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250
Eugenio De Gregorio
Posizionamento
narrativo e azioni
La ricerca computer–assistita
in psicologia sociale della devianza
ARACNE
Copyright © MMVII
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
ISBN 978–88–548–1320–5
Introduzione 7
CAPITOLO 4 – La ricerca 99
1. Obiettivi 99
1.1 La costruzione narrativa in termini di contenuti 100
1.2 La costruzione narrativa in termini di struttura 101
2. Il contatto con gli intervistati 102
2.1 Il setting e la conduzione delle interviste 103
3. La costruzione della traccia d’intervista 104
5
Indice
Bibliografia 229
Appendice A 257
Appendice B 259
Appendice C 265
Appendice D 267
Appendice E 269
6
Introduzione
7
Introduzione
8
Introduzione
9
Background teorico
11
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
Capitolo 1
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
1. I contesti di riferimento
13
Capitolo I
1
Vedremo pi… avanti che la stessa categoria generale puˆ essere messa in discussione in fun-
zione delle sue articolazioni interne.
14
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
15
Capitolo I
16
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
17
Capitolo I
4
In lingua italiana si veda - ad esempio - Mannetti, Catellani, Fasulo e Pajardi (1991).
5
Fanno eccezione pochi studi, fra i quali – come descriveremo dettagliatamente in seguito –
riveste particolare interesse quello di O’Connor (1994; 1995).
18
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
6
Pi… avanti nel corso di questo lavoro, illustreremo con maggiore precisione cose abbiamo
inteso con “unitƒ di analisi”.
7
Si tratta di un rilievo critico che ‰ mosso anche da O’Connor (1995), in uno studio che de-
scriveremo approfonditamente pi… avanti.
19
Capitolo I
8
Sullo stesso argomento si veda anche Melucci (2001).
9
Per una dettagliata analisi i tali dispositivi rinviamo a De Grada e Bonaiuto (2002).
20
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
soggetto che l’ha attuata deve essere fatta con riferimento al contesto
specifico in cui si … svolta. Senza tale riferimento, si perderebbe il si-
gnificato che effettivamente l’azione ha avuto nel momento in cui si
sono svolti i fatti: per questa ragione, una ricostruzione operata in tri-
bunale ha necessariamente un carattere artificioso perch‚ prodotta in
un contesto differente (Bruner 2002) nel quale oltretutto gli obiettivi
specifici della ricostruzione stessa sono riferibili alla necessitƒ di evi-
tare una pesante condanna e/o allontanare da s‚ parte della responsabi-
litƒ, riparare la propria immagine da eventuali attribuzioni negative:
Œil compito delle teorie discorsive dell’azione ‰ perciˆ reinserire il
soggetto agente nella storia, l’unico che inizia l’azione, l’unico che, in
qualche modo, ha un ruolo cruciale nell’attribuire significati a ciˆ che
fa e a ciˆ che ‰• (Harr‚ e Gillett 1994, trad. it. 1996, p. 128). Il concet-
to di “agentivitƒ” ‰ qui proposto nel senso di capacitƒ dell’individuo di
riposizionarsi al centro del proprio universo di significati che com-
prende l’azione su cui ‰ chiamato a rispondere o l’identitƒ che intende
assumere (De Fina 2004). Pi… avanti (e nel corso dell’intero lavoro)
questo concetto sarƒ ripreso pi… volte secondo una duplice accezione:
da una parte quella, che abbiamo appena descritto, di azione intenzio-
nale nel contesto della rievocazione (Harr‚ 1995b) e dall’altra – se-
condo una definizione tradizionale e pi… consolidata – nel senso di as-
sunzione della responsabilitƒ e della capacitƒ d’agire individuale ri-
spetto all’azione specifica nel momento in si ‰ svolta (Bandura 1986).
In entrambe le situazioni, ci troviamo dinnanzi a formulazioni a
posteriori operate in contesti specificamente deputati alla ricostruzione
di versioni plausibili di eventi (Bruner 1991; 2002), secondo criteri e
modelli che descriveremo nel capitolo 2.
O’Connor (1994; 1995) si ‰ dedicata specificamente allo studio
delle costruzioni narrative di azioni devianti operate in contesti in cui
non veniva espressamente richiesto un account, una giustificazione.
La ricercatrice ha effettuato 19 interviste in carceri degli Stati Uniti: si
trattava dunque di una situazione “colloquiale” in cui un detenuto sce-
glie, dapprima, di incontrare un ricercatore e, successivamente, di rac-
contare e raccontarsi in forma libera, non vincolata da tempi e doman-
de pressanti, n‚ da costrizioni giuridiche, senza il rischio di instaurare
situazioni tendenti alla conflittualitƒ:
Diversamente dai discorsi formulati in tribunale, dove le sequenze domanda-risposta
elicitano fatti criminosi, il discorso prodotto nelle narrazioni autobiografiche studiate
in questa sede ‰ meno diretto e pi… aperto, e consente ai detenuti di riferire con lunghi
passaggi narrativi (O’Connor 1995, p. 430).
21
Capitolo I
22
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
23
Capitolo I
24
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
10
In un lavoro recente, condotto nell’ambito del Laboratorio di Psicologia Investi-
gativa della Facoltƒ di Psicologia 2 e la cui pubblicazione dei risultati ‰ ancora in cor-
so, abbiamo utilizzato il modello della GDA con particolare riferimento alla dimen-
sione del comportamento manifesto: in quel contesto avevamo a disposizione 23 fil-
mati di videosorveglianza relativi a rapine condotte in banche, farmacie e gioiellerie
(si tratta di materiali privi di audio) rispetto ai quali abbiamo cercato di rilevare even-
tuali pattern di azione condivisi e consolidati nel modus operandi degli autori di reato
(De Leo, Volpini e De Gregorio 2006).
25
Capitolo I
11
• recente l’enfasi che questi hanno ricevuto sia nelle premesse di intenzionalitƒ
e controllo razionale dell’azione (Searle 2001), sia per quanto riguarda la verifica spe-
rimentale delle ipotesi sui meccanismi automatici del comportamento sociale (Bargh e
Chartrand 1999; Bargh e Ferguson 2000; Bargh, Chen e Burrows 1996; Aarts e Di-
jksterhuis 2000).
26
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
27
Capitolo I
12
Gli studi sull’identitƒ sociale, d’altra parte, offrono molti spunti in proposito con
riguardo agli schemi di s‡, alla gestione delle impressioni, alla conformi-
tƒ/negoziazione rispetto alle norme, alla costruzione e al mantenimento di un senso di
coerenza di s‡ anche attraverso il riferimento ai gruppi di appartenenza (si vedano a
titolo esemplificativo i recenti manuali in lingua italiana: Arcuri 1995; Mannetti 2002;
Moghaddam 2002).
28
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
13
Si pensi, ad esempio, ai casi di violenza sessuale operata da un gruppo in cui ‰
possibile leggere la valenza relazionale dell’azione secondo una duplice direzione: (a)
verso la vittima con cui gli autori instaurano una relazionalitƒ (reale o fittizia) distorta,
(b) fra i componenti del gruppo, rispetto ai quali - ad esempio - il leader “comunica” il
suo ruolo egemone nel determinare il destino della vittima e il gregario manifesta (nel
peggiore dei modi, secondo criteri di accettabilitƒ morale) la sua appartenenza al
gruppo.
29
Capitolo I
Nella narrazione di un evento attuale si possono presentare non solo le azioni, ma an-
che il s‚ durante quegli eventi. In questo modo, nel contesto delle interviste, attraverso
la cornice del resoconto di una storia, la narrazione dƒ una doppia lettura
dell’agentivitƒ del parlante e del posizionamento, attraverso le azioni riferite e attra-
verso gli stati d’animo descritti.
14
‡ importante precisare che nel corso di tutto il lavoro condotto i concetti di “S‚”
e di “identitƒ” sono utilizzati in maniera intercambiabile. Pur nella consapevolezza
delle diverse tradizioni di ricerca e contesti applicativi, infatti, riteniamo che solo una
prospettiva integrata potesse consentirci di cogliere sia la costruzione consolidata
dell’immagine di S‚ (con enfasi sulla storia pregressa e sugli eventi che hanno caratte-
rizzato lo sviluppo della persona) sia gli aspetti di cambiamento, tensione al futuro e
alla (ri)costruzione di questa immagine.
30
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
influenze, ma ‰ anche creativitƒ, innovazione, tensione aperta verso il futuro […] per-
ch‚ le influenze esterne acquistano significato e diventano parti dell’identitƒ solo pas-
sando attraverso processi psicologici di tipo ricostruttivo.
15
Per proposte di impostazione e prospettive diverse di veda, ad esempio, il con-
cetto di “Life Story Schema” (Bluck e Habermas 2000; Habermas e Bluck 2000; Ha-
bermas e Paha 2001): secondo questo modello, pur non escludendo completamente le
influenze culturali, la struttura narrativa del S‡ fa fa riferimento a uno schema cogni-
tivo interindividuale. McAdams, Diamond, de St. Aubin e Mansfield (1997) propon-
gono invece una metodologia quantitativa per la codifica e l’analisi delle interviste
autobiografiche.
16
A questo riguardo, l’Autore ha sostenuto che ‰la realtƒ della persona … individu-
ale e sociale, ancorata alle numerose situazioni della vita quotidiana e creata nuova-
mente in ogni situazione e nelle biografie che ognuno si costruisce o che altri costrui-
scono per lui o leiŠ (Hewitt 1996, trad. it. 1999, p. 100).
31
Capitolo I
17
Su questo tema si vedano anche Smorti (1997) e Sarbin (1986a).
18
In linea con quanto descritto nel paragrafo precedente.
19
L’articolazione di Sommers (1992), ripresa da Smorti (1997), … in realtƒ quadri-
partita e include anche le “narrazioni pubbliche” e le “metanarrazioni”.
32
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
33
Capitolo I
20
Fra i tanti possibili riferimenti sull’intervista intesa come processo di costruzio-
ne delle conoscenze si veda Furlotti (1998).
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Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
‡ ormai chiaro che la ricerca in qualsiasi campo produrrƒ dati che rispecchiano le
procedure sperimentali usate nell’osservazione o nella misurazione. La scienza inven-
35
Capitolo I
ta una realtƒ che si adatta alla teoria. Quando noi “confermiamo” la nostra teoria per
mezzo di “osservazioni”, non facciamo altro che escogitare procedure che andranno a
corroborare tale plausibilitƒ.
