Nella colonna 4 indicare il saldo dell’addizionale comunale all’IRPEF per l’anno 2017 trattenuta sui redditi di lavoro dipendente e
assimilati indicati nelle Sezioni I e II, risultante dal punto 27 della Certificazione Unica 2018.
L’importo del presente rigo deve essere riportato nel rigo RV11 colonna 1.
Nella colonna 5 indicare l’acconto dell’addizionale comunale all’IRPEF per l’anno 2018 trattenuta sui redditi di lavoro dipendente e
assimilati delle Sezioni I e II, risultante dal punto 29 della Certificazione Unica 2018. Riportare tale importo nel rigo RV17 colonna 6.
2018
sezIone Iv – Ritenute per lavori socialmente utili
In questa sezione dovete indicare le ritenute IRPEF e l’addizionale regionale relative ai compensi percepiti per lavori socialmente utili se
avete raggiunto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Rigo RC12: indicare l’addizionale regionale all’IRPEF relativa ai redditi esposti nella Sezione I del quadro RC per i quali avete indicato
il codice 3 nella colonna 1, (compensi per lavori socialmente utili in regime agevolato). Per la compilazione del rigo si rimanda alle
informazioni fornite con riferimento al codice 3 della casella 1 dei righi da RC1 a RC3.
Se siete in possesso di una Certificazione Unica 2018 conguagliata che certifichi, oltre a redditi per lavoro dipendente, anche redditi per
lavori socialmente utili in regime agevolato, consultate in Appendice la voce “Lavori socialmente utili agevolati”.
æ
i ricercatori e docenti universitari e per i lavoratori rientrati in Italia. Alla formazione del reddito complessivo ai fini del bonus Irpef non
Se il lavoratore dipendente (ad esempio colf, baby-sitter o assistente delle persone anziane) non è in possesso della Certificazione
Unica perché il datore di lavoro non riveste la qualifica di sostituto d’imposta, nella colonna 1 deve riportare il codice 2.
Colonna 2 (Bonus erogato): riportare l’importo del bonus erogato dal sostituto d’imposta, indicato nel punto 392 della Certificazione
Unica 2018. In nessun caso, invece, deve essere riportato nel modello REDDITI l’importo del bonus riconosciuto ma non erogato,
indicato nel punto 393 della Certificazione Unica.
Colonna 3 (Tipologia esenzione): riportare il codice indicato nel punto 466 della Certificazione Unica. Se si fruisce in dichiarazione del-
l’agevolazione prevista per i docenti e ricercatori, riportare il codice “1”. Riportare il codice “2” se si fruisce in dichiarazione dell’agevolazione
prevista per i lavoratori dipendenti che rientrano in Italia dall’estero in quanto il sostituto d’imposta non ha operato l’abbattimento.
Colonna 4 (Parte reddito esente): riportare l’importo indicato nel punto 467 della Certificazione Unica. Se si fruisce in dichiarazione del-
l’agevolazione prevista per i lavoratori dipendenti che rientrano in Italia dall’estero o dell’agevolazione prevista per i docenti e ricercatori,
riportare l’ammontare indicato nelle annotazioni alla Certificazione Unica con il codice BM per lavoratori e lavoratrici o con il codice BC
per docenti e ricercatori. Se nelle annotazioni alla Certificazione Unica non sono presenti tali informazioni riportare la quota di reddito da
lavoro dipendente che non è stata indicata in dichiarazione.
Colonna 5 (Quota TFR): riportare l’importo indicato nel punto 478 della Certificazione Unica.
2) In presenza di una Certificazione Unica che conguaglia tutti i precedenti modelli di Certificazione Unica, nelle colonne da 1 a 5
vanno riportati esclusivamente i dati indicati nella Certificazione rilasciata dal sostituto che ha effettuato il conguaglio (punti 391, 392,
466, 467 e 478).
Nelle colonne 3, 4 e 5 vanno riportati esclusivamente i dati indicati nella Certificazione rilasciata dal sostituto d’imposta che ha effettuato
il conguaglio.
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3) In presenza di una Certificazione Unica che conguaglia solo alcuni modelli di Certificazione Unica, per la compilazione delle
colonne da 1 a 5 vanno seguite le istruzioni sopra fornite per i modelli di Certificazione Unica non conguagliati, tenendo presente che
la Certificazione Unica rilasciata dal sostituto che ha effettuato il conguaglio sostituisce i modelli di Certificazione Unica conguagliati.
I contribuenti che hanno prodotto redditi in un paese estero nel quale sono state pagate imposte a titolo definitivo e
2018
che, ricorrendone le condizioni, intendano fruire del relativo credito d’imposta, sono tenuti a compilare il Quadro CE
presente nel fascicolo 3 del Modello REDDITI PF.
sezione II –- credito d’imposta per il riacquisto della prima casa e per canoni di locazione non percepiti
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Per individuare le condizioni per fruire dei benefici sulla prima casa si rimanda alle informazioni contenute nelle “Guide fiscali” re-
peribili sul sito dell’Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.gov.it.
L’importo del credito d’imposta è pari all’ammontare dell’imposta di registro o dell’IVA corrisposta in relazione al primo acquisto
agevolato; in ogni caso detto importo non può essere superiore all’imposta di registro o all’IVA dovuta in relazione al secondo acquisto.
Colonna 3 (Credito compensato nel modello F24): credito d’imposta utilizzato in compensazione nel modello F24 fino alla data di
presentazione della presente dichiarazione.
Questo rigo non deve essere compilato da coloro che hanno già utilizzato il credito di imposta:
n in diminuzione dell’imposta di registro dovuta sull’atto di acquisto agevolato che lo determina;
n in diminuzione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, ovvero delle imposte sulle successioni e donazioni dovute sugli atti e
sulle denunce presentati dopo la data di acquisizione del credito.
Rigo CR8 Credito d’imposta per canoni di locazione non percepiti
Indicare il credito d’imposta spettante per le imposte versate sui canoni di locazione di immobili ad uso abitativo scaduti e non percepiti.
Consultare in Appendice la voce “Crediti d’imposta per canoni di locazione non percepiti”.
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parti comuni dell’immobile devono essere compilati due distinti righi, utilizzando un quadro aggiuntivo e ricordando di numerare
progressivamente la casella “Mod. N.” posta in alto a destra del Modello.
Colonna 1 (Codice fiscale) indicare il codice fiscale della persona che ha presentato, anche per conto del dichiarante, la domanda per
l’accesso al contributo, secondo quanto previsto dall’art. 2 delle citate ordinanze n. 3779 e n. 3790. La colonna non va compilata se la
domanda è stata presentata dal dichiarante. Per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali va indicato il codice fiscale del
condominio. Per gli interventi su unità immobiliari appartenenti a cooperative edilizie a proprietà indivisa va indicato il codice fiscale della
cooperativa.
Colonna 2 (N. Rata) indicare il numero della rata che il contribuente utilizza nell’anno 2017.
Colonna 3 (Totale credito) indicare l’importo del credito d’imposta riconosciuto per gli interventi di riparazione o ricostruzione dell’abitazione
2018
principale danneggiata o distrutta, oppure per l’acquisto di una nuova abitazione equivalente all’abitazione principale distrutta.
Colonna 4 (Rata annuale) indicare la quota del credito d’imposta fruibile nell’anno 2017. Tale importo, da riportare nel rigo RN28, si
ottiene dividendo per venti l’importo indicato in colonna 3.
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Colonna 4 (Rateazione) indicare il numero di quote (5 o 10) in cui si è scelto di ripartire il credito d’imposta.
Rigo CR12
Colonna 1 (Anno anticipazione) indicare l’anno in cui è stata percepita l’anticipazione delle somme relative alla posizione contributiva
individuale maturata.
Colonna 2 (Reintegro totale/parziale) indicare uno dei seguenti codici relativi alla misura del reintegro:
n codice 1 se l’anticipazione è stata reintegrata totalmente;
n codice 2 se l’anticipazione è stata reintegrata solo in parte.
Colonna 3 (Somma reintegrata) Indicare l’importo che è stato versato nel 2017 per reintegrare l’anticipazione percepita.
Colonna 4 (Residuo precedente dichiarazione): indicare il credito d’imposta che non ha trovato capienza nell’imposta che risulta dalla
precedente dichiarazione, e che è indicato nel rigo 134 del prospetto di liquidazione (mod. 730-3) del mod. 730/2017, o quello indicato
nel rigo RN47, col. 13, del quadro RN del Mod. REDDITI 2017.
Colonna 5 (Credito anno 2017) indicare l’importo del credito d’imposta spettante con riferimento alla somma reintegrata
Colonna 6 (di cui compensato in F24) indicare il credito d’imposta utilizzato in compensazione nel modello F24 fino alla data di
presentazione della dichiarazione.
sezione vI – credito d’imposta mediazioni per la conciliazione delle controversie civili e commerciali
Per le parti che si sono avvalse della mediazione (attività svolta da un terzo imparziale per la risoluzione di una controversia civile o
commerciale) è riconosciuto un credito d’imposta commisurato all’indennità corrisposta ai soggetti abilitati a svolgere il procedimento di
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mediazione (decreto legislativo 5 marzo 2010, n. 28). In caso di successo della mediazione, detto credito è riconosciuto entro il limite di
euro 500,00. In caso di insuccesso il credito è ridotto della metà. L’importo del credito d’imposta spettante risulta dalla comunicazione
trasmessa all’interessato dal Ministero della giustizia entro il 30 maggio di ciascun anno.
Il credito d’imposta deve essere indicato, a pena di decadenza, nella dichiarazione dei redditi ed è utilizzabile a partire dalla data di
ricevimento della predetta comunicazione. Se la comunicazione è pervenuta in data successiva alla presentazione della dichiarazione
dei redditi, il credito d’imposta può essere indicato nella dichiarazione relativa all’anno in cui è stata ricevuta la comunicazione.
Il credito d’imposta può essere utilizzato in compensazione mediante il modello F24 (art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241)
oppure da parte dei contribuenti non titolari di redditi d’impresa o di lavoro autonomo, in diminuzione delle imposte sui redditi.
Il credito d’imposta non dà luogo a rimborso e non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi.
2018
I contribuenti titolari di redditi d’impresa o di lavoro autonomo possono utilizzare questo credito d’imposta solo in com-
pensazione mediante il mod. F24 e pertanto non devono compilare la presente sezione. Il credito d’imposta dovrà essere
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
esposto nell’apposita sezione del quadro RU della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata ricevuta la comunicazione.
Rigo CR13
Colonna 1(Credito anno 2017) riportare l’importo del credito d’imposta risultante dalla comunicazione del Ministero della giustizia
ricevuta entro il 30 maggio 2018.
Colonna 2 (di cui compensato in F24) indicare il credito d’imposta utilizzato in compensazione nel modello F24 fino alla data di
presentazione della dichiarazione.
sezIone vII – credito d’imposta per le erogazioni liberali a sostegno della cultura (art - bonus) e
della scuola (school - bonus)
Rigo CR14 cultura (art - bonus)
Colonna 1 (Spesa 2017): indicare l’ammontare delle erogazioni liberali in denaro effettuate nel corso del 2017:
n a sostegno di interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici;
n a sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni lirico sinfoniche e dei teatri di tradizione;
n per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo
di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo.
Il credito d’imposta spetta anche per le erogazioni liberali effettuate a decorrere dal 19 ottobre 2016 (data di entrata in vigore del decre-
æ
to-legge 17 ottobre 2016, n.189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n.229) a favore:
ReddITI PeRsone FIsIche
n del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali di
interesse religioso presenti nei Comuni di cui all’art.1 del citato decreto-legge, anche appartenenti ad enti ed istituzioni della Chiesa
cattolica o di altre confessioni religiose, di cui all’articolo 9 del codice di cui al decreto legislativo 24 gennaio 2004, n. 42;
n dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, dell’Opificio delle pietre dure e dell’Istituto centrale per il restauro e la
conservazione del patrimonio archivistico e librario.
Colonna 2 (Residuo anno 2016): indicare il credito d’imposta residuo indicato nel rigo RN47, col. 26 del Mod. REDDITI PF 2017 o
quello riportato nel rigo 130 del prospetto di liquidazione (Mod. 730-3) del Mod. 730/2017.
Colonna 3 (Rata credito 2016): indicare l’importo risultante dalla somma degli ammontari riportati nel rigo 160, colonna 2, del prospetto
di liquidazione (Mod. 730-3) del Mod. 730/2017, o l’ammontare indicato nel rigo RN30, colonna 1, del Mod. REDDITI PF 2017.
Colonna 4 ( Rata credito 2015): indicare l’importo indicato nel rigo CR14 col.3, del Mod. REDDITI PF 2017 o quello risultante dalla
somma degli ammontari riportati nel rigo 160, colonna 1, del prospetto di liquidazione (Mod. 730-3) del Mod. 730/2017.
Colonna 5 (Quota credito ricevuta per trasparenza): indicare l’importo che viene attribuito nell’anno d’imposta al contribuente in
qualità di socio di società semplice. In colonna 5 indicare anche l’intero importo dei crediti ricevuti per trasparenza negli anni 2015-2016.
Detto importo dovrà essere compreso nella colonna 2 del rigo RN30 (totale credito) nella misura di un terzo.
Per le predette erogazioni liberali è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 65 per cento.
Il credito d’imposta spetta nei limiti del 15 per cento del reddito imponibile ed è utilizzabile in tre quote annuali di pari importo. La parte
della quota annuale non utilizzata è fruibile negli anni successivi ed è riportata in avanti nelle dichiarazioni dei redditi.
Le erogazioni liberali devono essere state effettuate esclusivamente mediante uno dei seguenti sistemi di pagamento:
n banca;
n ufficio postale;
n sistemi di pagamento quali carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari.
Per le erogazioni liberali per le quali è riconosciuto il credito d’imposta non spettano le detrazioni di cui all’art. 15, comma 1, lettere h) e
i), del TUIR. Le anzidette detrazioni spettano, invece, per le erogazioni liberali non ricomprese nella disciplina del credito d’imposta,
come ad esempio le erogazioni per l’acquisto di beni culturali.
In caso di erogazioni effettuate nell’esercizio dell’attività di impresa deve invece essere compilato il quadro RU presente nel terzo
fascicolo, secondo le relative istruzioni.
Per ulteriori approfondimenti consultare la circolare n. 24/E del 31 luglio 2014 e la circolare n.20/E del 18 maggio 2016.
Per le liberalità a sostegno della cultura, contraddistinte dai codici 26, 27 e 28 da indicare nei righi da RP8 a RP13 della
sezione I del quadro RP, la detrazione dall’imposta lorda spetta solo per le liberalità che non sono ricomprese nel pre-
sente credito.
48
Gli istituti del sistema nazionale di istruzione comprendono le istituzioni scolastiche statali e le istituzioni scolastiche paritarie private e
degli enti locali.
Il credito d’imposta spetta a condizione che le somme siano versate all’entrata del bilancio dello Stato sul capitolo n. 3626, denominato
«Erogazioni liberali in denaro per gli investimenti in favore degli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove
strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per gli interventi a sostegno dell’occupabilita’ degli studenti
da riassegnare ad apposito fondo del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, ai sensi dell’art. 1, comma 148, della legge
13 luglio 2015, n. 107», appartenente al capo XIII dell’entrata, codice IBAN: IT40H0100003245348013362600.
Il credito d’imposta spetta anche per le erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti effettuate in favore delle scuole paritarie,
2018
effettuate su un conto corrente bancario o postale intestato alle scuole paritarie beneficiarie stesse, con sistemi di pagamento tracciabili.
Per le predette erogazioni liberali è riconosciuto un credito d’imposta pari al 65 per cento delle erogazioni effettuate in ciascuno dei
due periodi d’imposta successivi al 31 dicembre 2015 e pari al 50 per cento di quelle effettuate nel periodo di imposta successivo
a quello in corso al 31 dicembre 2017.
Rigo CR16
Colonna 1 (Credito anno 2017): riportare l’importo del credito d’imposta risultante dalla comunicazione del Ministero della giustizia,
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
ricevuta entro il 30 aprile 2018.
Colonna 2 (Residuo precedente dichiarazione): indicare il credito d’imposta residuo che è riportato nel rigo 151 del prospetto di
liquidazione (Mod. 730-3) del Mod. 730/2017, o quello indicato nel rigo RN47, colonna 15, del Mod. REDDITI 2017.
Colonna 3 (di cui compensato in F24): indicare il credito d’imposta utilizzato in compensazione nel modello F24 fino alla data di
presentazione della dichiarazione.
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Colonna 2 (Credito) indicare il credito maturato nel 2017, ridotto di quanto eventualmente già usufruito come credito d’imposta ai sensi
dell’articolo 165 del TUIR, così come determinato nel quadro CE. Nel caso in cui non trovi applicazione l’art. 165 del TUIR (ad es. se il
reddito prodotto all’estero non ha concorso a formare il reddito complessivo in Italia) in tale colonna deve essere indicato l’intero importo
dell’euroritenuta subita.
Colonna 3 (Credito compensato nel Mod. F24) indicare l’importo del credito utilizzato in compensazione con il Mod. F24 ai sensi
dell’articolo 17 del Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n. 241.
Colonna 4 (Credito residuo) indicare l’importo del credito residuo così determinato: CR18 col. 1 + CR18 col. 2 – CR18 col. 3.
Tale importo può essere utilizzato in compensazione delle somme a debito tramite delega di pagamento modello F24 ovvero chiesto a
2018
diversi modi:
n alcuni (oneri detraibili) consentono di detrarre dall’imposta una percentuale della spesa sostenuta;
n altri (oneri deducibili) permettono di ridurre il reddito imponibile su cui si calcola l’imposta lorda.
Si ricorda che alcuni oneri e spese sono ammessi in detrazione o in deduzione anche se sono stati sostenuti per i familiari.
oneRI deTRaIBIlI
Spese che danno diritto alla detrazione del 19 per cento (da indicare nella sezione I del quadro RP)
a) Spese sostenute dal contribuente nell’interesse proprio o dei familiari fiscalmente a carico (v. Parte II, capitolo 4 “Familiari a carico”):
n spese sanitarie (rigo RP1 col. 2);
n spese per i mezzi necessari per l’accompagnamento, la deambulazione, la locomozione, il sollevamento e i sussidi tecnici
informatici dei disabili (rigo RP3);
n spese per l’acquisto e la riparazione di veicoli per disabili (rigo RP4);
n spese per l’acquisto di cani guida (rigo RP5);
n spese di istruzione per la frequenza delle scuole d’infanzia, scuola primaria e secondaria (righi da RP8 a RP13, codice 12);
n spese per l’istruzione universitaria (righi da RP8 a RP13, codice 13);
n spese per attività sportive praticate da ragazzi (righi da RP8 a RP13, codice 16);
æ
n spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede (righi da RP8 a RP13, codice 18);
ReddITI PeRsone FIsIche
n per le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici (righi da RP8 a RP13, codice 31):
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Spese che danno diritto alla detrazione del 26 per cento (da indicare nella sezione I del quadro RP)
n erogazioni liberali alle ONLUS (righi da RP8 a RP13, codice 41);
n erogazioni liberali ai partiti politici (righi da RP8 a RP13, codice 42);
Spese che danno diritto alla detrazione d’imposta (da indicare nella sezione III A e III B del quadro RP) per gli interventi di
recupero del patrimonio edilizio e per misure antisismiche e spese che danno diritto alla detrazione del 50 per cento per
l’acquisto di mobili per l’arredo di immobili ristrutturati, giovani coppie e IVA per acquisto abitazione classe A o B; (da indicare
nella sezione III C del quadro RP):
Sezione III A: righi da RP41 a RP47, nella quale vanno indicate:
2018
n spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio ;
n spese per l’acquisto o l’assegnazione di immobili facenti parte di edifici ristrutturati;
n spese per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica.
æ
n detrazione per gli inquilini di alloggi adibiti ad abitazione principale (rigo RP71 codice 1);
Altre detrazioni (da indicare nella sezione VI del quadro RP righi da RP80 a RP83)
n investimenti in start up e decadenza start up recupero detrazione (rigo RP80);
n detrazione per le spese di mantenimento dei cani guida (rigo RP82);
n altre detrazioni (rigo RP83).
oneRI deducIBIlI
Questi oneri vanno indicati nella sezione II del quadro RP (righi da RP21 a RP34):
a) Spese sostenute dal contribuente nell’interesse proprio o dei familiari fiscalmente a carico (v. Parte II, capitolo 4 “Familiari a carico”):
n contributi previdenziali e assistenziali (rigo RP21);
n contributi per i fondi integrativi del servizio sanitario nazionale (rigo RP26 codice 6);
n contributi per forme pensionistiche complementari e individuali (righi da RP27 a RP31).
Sono inoltre deducibili le spese mediche e di assistenza specifica per persone con disabilità sostenute anche nell’interesse dei
familiari anche se non a carico fiscalmente (rigo RP25);
51
effettivamente sostenute. Se intendete ripartire le spese in misura diversa dal 50 per cento, nel documento che comprova la spesa
dovete annotare la percentuale di ripartizione. Se uno dei due coniugi è fiscalmente a carico dell’altro, ai fini del calcolo della detrazione,
quest’ultimo può considerare l’intero ammontare della spesa.
Oneri sostenuti dalle società semplici e dalle società partecipate in regime di trasparenza
È bene ricordare che sia i soci di società semplici sia i soci di società partecipate in regime di trasparenza hanno diritto di fruire della
2018
corrispondente detrazione di imposta, oppure di dedurre dal proprio reddito complessivo alcuni degli oneri sostenuti dalla società, nella
proporzione stabilita dall’art. 5 del Tuir. Detti oneri vanno riportati nei corrispondenti righi del quadro RP.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
sezione I – spese per le quali spetta la detrazione d’imposta del 19 o del 26 per cento
æ
A ciascuna detrazione d’imposta del 19 e del 26 per cento è stato attribuito un codice, così come risulta dalle tabelle “Spese per le quali
ReddITI PeRsone FIsIche
spetta la detrazione del 19 per cento”, “spese per le quali spetta la detrazione del 26 per cento” che trovate nelle istruzioni relative ai righi
da RP8 a RP13. I codici attribuiti sono gli stessi che risultano Certificazione Unica 2018.
Istruzioni comuni ai righi da RP1 a RP4
Non devono essere indicate alcune delle spese sanitarie sostenute nel 2017 che sono già state rimborsate al contribuente, per esempio:
n le spese risarcite dal danneggiante o da altri per suo conto, nel caso di danni alla persona arrecati da terzi;
n le spese sanitarie rimborsate a fronte di contributi per assistenza sanitaria versati dal sostituto o dal sostituito ad enti o casse aventi
esclusivamente fine assistenziale in conformità a disposizioni di contratti o di accordi o regolamenti aziendali che, fino ad un importo
non superiore complessivamente a euro 3.615,20, non hanno concorso a formare il reddito imponibile di lavoro dipendente. La
presenza dei predetti contributi è segnalata al punto 441 della Certificazione Unica consegnata al lavoratore. Se nel punto 442 della
Certificazione Unica viene indicata la quota di contributi sanitari, che, essendo superiore al predetto limite, ha concorso a formare il
reddito, le spese sanitarie eventualmente rimborsate possono, invece, essere indicate proporzionalmente a tale quota. Nella
determinazione della proporzione si deve tener conto anche di quanto eventualmente riportato nel punto 575 e/o 585 della CU 2018.
Righi da RP1 a RP5 Spese sanitarie e spese per persone con disabilità
Qualora l’ammontare complessivo delle spese sostenute nell’anno, indicate nei righi RP1, RP2 ed RP3, superi euro 15.493,71, al lordo
della franchigia di euro 129, 11, potete scegliere di ripartire le detrazioni di cui ai righi RP1 colonne 1 e 2, RP2 e RP3 in quattro quote
annuali costanti e di pari importo.
Nel rigo RP15 (colonna 1) dovrete indicare se intendete o meno avvalervi della possibilità di rateizzare tali importi. A tal fine si rimanda
alle istruzioni relative al rigo RP15 (colonna 1).
Ulteriori informazioni sulle spese sanitarie, sulla documentazione da conservare e chiarimenti sulle spese sostenute
all’estero, sono riportate in Appendice alla voce “Spese sanitarie”.
Le spese sanitarie vanno indicate per intero (come avviene nel modello 730) e, pertanto, nei righi da RP1 a RP13 non
devono essere ridotte della franchigia di euro 129,11.
Colonna 2 (Spese sanitarie): indicare l’intero importo delle spese sanitarie sostenute nell’interesse proprio e dei familiari a carico,
senza ridurle della franchigia di euro 129,11.
52
Con riferimento alle spese sanitarie relative all’acquisto di medicinali, si precisa che la detrazione spetta se la spesa è certificata da
fattura o da scontrino fiscale (c.d. “scontrino parlante”) in cui devono essere specificati la natura, e la quantità dei prodotti acquistati il
codice alfanumerico (identificativo della qualità del farmaco) posto sulla confezione del medicinale e il codice fiscale del destinatario.
Limitatamente agli anni 2017 e 2018 sono altresì detraibili le spese sostenute per l’acquisto di alimenti a fini medici speciali, inseriti nella
sezione A1 del Registro nazionale di cui all’articolo 7 del decreto del Ministro della sanità 8 giugno 2001, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 154 del 5 luglio 2001, con l’esclusione di quelli destinati ai lattanti.
Si ricorda che nell’importo da indicare nel rigo RP1, colonna 2, vanno comprese anche le spese sanitarie indicate con il codice 1 nella
sezione “Oneri detraibili” della Certificazione Unica o alla voce “Importo delle spese mediche inferiore alla franchigia”.
In questa colonna vanno riportate le spese diverse da quelle relative a patologie esenti dalla spesa sanitaria pubblica sostenute da un
2018
familiare per conto del contribuente non a carico (da riportare, invece, in colonna 1).
Colonna 1 (spese patologie esenti sostenute da familiare): La compilazione della presente colonna è riservata al contribuente
Rigo RP2 Spese sanitarie sostenute per familiari non a carico, affetti da patologie esenti
Indicare l’importo della spesa sanitaria sostenuta nell’interesse del familiare non fiscalmente a carico affetto da patologie esenti dalla
partecipazione alla spesa sanitaria pubblica, la cui detrazione non ha trovato capienza nell’imposta lorda da questi dovuta. L’importo di
tali spese si ottiene dividendo per 0,19 la parte di detrazione che non ha trovato capienza nell’imposta del familiare desumibile dalle
annotazioni del Mod. 730 o dal rigo RN47, colonna 6, del Mod. REDDITI di quest’ultimo.
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L’ammontare massimo delle spese sanitarie sulle quali spetta la detrazione del 19 per cento in questi casi è complessivamente di euro
Rigo RP4 Spese per l’acquisto e la riparazione di veicoli per persone con disabilità
Indicare le spese sostenute per l’acquisto:
n di motoveicoli e autoveicoli anche se prodotti in serie e adattati per le limitazioni delle capacità motorie delle persone con disabilità;
n di autoveicoli, anche non adattati, per il trasporto dei non vedenti, sordi, soggetti con disabilità psichica o mentale di gravità tale da
avere determinato il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, invalidi con grave limitazione della capacità di deambulazione
e dei soggetti affetti da pluriamputazioni.
La detrazione spetta una sola volta in quattro anni, salvo i casi in cui il veicolo risulta cancellato dal pubblico registro automobilistico. La
detrazione, nei limiti di spesa di euro 18.075,99, spetta per un solo veicolo (motoveicolo o autoveicolo) a condizione che lo stesso venga
utilizzato in via esclusiva o prevalente a beneficio del persona con disabilità. Se il veicolo è stato rubato e non ritrovato, da euro
18.075,99, si sottrae l’eventuale rimborso dell’assicurazione.
In caso di trasferimento a titolo oneroso o gratuito del veicolo prima che siano trascorsi due anni dall’acquisto è dovuta la differenza tra
l’imposta che sarebbe stata determinata in assenza dell’agevolazione e quella risultante dall’applicazione dell’agevolazione, a meno che
tale trasferimento sia avvenuto in seguito ad un mutamento della disabilità che comporti per la persona con disabilità la necessità di
acquistare un nuovo veicolo sul quale effettuare nuovi e diversi adattamenti.
La detrazione si può dividere in quattro rate dello stesso importo: in tal caso indicate il numero 1 nella casella contenuta nel rigo RP4, per
segnalare che volete fruire della prima rata, e indicate in tale rigo l’importo della rata spettante. Se, invece, la spesa è stata sostenuta nel
2014, 2015 o nel 2016 e nella dichiarazione relativa ai redditi percepiti in tali anni avete barrato la casella per la ripartizione della
detrazione in quattro rate annuali di pari importo, nella casella del rigo RP4 scrivete il numero 4, 3 o 2 per segnalare che volete fruire
della quarta, della terza o della seconda rata, e indicate nel rigo RP4 l’importo della rata spettante.
Si ricorda che la detrazione spetta anche per le spese di riparazione che non rientrano nell’ordinaria manutenzione, con esclusione,
quindi, dei costi di esercizio (quali, ad esempio, il premio assicurativo, il carburante ed il lubrificante).
Per le spese di manutenzione straordinaria non è prevista la possibilità di dividere la detrazione in quattro rate e, pertanto, la rateazione
non può essere chiesta nel rigo dove vengono indicate tali spese. Si precisa che le spese suddette devono essere sostenute entro
quattro anni dall’acquisto e concorrono, insieme al costo di acquisto del veicolo, al raggiungimento del limite massimo consentito di euro
18.075,99.
Nell’importo scritto in questo rigo vanno comprese anche le spese indicate con il codice 4 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a
352) della Certificazione Unica nel limite dell’importo massimo predetto.
53
Rigo RP5 Spese per l’acquisto di cani guida
Indicare la spesa sostenuta per l’acquisto del cane guida dei non vedenti. La detrazione spetta una sola volta in un periodo di quattro
anni, salvo i casi di perdita dell’animale.
La detrazione spetta con riferimento all’acquisto di un solo cane e per l’intero ammontare del costo sostenuto.
La detrazione può essere ripartita in quattro rate annuali di pari importo; in tal caso indicare nella casella contenuta in questo rigo il
numero corrispondente alla rata di cui si vuole fruire e indicare l’importo della rata spettante.
Si ricorda che per il mantenimento del cane guida il non vedente ha diritto anche ad una detrazione forfetaria di euro 516,46 (vedere le
istruzioni al rigo RP82). Vanno comprese nell’importo da indicare nel rigo RP5 anche le spese indicate con il codice 5 nella sezione
2018
superiore a euro 15.493,71, hanno optato nel 2014 e/o 2015 e/o 2016 per la rateazione di tali spese. Indicare nella colonna 2 l’importo
della rata spettante. Detto importo può essere rilevato dal Mod. REDDITI 2017, rigo RP6, colonna 2 per le spese sostenute nel 2014 e
nel 2015 e rigo RP15 colonna 2 per le spese sostenute nel 2016, oppure può essere ricavato dividendo per quattro (numero delle rate
previste) l’importo indicato nel mod. 730/2017, rigo E6 per le spese sostenute nell’anno 2014 e nel 2015 e rigo 136 del mod. 730-3 per
le spese sostenute nell’anno 2016.
