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Miles Davis: la biografia, la carriera, la vita privata e le curiosità sul geniale


trombettista e compositore che ha fatto la storia del jazz. Miles Davis è un bel
pezzo di storia del jazz. O forse più in generale è un pezzo di storia della
musica. Un genio tra i più brillanti del Ventesimo secolo, un compositore
raffinato che può essere paragonato per importanza ai più conosciuti
compositori classici, Bach, Mozart o Beethoven. Il contributo dato da Miles al
mondo della musica popolare è infatti straordinario. Dal bebop al cool e
modal jazz, fino al jazz elettrico e alla fusion, senza dimenticare funk e rap,
Miles ha davvero posto le basi per quasi tutto ciò che di bello e artistico
ascoltiamo ancora oggi. Andiamo a scoprire alcune curiosità sulla sua
carriera e la sua vita privata. Chi era Miles Davis: la biografia Miles Dewey
Davis III nacque ad Alton, Illinois, il 26 maggio 1926 sotto il segno dei
Gemelli. La sua passione per la musica gli venne tramandata dalla madre,
Cleo Henry, un’abile pianista. A 13 anni fu però il padre a regalargli la sua
prima tromba, instradandolo verso lo strumento che diverrà il simbolo della
sua carriera.

Si esibì per la prima volta il pubblico nel 1943 a 17 anni, suonando con il
gruppo di Eddie Randle. A partire da questa esibizione, iniziò a entrare in
contatto con famosi musicisti dell’epoca. Capì quale avrebbe dovuto essere il
suo futuro quando una sera, durante un concerto al Riviera Club di St. Louis
della big band di Billy Eckstine, un individuo gli chiese di sostituire uno dei
trombettisti, ammalatosi all’ultimo momento. Quell’individuo era Dizzy
Gillespie, un membro della band insieme ad altre leggende come Charlie
Parker, Sarah Vaughan e Art Blakey. La sua carriera iniziò con il
trasferimento a New York negli anni Quaranta. Fu un periodo fondamentale
per la sua vita, che pose di fatto le basi per il successo raggiunto negli anni
Cinquanta e che ebbe il suo apice in un album leggendario come Kind of
Blue, da cui è tratta la splendida So What.
l resto è storia. Jazzista geniale, Miles ebbe anche un suo periodo ‘elettrico’,
che fu fondamentale per lo sviluppo di generi musicali che andavano oltre il
jazz, come la fusion. Ma non c’è davvero genere cui non abbia dato il suo
contributo nel corso della sua carriera di compositore sui generis e molto
originale. Uno dei più grandi talenti del Novecento, senza ombra di dubbio.
Miles Davis: la morte Miles era nato per comporre e suonare, e lo fece per
tutta la vita, anche negli ultimi anni. Si esibì anche in Italia poco prima della
morte, il 23 luglio 1001 allo stadio Olimpico di Roma, in un concerto storico
aperto da Pat Metheny. E poi ancora il giorno dopo a Castellfranco Veneto.
Debilitato dal diabete, il 18 settembre 1991 venne ucciso da un violento
attacco di polmonite. Aveva 65 anni. La tomba di Miles Davis si trova al
Woodlawn Cemetery, nel Bronx, uno dei quartieri più famosi di New York. La
vita privata di Miles Davis: moglie e figli Miles ha avuto tre mogli: Frances dal
1958 al 1968, Betty dal 1968 al 1969 e Cicely Tyson dal 1981 al 1988. Dalle
sue numerose relazioni sono nati quattro figli: Cheryl nel 1944, Gregory nel
1946, Miles Davis IV nel 1950 ed Erin nel 1970. Sai che… -Miles Davis era
alto 1 metro e 69. -La madre avrebbe voluto suonasse il violino. -Miles fu uno
dei pochi jazzisti capaci di imporre il proprio talento anche commercialmente,
diventando una vera superstar dell’industria musicale. -A conferma del suo
contributo fondamentale per più generi, nel 2006 è stato introdotto nella Rock
and Roll Hall of Fame. -Miles non fu solo un musicista straordinario, ma
anche un incredibile talent scout. Sotto di lui esplosero alcuni dei più grandi
talenti della storia del jazz. Tra tutti anche John Coltrane. -Era
soprannominato Il principe delle tenebre a causa della sua personalità
complessa, scontrosa, e della sua voce roca. -Alla sua leggenda contribuì
anche un look curatissimo, con un vestiario colorato firmato in gran parte da
Versace. -La discografia di Miles Davis continua a essere accresciuta da
album postumi. L’ultimo è Rubberband del 2019. -Su Instagram Miles Davis
ha un account ufficiale a lui dedicato da oltre 35mila follower.

Già alla fine del 1948 i rapporti all'interno della formazione


di Parker iniziavano a deteriorarsi, in parte a causa del comportamento
sempre più erratico di "Bird"[16]. A questo si devono aggiungere i contrasti
sulla composizione e la gestione del gruppo tra "Bird", Max Roach e Davis [17].
Quando, nel dicembre di quell'anno, si aggiunsero anche contrasti
economici[18], Miles si dimise assieme a Roach, dopo una tempestosa serata
al Royal Roost[19]. Privo di un gruppo fisso, Miles iniziò ad inanellare una
lunga serie di collaborazioni come sideman con tutte le maggiori formazioni
del tempo.

Miles Davis al piano con Howard McGhee e Brick Fleagle, ritratti da William


P. Gottlieb intorno al settembre del 1947.
Nello stesso periodo, egli aveva preso a frequentare la casa del compositore
e arrangiatore canadese Gil Evans, che frequentava l'ambiente dei club e
aveva anche ospitato Parker per qualche tempo, cercando di persuaderlo a
collaborare su vari progetti musicali[20]. Dalle conversazioni tra Evans e il
gruppo di musicisti che frequentava la sua casa nacque l'idea di una
formazione originale. Davis e Evans sponsorizzarono infatti la formazione di
un nonetto - poi noto come Tuba Band - dalla strumentazione insolita,
comprendente un corno francese e, appunto, una tuba. L'idea musicale di
base era di poter lavorare con un tessuto sonoro formato da voci strumentali
che suonavano come voci umane. Davis - citando come modelli Duke
Ellington e Claude Thornhill - dice che, dal punto di vista della composizione,
del suono e degli arrangiamenti, l'obiettivo era creare una musica rilassata il
cui suono si avvicinasse a quello delle big band del recente passato, tenendo
però conto dei cambiamenti portati dal bebop.
La formazione cambiò più volte tra l'estate del 1948 (la prima uscita del
gruppo) e la fine del 1949. Davis e Roach erano tra i membri fissi, così come
un giovane Gerry Mulligan, che contribuì in parte agli arrangiamenti e alla
composizione, e Lee Konitz, il cui nome fu suggerito da Mulligan come
alternativa a Sonny Stitt, il cui suono era considerato troppo boppistico per il
progetto. Al trombone fu assoldato il bianco Michael Zwerin, che si alternò in
seguito con Kai Winding (in parte per l'indisponibilità di J. J. Johnson). Al
McKibbon era al basso, poi rimpiazzato da Joe Shulman. I pianisti
erano John Lewis (anche agli arrangiamenti) e Al Haig. La tuba era suonata
da Bill Barber con Kenny Hagood alla voce e Junior Collins (rimpiazzato poi
da Sandy Siegelstein e Gunther Schuller) al corno francese. L'inclusione di
diversi bianchi nella formazione provocò molti malumori nella comunità dei
musicisti neri.

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