36
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
21
Il concetto di “story line” in quanto modello narrativo consolidato … stato precisato impli-
citamente anche da Bruner (2002, pp. 102-103) che ha affermato ‰Le trasgressioni
dell’ordinario, una volta addomesticate narrativamente, recano l’impronta della cultura, […]
un’approvazione in forma di “Oh, ecco di nuovo la vecchia storia”. Una volta nobilitate come
genere o come “roba vecchia”, esse divengono legittimate e interpretabili come trasgressioni o
infortuni o errori di giudizio umano - il figlio integrato, il coniuge infedele, il servitore ladro.
Diventano l’imprevisto di repertorio e noi ci facciamo consolare che sotto il sole non ci sia nulla
di nuovoŠ.
22
Dobbiamo precisare per completezza che … possibile un “terzo livello di terzo livello”,
quello operato da un osservatore esterno che assiste all’evento (come farebbe il telecronista di un
evento sportivo: Boxer 2003).
23
‰L’agente … tematizzato come un insieme di collocazioni soggettive, che non hanno una
relazione predeterminata l’una rispetto alle altre e non possono essere fissati in nessun tipo di
unitƒ stabileŠ (T•rr•nen 2001, p. 314).
37
Capitolo I
Figura 2. Azione discorsiva tripolare nel posizionamento di primo livello (le frecce
nere) e di secondo livello (le frecce grigie) [fonte: Boxer, 2003, p. 256].
Tale dinamismo (al quale tutti gli scritti citati in questo paragrafo
fanno pi… o meno direttamente riferimento) ha portato Boxer (2003) a
proporre un’analogia fra i processi sociali implicati nel posizionamen-
to e le leggi fisiche sui campi magnetici: le dinamiche che si instaura-
no fra generatori elettrici che causano campi magnetici sono simili alle
“forze” che i componenti la scena sociale mettono in campo. Il risulta-
to di questo gioco di componenti ‰ – metaforicamente – un “flusso so-
ciale”. Ma quali sono esattamente questi aspetti della vita sociale che
innescano processi posizionali? Secondo le pi… recenti riformulazioni
delle proposte originarie, si tratta di un complesso sistema di dimen-
sioni interagenti (v. Fig. 3):
24
Si veda a questo riguardo il concetto di “capitale sociale” (Putnam 1993; 2000) che – pur
non essendo esplicitamente collegato dagli Autori all’interno della cornice teorica della Teoria
del Posizionamento – ci sembra mostrare ampi margini di sovrapposizione:
25
Ulteriori specificazioni e dettagli sui concetti di “diritto” e “dovere” e sulle loro implica-
zioni di carattere culturale si vedano Moghaddam, Slocum, Finkel, Mor e Harr‚ (2000) e Bathia
(2000).
38
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
Figura 3. Interazione fra le componenti del sistema sociale nella formazione ed evolu-
zione dell’azione discorsiva (fonte: Boxer 2003, p. 259).
39
Capitolo I
poniamo di ricevere dall’ascoltatore) sono esempi del modo in cui ciascuno posiziona
se stesso per se stesso nell’arco della giornata. Infatti, ciascuno inevitabilmente collo-
ca se stesso nei discorsi interni che produce (Moghaddam 1999, pp. 75-76).
26
In particolare, la tesi che stiamo trattando ‰ sviluppata in Harr‚ e Van Langen-
hove (1999c) e Van Langenhove e Harr‚ (1993).
27
Brockmeier (1995a,b; 2000).
40
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
41
Capitolo I
42
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
43
Capitolo I
28
Questo obiettivo di definizione di un modello generale non significa tuttavia dimenticare
la natura situazionale dei posizionamenti discorsivi (cos„ come sono stati fin qui descritti): ci
riferiamo infatti a un modello valido per il gruppo specifico di rispondenti considerando essi
come rappresentanti (non rappresentativi) dei detenuti che hanno compiuto reati analoghi. Le
narrazioni prodotte hanno quindi (come verrƒ ampiamente descritto nel cap. 2) carattere situa-
zionale, costruttivo di (e costruito in) contesti specifici pur nella generale tendenza programmati-
ca verso la definizione di un modello condiviso fra i partecipanti della ricerca.
29
Precisiamo - anticipando un argomento che verrƒ approfondito in seguito (cap. 3 • 1.2) -
che il “livello di astrazione” delle dimensioni ‰ relativo alla distanza concettuale, logica e opera-
tiva fra i concetti (e le dimensioni che li compongono) e gli indicatori empirici rilevabili..
44
Le cornici di contesto e i riferimenti teorici
negli ultimi anni: gli studi sulla personalitƒ (Davies e Harr‚, 1990;
1999), la definizione delle identitƒ di genere (Moghaddam, Hanley e
Harr‚ 2003; McKenzie e Carey 2000; Lynn Adams e Harr‚ 2001;
2003), le relazioni interculturali (Slocum e van Langenhove 2003; Tan
e Moghaddam 1995; 1999; Moghaddam 1999), l’uso di stereotipi (van
Langenhove e Harr‚, 1999a; 1995), la struttura delle argomentazioni
scientifiche (van Langenhove e Harr‚ 1999b), la costruzione narrativa
dell’identitƒ sociale, nazionale o professionale (Harr‚ e van Langen-
hove 1992; 1999c; Berman 1999; Carbaugh 1999; Taylor e coll. 2003;
Phillips, Fawn e Hayes 2002), la partecipazione alle comunitƒ di prati-
che lavorative (Linehan e McCarthy 2000), il linguaggio della proget-
tazione e valutazione delle tecnologie (van Langenhove e Bertolink
1999), la comunicazione mediata da nuove tecnologie (Riva e Galim-
berti 1997), lo studio delle opinioni pubbliche conflittuali (Harr‚ e
Slocum 2003a,b), la costruzione narrativa del disagio e della malattia
(Sabat 2003; Wetherell 2003; Sabat e Harr‚ 1999; Wortham 2000;
Georgakopoulou 2000), l’espressione delle emozioni e delle motiva-
zioni (Apter 2003; Gerrod Parrott 2003; Walton, Coyle e Lyons 2003;
Benson 2003).
In conclusione, la teoria del posizionamento offre una ampia e
complessa chiave di lettura degli eventi quotidiani cos„ come li vede e
li descrive un attore-osservatore partecipante che nella definizione del-
la situazione (implicitamente o esplicitamente) narra pezzi della sua
identitƒ in quel contesto; ‰ possibile che il lettore di queste pagine ne
ricavi un’idea di vaghezza e scarsamente approfondito impianto meto-
dologico e, in effetti, gli stessi autori ne precisano natura e obiettivi:
La teoria del posizionamento non dovrebbe essere ritenuta una “teoria generale” che
richiede un’applicazione deterministica a specifiche applicazioni. Non ‰ come la teo-
ria gravitazionale. Piuttosto, puˆ essere considerata come un punto di partenza per
riflettere su molti differenti aspetti della vita sociale (Harr‚ e van Langenhove 1999d,
pp. 9-10).
45
La teoria del metodo
47
Capitolo 2
I metodi e gli strumenti
1. I metodi qualitativi
49
Capitolo II
1
Per ulteriori approfondimenti sul rapporto fra metodi qualitativi e metodi quanti-
tativi suggeriamo al lettore i recenti contributi di Mazzara (2002), Mantovani (2003) e
Corbetta (2003a).
50
I metodi e gli strumenti
2
Sull’utilizzo del termine “informazioni” al posto di “dati” si veda pi† avanti il
capitolo 4 e De Gregorio e Mosiello (2004).
51
Capitolo II
3
Con “organizzazione dei dati”, Ricolfi (1997, p. 24) definisce ‰il processo attra-
verso cui le informazioni vengono trasformate in dati e immerse in strutture pi… o me-
no rigide e pi… o meno complesse•: “dati ad alta strutturazione” sarebbero quelli la
cui analisi si basa sulla matrice, “dati a bassa strutturazione” sono quelli che si basa-
no sulla mera ispezione informale dei testi (interviste in profonditƒ e storie di vita).
52
I metodi e gli strumenti
53
Capitolo II
4
Ne riparleremo nel prossimo capitolo.
54
I metodi e gli strumenti
5
Con il termine “esperienza”, Robinson e Hawpe (1986) intendono anche le storie
precedenti cio… le narrazioni divenute fatti a cui ancorare le narrazioni attuali. Esem-
plificano questa tesi con un parallelismo fra costruzione “ingenua” delle narrazioni e
processi decisionali nei contesti legali anglo-americani in cui le sentenze diventano
dei “precedenti” e come tali danno fondamento alle decisioni successive.
55
Capitolo II
6
Inclusa la pianificazione dei percorsi d’azione e il resoconto di essi.
7
Vedi oltre, nel paragrafo successivo.
56
I metodi e gli strumenti
‰ caratterizzato sul piano simbolico […] e diviene cos„ cornice e sfondo rispetto a cui
l’attore agisce di volta in volta diverse immagini e rappresentazioni del S‚ (Pagliaro e
Dighera 1996, p. 148).
una forma di conversazione professionale che segue regole e impiega tecniche speci-
fiche, […] uno scambio di opinioni su una base di sinceritƒ, tra due persone che si
confrontano su un tema di interesse comune producendo conoscenza (Cicognani
2002a, p. 47).
8
Pi† avanti il termine “intervista” verrƒ ulteriormente declinato nelle sue concrete
applicazioni empiriche.
57
Capitolo II
9
L’atteggiamento costruttivo ‰ coerente con le pi… recenti formulazioni della rivo-
luzione contestuale in psicologia sociale (Bruner 1990, trad. it. 1992): cfr. la “Psico-
logia discorsiva” di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.
58
I metodi e gli strumenti
10
Ne abbiamo giƒ parlato nel capitolo 3 in De Leo e coll. (2004a) a cui rimandia-
mo.
59
Capitolo II
3.1.1 Le autobiografie
60
I metodi e gli strumenti
Al cuore della spiegazione del comportamento sociale c’‰ l’identificazione dei signi-
ficati soggiacenti. Parte dell’approccio orientato alla loro scoperta coinvolge
l’acquisizione di resoconti – le stesse affermazioni dell’attore sulle azioni in oggetto –
su quali significati sociali sono dati alle azioni dall’attore e dagli altri. Tali informa-
zioni devono essere raccolte e analizzate e spesso portano alla scoperta delle regole
che stanno alla base del comportamento stesso. La spiegazione tuttavia non ‰ comple-
ta finch‚ diversi resoconti sono negoziati (De Waele e Harr‚ 1979, pp. 197-198).
61
Capitolo II
Il carattere di azione sociale delle formulazioni verbali, soprattutto di quelle che ri-
guardano le cognizioni di eventi, trova riscontro nella possibilitƒ che, riguardo a uno
stesso evento, tali formulazioni, pur senza essere oggettivamente scorrette, possano
prevedere un numero pressoch‚ infinito di versioni differenti (ibidem, p. 159).