Nella colonna 1 di questo rigo indicare il numero della rata di cui si intende fruire (es. per le spese sostenute nel 2015 indicare il numero 3).
Il contribuente che abbia optato per la rateizzazione delle spese sostenute sia nel 2014, nel 2015 o nel 2016 deve compilare il rigo RP6 in
distinti moduli.
Vanno comprese nell’importo da indicare nel rigo RP6 anche le spese indicate con il codice 6 nella sezione “Oneri detraibili” della
Certificazione Unica.
Interessi passivi - Rigo RP7 e codici 8, 9, 10 e 11 nei righi da RP8 a RP13
In questi righi vanno indicati gli importi degli interessi passivi, gli oneri accessori e le quote di rivalutazione pagati nel 2017 in
dipendenza di mutui a prescindere dalla scadenza della rata.
In caso di mutuo ipotecario sovvenzionato con contributi concessi dallo Stato o da Enti pubblici, non erogati in conto capitale, gli interessi
ReddITI PeRsone FIsIche
passivi danno diritto alla detrazione solo per l’importo effettivamente rimasto a carico del contribuente.
Nel caso in cui il contributo venga erogato in un periodo d’imposta successivo a quello in cui il contribuente ha fruito della detrazione per
l’intero importo degli interessi passivi, l’ammontare del contributo percepito deve essere assoggettato a tassazione separata a titolo di
“onere rimborsato”.
Non danno diritto alla detrazione gli interessi derivanti da:
n mutui stipulati nel 1991 o nel 1992 per motivi diversi dall’acquisto della propria abitazione (ad esempio per la ristrutturazione);
n mutui stipulati a partire dal 1993 per motivi diversi dall’acquisto dell’abitazione principale (ad esempio per l’acquisto di una residenza
secondaria). Sono esclusi da tale limitazione i mutui stipulati nel 1997 per ristrutturare gli immobili ed i mutui ipotecari stipulati a partire
dal 1998 per la costruzione e la ristrutturazione edilizia dell’abitazione principale.
Non danno comunque diritto alla detrazione gli interessi pagati a seguito di aperture di credito bancario, di cessione di stipendio e, in generale,
gli interessi derivanti da tipi di finanziamento diversi da quelli relativi a contratti di mutuo, anche se con garanzia ipotecaria su immobili.
Se il mutuo eccede il costo sostenuto per l’acquisto dell’immobile possono essere portati in detrazione gli interessi relativi alla parte del
mutuo che copre detto costo, aumentato delle spese notarili e degli altri oneri accessori relativi all’acquisto. Per determinare la parte di
interessi da detrarre può essere utilizzata la seguente formula:
In caso di mutuo intestato a più soggetti, ogni cointestatario può fruire della detrazione unicamente per la propria quota di interessi.
Gli oneri accessori sui quali è consentito calcolare la detrazione sono le spese assolutamente necessarie alla stipula del contratto di
mutuo. Tra gli oneri accessori sono compresi anche:
n l’onorario del notaio per la stipula del contratto di mutuo ipotecario, nonché le altre spese sostenute dal notaio per conto del cliente (ad
esempio l’iscrizione e la cancellazione dell’ipoteca);
n le spese di perizia;
n le spese di istruttoria;
n la commissione richiesta dagli istituti di credito per la loro attività di intermediazione;
n la provvigione per scarto rateizzato nei mutui in contanti;
n la penalità per anticipata estinzione del mutuo;
n le quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione;
n le perdite su cambio, per i mutui contratti in valuta estera;
n l’imposta per l’iscrizione o la cancellazione di ipoteca;
n l’imposta sostitutiva sul capitale prestato.
Non sono ammesse alla detrazione:
n le spese di assicurazione dell’immobile, neppure qualora l’assicurazione sia richiesta dall’istituto di credito che concede il mutuo,
quale ulteriore garanzia nel caso in cui particolari eventi danneggino l’immobile, determinando una riduzione del suo valore ad un
ammontare inferiore rispetto a quello ipotecato;
n le spese di mediazione immobiliare (agenzie immobiliari);
n l’onorario del notaio per il contratto di compravendita;
n le imposte di registro, l’Iva, le imposte ipotecarie e catastali.
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Rigo RP7 Interessi per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale
Indicare gli interessi passivi, oneri accessori e quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione pagati per mutui ipotecari
destinati all’acquisto dell’abitazione principale.
2018
Nel caso di separazione legale anche il coniuge separato, finché non intervenga l’annotazione della sentenza di divorzio, rientra tra i
familiari. In caso di divorzio, al coniuge che ha trasferito la propria dimora abituale spetta comunque il beneficio della detrazione per la
quota di competenza, se presso l’immobile hanno la propria dimora abituale i suoi familiari.
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ReddITI PeRsone FIsIche
degli interessi relativi al mutuo può essere anche certificato dalla documentazione rilasciata dalla cooperativa intestataria del mutuo.
In caso di morte del mutuatario, il diritto alla detrazione si trasmette all’erede o legatario o all’acquirente che si sia accollato il mutuo. In
caso di accollo, per data di stipulazione del contratto di mutuo deve intendersi quella di stipula del contratto di accollo del mutuo.
La detrazione compete anche al coniuge superstite, se contitolare insieme al coniuge deceduto del mutuo contratto per l’acquisto
dell’abitazione principale, a condizione che provveda a regolarizzare l’accollo del mutuo, sempre che sussistano gli altri requisiti.
La detrazione è anche riconosciuta per gli interessi passivi corrisposti da soggetti appartenenti al personale in servizio permanente delle
Forze armate e Forze di polizia ad ordinamento militare, nonché a quello dipendente dalle Forze di polizia ad ordinamento civile, in
riferimento ai mutui ipotecari per l’acquisto di un immobile costituente unica abitazione di proprietà, prescindendo dal requisito della
dimora abituale.
In tale ipotesi, come pure in caso di rinegoziazione del mutuo il diritto alla detrazione compete per un importo non superiore a quello che
risulterebbe con riferimento alla quota residua di capitale del vecchio mutuo maggiorata delle spese e degli oneri correlati all’estinzione
del vecchio mutuo e all’accensione del nuovo. Qualora l’immobile acquistato sia oggetto di ristrutturazione edilizia la detrazione spetta
dalla data in cui l’immobile è adibito ad abitazione principale che comunque deve avvenire entro due anni dall’acquisto.
Se è stato acquistato un immobile locato, la detrazione spetta, a decorrere dalla prima rata di mutuo corrisposta, a condizione che entro
tre mesi dall’acquisto, l’acquirente notifichi al locatario l’intimazione di sfratto per finita locazione e che entro l’anno dal rilascio l’immobile
sia adibito ad abitazione principale.
si ha diritto alla detrazione anche se l’unità immobiliare non è adibita ad abitazione principale entro un anno a causa di un trasferimento
per motivi di lavoro avvenuto dopo l’acquisto. Il diritto alla detrazione viene meno a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in
cui l’immobile non è più utilizzato come abitazione principale (ad eccezione del trasferimento per motivi di lavoro o del ricovero
permanente in istituti di ricovero o sanitari). Tuttavia, se il contribuente torna ad adibire l’immobile ad abitazione principale, in relazione
alle rate pagate a decorrere da tale momento, è possibile fruire nuovamente della detrazione.
La detrazione non compete nel caso in cui il mutuo sia stato stipulato autonomamente per acquistare una pertinenza dell’abitazione principale.
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Contratti di mutuo stipulati prima del 1993
Per i contratti di mutuo stipulati anteriormente al 1993, la detrazione spetta su un importo massimo di euro 4.000,00 per ciascun
intestatario del mutuo ed è ammessa a condizione che l’unità immobiliare sia stata adibita ad abitazione principale alla data dell’8
dicembre 1993 e che, nella rimanente parte dell’anno e negli anni successivi, il contribuente non abbia variato l’abitazione principale per
motivi diversi da quelli di lavoro.
In questo caso, se nel corso dell’anno l’immobile non è più utilizzato come abitazione principale (per motivi diversi da quelli di lavoro), a
partire dallo stesso anno, la detrazione spetta solo sull’importo massimo di euro 2.065,83 per ciascun intestatario del mutuo.
2018
Anche in questo caso permane il diritto alla detrazione nel caso di rinegoziazione del contratto di mutuo. In tale ipotesi si continua ad
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
promozione sociale
4 Spese veicoli per persone con disabilità RP4 Erogazioni liberali a favore della società di cultura
24 ”
5 Spese per l’acquisto di cani guida RP5 Biennale di Venezia
Totale spese sanitarie per le quali è stata richiesta
6 RP6 25 Spese relative a beni soggetti a regime vincolistico ”
la rateizzazione nella precedente dichiarazione
Interessi per mutui ipotecari per acquisto abitazione
7 RP7 26 Erogazioni liberali per attività culturali ed artistiche ”
principale
8 Interessi per mutui ipotecari per acquisto altri immobili da RP8 a RP13 27 Erogazioni liberali a favore di enti operanti nello spettacolo ”
Erogazioni liberali a favore di fondazioni operanti
9 Interessi per mutui contratti nel 1997 per recupero edilizio ” 28 ”
nel settore musicale
Interessi per mutui ipotecari per costruzione abitazione
10 ” 29 Spese veterinarie ”
principale
Spese sostenute per servizi di interpretariato dai
11 Interessi per prestiti o mutui agrari ” 30 ”
soggetti ricosciuti sordi
Erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici
12 Spese per istruzione diverse da quelle universitarie ” 31 ”
di ogni ordine e grado
Spese relative ai contributi versati per il riscatto
13 Spese per istruzione universitaria ” 32 ”
degli anni di laurea dei familiari a carico
14 Spese funebri ” 33 Spese per asili nido ”
Erogazioni liberali al fondo per l’ammortamento di titoli
15 Spese per addetti all’assistenza personale ” 35 ”
di Stato
Spese per attività sportive per ragazzi
16 ” 36 Premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni ”
(palestre, piscine e altre strutture sportive)
Premi per assicurazioni per tutela delle persone
17 Spese per intermediazione immobiliare ” 38 ”
con disabilità grave
Spese per canoni di locazione sostenute da studenti
18 ” 39 Premi per assicurazioni per rischio di non autosufficienza ”
universitari fuori sede
Erogazioni liberali a favore delle popolazioni colpite
20 ” 99 Altre spese detraibili ”
da calamità pubbliche o eventi straordinari
Erogazioni liberali alle società ed associazioni sportive
21 da RP8 a RP13
dilettantistiche
41 Erogazioni liberali a favore delle Onlus da RP8 a RP13 42 Erogazioni liberali a favore dei partiti politici da RP8 a RP13
Nella colonna 1 indicare il codice e nella colonna 2 il relativo importo. In particolare, indicare i codici relativi alle seguenti spese.
Codice “8” (Interessi per mutui ipotecari per l’acquisto di altri immobili, stipulati prima del 1993). Con questo codice indicare, per
un importo non superiore a euro 2.065,83 per ciascun intestatario del mutuo, gli interessi passivi, oneri accessori e quote di rivalutazione
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dipendenti da clausole di indicizzazione, che avete pagato per mutui ipotecari, finalizzati all’acquisto di abitazioni diverse dalla principale,
stipulati prima del 1993.
Per i mutui stipulati nel 1991 e nel 1992 la detrazione spetta per l’acquisto di immobili da adibire a propria abitazione anche diversa da
quella principale (per la quale valgono le istruzioni relative al rigo RP7) e per i quali non sia variata tale condizione (ad es. si verifica
variazione se l’immobile viene concesso in locazione).
Nell’ipotesi di accollo del mutuo da parte dell’erede o dell’acquirente oppure nell’ipotesi di mutuo stipulato dalla cooperativa o
dall’impresa costruttrice si vedano le istruzioni al rigo RP7 paragrafo “Soggetti ammessi alla detrazione”. è ancora possibile fruire della
detrazione nel caso di rinegoziazione del contratto di mutuo.
2018
Consultare in Appendice “Rinegoziazione di un contratto di mutuo”.
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Forze armate e Forze di polizia ad ordinamento militare, nonché a quello dipendente dalle Forze di polizia ad ordinamento civile, in
Consultare in Appendice “Mutuo ipotecario relativo alla costruzione e ristrutturazione edilizia dell’abitazione principale”.
Codice “11” (Interessi per prestiti o mutui agrari). Con questo codice indicare gli importi degli interessi passivi e relativi oneri
accessori, nonché le quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione per prestiti e mutui agrari di ogni specie.
L’importo dell’onere non può essere superiore a quello dei redditi dei terreni dichiarati, compresi i redditi dei terreni dichiarati nel quadro
RH per i quali è stata barrata la casella di colonna 6 (reddito dei terreni).
Nel presente rigo vanno compresi anche gli interessi passivi sui mutui ipotecari indicati con il codice 11 nella sezione “Oneri detraibili”
(punti da 341 a 352) della Certificazione Unica.
Codice “12” (Spese di istruzione) Con questo codice indicare l’importo delle spese per la frequenza di scuole dell’infanzia del primo
ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado del sistema nazionale di istruzione di cui all’articolo 1 della legge 10 marzo
2000, n. 62, e successive modificazioni, per un importo annuo non superiore a 717,00 euro per ciascun alunno o studente. La detrazione
spetta per le spese sostenute sia per i familiari fiscalmente a carico sia per il contribuente stesso.
Se la spesa riguarda più di un alunno, occorre compilare più righi da RP8 a RP13 riportando in ognuno di essi il codice 12 e la spesa
sostenuta con riferimento a ciascun ragazzo.
L’importo deve comprendere le spese indicate nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della Certificazione Unica con il codice
onere 12. Non possono essere indicate le spese sostenute nel 2017 che nello stesso anno sono state rimborsate dal datore di lavoro in
sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51 Tuir” (punti
da 701 a 706) della Certificazione Unica con il codice onere 12.
Questa detrazione non è cumulabile con quella prevista per le erogazioni liberali alle istituzioni scolastiche per l’ampliamento
dell’offerta formativa che sono indicate con il codice 31.
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Codice “14” (Spese funebri). Con questo codice indicare gli importi delle spese funebri sostenute per la morte di persone,
indipendentemente dall’esistenza di un vincolo di parentela con esse. L’importo, riferito a ciascun decesso, non può essere superiore a
1.550,00 euro. Tale limite resta fermo anche se più soggetti sostengono la spesa. Nel caso di più eventi, occorre utilizzare più righi da
RP8 a RP13 riportando in ognuno di essi il codice 14 e la spesa relativa a ciascun decesso.
L’importo deve comprendere anche le spese indicate con il codice 14 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Certificazione Unica.
Codice “15” (Spese per addetti all’assistenza personale). Con questo codice indicare le spese, per un importo non superiore a euro
2.100,00, sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana.
2018
Si precisa che è possibile fruire della detrazione solo se il reddito complessivo non supera euro 40.000,00. Nel limite di reddito deve
essere computato anche il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni e l’agevolazione ACE.
La detrazione spetta anche per le spese sostenute per i familiari indicati nel capitolo 4 “Familiari a carico”. Non è necessario tuttavia, che
il familiare per il quale si sostiene la spesa sia fiscalmente a carico del contribuente.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Sono considerati non autosufficienti nel compimento degli atti della vita quotidiana i soggetti che non sono in grado, ad esempio, di
assumere alimenti, di espletare le funzioni fisiologiche e provvedere all’igiene personale, di deambulare, di indossare gli indumenti.
Inoltre, può essere considerata non autosufficiente anche la persona che necessita di sorveglianza continuativa.
Lo stato di non autosufficienza deve risultare da certificazione medica.
La detrazione non compete pertanto per spese di assistenza sostenute a beneficio di soggetti come, ad esempio, i bambini quando la
non autosufficienza non si ricollega all’esistenza di patologie.
Il limite di euro 2.100,00 deve essere considerato con riferimento al singolo contribuente a prescindere dal numero dei soggetti cui si
riferisce l’assistenza. Ad esempio, se un contribuente ha sostenuto spese per sé e per un familiare, l’importo da indicare in questo rigo
non può essere comunque superiore a euro 2.100,00.
Nel caso in cui più familiari hanno sostenuto spese per assistenza riferite allo stesso familiare, il limite massimo di euro 2.100,00 dovrà
essere ripartito tra coloro che hanno sostenuto la spesa.
Le spese devono risultare da idonea documentazione, che può anche consistere in una ricevuta debitamente firmata, rilasciata
dall’addetto all’assistenza.
La documentazione deve contenere gli estremi anagrafici e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento e di quello che presta
l’assistenza. Se la spesa è sostenuta in favore di un familiare, nella ricevuta devono essere indicati anche gli estremi anagrafici e il
codice fiscale di quest’ultimo.
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L’importo deve comprendere anche le spese indicate con il codice 15 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
ReddITI PeRsone FIsIche
Certificazione Unica. Non possono essere indicate le spese sostenute nel 2017 che nello stesso anno sono state rimborsate dal datore
di lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51
Tuir” (punti da 701 a 706) della Certificazione Unica con il codice onere 15.
Codice “16” (Spese per attività sportive praticate da ragazzi). Con questo codice indicare le spese sostenute per l’iscrizione annuale
e l’abbonamento, per i ragazzi di età compresa tra 5 e 18 anni (anche se compiuti nel corso del 2017 la detrazione spetta per l’intero
anno d’imposta – circolare n. 34/E del 4 aprile 2008), ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi
destinati alla pratica sportiva dilettantistica. La detrazione spetta per le spese sostenute sia per i familiari fiscalmente a carico sia per il
contribuente stesso se di età rientrante nei limiti sopra indicati. L’importo da considerare non può essere superiore per ciascun ragazzo
a 210,00 euro.
La detrazione può essere ripartita tra gli aventi diritto (ad esempio i genitori). In questo caso sul documento di spesa va indicata la quota
detratta da ognuno di essi. La spesa complessiva non può comunque superare 210 euro per ciascun ragazzo.
Se la spesa riguarda più di un ragazzo, occorre compilare più righi da RP8 a RP13 riportando in ognuno di essi il codice 16 e la spesa
sostenuta con riferimento a ciascun ragazzo.
Le spese devono risultare da idonea documentazione che può consistere in un bollettino bancario o postale, ovvero fattura, ricevuta o
quietanza di pagamento da cui risultino:
n la ditta, denominazione o ragione sociale e la sede legale ovvero, se persona fisica, il nome cognome e residenza, nonché il codice
fiscale del soggetto che ha reso la prestazione;
n la causale del pagamento;
n l’attività sportiva praticata;
n l’importo corrisposto per la prestazione resa;
n i dati anagrafici del praticante l’attività sportiva e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento.
L’importo deve comprendere anche le spese indicate con il codice 16 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Certificazione Unica.
Codice “17” (Spese per intermediazione immobiliare). I compensi comunque denominati pagati a soggetti di intermediazione
immobiliare per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale. L’importo da indicare non può essere superiore a
euro 1.000,00. Nel presente rigo vanno comprese anche le spese indicate con il codice 17 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341
a 352) della Certificazione Unica.
Se l’unità immobiliare è acquistata da più soggetti, la detrazione, nel limite di 1.000 euro, va ripartita tra i comproprietari
in base alla percentuale di proprietà.
Codice “18” (Spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede). Le spese sostenute dagli studenti
universitari iscritti ad un corso di laurea presso una università situata in un Comune diverso da quello di residenza per canoni di
locazione derivanti da contratti di locazione stipulati o rinnovati ai sensi della legge 9 dicembre 1998 n. 431.
La detrazione spetta anche per i canoni relativi ai contratti di ospitalità, nonché agli atti di assegnazione in godimento o locazione,
stipulati con enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari legalmente riconosciuti, enti senza fini di lucro e cooperative. Per
fruire della detrazione l’università deve essere ubicata in un Comune distante almeno 100 chilometri dal Comune di residenza dello
studente e comunque in una Provincia diversa oppure nel territorio di uno Stato membro dell’Unione europea o in uno degli Stati aderenti
all’Accordo sullo spazio economico europeo con i quali sia possibile lo scambio di informazioni. Per gli anni d’imposta 2017 e 2018 il
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requisito della distanza si intende rispettato anche all’interno della stessa provincia ed è ridotto a 50 chilometri per gli studenti residenti
in zone montane o disagiate.
L’importo da indicare non può essere superiore a euro 2.633,00. La detrazione spetta anche se tali spese sono state sostenute per i
familiari fiscalmente a carico.
Nel presente rigo vanno comprese anche le spese indicate con il codice 18 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Certificazione Unica.
Codice “20” (Erogazioni liberali a favore delle popolazioni colpite da calamità pubbliche o eventi straordinari). Le erogazioni
liberali, per un importo non superiore a 2.065,83 euro annui, a favore delle popolazioni colpite da calamità pubbliche o eventi straordinari,
che possono riguardare anche calamità avvenute in altri Stati. Le erogazioni devono essere effettuate esclusivamente tramite:
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n Onlus;
n organizzazioni internazionali di cui l’Italia è membro;
n altre fondazioni, associazioni, comitati ed enti il cui atto costitutivo o statuto sia redatto per atto pubblico o scrittura privata autenticata
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detrazione soltanto i contributi versati per se stessi, e non per i familiari.
Codice “26” (Erogazioni liberali per attività culturali ed artistiche). Le erogazioni liberali in denaro a favore dello Stato, delle regioni,
degli enti locali territoriali, di enti o istituzioni pubbliche, di comitati organizzatori appositamente costituiti con decreto del Ministro per i
beni e le attività culturali, di fondazioni e associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro, che svolgono o promuovono attività
di studio, di ricerca e di documentazione di rilevante valore culturale e artistico o che organizzano e realizzano attività culturali, effettuate
in base ad apposita convenzione, per l’acquisto, la manutenzione, la protezione o il restauro delle cose individuate ai sensi del D.Lgs. 22
gennaio 2004 n. 42 e del D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409 e successive modificazioni e integrazioni. Sono comprese anche le
erogazioni effettuate per l’organizzazione in Italia e all’estero di mostre e di esposizioni di rilevante interesse scientifico-culturale delle
cose anzidette, e per gli studi e per le ricerche eventualmente a tal fine necessari, nonché per ogni altra manifestazione di rilevante
interesse scientifico-culturale anche ai fini didattico-promozionali, compresi gli studi, le ricerche, la documentazione e la catalogazione,
e le pubblicazioni relative ai beni culturali. Le iniziative culturali devono essere autorizzate dal Ministero per i beni e le attività culturali.
Rientra in questa agevolazione anche il costo specifico o, in mancanza, il valore normale dei beni ceduti gratuitamente, in base ad
apposita convenzione. La documentazione richiesta per fruire della detrazione è sostituita da una dichiarazione sostitutiva dell’atto di
notorietà, presentata al Ministero per i beni e le attività culturali e relativa alle spese effettivamente sostenute per le quali si ha diritto alla
detrazione.
59
Con questo codice vanno comprese le erogazioni indicate con il codice 26 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Certificazione Unica.
Questa detrazione spetta solo per le liberalità che non sono ricomprese nel credito d’imposta previsto per le erogazioni
liberali a sostegno della cultura, “art - bonus”, da indicare nel rigo CR14.
Codice “27” (Erogazioni liberali a favore di enti operanti nello spettacolo). Le erogazioni liberali in denaro per un importo non
superiore al 2 per cento del reddito complessivo (che in tal caso comprende anche il reddito dei fabbricati assoggettato a cedolare secca
e l’agevolazione ACE), a favore di enti o istituzioni pubbliche, fondazioni e associazioni legalmente riconosciute e senza scopo di lucro
2018
che svolgono esclusivamente attività nello spettacolo, effettuate per la realizzazione di nuove strutture, per il restauro ed il potenziamento
delle strutture esistenti, nonché per la produzione nei vari settori dello spettacolo.
Con questo codice vanno comprese le erogazioni indicate con il codice 27 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Certificazione Unica.
Questa detrazione spetta solo per le liberalità che non sono ricomprese nel credito d’imposta previsto per le erogazioni
liberali a sostegno della cultura, “art - bonus”, da indicare nel rigo CR14
Codice “28” (Erogazioni liberali a favore di fondazioni operanti nel settore musicale). Le erogazioni liberali in denaro per un
importo non superiore al 2 per cento del reddito complessivo (che in tal caso comprende anche il reddito dei fabbricati assoggettato a
cedolare secca e l’agevolazione ACE), a favore degli enti di prioritario interesse nazionale operanti nel settore musicale, per i quali è
prevista la trasformazione in fondazioni di diritto privato ai sensi dell’art.1 del D.Lgs. 29 giugno 1996, n. 367. Il limite è elevato al 30 per
cento per le somme versate:
n al patrimonio della fondazione dai soggetti privati al momento della loro partecipazione;
n come contributo alla sua gestione nell’anno in cui è pubblicato il decreto di approvazione della delibera di trasformazione in fondazione;
n come contributo alla gestione della fondazione per i tre periodi di imposta successivi alla data di pubblicazione del suddetto decreto.
In questo caso per fruire della detrazione, il contribuente deve impegnarsi con atto scritto a versare una somma costante per i predetti
tre periodi di imposta successivi alla pubblicazione del citato decreto di approvazione della delibera di trasformazione in fondazione.
In caso di mancato rispetto dell’impegno si provvederà al recupero delle somme detratte.
Con questo codice vanno comprese le erogazioni indicate con il codice 28 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
æ
Certificazione Unica.
ReddITI PeRsone FIsIche
Questa detrazione spetta solo per le liberalità che non sono ricomprese nel credito d’imposta previsto per le erogazioni
liberali a sostegno della cultura, “art - bonus”, da indicare nel rigo CR14.
Codice “29” (Spese veterinarie). Le spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per
pratica sportiva. La detrazione del 19 per cento spetta sulla parte che eccede l’importo di euro 129,11 e nel limite massimo di euro
387,34. Pertanto, l’importo va indicato comprensivo della franchigia e non può eccedere euro 387.
Con questo codice vanno comprese le somme indicate con il codice 29 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Certificazione Unica.
Codice “30” (Spese sostenute per servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi). Le spese sostenute per i servizi di
interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi ai sensi della L. 26 maggio 1970 n. 381. Si considerano sordi i minorati sensoriali dell’udito
affetti da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva che abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato,
purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da cause di guerra, di lavoro o di servizio (legge n. 95 del 20
febbraio 2006). Con questo codice vanno comprese le somme indicate con il codice 30 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a
352) della Certificazione Unica. Non possono essere indicate le spese sostenute nel 2017 che nello stesso anno sono state rimborsate
dal datore di lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione
– art. 51 Tuir” (punti da 701 a 706) della Certificazione Unica con il codice onere 30.
Codice “31” (Erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado). Le erogazioni liberali a favore degli istituti
scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari senza scopo di lucro che appartengono al sistema nazionale d’istruzione (legge 10
marzo 2000, n. 62), nonché a favore degli istituti tecnici superiori di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio
2008, delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e delle università, finalizzate all’innovazione tecnologica,
all’edilizia scolastica e all’ampliamento dell’offerta formativa. Tali erogazioni devono essere effettuate mediante versamento postale o
bancario, ovvero mediante carte di debito, carte di credito, carte prepagate, assegni bancari e circolari.
Con questo codice vanno comprese le somme indicate con il codice 31 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Certificazione Unica.
Codice “32” (Spese per i contributi versati per i familiari a carico relativi al riscatto degli anni di laurea). I contributi versati
nell’interesse del soggetto fiscalmente a carico, il quale intenda esercitare il riscatto del corso di laurea pur non avendo ancora iniziato
l’attività lavorativa e non essendo iscritto ad alcuna forma obbligatoria di previdenza.
è prevista la possibilità di esercitare il riscatto del corso di laurea anche da parte delle persone che non hanno ancora iniziato l’attività
lavorativa e non sono iscritte ad alcuna forma obbligatoria di previdenza. In questo caso i contributi versati possono essere detratti, nella
misura del 19% dall’imposta dovuta dai contribuenti cui l’interessato risulta fiscalmente a carico.
Si ricorda che negli altri casi i contributi versati per il riscatto del corso di laurea costituiscono oneri deducibili e vanno indicati nel rigo RP21.
Con questo codice vanno comprese le somme indicate con il codice 32 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
Certificazione Unica.
Codice “33” (Spese sostenute dai genitori per pagare le rette relative alla frequenza di asili nido) Le spese sostenute dai genitori
per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido, pubblici o privati, per un importo complessivamente non superiore a euro
632,00 annui per ogni figlio fiscalmente a carico.
Se la spesa riguarda più di un figlio, occorre compilare più righi da RP8 a RP13 riportando in ognuno di essi il codice 33 e la spesa
sostenuta con riferimento a ciascun ragazzo.
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L’importo deve comprendere le somme indicate nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della Certificazione Unica con il
codice onere 33. Non possono essere indicate le spese sostenute nel 2017 che nello stesso anno sono state rimborsate dal datore di
lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51
Tuir” (punti da 701 a 706) della Certificazione Unica con il codice onere 33. Non possono essere indicate le spese sostenute nel 2017,
se nello stesso periodo si è fruito del bonus asili nido.
Codice ‘35’ (Erogazioni liberali in denaro al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato). La detrazione è ammessa se le
erogazioni liberali in denaro derivano da donazioni o da disposizioni testamentarie destinate al conseguimento delle finalità del fondo. Il
Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, istituito presso la Banca d’Italia, ha lo scopo di ridurre la consistenza dei titoli di Stato in cir-
colazione.
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Per avvalersi della detrazione è necessario che tali erogazioni siano effettuate mediante versamento bancario o postale. Con apposito
decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, possono essere previste ulteriori modalità di effettuazione di tali erogazioni liberali.
L’importo deve comprendere le erogazioni indicate con il codice 35 nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della
æ
Tale importo deve comprendere anche i premi relativi alle assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni indicati nella sezione “Oneri
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Rigo RP14 – Spese per canoni di leasing di immobile da adibire ad abitazione principale
Ai titolari dei contratti di locazione finanziaria su unità immobiliari stipulati dal 1 gennaio 2016 e fino al 31 dicembre 2020 spetta una detrazione
dall’imposta.
La detrazione riguarda i canoni e i relativi oneri accessori derivanti da contratti di locazione finanziaria su unità immobiliari, anche da
costruire, da adibire ad abitazione principale entro un anno dalla consegna, sostenuti da contribuenti con un reddito complessivo non
superiore a 55.000 euro all’atto della stipula del contratto di locazione finanziaria che non sono titolari di diritti di proprietà su immobili a
destinazione abitativa.
La detrazione spetta nella misura del 19 per cento e alle medesime condizioni previste per la detrazione degli interessi per mutui
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ipotecari per l’acquisto di abitazione principale di cui al rigo RP7 a cui si rinvia.
Colonna 1 (Data stipula leasing): indicare la data di stipula del contratto di locazione finanziaria dell’immobile da adibire ad abitazione
principale.
Colonna 2 (Numero anno): indicare il numero di anno per cui si fruisce dell’agevolazione. Per l’anno d’imposta 2017 indicare il numero 1.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Colonna 3 (Importo canone di leasing): indicare l’ammontare dei canoni di leasing pagati nel 2017. L’importo dei canoni di leasing non
può superare:
il limite di 8.000 euro annui se alla data di stipula del contratto di leasing il contribuente aveva meno di 35 anni;
il limite di 4.000 euro annui se a tale data il contribuente aveva un età uguale o superiore a 35 anni.
