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Paolo Borsellino
Maria Pappas
Professoressa Alessia Weisberg
ITAL 305
28 aprile 2016
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In tutta la storia, poche persone hanno lasciato un impatto nella lotta alla mafia in Italia
ed in America come gli eroi italiani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Dopo molti anni di
dominio straniero, negli anni 1800 i siciliani hanno deciso di prendere la loro giustizia nelle
proprie mani con la mafia siciliana, oggi nota come Cosa Nostra. Nella Cosa Nostra, i membri
sono conosciuti come ‘uomini d’onore’, e c’è un gran capo tra tutti i capi delle famiglie diverse.
Oggi è diventata un'impresa di molti miliardi di dollari, e una delle organizzazioni criminali più
Giovanni Falcone, “l’uomo che sfidò Cosa Nostra”, nacque a Palermo il 18 maggio,
1937. Da ragazzino, era un amico e vicino di Paolo Borsellino, essendo nato nello stesso
quartiere di Palermo, Kalsa. Poi, entrambi si iscrivono alla facoltà di giurisprudenza presso
l’Università degli Studi di Palermo. Dopo essersi laureato nel 1961, Falcone è stato assegnato
all'ufficio del procuratore di Lentini, Trapani e Marsala, e poi nel 1978 al tribunale fallimentare
di Palermo. Prima di morire a 53 anni, non aveva mai avuto dei bambini.
nel 1962, sposato nel 1968, ed è diventato pretore a Mazara del Vallo, Monreale, e Palermo.
Mentre lui era più vicino alla destra, il Movimento Sociale Italiano, Falcone si è associato più di
un comunista. Inizialmente, nessuno dei due aveva intenzione di dedicare il proprio servizio ad
eliminare la mafia, ma dopo aver visto personalmente i suoi orrori, non volevano ignorare il
problema.
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caso di Michele Sindona, un faccendiere e banchiere italiano che si rifugiò negli Stati Uniti nel
1974 dopo il suo fallimento. La sua collaborazione con Stefano Bontate, il capo della famiglia
mafiosa Santa Maria di Gesù, è quello che ha diretto l’attenzione di Falcone alla mafia. Rosario
Spatola, il più grande costruttore di Palermo, lavorava anche con Carlo Gambino e Salvatore
Inzerillo, per il contrabbando di circa $600 milioni di dollari di eroina nel Stati Uniti ogni anno
Borsellino lavorava insieme ad Emanuel Basile, il capitano dei carabinieri con cui ha
arresto sei ‘uomini d’onore’ grazie alla loro investigazione. Basile è stato ucciso nel 1980.
Borsellino era il capo dell’investigazione dell’arresto, che era molto influenzato dal Giovanni
Brusca, chiamato “Il Porco” o “lo scannacristiani” . Dopo pochi mesi, è ucciso anche il
Procuratore Capo di Palermo Gaetano Costa, con cui aveva lavorato per molto tempo, dopo aver
stupefacenti.
La violenza continua e diventa sempre più orribile, perché il successo del traffico di
stupefacenti per gli Stati Uniti dalla Sicilia ha permetto attacchi più ambiziosi e violenti. Gli anni
di piombo sono esemplificato dal fatto che tra il 1981 e il 1983 vennero commessi circa 600
omicidi da parte della mafia. Non passò molto tempo prima che Rocco Chinnici, magistrato e
amico di Costa, ha ideato ‘il pool antimafia’, che includeva Giovanni Falcone, Paolo Borsellino,
era basata dei Caselli a Torino per concentrarsi sulle Brigate Rosse, e ha cambiato totalmente il
Falcone è stato nominato dal Chinnici al caso dei contrabbandieri di eroina, che collegava
Spatola che Falcone ha introdotto le tecniche investigative innovative nella lotta legale contro la
mafia. Per esempio, lui era il primo magistrato che ha cercato i conti bancari dei mafiosi e ha
collaborato con l’FBI e i “pentiti” (o ex-mafiosi) in America, come Tommaso Buscetta. Era lui
che ha suggerito a Falcone che la mafia non era costituita da piccoli gruppi, ma in realtà ruotava
attorno ad un nucleo centrale. Nel 1983, dopo molte importanti scoperte da Falcone, Chinnici è
ucciso in un’esplosione, proprio un’altra tragedia, ma anche un segno che era sulla buona strada
a scoprire più informazioni dannose per la mafia. Dopo l’assassinio, Antonino “Ninni”
Forse il più importante e conosciuto degli sforzi di Falcone era il “Maxiprocesso”, che ha
cominciato a febbraio del 1986 ed è durato fino alla sentenza finale a gennaio, 1992. Di
conseguenza, 475 mafiosi (particolarmente la fazione dei Corleonesi) sono stati identificati e
però, il rischio di essere ucciso era profondamente alto, e bisogna avere massima allerta. Lui si è
Il 23, maggio 1992, Giovanni Falcone è ucciso in un’esplosione dell’autobomba con sua
moglie, e 3 membri della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. L'esplosione
è stata così potente che è stata registrato sulla scala Richter. Salvatore “Totò” Riina, considerato
“il capo dei capi” al tempo, ha ordinato l’assassinio di Falcone, e Giovanni Brusca è stato
incaricato dell’uccisione. L’attentato di Falcone è conosciuto oggi come “le strage di Capaci”,
perché è successo sull’autostrada A29, vicino a Capaci. Nel film, “La meglio gioventù”,
possiamo vedere un po’ di questo giorno triste per Italia, con il lavoro Giovanna, o Giudice
Carati, la sorella di Nicola e Matteo. Il funerale è stato molto coperto dai media italiani, altri
Solo 57 giorni dopo, Borsellino è assassinato a Palermo, sulla via D’Amelio. Con
Borsellino, sono stati uccisi anche 5 membri della scorta. Le indagini hanno scoperto che il
telefono della madre di Borsellino era stato sfruttato. Questa volta, quelli che hanno ordinato
l’assassino sono stati Riina e un’altro capo Pietro Aglieri. I mafiosi che hanno agito
nell’omicidio sono stati poi rivelati come Vincenzo Scarantino, Giuseppe Orofino, Salvatore
Profeta e Pietro Scotto: tutti sono stati arrestati. Il motivo per cui venne ucciso probabilmente era
dovuto al fatto che il giudice aveva riconosciuto un collegamento tra i mafiosi di Cosa Nostra e
dei politici italiani, come il Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica (S.I.S.De.) e
Silvio Berlusconi. Questi attentati hanno causato un oltraggio in Italia, e hanno portato più
Cosa Nostra. Riina fu arrestato nel 1993, dopo 23 anni di latitanza, e sta ancora servendo la
condanna all’ergastolo. Brusca ha preso il suo posto, fino al suo arresto nel 1996.
Il coraggio, la lealtà, e il generoso servizio allo Stato sono alcuni dei lasciti di Falcone e
Borsellino. Oggigiorno, sono personalità di fama mondiale e di gran importanza nella storia
italiana. Anche se avevano idee politiche completamente opposte (Falcone era a sinistra e
Borsellino a destra), ambedue gli amici hanno sostenuto la disabilitazione della mafia in Italia.
Erano veramente pionieri nel sistema giudiziario, prima che la mafia fosse ufficialmente
riconosciuta dalla legge italiana. Oggi, si trovano statue di Falcone e Borsellino nell'atrio del
criminalità, è grazie a loro che abbiamo fatto progressi nella lotta alla mafia.