11
Pensiamo, ad esempio, all’adattamento che un’intervista focalizzata subisce nel
momento in cui diventa l’interrogatorio di un testimone in un processo penale.
12
Il termine “somministrazione” … virgolettato in quanto viene qui utilizzato per
estensione, essendo tradizionalmente usato a proposito degli item di un test o di un
questionario.
62
I metodi e gli strumenti
la domanda generativa deve essere formulata in termini molto ampi. […] ‡ seguita da
domande pi… specifiche in cui i frammenti narrativi che non erano stati trattati in mo-
do esaustivo o non erano chiari vengono ripresi dall’intervistatore con un’altra do-
manda generativa e completati (ad esempio, “Mi ha detto che prima ‰ passato da X a
Y. Non mi ‰ molto chiaro come si ‰ verificata la malattia dopo questo. Potrebbe rac-
contarmi pi… dettagliatamente questa parte della storia?”).
63
Capitolo II
13
Per una rassegna su tali orientamenti rimandiamo - fra i tanti - a Silverman
(1993; 1998).
64
I metodi e gli strumenti
non ci riferiamo solo a una generica “capacitƒ di ascolto”, ma ad una vera e propria
competenza (da apprendere con un training specifico e da affinare con l’esercizio) di
guidare l’interazione, facilitando un processo aperto i cui contenuti sono da lui stesso
previsti ma non imposti. Attore e protagonista dell’intervista narrativa rimane dunque
l’intervistato al quale il ricercatore deve proporsi con interesse “sincero” e senza cer-
care di dirigere il corso dei pensieri e delle argomentazioni verso le sue categorie in-
terpretative (De Leo e coll. 2004a, pp. 75-76).
14
Chiamata da Cicognani (2002a) anche “life history interview”.
15
• una modalitƒ simile all’autobiografia di cui parlano De Waele e Harr‚ (1979),
cfr. • 3.1.1 in questo capitolo.
65
Capitolo II
sia l’intervistatore che l’intervistato sono coinvolti in una ricerca di significato che
trasforma l’intervista in un processo attivo, necessariamente collaborativo. […]
L’intervista pi† efficace, di conseguenza, sarƒ quella in cui l’intervistatore pu• fare un
passo indietro, osservare il processo mentre … in corso, decidere in quale direzione
conviene orientarlo e stabilire in anticipo quali domande porre. Essere un’abile guida,
in grado di prevedere esattamente quello che deve accadere nel prosieguo, … davvero
essenziale per un’intervista ben riuscita. […] La parte pi† difficile dell’intervista sta
nell’adottare uno stile personale, o per meglio dire interpersonale, che induce
l’intervistato a raccontare la sua vicenda umana con un profondo coinvolgimento e-
motivo (Atkinson 1998, trad. it 2002, pp. 66-67).
66
I metodi e gli strumenti
16
In accordo con Baumeister e Newman (1994), considereremo termini “narrazio-
ne”, “resoconto” e “storia” come sinonimi.
67
Capitolo II
68
Background metodologico
fatti.
69
Capitolo 3
Le analisi delle narrazioni
L’analisi del contenuto nasce con intenti precipuamente “quantitativi”, sull’onda lun-
ga del neo-positivismo e nella convinzione che il conteggio della frequenza con cui,
all’interno di un testo, compaiono determinate parole o categorie di significato costi-
tuisca un elemento indisputabile di valutazione.
A ben vedere, un uso cos‚ rudimentale di uno strumento di raccolta dei dati limita ri-
gorosamente il campo d’applicazione, distanziandosi considerevolmente dai propositi
di analisi sistematica del messaggio che tante altre analisi del contenuto si sono pro-
poste.
Tuttavia, […] ci si proponeva, inizialmente, proprio il consolidamento di una proce-
dura di indagine che, forte del rigore metodologico, evitasse di offrire il fianco ad e-
ventuali riserve sulla correttezza dell’interpretazione di un testo (Nobile 1997, p. 26).
71
Capitolo III
72
Le analisi delle narrazioni
Un discorso analogo puˆ essere fatto rispetto alla c.d. “statistica te-
stuale” (Bolasco 1995; 1997; 1999), sia per quanto riguarda le ragioni
della loro eventuale scelta sia per le implicazioni teoriche e metodolo-
giche della loro applicazione:
tali approcci al testo infatti – enfatizzando gli aspetti statistici, talvolta anche molto
complessi – lasciano, a nostro avviso, in secondo piano le componenti di significato,
di interazione fra osservatore e soggetto osservato che invece (coerentemente con
quanto affermato a proposito della ricerca qualitativa tout court) risultano le condizio-
ni crucialmente rilevanti dei processi di costruzione di conoscenza (Silverman, 2000).
In altri termini, anzich‚ “dalle parole ai numeri” (Amaturo e Gambardella 1995), pre-
feriamo passare dalle parole ai significati (De Leo e coll. 2004a, p. 100).
In certi casi, risulta determinante anche l’ampiezza del frammento di testo, visto come
unitƒ di contesto, su cui operare una ricerca per la cattura di un’occorrenza. Ciˆ al fine
di indagare sulle co-occorrenze di due o pi… termini. I frammenti possono infatti esse-
re naturalmente giƒ definiti, come nel caso delle risposte libere in un questionario o
dei titoli di articoli della stampa, o dei paragrafi e/o commi di un testo giuridico. Ma
possono invece non esserlo, come nel caso dei testi letterari e di interviste non diretti-
ve. Allora, l’incertezza delle scelte ‰ elevata, poich‚ non vi sono regole generali per la
segmentazione del corpus.
73
Capitolo III
1
Nella figura i termini “formale” e “sostantiva” fanno riferimento al livello di ge-
neralitƒ/specificitƒ della spiegazione teorica: le prime si limitano al singolo fenomeno
sociale, le seconde li includono classi pi… ampie.
74
Le analisi delle narrazioni
Come abbiamo scritto anche in altra sede (De Leo e coll. 2004b) e
come evidenziato da autorevoli studiosi (Charmaz 2006; Clark 2005),
tuttavia, la certezza di poter “mettere da parte” le categorie teoriche di
riferimento ci sembra un’operazione ingenua perch‚ non tiene conto
del fatto che inevitabilmente il ricercatore porta nell’intero processo di
ricerca (dalla formulazione delle domande dell’intervista all’analisi
delle informazioni) i propri orientamenti e inclinazioni, gli interessi di
ricerca, la soggettivitƒ, incluso l’angolo visuale della propria forma-
zione teorica e del proprio gruppo di riferimento (comunitƒ scientifi-
ca).
75
Capitolo III
Figura 6. Il modello lineare del processo di ricerca (fonte: Cicognani 2002a, p. 26)
2
Per comoditƒ espositive utilizzeremo d’ora in poi il termine “dati” insieme a
quello di “informazioni”, sebbene il primo tenda a richiamare un’impostazione ogget-
tivista che si allontana dall’orientamento di tipo qualitativo. Si rimanda comunque al
capitolo 4 per una maggiore articolazione delle differenze d’uso fra i termini “infor-
mazioni”, “dati” e “osservazioni” (cfr. anche Mannetti e Pierro 1998).
76
Le analisi delle narrazioni
emergere i significati racchiusi nelle informazioni che di volta in volta vengono codi-
ficate. Esemplare in questo senso ‰ il concetto proposto da Strauss e Corbin (1990) di
“matrice condizionale”, un diagramma utile alla descrizione del contesto legato al fe-
nomeno oggetto di studio. Tale matrice permette di collegare contemporaneamente –
attraverso la struttura logica a cerchi concentrici – i diversi livelli pertinenti
all’oggetto di studio (De Gregorio e Mosiello 2004, p. 19).
individuo
gruppo
organizza-
zione
comunitƒ
nazione
cultura
77
Capitolo III
78
Le analisi delle narrazioni
3
Giova precisare che nella ricerca qualitativa in generale il termine “campiona-
mento” non implica alcuna pretesa di rappresentativitƒ rispetto a una popolazione di
riferimento: si riferisce infatti a un “set di documenti” o a un “gruppo di soggetti”.
4
Nel capitolo 4 ci riferiremo al prodotto di questa operazione in termini di “codi-
ci”.
5
Nel capitolo 4 ci riferiremo al prodotto di questa operazione in termini di “fami-
lies”.
79
Capitolo III
incapacitƒ di riconoscere il ruolo delle teorie implicite che guidano il lavoro sin dalle
prime fasi. Inoltre, risulta pi… chiara sulla produzione di teorie e meno sul loro con-
trollo. Utilizzata in modo non intelligente, puˆ anche degenerare in una costruzione
abbastanza vuota di teorie o in una cortina di fumo impiegata per legittimare ricerche
puramente empiriche.
si ritiene che i ricercatori debbano possedere alcune risorse teoriche (di varia prove-
nienza: ad esempio conoscenze teoriche, esperienza) e una prospettiva dalla quale ini-
ziare l’analisi, senza tuttavia applicarla automaticamente a dati, problemi e contesti
nuovi, ma piuttosto, cercando di raggiungere un equilibrio delicato fra l’avere un
grounding nella disciplina e spingerla un po’ oltre.
6
Nel capitolo 4 ci riferiremo al prodotto di questa operazione nei termini delle
“network”.
7
Sul concetto di “story line” si veda il • 3.1 nel capitolo 1.
80
Le analisi delle narrazioni
8
Il filone di studi che pi… direttamente deriva dagli studi del formalismo russo
(rappresentato da Propp) ‰ noto oggi come “narratologia” (Murray 1995; Manning e
Cullum-Swan 1994; 1998).
9
Per un’applicazione del concetto di “genere narrativo” all’analisi delle interazioni
discorsive si vedano, ad esempio, i lavori di Fasulo (1997; 2003).
81
Capitolo III
una difficoltƒ, un impedimento, una contraddizione fra i cinque elementi (il “proble-
ma”) che rende necessario un resoconto del corso d’azione (Bruner 2002): la narra-
zione ha cio… un senso sulla base delle difficoltƒ che rendono narrabile l’esperienza
[…]. Gli aspetti interessanti della vita di ciascuno (ci• che merita di essere narrato)
non sono quelli che fanno parte della quotidianitƒ routinaria, ma gli eventi salienti. La
narrazione appare quindi come costrutto utile ai fini della comprensione di un’azione,
ma necessita di un’adeguata struttura di analisi qualitativa che consenta di cogliere i
nodi attorno a cui la narrazione stessa … organizzata: di cogliere, in altri termini, i si-
gnificati rilevanti per il soggetto, i passaggi secondo cui il narratore imposta la reso-
contabilitƒ della propria esperienza, ovvero il senso con cui tale esperienza … stata
soggettivamente costruita ed elaborata (De Leo e coll. 2004a, pp. 112-113).