Colonna 4 (Prezzo di riscatto): indicare l’importo del prezzo di riscatto pagato nel 2017 per acquistare la proprietà dell’immobile da
adibire ad abitazione principale oggetto del contratto di locazione finanziaria. Il prezzo di riscatto non può superare:
il limite di 20.000 euro se alla data di stipula del contratto di leasing il contribuente aveva meno di 35 anni;
il limite di 10.000 euro se a tale data il contribuente aveva un età uguale o superiore a 35 anni.
n se la somma delle spese sanitarie indicate nei righi RP1 col. 1, RP1 col. 2, RP2 e RP3, eccede euro 15.493,71, potete avvalervi della
rateazione. Se intendete optare per la rateazione procedete come di seguito descritto:
– barrare la casella 1;
calcolare SpeseSenzaFranchigiaRateazione = RP1 col. 1 + RP1 col. 2 + RP2 – 129 ricondurre a zero se il risultato è negativo
– riportare nella colonna 2 l’importo della rata di cui intendete beneficiare, risultante dalla seguente operazione:
SpeseSenzaFranchigiaRateazione + RP3
4
Colonna 3 In relazione agli altri oneri che danno diritto alla detrazione d’imposta del 19 per cento dovete sommare gli importi dei righi
da RP4 a RP7, gli importi dei righi da RP8 a RP13 (con codici da 8 a 39 e codice 99), gli importi delle colonne 3 e 4 del rigo RP14 e
riportare il totale nella colonna 3. L’importo del codice “29” va diminuito della franchigia di euro 129.
Colonna 4 Riportare la somma di quanto indicato nelle colonne 2 e 3 di questo rigo.
Colonna 5 In relazione agli oneri che danno diritto alla detrazione d’imposta del 26 per cento dovete sommare gli importi dei righi da
RP8 a RP13 (codici 41 e 42) e riportare il totale nella colonna 5.
Per determinare la detrazione spettante, dovete riportare nel rigo RN13 colonna 1, il 19 per cento di quanto indicato nel rigo RP15
colonna 4 e nel rigo RN13 colonna 2, il 26 per cento di quanto indicato nel rigo RP15 colonna 5.
sezione II – spese e oneri per i quali spetta la deduzione dal reddito complessivo
In questa sezione indicare tutti gli oneri che possono essere dedotti dal reddito complessivo, ed eventualmente anche le somme che non
avrebbero dovuto concorrere a formare i redditi di lavoro dipendente e assimilati e che invece sono state assoggettate a tassazione.
Non devono, invece, essere indicati gli oneri deducibili già riconosciuti dal sostituto d’imposta in sede di formazione del reddito di lavoro
dipendente o assimilato. Questi oneri sono indicati nel punto 431 della Certificazione Unica. Nei punti da 432 a 437 della Certificazione
Unica sono fornite le informazioni di dettaglio in merito al tipo di onere e al relativo ammontare già considerato dal datore di lavoro. Per
quanto riguarda gli oneri deducibili certificati al punto 431 della Certificazione Unica si rinvia alle istruzioni relative ai righi da RP27 a RP31.
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casalinghe”. Sono, pertanto, deducibili i contributi versati per il riscatto degli anni di laurea (sia ai fini pensionistici che ai fini della
buonuscita), per la prosecuzione volontaria, ecc.
In caso di contributi corrisposti per conto di altri, e sempre che la legge preveda l’esercizio del diritto di rivalsa, la deduzione spetta alla
persona per conto della quale i contributi sono versati. Ad esempio, in caso di impresa familiare artigiana o commerciale, il titolare
dell’impresa è obbligato al versamento dei contributi previdenziali anche per i familiari che collaborano nell’impresa; tuttavia, poiché per
legge il titolare ha diritto di rivalsa sui collaboratori stessi non può mai dedurli, neppure se di fatto non ha esercitato la rivalsa, a meno che
il collaboratore non sia anche fiscalmente a carico. I collaboratori, invece, possono dedurre i contributi soltanto se il titolare dell’impresa
ha effettivamente esercitato detta rivalsa.
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Rigo RP22 Assegni periodici corrisposti al coniuge
Indicare:
n nella colonna 1 il codice fiscale del coniuge al quale sono stati corrisposti gli assegni periodici. Si precisa che in assenza del codice
Rigo RP23 Contributi previdenziali ed assistenziali versati per gli addetti ai servizi domestici e familiari
Indicare i contributi previdenziali ed assistenziali versati per gli addetti ai servizi domestici ed all’assistenza personale o familiare (es.
colf, baby sitter e assistenti delle persone anziane), per la parte a carico del datore di lavoro. Non possono essere indicate le spese
sostenute nel 2017 che nello stesso anno sono state rimborsate dal datore di lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate
nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51 Tuir” (punti da 701 a 706) della Certificazione Unica con il
codice onere 3.
L’importo massimo deducibile è di 1.549,37 euro.
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Rigo RP24 Erogazioni liberali a favore di istituzioni religiose
Indicare le erogazioni liberali in denaro a favore delle seguenti istituzioni religiose:
n Istituto centrale per il sostentamento del clero della Chiesa cattolica italiana;
n Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, per il sostentamento dei ministri di culto e dei missionari e specifiche
esigenze di culto e di evangelizzazione;
n Ente morale Assemblee di Dio in Italia, per il sostentamento dei ministri di culto e per esigenze di culto, di cura delle anime e di
amministrazione ecclesiastica;
n Chiesa Evangelica Valdese, Unione delle Chiese metodiste e Valdesi per fini di culto, istruzione e beneficenza che le sono propri e per
i medesimi fini delle Chiese e degli enti facenti parte dell’ordinamento valdese;
n Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia per fini di culto, istruzione e beneficenza che le sono propri e per i medesimi fini delle
Chiese e degli enti aventi parte nell’Unione;
n Chiesa Evangelica Luterana in Italia e Comunità ad essa collegate per fini di sostentamento dei ministri di culto e per specifiche
esigenze di culto e di evangelizzazione;
n Unione delle Comunità ebraiche italiane. Per le Comunità ebraiche sono deducibili anche i contributi annuali versati;
n Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale, degli enti da essa controllati e delle comunità locali, per i fini
di culto, istruzione, assistenza e beneficenza;
n Ente patrimoniale della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni per attività di religione o di culto, per attività dirette alla
predicazione del Vangelo, celebrazione di riti e cerimonie religiose, svolgimento dei servizi di culto, attività missionarie e di
evangelizzazione, educazione religiosa, cura delle necessità delle anime, rimborso delle spese dei ministri di culto e dei missionari;
n Chiesa Apostolica in Italia e degli enti ed opere da essa controllati, per i fini di culto, istruzione, assistenza e beneficenza;
n Unione Buddhista Italiana e degli organismi civilmente riconosciuti da essa rappresentati, per il sostentamento dei ministri di culto e le
attività di religione o di culto;
n Unione Induista Italiana e degli organismi civilmente riconosciuti da essa rappresentati, per il sostentamento dei ministri di culto, le
esigenze di culto e le attività di religione o di culto.
n Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG), per la realizzazione delle finalità istituzionali dell’Istituto e delle attività indicate
all’articolo 12, comma 1, lettera a) della legge 28 giugno 2016 n.130.
Ciascuna di queste erogazioni, deducibile fino ad un importo di 1.032,91 euro, può essere documentata conservando le ricevute di
versamento in conto corrente postale, le quietanze liberatorie, le ricevute dei bonifici bancari e, per i pagamenti effettuati con carta di
credito, l’estratto conto della società che gestisce la carta.
Rigo RP25 Spese mediche e di assistenza specifica per persone con disabilità
Indicare l’importo delle spese mediche generiche e di quelle di assistenza specifica sostenute da persone con disabilità. Per individuare
esattamente quali soggetti sono considerati disabili, può essere utile consultare in Appendice la voce “Spese sanitarie per persone con
disabilità”. Le spese di assistenza specifica sostenute da persone con disabilità sono quelle relative:
n all’assistenza infermieristica e riabilitativa;
n al personale in possesso della qualifica professionale di addetto all’assistenza di base o di operatore tecnico assistenziale
esclusivamente dedicato all’assistenza diretta della persona;
n al personale di coordinamento delle attività assistenziali di nucleo;
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n al personale con la qualifica di educatore professionale;
n al personale qualificato addetto ad attività di animazione e/o di terapia occupazionale.
Le prestazioni sanitarie rese alla persona dalle figure professionali sopraelencate sono deducibili anche senza una specifica prescrizione
da parte di un medico, a condizione che dal documento attestante la spesa risulti la figura professionale e la prestazione resa dal
professionista sanitario (circolare dell’Agenzia delle Entrate n.19/E del 1° giugno 2012).
Le persone con disabilità possono usufruire della deduzione anche se fruiscono dell’assegno di accompagnamento.
Le spese indicate in questo rigo sono deducibili anche se sostenute per i seguenti familiari, anche se non fiscalmente a carico:
In caso di ricovero di una persona con disabilità in un istituto di assistenza e ricovero, non è possibile dedurre l’intera
retta pagata, ma solo la parte che riguarda le spese mediche e paramediche di assistenza specifica. Per poter fruire
della deduzione è necessario che le spese risultino indicate distintamente nella documentazione rilasciata dall’istituto
di assistenza.
E’ importante sapere che non vanno indicate in questo rigo le spese di seguito elencate, in quanto oneri detraibili da indicare nella
Sezione I, nei righi da RP1 a RP4:
n spese chirurgiche;
n spese per prestazioni specialistiche;
n spese per protesi dentarie e sanitarie;
n spese per i mezzi di locomozione, di deambulazione, di sollevamento delle persone con disabilità;
n spese per i veicoli per persone con disabilità;
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n spese per sussidi tecnici e informatici per facilitare l’autosufficienza e l’integrazione delle persone con disabilità.
ReddITI PeRsone FIsIche
Con riferimento alle spese sanitarie relative all’acquisto di medicinali, si precisa che la detrazione spetta se la spesa è certificata da
fattura o da scontrino fiscale (c.d. “scontrino parlante”) in cui devono essere specificati la natura e la quantità dei prodotti acquistati, il
codice alfanumerico (identificativo della qualità del farmaco) posto sulla confezione del medicinale e il codice fiscale del destinatario.
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n fondazioni e associazioni riconosciute che hanno per scopo statutario lo svolgimento o la promozione di attività di ricerca scientifica,
individuate dal D.P.C.M. 15 aprile 2011 (pubblicato sulla G.U. 3 agosto 2011, n. 179), dal D.P.C.M. 18 aprile 2013 (pubblicato sulla
G.U. 3 agosto 2013, n. 181) e D.P.C.M. 4 febbraio 2015 (pubblicato sulla G.U. n. 79 del 4 aprile 2015) e D.P.C.M. 12 ottobre 2016
(pubblicato sulla G.U. n. 268 del 16 novembre 2016).
Non vanno indicate nel rigo RP26 le somme per le quali si intende fruire della detrazione d’imposta del 26 per cento
prevista per le erogazioni liberali a favore delle ONLUS (righi da RP8 a RP13, codice 41 e le somme per le quali si
intende fruire della detrazione d’imposta del 19 per cento prevista per le associazioni di promozione sociale (righi
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da RP8 a RP13, codice 23); pertanto il contribuente deve scegliere, con riferimento alle suddette liberalità, se fruire
della detrazione d’imposta o della deduzione dal reddito non potendo cumulare entrambe le agevolazioni.
“9” le erogazioni liberali in denaro a favore di enti universitari, di ricerca pubblica e di quelli vigilati nonché degli enti parco
æ
sanitaria, dell’assistenza sanitaria, beneficenza, istruzione, formazione e sport dilettantistico, per la realizzazione diretta di progetti di
Il contribuente non è tenuto alla compilazione dei righi da RP27 a RP31 quando non ha contributi per previdenza com-
plementare da far valere in dichiarazione. Tale situazione si verifica se, in assenza di ulteriori versamenti per contributi
o premi non dedotti, relativi ad altre forme di previdenza integrativa, non è indicato alcun importo al punto 413 della
Certificazione Unica 2018.
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A seguito delle modifiche introdotte dal Decreto Legislativo n. 252 del 5/12/2005, i contributi versati a forme pensionistiche complementari,
comprese quelle istituite negli stati membri dell’Unione europea e negli Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, sono
deducibili dal reddito complessivo per un importo non superiore ad euro 5.164,57.
Il predetto limite di deducibilità non si applica ai soggetti iscritti alle forme pensionistiche per le quali è stato accertato lo squilibrio
finanziario e approvato il piano di riequilibrio da parte del Ministero del lavoro e della previdenza sociale. Questi soggetti possono
dedurre senza limiti i contributi versati nell’anno d’imposta.
Nel caso in cui il contribuente sia iscritto a più tipologie di fondi pensione e pertanto siano stati compilati più righi da
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RP27 a RP31, per l’individuazione del limite di deducibilità e dell’importo da indicare nella colonna 2, vedere le istru-
zioni di seguito fornite nel paragrafo “Iscrizione a più tipologie di fondi pensione”.
In presenza di Certificazione Unica 2018 conguagliata, tale ipotesi è evidenziata dall’indicazione del codice 1 nel punto
411 della Certificazione Unica. Per i contributi versati ai fondi negoziali, nonché alle forme pensionistiche individuali,
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
senza il tramite del sostituto d’imposta, si dovrà indicare l’ammontare dei versamenti di cui si richiede la deduzione.
1) calcolare il totale degli oneri di previdenza complementare per i quali si chiede la deduzione in dichiarazione:
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punto 413 della Certificazione Unica 2017 + somme versate alle forme pensionistiche individuali
Se il contribuente si trova nelle condizioni sopra descritte per poter fruire del maggior limite di deducibilità, il limite di euro 5.164,57 deve
essere aumentato, fino ad un massimo di euro 2.582, del seguente importo:
euro 25.822,85 – contributi versati nei primi 5 anni
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Rigo RP30 Contributi versati per familiari a carico
Indicare le somme versate per i familiari fiscalmente a carico per la parte da questi non dedotta. Il limite di deducibilità è di 5.164,57
euro. Si ricorda che sono considerati a carico coloro che possiedono un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro. Qualora i
contributi per familiari a carico siano stati versati tramite il datore di lavoro e, pertanto, il punto 421 della Certificazione Unica risulta
compilato, indicare:
n nella colonna 1, l’importo dei contributi che il sostituto d’imposta ha dedotto dall’imponibile; tale importo è desumibile dal punto 422
della Certificazione Unica;
n nella colonna 2, se è stato compilato uno solo dei righi da RP27 a RP31, il minore importo tra quello dei contributi che il sostituto
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d’imposta non ha dedotto dall’imponibile, desumibile dal punto 423 della Certificazione Unica, e il risultato della seguente differenza:
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Iscrizione a più tipologie di fondi pensione: compilazione di più righi da RP27 a RP31
Deducibilità rigo RP29
Se avete compilato il rigo RP29, l’ammontare dei contributi versati indicato nella colonna 2 di questo rigo è interamente deducibile, ma
tale ammontare è rilevante per determinare la deduzione spettante nel caso in cui abbiate compilato anche altri righi relativi agli oneri per
previdenza complementare.
Deducibilità rigo RP28
Calcolare: Capienza RP28 = 5.164,57 + maggior limite di deducibilità (vedi istruzioni RP28) – RP27 col. 1 – RP28 col. 1 – RP29 col. 1 –
RP29 col. 2 – RP30 col. 1 – RP31 col. 1
Ricondurre a zero se il risultato è negativo.
Se l’importo indicato nella colonna 2 del rigo RP28 è inferiore o uguale a Capienza RP28 l’importo deve essere considerato interamente
deducibile.
Se invece l’importo indicato nella colonna 2 del rigo RP28 è maggiore di Capienza RP28 l’importo va ricondotto nel limite di Capienza
RP28.
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La deduzione è pari al 20 per cento del prezzo di acquisto dell’immobile risultante dall’atto di compravendita, nonché degli interessi
passivi dipendenti da mutui contratti per l’acquisto delle unita immobiliari medesime, oppure, nel caso di costruzione, delle spese
sostenute per prestazioni di servizi, dipendenti da contratti d’appalto, attestate dall’impresa che esegue i lavori. Il limite massimo
complessivo di spesa, anche nel caso di acquisto o costruzione di più immobili, è pari a 300.000 euro comprensivi di IVA.
La deduzione è ripartita in otto quote annuali di pari importo, a partire dall’anno nel quale avviene la stipula del contratto di locazione e
non e cumulabile con altre agevolazioni fiscali previste da altre disposizioni di legge per le medesime spese.
Per altre informazioni sulle condizioni necessarie per il riconoscimento della deduzione, vedere in Appendice la voce “Acquisto o
costruzione di abitazioni nuove o ristrutturate da dare in locazione”.
Se la deduzione spetta per l’acquisto o la costruzione di più immobili è necessario compilare un rigo per ciascun immobile utilizzando
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ulteriori moduli.
Colonna 1 (Data stipula locazione): indicare la data di stipula del contratto di locazione dell’immobile acquistato o costruito.
Colonna 2 (Spesa acquisto/costruzione): indicare, entro il limite di 300.000 euro, la spesa sostenuta per l’acquisto o la costruzione
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Rigo RP33 Somme restituite al soggetto erogatore in periodi d’imposta diversi da quello in cui sono state assoggettate a
tassazione
A partire dall’anno d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, l’ammontare delle somme restituite al soggetto erogatore in un periodo
d’imposta diverso da quello in cui sono state assoggettate a tassazione, anche separata, può essere portate in deduzione dal reddito
complessivo nell’anno di restituzione o, se in tutto o in parte non dedotto nel periodo d’imposta di restituzione, nei periodi d’imposta
successivi; in alternativa, è possibile chiedere il rimborso dell’imposta corrispondente all’importo non dedotto secondo modalità definite
con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 05 aprile 2016. Può trattarsi, oltre che dei redditi di lavoro dipendente anche di
compensi di lavoro autonomo professionale, di redditi diversi (lavoro autonomo occasionale o altro).
Colonna 1 (Somme restituite nell’anno): indicare l’importo delle somme restituite nel 2017 al soggetto erogatore o, nel caso in cui sia stato
chiesto al sostituto di effettuare la deduzione, l’importo delle somme non dedotte indicate nel punto 440 della Certificazione Unica 2018.
æ
Colonna 2 (Residuo precedente dichiarazione): indicare l’ammontare non dedotto nel periodo d’imposta precedente, riportato nel rigo
ReddITI PeRsone FIsIche
RN47, colonna 36, del modello REDDITI 2017 oppure nel rigo 149 del prospetto di liquidazione Mod. 730-3/2017 (colonna 1 per il
dichiarante, colonna 2 per il coniuge).
Colonna 3 (Totale): indicare la somma degli importi presenti nelle colonne 1 e 2.
Qualora siano stati trasferiti al socio quote di conferimento in start up da diverse società partecipate, è necessario
compilare distinti moduli per indicare i dati riferiti a ciascuna di esse e le colonne 3, 4 e 5 vanno compilate una sola
volta sul primo dei moduli utilizzati.
Colonna 3 (Totale importo RPF 2018): indicare la somma degli importi indicati nelle colonne 2 di tutti i moduli compilati;
Colonna 4 (Importo residuo RPF 2017): indicare l’importo della deduzione non fruita relativa all’anno 2016, rilevabile dal modello
REDDITI 2017 al rigo RN47 col.33 al netto delle eventuali eccedenze riportate al rigo RL32, col. 3 del modello REDDITI 2018.
Colonna 5 (Importo residuo UPF 2016): indicare l’importo della deduzione non fruita relativa all’anno 2015, rilevabile dal modello
REDDITI 2017 al rigo , RN47 col.32
Colonna 6 (Importo residuo UPF 2015): indicare l’importo della deduzione non fruita relativa all’anno 2014, rilevabile dal modello
REDDITI 2017 al rigo RN47 col.31
Le modalità di attuazione di questa agevolazione sono individuate con il decreto 25 febbraio 2016 che ha sostituito il precedente decreto
30 gennaio 2014 del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico. Nel caso in cui si sia
verificata la decadenza dal beneficio per il verificarsi di una delle condizioni indicate nell’articolo 6 del predetto decreto , il contribuente è
tenuto a compilare anche il rigo RL32 nel quadro RL presente nel fascicolo 2.
Qualora la deduzione sia di ammontare superiore al reddito complessivo dichiarato, l’eccedenza può essere computata in aumento
dell’importo deducibile dal reddito complessivo dei periodi di imposta successivi, ma non oltre il terzo, fino a concorrenza del suo
ammontare (art. 4, comma 4, del d.m. 25 febbraio 2016).
68
sezione III a – spese per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e per misure antisismiche
In questa sezione vanno indicate le spese sostenute nell’anno 2017 o negli anni precedenti, relative:
n alla ristrutturazione di immobili;
n all’acquisto o all’assegnazione di immobili facenti parte di edifici ristrutturati se l’acquisto o l’assegnazione sono avvenute entro
determinate date.
In questa sezione vanno indicate anche:
n le spese sostenute per gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica;
2018
Spese sostenute per la ristrutturazione di immobili
La detrazione spetta in relazione alle spese sostenute per i seguenti interventi di recupero del patrimonio edilizio:
n interventi di manutenzione straordinaria sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro
pertinenze;
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siano intestati al familiare convivente, purché la percentuale della spesa sostenuta dallo stesso sia indicata nella fattura (per
Indicazione nella dichiarazione dei redditi (righi da RP51 a RP53) delle seguenti informazioni:
n dati catastali identificativi dell’immobile;
n estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo (ad esempio, contratto di affitto), se i lavori sono effettuati dal detentore;
n altri dati richiesti ai fini del controllo della detrazione;
n il contribuente deve, inoltre, conservare ed esibire, a richiesta dell’Ufficio, i documenti individuati dal Provvedimento del Direttore
dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011(ad esempio le fatture e le ricevute fiscali relative alle spese sostenute).
Possono usufruire della detrazione anche gli acquirenti di box o posti auto pertinenziali già realizzati; tuttavia la detrazione compete
esclusivamente con riferimento alle spese sostenute per la realizzazione, sempreché le stesse siano comprovate da attestazione
rilasciata dal venditore. Anche in questo caso nella dichiarazione dei redditi devono essere indicati i dati catastali dell’immobile. Per gli
acquisti effettuati nel 2016, non si ha diritto alla detrazione per le spese di realizzazione del box o dei posti auto pertinenziali per il quale
il contribuente si sia avvalso della nuova agevolazione che consente di detrarre il 50 per cento dell’IVA pagata al costruttore.
Per gli adempimenti relativi agli interventi iniziati prima del 14 maggio 2011, e per altre informazioni sulle condizioni e sulla do-
cumentazione necessaria per il riconoscimento della detrazione, vedere in Appendice la voce “Spese per interventi di recupero
del patrimonio edilizio”.
Consultare in Appendice “Spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio“ e “Spese di ristrutturazione per prosecuzio-
ne lavori - esempi”.
69
Per l’anno 2012, la detrazione del 50 per cento spetta per le spese sostenute dal 26 giugno al 31 dicembre 2012 nel limite di 96.000
euro, al netto delle spese sostenute fino al 25 giugno 2012 nel limite di 48.000 euro.
Nel caso in cui gli interventi consistano nella prosecuzione di lavori iniziati negli anni precedenti, sulla singola unità immobiliare, ai fini
della determinazione del limite massimo delle spese detraibili occorre tenere conto delle spese sostenute negli anni pregressi.
In particolare, nel caso di interventi iniziati prima del 26 giugno 2012 e proseguiti negli anni successivi, la detrazione del 50 per cento
spetta per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2017 nel limite di 96.000 euro, al netto delle spese sostenute fino al 25
giugno 2012 nel limite di 48.000 euro.
In caso di vendita o di donazione dell’unità immobiliare sulla quale sono stati realizzati gli interventi prima che sia trascorso il periodo
2018
di godimento della detrazione, le quote di detrazione non utilizzate sono trasferite, salvo diverso accordo delle parti, all’acquirente
persona fisica o al donatario.
Nel caso di morte del titolare il diritto alla detrazione si trasmette esclusivamente all’erede che conserva la detenzione materiale e
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Interventi antisismici in zone ad alta pericolosità le cui procedure autorizzatorie attivate entro il 31 dicembre 2016
Per le spese sostenute dal 4 agosto 2013 al 31 dicembre 2016 per gli interventi relativi all’adozione di misure antisismiche e
all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica (articolo 16-bis, comma 1, lettera i, del TUIR), le cui procedure autorizzatorie
sono attivate dopo il 4 agosto 2013 ed entro il 31 dicembre 2016, su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2)
di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata nel supplemento ordinario n. 72 alla
Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003, riferite a costruzioni adibite ad abitazione principale (nella quale il contribuente o i suoi
familiari dimorano abitualmente) o ad attività produttive, spetta una detrazione d’imposta nella misura del 65 per cento, fino ad un
ammontare complessivo di spesa non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare. Per fruire di questa maggior percentuale di
detrazione è necessario indicare il codice ‘4’ nella colonna 2 dei righi da RP41 a RP47.
Interventi antisismici in zone ad alta pericolosità le cui procedure autorizzatorie attivate dopo il 1° gennaio 2017
Spetta una detrazione dall’imposta lorda per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 per gli interventi di misure
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antisismiche e all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica (articolo 16-bis, comma 1, lettera i, del TUIR) e per la
ReddITI PeRsone FIsIche
classificazione e verifica sismica degli immobili, le cui procedure autorizzatorie sono iniziate dopo il 1° gennaio 2017, su edifichi ubicati
nelle zone antisismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) e nelle zone sismiche 3 di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei
ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata nel supplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003, riferite
a costruzioni adibite ad abitazione e ad attività produttive.
La detrazione d’imposta è pari al:
n 50 per cento;
n 70 per cento se dalla realizzazione degli interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di
rischio inferiore;
n 80 per cento se dalla realizzazione degli interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a due classi di
rischio inferiore.
La detrazione viene ripartita in 5 rate di pari importo.
La spesa su cui applicare la percentuale non può superare il limite di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno.
Per quanto riguarda l’ammontare complessivo della spesa agevolabile in caso di effettuazione sul medesimo immobile di interventi
antisismici, di interventi di manutenzione straordinaria e di interventi di riqualificazione energetica si precisa che il limite di spesa di euro
96.000 è unico in quanto riferito al singolo immobile. Nel predetto limite di spesa non sono compresi, invece, gli interventi di
riqualificazione globale dell’edificio, gli interventi su strutture opache e infissi e sostituzioni impianti termici per i quali il contribuente può
beneficiare della detrazione del 65 per cento nei limiti specifici (Risoluzione n.147/E del 29 novembre 2017).
Qualora gli interventi siano realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali, le detrazioni dall’imposta sono pari al:
n 75 per cento se dalla realizzazione degli interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di
rischio inferiore;
n 85 per cento se dalla realizzazione degli interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a due classi di
rischio inferiore.
La spesa su cui applicare la percentuale non può superare il limite di 96.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di
ciascun edificio.
Qualora gli interventi siano realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1 ai sensi dell’ordinanza del Presidente
del Consiglio dei ministri n. 3519 del 28 aprile 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 108 dell’11 maggio 2006, mediante
demolizione e ricostruzione di interi edifici, allo scopo di ridurne il rischio sismico, anche con variazione volumetrica rispetto all’edificio
preesistente, ove le norme urbanistiche vigenti consentano tale aumenti, eseguti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare,
che provvedono, entro 18 mesi dalla data di conclusione dei lavori, alla successiva alienazione dell’immobile, la detrazione dell’imposta
è pari al:
n 75 per cento del prezzo della singola unità immobiliare, risultante nell’atto pubblico di compravendita, se dalla realizzazione degli
interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore;
70
n 85 per cento del prezzo della singola unità immobiliare, risultante nell’atto pubblico di compravendita, se dalla realizzazione degli
interventi derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a due classi di rischio inferiore.
La detrazione viene ripartita in 5 rate di pari importo.
La spesa su cui applicare la percentuale non può superare il limite di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno.
Spese sostenute per l’acquisto, o l’assegnazione, di immobili facenti parte di edifici ristrutturati
Dal 2002 la detrazione d’imposta spetta anche nel caso di acquisto o assegnazione di unità immobiliari facenti parte di un edificio
interamente sottoposto ad interventi di restauro e risanamento conservativo eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare
2018
o da cooperative edilizie.
All’acquirente o assegnatario dell’immobile spetta una detrazione da calcolare su un ammontare forfetario pari al 25 per cento del prezzo
di vendita o di assegnazione dell’immobile, risultante dall’atto di acquisto o di assegnazione.
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coMPIlazIone deI RIghI da RP41 a RP47
I righi da RP41 a RP47 vanno compilati per le spese sostenute dal 2008 al 2017:
n colonna 1 (Anno) indicare l’anno in cui sono state sostenute le spese;
n colonna 2 (2012; 2013/2017-antisismico) compilare questa colonna solo nei seguenti casi:
– spese sostenute nel 2012;
– spese sostenute per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche nel 2013, 2014, 2015, 2016 o nel 2017.
Indicare uno dei seguenti codici:
“2” spese sostenute dal 1° gennaio al 25 giugno 2012 (detrazione del 36%);
“3” spese sostenute dal 26 giugno al 31 dicembre 2012 (detrazione del 50%);
“4” spese sostenute dal 4 agosto 2013 al 31 dicembre 2016 per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche su edifici
ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità, riferite a costruzioni adibite ad abitazione principale o ad attività produttive;
“5” spese sostenute nel 2017 per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta
pericolosità (detrazione del 50%) e nella zona sismica 3;
“6” spese sostenute nel 2017 per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta
pericolosità e nella zona sismica 3, dalla cui adozione derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una
classe di rischio inferiore (detrazione del 70%);
“7” spese sostenute nel 2017 per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta
pericolosità e nella zona sismica 3, dalla cui adozione derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a due
classi di rischio inferiore (detrazione dell’80%);
“8” spese sostenute nel 2017 per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche sulle parti comuni di edifici condominiali
ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità e nella zona sismica 3, dalla cui adozione derivi una riduzione del rischio sismico
che determini il passaggio ad una classe di rischio inferiore (detrazione del 75%);
“9” spese sostenute nel 2017 per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche sulle parti comuni di edifici condominiali
ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità e nella zona sismica 3, riferite a costruzioni adibite ad abitazione o ad attività
produttive, dalla cui adozione derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a due classi di rischio inferiore
(detrazione dell’85%);
“10” spese sostenute nel 2017 per l’acquisto di unità immobiliari facenti parte di edifici ricostruiti ricadenti nelle zone classificate a rischio
sismico 1 ai sensi dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3519 del 28 aprile 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.
108 dell’11 maggio 2006, la cui ricostruzione ha comportato il passaggio ad una classe di rischio inferiore (detrazione del 75%);
“11” spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2017 per l’acquisto di unità immobiliari facenti parte di edifici ricostruiti
ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1 ai sensi dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3519 del 28
aprile 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 108 dell’11 maggio 2006, la cui ricostruzione ha comportato il passaggio a due
classi di rischio inferiore (detrazione dell’85%).
n colonna 3 (Codice fiscale) la colonna va compilata solo nei seguenti casi.