10 Del modello di Labov parleremo fra poco nel corso di questo paragrafo.
82
Le analisi delle narrazioni
re, bens„ giustifica. E il S‚ come protagonista ‰ sempre, per cos„ dire, orientato al futu-
ro. Quando sentiamo affermare, per riassumere la storia di un’infanzia: “Ero un gra-
zioso ragazzino ribelle”, di solito questa valutazione a posteriori puˆ essere intesa an-
che come una profezia (Bruner 1990, trad. it. 1992, p. 117).
83
Capitolo III
11
‡ pur vero che un modello analogo a quello di Abell ‰ stato applicato, in ambito
sociologico, alla ricerca di modelli condivisi nelle carriere dei musicisti (Abbott e
Hrycak 1990), ma in questo caso ‰ stata dichiarata la matrice positivista (sul modello
delle scienze naturali) delle procedure di codifica e analisi dei materiali.
84
Le analisi delle narrazioni
Figura 9. Struttura gerarchica della narrazione secondo Gee e Kegl (1983, p. 248).
85
Capitolo III
se chiediamo a chi legge una storia di riassumerla successivamente, una gran quantitƒ
di informazione residente in memoria ‰ selettivamente ignorata per produrre una ver-
sione semplificata della narrazione originaria. Questo processo di semplificazione si
basa su una struttura globale della memoria che consente di focalizzare l’attenzione
sugli elementi centrali della storia ignorando i dettagli periferici (Lehnert 1981, p.
294).
86
Le analisi delle narrazioni
87
Capitolo III
88
Le analisi delle narrazioni
12
Heise ha creato un software apposito per le analisi di strutture di questo tipo,
ETHNO.
89
Capitolo III
13
Questa definizione ‰ condivisa anche da Cortazzi (1993) e da Baeger e McA-
dams (1999).
14
Da cui prende il nome l’intero modello.
15
Uno studio, in particolare, ‰ riferito allo studio delle proprietƒ formali delle nar-
razioni di azioni violente (Labov 1982).
90
Le analisi delle narrazioni
91
Capitolo III
modello che rende intelligibili sia una specifica realtƒ individuale sia i canoni culturali
che contribuiscono a definirla (Brockmeier e Harr‚ 1997).
92
Le analisi delle narrazioni
19 Un’ampia rassegna e una discussione critica dei modelli di analisi strutturale con
93
Capitolo III
Lo scopo dell’analisi delle narrazioni sulle storie di vita … la ricostruzione del signifi-
cato attuale delle esperienze e la ricostruzione dell’ordine temporale della storia evo-
lutiva sia essa scritta o narrata oralmente. L’analisi riguarda in particolare la scoperta
dei meccanismi di selezione che guidano la scelta degli elementi testuali (o delle sto-
rie) in relazione al generale orientamento tematico dell’intervista. L’oggetto di questa
fase analitica – chiamata Thematic Field Analysis – … la ricostruzione della forma e
della struttura della narrazione, cio… del modo in cui la narrazione stessa … temporal-
mente e tematicamente ordinata nell’intervista (Rosenthal 1993, p. 40).
94
Le analisi delle narrazioni
le storie […] non possono essere considerate come una serie di esperienze isolate, di-
sposte in ordine cronologico come se fossero strati di rocce sedimentarie; le esperien-
ze individuali sono sempre incluse in contesti coerenti e significativi, in una costru-
zione biografica (Rosenthal 1993, p. 62).
95
Declinazioni operative
97
La ricerca
Capitolo 4
La ricerca
1. Obiettivi
99
Capitolo IV
1
Iniziamo, fin da adesso, a chiamare “partecipanti” (o “rispondenti”) gli individui
che hanno accettato di prendere parte alla ricerca: questa scelta ha motivazioni teori-
che ed epistemologiche precise; l’utilizzo del termine “partecipante” … stato preferito a
quello di “soggetto”, in virt† della connotazione di attivitƒ/attivazione rispetto alla
costruzione delle informazioni della ricerca. Per ragioni analoghe, pi† avanti si parlerƒ
di “gruppo di partecipanti” invece che di “campione della ricerca”, non avendo il re-
quisito della rappresentativitƒ: il reclutamento … avvenuto infatti su base volontaria
(vedi oltre).
100
La ricerca
2
Nello specifico contesto di applicazione dello studio (la realtƒ penitenziaria) i ri-
ferimenti temporali al presente, al passato e al futuro assumono un significato partico-
lare: si tratta infatti (si vedrƒ pi… avanti) di dimensioni fortemente caratterizzate dal
tema del cambiamento e della responsabilizzazione. Il cambiamento, in particolare, si
collega al passato (una situazione normativamente connotata su un versante negativo:
il reato) e a una previsione/aspettativa futura di comportamenti intenzionalmente o-
rientati a un versante positivo (il rispetto delle regole, la riconciliazione con la vittima,
le prospettive risocializzanti, etc.).
101
Capitolo IV
102
La ricerca
3
Tale operazione, in ottemperanza ai principi del “campionamento teorico” (cfr.
Strauss e Corbin 1990: vedi anche capitolo precedente), … stata necessaria per ottenere
interviste con rispondenti accuati di omicidio: a “Rebibbia” infatti si riscontra una
maggiore quantitƒ di detenuti per tale reato.
103
Capitolo IV
4
Si deve a Mannetti e Pierro (1998), la distinzione fra “osservazioni” e “dati”: gli
Autori hanno efficacemente sostenuto la connotazione maggiormente positivista che il
secondo termine implica. Da parte nostra, tendiamo dunque a privilegiare il termine
“osservazioni” o - come scritto altrove (De Gregorio e Mosiello 2004) - quello di “in-
formazioni”.
104
La ricerca
studiare i processi in cui la parola ‰ il vettore principale (azioni passate, saperi sociali,
sistemi di valori e di norme) e anche di studiare “la parola” in s‚ (attraverso l’analisi
delle strutture discorsive, dei fenomeni di persuasione, dell’argomentazione, etc.). ‡
un dispositivo d’indagine che consente di superare molte resistenze dell’intervistato
ed ‰ dunque utile alla conoscenza dei progetti di senso, ‰ un modo d’accesso efficace
alle rappresentazioni e alle opinioni individuali, ‰ uno strumento utile allo studio dei
processi di categorizzazione, permette di leggere la profonditƒ temporale e dunque il
divenire processuale dei fenomeni studiati, consente di ridurre l’opacizzazione provo-
cata dalla standardizzazione (Bichi 2002, p. 10).
5
L’accezione di “relazione interattiva” … presente anche in alcune definizioni del
concetto di “narrazione”: essa ‰… una transazione sociale. Ciˆ che si scambia ‰ una
storia: la stessa narrazione assume la forma che assume proprio perch‚ c’‰ una storia
che transita. La narrazione ‰ dunque la pratica sociale in cui due o piˆ persone metto-
no in comune una storia• (Jedlowski 2000, p. 66).
6
Vedi a questo riguarda anche il capitolo precedente (• 3).
105
Capitolo IV
A B
Potrebbe raccontarmi il reato per cui Le nostre vite cambiano continua-
si trova in carcere o un reato che ‰ mente, ma alcuni sono cambiamenti
stato particolarmente importante? cruciali, cambiamenti di direzione,
Un’azione che ha avuto conseguenze potremmo dire. Questi cambiamenti,
penali e di cui le andrebbe di parlar- in genere, sono legati ad episodi ri-
mi? levanti. Ripensando a lei, alla sua
La prego di raccontare dal suo punto storia, puˆ individuare alcuni di que-
di vista. Non intendo un riassunto di sti episodi (2 o 3)? Puˆ raccontarme-
quello che ‰ successo, ma come lo li brevemente spiegando anche le
racconterebbe a qualcuno che non ne ragioni per cui li considera cos„ rile-
sa niente, che ‰ molto interessato al vanti?
racconto e che ha molto tempo a di-
sposizione.7 (Specificare che il rac-
conto puˆ iniziare da un qualunque
momento temporale, dalle conse-
guenze o dagli antecedenti, e da qua-
lunque sua sequenza).
7La formulazione di quest’ultima richiesta … stata tratta, con gli opportuni aggiu-
stamenti, da Bruner e Feldman (1999).
106
La ricerca
107
Capitolo IV
– il S‚;
– gli altri significativi (famiglia, gruppi di appartenenza e di riferi-
mento);
– la vittima;
– il controllo informale;
– le agenzie del controllo sociale formalizzato.
108
La ricerca
8
Per una trattazione ulteriore e un’applicazione al contesto italiano si vedano an-
che Cavedon (1994) Scali, Calabrese e Biscione (2003), Scali e Calabrese (2002) e
Gulotta e Cutica (2000; 2004).
9
Secondo questo principio, Œil ricordo di un evento ‰ migliore quando tutto il con-
testo relativo al momento dell’immagazinamento e della codifica dell’evento ‰ simile
al contesto al momento del recupero• (Gulotta e Cutica 2000, p. 536).
109
Capitolo IV
una carriera morale [...] ‰ la storia di un individuo elaborata in riferimento agli altrui
atteggiamenti e opinioni, nonch‚ agli atteggiamenti e alle opinioni che l’individuo
sviluppa verso se stesso, formati sulla base dell’interpretazione degli atteggiamenti e
delle opinioni manifestate dagli altri.
Dal punto di vista psicologico, le credenze che una persona sviluppa rispetto agli av-
venimenti della propria vita e ai valori che producono sono cruciali per quel che ri-
guarda la pianificazione del futuro e la memoria del passato. [...] proprio al livello in
cui le credenze sono significative per la persona che conduce una determinata esisten-
za e per le persone che la circondano, ogni vita ‰ unica e differente da qualsiasi altra
(ibidem, p. 272).
110
La ricerca
10
‰Con “punti di svolta”, Bruner intende i momenti chiave di cambiamento e di
rottura degli schemi canonici di riferimento, sono dei veri e propri nodi nelle strutture
narrative e […] costituiscono le ragioni di squilibrio che producono il resoconto. Essi
assumono una particolare rilevanza dal punto di vista del nostro lavoro, poich‡ rap-
presentano il modo con cui l’attore cadenza soggettivamente e socialmente la propria
vita e, all’interno di essa (secondo la prospettiva teorica delle carriere), i passaggi cru-
ciali nel percorso della devianzaŠ (De Leo e coll. 2004a, p. 124).
11
Il procedimento generale (con l’utilizzo interattivo delle domande di approfon-
dimento) … quello giƒ descritto per l’intervista sull’azione, alla quale pertanto si ri-
manda.
111
Capitolo IV
12
Nei prossimi paragrafi, illustrando i risultati, si parlerƒ spesso della costruzione
narrativa dell’azione deviante come “percorso inevitabile”.
112
La ricerca
frequenza %
et€ compresa fra 18 e 25 anni 4 12,1
et€ compresa fra 26 e 30 anni 3 9,1
et€ compresa fra 31 e 35 anni 8 24,2
et€ compresa fra 35 e 40 anni 5 15,2
et€ compresa fra 40 e 45 anni 6 18,2
et€ compresa fra 45 e 50 anni 2 6,1
et€ compresa fra 50 e 55 anni 1 3,0
et€ compresa fra 55 e 60 anni 2 6,1
et€ oltre 60 anni 2 6,1
totale 33 100,0
3%
21%
rapina / furto
omicidio
46%
6% rapina con omicidio
24% ricettazione
13
Si intende l’etƒ al momento della rilevazione.
113
Capitolo IV
Nessuna 8 24 %
Una 7 21 %
Due 6 18 %
Tre 1 3%
pi… di tre 12 34 %
3% 3% 9%
18% Nord Italia
Centro Italia
Sud Italia
Estero, Europa Orientale
Nord Africa
67%
14
Solo uno di essi ha preferito non rispondere, non ricordando esattamente quale
livello di scolarizzazione aveva conseguito.
114
La ricerca
6% 3% 9%
31%
38%
13%
(N = 32)
9%
3% nessuna occupazione
ope raio
13%
artigiano
(N = 32)
115
Capitolo IV
16% 13%
3%
6% 10%
29% 23%
(N = 3 1 )
116
La ricerca
29%
meno di 6 mesi
47% fra 6 mesi e 1 anno e mezzo
fra 1 anno e mezzo e 3 anni
oltre 3 anni
12%
12%
18%
7% meno di 6 mesi
fra 6 mesi e 1 anno e mezzo
57% fra 1 anno e mezzo e 3 anni
18% oltre 3 anni
15
Il dato riportato nel grafico 7 si riferisce a 28 soggetti, in quanto 5 erano ancora
in attesa della sentenza definitiva.
117
Capitolo IV
118
La ricerca
17
ATLAS.ti consente di analizzare anche file di immagini e video (un esempio del
lavoro con i filmati ‰ disponibile in De Leo, Volpini e De Gregorio 2006).
119
Figura 10. L’unitƒ ermeneutica e le sue componenti principali (fonte: De Gregorio e Mosiello 2004, p. 59).
120
La ricerca
121
Capitolo IV
all’interno della narrazione stessa; ogni tema pu• essere sviluppato per
diversi paragrafi, oppure pu• essere ben rappresentato da una sola pa-
rola (se la sua forza illocutoria2 dovesse essere tanto densa di senso da
costituire essa stessa un evento significativo).
La codifica ‰ dunque la prima fondamentale fase di trattamento dei
dati qualitativi. Apriamo una breve parentesi per riportare nella fine-
stra 2 l’efficace descrizione che ne fa C. Seale (1999).
Finestra 2. La definizione del concetto di codifica secondo Seale (1999).
ŒLe osservazioni e le registrazioni dei dati non possono mai essere pienamen-
te libere dai valori, dagli assunti e dalle prospettive teoriche del ricercatore,
sebbene qualcosa puˆ essere fatto per mostrare ai lettori quali sono questi as-
sunti, in modo da fondare i giudizi di credibilitƒ. L’uso di descrittori a basso
livello di astrazione chiaramente aiuta. Una volta chei dati sono descritti tut-
tavia diventa rilevante fare inferenze sul loro significato […].
La codifica ‰, naturalmente, un tentativo per fissare il significato, costruire
una particolare visione del mondo che non esclude altre possibili visioni del
mondo. […]. Comunque, la codifica che definisce significati troppo presto
nel processo di ricerca puˆ rendere vano il processo creativo, bloccare la ca-
pacitƒ dell’analista di vedere nuove cose. Le prime fasi di codifica sono dun-
que pi… appropriatamente chiamate indicizzazione (“indexing”) e agiscono
come segnaposti per interessanti unitƒ di dati piuttosto che rappresentare la
versione finale dei significati.
[…] A questo punto siamo passati gradualmente dall’indicizzazione alla co-
difica. La chiarezza concettuale, per cui i fenomeni sono esposti a definizioni
pi† rigorose ed esclusive per poter essere facilmente distinti da altri fenome-
ni, diventa importante. A questo punto, … importante chiedersi se altri soggetti
vedano le cose allo stesso modo. In questo senso, un esercizio di attendibilitƒ
fra codificatori pu• essere inteso come prova della potenziale leggibilitƒ di un
report di ricerca, per esaminare il grado in cui questo veicola coerentemente
significati condivisiŠ (Seale 1999, p. 154).
N.d.A.: • importante precisare che indicizzazione e codifica (come le de-
scrive Seale) corrispondono, in ATLAS.ti, alla definizione rispettivamente di
“codes” e “code families”. Analogamente … necessario precisare che il con-
cetto di indicizzazione … presente nell’utilizzo di altri software CAQDAS con
significati non direttamente riconducibili alla codifica.
2
Il concetto di “atto illucutorio” si deve a Austin (1962; cfr. anche Searle 1979) e
identifica l’elemento discorsivo mediante cui le azioni ‰si compiono attraverso il par-
lare medesimo e che corrispondono alle intenzioni comunicative del parlante […]. Il
modo con cui … interpretato un enunciato e lo stesso risultato di un atto linguistico di-
pendono dalla forza contenuta (forza illocutoria) e dai suoi effetti sull’interlocutoreŠ
(Anolli 2002, pp. 10-11).
122
La ricerca
3
Mediante gli strumenti offerti da ATLAS.ti ‰ possibile anche verificare la salien-
za di ogni tema narrativo e le sue relazioni con altri temi (come vedremo approfondi-
tamente in seguito).
123
Capitolo IV
124
La ricerca
4
Il tool denominato “Coding analyzer” consente al ricercatore di rilevare tutte le
porzioni di testo (quotations) in cui uno stesso codice ‰ ridondante, essendo queste
adiacenti, sovrapposte, innestate una nell’altra (in tutti questi casi sarebbe pi… utile
unirle e identificarle con un unico codice).
125
Capitolo IV
Figura 11. Il Family Manager con alcune famiglie e i codici assegnati e da assegnare.
126
La ricerca
127
Capitolo IV
128
La ricerca
5
‡ possibile (fino alla versione di ATLAS.ti attualmente in commercio) effettuare
ricerche sulle relazioni fra due elementi per volta.
129
Capitolo IV
Figura 14. Le relazioni di tipo logico fra i codici (fonte: Muhr 2004, p. 164)7.
6
Questa classe di operatori sono utilizzabili solo con i codici (e non con le fami-
glie di codici).
7
Nella figura 15:
130
La ricerca
SUB: opera la ricerca nelle reti concettuali a partire dai livelli superiori
e verso quelli inferiori,
UP: opera la ricerca di estratti di testo dai livelli di astrazione inferiori
verso il livello superiore,
SIBling: ricerca tutte le quotations connesse al codice selezionato e
ad ogni altro codice ad esso associato.
Figura 15. Esemplificazione delle gerarchie di concetti su cui sono utilizzabili gli ope-
ratori semantici (fonte: De Gregorio e Mosiello 2004, p. 81).
131
Capitolo IV
crociati con l’obiettivo di definire modelli teorici via via sempre pi…
stringenti e complessi.
I risultati di ogni query possono essere salvati come se fossero dei codici aggiuntivi:
ottenuto un risultato che sembra particolarmente significativo e interessante, il ricerca-
tore puˆ (cliccando su “Create Super Code”) creare un codice (il Supercodice,
appunto) che sintetizza l’informazione appena ottenuta; il Supercodice pu• essere uti-
lizzato e trattato come qualunque altro codice e (in qualitƒ di “sintesi di altri codici”)
consente di impostare ulteriori query di ricerca pi… complesse e sofisticate. Essi sono
visibili nel Code Manager e sono contraddistinti per il colore rosso dell’icona: la prin-
cipale caratteristica ‰ la loro dinamicitƒ: il contenuto (di codici inclusi e di quotations)
varia al variare delle elaborazioni e delle relazioni fra gli elementi che sono inclusi in
esso. Un ultimo aspetto che ci interessa sottolineare ‰ il seguente: la ricerca delle rela-
zioni mediante il Query tool ‰ funzionale all’elaborazione teorica; quando si opera
qualunque richiesta, si sta cercando di definire “pezzi” di una teoria sottostante ai dati
e fondata nelle informazioni di partenza: per questa ragione, il risultato di ogni query
‰ un set di quotations. Sono esse infatti che hanno un collegamento diretto con i testi
di partenza ed ‰ attraverso di esse che il ricercatore puˆ (di)mostrare l’esito della sua
elaborazione (De Gregorio e Mosiello 2004, p. 82).
6. I risultati
132
La ricerca
Figura 16. Code Manager con elenco di codici ordinati secondo la salienza nell’HU.
133
Capitolo IV
8
Del concetto di salienza nell’economia di un’unitƒ ermeneutica abbiamo giƒ trat-
tato nel • 1.1 in questo capitolo.
134
La ricerca
135
Capitolo IV
136
La ricerca
137
Capitolo IV
Figura 17. Indicatori della famiglia di codici “Strategie per un’autopresentazione ne-
gativa”.
138
La ricerca
– fattori legati alle prime detenzioni e alle loro implicazioni (in ter-
mini di stile di vita, di relazioni, di norme a cui adeguarsi),
– conflittualitƒ con persone rilevanti nel proprio percorso di vita,
– eventi legati alle relazioni interpersonali (inclusi precari stati di sa-
lute propri o altrui),
– eventi legati allo stato di tossicodipendenza.
139
Capitolo IV
Figura 18. Indicatori della famiglia di codici “Antecedenti storici di senso negativo
con coinvolgimento familiare”.
140
La ricerca
Figura 19. Indicatori della famiglia di codici “Antecedenti storici di senso negativo
con coinvolgimento del contesto allargato”.
141
Capitolo IV
Figura 20. Indicatori della famiglia di codici “Antecedenti storici di senso positivo
con coinvolgimento familiare”.
Figura 21. Indicatori della famiglia di codici “Antecedenti storici di senso positivo
con coinvolgimento del contesto allargato”.
142
La ricerca
9
Cio‰ sono collegati a numerose porzioni di testo rappresentate dal primo numero
all’interno della parentesi vicino al nome del codice.