71
Lavori su parti comuni condominiali
Per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali, i singoli condomini devono indicare il codice fiscale del condominio e devono
barrare la casella di colonna 2 “Condominio” di uno dei righi da RP51 a RP52, senza riportare i dati catastali identificativi dell’immobile.
Tali dati saranno indicati dall’amministratore di condominio nel quadro AC della propria dichiarazione dei redditi.
Per gli interventi iniziati prima del 14 maggio 2011, i condomini devono indicare il codice fiscale del condominio o della cooperativa senza
compilare la sezione III-B.
Per gli interventi su parti comuni di un condominio minimo per cui non è stato richiesto il codice fiscale, i contribuenti, per beneficiare
della detrazione per gli interventi edilizi e per gli interventi di riqualificazione energetica, per la quota di spettanza, indicano il codice
2018
un’autocertificazione che attesti la natura dei lavori effettuati e indichi i dati catastali delle unità immobiliari facenti parte del condominio.
n colonna 4, (Interventi particolari): la colonna va compilata solo in presenza dei seguenti interventi particolari indicando il codice:
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“1” -nel caso in cui le spese relative ad un singolo intervento siano state sostenute in più anni. Per calcolare il limite massimo di spesa
detraibile occorre tenere conto delle spese sostenute negli anni precedenti;
“4” -nel caso di spese sostenute per l’acquisto o assegnazione di immobili che fanno parte di edifici ristrutturati. La detrazione
spetta su un importo pari al 25 per cento del prezzo di vendita o di assegnazione dell’immobile.
Il contribuente che non rientra nei casi precedenti non dovrà indicare alcun codice.
n nella colonna 5, (acquisto, eredità, donazione) indicare:
“4” -nel caso in cui il contribuente, nell’anno 2017 ha ereditato, acquistato o ricevuto in donazione l’immobile da un soggetto che aveva
ripartito la spesa, sostenuta in anni precedenti, in 10 rate.
n nella colonna 8 (Numero rata) indicare il numero della rata che il contribuente utilizza per il 2017. Per le spese sostenute nel 2017 va
obbligatoriamente indicato il numero ‘1’
n nella colonna 9 (Importo spesa): indicare l’intero importo delle spese sostenute nell’anno riportato in colonna 1. Nel caso di acquisto
di immobili ricostruiti (codice ‘10’ o codice ‘11’ in colonna 2), l’importo da indicare è pari al prezzo della singola unità immobiliare,
risultante nell’atto pubblico di compravendita. Nel caso di acquisto o assegnazione di immobili ristrutturati (codice ‘4’ in colonna 4),
l’importo da indicare è pari al 25 per cento del prezzo di acquisto. Nel caso di spese sostenute per lavori che proseguono in più anni
(codice ‘1’ in colonna 4), se le spese sostenute nel 2017 riguardano la prosecuzione di un intervento iniziato in anni precedenti, su una
singola unità immobiliare posseduta da un unico proprietario, l’importo da indicare in questa colonna non può essere superiore alla
differenza tra 96.000 euro e quanto speso negli anni pregressi dal contribuente, in relazione allo stesso intervento.
Per gli acquisti o le assegnazioni di immobili facenti parte di edifici ristrutturati e per la realizzazione di box o posti auto pertinenziali,
effettuati nel 2017, se si intende fruire anche della detrazione del 50 per cento dell’IVA pagata al costruttore, dall’importo delle spese
sostenute va sottratto l’importo del 50 per cento dell’IVA pagata.
n nella colonna 10 (Importo rata), indicare l’importo di ciascuna rata delle spese sostenute. Tale importo si ottiene dividendo
l’ammontare di colonna 9 (spesa sostenuta nei limiti sopra indicati), per il numero delle rate relativo alla rateazione scelta nella
colonna 8. Nel caso di acquisto o assegnazione di immobili ristrutturati la rata deve essere determinata con riferimento al 25 per cento
del prezzo di acquisto.
Nel caso in cui l’importo delle spese sostenute nel 2017 sia relativo alla prosecuzione di un intervento iniziato in anni precedenti (codice
1 in colonna 4) su una singola unità immobiliare, l’importo su cui calcolare la rata spettante non può essere superiore alla differenza tra
euro 96.000 e quanto speso negli anni pregressi dal contribuente, in relazione al medesimo intervento.
n Colonna 11 (N. d’ordine immobile)
Per le spese sostenute nel 2017 vanno compilate questa colonna e la successiva sezione III-B relative ai dati identificativi dell’immobile
oggetto dei lavori. Nella presente colonna 11 va indicato un numero progressivo per identificare l’immobile oggetto degli interventi di
ristrutturazione. Riportare lo stesso numero anche nella colonna 1 della seguente sezione III-B.
Se sono stati effettuati più interventi con riferimento allo stesso immobile e quindi sono stati compilati più righi della sezione III A, va
riportato lo stesso numero d’ordine identificativo nella colonna 11 di tutti i righi compilati per il medesimo immobile e va compilato un
unico rigo nella sezione III-B.
Gli interventi su parti comuni condominiali devono comunque essere individuati con uno specifico numero progressivo.
72
Esempi di compilazione
Esempio 1 Immobile A: intervento effettuato nel 2012 Spese sostenute fino al 25 giugno: 6.000 euro
Immobile A: intervento effettuato nel 2012 Spese sostenute dopo il 25 giugno 7.000 euro
Immobile B: intervento effettuato nel 2017 Spese sostenute: 4.000 euro
2006/2012
(antisismico dal Interventi Acquisto eredità Numero N. d’ordine
Anno 2013 al 2016) Codice fiscale particolari o donazione rata Importo spesa Importo rata immobile
1 2 3 4 5 8 9 10 11
2012 2 6 6.000 600
2018
2012 3 6 7.000 700
2017 1 4.000 400 1
N. d’ordine Sez. urb./comune Particella
Condominio Codice comune T/U Foglio Subalterno
In questo caso, essendo stato superato il limite massimo di 96.000 euro, l’importo da indicare in colonna 10 per l’anno 2015 è di
5.600 euro (un decimo di 56.000, importo indicato in col. 9), dato dalla seguente operazione:
96.000 (limite massimo) – 40.000 (somma complessiva sostenuta negli anni 2015 e 2016).
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è compilata e l’anno indicato in col. 1 è diverso dal 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017 ovvero la col. 2 è compilata con il codice “2.
Rigo RP49 Totale detrazione per spese indicate nella sezione III A del Quadro RP
Nella colonna 1 riportare il 36 per cento dell’importo indicato nel rigo RP48, col. 1
Nella colonna 2 riportare il 50 per cento dell’importo indicato nel rigo RP48, col. 2
Nella colonna 3 riportare il 65 per cento dell’importo indicato nel rigo RP48, col. 3
Nella colonna 4 riportare il 70 per cento dell’importo indicato nel rigo RP48, col. 4
Nella colonna 5 riportare il 75 per cento dell’importo indicato nel rigo RP48, col. 5
Nella colonna 6 riportare il 80 per cento dell’importo indicato nel rigo RP48, col. 6
Nella colonna 7 riportare il 85 per cento dell’importo indicato nel rigo RP48, col. 7
La somma degli importi delle detrazioni va riportata nel rigo RN14.
sezione III B – dati catastali identificativi degli immobili e altri dati per fruire della detrazione
Con riferimento agli interventi di recupero del patrimonio edilizio iniziati a partire dal 2011, nella dichiarazione dei redditi vanno indicati i
dati catastali identificativi degli immobili e gli altri dati necessari per fruire della detrazione.
La presente sezione deve essere compilata per le spese sostenute nel 2017. Per le spese sostenute nel 2011, nel 2012, nel 2013, 2014,
2015 e nel 2016 non è obbligatorio indicare nuovamente i dati identificativi degli immobili se questi sono già stati riportati nelle
dichiarazioni dei redditi presentate con riferimento a tali anni d’imposta.
Se i righi disponibili non sono sufficienti va compilato un quadro aggiuntivo ricordando di numerare progressivamente la casella “Mod. N.”
posta in alto a destra del Modello. Oltre alla presente sezione deve essere compilata anche la colonna 11 della precedente sezione III-A.
73
Colonna 2 (Condominio): la casella deve essere barrata nel caso di interventi effettuati su parti comuni condominiali. I singoli condomini,
barrando questa casella, dichiarano che la spesa riportata nella sezione III-A del quadro RP si riferisce ad interventi effettuati su parti
comuni condominiali, pertanto non devono essere compilate le successive colonne dei righi RP51 e RP52, relative ai dati catastali
dell’immobile, in quanto tali dati saranno indicati dall’amministratore di condominio nel quadro AC della propria dichiarazione dei redditi.
Nella colonna 3 della sezione III-A va riportato il codice fiscale del condominio. Nel caso di “condominio minimo”, qualora i condomini non
abbiano richiesto il codice fiscale del condominio, va riportato il codice fiscale del condomino che ha effettuato il relativo bonifico.
Colonna 3 (Codice Comune): indicare il codice catastale del comune dove è situata l’unità immobiliare. Il codice Comune può essere a
seconda dei casi di quattro o cinque caratteri come indicato nel documento catastale.
2018
Colonna 4 (Terreni/Urbano): indicare: ‘T’ se l’immobile è censito nel catasto terreni; ‘U’ se l’immobile è censito nel catasto edilizio urbano.
Colonna 5 (Sezione Urbana/Comune Catastale): riportare le lettere o i numeri indicati nel documento catastale, se presenti. Per gli
immobili siti nelle zone in cui vige il sistema tavolare indicare il codice “Comune catastale”.
Colonna 6 (Foglio): riportare il numero di foglio indicato nel documento catastale.
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Colonna 7 (Particella): riportare il numero di particella, indicato nel documento catastale, che può essere composto da due parti,
rispettivamente di cinque e quattro cifre, separato da una barra spaziatrice. Se la particella è composta da una sola serie di cifre,
quest’ultima va riportata nella parte a sinistra della barra spaziatrice.
Colonna 8 (Subalterno): riportare, se presente, il numero di subalterno indicato nel documento catastale.
Rigo RP53 - Altri dati (estremi di registrazione del contratto e dati della domanda di accatastamento)
Se i lavori sono effettuati dal conduttore (o comodatario), devono essere indicati, oltre ai dati catastali identificativi dell’immobile (righi
RP51 e RP52) anche gli estremi di registrazione del contratto di locazione o di comodato (colonne da 3 a 6 del rigo RP53) ovvero
colonna 7 se in possesso del codice identificativo del contratto).
Se l’immobile non è ancora stato censito al momento di presentazione della dichiarazione devono essere riportati gli estremi della
domanda di accatastamento (colonne da 8 a 10 del rigo RP53).
Colonna 1 (N. d’ordine immobile): riportare il numero progressivo, che identifica l’immobile oggetto degli interventi di ristrutturazione,
indicato nella colonna 11 della sezione III A del quadro RP. Nel caso in cui siano stati effettuati più interventi con riferimento allo stesso
immobile e quindi siano stati compilati più righi della sezione III A indicando lo stesso numero d’ordine nella colonna 11, nella presente
sezione deve essere compilato un solo rigo.
Colonna 2 (Condominio): seguire le istruzioni relative alla colonna 2 dei righi da RP51 a RP52. Se è barrata questa casella non devono
essere compilate le successive colonne del rigo RP53.
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ReddITI PeRsone FIsIche
Domanda di accatastamento
Se l’immobile non è ancora stato censito al momento di presentazione della dichiarazione devono essere riportati gli estremi della
domanda di accatastamento.
Colonna 8 (Data): indicare la data di presentazione della domanda di accatastamento.
Colonna 9 (Numero): indicare il numero della domanda di accatastamento.
Colonna 10 (Provincia Ufficio Agenzia/Entrate): indicare la sigla della Provincia in cui è situato l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate
presso il quale è stata presentata la domanda.
sezIone III c – spese per l’arredo degli immobili ristrutturati (detrazione d’imposta del 50 per cen-
to) per arredo dell’abitazione principale delle giovani coppie, per l’Iva per acquisto
abitazione classe energetica a o B
In questa sezione vanno indicate le spese sostenute per le quali spetta la detrazione d’imposta del 50 per cento, in particolare:
– le spese per l’arredo degli immobili ristrutturati
– le spese per arredo dell’abitazione principale delle giovani coppie
– l’importo dell’IVA pagata per l’acquisto di unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B cedute dalle imprese
costruttrici.
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di ristrutturazione. Le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici sono computate, ai fini della fruizione della detrazione
di imposta, indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione.
La detrazione spetta solo se sono state sostenute spese per i seguenti interventi di recupero del patrimonio edilizio:
n manutenzione ordinaria effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale;
n manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia sulle parti comuni di edificio residenziale e
su singole unità immobiliari residenziali;
n ricostruzione o ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi;
n ristrutturazione di interi fabbricati, da parte di imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che
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provvedono entro sei mesi dal termine dei lavori all’alienazione o assegnazione dell’immobile.
Ulteriori interventi riconducibili alla manutenzione straordinaria sono quelli finalizzati al risparmio energetico volti all’utilizzo di fonti
rinnovabili di energia e/o alla sostituzione di componenti essenziali degli impianti tecnologici.
Nel caso di interventi effettuati sulle parti comuni condominiali è ammessa la detrazione solo per gli acquisti dei beni agevolati finalizzati
Per le spese di arredo sostenute nel 2017, invece, la detrazione su un ammontare massimo di 10.000 euro è prevista solo se gli
interventi di recupero del patrimonio edilizio sono iniziati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2017. Per gli
interventi di ristrutturazione effettuati nel 2016 ovvero iniziati nel 2016 e proseguiti nel 2017, al limite di euro 10.000 concorrono anche le
spese di arredato sostenute nel 2016 per le quali si è già fruito della detrazione. La detrazione è ripartita in 10 rate di pari importo.
Il limite di spesa di 10.000 euro è riferito alla singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o alla parte comune dell’edificio
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oggetto di ristrutturazione, a prescindere dal numero dei contribuenti che partecipano alla spesa
La detrazione “per l’arredo degli immobili ristrutturati” non è cumulabile con il bonus “arredo immobili giovani coppie”
e pertanto non è consentito fruire di entrambe le agevolazioni per l’arredo della medesima unità abitativa.
Colonne 1, 2, 4, 5 (N. rata e Spesa arredo immobile): indicare per ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione il numero di rata
(colonna 1 e 4) e la spesa sostenuta (colonna 2 e 5) entro il limite di 10.000 euro. In presenza di più di due immobili ristrutturati va
compilato un quadro aggiuntivo ricordando di numerare progressivamente la casella “Mod. N.” posta in alto a destra del Modello.
Colonne 3 e 6 (Importo rata): indicare l’importo di ciascuna rata, dividendo per dieci l’ammontare complessivo della spesa sostenuta
indicata rispettivamente nella colonna 2 e 5.
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detrazione delle spese per arredo degli immobili delle giovani coppie, la destinazione ad abitazione principale dell’unità immobiliare
acquistata deve sussistere al momento di presentazione della dichiarazione dei redditi.
La detrazione spetta su un ammontare massimo di 16.000 euro ed è ripartita in dieci rate annuali di pari importo. Il limite di 16.000 euro
è riferito alla coppia pertanto se le spese sostenute superano il predetto importo la detrazione deve essere calcolata sull’ammontare
massimo di 16.000 euro e ripartita fra i coniugi o i conviventi in base all’effettivo sostenimento della spesa da parte di ciascuno.
Il pagamento delle spese doveva essere effettuato mediante bonifico bancario o postale, senza la necessità di utilizzare l’apposito
bonifico previsto per le spese di ristrutturazione edilizia, o carta di credito o di debito. In tal caso la data di pagamento è individuata nel
giorno di utilizzo della carta di credito o di debito da parte del titolare, evidenziato nella ricevuta telematica di avvenuta transazione. Se il
pagamento era stato effettuato con bonifico bancario o postale non era necessario utilizzare l’apposito bonifico previsto per le spese di
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ristrutturazione edilizia (bonifico soggetto a ritenuta). Non è consentito, invece, effettuare il pagamento mediante assegni bancari,
contanti o altri mezzi di pagamento.
E’ necessario conservare la documentazione attestante l’effettivo pagamento (ricevute dei bonifici, ricevute di avvenuta transazione per
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
i pagamenti mediante carte di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente) e le fatture di acquisto dei beni con la
specificazione della natura, qualità e quantità dei beni e servizi acquisiti o gli scontrini parlanti.
Per ulteriori informazioni si rinvia alla circolare n.7/E del 31 marzo 2016.
Colonna 1 (Meno di 35 anni): barrare la casella se il requisito anagrafico è posseduto dal coniuge o dal convivente more uxorio nel 2016;
Colonna 2 (Spesa arredo immobile): indicare la spesa sostenuta entro il limite di 16.000 euro.
Colonna 3 (Importo rata): indicare l’importo di ciascuna rata, dividendo per dieci l’ammontare complessivo della spesa sostenuta
indicata nella colonna 2.
Colonna 1 (Numero rata): indicare il numero di rata che per l’anno 2017 sarà pari a 1;
Colonna 2 (Importo IVA pagata): indicare l’importo dell’IVA pagata all’impresa da cui è stato acquistato l’immobile.
Colonna 3 (Importo rata): indicare l’importo di ciascuna rata, dividendo per dieci l’ammontare complessivo della spesa sostenuta
indicata nella colonna 2.
Rigo RP60 (Totale rate): riportare la somma degli importi indicati nelle colonne 3 e 6 dei righi RP57, nella colonna 3 del rigo RP58, e
nella colonna 3 del rigo RP59 di tutti i moduli compilati. Su questo importo si determina la detrazione del 50 per cento che va riportata nel
rigo RN15. Nel caso siano stati compilati più moduli, questa colonna deve essere compilata unicamente sul primo di tali moduli,
riportando la somma degli importi indicati in tutte le colonne 3, e 6 dei moduli compilati.
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In caso di vendita o di donazione dell’unità immobiliare sulla quale sono stati realizzati gli interventi prima che sia trascorso il periodo di
godimento della detrazione, le quote di detrazione non utilizzate sono trasferite, salvo diverso accordo delle parti, all’acquirente persona fisica
o al donatario. Nel caso di morte del titolare il diritto alla detrazione si trasmette esclusivamente all’erede che conserva la detenzione materiale
e diretta del bene. In tali casi l’acquirente, ovvero gli eredi, possono rideterminare il numero di quote in cui ripartire la detrazione residua, a
condizione che le spese siano state sostenute nell’anno 2008. Nel caso in cui le spese sono state sostenute dall’inquilino o dal comodatario la
cessazione dello stato di locazione o comodato non fa venir meno il diritto alla detrazione in capo all’inquilino o al comodatario.
Si ricorda che la detrazione per gli interventi di risparmio energetico non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali previste per i
medesimi interventi, come ad esempio la detrazione per il recupero del patrimonio edilizio.
La detrazione fiscale per gli interventi di risparmio energetico, se compatibile con specifici incentivi disposti a livello comunitario o a livello
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locale da regioni, province e comuni, può essere richiesta per la parte di spesa eccedente gli incentivi concessi dagli enti territoriali.
Sono comprese tra le spese detraibili quelle relative alle prestazioni professionali (rese sia per la realizzazione degli interventi che per
la certificazione indispensabile per fruire della detrazione) ed alle opere edilizie funzionali all’intervento destinato al risparmio energetico.
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dell’immobile o di chi ne ha titolo.
Documenti da trasmettere
Entro 90 giorni dalla fine dei lavori, devono essere trasmessi all’ENEA telematicamente (attraverso il sito internet www.acs.enea.it,
ottenendo ricevuta informatica), i dati contenuti nell’attestato di certificazione energetica, ovvero nell’attestato di qualificazione energetica,
nonché la scheda informativa relativa agli interventi realizzati.
La data di fine lavori, dalla quale decorre il termine per l’invio della documentazione all’Enea, coincide con il giorno del cosiddetto
“collaudo” (e non di effettuazione dei pagamenti). Se, in considerazione del tipo di intervento, non è richiesto il collaudo, il contribuente
può provare la data di fine lavori con altra documentazione emessa da chi ha eseguito i lavori (o dal tecnico che compila la scheda
informativa). Non è ritenuta valida, a tal fine, una dichiarazione del contribuente resa in sede di autocertificazione.
Qualora la complessità dei lavori eseguiti non trovi adeguata descrizione negli schemi resi disponibili dall’ENEA, la documentazione può
essere inviata, in copia, entro 90 giorni a mezzo raccomandata con ricevuta semplice, ad ENEA, Dipartimento ambiente, cambiamenti
globali e sviluppo sostenibile, via Anguillarese 301, 00123, Santa Maria di Galeria (Roma), specificando come riferimento: Detrazioni
fiscali - riqualificazione energetica. Per fruire della detrazione non è necessario inviare alcuna comunicazione preventiva di inizio lavori
al Centro Operativo di Pescara.
Nel caso in cui i lavori di riqualificazione energetica proseguano nell’anno successivo non è più necessario inviare un’apposita
comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo dell’anno seguente.
Documenti da conservare
Per fruire dell’agevolazione fiscale è necessario conservare ed esibire, su richiesta, all’amministrazione finanziaria l’asseverazione, la
ricevuta dell’invio della documentazione all’ENEA, le fatture o le ricevute fiscali relative alle spese effettuate e le ricevute del bonifico
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attestante il pagamento. Nel caso in cui gli interventi riguardino parti comuni di edifici deve essere acquisita e conservata copia della
delibera assembleare e della tabella millesimale di ripartizione delle spese. Nel caso in cui le spese siano state effettuate dal detentore
deve essere acquisita e conservata la dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori resa dal possessore.
Per ulteriori informazioni sulle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico si rinvia al decreto interministeriale del 19 febbraio 2007, così
come modificato dal decreto interministeriale del 7 aprile 2008, e alla circolare dell’Agenzia delle entrate n. 29/E del 18 settembre 2013.
“1” Interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti. Sono gli interventi diretti alla riduzione del fabbisogno di energia
primaria necessaria per soddisfare i bisogni connessi ad un uso standard dell’edificio che permettono di conseguire un indice di
prestazione energetica per la climatizzazione invernale non superiore ai valori definiti dal decreto del Ministro dello Sviluppo
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
economico dell’11 marzo 2008 - Allegato A. Rientrano in tale tipo di intervento la sostituzione o l’installazione di climatizzazione
invernale anche con generatori di calore non a condensazione, con pompe di calore, con scambiatori per teleriscaldamento, con
caldaie a biomasse gli impianti di cogenerazione, rigenerazione, gli impianti geotermici e gli interventi di coibentazione non aventi le
caratteristiche indicate richieste per la loro inclusione negli interventi descritti ai punti successivi;
“2” Interventi sull’involucro degli edifici esistenti. Sono tali gli interventi su edifici esistenti o parti di essi relativi a strutture opache
verticali (pareti), strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), fornitura e posa in opera di materiale coibente, di materiale
ordinario, di nuove finestre comprensive di infissi, miglioramento termico di componenti vetrati esistenti, demolizione e ricostruzione
dell’elemento costruttivo a condizione che siano rispettati i requisiti richiesti di trasmittanza termica U, espressa in W/m2K, definiti
nella tabella di cui all’allegato B del decreto del Ministro dello sviluppo economico 11 marzo 2008 e successivamente modificati dal
decreto 6 gennaio 2010;
“3” Installazione di pannelli solari. Sono tali gli interventi per l’installazione di pannelli solari, anche realizzati in autocostruzione,
bollitori, accessori e componenti elettrici ed elettronici utilizzati per la produzione di acqua calda ad uso domestico;
“4” Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. Per interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale si
intendono quelli concernenti la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati
di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. Dal 1° gennaio 2008 rientra in tale tipologia
anche la sostituzione, anche solo parziale, di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di pompa di calore ad alta
efficienza ovvero con impianti geotermici a bassa entalpia. Dal 1° gennaio 2012 sono compresi anche gli interventi di sostituzione di
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ReddITI PeRsone FIsIche
scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
“5” Acquisto e posa in opera di schermature solari. Interventi per l’acquisto e la posa in opera delle schermature solari a protezione
di una superficie vetrata, applicate in modo solidale con l’involucro edilizio e non liberamente montabili e smontabili dall’utente.
Possono essere applicate, rispetto alla superficie vetrata, all’interno, all’esterno o integrate purché siano mobili e “tecniche”. Non
fruiscono dell’agevolazione le schermature solari autonome (aggettanti) applicate a superfici vetrate esposte a nord; (art. 14, comma
2, lett. b), del decreto-legge n. 63 del 2013, come modificato dall’art. 1, comma 74, della legge n. 208 del 2015);
“6” Acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale a biomasse. Interventi per l’acquisto e la posa in opera di
impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.” (art. 14, comma
2-bis, del decreto-legge n. 63 del 2013, come modificato dall’art. 1, comma 74, della legge n. 208 del 2015);
“7” Acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per controllo da remoto. Sono gli interventi per l’acquisto,
installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione di
acqua calda e/o climatizzazione delle unità abitative, che garantiscono un funzionamento efficiente degli impianti, nonché dotati di
specifiche caratteristiche. Tali dispositivi devono, in particolare:
– mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, mediante la fornitura periodica dei dati;
– mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti;
– consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.
La detrazione spetta con riferimento alle spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016;
‘8’ Interventi sull’involucro di parti comuni degli edifici condominiali esistenti. Sono interventi di riqualificazione energetica di parti
comuni degli edifici condominiali che interessino l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie
disperdente lorda dell’edificio medesimo;
‘9’ Interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali esistenti. Sono interventi di riqualificazione
energetica di parti comuni degli edifici condominiali finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva e che
conseguano almeno la qualità media di cui al decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 26 giugno 2015.
Nella colonna 2 (Anno) indicare l’anno in cui sono state sostenute le spese.
Colonna 3 (Periodo 2013): compilare questa colonna solo se le spese sono state sostenute nel 2013.
Indicare uno dei seguenti codici:
“1” spese sostenute dal 1° gennaio al 5 giugno 2013 (detrazione del 55%);
“2” spese sostenute dal 6 giugno al 31 dicembre 2013 (detrazione del 65%);
La colonna 4 (Casi particolari) è riservata ai contribuenti che si trovano in una delle situazioni di seguito descritte. Indicare il codice:
“1” nel caso di spese sostenute per lavori iniziati in anni precedenti e ancora in corso nel 2017;
“2” nel caso in cui le spese sostenute in anni precedenti al 2017 riguardino un immobile ereditato, acquistato o ricevuto in donazione
nell’anno 2017;
“3” se ricorrono contemporaneamente le condizioni di cui ai codici 1 e 2 (lavori che proseguono in più anni ed immobile ereditato,
acquistato o ricevuto in donazione).
La colonna 5 (Periodo 2008 - Rideterminazione rate) i contribuenti che dal 2009 al 2017 hanno acquistato o ereditato un immobile,
oggetto di lavori nel corso dell’anno 2008, se hanno rideterminato o intendono rideterminare il numero di rate scelte da chi ha sostenuto
la spesa indicano in questa colonna il numero delle rate in cui è stata inizialmente ripartita la detrazione.
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Nella colonna 7 (n. rata) indicare il numero della rata che il contribuente utilizza per il 2017. Ad esempio, indicare 3 per le spese
sostenute nel 2015, 2 per le spese del 2016 e 1 per le spese del 2017;
Nella colonna 8 (Spesa totale) indicare l’ammontare della spesa sostenuta entro i limiti sottodescritti in relazione alla tipologia
dell’intervento che, ad eccezione delle spese indicate con il codice “7”, dovranno essere indicate:
n per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti (codice “1”):
– 181.818,18 euro per le spese sostenute fino al 5 giugno 2013 (55%);
– 153.846,15 euro per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2017 (65%).
La detrazione massima consentita è di 100.000 euro;
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n per gli interventi sull’involucro degli edifici esistenti (codice “2”) e l’installazione di pannelli solari (codice “3”):
– 109.090,90 euro per le spese sostenute fino al 5 giugno 2013 (55%);
– 92.307,69 euro per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2017 (65%).
calcolare: 1) “Rate utilizzate” = (8 – n. rata di col. 7) x col. 8 2) “Importo rata” = col. 8 – “Rate utilizzate”
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col. 5 10
Le detrazioni di cui al rigo RP71 (codici 1, 2, 3 ) e al rigo RP72 sono alternative e, pertanto, il contribuente ha la facoltà di
scegliere quella a lui più favorevole indicando il codice ovvero compilando il rigo relativo. Tuttavia, nei casi in cui il con-
tribuente si trovi in situazioni diverse nel corso dell’anno può beneficiare di più detrazioni. Qualora debbano essere indi-
cate diverse tipologie di detrazioni contraddistinte da codici diversi, va compilato un quadro aggiuntivo per ogni codice
ricordando di numerare progressivamente la casella “Mod. N.” posta in alto a destra del Modello. In tale caso la somma
dei giorni indicati nelle colonne 2 del rigo RP71 e nella colonna 1 del rigo RP72 non può essere superiore a 365.
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“2” Detrazione per gli inquilini di alloggi adibiti ad abitazione principale locati con contratti in regime convenzionale. Questo
codice deve essere indicato dai contribuenti, con reddito complessivo non superiore a 30.987,41 euro, intestatari di contratti di
locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale a condizione che gli stessi siano stati stipulati o rinnovati secondo quanto
disposto dall’art. 2, comma 3, e dall’art. 4, commi 2 e 3 della legge n. 431 del 1998 (cosiddetti “contratti convenzionali”). In nessun caso
la detrazione spetta per i contratti di locazione intervenuti tra enti pubblici e contraenti privati. La detrazione deve essere calcolata in
base al periodo dell’anno in cui l’immobile è destinato ad abitazione principale e al numero dei cointestatari del contratto di locazione.
“3” Detrazione per canoni di locazione spettante ai giovani per l’abitazione principale. Questo codice va indicato dai giovani di età
compresa fra i 20 e i 30 anni, con un reddito complessivo non superiore a 15.493,71 euro, che stipulano un contratto di locazione ai
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sensi della legge 9 dicembre 1998, n.431, per l’unità immobiliare da destinare a propria abitazione principale. Il requisito dell’età è
soddisfatto qualora ricorra anche per una parte del periodo d’imposta in cui si intende fruire della detrazione. È necessario che
l’immobile affittato sia diverso dall’abitazione principale dei genitori o di coloro cui sono affidati dagli organi competenti ai sensi di
legge. La detrazione spetta per i primi tre anni dalla stipula del contratto e pertanto se questo è stato stipulato nel 2015 la detrazione
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
Rigo RP72 Lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro
Questo rigo va compilato dai contribuenti, con reddito complessivo non superiore a 30.987,41 euro, che siano lavoratori dipendenti e
abbiano trasferito o trasferiscano la propria residenza nel comune di lavoro o in uno di quelli limitrofi nei tre anni antecedenti quello di
richiesta della detrazione e siano titolari di qualunque tipo di contratto di locazione di unità immobiliari adibite ad abitazione principale
situate nel nuovo comune di residenza a non meno di 100 Km di distanza dal precedente e comunque al di fuori della propria regione.
La detrazione può essere fruita nei primi tre anni dal trasferimento della residenza. Ad esempio se il trasferimento della residenza è
avvenuto nel 2016, potrà beneficiare della detrazione per gli anni d’imposta 2016, 2017 e 2018.