143
Capitolo IV
10
In particolare, i codici “Pianificazione collaborativa/ruoli” e “Identificazione del
leader e importanza del gruppo” fanno emergere l’idea di un vero e proprio lavoro di
squadra sottostante alle azioni: in questo caso, come … intuitivo, si tratta narrazione di
eventi-rapine.
144
La ricerca
145
Capitolo IV
Figura 24. Indicatori della famiglia di codici “Aspetti cognitivi successivi al reato”.
11
Per motivi grafici e di sintesi nella rete abbiamo scelto di rappresentare solo al-
cuni di essi.
146
La ricerca
147
Capitolo IV
12
Va detto per precisione e completezza che il concetto di “agency” ha un percor-
so decisamente pi† ampio di quello che ci limitiamo a descrivere in questa sede: a par-
tire dalle formulazione in ambito interazionista simbolico (Harr‡ e Secord 1972) fino
alla giƒ citata Teoria dell’azione (Harr‡ e von Cranach 1982) e alla psicologia discor-
siva (Harr‡ e Gillett 1994).
148
La ricerca
Figura 26. Indicazione degli estratti di testo (quotations) per i temi della capacitƒ di
agire.
Tutti gli estratti narrativi sono stati ricondotti a tre codici (a loro
volta compresi nella Code family “Attribuzione interna di responsabi-
litƒ”) che abbiamo indicato come: (a) “immaturitƒ (ignoranza o inge-
149
Capitolo IV
Figura 27. Indicazione degli estratti di testo (quotations) per i temi dell’attribuzione
interna di responsabilitƒ.
150
La ricerca
del proprio destino. Essi non chiamano in causa fattori esterni e incon-
trollabili, piuttosto le loro ammissioni sono velatamente caratterizzate
da una sorta di rassegnazione e inevitabilitƒ del percorso che essi stes-
si hanno scelto di intraprendere; (c) “consapevolezza dei propri erro-
ri”: sono i passaggi narrativi maggiormente caratterizzati dal senso di
l’inevitabilitƒ del percorso di devianza instaurato. Come ‰ evidente
dagli esempi riportati nella figura 27, si tratta di estratti tipicamente
riferiti all’uso di sostanze stupefacenti che risultano la principale cau-
sa della commissione dei reati in senso diretto e strumentale (per la
necessitƒ di ottenere rapidamente somme ingenti di denaro) e indiret-
tamente (come fonte di deterioramento delle condizioni psicofisiche e
della capacitƒ di giudizio e valutazione). In questi casi, la responsabili-
tƒ dei reati ‰ dunque indirettamente attribuita a S‚ attraverso la media-
zione delle droghe, l’uso delle quali diventa la principale causa della
commissione dei reati e vera ragione del rammarico manifestato.
Le attribuzioni a cause esterne da s‚, che pure sono ampiamente
presenti nelle interviste che abbiamo analizzato, sono riferibili a fonti
chiaramente identificate. Per le attribuzioni esterne di responsabilitƒ,
la collocazione della causazione fuori da s‚ viene attuata facendo am-
pio ricorso all’ironia sull’entitƒ della pena da scontare e sulle colpe
delle istituzioni nella determinazione della scelta di commettere reati;
La figura 28 illustra l’articolazione interna di questa dimensione
con riferimento ai seguenti indicatori (per ciascun codice della rete
grafica abbiamo riportato a titolo esemplificativo una sola quotation
che fosse semanticamente rappresentativa del codice indicato e, per
suo tramite, della Code family “Attribuzione esterna”): le droghe e/o
gli psicofarmaci, la vittima, le agenzie di controllo sociale, le istitu-
zioni, la subcultura della periferia (borgata), una generica attribuzione
alla sfortuna, una persona chiaramente identificabile (es.: la cogna-
ta/convivente) o (pi… genericamente) gli altri, la famiglia.
Per quanto riguarda gli altri elementi che sono emersi dalle narra-
zioni, abbiamo rilevato una presenza di temi narrativi vicini ai mecca-
nismi di disimpegno morale (Bandura 1997; 1999: figure 29, 30 e 31)
e alle tecniche di neutralizzazione della norma (Sykes e Matza 1957).
Pi… articolato ‰ il quadro che riguarda le Tecniche di neutralizza-
zione della norma per la cui analisi abbiamo fatto riferimento alle pi…
recenti riformulazioni e ampliamenti di Fritsche (2002) e Minor
(1981): nella codifica delle interviste ‰ stata rilevata spesso la presen-
za di temi narrativi riferibili al modello proposto da Sykes e Matza
(1957).
151
La ricerca
Figura 28. Indicazione degli estratti di testo per i temi dell’attribuzione esterna di responsabilitƒ..
152
La ricerca
Figura 29. Esemplificazione del tema narrativo della Minimizzazione del danno se-
condo il modello del Moral disengagement.
153
Capitolo IV
Figura 31. Esemplificazione del tema narrativo della Dislocazione della responsabili-
tƒ secondo il modello del Moral disengagement.
154
La ricerca
155
Capitolo IV
Figura 34. Articolazione della famiglia di codici “Attribuzione di colpa alla vittima”
(secondo l’ampliamento di Fritsche 2002).
156
La ricerca
157
La ricerca
158
La ricerca
Figura 37. Articolazione della famiglia di codici “Metaphor of the ledger” (secondo
l’ampliamento di Minor, 1981).
159
Capitolo IV
160
La ricerca
Figura 39. Articolazione della famiglia di codici “Reference to lack of intentionality” (secondo l’ampliamento di Fritsche 2002).
165
Capitolo IV
Figura 40. Articolazione della famiglia di codici “Promised reform” (secondo l’ampliamento di Fritsche, 2002).
162
La ricerca
Figura 41. Articolazione della famiglia di codici “Refusal to take responsability for
the future” (secondo l’ampliamento di Schahn 1993).
163
Capitolo IV
164
Figura 43. Articolazione della famiglia di codici “Acceptance of guilt” (secondo l’ampliamento di Fritsche 2002).
163
Capitolo IV
166
La ricerca
Finestra 7. Indicatori narrativi della costruzione del Posizionamento morale del S‚ con
connotazione positiva.
167
Capitolo IV
168
La ricerca
Figura 44. Indicatori narrativi della costruzione del Posizionamento nell’ordine socia-
le degli altri.
Finestra 10. Indicatori narrativi della costruzione del Posizionamento sociale del S‚.
169
Capitolo IV
170
La ricerca
171
Capitolo IV
172
Capitolo IV
Figura 46. Sequenza di verifica delle relazioni fra “Abstract” e “Setting/Orientation” per diverse distanze in linee di testo.
168
Capitolo IV
1
Il concetto di “quotation teoriche”, fa riferimento all’eventualitƒ che tutte le cita-
zioni del termine meno rappresentato (32 citazioni per il codice “Abstract”) possano
essere tutte teoricamente in relazione a quelle del termine pi… rappresentato (Setting =
48). Nel caso specifico, il codice “Abstract” ha, nell’intera HU, 32 quotations delle
quali 15 sono comuni con “Setting”.
174
La ricerca
Tabella VI. Sintesi delle possibili relazioni fra i codici “Abstract” e “Set-
ting/Orientation” nell’intera HU.
ABSTRACT
overlaps SETTING (48) 1 quotation
(32)
ABSTRACT overlap-
SETTING (48) 15 quotations
(32) ped by
ABSTRACT
within SETTING (48) 4 quotations
(32)
ABSTRACT
encloses SETTING (48) 1 quotations
(32)
Estratto n. 1
Domanda: Potrebbe raccontarmi il reato che ha commesso?
Risposta: Š successo che una settimana prima che succedesse ho
pensato di farlo
e pensando alla fine della settimana ero molto deciso,
poi mi sono posto il problema di come farlo.
Ho pensato alla pistola ma poi ho avuto difficoltƒ nel repe-
rirla, ho pensato al coltello, ma poi ho scartato anche que-
sto, alla fine un cavo d'acciaio.
Ho aspettato che mia madre tornasse dal lavoro e le ho
messo il cavo intorno al collo e l'ho praticamente uccisa
guardandola negli occh; e questa cosa ha fatto molto scal-
pore al processo, poi ho portato il corpo in un'altra stanza
e ho aspettato che mio padre tornasse, mi sono seduto su
una sedia all'ingresso, s‡ all'ingresso e ho aspettato, quan-
do … entrato ho fatto la stessa cosa anche a lui. Poi ho spo-
stato il corpo nella stessa stanza di prima e sono uscito e
2
Il numero fra parentesi indica il numero complessivo di quotations relative a
quello specifico codice.
3
Nel caso specifico (e nelle tabelle successive) tutte le relazioni strutturali oltre
“precedes” non sono logicamente passibili di differenze in dipendenza dalla distanza
in linee di testo fra i codici.
175
Capitolo IV
COMPLICATION
SETTING (48) overlaps 1 quotation
(46)
overlapped COMPLICATION
SETTING (48) 6 quotations
by (46)
COMPLICATION
SETTING (48) within 4 quotations
(46)
COMPLICATION
SETTING (48) encloses 8 quotations
(46)
4
D’ora in poi, tralasceremo di riportare i passaggi tecnici esemplificati dalle
schermate di ATLAS.ti, ritenendo che sia ormai chiara al lettore la logica sottostante
alle procedure eseguite.
176
La ricerca
COMPLICATION
overlaps SETTING (48) 6 quotations
(46)
COMPLICATION overlapped
SETTING (48) 1 quotation
(46) by
COMPLICATION
within SETTING (48) 4 quotations
(46)
COMPLICATION
encloses SETTING (48) 8 quotations
(46)
Nel momento in cui entra nel gioco delle relazioni fra dimensioni
narrative quella da cui il modello di Labov prende il nome,
l’Evaluation, i tentativi di scoprire la struttura intrinseca delle narra-
zioni sulle azioni devianti diventano pi… complessi, ma – allo stesso
tempo – i risultati pi… evidenti.
Seguendo l’approccio esplorativo che abbiamo proposto nelle ul-
time pagine, infatti, ‰ utile proseguire attraverso confronti fra le di-
mensioni a due a due. In questo modo, si puˆ dedurre,
dall’interpretazione degli esiti di ogni sequenza di confronti, una strut-
tura comune in tutta l’HU.
177
Capitolo IV
COMPLICATION EVALUATION
within 4 quotations
(46) (83)
COMPLICATION EVALUATION
encloses 4 quotations
(46) (83)
COMPLICATION EVALUATION
overlaps 5 quotations
(46) (83)
178
La ricerca
EVALUATION COMPLICATION
within 5 quotations
(83) (46)
EVALUATION COMPLICATION
encloses 4 quotations
(83) (46)
EVALUATION COMPLICATION
overlaps 8 quotations
(83) (46)
EVALUATION
within ABSTRACT (32) 1 quotation
(83)
EVALUATION
encloses ABSTRACT (32) 1 quotation
(83)
EVALUATION overlapped
ABSTRACT (32) 0 quotations
(83) by
179
Capitolo IV
EVALUATION
overlaps ABSTRACT (32) 2 quotations
(83)
EVALUATION
SETTING (48) overlaps 4 quotations
(83)
overlapped EVALUATION
SETTING (48) 13 quotations
by (83)
EVALUATION
SETTING (48) within 1 quotation
(83)
EVALUATION
SETTING (48) encloses 5 quotations
(83)
EVALUATION
overlaps SETTING (48) 13 quotations
(83)
180
La ricerca
EVALUATION overlapped
SETTING (48) 4 quotations
(83) by
EVALUATION
within SETTING (48) 6 quotation
(83)
EVALUATION
encloses SETTING (48) 1 quotation
(83)
181
Capitolo IV
Estratto n. 2:
Risposta: Nel frattempo ho fatto quello che ho potuto del mio... di-
ciamo... secondo lavoro..., per cui dalle 18 alle 22 (se va
bene) faccio quello che devo fare: comprare e vendere ero-
ina e cocaina.
In realtƒ torno a casa verso le tre del mattino: ho solo cor-
so... non ho tempo per me, lo scooter segna 70, 80, 100 km
al giorno, con la macchina ne faccio altri 500 a settimana.
Poi ci sono i problemi, clienti da trovare, merci da assag-
giare... questo significa che torni alle 7 di notte:
non ho mangiato, non ho avuto tempo per me, non ho avuto
tempo per la persona a cui voglio bene, che mi ha prepara-
to la cena, che sperava che tornassi alle 22... che ha piˆ bi-
sogno di me di quanto io ne ho di lei... dalle tre alle otto … il
tempo per me e per lei... per‹ sotto il mattone c'… qualche
soldo in piˆ. Tutto questo con l'idea di realizzare un so-
gno... Allora la situazione … la seguente... la famiglia nes-
sun appoggio... a lei non piace... come non … piaciuta a
nessuna ragazza. Lo stipendio migliore offertomi sono 1000
euro al mese, appena sufficienti per camparci...
per cui razionalmente non ho fatto altro che continuare sul-
la strada che mi … stata indicata chiaramente dai tanti col-
loqui fatti, o dalle tante possibilitƒ offertemi...
il sogno … prendere lei … andare a Srinagar, nel Kashmir
(fra Cina, Afghanistan e India): tre-quattro secoli fa gli In-
glesi passavano dal Kashmir per andare in India...
gli abitanti del luogo permisero loro di passare ma non di
costruire nulla sulla terra: gli Inglesi, furbissimi, costrui-
rono le case sull'acqua, le boohouse;
portare l‡ lei, la bambina (o maschietto) che deve nascere...
e stare l‡ tranquillo... con l'affitto dell'appartamento di
Roma... stare l‡ in quel posto lontano.
E' un posto cos‡ buono dove il reato piˆ grave che succede
… il furto con destrezza.
Domanda: ...sogno?
Risposta: obiettivo. poi piano piano...
182
La ricerca
EVALUATION
RESULT (21) overlaps 3 quotations
(83)
overlapped EVALUATION
RESULT (21) 0 quotations
by (83)
EVALUATION
RESULT (21) within 0 quotations
(83)
EVALUATION
RESULT (21) encloses 1 quotations
(83)
183
Capitolo IV
significati alla storia narrata (il reato) come un evento che ha avuto un
esito negativo: l’arresto. L’ammissione del fallimento dell’azione, da
una parte, e l’ovvietƒ della situazione (l’intervista si svolge in carce-
re), dall’altra, rende superfluo introdurre il tema narrativo della risolu-
zione dell’evento: esso ‰ giƒ evidente e di facile interpretazione.
L’ultimo elemento strutturale di cui dobbiamo parlare ‰ la “Coda”,
la dimensione opzionale che chiude una sezione narrativa.
Anche la “Coda”, come il “Result”, ha un’incidenza tutto sommato
bassa: 40 quotations delle quali pochissime sono co-occorrenti con al-
tri codici di dimensioni strutturali. Nella tabella XI abbiamo riportato i
risultati che il Query tool ha fornito sulla co-occorrenza generica5 (il
tasto della funzione ‰ l’ultimo in basso a sinistra nella figura 13) fra
“Coda” e tutti gli altri codici strutturali:
Tabella XI. Sintesi delle co-occorrenze fra “Coda” e gli altri operatori di prossimitƒ.
EVALUATION
CODA (40) cooccur 11 quotations
(83)
COMPLICATION
CODA (40) cooccur 1 quotation
(46)
5
La funzione di co-occorrenza generica nel Query tool di ATLAS..ti include con-
temporaneamente quattro operatori di prossimitƒ (“within”, “encloses”, “overlaps”,
“overlapped by”): il suo utilizzo quindi rappresenta la ricerca di un’eventuale associa-
zione strutturale fra codici senza la pretesa di identificarne esattamente la natura.
184
La ricerca
6
Le relazioni fra i nodi della Network view sono impostate per mezzo del Relation
editor di ATLAS.ti: la relazione “associated but not closely” … definita dall’utente; la
relazione “is part of” … fornita di default dal programma e qui utilizzata per rappresen-
tare l’evidenza di sovrapposizione del codice fonte verso il codice destinazione.
185
Capitolo IV
7
• necessario precisare che l’Autore si riferisce, in particolare, all’esperienza dei
rapinatori a mano armata: egli arriva a definire la categorizzazione dalle risposte che i
partecipanti ai suoi progetti di ricerca danno a una serie di interviste qualitative.
8
A questo riguardo ‰ particolarmente informativa la domanda n. 40 (Appendice
B).
186
La ricerca
187
Capitolo IV
Tabella XII. Output delle frequenze dei fattori strutturali e di contenuto per la famiglia
“Reati legati alla droga”.
--------------------
Codes-Primary-Documents-Table
Code-Filter: All
PD-Filter: Primary Doc Family reati legati alla droga
---------------------------------------------------------
PRIMARY DOCS CODES
12 16 23 24 25 28 Tot.
---------------------------------------------------------
ABSTRACT 0 0 1 3 4 1 9
SETTING/ORIENTATION 0 0 3 3 4 2 12
COMPLICATION 0 0 2 5 3 0 10
EVALUATION 0 0 6 3 5 4 18
CODA 0 0 2 2 1 1 6
Colpevolizzaz.istituzioni 2 0 0 0 1 3 6
Pos.morale11:derespons. 0 0 1 2 2 0 5
Preoccupaz. per famiglia 2 1 0 3 0 0 6
9
Il percorso in A5 … “Documents Filter All Families”
10
Non si farƒ riferimento ai risultati relativi alla PD-family “truffa e ricettazione”,
includendo questa un solo documento primario (una sola intervista).
11
Con l’abbreviazione si intende, da adesso in poi, “Posizionamento nell’ordine
morale”.
12
Nella redazione del layout grafico della tabella ci siamo attenuti fedelmente
all’output fornito da A5 con due eccezioni: (a) sono state eliminate alcune righe de-
scrittive dell’HU all’inizio della tabella, (b) sono stati mantenuti nella tabella solo i
codici con un numero di quotations estratte pari o superiore a 5. Nella tabella XII so-
no presenti quindi 8 codici.
188
La ricerca
13
Probabilmente per le ragioni descritte in precedenza sull’evidenza dell’esito
dell’azione.
189
Capitolo IV
Tabella XIII. Output delle frequenze dei fattori strutturali e di contenuto per la fami-
glia “Omicidi”.
--------------------
Codes-Primary-Documents-Table
--------------------
Code-Filter: All
PD-Filter: Primary Doc Family omicidi
---------------------------------------------------------------
PRIMARY DOCS CODES
2 5 6 7 8 9 11 13 14 17 Tot.
---------------------------------------------------------------
ABSTRACT 3 0 0 1 0 0 0 0 0 1 5
COMPLICATION 3 0 0 1 0 0 0 0 0 1 5
EVALUATION 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5
Aggressivit€ reattiva 0 0 0 1 0 0 3 1 2 0 7
ambivalenza/dissonanza 1 3 2 0 1 0 3 2 0 0 12
attribuzione all'ambiente 2 1 1 0 3 2 0 0 1 0 10
carcere come riflessione 2 2 0 1 4 2 3 3 3 5 25
descrizione comportamenti 2 1 0 1 0 0 1 0 1 1 7
perdita degli affetti 1 0 0 0 1 1 2 1 1 0 7
funz. maturativa carcere 0 1 0 0 3 2 0 0 0 0 6
reato come incid. critico 0 2 2 0 2 0 1 0 0 0 7
immaturit€ causa reato 1 1 0 0 6 2 1 0 0 0 11
inevitabilit€ percorso 0 0 2 1 1 1 0 1 1 0 7
movente strument. carriera 1 1 0 0 1 2 0 0 0 0 5
omicidio non pianificato 0 0 1 2 1 0 3 0 1 0 8
preoccupazione famiglia 0 0 3 0 0 2 0 0 0 0 5
reazione non violenta f.o. 0 1 1 1 0 0 0 0 1 1 5
reazione posit.persone care 0 0 1 0 1 0 1 0 1 1 5
ricordi 1 0 1 0 0 1 1 1 0 0 5
14
vita felice e serena 1 0 1 1 0 0 0 2 2 0 7
----------------------------------------------------------------
14
Si intende prima della commissione del reato.
190
La ricerca
191
Capitolo IV
Tabella XIV. Output delle frequenze dei fattori strutturali e di contenuto per la famiglia “Rapine e furti”.
--------------------
Codes-Primary-Documents-Table
PD-Filter: Primary Doc Family rapine e furti
-------------------------------------------------
PRIMARY DOCS CODES
1 2 3 10 13 15 18 21 22 26 27 30 31 32 33 34 Tot.