La detrazione spetta esclusivamente ai lavoratori dipendenti anche se la variazione di residenza è la conseguenza di un contratto di
lavoro appena stipulato. Sono esclusi i percettori di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.
Qualora, nel corso del periodo di spettanza della detrazione, il contribuente cessa di essere lavoratore dipendente, perde il diritto alla
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ReddITI PeRsone FIsIche
detrazione a partire dal periodo d’imposta successivo a quello nel quale non sussiste più tale qualifica.
Colonna 1 (n. giorni): indicare il numero dei giorni nei quali l’unità immobiliare locata è stata adibita ad abitazione principale
Colonna 2 (percentuale): indicare 100 se il contratto è stipulato da un unico soggetto o la diversa percentuale di spettanza, nel caso in
cui il contratto sia intestato a più soggetti. Si precisa che in questo caso la percentuale deve essere determinata con riferimento ai soli
cointestatari del contratto in possesso della qualifica di lavoratore dipendente.
L’importo della detrazione spettante, da indicare nel rigo RN12, colonna 1, viene determinato in base al reddito complessivo, rapportato
al numero dei giorni di locazione indicati in colonna 1 ed alla percentuale indicata in colonna 2 del rigo RP72.
Rigo RP73 Detrazione per l’affitto di terreni agricoli ai giovani: indicare le spese sostenute dai coltivatori diretti e dagli imprenditori
agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola di età inferiore ai 35 anni, per il pagamento dei canoni d’affitto dei terreni agricoli
(diversi da quelli di proprietà dei genitori). La detrazione del 19% delle spese sostenute per il pagamento dei canoni spetta entro il limite
di 80 euro per ciascun ettaro preso in affitto e fino ad un massimo di 1.200 euro annui (importo massimo del canone annuo da indicare
nel rigo RP73: 6.318,00 euro). Il contratto di affitto deve essere redatto in forma scritta.
L’ammontare della detrazione va determinato nel rigo RN12 e se questo risulta superiore all’imposta lorda, diminuita delle detrazioni per
carichi di famiglia e delle altre detrazioni relative a particolari tipologie di reddito, è riconosciuto un credito pari alla quota della detrazione
che non ha trovato capienza nell’imposta.
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Stato destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio, di cui alla comunicazione 2014/C 19/04 della Commissione,
del 22 gennaio 2014 (art. 4, comma 9, del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2015,
n. 33). L’efficacia della disposizione di cui al comma 9 è subordinata, ai sensi dell’art. 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, all’autorizzazione della Commissione europea (art. 4, comma 12-ter, del decreto-legge n. 3 del 2015).
L’eventuale cessione, anche parziale, dell’investimento prima del termine comporta la decadenza dal beneficio e l’obbligo per il
contribuente di restituire l’importo detratto, unitamente agli interessi legali.
L’ammontare non detraibile, in tutto o in parte, nel periodo d’imposta di riferimento può essere portato in detrazione dall’Irpef nei periodi
d’imposta successivi, ma non oltre il terzo.
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Nel rigo devono essere riportati i seguenti dati:
n colonne 1 (Codice fiscale) e 2 (Tipologia investimento):
– in caso di investimento diretto, indicare il codice fiscale della start-up nella quale è stato effettuato il conferimento. In questo caso
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ReddITI PeRsone FIsIche
direttamente l’ammontare dell’importo detraibile ricevuto per trasparenza.
n colonna 6: indicare il totale della detrazione spettante. Se è stato compilato un solo rigo, detto importo sarà pari a quello indicato in
colonna 5 ; se sono stati effettuati più investimenti, occorre compilare un rigo per ciascuno di essi, utilizzando più moduli. In tal caso
riportare solo nella colonna 6 del primo modulo la somma degli importi indicati nelle colonne 5 di tutti i moduli compilati e indicare il
numero modulo nell’apposito spazio in alto a destra.
L’importo indicato in questa colonna va riportato nel rigo RN21, colonna 1.
Nel caso in cui si sia verificata la decadenza dal beneficio per il verificarsi di una delle condizioni indicate nell’articolo 6 del 25 febbraio
2016 che ha sostituito il precedente del predetto decreto 30 gennaio 2014, il contribuente è tenuto a compilare il rigo RP80 e a restituire
l’importo detratto, unitamente ai relativi interessi legali.
In tale ipotesi va compilato il rigo RP80 indicando i seguenti dati:
n colonna 7, gli interessi legali sull’imposta non versata per effetto dell’utilizzo della detrazione, maturati dalla data in cui l’imposta
medesima avrebbe dovuto essere pagata;
n colonna 8, la detrazione effettivamente fruita nei periodi d’imposta precedenti, non più spettante, comprensiva degli interessi di
colonna 1; l’importo della presente colonna 2 va ad aumentare l’imposta lorda di tale periodo;
n colonna 9, l’eccedenza di detrazione non ancora fruita, non più spettante. Tale importo va sottratto dai rispettivi residui di detrazione
risultanti dagli anni precedenti, da indicare nelle colonne 1 dei righi RN18, RN19 e RN20 del presente modello.
Rigo RP82 Detrazione per le spese di mantenimento dei cani guida
Barrare la casella per fruire della detrazione forfetaria di euro 516,46. La detrazione spetta esclusivamente al soggetto non vedente (e
non anche alle persone delle quali risulti fiscalmente a carico) a prescindere dalla documentazione della spesa effettivamente sostenuta.
La detrazione deve essere indicata nel rigo RN17.
Rigo RP83 Altre detrazioni
Nella colonna 1 indicare il codice e nella colonna 2 il relativo importo.
Codice “1” Detrazione per le borse di studio assegnate dalle Regioni o dalle Province autonome di Trento e Bolzano.
Possono fruire di questo beneficio, previsto a sostegno delle famiglie per le spese di istruzione, i soggetti che al momento della richiesta
hanno inteso avvalersi della detrazione fiscale, secondo quanto previsto dal D.P.C.M. n. 106 del 14 febbraio 2001, pubblicato in G.U. n.
84 del 10 aprile 2001. Riportare l’importo della detrazione, indicato in colonna 2, nel rigo RN17;
Codice “2” Detrazione per le donazioni all’ente ospedaliero “Ospedali Galliera di Genova”
La detrazione spetta per le donazioni effettuate all’ente ospedaliero “Ospedali Galliera di Genova” finalizzate all’attività del Registro
nazionale dei donatori di midollo osseo.
Si precisa che per le donazioni effettuate all’ente ospedaliero “Ospedali Galliera di Genova” la detrazione compete nei limiti del 30 per
cento dell’imposta lorda. Pertanto, nella colonna 2 deve essere indicato l’intero ammontare della donazione effettuata, mentre nel rigo
RN17 deve essere indicato l’ammontare della donazione entro i limiti del 30 per cento dell’imposta lorda dovuta.
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Colonna 2 (Imposta su redditi diversi): indicare l’ammontare dell’imposta sostitutiva dovuta con aliquota pari al 21 per cento
dell’importo indicato nella colonna 4 del rigo RL10 (Fascicolo 2) per tutti i moduli nel caso in cui sia barrata la casella 3 “cedolare secca”
del medesimo rigo.
Colonna 3 (Totale imposta complessiva): indicare la somma degli importi esposti nelle colonne 1 e 2 del presente rigo.
Colonna 4 (Ritenute da CU per locazioni brevi): indicare l’importo delle ritenute riportato nel quadro Certificazione Redditi – Locazioni
brevi della Certificazione Unica 2018 al punto 15 e relative ai corrispondenti redditi di locazione indicati nel quadro RB e RL per il quale
non è barrata la relativa casella “2018” del punto 4. Se in possesso di più quadri della Certificazione Redditi – Locazioni brevi della
Certificazione Unica 2018 o se sono compilati più righi dello stesso quadro (punti 15, 115, 215, 315 e 415 per i quali non è barrata la
relativa casella “2018”) indicare la somma delle ritenute.
2018
Colonna 5 ( Differenza): indicare la differenza degli importi esposti nelle colonne 3 e 4 del presente rigo.
Se la differenza LC1 colonna 3 – LC1 colonna 4 è negativo, il risultato in valore assoluto deve essere riportato nel rigo RN33 colonna 4.
Colonna 6 (Eccedenza dichiarazione precedente): riportare l’eventuale credito di cedolare secca che risulta dalla dichiarazione
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
relativa ai redditi 2016, indicato nella colonna 5 del rigo RX4 del Mod. Redditi PF 2017. Se nel 2017 avete fruito dell’assistenza fiscale
ed il sostituto d’imposta non ha rimborsato in tutto o in parte il credito risultante dal Modello 730-3 indicare in questo rigo il credito non
rimborsato risultante al punto 94 della Certificazione unica 2018. Se lo scorso anno è stato presentato il modello 730/2017 ed è stato
chiesto di utilizzare il credito che risulta dalla dichiarazione per il pagamento dell’IMU con il Mod. F24, ma tale credito non è stato
utilizzato del tutto o in parte, bisogna riportare in questa colonna anche l’eventuale importo del credito di cedolare secca indicato nel rigo
194 del prospetto di liquidazione Mod. 730-3 2017 (214 per il coniuge).
Colonna 7 (Eccedenza compensata modello F24): indicare l’importo dell’eccedenza di cedolare secca eventualmente compensata
utilizzando il modello F24.
Colonna 8 (Acconti versati): indicare l’ammontare degli acconti della cedolare secca versati per l’anno 2017. Riportare in questa colonna:
n l’importo indicato nel modello di pagamento F24 con i codici tributo 1840 e 1841 e l’anno 2017;
n l’importo indicato nei punti 126 e 127 (326 e 327 per il coniuge) della Certificazione unica 2018 (acconto trattenuto con il modello
730/2017).
In questa colonna va compreso anche l’importo indicato nella colonna 9.
Casi particolari
n Se nell’anno 2017 è stato presentato un modello 730/2017 senza sostituto: riportare l’importo indicato nel rigo 143 del modello 730-
3/2017 aumentato dell’importo eventualmente versato con il modello F24 con il codice tributo 1840 e l’anno 2017.
æ
Se risulta compilato il rigo 120 del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017, l’eventuale versamento effettuato con il mod. F24 va
ReddITI PeRsone FIsIche
imputato tra i due coniugi in misura proporzionale agli importi indicati nei righi 100 e 120 del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017.
n Se il rimborso risultante dal modello 730/2017 con sostituto è stato erogato dall’Agenzia delle entrate riportare l’importo indicato nel
rigo 100 (120 per il coniuge) del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017.
Colonna 9 (Acconti sospesi): indicare l’importo degli acconti dovuti ma non ancora versati alla data di presentazione della dichiarazione
in quanto si è goduto della sospensione dei termini sulla base di specifici provvedimenti emanati per eventi eccezionali. L’importo di
questi acconti sarà versato dal contribuente con le modalità e nei termini che saranno previsti da un apposito decreto per la ripresa delle
riscossioni delle somme sospese.
Colonna 10 (Cedolare secca trattenuta dal sostituto): riportare l’importo trattenuto dal sostituto d’imposta, indicato nella colonna 7 del
rigo 99 del modello 730-3/2018. Nel caso in cui il modello 730/2018 sia stato presentato in forma congiunta e la dichiarazione integrativa
è presentata dal coniuge dichiarante, in questa colonna deve essere riportato quanto indicato nella colonna 7 del rigo 119 del modello
730-3/2018.
Colonna 11 (Cedolare secca rimborsata dal sostituto o da REDDITI 2018): riportare l’importo rimborsato dal sostituto d’imposta,
indicato nella colonna 5 del rigo 99 del modello 730-3/2018. Nel caso in cui il modello 730/2018 sia stato presentato in forma congiunta
e la dichiarazione integrativa è presentata dal coniuge dichiarante, in questa colonna deve essere riportato quanto indicato nella colonna
5 del rigo 119 del mod. 730-3/2018. Nel caso di integrazione di un precedente REDDITI 2018 indicare l’importo del credito già esposto
nella colonna 4 del rigo RX4 del precedente modello REDDITI PF 2018, nel caso in cui il rimborso sia stato erogato. In quest’ultimo caso
non vanno compilate le colonne 10 e 12. Nel caso di rimborso parziale indicare l’ammontare rimborsato.
Colonna 12 (Credito compensato con il mod. F24): la presente colonna deve essere compilata solo se nel quadro I del mod.
730/2018 avete chiesto di utilizzare il credito originato dalla liquidazione della dichiarazione 730 per il pagamento dell’IMU e di altre
imposte e se nel mod. 730-3/2018 (prospetto di liquidazione), risulta compilata la colonna 4 del rigo 99 (ovvero col. 4 del rigo 119 per il
coniuge). In tal caso riportare l’ammontare del credito utilizzato in compensazione con il mod. F24, entro la data di presentazione della
presente dichiarazione, per il pagamento dell’IMU e di altre imposte.
Per determinare l’imposta sostitutiva a debito o a credito effettuare la seguente operazione:
Se il risultato di tale operazione è positivo (debito) riportare l’importo così ottenuto nella colonna 13.
(Imposta a debito). Tale importo deve essere versato con le stesse modalità ed entro gli stessi termini previsti per l’Irpef (vedi paragrafo
6 Parte I, Modalità e termini di versamento). Tale importo va riportato nella colonna 1 del rigo RX4. Se il risultato di tale operazione è
negativo (credito) riportare l’importo così ottenuto nella colonna 14 (Imposta a credito). Detto importo a credito va riportato anche nella
colonna 2 del rigo RX4.
82
Atteso che tutti gli importi indicati in dichiarazione sono espressi in unità di euro, l’acconto risulta dovuto qualora l’importo del rigo LC1,
col. 5, risulti pari o superiore ad euro 52.
L’acconto così determinato deve essere versato:
n in unica soluzione entro il 30 novembre 2018 se l’importo dovuto è inferiore ad euro 257,52;
n in due rate, se l’importo dovuto è pari o superiore ad euro 257,52, di cui: – la prima, nella misura del 40 per cento, entro il 2 luglio
2018 ovvero il 20 agosto 2018 con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo; – la seconda, nella restante misura
del 60 per cento, entro il 30 novembre 2018.
2018
Si ricorda che i termini di versamento che scadono di sabato o in un giorno festivo sono prorogati al primo giorno feriale
successivo.
Se il contribuente prevede una minore imposta da dichiarare nella successiva dichiarazione, può determinare gli acconti da versare sulla
base di tale minore imposta. In tal caso gli importi da indicare nel rigo LC2 devono essere comunque quelli determinati utilizzando le
Per determinare l’imposta dovuta si tiene conto altresì delle detrazioni e dei crediti d’imposta previsti.
Al fine di calcolare l’eventuale imposta a debito o a credito è necessario considerare anche gli acconti già versati e le ritenute d’acconto.
Perdite d’impresa
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
Se sono stati compilati i quadri ‘RF’ o ‘RG’ e/o ‘RH’ e/o ‘RE’ e/o ‘RD’ si ricorda che:
n le perdite derivanti dall’esercizio di impresa in contabilità semplificata e dall’esercizio di arti e professioni, nonché dalla partecipazione
in società in nome collettivo e in accomandita semplice in contabilità semplificata, e in associazioni tra artisti e professionisti vanno
sottratte dall’importo degli altri redditi da riportare nel rigo RN1 col. 5;
n le perdite derivanti dall’esercizio di impresa in contabilità ordinaria e quelle derivanti dalla partecipazione in società in nome collettivo
e in accomandita semplice in contabilità ordinaria, possono essere portate in diminuzione dai relativi redditi conseguiti nel periodo
d’imposta e per la differenza nei successivi, ma non oltre il quinto, per l’intero importo che trova capienza in essi;
n le perdite che derivano dall’esercizio di imprese in contabilità ordinaria e quelle che derivano dalla partecipazione in società in
nome collettivo e in accomandita semplice in contabilità ordinaria, formatesi nei primi tre periodi d’imposta dalla data di
costituzione, possono essere portate in diminuzione dai relativi redditi conseguiti nel periodo d’imposta e per la differenza nei
successivi, per l’intero importo che trova capienza in essi, senza alcun limite di tempo a condizione che si riferiscano ad una
nuova attività produttiva.
Per calcolare gli importi totali dei redditi e delle ritenute da inserire in questo quadro, potete utilizzare il seguente schema riepilogativo
trascrivendovi i dati richiesti, ricavandoli dai quadri compilati. Nel prospetto sono presenti anche le indicazioni per la determinazione del
reddito minimo da partecipazione in società non operative (rigo RN1 col. 4) e dell’eventuale residuo di perdite compensabili con credito per
fondi comuni (rigo RN1 col. 3).
I soggetti che fruiscono, ai fini delle imposte sui redditi, dell’agevolazione per le Zone Franche Urbane devono compi-
lare il quadro RN tenendo conto anche delle istruzioni riportate nell’apposito prospetto del quadro RS.
83
Colonna 3 (Perdite compensabili con credito per fondi comuni e credito indiretto di cui all’art. 3 del d.lg. n. 147/2015): questa
colonna è riservata ai contribuenti che in presenza di un reddito minimo (colonna 4 compilata), derivante dai quadri RE, RG e RH, hanno
determinato un ammontare di perdite non utilizzate in diminuzione del reddito complessivo. Se utilizzate lo schema riepilogativo tale
importo risulta dal punto 35 e deve essere riportato in questa colonna nei limiti dell’ammontare dei crediti d’imposta indicati nella colonna
2 del presente rigo. Pertanto, questa colonna non deve essere compilata se non è stata compilata la colonna 2 di questo rigo.
Colonna 4 (Reddito minimo da partecipazione in società non operative): questa colonna è riservata ai contribuenti ai quali sono
stati attribuiti redditi d’impresa derivanti dalla partecipazione in società “non operative”. In questa ipotesi nella determinazione del reddito
complessivo si dovrà tenere conto del reddito minimo riferito alle suddette società. Il reddito complessivo non potrà mai essere inferiore
2018
al reddito minimo, anche in presenza di perdite derivanti dall’esercizio di impresa in contabilità semplificata e dall’esercizio di arti e
professioni, nonché dalla partecipazione in società in nome collettivo e in accomandita semplice in contabilità semplificata, e in
associazioni tra artisti e professionisti (vedi circolare n. 25/E del 2007). Pertanto in questa colonna indicare la somma dei redditi minimi
risultanti dai righi RF58 col. 3, RG26 col. 3 e RH7 col.1. Se utilizzate lo schema riepilogativo riportate l’importo indicato nel punto 32 dello
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
schema stesso.
RE 25 RE 25
7 Lavoro autonomo - Quadri RE ,00 ,00 RE26 ,00
se positivo se negativo
8 Impresa in contabilità ordinaria - Quadro RF RF101 ,00 RF102 col. 6 ,00
æ
RG36
,00
ReddITI PeRsone FIsIche
RG36 se negativo
9 Impresa in contabilità semplificata - Quadro RG ,00 RG37 col. 6 ,00
se positivo
RG28 col. 1 ,00
RS33 + RS40
10 Imprese consorziate - Quadro RS ,00
– LM41
RH14 col.2
RH14 col. 2 RH17 ,00
RH17 se negativi
11 Partecipazione - Quadro RH ,00 RH19 ,00
RH18 col. 1
se positivi RH14 col. 1 ,00
TOTALE RITENUTE
30 TOTALE REDDITI ,00 TOTALE PERDITE ,00 Riportare nel rigo ,00
RN33 col.4
REDDITO COMPLESSIVO
Se non compilato il punto 32, riportare il punto 31 – RS37 col. 16.
33 Se compilato il punto 32, riportare il maggiore tra i punti 31 e 32 diminuito ,00
del rigo RS37 col. 16.
Riportare nel rigo RN1 col. 5.
84
Colonna 5 (Reddito complessivo) indicare il reddito complessivo dato dalla somma dei singoli redditi indicati nei vari quadri. Se il totale
delle perdite che provengono da lavoro autonomo o da impresa in contabilità semplificata è superiore al totale dei redditi, indicate la
differenza preceduta dal segno meno. Se risulta compilata la colonna 4 di questo rigo indicare il maggiore tra il reddito complessivo
come sopra determinato e il reddito minimo. Tale importo va diminuito di quanto indicato nel rigo RS37, colonna 16.
Se utilizzate lo schema riepilogativo riportate l’importo indicato nel punto 33 dello schema stesso.
Se nella colonna 1 di uno o più righi da RC1 a RC3 del quadro RC avete indicato il codice ‘3’ (perché avete percepito compensi per lavori
socialmente utili e avete raggiunto l’età prevista dalle vigenti disposizioni di legge per la pensione di vecchiaia), e avete compilato la
colonna 1 del rigo RC6, consultate le istruzioni contenute in Appendice alla voce ”Lavori socialmente utili agevolati”.
2018
Rigo RN2 Deduzione per l’abitazione principale
Riportare nel presente rigo l’importo indicato nel rigo RB10, colonna 18.
Per l’abitazione principale è prevista una deduzione dal reddito complessivo di un importo fino all’ammontare della rendita catastale
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
CALCOLO DELL’IRPEF
REDDITO ALIQUOTA IMPOSTA DOVUTA SUI REDDITI INTERMEDI
(per scaglioni) (per scaglioni) COMPRESI NEGLI SCAGLIONI
fino a euro 15.000,00 23 23% sull’intero importo
oltre euro 15.000,00 e fino a euro 28.000,00 27 3.450,00 + 27% parte eccedente 15.000,00
oltre euro 28.000,00 e fino a euro 55.000,00 38 6.960,00 + 38% parte eccedente 28.000,00
oltre euro 55.000,00 e fino a euro 75.000,00 41 17.220,00 + 41% parte eccedente 55.000,00
oltre euro 75.000,00 43 25.420,00 + 43% parte eccedente 75.000,00
85
Si precisa che i redditi di pensione devono essere goduti per l’intero anno e pertanto il numero di giorni di pensione riportato nel rigo RC6
col. 2 deve essere pari a 365. Se invece, non avete goduto per l’intero anno di tali redditi di pensione e pertanto il numero di giorni di
pensione riportato nel rigo RC6 col. 2 è inferiore a 365, per verificare se l’imposta lorda è pari a zero dovete commisurare il reddito di
pensione percepito all’intero anno operando come di seguito descritto:
Totale Reddito di pensione = -somma degli importi indicati nella colonna 3 dei righi da RC1 a RC3 per i quali la relativa casella di colonna
1 è impostata con il codice “1” o codice “6,” o con il codice “7”o con il codice “8” diminuito della quota esente per redditi di pensione
indicata nella colonna 3 del rigo RC5
2018
Non è dovuta imposta se l’importo del Reddito Pensione Annuale (come sopra determinato) non è superiore a euro 7.500,00
Contribuenti con solo redditi di terreni e fabbricati non superiori ad euro 500
Se alla formazione del reddito complessivo concorrono soltanto redditi di terreni (RA23 col. 11 + RA23 col. 12) e fabbricati (RB10 col. 13
+ RB10 col. 14 + RB10 col. 15 + RB10, col. 18) di importo complessivo non superiore a 500,00 euro e non avete compilato la colonna 2
del rigo RN1, l’imposta non è dovuta e pertanto il rigo RN5 non deve essere compilato.
Colonna 1 (Detrazione per coniuge a carico) Per il coniuge a carico è prevista una detrazione fino ad euro 800 decrescente
all’aumentare del reddito, che si azzera se il reddito supera euro 80.000. Tale detrazione si determina secondo tre diverse modalità di
æ
calcolo corrispondenti a tre distinte fasce di reddito. La detrazione deve essere rapportata al numero di mesi per i quali il coniuge è
ReddITI PeRsone FIsIche
risultato a carico.
Determinare l’importo della detrazione spettante attenendosi alle istruzioni che seguono:
Calcolare: Reddito per detrazioni = rigo RN1 col. 1 – RN2 + rigo RS37 col. 14 (considerare zero se negativo)
B) Reddito per detrazioni superiore ad euro 15.000 ma inferiore o uguale ad euro 40.000
La detrazione spetta nella misura fissa di euro 690 da rapportare al numero di mesi a carico ed aumentata eventualmente degli
incrementi previsti per alcune fasce di reddito così come indicato nella tabella di seguito riportata. Si precisa che l’importo della
maggiorazione spetta per intero non dovendo essere rapportato al numero di mesi a carico.
Individuare l’eventuale Maggiorazione in relazione alle diverse fasce di “Reddito per detrazioni”:
C) Reddito per detrazioni superiore ad euro 40.000 ma inferiore o uguale ad euro 80.000
86
Colonna 2 (Detrazione per figli a carico)- Per ciascun figlio a carico è prevista una detrazione teorica pari a:
n 950 euro per ciascun figlio di età superiore o uguale a tre anni;
n 1.220 euro per ciascun figlio di età inferiore a tre anni (colonna 6 “minore di tre anni” del prospetto dei familiari a carico compilata).
2018
carico) ed alla percentuale di spettanza (casella “percentuale” presente nel prospetto dei familiari a carico) che può essere
esclusivamente pari a 100, 50 o zero. Si ricorda, come chiarito nelle istruzioni per la compilazione del prospetto dei familiari a carico, che
la detrazione deve essere ripartita nella misura del 50% tra i coniugi. Tuttavia, i coniugi possono decidere di comune accordo di attribuire
l’intera detrazione al genitore con il reddito complessivo più alto.
Contribuente con un numero di figli inferiore o uguale a tre Importo Detrazione Teorica
(da rapportare al numero di mesi ed alla percentuale)
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
Contribuente con un numero di figli superiore a tre Importo Detrazione Teorica
(da rapportare al numero di mesi ed alla percentuale)
1.420
Figlio di età inferiore a 3 anni (1.220 + 200)
1.150
Figlio di età superiore o uguale a 3 anni (950 + 200)
1.820
Figlio di età inferiore a 3 anni portatore di handicap (1.220 + 400 + 200)
1.550
Figlio di età superiore o uguale a 3 anni portatore di handicap (950 + 400 + 200)
Tali detrazioni sono solo teoriche in quanto l’importo della detrazione effettivamente spettante è in funzione del Reddito per detrazioni del
contribuente e del numero di figli a carico.
Per determinare l’ammontare della detrazione effettivamente spettante calcolare:
1) Reddito per detrazioni = rigo RN1 col. 1 – rigo RN2 + rigo RS37 col. 14 (considerare zero se negativo)
87
Colonna 3 (Ulteriore detrazione per figli a carico) Per i contribuenti con un numero di figli superiore a tre, per i quali si applicano le
detrazioni per figli a carico spetta un’ulteriore detrazione di euro 1.200.
Pertanto, se nel prospetto dei familiari a carico avete indicato un numero di figli superiore a tre ed avete potuto usufruire della detrazione
per figli a carico di cui al rigo RN6, colonna 2, riportate in questo rigo l’ammontare dell’ulteriore detrazione di euro 1.200,00 rapportata
alla percentuale indicata nel rigo 7 del citato prospetto. Si ricorda che la detrazione per figli a carico diminuisce all’aumentare del reddito
fino ad annullarsi. Pertanto se avete quattro figli a carico ma il vostro Reddito per detrazioni è pari o superiore ad euro 140.000,00,
essendo pari a zero la detrazione spettante per figli a carico, non potete usufruire dell’ulteriore detrazione.
Qualora l’ulteriore detrazione sia di ammontare superiore all’imposta lorda, diminuita di tutte le detrazioni, è riconosciuto un credito pari
2018
alla quota di detrazione che non ha trovato capienza nella predetta imposta. Tale credito va indicato nella colonna 1 del rigo RN31 alle
cui istruzioni si rimanda per la relativa determinazione.
Colonna 4 (Detrazione per altri familiari a carico) Per ogni altro familiare a carico (casella “A” barrata nel prospetto dei familiari a
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
carico) è prevista una Detrazione teorica pari ad euro 750 da rapportare al numero di mesi a carico (casella “mesi a carico” compilata
nel prospetto dei familiari a carico) ed alla percentuale di spettanza (casella “percentuale” compilata nel prospetto dei familiari a
carico); tale detrazione è solo teorica in quanto l’importo di quella effettivamente spettante è in funzione del Reddito per detrazioni del
contribuente.
Per determinare l’ammontare della detrazione effettivamente spettante calcolare:
1) Reddito per detrazioni = rigo RN1 col. 1 – rigo RN2 + rigo RS37 col. 14 (considerare zero se negativo)
Rigo RN7 Detrazione per redditi di lavoro dipendente, di pensione ed altri redditi
ReddITI PeRsone FIsIche
In questi righi indicare le detrazioni previste per i redditi di lavoro dipendente, di pensione, di lavoro autonomo, di impresa in contabilità
semplificata ed alcuni redditi diversi. Per determinare la detrazione spettante si tiene conto della tipologia di reddito, dell’ammontare del
reddito complessivo, al netto della deduzione per l’abitazione principale e le relative pertinenze, e, per alcuni redditi, dei giorni di lavoro
o di pensione. Al reddito complessivo va aggiunto anche il reddito dei fabbricati concessi in locazione e i redditi diversi derivanti dalla
locazione breve di immobili assoggettati a cedolare secca. Il reddito di riferimento per il calcolo delle detrazioni è quello indicato nella
colonna 1 del rigo RN1. Se è stato compilato il rigo RS37 relativo all’agevolazione ACE, al reddito di riferimento va aggiunto l’importo
indicato nella colonna col. 14 del rigo RS37. La detrazione effettivamente spettante diminuisce al crescere del reddito fino ad annullarsi
del tutto, se il reddito complessivo supera euro 55.000.
Se nello stesso anno sono state percepite diverse tipologie di redditi le relative detrazioni non sono cumulabili tra loro.
La non cumulabilità della detrazione di lavoro dipendente e di quella di pensione è riferita al periodo dell’anno nel quale il contribuente
ha percepito sia redditi di lavoro dipendente che di pensione. Invece, se i redditi di lavoro dipendente e di pensione si riferiscono a
periodi diversi dell’anno, spettano entrambe le relative detrazioni ciascuna delle quali rapportata al periodo di lavoro o di pensione con-
siderato.
Colonna 1 (Detrazione per redditi di lavoro dipendente) Compilare questa colonna se sono stati percepiti redditi di lavoro dipendente
o redditi a questi assimilati indicati nei righi da RC1 a RC3 per i quali è stato indicato nella colonna 1 il codice 2 (lavoro dipendente), il
codice 3 (lavori socialmente utili) o il codice 4 (frontalieri) ed è stata compilata la colonna 1 del rigo RC6 (giorni di lavoro dipendente). Si
precisa che:
n se nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3 è stato indicato solo il codice 3 la detrazione spetta solo se i redditi per lavori socialmente
utili concorrono alla formazione del reddito complessivo. A tal fine consultare in Appendice la voce “Lavori socialmente utili agevolati”;
n se nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3 è stato indicato solo il codice 4 la detrazione spetta solo se l’ammontare dei redditi percepiti
in zone di frontiera è superiore alla quota esente di euro 7.500;
n se nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3 è stato indicato solo il codice 5 la detrazione spetta solo se l’ammontare dei redditi percepiti
da contribuenti residenti a Campione d’Italia è superiore a euro 6.700 (quota esente);
n se nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3 sono presenti sia il codice 4 che il codice 5 e non risultano presenti altri codici, la detrazione
spetta solo se almeno uno dei due redditi agevolati è superiore alla rispettiva quota di esenzione.
Determinare l’importo della detrazione spettante attenendosi alle istruzioni che seguono.
Calcolare: Reddito per detrazioni = Rigo RN1 col. 1 – rigo RN2 + rigo RS37 col. 14 (considerare zero se negativo)
La detrazione si determina secondo diverse modalità di calcolo corrispondenti a distinte fasce di reddito.
88
Se la detrazione così determinata è inferiore ad euro 690 e il reddito di lavoro dipendente deriva da un rapporto a tempo indeterminato
(codice 1 nella col. 2 dei righi da RC1 a RC3) la detrazione spettante è pari ad euro 690.
Se la detrazione così determinata è inferiore ad euro 1.380 e il reddito di lavoro dipendente deriva da un rapporto a tempo determinato
(codice 2 nella col. 2 dei righi da RC1 a RC3) la detrazione spettante è pari ad euro 1.380.
Se avete percepito sia redditi di lavoro dipendente derivanti da un rapporto a tempo indeterminato che redditi di lavoro dipendente
derivanti da un rapporto a tempo determinato, potete usufruire della detrazione più favorevole pari ad euro 1.380.
Riportare nel rigo RN7, colonna 1, l’importo della detrazione come sopra determinata.
2018
Per determinare l’ammontare della detrazione effettivamente spettante calcolare:
2) Detrazione spettante = [ 978 + (902 x Quoziente) ] x N. Giorni Lav. Dip (rigo RC6 col. 1)
365
Riportare nel rigo RN7, colonna 1, l’importo della detrazione come sopra determinata.
2) Detrazione spettante = [ 978 x Quoziente x N. Giorni Lav. Dip (rigo RC6 col. 1) ]
365
Riportare nel rigo RN7, colonna 1, l’importo della detrazione come sopra determinata.
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
D) Reddito per detrazioni superiore ad euro 55.000
La detrazione per lavoro dipendente e assimilati è pari a zero.
Colonna 2 (Detrazione per redditi di pensione) Compilare questa colonna se sono stati percepiti redditi di pensione indicati nei righi da RC1
a RC3 per i quali è stato indicato nella colonna 1 il codice 1 o il codice 6 ed è stata compilata la colonna 2 del rigo RC6 (giorni di pensione).
Se nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3 è stato indicato solo il codice 6 la detrazione spetta solo se l’ammontare delle pensioni
percepite da contribuenti residenti a Campione d’Italia è superiore a euro 6.700 (quota esente).
Se nella colonna 1 dei righi da C1 a C3 è stato indicato solo il codice 7 la detrazione spetta solo se l’ammontare delle pensioni in favore
dei superstiti corrisposte agli orfani è superiore a euro 1.000 (quota esente).
Se nella colonna 1 dei righi da C1 a C3 è stato indicato solo il codice 8 la detrazione spetta solo se l’ammontare delle pensioni in favore
dei superstiti corrisposte in euro agli orfani residenti a Campione d’Italia è superiore a euro 7.700 (quota esente).
Sono previste medesime detrazioni per redditi di pensione indipendentemente dall’età del contribuente (articolo 1, comma 210, della
legge 232/2016).
Per determinare la detrazione spettante individuare la propria fascia di reddito operando come segue:
Reddito per detrazioni = rigo RN1 col. 1 – rigo RN2 + rigo RS37 col. 14 (considerare zero se negativo)
Riportare nel rigo RN7, colonna 2, l’importo della detrazione così determinato. Se l’importo è inferiore a 713, riportare euro 713.
Se il Quoziente è superiore a zero e minore di uno devono essere utilizzate le prime quattro cifre decimali.
Riportare nel rigo RN7, colonna 2, l’importo della detrazione come sopra determinata.
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C) Reddito per detrazioni superiore ad euro 15.000 e fino ad euro 55.000
Per determinare l’ammontare della detrazione effettivamente spettante calcolare:
Se il Quoziente è superiore a zero e minore di uno devono essere utilizzate le prime quattro cifre decimali.
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Rigo RN7 Colonne 3 e 4 - Detrazione per redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ed altri redditi
Compilare questo rigo se è stato percepito uno o più dei seguenti redditi:
n redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente indicati nella sezione II del quadro RC;
n redditi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente, da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente e
dall’assunzione di obblighi di fare, non fare e permettere (righi RL14, RL15 e RL16);
n redditi di lavoro autonomo di cui al quadro RE, esclusi quelli assoggettati ad imposta sostitutiva e redditi di lavoro autonomo derivanti
dalla partecipazione in società di persone per i quali nel quadro RH è stata barrata la casella di colonna 7 dei righi da RH1 a RH4;
n altri redditi di lavoro autonomo indicati nella sezione III del quadro RL;
n redditi di impresa in contabilità semplificata di cui al quadro RG, esclusi quelli assoggettati ad imposta sostitutiva, e redditi di impresa
in contabilità semplificata derivanti dalla partecipazione in società di persone per i quali nel quadro RH è stata barrata la casella di
colonna 7 dei righi da RH1 a RH4;
n redditi di impresa determinati in misura forfetaria di cui al quadro RD.
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
Se avete percepito somme per assegni periodici del coniuge, per la determinazione della detrazione vedere le istruzioni fornite nel
paragrafo successivo.
Per determinare la detrazione spettante individuare la propria fascia di reddito operando come segue.
Reddito per detrazioni = rigo RN1 col. 1 – rigo RN2 + rigo RS37 col. 14 (considerare zero se negativo)
Riportare nel rigo RN7, colonna 4, l’importo della detrazione come sopra determinata.
C) Reddito per detrazioni superiore ad euro 55.000. La detrazione per altri redditi è pari a zero.
90
2) Detrazione spettante = 1.297 + ( 583 x Quoziente)
Riportare nella colonna 4 del rigo RN7, l’importo della detrazione come sopra determinata e barrare l’apposita casella presente nella
colonna 3.
2018
40.000
Se il Quoziente è superiore a zero e minore di uno devono essere utilizzate le prime quattro cifre decimali.
Riportare nella colonna 4 del rigo RN7, l’importo della detrazione come sopra determinata e barrare l’apposita casella presente nella
colonna 3.
Rigo RN12 Detrazione per canoni di locazione e affitto terreni - Sezione V del quadro RP
Colonna 1 (Totale detrazione) dovete compilare la colonna 1 di questo rigo solo se avete compilato la Sez. V del quadro RP.
Sono previste quattro distinte detrazioni per canoni di locazione per abitazione tra loro non cumulabili, se riferite ad un medesimo
periodo dell’anno.
Dette detrazioni vengono riconosciute entro determinati limiti di reddito complessivo. Al reddito complessivo va aggiunto anche il reddito
æ
dei fabbricati concessi in locazione e i redditi diversi derivanti dalla locazione breve di immobili assoggettati a cedolare secca. Il reddito
Se nella sezione V del quadro RP sono stati compilati più righi RP71 e/o RP72 (ad esempio sono state indicate diverse ti-
pologie di detrazioni ovvero con riferimento ad una medesima detrazione è variata nel corso dell’anno la relativa percen-
tuale di spettanza), la detrazione spettante è pari alla somma delle quote di detrazione calcolate per ogni singolo rigo.
Detrazione per gli inquilini di alloggi adibiti ad abitazione principale ai sensi della legge n. 431/1998 (rigo RP71 codice 1)
Se è stato indicato il codice “1” nella colonna 1 del rigo RP71 calcolare la relativa detrazione in base ai giorni dell’anno in cui l’immobile
è stato adibito ad abitazione principale, alla percentuale di spettanza della detrazione ed al Reddito per detrazioni.
La detrazione è pari:
n a euro 300 se il Reddito per detrazioni non supera euro 15.493,71;
n a euro 150 se il Reddito per detrazioni supera euro 15.493,71 ma non euro 30.987,41.
Se il Reddito per detrazioni è superiore al citato importo di euro 30.987,41 non spetta alcuna detrazione.
La detrazione così determinata deve essere riportata nel rigo RN12, colonna 1.
Detrazione per gli inquilini di alloggi adibiti ad abitazione principale con contratti a regime convenzionale (rigo RP71 codice 2)
Se è stato indicato il codice “2” nella colonna 1 del rigo RP71 calcolare la relativa detrazione in base ai giorni dell’anno in cui l’immobile
è stato adibito ad abitazione principale, alla percentuale di spettanza della detrazione ed al Reddito per detrazioni.
La detrazione è pari:
n a euro 495,80 se il Reddito per detrazioni non supera euro 15.493,71;
n a euro 247,90, se il Reddito per detrazioni supera euro 15.493,71 ma non euro 30.987,41.
Se il Reddito per detrazioni è superiore al citato importo di euro 30.987,41, non spetta alcuna detrazione.
Per esempio, se il Reddito per detrazioni nel 2013 è di euro 20.000,00, il contratto di locazione è cointestato al coniuge e l’immobile è
stato utilizzato come abitazione principale per 180 giorni, la detrazione spettante è pari a:
247,90 x 50 x 180 = euro 61,13 arrotondata a euro 61,00
100 365
La detrazione così determinata deve essere riportata nel rigo RN12, colonna 1.
91
Detrazione per canoni di locazione relativi a contratti di locazione per abitazione principale per i giovani di età compresa tra i
20 ed i 30 anni, con reddito complessivo non superiore ad euro 15.493,71 (Rigo RP71 codice 3)
Se è stato indicato il codice “3” nel rigo RP71, calcolare la relativa detrazione di euro 991,60 in base ai giorni dell’anno in cui l’immobile
è stato adibito ad abitazione principale ed alla percentuale di spettanza della detrazione.
La detrazione così determinata deve essere riportata nel rigo RN12, colonna 1.
Detrazione per canone di locazione spettante ai lavoratori dipendenti che trasferiscono la propria residenza per motivi di
lavoro (Rigo RP72)
2018
Se è stato compilato il rigo RP72, calcolare la relativa detrazione in base ai giorni dell’anno in cui l’immobile è stato adibito ad abitazione
principale, alla percentuale di spettanza della detrazione ed al Reddito per detrazioni.
La detrazione è pari:
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
n a euro 991,60 se il Reddito per detrazioni non supera euro 15.493, 71;
n a euro 495,80, se il Reddito per detrazioni supera euro 15.493,71 ma non euro 30.987,41.
Se il Reddito per detrazioni è superiore al citato importo di euro 30.987,41, non spetta alcuna detrazione.
La detrazione così determinata deve essere riportata nel rigo RN12, colonna 1.
Capienza = RN5 – RN8 – RN18 col.1 – RN19 col. 1 – RN20 col. 1 – RN21 col. 1
ReddITI PeRsone FIsIche
Se avete compilato il rigo RP80, per verificare la capienza di cui alla precedente formula è necessario preliminarmente compilare la
colonna 1 dei righi RN18, RN19, RN20 e RN21 alle cui istruzioni si rimanda.
Se “Capienza” è minore o uguale a zero la detrazione per canoni di locazione non trova capienza nell’imposta lorda e pertanto nella
colonna 2 deve essere riportato l’importo di colonna 1 e la colonna 3 non deve essere compilata.
Se “Capienza” è maggiore di zero è necessario confrontare l’importo di colonna 1 con il valore di “Capienza” precedentemente de-
terminato:
n se “Capienza” è maggiore o uguale a RN12, colonna 1, la detrazione trova per intero capienza nell’imposta lorda e pertanto la colonna
2 non deve essere compilata e nella colonna 3 deve essere riportato l’importo di colonna 1;
n se invece, “Capienza” è minore di RN12, colonna 1:
– nella colonna 2 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che non trova capienza pari a: RN12 col. 1 – Capienza;
– nella colonna 3 l’ammontare della detrazione che trova capienza pari a: RN12, colonna 1 – RN12 col. 2.
Rigo RN13 Detrazione per spese indicate nella Sezione I del Quadro RP (oneri detraibili)
Nella colonna 1 riportare il 19 per cento dell’importo indicato nel rigo RP15, col. 4
Nella colonna 2 riportare il 26 per cento dell’importo indicato nel rigo RP15, col. 5
Rigo RN14 Detrazione per spese indicate nella sezione III A del Quadro RP (ristrutturazioni)
Nella colonna 1 riportare la somma degli importi delle detrazioni del rigo RP49.
Rigo RN15 Detrazione per spese indicate nella sezione III C del Quadro RP (arredo immobili ristrutturati, giovani coppie, IVA per
acquisto abitazione classe energetica A o B)
Indicare il 50 per cento dell’importo indicato nel rigo RP60.
Rigo RN16 Detrazione per spese indicate nella Sezione IV del Quadro RP (risparmio energetico)
Nella colonna 1 riportare la somma degli importi delle detrazioni del rigo RP66.
Rigo RN17 Detrazione per oneri indicati nella Sezione VI del Quadro RP (Altre detrazioni)
Se è stata barrata la casella del rigo RP82 indicare in questo rigo euro 516,46.
92
Se la detrazione spettante indicata nella colonna 1 è di ammontare superiore all’imposta lorda, dopo aver diminuito quest’ultima delle
detrazioni utilizzabili nei limiti della stessa imposta (ad esempio, spese mediche, detrazioni per carichi di famiglia, detrazioni per redditi
di lavoro dipendente ed assimilati, di pensione e/o altri redditi), l’eccedenza non può essere riportata in avanti. Per la determinazione del-
l’ammontare della detrazione che non trova capienza nell’imposta lorda e della parte che invece trova capienza (da indicare nella
colonna 2 del presente rigo) procedere come di seguito descritto.
Calcolare:
2018
Capienza = RN5 – (RN8 – RN6 col. 3) – RN12 col. 3 – RN13 col. 1 – RN13 col. 2 – RN14 – RN15 – RN16 – RN17
Se “Capienza” è minore o uguale a zero la detrazione per start up non trova capienza nell’imposta lorda pertanto la colonna 2 non deve
essere compilata.
æ
Per la determinazione dell’ammontare della detrazione che non trova capienza nell’imposta lorda (da indicare nel rigo RN47, col. 1), e
Capienza = RN5 – (RN8 – RN6 col. 3) – RN12 col. 3 – RN13 col. 1 – RN13 col. 2 – RN14 – RN15 – RN16 – RN17 – RN18 col. 2
Se “Capienza” è minore o uguale a zero la detrazione per start up non trova capienza nell’imposta lorda e pertanto nel rigo RN47, col.
1 deve essere riportato l’importo di colonna 1 e la colonna 2 non deve essere compilata.
Se “Capienza” è maggiore di zero è necessario confrontare l’importo di colonna 1 con il valore di “Capienza” precedentemente determinato:
n se “Capienza” è maggiore o uguale a RN19 col. 1, la detrazione trova per intero capienza nell’imposta lorda e pertanto nella colonna
2 deve essere riportato l’importo di colonna 1;
n se invece, “Capienza” è minore di RN19 col. 1:
– nel rigo RN19 colonna 2 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che trova capienza pari al minor importo tra RN19 col. 1
e “Capienza”;
– nel rigo RN47, colonna 1 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che non trova capienza pari a: RN19 col. 1 – RN19
col. 2.
Capienza = RN5 – (RN8 – RN6 col. 3) – RN12 col. 3 – RN13 col. 1 – RN13 col. 2 – RN14 – RN15 – RN16 – RN17 – RN18 col. 2 –
RN19 col. 2
Se “Capienza” è minore o uguale a zero la detrazione per start up non trova capienza nell’imposta lorda e pertanto nel rigo RN47, col.
2 deve essere riportato l’importo di colonna 1 e la colonna 2 non deve essere compilata.
Se “Capienza” è maggiore di zero è necessario confrontare l’importo di colonna 1 con il valore di “Capienza” precedentemente determinato:
n se “Capienza” è maggiore o uguale a RN20 col. 1, la detrazione trova per intero capienza nell’imposta lorda e pertanto nella colonna
2 deve essere riportato l’importo di colonna 1;
n se invece, “Capienza” è minore di RN20 col. 1:
93
– nel rigo RN20 colonna 2 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che trova capienza pari al minor importo tra RN20 col. 1 e
“Capienza”;
– nel rigo RN47, colonna 2 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che non trova capienza pari a: RN20 col. 1 – RN20 col. 2.
Rigo RN21 Detrazione per investimenti in start up indicati nella Sezione VI del Quadro RP
Nella colonna 1 indicare l’importo risultante dalla colonna 6 del rigo RP80.
Se la detrazione spettante indicata nella colonna 1 è di ammontare superiore all’imposta lorda, dopo aver diminuito quest’ultima delle
detrazioni utilizzabili nei limiti della stessa imposta (ad esempio, spese mediche, detrazioni per carichi di famiglia, detrazioni per redditi
2018
di lavoro dipendente ed assimilati, di pensione e/o altri redditi), l’eccedenza può essere riportata in avanti in detrazione dall’imposta
dovuta nei periodi di imposta successivi, ma non oltre il terzo, fino a concorrenza del suo ammontare.
Per la determinazione dell’ammontare della detrazione che non trova capienza nell’imposta lorda (da indicare nel rigo RN47, col. 3) e
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
della parte che invece trova capienza (da indicare nella colonna 2) procedere come di seguito descritto.
Calcolare:
Capienza = RN5 – (RN8 – RN6 col. 3) – RN12 col. 3 – RN13 col. 1 – RN13 col. 2 – RN14 – RN15 – RN16 – RN17 – RN18 col. 2
– RN19 col. 2 – RN20 col. 2
Se “Capienza” è minore o uguale a zero la detrazione per start up non trova capienza nell’imposta lorda e pertanto nel rigo RN47,
colonna 3 deve essere riportato l’importo di colonna 1 e la colonna 2 non deve essere compilata.
Se “Capienza” è maggiore di zero è necessario confrontare l’importo di colonna 1 con il valore di “Capienza” precedentemente de-
terminato:
n se “Capienza” è maggiore o uguale a RN21 col. 1, la detrazione trova per intero capienza nell’imposta lorda e pertanto nella colonna
2 deve essere riportato l’importo di colonna 1;
n se invece, “Capienza” è minore di RN21 col. 1:
– nel rigo RN21 colonna 2 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che trova capienza pari al minor importo tra RN21 col. 1 e
“Capienza”;
æ
– nel rigo RN47, colonna 3 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che non trova capienza pari a: RN21 col. 1 – RN21 col. 2;
ReddITI PeRsone FIsIche
RN8 + RN12 col. 3 + RN13 col.1 + RN13 col.2 + RN14 + RN15 + RN16 + RN17 + RN18 col.2 + RN19 col.2 + RN20 col.2 + RN21 col.2
Se invece avete compilato la colonna 2 del rigo RP1 e/o il rigo RP2 procedere come di seguito descritto:
Per determinare la quota di tale detrazione che, non trovando capienza nell’imposta lorda, può essere trasferita al familiare che ha
sostenuto le spese, si rinvia alle istruzioni fornite nel rigo RN47. Se è stato compilato anche il rigo RN6, col.3, devono essere seguite le
istruzioni di cui al rigo RN31.
94
Colonna 2 (Credito d’imposta per l’incremento dell’occupazione). Compilare questa colonna se si intende utilizzare in diminuzione
dall’Irpef il credito d’imposta per l’incremento dell’occupazione che non ha trovato capienza nell’imposta risultante dalla precedente
dichiarazione (indicato nella colonna 1 del rigo CR9).
In tale caso, riportare nella presente colonna l’importo indicato nella colonna 1 del rigo CR9 diminuito dell’importo eventualmente
utilizzato in compensazione nel mod. F24 ed esposto nella colonna 2. Per determinare l’eventuale quota del credito che non trova
capienza nell’imposta lorda, si rinvia alle istruzioni fornite al rigo RN47.
Colonna 3 (Credito d’imposta reintegro anticipazioni fondi pensione). Compilare questa colonna se si intende utilizzare in
2018
diminuzione dall’Irpef il credito d’imposta per il reintegro delle anticipazioni sui fondi pensione indicato nella colonna 5 del rigo CR12
e il credito d’imposta che non ha trovato capienza nell’imposta risultante dalla precedente dichiarazione (indicato nella colonna 4 del
rigo CR12), diminuiti dell’importo eventualmente utilizzato in compensazione nel mod. F24 ed esposto nella colonna 6. Nel caso in
cui siano stati compilati più righi CR12, riportare in questa colonna la somma degli importi indicati nella colonna 5 di tutti i moduli
Colonna 4 (Credito d’imposta mediazioni per la conciliazione di controversie civili e commerciali). Compilare questa colonna se
si intende utilizzare in diminuzione dall’Irpef il credito d’imposta relativo alla mediazione per la conciliazione di controversie civili e
commerciali indicato nella col. 1 del rigo CR13, diminuito dell’importo eventualmente utilizzato in compensazione nel mod. F24 ed
esposto nella colonna 2. Qualora sia stato compilato il quadro LM l’importo da indicare in questa colonna va diminuito dell’importo
indicato nella colonna 7 del rigo LM40. Per determinare l’eventuale quota del credito che non trova capienza nell’imposta lorda, si rinvia
alle istruzioni fornite al rigo RN47.
Colonna 5 (Credito d’imposta negoziazione e arbitrato). Compilare questa colonna se si intende utilizzare in diminuzione dall’Irpef il
credito d’imposta per i compensi corrisposti nell’anno 2017 agli avvocati abilitati nei procedimenti di negoziazione assistita, conclusi con
successo, nonché agli arbitri in caso di conclusione dell’arbitrato con lodo indicato nella col. 1 del rigo CR16, ed il credito d’imposta
residuo indicato in colonna 2 che non ha trovato capienza nell’imposta risultante dalla precedente dichiarazione diminuito dell’importo
eventualmente utilizzato in compensazione nel mod. F24 ed esposto nella colonna 3. Qualora sia stato compilato il quadro LM l’importo
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
da indicare in questa colonna va diminuito dell’importo indicato nella colonna 8 del rigo LM40. Per determinare l’eventuale quota del
credito che non trova capienza nell’imposta lorda, si rinvia alle istruzioni fornite al rigo RN.
Riportare nel rigo RN28 l’ammontare del “Credito spettante” come sopra determinato nel limite dell’importo di “Capienza”.
Per determinare l’importo residuo del credito, che può essere utilizzato nella prossima dichiarazione, consultare le istruzioni al
rigo RN47.
95
Rigo RN30 Credito d’imposta per erogazioni cultura
Per le erogazioni liberali a sostegno della cultura è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 65 per cento.
Il credito d’imposta spetta nei limiti del 15 per cento del reddito imponibile ed è utilizzabile in tre quote annuali di pari importo. La parte
della quota annuale non utilizzata è fruibile negli anni successivi ed è riportata in avanti nelle dichiarazioni dei redditi.
Per la determinazione del suddetto credito procedere come di seguito descritto.
Calcolare Credito Spettante 2017 = minore tra Credito e Limite come sopra determinati
Rata Credito Spettante 2017 = Credito Spettante diviso 3; riportare tale importo nella colonna 1 del rigo RN30
Calcolare Totale Credito = Rata Credito Spettante 2017 + CR14 col. 2 + CR14 col. 3 + CR14 col. 4 + (1/3 di CR14 col 5)
Calcolare Totale Credito Spettante = Totale Credito – LM40 col. 9
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
L’importo di Totale Credito Spettante come sopra determinato va riportato nella colonna 2 del rigo RN30.
a) se l’importo di Capienza risulta essere superiore ovvero uguale a “Totale Credito Spettante” come sopra determinato, nella col. 3 del
rigo RN30 riportare l’importo di “Totale Credito Spettante”.
b) se, invece, l’importo di Capienza risulta essere inferiore a “Totale Credito Spettante” come sopra determinato, nella col. 3 del rigo
RN30 riportare l’importo di Capienza e nella colonna 26 del rigo RN47 riportare il risultato della seguente operazione:
Rata Credito Spettante 2017 = Credito Spettante diviso 3; riportare tale importo nella colonna 4 del rigo RN30
Calcolare Totale Credito Spettante= Rata Credito Spettante 2017 + CR15 col. 2 + (CR15 col. 3* 0,65/3) + (1/3 di CR15 col. 5) – LM40 col. 10
L’importo di Totale Credito Spettante va riportato nella colonna 5 del rigo RN30.
Determinare Capienza = RN26 col. 2 –- RN27 –- RN28 –- RN29 col. 2 – RN30 col.3
a) se l’importo di Capienza risulta essere superiore ovvero uguale a “Totale Credito Spettante” come sopra determinato, nella col. 6 del
rigo RN30 riportare l’importo di “Totale Credito Spettante”.
b) se, invece, l’importo di Capienza risulta essere inferiore a “Totale Credito Spettante” come sopra determinato, nella col. 6 del rigo
RN30 riportare l’importo di Capienza e nella colonna 27 del rigo RN47 riportare il risultato della seguente operazione:
Determinare Capienza = RN26 col. 2 - RN27 - RN28 - RN29 col. 2 – RN30, col. 3 - RN30, col. 6
a) se l’importo di Capienza risulta essere superiore ovvero uguale a Totale Credito come sopra determinato
la col. 8 del rigo RN30 deve essere uguale a Totale Credito
la col. 28 del rigo RN47 = 0
b) se, invece, l’importo di Capienza risulta essere inferiore a Totale Credito come sopra determinato
la col. 8 del rigo RN30 deve essere uguale a Capienza
la col. 28 del rigo RN47 deve essere uguale a Totale Credito – Capienza
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Se “Capienza” è minore o uguale a zero, l’ulteriore detrazione per figli a carico trova per intero capienza nell’imposta lorda e pertanto la
colonna 6 non deve essere compilata.
Se “Capienza” è maggiore di zero è necessario confrontare l’importo del rigo RN6 col. 3 con il valore di “Capienza” precedentemente de-
terminato:
n se “Capienza” è maggiore di RN6 col. 3, l’intero ammontare dell’ulteriore detrazione per figli a carico non ha trovato capienza
nell’imposta lorda, pertanto in colonna 1 indicare l’importo del rigo RN6 col. 3.
Se risulta compilato anche il rigo RN23, la differenza tra l’importo della “Capienza” e l’importo del rigo RN6 col. 3, va indicato nella
colonna 6 del rigo RN47, nei limiti dell’importo del rigo RN23;
n se “Capienza” è uguale a RN6 col. 3, l’intero ammontare dell’ulteriore detrazione per figli a carico non ha trovato capienza nell’imposta
2018
lorda, pertanto in colonna 1 indicare l’importo del rigo RN6 col. 3.
Se risulta compilato anche il rigo RN23, la relativa detrazione ha trovato per intero capienza nell’imposta lorda e pertanto la colonna 6
del rigo RN47 non deve essere compilata;
æ
n il totale dei crediti esposti nelle colonne 8 e 9 di tutti i righi RS21 ed RS22 compilati (articoli 167 e 168 del TUIR).
Nella colonna 2 indicare le ritenute subite a titolo di acconto dagli allevatori sui contributi corrisposti dall’UNIRE come incentivo
all’allevamento (risultanti dalla certificazione di questo ente) e quelle subite dai titolari di redditi agrari per trattamenti assistenziali erogati
dall’INAIL.
Tali contributi e trattamenti assistenziali tuttavia non vanno dichiarati quando sono percepiti da allevatori il cui reddito è determinato
mediante tariffe catastali o dai produttori agricoli tenuti a dichiarare il reddito agrario.
La colonna 3 va compilata nel caso in cui non si intenda utilizzare l’ammontare delle ritenute, attribuite dalle società ed associazioni di
cui all’art. 5 del TUIR, eccedenti il debito Irpef. In questo caso nella presente colonna indicare l’ammontare delle ritenute non utilizzate.
Il credito ad esse relativo potrà essere utilizzato dalla società o associazione di cui all’art. 5 del TUIR in compensazione con i propri debiti
tributari e previdenziali, come chiarito dalla circolare dell’Agenzia delle entrate n. 56/E del 23 dicembre 2009. Si precisa che questa
colonna non può essere compilata se dal presente quadro emerge un’imposta a debito (rigo RN45 compilato). L’importo indicato in
questa colonna non può eccedere l’ammontare delle ritenute attribuite dalle società ed associazioni di cui all’art. 5 del TUIR, risultante
dalla somma delle ritenute indicate nella sezione I del quadro RH (colonna 9 dei righi da RH1 a RH4), nella colonna 5 del rigo RF102 e
nella colonna 5 del rigo RG37.
97
Rigo RN35 Crediti d’imposta per le imprese e i lavoratori autonomi
Compilare questo rigo, per un importo fino a concorrenza di quello indicato nel rigo RN34, solo se si usufruisce di crediti d’imposta per le
imprese e per i lavoratori autonomi riportati nel quadro RU del Fascicolo 3.
Si ricorda che i crediti d’imposta da indicare nel quadro RU possono essere utilizzati entro determinati limiti, per i quali si rimanda alle
indicazioni contenute nelle istruzioni al quadro RU del Fascicolo 3.
Se avete compilato nel quadro RS il prospetto relativo alla ZFU, riportate in questo rigo l’importo indicato nel rigo RS335 del quadro RS.
Nella colonna 2, riportare l’eccedenza d’imposta per la quale non è stato chiesto il rimborso nella precedente dichiarazione, risultante
dalla colonna 5 del rigo RX1 del Modello REDDITI 2017. Se nel 2017 avete fruito dell’assistenza fiscale ed il sostituto d’imposta non ha
rimborsato in tutto o in parte il credito risultante dal Modello 730-3 indicare in questo rigo il credito non rimborsato risultante al punto 64
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
(264 per il coniuge) della Certificazione Unica 2018. In questa colonna deve essere compreso anche l’importo eventualmente indicato
nella colonna 1.
Consultare in Appendice “Crediti risultanti dal mod. 730 non rimborsati dal sostituto d’imposta”.
Indicare, inoltre, nella presente colonna, l’eccedenza dell’Irpef risultante dalle dichiarazioni degli anni precedenti e non richiesta a
rimborso, nei casi in cui, ricorrendone le condizioni di esonero, non sia stata presentata la dichiarazione nell’anno successivo.
In caso di comunicazione dell’Agenzia delle entrate relativa al controllo della dichiarazione REDDITI 2017 con la quale è stato
evidenziato un credito diverso da quello dichiarato (rigo RX1 colonna 5):
n se il credito comunicato è maggiore dell’importo dichiarato, riportare in questa colonna l’importo comunicato, previa conferma presso
l’Agenzia delle Entrate, al fine di utilizzarlo in compensazione/detrazione. In assenza di tale conferma, il maggior credito comunicato
non sarà riconosciuto come spettante;
n se il credito comunicato (ad esempio: 800) è inferiore all’importo dichiarato (ad esempio: 1.000), indicare l’intero credito dichiarato (ad
esempio:1000) se a seguito della comunicazione avete versato con il mod. F24 la differenza tra il credito dichiarato ed il credito
riconosciuto (200, nell’esempio riportato). Qualora il credito non spettante comunicato (200, nell’esempio riportato) non sia stato
utilizzato, è possibile riportare in tale rigo l’importo inferiore spettante (800, nell’esempio riportato).
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
I contribuenti che hanno percepito redditi di impresa derivanti dalla partecipazione in società che operano in regime di trasparenza
devono riportare in questa colonna anche l’importo eventualmente indicato nel rigo RH23 (eccedenza d’imposta attribuita al socio
dalla società).
Inoltre, in questa colonna devono essere riportate anche le eccedenze d’imposta derivanti da società trasparenti ovvero da Trust
trasparenti o misti indicate nella colonna 7 del rigo RF102, nonché quelle indicate nella colonna 7 del rigo RG37 e nella colonna 6 del
rigo RL4.
Riportare nella colonna 2 del rigo RN36 sia l’importo delle eccedenze indicate nella colonna 5 dei righi RX5 (imposta sostitutiva sui premi
di risultato) del modello REDDITI 2017, che l’importo delle eccedenze indicate nella colonna 5 del rigo RX6 (contributo di solidarietà) del
modello REDDITI 2017.
In questa colonna va riportato anche l’importo indicato nella colonna 1 del rigo RN36.
Se lo scorso anno è stato presentato il modello 730/2017 ed è stato chiesto di utilizzare il credito scaturente dalla dichiarazione per il
pagamento di imposte con il Mod. F24 (Quadro I del Mod. 730-3/2017 compilato), ma tale credito non è stato utilizzato tutto o in parte,
riportare nella colonna 1 l’eventuale importo del credito Irpef indicato nella col. 4 del rigo 191 del prospetto di liquidazione Mod. 730-
3/2017 (col. 4 del rigo 211 per il coniuge) e nel rigo RN37 riportare l’eventuale credito Irpef utilizzato in compensazione con il Mod. F24.
Se lo scorso anno è stato presentato il modello 730/2017 per Dipendenti senza sostituto d’imposta, nella colonna 1 di questo rigo RN36
va riportato anche l’importo indicato nella col. 5 del rigo 191 del prospetto di liquidazione Mod. 730-3/2016 (col. 5 del rigo 211 per il
coniuge), se il credito non è stato utilizzato in tutto o in parte in compensazione con il Mod. F24.
L’importo indicato nella colonna 1 deve essere sommato agli altri importi da indicare nella colonna 2 di questo rigo.
Rigo RN37 Eccedenza d’imposta risultante dalla precedente dichiarazione compensata nel modello F24
Indicare la parte delle eccedenze delle imposte , di cui al rigo RN36 col. 2 che avete utilizzato in compensazione nel mod. F24. Nel
presente rigo deve essere compreso anche l’eventuale maggior credito riconosciuto con comunicazione dell’Agenzia delle entrate ed
ugualmente utilizzato in compensazione.
98
Unica 2018. Anche in questo caso l’importo deve essere indicato senza tenere conto degli interessi dovuti per la rateazione della prima
rata dell’acconto.
Casi particolari:
n Se nell’anno 2017 è stato presentato un modello 730/2017 senza sostituto riportare l’importo indicato nel rigo 141 del modello 730-
3/2017 aumentato dell’importo eventualmente versato con il modello F24 con il codice tributo 4033 e l’anno 2017;
se risulta compilato il rigo 114 del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017, il versamento effettuato con il mod. F24 va imputato
tra i due coniugi in misura proporzionale agli importi indicati nei righi 94 e 114 del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017
Se il rimborso risultante dal modello 730/2017 con sostituto è stato erogato dall’Agenzia delle Entrate, riportare l’importo indicato nel
2018
n
rigo 94 (114 per il coniuge) del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017.
È bene sapere che se tramite il sistema del casellario delle pensioni non è stata effettuata la tassazione alla fonte delle somme
corrisposte, tenendo conto del cumulo dei trattamenti pensionistici, non saranno irrogate sanzioni nei confronti dei titolari di più
æ
qualora nel corso del periodo d’imposta oggetto della presente dichiarazione siano state versate somme richieste con appositi atti di
Rigo RN42 Irpef da trattenere o da rimborsare risultante dai modelli 730/2018 o REDDITI 2018
Questo rigo va compilato se con la presente dichiarazione intendete correggere o integrare un mod. 730/2018 o REDDITI 2018 precedentemente
presentato.
Nella colonna 1 riportare quanto indicato nella colonna 7 del rigo 91 del modello 730-3/2018 (prospetto di liquidazione). Nel caso in cui
il modello 730/2018 sia stato presentato in forma congiunta e la dichiarazione integrativa è presentata dal coniuge dichiarante, in questa
colonna deve essere riportato quanto indicato nella colonna 7 del rigo 111 del modello 730-3/2018.
La colonna 2 deve essere compilata solo se nel quadro I del mod. 730/2018 avete chiesto di utilizzare il credito originato dalla
liquidazione della dichiarazione 730 per il pagamento dell’Imu e/o di altre imposte e se nel mod. 730-3/2018 (prospetto di liquidazione),
rilasciato dal soggetto che ha prestato l’assistenza fiscale, risulta compilata la colonna 4 del rigo 91 (ovvero col. 4 del rigo 111 per il
coniuge). In tal caso riportare l’ammontare del credito utilizzato in compensazione con il mod. F24, entro la data di presentazione della
presente dichiarazione, per il pagamento dell’Imu e/o di altre imposte.
99
Nella colonna 3 riportare quanto indicato nella colonna 5 del rigo 91 del modello 730-3/2018 (prospetto di liquidazione). Nel caso in cui
il modello 730/2018 sia stato presentato in forma congiunta e la dichiarazione integrativa è presentata dal coniuge dichiarante, in questa
colonna deve essere riportato quanto indicato nella colonna 5 del rigo 111 del modello 730-3/2018.
Nella colonna 4 deve essere indicato l’importo del credito già esposto nella colonna 4 del rigo RX1 del precedente modello REDDITI
2018, nel caso in cui il rimborso sia stato già erogato. Nel caso di rimborso parziale indicare l’ammontare rimborsato.
Per verificare il rispetto del limite dei 26.000 euro occorre fare riferimento ad un reddito complessivo determinato secondo le
disposizioni dei commi 13 e 27 della legge di stabilità 2015. Pertanto occorre aumentare l’importo del reddito complessivo
determinato ai fini Irpef dell’ammontare della quota di reddito esente prevista per i ricercatori e per i lavoratori rientrati in
Italia. Occorre, invece, sottrarre dal reddito complessivo l’ammontare delle somme erogate a titolo di parte integrativa della
retribuzione (TFR).
Il credito è attribuito dal datore di lavoro in busta paga (massimo 80 euro mensili). Il credito è rapportato al periodo di lavoro,
considerando il numero di giorni di lavoro nell’anno.
In sede di dichiarazione è necessario ricalcolare l’ammontare del credito spettante tenendo conto di tutti i redditi dichiarati.
Pertanto, se il datore di lavoro non ha erogato il bonus Irpef, in tutto o in parte, in sede di dichiarazione è possibile fruire dell’ammontare
spettante. Se dal calcolo effettuato il bonus risulta non spettante, in tutto o in parte, l’ammontare riconosciuto dal datore di lavoro in
mancanza dei presupposti previsti (ad esempio perché il reddito complessivo è superiore a 26.000 euro), viene recuperato con la
presente dichiarazione.
Se il datore di lavoro non riveste la qualifica di sostituto d’imposta, il Bonus può essere fruito nella presente dichiarazione.
Per ulteriori informazioni si rinvia alle circolari n. 8/E del 28 aprile 2014 e n. 9/E del 14 maggio 2014 e circolare n. 28/E del 15
giugno 2016.
Per determinare se il Bonus spetta o meno devono risultare soddisfatte tutte e tre le seguenti condizioni:
n il reddito complessivo aumentato del reddito derivante da cedolare secca (RN1 col. 1), delle somme percepite per premi di risultato
æ
(RC4), della quota di reddito esente prevista per i ricercatori e per i lavoratori rientrati in Italia (RC14 col. 4) e diminuito della deduzione
ReddITI PeRsone FIsIche
per abitazione principale (rigo RN2) nonché delle somme erogate a titolo di parte integrativa della retribuzione (RC14 col. 5), non deve
essere superiore a 26.000;
n presenza di almeno un reddito nella colonna 3 nei righi da RC1 a RC3 del quadro RC per i quali sia presente nella relativa colonna 1,
il codice 2, ed i codici 3 o 4 o 5 per i quali il relativo reddito concorre alla formazione del reddito complessivo (in presenza dei codici 3,
4 o 5 si rimanda alle istruzioni successivamente fornite);
n l’imposta lorda sulla somma dei redditi di cui al punto precedente deve essere superiore all’ammontare della detrazione spettante per
i medesimi redditi.
Se risultano soddisfatte tutte e tre le precedenti condizioni il bonus spetta nella misura di:
n 960 euro, se il reddito complessivo aumentato del reddito derivante da cedolare secca (RN1 col. 1), delle somme percepite per premi
di risultato (RC4), della quota di reddito esente prevista per i ricercatori e per i lavoratori rientrati in Italia (RC14 col. 4) e diminuito della
deduzione per abitazione principale (rigo RN2) nonché delle somme erogate a titolo di parte integrativa della retribuzione (RC14 col.
5), non è superiore a 24.000 euro;
n se il reddito complessivo, come sopra determinato, è superiore a 24.000 euro ma non a 26.000 euro, il Bonus di euro 960,00 spetta
per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 26.000 euro, diminuito del reddito complessivo, come sopra determinato, e
l’importo di 2.000 euro.
Al fine della verifica delle condizione per il riconoscimento del Bonus e per la sua determinazione, devono essere seguite le indicazioni di
seguito fornite.
Ai fini della determinazione dei redditi di lavoro dipendente e assimilati per i quali spetta il Bonus Irpef calcolare :
TotaleRedditiLavDip = somma degli importi indicati nella col. 3 dei righi da RC1 a RC3 di tutti i moduli compilati per i quali nella casella di
col. 1 (tipologia reddito) è indicato il codice “2”;
TotaleRedditiLSU = rigo RC5 col. 4.
Tale importo assume rilievo ai fini del Bonus solo se ha concorso alla formazione del reddito complessivo. Pertanto, se il reddito
complessivo indicato nello “Schema riepilogativo dei redditi e delle ritenute” diminuito dell’importo indicato nel rigo RC5 col. 4 e
dell’importo indicato nel rigo RN2 è inferiore o uguale a euro 9.296, i redditi da LSU non hanno concorso al reddito complessivo e quindi
l’importo di TotaleRedditiLSU è pari a zero.
TotaleRedditiFrontalieri = somma degli importi indicati nella col. 3 dei righi da RC1 a RC3 di tutti i moduli compilati per i quali nella casella
di col. 1 (tipologia reddito) è indicato il valore uguale a “4”. Ridurre l’importo così determinato di euro 7.500. Ricondurre a zero se il
risultato è negativo.
Se in uno dei righi da RC1 a RC3 è stato indicato il codice “5” nella colonna 1 (redditi in euro lavoro dipendente residenti Campione
d’Italia) calcolare:
TotaleRedditiCampioneItaliaImponibile = somma degli importi indicati nella colonna 3 dei righi da RC1 a RC3, per i quali è stato riportato
il codice 5 nella colonna 1, diminuita dell’importo indicato nella col. 2 del rigo RC5 (Quota esente).
100
Pertanto, per determinare l’ammontare complessivo dei redditi di lavoro dipendente e assimilati per i quali spetta il Bonus Irpef calcolare:
RedditiBonus = TotaleRedditiLavDip + TotaleRedditiLSU + TotaleRedditiFrontalieri + TotaleRedditiCampioneItaliaImponibile
Pertanto, per determinare la base imponibile sulla quale calcolare l’imposta lorda procedere come segue:
Totale_Importi_Imposta_Sostitutiva = somma delle col. 3 del rigo RC4 di tutti i moduli compilati
ImponibileImpostaLordaBonus = RedditiBonus + Totale_Importi_Imposta_Sostitutiva
L’importo così determinato costituisce la base imponibile (ImponibileImpostaLordaBonus) cui applicare gli scaglioni di aliquote Irpef
2018
presenti nella tabella sotto riportata
CALCOLO DELL’IRPEF
Ai fini della verifica che l’imposta lorda sulla somma dei redditi di lavoro dipendente e assimilati (come sopra determinati e definita Impo-
nibileImpostaLordaBonus), sia superiore all’ammontare della detrazione spettante per i medesimi redditi, è necessario determinare
l’ammontare delle detrazioni spettanti su tali redditi di lavoro dipendente e assimilati.
Per la determinazione della suddetta detrazione, definita DetrazioneRedditiBonus, si rimanda alle istruzioni del rigo RN7 col. 1
assumendo come Reddito per detrazioni da utilizzare nella determinazione della detrazione l’importo ImponibileImpostaLordaBonus.
A questo punto è necessario procedere al calcolo della capienza dell’imposta lorda. Calcolare:
æ
CapienzaImpostaBonus = ImpostaLordaBonus – DetrazioneRedditiBonus
Se le precedenti condizioni risultano tutte verificate, determinare l’ammontare del Bonus Irpef come di seguito descritto. Il bonus spetta
per euro 960.00 (da rapportare ai giorni di lavoro dipendente) se il reddito non è superiore a euro 24.000. Spetta solo in parte fino ad
azzerarsi per i redditi compresi tra euro 24.000 e 26.000. Pertanto, è necessario calcolare prima l’importo del bonus commisurato
all’ammontare del reddito (di seguito BonusTeorico) e successivamente rapportare tale importo ai giorni di lavoro dipendente (di seguito
BonusSpettante).
L’importo del BonusSpettante va confrontato con l’ammontare del Bonus eventualmente già erogato dal datore di lavoro e indicato nella
col. 2 del rigo RC14, al fine di fruire della parte di bonus eventualmente non erogata dal sostituto d’imposta ovvero restituire la parte
erogata ma non spettante. Pertanto, calcolare:
Se l’importo di BONUS è maggiore di zero, (in sede di dichiarazione è stato determinato un ammontare del Bonus superiore a quello
erogato dal datore di lavoro) riportare l’importo di BONUS come sopra determinato nella col. 2 del Rigo RN43 e la col. 3 del rigo RN43
non va compilata.
Se l’importo di BONUS è uguale a zero, (l’importo del bonus erogato dal datore di lavoro è pari a quello determinato in sede di
dichiarazione) le col. 2 e 3 del rigo RN43 non vanno compilate.
Se l’importo di BONUS è minore di zero (in sede di dichiarazione è stato determinato un ammontare del Bonus inferiore a quello erogato
dal datore di lavoro), la col. 2 del rigo RN43 non va compilata e nella col. 3 del rigo RN43 va riportato l’importo del Bonus da restituire
pari al risultato della seguente operazione: RC14 col. 2 – BonusSpettante.
101
Bonus non spettante
Se le tre condizioni sopra descritte non risultano tutte verificate, non spetta il Bonus Irpef.
Qualora il Bonus sia stato erogato dal sostituto d’imposta (Rigo RC14 col. 2 maggiore di zero), tale importo deve essere recuperato in
sede di dichiarazione. Al tale fine, le col. 1 e 2 del rigo RN43 non devono essere compilate e nella col. 3 del rigo RN43 va riportato
l’importo indicato nel rigo RC14 col. 2.
deTeRMInazIone dell’IMPosTa
Righi RN45 e RN46 Imposta a debito o a credito
2018
Imposta a debito
Se il risultato di tale operazione è positivo (Debito) riportare l’importo così ottenuto nella colonna 2 del rigo RN45.
Tale importo va riportato nella colonna 1 del rigo RX1.
Colonna 1: se è stato compilato il quadro TR riportare in questa colonna l’importo dell’imposta rateizzata indicata nella colonna 3 del
rigo TR5, nel limite dell’importo dell’imposta a debito di cui alla colonna 2 del rigo RN45.
Imposta a credito
Se il risultato di tale operazione è negativo (Credito) indicare l’importo ottenuto, non preceduto dal segno meno, nel rigo RN46. Tale
importo va riportato nella colonna 2 del rigo RX1.
L’imposta non è dovuta oppure non è rimborsata né può essere utilizzata in compensazione se non supera euro 12,00.
Rigo RN47 Residuo delle deduzioni, delle detrazioni e dei crediti d’imposta di cui ai righi RP33, RP34, RN19, RN20, RN21, RN23,
RN24, RN28 e RN30, Residuo della deduzione di cui al rigo RP33, Residuo deduzioni Start-up col. 31, 32 e 33
1. Residuo della detrazione di cui al rigo RN23 e dei crediti di cui al rigo RN24
Ai fini della determinazione dei residui e dei crediti d’imposta di cui ai righi RN23 e RN24 (col. 1, 2, 3, 4, 5) calcolare la differenza tra
æ
l’ammontare dell’imposta lorda, indicata nel rigo RN5 e la somma delle detrazioni indicate nel rigo RN22.
ReddITI PeRsone FIsIche
Se tale differenza è superiore o uguale all’importo delle detrazioni indicate nel rigo RN25, le relative colonne del rigo RN47 non devono
essere compilate.
Se invece tale differenza è inferiore all’importo del rigo RN25, per ciascuna detrazione o credito esposto nei righi RN23 e RN24 indicare
nella relativa colonna del rigo RN47 il corrispondente ammontare che non ha trovato capienza nell’imposta lorda. Qualora risultino
compilati sia il rigo RN6 colonna 3 (ulteriore detrazione per figli a carico) che il rigo RN23 (detrazione spese sanitarie per determinate
patologie) per la determinazione dell’importo da indicare nella colonna 6 del rigo RN47 si rimanda alle indicazioni fornite con riferimento
al rigo RN31.
In caso di mancata ripartizione in quattro rate delle spese sanitarie, l’importo residuo esposto nella colonna 6 del rigo RN47 costituisce
la parte di detrazione che, non avendo trovato capienza nell’imposta lorda, può essere trasferita al familiare che ha sostenuto, nel vostro
interesse, le spese sanitarie per particolari patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria pubblica. In
questo caso il familiare che ha sostenuto le spese può indicare nella propria dichiarazione dei redditi al rigo RP2 l’importo da voi indicato
nella colonna 6 del rigo RN47 diviso 0,19.
L’importo residuo esposto nelle altre colonne di questo rigo sarà utilizzabile nella prossima dichiarazione, oppure, tramite delega di
pagamento modello F24, in compensazione delle somme a debito.
Esempio
Imposta lorda = 4.000
Totale detrazioni (rigo RN22) = 1.000
Differenza tra imposta lorda e rigo RN22 (4.000 – 1.000) = 3.000
Credito d’imposta per il riacquisto della prima casa (rigo RN24 col. 1) = 3.100
Credito per l’incremento dell’occupazione (rigo RN24 col. 2) = 500
Totale altre detrazioni (rigo RN25) = 3.600
La differenza tra l’imposta lorda e il rigo RN22 (euro 3.000) è inferiore all’importo del rigo RN25 (euro 3.600), pertanto, il contribuente può
indicare l’importo di euro 600 che costituisce il residuo che non ha trovato capienza nell’imposta lorda, o nella colonna 11 del rigo RN47
per il suo intero ammontare ovvero suddividerla nella misura che ritiene più opportuna tra le colonne 11 e 12 del rigo RN47.
A titolo esemplificativo si propongono alcune delle possibili modalità di compilazione delle colonne 11 e 12 del rigo RN47:
Ipotesi 1: Rigo 47 col. 11 = 600 Rigo 47 col. 12 = 0
Ipotesi 2: Rigo 47 col. 11 = 100 Rigo 47 col. 12 = 500
Ipotesi 3: Rigo 47 col. 11 = 300 Rigo 47 col. 12 = 300
Si precisa che nell’esempio riportato, il credito residuo di euro 600 non può essere indicato per intero nella colonna 12 del rigo RN47 in
quanto d’importo superiore a quello del credito d’imposta per l’incremento dell’occupazione di cui al rigo RN24 col. 2.
102
Nel caso in cui sia stato compilato più di un rigo CR10, per la determinazione del residuo deve essere considerata la somma degli importi
indicati nella colonna 4 di tutti i moduli compilati aumentata dell’importo di colonna 5.
L’importo residuo del credito sarà utilizzabile nella prossima dichiarazione dei redditi.
Se il risultato della presente operazione è positivo riportare tale importo nella colonna 21 del rigo RN47.
Se invece il risultato è negativo o pari a zero, la colonna 21 non deve essere compilata.
2018
4. Residuo detrazioni start up da REDDITI 2017
Indicare nella colonna 2 del rigo RN47 l’ammontare della detrazione che non ha trovato capienza nell’imposta lorda, determinata
æ
Indicare nella colonna 27 del rigo RN47 l’ammontare della detrazione che non ha trovato capienza nell’imposta netta, determinata
RN1, col. 5 + RN1, col. 2 – RN2 – RN3 +(RP34 col. 3 + RP34 col. 4 + RP34 col. 5
Se A è maggiore di zero:
la col. 31 del rigo RN47 non va compilata;
calcolare B = A - RP34 col. 4
Se B è minore o uguale a zero:
n Riportare nella col. 32 del rigo RN47 il risultato della seguente operazione: RP34 col. 4 - A.
n Riportare nella col. 33 del rigo RN47 l’importo del rigo RP34 col. 3.
Se B è maggiore di zero:
la col. 32 del rigo RN47 non va compilata.
Riportare nella col. 33 del rigo RN47 il risultato della seguente operazione: RP34 col. 3 – B.
103
Gli importi indicati in questo rigo possono assumere rilievo nell’ambito di prestazioni assistenziali o previdenziali.
Colonna 1 riportare il reddito dell’abitazione principale indicato nella colonna 16 del rigo RB10.
Colonna 2 riportare la somma dei seguenti importi: RA23, col.13 + RB10, col. 17 + RH18, col. 2 + RL12 col. 1
Colonna 3 riportare l’importo di colonna 1 del rigo RL12.
le istruzioni riportate.
sostitutiva del 20 per cento (Quadro RM). L’acconto Irpef per l’anno 2018 deve essere calcolato tenendo conto anche di tali redditi (art.
59-ter, comma 5, del D.L. n. 1/2012).
n In presenza di redditi d’impresa l’acconto va calcolato tenendo conto dell’art. 34, comma 2, della legge 12 novembre 2011, n. 183
(deduzione forfetaria in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburante).
n Per i soggetti che effettuano investimenti nei beni indicati nei commi 8, 9 e 10 dell’art. 1 della legge n. 232 del 2016, con esclusivo
riferimento alla determinazione delle quote di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria, il costo di acquisizione è
maggiorato rispettivamente del 40 per cento, del 150 per cento e del 40 per cento (per approfondimenti v. la circolare n. 4/E del 30
marzo 2017).
Ai sensi del successivo comma 12, in sede di determinazione dell’acconto per il periodo d’imposta 2018, l’imposta dovuta per il 2017,
da assumere come parametro di riferimento per il calcolo dell’acconto con il metodo storico, va determinata senza tenere conto delle
norme sulla proroga del super ammortamento (comma 8), sull’iper ammortamento (comma 9) e sulla maggiorazione relativa ai
beni immateriali (comma 10).
n In presenza della disposizione di cui all’articolo 14, comma 3, del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, la determinazione
dell’acconto dovuto per i periodi d’imposta per i quali è operata la deduzione di cui al comma 2 è effettuata considerando, quale
imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata in assenza delle disposizioni del presente articolo.
æ
Al fine del corretto calcolo dell’acconto, da riportare nel rigo RN62, nei casi descritti si deve, pertanto, preventivamente procedere alla ri-
ReddITI PeRsone FIsIche
determinazione del reddito complessivo e dell’importo corrispondente al rigo RN34 (rigo Differenza), introducendo, per ciascun caso, i
correttivi previsti dalla norme vigenti, secondo le indicazioni sopra riportate.
Colonna 1 (Casi Particolari), barrare la casella se si rientra in uno dei casi particolari sopra indicati;
Colonna 2 (Reddito complessivo ricalcolato), indicare l’importo del reddito complessivo, ricalcolato secondo le modalità sopra descritte;
Colonna 3 (Imposta netta ricalcolata) indicare l’importo dell’imposta netta, ricalcolata sulla base secondo le modalità sopra descritte;
Colonna 4 (Importo differenza ricalcolata), indicare il nuovo ammontare dell’importo differenza, calcolata secondo le modalità sopra
descritte.
Rigo RN62
Se nel rigo RN61 è barrata la casella di col. 1 “Casi Particolari”, “Differenza” è uguale all’importo indicato in colonna 4 del rigo RN61.
Se, invece, nel rigo RN61 non è barrata la casella di col. 1 “Casi Particolari”, “Differenza” è uguale all’importo indicato nel rigo RN34.
Per stabilire se è dovuto o meno l’acconto IRPEF per l’anno 2018, si deve fare riferimento all’importo di “Differenza” come sopra definito.
Se “Differenza”:
n non supera euro 51,65, non è dovuto acconto;
n supera euro 51,65, è dovuto acconto nella misura del 100 per cento dell’ammontare “Differenza”.
Atteso che tutti gli importi indicati in dichiarazione sono espressi in unità di euro, l’acconto risulta dovuto qualora l’importo di “Differenza”
risulti pari o superiore ad euro 52.
Se il contribuente prevede (ad esempio, per effetto di oneri sostenuti nel 2018 o di minori redditi percepiti nello stesso anno) una minore
imposta da dichiarare nella successiva dichiarazione, può determinare gli acconti da versare sulla base di tale minore imposta.
In tal caso gli importi da indicare nel rigo RN62 devono essere comunque quelli determinati utilizzando le istruzioni sopra fornite e non i
minori importi versati o che si intendono versare.
La prima rata di acconto dell’IRPEF può essere versata ratealmente alle condizioni indicate nel paragrafo “Rateazione”.
Nella colonna 1 (Primo acconto), indicare l’importo della prima rata di acconto dovuta, calcolata secondo le modalità sopra descritte.
Nella colonna 2 (Secondo o unico acconto), indicare l’importo della seconda o unica rata di acconto dovuta, calcolata secondo le
modalità sopra descritte.
104
Chi non è tenuto al pagamento
Non siete, invece, obbligati al pagamento dell’addizionale regionale e comunale all’IRPEF se:
n possedete soltanto redditi esenti dall’IRPEF;
n possedete soltanto redditi soggetti ad imposta sostitutiva dell’IRPEF;
n possedete soltanto redditi soggetti a tassazione separata salvo che, avendone la facoltà, abbiate optato per la tassazione ordinaria
facendoli concorrere alla formazione del reddito complessivo;
n avete un’imposta lorda (rigo RN5) che, al netto delle detrazioni riportate nei righi RN22 e RN23, dei crediti d’imposta per redditi prodotti
all’estero, indicati nel rigo RN29, col. 2 e dei crediti d’imposta per fondi comuni indicati nel rigo RN32 col. 1, non supera euro 10,33.
2018
Domicilio fiscale
Salvo i casi di domicilio fiscale stabilito dall’Agenzia delle Entrate, le persone fisiche residenti nel territorio dello Stato hanno il domicilio
fiscale nel comune nella cui anagrafe sono iscritte. Quelle non residenti hanno il domicilio fiscale nel comune in cui hanno prodotto il
Determinazione e aliquote
Le addizionali regionale e comunale si calcolano applicando un’aliquota al reddito complessivo determinato, ai fini dell’IRPEF, al netto
degli oneri deducibili. In deroga alle disposizioni generali, che stabiliscono per tutto il territorio nazionale l’aliquota dell’addizionale
regionale nella misura dell’1,23 per cento, alcune regioni hanno deliberato una maggiorazione dell’aliquota dell’addizionale regionale in
vigore. Inoltre, sono state previste differenti condizioni soggettive per l’applicazione delle varie aliquote ed aliquote agevolate per alcuni
soggetti.
L’addizionale comunale all’IRPEF è dovuta soltanto se avete il domicilio fiscale nei comuni che l’hanno deliberata. Sul sito internet
www.agenziaentrate.gov.it è presente un apposito collegamento alla tabella dei comuni che hanno deliberato l’addizionale comunale,
æ
predisposta dal Dipartimento delle Finanze. Le addizionali regionale e comunale non sono deducibili ai fini di alcuna imposta, tassa o
Versamenti
Le addizionali regionale e comunale devono essere versate con le modalità e nei termini previsti per il versamento del saldo dell’Irpef.
Si ricorda che è dovuto l’acconto per l’addizionale comunale all’Irpef per l’anno di imposta 2018 nella misura del 30% determinato
applicando al reddito imponibile relativo all’anno di imposta 2017 l’aliquota deliberata dal comune nel quale il contribuente ha la
residenza alla data del 1° gennaio 2017.
105
l’aliquota dello 0,9 per cento si applica a condizione che la somma dei redditi delle persone di cui è a carico, non sia superiore ad euro
45.000,00. In presenza di queste condizioni, per usufruire dell’aliquota agevolata dell’0,9, occorre indicare il codice ‘1’ nella casella
“Casi particolari addizionale regionale” presente nel riquadro del domicilio fiscale.
Nella colonna 2 indicare l’importo dell’addizionale regionale all’IRPEF dovuta in relazione al domicilio fiscale al 1° gennaio 2017 e
determinata applicando le aliquote previste dalle singole regioni all’importo indicato nel rigo RV1 (reddito imponibile) con le modalità
dalle stesse stabilite come riportato nella tabella posta alla fine del presente fascicolo dopo l’Appendice.
Le regioni/province di seguito indicate hanno previsto regole particolari per la determinazione dell’addizionale regionale. Si precisa che in tali
casi non deve essere mai barrata la casella “Casi particolari” in quanto le condizioni per l’agevolazione sono comunque desumibili dai dati
2018
presenti in dichiarazione.
La Provincia Autonoma di Bolzano ha stabilito che a tutti i contribuenti spetta una deduzione di 28.000 euro. Pertanto l’aliquota del
1,23 per cento va applicata al risultato della seguente operazione: rigo RV1 – 28.000 (considerare zero se il risultato è negativo). Inoltre,
per i contribuenti con un reddito imponibile ai fini dell’addizionale regionale (rigo RV1), aumentato del reddito assoggettato a cedolare
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
secca (Rigo RB10 col. 14 + RB10 col. 15+ RL10 col.4 se barrata colonna 3), non superiore a 70.000,00 euro, spetta, per ogni figlio
fiscalmente a carico, una detrazione pari a 252 euro in proporzione alla percentuale e ai mesi di carico. Se l’imposta dovuta è minore
della detrazione non sorge alcun credito d’imposta. Si precisa che nella verifica della soglia per ottenere la detrazione figli non si tiene
conto della citata deduzione di 28.000 euro.
Ai contribuenti residenti nella Regione Piemonte, spetta una detrazione d’imposta di 250,00 euro per ogni figlio a carico con
disabilità, in proporzione alla percentuale e ai mesi di carico.
L’importo della detrazione effettivamente spettante è quello che risulta moltiplicando la maggiorazione delle detrazioni in favore della
famiglia deliberata dalla Regione Piemonte per il quoziente risultante dal rapporto sviluppato ai sensi dell’art. 12, comma 1, del TUIR,
considerato nelle prime quattro cifre decimali. Pertanto procedere come di seguito descritto.
Calcolare la Detrazione teorica che è pari a 250,00 euro, rapportata al numero di mesi a carico (casella “mesi a carico” presente nel
prospetto dei familiari a carico) ed alla percentuale di spettanza (casella “percentuale” presente nel prospetto dei familiari a carico) per
ciascun figlio per il quale nel prospetto dei familiari a carico è barrata la casella “D”. Se nella colonna 7 “percentuale” è impostato il valore
C, si assume come percentuale di detrazione spettante 100.
L’importo della Detrazione teorica va moltiplicato per il quoziente utilizzato per il calcolo della detrazione per figli a carico spettante ai
fini Irpef (v. istruzioni al rigo RN6, colonna 2)
Se il quoziente è minore di zero ovvero pari ad uno, lo stesso va ricondotto a zero.
æ
Se il quoziente è maggiore di zero, ma minore di uno, devono essere utilizzate le prime quattro cifre decimali.
ReddITI PeRsone FIsIche
L’importo della detrazione spettante così determinato, va portato in diminuzione dell’imposta addizionale regionale determinata
applicando al reddito imponibile ai fini dell’addizionale regionale indicato al rigo RV1, le aliquote previste dalla regione così come
descritto nella Tabella Addizionale Regionale. Se l’imposta dovuta è minore della detrazione non sorge alcun credito d’imposta.
Agevolazione per contribuenti con più di tre figli a carico.
Ai contribuenti con più di 3 figli a carico spetta una detrazione d’imposta di 100 euro per ciascun figlio, in proporzione alla
percentuale e ai mesi di carico, a partire dal primo compresi i figli naturali riconosciuti, adottivi o affidati. L’importo della
detrazione effettivamente spettante è quello che risulta moltiplicando la maggiorazione delle detrazioni in favore della famiglia
deliberata dalla regione Piemonte per il quoziente risultante dal rapporto sviluppato ai sensi dell’art. 12, comma 1, del TUIR, considerato
nelle prime quattro cifre decimali.
Ai contribuenti residenti nella Regione Puglia, con più di 3 figli a carico, spetta una detrazione d’imposta di 20,00 euro per ciascun figlio
a carico, in proporzione alla percentuale e ai mesi di carico. La detrazione è aumentata di 375,00 euro per ogni figlio con disabilità.
L’importo della detrazione effettivamente spettante è quello che risulta moltiplicando la maggiorazione delle detrazioni in favore della
famiglia deliberata dalla Regione Puglia per il quoziente risultante dal rapporto sviluppato ai sensi dell’art. 12, comma 1, del TUIR,
considerato nelle prime quattro cifre decimali. Pertanto procedere come di seguito descritto.
Calcolare la Detrazione teorica che è pari:
n a 20,00 euro per ogni figlio per il quale nel prospetto dei familiari a carico è stata barrata la casella F1 o F, rapportata al numero di mesi
a carico (casella “mesi a carico” presente nel prospetto dei familiari a carico) ed alla percentuale di spettanza (casella “percentuale”
presente nel prospetto dei familiari a carico).
n a euro 395,00 per ogni figlio per il quale nel prospetto dei familiari a carico è stata barrata la casella D, rapportata al numero di mesi a
carico (casella “mesi a carico” presente nel prospetto dei familiari a carico) ed alla percentuale di spettanza (casella “percentuale”
presente nel prospetto dei familiari a carico).
In entrambi i casi, se nella colonna 7 “percentuale” è impostato il valore C, si assume come percentuale di detrazione spettante 100.
L’importo della Detrazione teorica va moltiplicato per il quoziente utilizzato per il calcolo della detrazione per figli a carico spettante ai
fini Irpef (v. istruzioni al rigo RN6, colonna 2).
Se il Quoziente è minore di zero ovvero pari ad uno lo stesso va ricondotto a zero;
Se il Quoziente è maggiore di zero ma minore di uno devono essere utilizzate le prime quattro cifre decimali.
L’importo della detrazione spettante così determinato, deve essere portato in diminuzione dell’imposta addizionale regionale determinata
applicando all’importo del rigo RV1, le aliquote previste dalla Regione così come descritto nella Tabella Addizionale Regionale. Se
l’imposta dovuta è minore della detrazione non sorge alcun credito d’imposta.
Da quest’anno la Provincia Autonoma di Trento ha stabilito che ai contribuenti con reddito imponibile non superiore a 20.000 euro
spetta una deduzione dalla base imponibile di 20.000 euro per gli anni 2016 e 2017. Ai contribuenti con reddito imponibile superiore a
20.000 euro si applica l’aliquota del 1,23 per cento sull’intero imponibile. Per i contribuenti con un reddito imponibile ai fini dell’addizionale
regionale (rigo RV1), non superiore a 55.000,00 euro, spetta una detrazione pari a 252 euro, per ogni figlio a carico in proporzione alla
percentuale e ai mesi di carico.
106
Nella colonna 2 indicare l’ammontare dell’addizionale regionale sospesa e non versata per effetto delle disposizioni emanate a seguito
degli eventi eccezionali, già compresa nell’importo di colonna 3. L’importo corrisponde a quello indicato al punto 31 della Certificazione
Unica 2018 (consultare in Appendice, “Eventi eccezionali”).
Nella colonna 3 indicare l’importo del rigo RC10, colonna 2, relativo all’ammontare dell’addizionale regionale trattenuta o da trattenere
dal sostituto d’imposta se nel 2017 avete percepito reddito da lavoro dipendente o da lavoro a questo assimilato.
Detto importo deve essere sommato a quello indicato nel rigo RC12 se avete percepito compensi per lavori socialmente utili (codice “3”
nella colonna 1 dei righi da RC1 a RC3) ed il vostro reddito complessivo supera euro 9.296,22, al netto della deduzione per l’abitazione
principale e le relative pertinenze. Se avete percepito compensi per attività sportive dilettantistiche sommate anche l’importo indicato nel
2018
rigo RL24, colonna 2.
L’importo di questa colonna comprende anche le trattenute già indicate in colonna 1.
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
Rigo RV5 Eccedenza di addizionale regionale all’IRPEF risultante dalla precedente dichiarazione compensata nel modello F24
Indicare la parte dell’eccedenza dell’imposta risultante dalla precedente dichiarazione, già riportata nel rigo RV4, che è stata utilizzata in
compensazione nel mod. F24.
Rigo RV6 Addizionale regionale all’IRPEF da trattenere o da rimborsare risultante dai modelli 730/2018 o REDDITI 2018
Questo rigo deve essere compilato se intendete correggere o integrare un modello 730/2018 o REDDITI 2018 precedentemente
presentati.
Nella colonna 1 riportare quanto indicato nella colonna 7 del rigo 92 del modello 730-3/2018. Nel caso in cui il modello 730/2018 sia
stato presentato in forma congiunta e la dichiarazione integrativa è presentata dal coniuge dichiarante, in questa colonna deve essere
riportato quanto indicato nella colonna 7 del rigo 112 del modello 730-3/2018.
La colonna 2 deve essere compilata solo se nel quadro I del mod. 730/2018 avete chiesto di utilizzare il credito originato dalla
liquidazione della dichiarazione 730 per il pagamento dell’Imu e/o di altre imposte e se nel mod. 730-3/2018, rilasciato dal soggetto che
ha prestato l’assistenza fiscale, risulta compilata la colonna 4 del rigo 92 (ovvero col. 4 del rigo 112 per il coniuge). In tal caso riportare
l’ammontare del credito utilizzato in compensazione con il mod. F24, entro la data di presentazione della presente dichiarazione, per il
pagamento dell’Imu e/o di altre imposte.
Nella colonna 3 riportare quanto indicato nella colonna 5 del rigo 92 del modello 730-3/2018. Nel caso in cui il modello 730/2018 sia
stato presentato in forma congiunta e la dichiarazione integrativa è presentata dal coniuge dichiarante, in questa colonna deve essere
riportato quanto indicato nella colonna 5 del rigo 112 del modello 730-3/2018.
Nella colonna 4 deve essere indicato l’importo del credito già esposto nella colonna 4 del rigo RX2 del precedente modello REDDITI
2018, nel caso in cui il rimborso sia stato già erogato. Nel caso di rimborso parziale indicare l’ammontare rimborsato.
107
Rigo RV10 Addizionale comunale all’IRPEF dovuta
Nella colonna 2 indicare l’importo dell’addizionale comunale all’IRPEF dovuta determinato applicando all’importo riportato al rigo RV1,
l’aliquota indicata nella colonna 2 del rigo RV9, ovvero le aliquote previste per scaglioni di reddito (colonna 1 del rigo RV9 barrata).
Se l’importo del rigo RV1 è minore o uguale all’importo indicato come soglia di esenzione nella tabella ricavabile dal sito internet
www.agenziaentrate.gov.it, l’addizionale comunale per il 2017 (Saldo) non è dovuta e la colonna 2 di questo rigo non va compilata; se
invece, l’importo del rigo RV1 è maggiore dell’importo indicato come soglia di esenzione, l’addizionale comunale è dovuta e l’aliquota
indicata nel rigo RV9 (ovvero le aliquote previste per scaglioni di reddito) va applicata sull’intero importo del rigo RV1.
Se il comune ha deliberato determinate agevolazioni con riferimento a particolari condizioni reddituali è necessario verificare se siete in
2018
colonna 1 indicando:
n il codice “1”, se l’addizionale comunale non è dovuta perché il reddito risulta inferiore o uguale alla soglia di esenzione prevista in
presenza della particolare condizione soggettiva del contribuente;
n il codice “2”, nel caso di esenzione totale in presenza della particolare condizione soggettiva del contribuente non collegata al reddito.
n il codice “3”, in presenza di altre agevolazioni.
Se è stata compilata questa colonna non va compilata la colonna 2 del presente rigo.
Casi particolari
n Se nell’anno 2017 è stato presentato un modello 730/2017 senza sostituto: riportare l’importo indicato nel rigo 142 del modello 730-
æ
3/2017 aumentato dell’importo eventualmente versato con il modello F24 con il codice tributo 3843 e l’anno 2017;
ReddITI PeRsone FIsIche
Se risulta compilato il rigo 117 del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017, l’eventuale versamento effettuato con il mod. F24 va
imputato tra i due coniugi in misura proporzionale agli importi indicati nei righi 97 e 117 del prospetto di liquidazione modello 730-
3/2017.
Se risulta compilato anche il rigo 243 (domicilio diverso tra dichiarante e coniuge) del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017,
ciascun coniuge dovrà indicare l’importo effettivamente versato con il modello F24 per il proprio comune di residenza.
n Se il rimborso risultante dal modello 730/2017 con sostituto è stato erogato dall’Agenzia delle entrate riportare l’importo indicato nel
rigo 97 (117 per il coniuge) del prospetto di liquidazione modello 730-3/2017.
Nella colonna 3, indicare l’importo dell’addizionale comunale versata a titolo di acconto per l’anno d’imposta 2017 con il modello F24
qualora lo scorso anno sia stato presentato il modello REDDITI 2017.
Nella colonna 4 indicare l’ammontare dell’addizionale comunale trattenuta, diversa da quelle indicate nelle precedenti colonne di questo
rigo (ad esempio, l’addizionale relativa ai trattamenti assistenziali erogati dall’INAIL ai titolari di redditi agrari).
Nella colonna 5 indicare l’addizionale comunale sospesa e non ancora versata alla data di presentazione della dichiarazione per effetto
delle disposizioni emanate a seguito degli eventi eccezionali, già compresa negli importi indicati dalla colonna 1 alla colonna 4 di questo rigo.
Con riferimento all’addizionale comunale da trattenere a cura del sostituto d’imposta ed indicata nella colonna 1 di questo rigo, l’ammontare
sospeso è quello indicato nei punti 33 e 34 della Certificazione Unica 2018 (consultare in Appendice la voce “Eventi eccezionali”).
Nella colonna 6 riportare la somma degli importi indicati nelle colonne 1, 2, 3 e 4 di questo rigo.
Rigo RV12 Eccedenza di addizionale comunale all’IRPEF risultante dalla precedente dichiarazione
Nella colonna 1 indicare il codice catastale del Comune relativo al domicilio fiscale al 1° gennaio 2016, rilevabile dalla tabella del
Dipartimento delle Finanze cui si rinvia dal sito internet www.agenziaentrate.gov.it.
Se lo scorso anno è stato presentato il modello 730/2017 ed è stato chiesto di utilizzare il credito scaturente dalla dichiarazione per il
pagamento con il Mod. F24 delle imposte, ma tale credito non è stato utilizzato tutto o in parte, riportare nella colonna 2 di questo rigo
anche l’eventuale importo del credito per addizionale comunale indicato nel rigo 193 col. 4 del prospetto di liquidazione Mod. 730-3/2017
per il dichiarante (rigo 213 colonna 4 per il coniuge) e nel rigo RV13 riportare l’eventuale credito per addizionale comunale utilizzato in
compensazione con il Mod. F24. Se lo scorso anno è stato presentato il modello 730/2017 per Dipendenti senza sostituto d’imposta,
nella colonna 2 di questo rigo RV12 va riportato anche l’importo indicato nella col. 5 del rigo 193 del prospetto di liquidazione Mod. 730-
3/2017 (col. 5 del rigo 213 per il coniuge), se il credito non è stato utilizzato in tutto o in parte in compensazione con il Mod. F24.
L’importo indicato nella colonna 2 deve essere sommato agli altri importi da indicare nella colonna 3 di questo rigo.
Nella colonna 3 riportare l’importo di colonna 5 del rigo RX3 del Modello REDDITI 2017 relativo all’eccedenza d’imposta per la quale
non è stato chiesto il rimborso nella precedente dichiarazione. Se avete fruito dell’assistenza fiscale e il sostituto non ha rimborsato, in
tutto o in parte, il credito risultante dal Modello 730-3 indicare in questo rigo il credito non rimborsato di cui al punto 84 della
Certificazione Unica 2018 per il dichiarante (punto 284 per il coniuge). In questa colonna deve essere compreso anche l’importo
eventualmente indicato nella colonna 2.
Rigo RV13 Eccedenza di addizionale comunale all’IRPEF risultante dalla precedente dichiarazione compensata nel modello F24
Indicare la parte dell’eccedenza dell’imposta risultante dalla precedente dichiarazione, già riportata nel rigo RV12, che è stata utilizzata
in compensazione nel mod. F24.
108
Rigo RV14 Addizionale comunale all’IRPEF da trattenere o da rimborsare risultante dai Modelli 730/2018 o REDDITI 2018.
Questo rigo deve essere compilato se intendete correggere o integrare un modello 730/2018 o REDDITI 2018 precedentemente presentati.
Nella colonna 1 riportare quanto indicato nella colonna 7 del rigo 93 del modello 730-3/2018 (prospetto di liquidazione). Nel caso in cui
il modello 730/2018 sia stato presentato in forma congiunta e la dichiarazione integrativa è presentata dal coniuge dichiarante, in questa
colonna deve essere riportato quanto indicato nella colonna 7 del rigo 113 del modello 730-3/2018.
La colonna 2 deve essere compilata solo se nel quadro I del mod. 730/2018 avete chiesto di utilizzare il credito originato dalla
liquidazione della dichiarazione 730 per il pagamento dell’Imu e/o di altre imposte e se nel mod. 730-3/2018, rilasciato dal soggetto che
ha prestato l’assistenza fiscale, risulta compilata la colonna 4 del rigo 93 (ovvero col. 4 del rigo 113 per il coniuge). In tal caso riportare
2018
l’ammontare del credito utilizzato in compensazione con il mod. F24, entro la data di presentazione della presente dichiarazione, per il
pagamento dell’Imu e/o di altre imposte.
Nella colonna 3 riportare quanto indicato nella colonna 5 del rigo 93 del modello 730-3/2018. Nel caso in cui il modello 730/2018 sia
n se il risultato di tale operazione è negativo riportate l’importo ottenuto, non preceduto dal segno meno, nel rigo RV16.
Tale importo va riportato nella colonna 2 del rigo RX3.
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
n applicare al reddito imponibile relativo all’anno di imposta 2017 (rigo RV17 col. 2) l’aliquota deliberata dal comune nel quale il
contribuente ha la residenza alla data del 1° gennaio 2018 ;
n calcolare il 30% dell’importo così determinato (acconto per il 2018);
n detrarre dal risultato ottenuto l’acconto per l’addizionale comunale 2018 trattenuto dal datore di lavoro (rigo RC10 col. 5).
L’aliquota da applicare per l’acconto è sempre quella deliberata per l’anno d’imposta precedente (Decreto Legislativo 21 novembre 2014,
n. 175 art. 8 comma 2). Pertanto, ai fini dell’acconto dell’addizionale comunale per il 2018, l’aliquota da utilizzare è quella deliberata dal
comune per il 2017. Se il contribuente prevede (ad esempio, per effetto di oneri deducibili sostenuti nel 2017 o di minori redditi percepiti
nello stesso anno) una minore imposta da dichiarare nella successiva dichiarazione, può versare un acconto per il 2018 di importo
inferiore a quello determinato con riferimento al reddito imponibile della presente dichiarazione. In tal caso l’importo da indicare nella
colonna 7 di questo rigo deve essere quello determinato utilizzando le istruzioni che seguono e non il minore importo versato o che si
intende versare.
L’acconto dell’addizionale comunale può essere versato ratealmente alle condizioni indicate nella Parte I, capitolo 6 alla voce “Rateazione”.
Prima della determinazione dell’acconto dovuto per addizionale comunale 2018, dovete tenere conto dell’eventuale soglia di esenzione
deliberata dal comune e rilevabile dalla tabella del Dipartimento delle Finanze cui si rinvia dal sito internet www.agenziaentrate.gov.it. Se
l’importo di colonna 2 di questo rigo è minore o uguale all’importo indicato come soglia di esenzione nella citata tabella, l’acconto per
addizionale comunale 2018 non è dovuto e la colonna 2 di questo rigo non va compilata; se invece, l’importo di colonna 2 è maggiore
della soglia di esenzione, è dovuto l’acconto per l’addizionale comunale 2018 e l’aliquota indicata nella colonna 3 di questo rigo va
applicata sull’intero importo di colonna 2.
Se il comune ha deliberato determinate agevolazioni con riferimento a
particolari condizioni reddituali è necessario verificare se siete in possesso dei requisiti per fruire delle agevolazioni. Se invece le
agevolazioni sono riferite a condizioni soggettive non desumibili dai dati presenti nella dichiarazione (ad esempio l’importo ISEE ovvero
una particolare composizione del nucleo familiare), per attestare il possesso di tali requisiti dovete compilare la casella di colonna 1
(Agevolazioni) indicando:
n codice “1”, se l’addizionale comunale non è dovuta perché il reddito risulta inferiore o uguale alla soglia di esenzione prevista in
presenza della particolare condizione soggettiva del contribuente.
n codice “2”, nel caso di esenzione totale in presenza della particolare condizione soggettiva del contribuente non collegata al reddito.
n il codice “3”, in presenza di altre agevolazioni.
Se è stata compilata questa colonna non va compilata la colonna 4 del presente rigo.
Colonna 2 (Imponibile): indicare l’imponibile relativo all’anno di imposta 2017, corrispondente a quello del rigo RV1. Qualora abbiate
percepito redditi di lavoro autonomo e/o di impresa per i quali trovano applicazione disposizioni fiscali che assumono rilievo anche ai fini
della determinazione dell’acconto dovuto per il 2018, indicare in questa colonna l’imponibile relativo all’anno di imposta 2017
rideterminato tenendo conto di tali disposizioni.
La casella di colonna 3 (Aliquote per scaglioni) va barrata se il Comune ha deliberato l’applicazione di diverse aliquote articolate per
scaglioni di reddito con gli stessi criteri previsti per l’Irpef. In questo caso non deve essere compilata la colonna 4 relativa all’aliquota.
Colonna 4 (Aliquota): indicare l’aliquota da applicare per la determinazione dell’acconto; si ricorda che tale aliquota è quella deliberata
per l’anno 2017. L’aliquota è quella relativa al comune in cui il contribuente ha il domicilio fiscale alla data del 1° gennaio 2018; tale
aliquota è indicata nella tabella pubblicata sul sito del Dipartimento delle Finanze, alla quale si può accedere tramite il sito internet
www.agenziaentrate.gov.it.
109
Colonna 5 (Acconto dovuto): riportare il risultato della seguente operazione:
RV17 col. 2 x RV17 col. 4 x 0,3
100
Se il Comune ha previsto aliquote per scaglioni di reddito (colonna 3 barrata) nella precedente formula, in luogo della singola aliquota,
vanno applicate le diverse aliquote deliberate. Se il Comune ha deliberato una soglia di esenzione e siete nella condizione prevista per
poterne fruire, non dovete compilare la presente colonna. Si rimanda a tal fine alle istruzioni precedentemente fornite.
Colonna 6 (Addizionale comunale 2018 trattenuta dal datore di lavoro) riportare l’importo indicato nel rigo RC10 col. 5.
2018
Colonna 7 (Importo trattenuto o versato) da compilare solo nel caso di dichiarazione integrativa o correttiva. Indicare:
n l’importo versato con il mod. F24 per il pagamento dell’acconto dell’addizionale comunale, nel caso di integrazione di un precedente
modello REDDITI PF 2018;
Fascicolo 1 Istruzioni per la compilazione
n l’importo indicato nella col. 7 del rigo 97 (ovvero col. 7 del rigo 117 per il coniuge dichiarante) del mod. 730-3/2018 (prospetto di
liquidazione) rilasciato dal soggetto che ha prestato l’assistenza fiscale, nel caso di integrazione di un precedente modello 730/2018.
Colonna 8 (Acconto da versare) riportare il risultato della seguente operazione: RV17 col. 5 – RV17 col. 6 – RV17 col. 7.
Se il risultato è negativo la colonna 8 non deve essere compilata.
Nella dichiarazione relativa al periodo d’imposta in cui è presentata la dichiarazione integrativa è indicato il credito derivante dal minor
debito o dal maggiore credito risultante dalla dichiarazione integrativa.
A tal fine, va indicato:
– in colonna 1, il codice tributo relativo al credito derivante dalla dichiarazione integrativa;
– in colonna 2, l’anno relativo al modello utilizzato per la dichiarazione integrativa (ad esempio, per la dichiarazione integrativa UNICO
æ
ReddITI PeRsone FIsIche
I crediti relativi all’IRPEF, alle addizionali regionali e comunali di importo pari o inferiore a 12 euro non sono rimborsa-
bili né utilizzabili in compensazione. I crediti relativi alle Imposte sostitutive e alle altre imposte indicate nel quadro RX
di importo pari o inferiori a 10 euro non sono rimborsabili.
Nel caso in cui si intenda chiedere a rimborso il credito risultante dalla presente dichiarazione (colonna 4 della sezione I) ovvero il credito
derivante dalla precedente dichiarazione (colonna 4 della sezione II), il contribuente, per ridurre i tempi di erogazione del rimborso, può
comunicare direttamente all’Agenzia delle entrate le proprie coordinate bancarie mediante i canali telematici dell’Agenzia delle entrate o
presentare la richiesta di accreditamento ad un qualsiasi ufficio locale.
110
Il limite massimo dei crediti di imposta rimborsabili in conto fiscale e/o compensabili ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. n.
241 del 1997 è di euro 700.000, per ciascun anno solare.
2018
non può essere inferiore ad euro 13,00 (art. 1, comma 137, Legge 23/12/2005 n. 266 e successive modificazioni). Pertanto, qualora la
somma degli importi indicati nelle colonne 2 e 3 di ciascuno dei righi da RX1 a RX3 risulti inferiore ad euro 13,00, le colonne 4 e 5 dei
medesimi righi non devono essere compilate. Si ricorda altresì, che l’importo da indicare in ciascuna delle colonne 4 e 5 non può essere
Attenzione: Nel caso in cui sia compilato il quadro DI, l’importo da indicare nella presente colonna dei righi per i quali è presente la
colonna 2 deve essere preventivamente diminuito del credito indicato in colonna 4 del quadro DI, per ciascuna imposta corrispondente. Se
il risultato di tale operazione è negativo la colonna non deve essere compilata, mentre la differenza, non preceduta dal segno meno, deve
essere riportata nella colonna 2.
Nella presente colonna va riportato l’intero importo del debito risultante dalla dichiarazione e non quello della prima rata.
Nella colonna 1, “Importo a debito risultante dalla presente dichiarazione”, vanno indicati i seguenti importi:
n rigo RX1 (IRPEF): l’importo del rigo RN45;
n rigo RX2 (Addizionale regionale IRPEF): l’importo del rigo RV7;
n rigo RX3 (Addizionale comunale IRPEF): l’importo del rigo RV15;
n rigo RX4 (Cedolare secca): l’importo del rigo LC1, colonna 13;
n rigo RX5 (Imposta sostitutiva sui premi di risultato): l’importo del rigo RC4, colonna 12;
n rigo RX7 (Imposta sostitutiva di capitali estera) : l’importo del rigo RM12, colonna 5
æ
rigo RX8( Imposta sostitutiva redditi di capitali): l’importo del rigo RM13, colonna 2
Nella colonna 2, va indicato l’importo a credito delle imposte come risultano dai rispettivi quadri della presente dichiarazione. Nel caso
in cui sia compilato il quadro DI, l’importo da indicare nella presente colonna deve essere aumentato del credito indicato in colonna 4 del
quadro DI, per ciascuna imposta corrispondente.
Nella colonna 2, “Importo a credito risultante dalla presente dichiarazione”, vanno indicati i seguenti importi:
n rigo RX1 (IRPEF): l’importo del rigo RN46 al netto di quanto utilizzato per il pagamento dell’imposta sostitutiva sui maggiori valori
derivanti da conferimenti a CAF (rigo RQ4);
n rigo RX2 (Addizionale regionale IRPEF): l’importo del rigo RV8;
n rigo RX3 (Addizionale comunale IRPEF): l’importo del rigo RV16;
n rigo RX4 (Cedolare secca): l’importo del rigo LC1, colonna 14;
n rigo RX15 (Imposta sostitutiva redditi partecipazione imprese estere): l’importo del rigo RM18, colonna 6.
n rigo RX16 (Imposta pignoramento presso terzi): l’importo del rigo RM24, colonna 8;
n rigo RX18 (Imposte sostitutive plusvalenze finanziarie sezione I, II,VI): l’importo del rigo RT103, colonna 3;
n rigo RX25 (Imposta sul valore degli immobili situati all’estero): l’importo del rigo RW7, colonna 6;
n rigo RX 26 (Imposta sulle attività finanziarie detenute all’estero): l’importo del rigo RW6, colonna 6;
n rigo RX31 (Imposta sostitutiva dei soggetti che aderiscono al regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in
mobilità e contribuenti che fruiscono del regime forfetario): l’importo del rigo LM47;
n rigo RX36 (Tassa etica): l’importo del rigo RQ49 colonna 8.
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Nella colonna 3, “Eccedenza di versamento a saldo”, va indicato, l’importo eventualmente versato in eccedenza rispetto alla somma
dovuta a titolo di saldo nella presente dichiarazione. Nella presente colonna va indicato, inoltre, l’eventuale ammontare di credito, relativo
al periodo d’imposta oggetto della presente dichiarazione, utilizzato in compensazione in misura superiore a quello che emerge dai
corrispondenti quadri della presente dichiarazione o in misura superiore al limite annuale di 700.000 euro previsto dall’art. 9, comma 2, del
decreto-legge n. 35 del 2013, e spontaneamente riversato secondo la procedura descritta nella circolare n. 48/E del 7 giugno 2002
(risposta a quesito 6.1) e nella risoluzione 452/E del 27 novembre 2008. Si precisa che l’importo del credito riversato deve essere indicato
al netto della sanzione e degli interessi eventualmente versati a titolo di ravvedimento.
Per ciascun rigo la somma degli importi di colonna 2 e colonna 3 deve essere ripartita tra le colonne 4 e 5, salvo quanto evidenziato con
2018
Nella colonna 5, “Credito da utilizzare in compensazione e/o in detrazione”, va indicato il credito da utilizzare in compensazione con
il Mod. F24 ai sensi del D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241 ovvero, in alcune ipotesi, in diminuzione della medesima imposta dovuta per i periodi
successivi a quello cui si riferisce la presente dichiarazione.
Ad esempio, in caso di credito IRPEF, va indicata sia la parte di credito che il contribuente intende compensare ai sensi del D.Lgs. n.
241 del 1997 utilizzando il Mod. F24, sia quella che vuole utilizzare in diminuzione dell’acconto IRPEF dovuto per l’anno 2018 senza
esporre la compensazione nel Mod. F24. Nella presente colonna gli importi a credito devono essere indicati al lordo dei relativi utilizzi
già effettuati.
Il credito indicato nella presente colonna, per la parte eventualmente derivante dalla colonna 4 del quadro DI, , può essere utilizzato
in compensazione per eseguire il versamento di debiti maturati a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata
presentata la dichiarazione integrativa (art. 2, comma 8-bis, del D.P.R. n. 322 del 1998, come modificato dall’art. 5 del decreto-legge
n. 193 del 2016).
Se il contribuente non ha utilizzato il credito in compensazione in F24 e non fa valere il credito nella dichiarazione suc-
cessiva (questa non è presentata perché ricorrono le condizioni di esonero), può chiedere il rimborso presentando
un’apposita istanza agli Uffici dell’Agenzia delle Entrate competenti in base al domicilio fiscale. Se il contribuente nel-
l’anno successivo, ricorrendo le condizioni di esonero, non presenta la dichiarazione, può comunque indicare il cre-
æ
dito in questione nella prima dichiarazione successivamente presentata. Se in sede di controllo automatizzato della di-
ReddITI PeRsone FIsIche
chiarazione, viene riscontrata la spettanza di una eccedenza superiore a quella dichiarata, l’Agenzia delle Entrate, pre-
via comunicazione al contribuente, procederà al rimborso di tali maggiori somme, salvo sua diversa indicazione. Nei
casi in cui non è possibile stabilire con certezza la spettanza del credito, l’Agenzia invierà al contribuente la comuni-
cazione di maggior credito ai fini della sua conferma presso gli uffici.
Questa sezione va utilizzata anche in caso di indicazione nel quadro DI di crediti relativi a imposte per le quali non è prevista
l’esposizione nella sezione I.
Nella colonna 1, “Codice tributo”, va indicato, limitatamente ai righi da RX54 a RX57 il codice tributo dell’importo o eccedenza a
credito che si intende riportare dall’anno precedente per le imposte diverse da quelle espressamente previste nei righi da RX51 a RX53.
Nella colonna 2, “Eccedenza o credito precedente”, va indicato l’ammontare del credito, di cui alla colonna 5 del corrispondente rigo
del quadro RX – Sezione I del modello REDDITI 2017, oppure le eccedenze di versamento rilevate successivamente alla presentazione
della dichiarazione REDDITI 2017 o riconosciute dall’Agenzia delle Entrate a seguito di liquidazione della dichiarazione a condizione che
esso non possa essere riportato nello specifico quadro a cui l’eccedenza d’imposta afferisce ovvero nella sez. I del quadro RX. Nel caso
in cui sia compilato il quadro DI, l’importo da indicare nella colonna 2 della presente sezione deve essere aumentato del credito indicato
in colonna 4 del quadro DI, per ciascun tributo corrispondente.
Nella colonna 3, “Importo compensato nel Mod. F24”, va indicato l’ammontare del credito o eccedenza di cui alla precedente colonna
2 che è stato complessivamente utilizzato in compensazione con il Mod. F24 ai sensi dell’art. 17 del D. Lgs. n. 241/1997 entro la data di
presentazione della presente dichiarazione. Per ciascun rigo la differenza risultante fra l’importo indicato nella colonna 2 e l’importo
indicato nella colonna 3 deve essere ripartito tra le colonne 4 e/o 5.