---------------------------------------------------------------------------
ABSTRACT 1 3 0 0 0 0 0 2 2 1 2 1 2 0 1 1 16
COMPLICATION 3 3 1 0 0 0 0 3 7 1 4 2 2 0 2 4 32
EVALUATION 8 5 1 0 0 0 0 2 11 4 6 4 3 0 4 4 52
RESULT 1 1 1 0 0 0 0 1 3 0 1 2 1 0 1 3 15
SETTING/ORIENTATION 4 2 0 0 0 0 0 2 5 4 1 2 1 0 2 2 25
CODA 1 2 0 0 0 0 0 3 6 2 4 3 2 0 2 1 26
adrenalina/sensazioni 0 0 0 2 0 0 0 0 1 1 0 0 1 0 0 0 5
aggressivit€ reattiva 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 2 5
ammissione colpevol. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 1 1 1 0 5
anticipaz. Imprevisti 0 0 0 0 0 0 0 0 1 3 1 1 0 0 0 1 7
attribuz.ad ambiente 2 2 4 1 0 0 0 3 0 0 0 1 0 0 0 2 15
attrib. alla droga 0 0 0 2 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 1 1 6
attrib.alla famiglia 0 0 1 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 1 5
autoeffic./orgoglio 5 1 0 0 0 0 0 2 3 0 0 4 1 0 0 0 16
carcere = riflessione 1 2 1 4 3 3 4 1 3 1 0 0 0 0 1 0 24
colpevol. Istituzioni 0 0 1 0 0 1 0 0 0 1 4 0 2 0 0 0 9
deresponsabilizzaz. 0 0 1 0 0 0 0 2 2 1 2 0 0 0 0 0 8
174
La ricerca
descrizione comport. 0 2 0 1 0 0 0 0 0 4 0 3 0 0 1 1 12
eff.relazione/azione 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 2 0 1 0 5
eff.relazione/carr. 2 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 6
eff.S•:soddisfazione 1 1 1 0 0 0 0 0 0 4 2 2 3 0 0 0 14
effetti cambiamento 0 1 1 0 0 0 1 0 0 1 2 0 1 1 0 0 8
immaturit€ come causa 1 1 1 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 1 6
inevitabile devianza 2 0 2 0 1 1 0 2 0 0 2 1 0 0 1 2 14
mancanza di una guida 0 0 0 2 0 1 0 1 0 0 1 2 1 0 0 0 8
mov.strument.carriere 0 1 0 1 0 0 2 0 3 0 3 2 3 0 1 0 16
mov.strumentale reato 3 0 1 2 0 2 1 2 1 0 1 0 1 0 2 1 17
no pianificazione 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 1 0 5
non far male a vittim 0 0 0 0 0 0 0 0 1 3 2 2 0 0 0 2 10
non pi‚ reati 0 0 0 0 0 0 0 0 3 1 0 0 0 1 1 1 7
pianificaz. Rigorosa 2 1 0 2 1 0 1 2 2 1 0 2 0 0 0 1 15
Pos.: maturazione 1 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 5
Pos.: necessit€ 1 0 0 0 0 0 0 1 3 0 2 0 0 0 0 1 8
Pos.:"professionista” 0 0 0 0 0 0 0 1 3 1 0 0 0 0 0 0 5
Pos.:autocolpevoliz. 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 2 0 0 0 1 1 8
preoccupaz.x famiglia 0 0 0 0 0 2 0 0 3 1 1 0 0 0 0 0 7
reato pensato da altr 1 0 1 0 0 2 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5
reazione posit.cari 1 0 0 1 0 2 0 1 2 0 1 0 0 0 0 0 8
ricaduta in devianza 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 1 5
rifiuta violenza 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 2 0 0 0 0 5
tossicodipend. causa 0 0 0 1 0 0 0 1 3 0 2 0 0 0 0 0 7
vita felice e serena 0 1 0 0 2 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 1 6
193
Capitolo IV
1
Il codice “effetti diretti verso il S‡: soddisfazione” comprende 14 porzioni di te-
sto.
2
Anche in termini del posizionamento discorsivo il codice relativo “Pos.: matura-
zione” ha un peso relativo di 5 quotations solo questa gruppo di intervistati.
194
La ricerca
195
Capitolo IV
196
La ricerca
Tabella XV. Output delle frequenze dei fattori strutturali e di contenuto per la fami-
glia “Novizi”.
--------------------
Codes-Primary-Documents-Table
--------------------
Code-Filter: All
PD-Filter: Primary Doc Family Novizi
----------------------------------------------------------------
PRIMARY DOCS CODES
3 5 6 8 11 14 17 32 Tot
----------------------------------------------------------------
Aggressivit€ reattiva 0 0 0 0 3 2 0 0 5
ambivalenza/dissonanza 0 3 2 1 3 0 0 1 10
attribuzione all'ambiente 4 1 1 3 0 1 0 0 10
carcere come riflessione 1 2 0 4 3 3 5 0 18
reato come incidente critico 0 2 2 2 1 0 0 0 7
immaturit€/ignoranza prec. 1 1 0 6 1 0 0 0 9
inevitabilit€ del percorso 2 0 2 1 0 1 0 0 6
omicidio non pianificato 0 0 1 1 3 1 0 0 6
reazione positiva famiglia 0 0 1 1 1 1 1 0 5
----------------------------------------------------------------
197
Capitolo IV
3
La frequenza totale di ciascuna dimensione strutturale per questa famiglia di do-
cumenti primari ‰ circa il 47-52% della frequenza complessiva in tutta l’unitƒ erme-
neutica, a eccezione di “Complication”. La spiegazione di questa differenza … la se-
guente: come mostra la tabella XIV (code family “rapine e furti”), l’elevata incidenza
della dimensione “Complication” (32 quotations complessive) ‰ dovuta anche al fatto
che nell’intervista n. 22 essa ‰ presente ben 7 volte, ma la stessa intervista - nelle fasi
successive - ‰ stata inserita nella categoria degli intervistati con esperienza intermedia,
tabella XVI (non negli “esperti” che infatti mostrano un peso relativo minore per que-
sta imensione).
198
Capitolo IV
Tabella XIV. Output delle frequenze dei fattori strutturali e di contenuto per la famiglia “Intermedi”.
194
Capitolo IV
1
L’effetto di cambiamento nel percorso di carriera … esemplificabile nei termini
descritti nell’estratto n. 2 nelle pagine precedenti.
200
Capitolo IV
Tabella XV. Output delle frequenze dei fattori strutturali e di contenuto per la famiglia “Esperti”.
PRIMARY DOCS CODES
1 4 10 13 15 18 19 25 26 27 28 30 31 Tot.
-----------------------------------------------------------------------------
ABSTRACT 1 2 0 0 0 0 1 4 1 2 1 1 2 15
SETTING/ORIENTATION 4 3 0 0 0 0 2 4 4 1 2 2 1 23
COMPLICATION 3 0 0 0 0 0 1 3 1 4 0 2 2 16
EVALUATION 8 2 0 0 0 0 7 5 4 6 4 4 3 43
RESULT 1 0 0 0 0 0 1 2 0 1 0 2 1 8
CODA 1 0 0 0 0 0 5 1 2 4 1 3 2 19
anticipazione imprevisto 0 0 0 0 0 0 0 0 3 1 0 1 0 5
attribuzione all’ambiente 2 2 1 0 0 0 0 0 0 0 2 1 0 8
autoefficacia/orgoglio 5 1 0 0 0 0 1 0 0 0 1 4 1 13
carcere come riflessione 1 1 4 3 3 4 3 0 1 0 0 0 0 20
colpevolizzaz. istituzioni 0 0 0 0 1 0 0 1 1 4 3 0 2 12
condanna dei giudici 0 0 0 0 0 0 1 0 0 3 0 1 0 5
consapevolezza errori 0 0 2 0 0 0 1 1 0 0 0 1 0 5
descrizione comportamenti 0 1 1 0 0 0 0 0 4 0 0 3 0 9
disciplina dura 2 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 5
effetti cambiam. Carriera 0 0 0 0 0 1 0 0 1 2 2 0 1 7
effetti S•: identit€ 1 0 0 0 0 0 0 1 2 0 0 1 0 5
inevitabilit€ del percorso 2 1 0 1 1 0 2 1 0 2 1 1 0 12
mancanza di una guida 0 1 2 0 1 0 0 1 0 1 0 2 1 9
movente strumentale reato 3 2 2 0 2 1 0 0 0 1 0 0 1 12
movente strument. carriera 0 0 1 0 0 2 0 2 0 3 1 2 3 14
pianificazione accurata 2 0 2 1 0 1 0 0 1 0 0 2 0 9
Pos.:autocolpevolizzazione 0 3 0 0 0 0 0 1 2 2 0 0 0 8
Pos.:deresponsabilizzazione 0 0 0 0 0 0 2 2 1 2 0 0 0 7
Pos.: non fare male vittime 2 0 0 0 0 0 0 0 3 2 0 2 0 9
Pos.:spirito di ribellione 1 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 1 1 5
reazione positiva dei cari 1 0 1 0 2 0 0 0 0 1 1 0 0 6
rifiuto della violenza 0 1 0 0 0 0 0 0 1 1 0 2 0 5
scelte 0 0 1 0 0 0 2 1 1 0 0 0 0 5
200
Capitolo IV
202
La ricerca
1
Si vedano a questo riguardo Serra (1997; 2002).
203
Capitolo IV
204
La ricerca
2
La funzione di unione delle unitƒ ermeneutica ‰ stata implementata in ATLAS.ti
con l’obiettivo di facilitare il confronto e la collaborazione fra codificatori diversi che
lavorano sulla stessa base empirica o su due sub-unitƒ di uno stesso corpus di infor-
mazioni. Essa consiste tecnicamente nell’aggiungere un’intera unitƒ ermeneutica
all’altra “sommando” ciˆ che esse hanno di diverso (es.: alcuni codici) e unificando
ciˆ che ‰ comune (es.: i documenti primari). L’unione di due unitƒ ermeneutiche ‰
un’operazione particolarmente delicata perch‚ la scelta della strategia di unificazione
deve essere ben ponderata per non rischiare di perdere interamente una delle due uni-
tƒ. Per ulteriori dettagli sulla funzione di unificazione dell’unitƒ ermeneutiche rinvia-
mo a Muhr (2004), a De Gregorio e Mosiello (2004) e Chiarolanza e De Gregorio
(2007).
205
Capitolo IV
3
• stata esclusa la dimensione “Result” poich‡ - come argomentato in precedenza
- non aveva una salienza significativa n‡ connessioni con le altre dimensioni struttura-
li.
206
La ricerca
Figura 49. Esemplificazione dei sistemi di co-occorrenze messi alla prova per la The-
matic Field Analysis.
207
Capitolo IV
4
Purtroppo, per motivi grafici, alcuni codici nella parte destra della Margin area
non sono visibili.
208
La ricerca
ŒIl modo pi… semplice con cui la ricerca qualitativa puˆ essere de-
finita ‰ in termini di differenza: ‰ la ricerca che non fa uso di numeri•:
cos„ si esprime Clive Seale (1999, p. 119) in un testo intitolato The
Quality of Qualitative Research nel quale traccia una completa ed ef-
ficace descrizione su come si debbano intendere i criteri di “validitƒ” e
“affidabilitƒ” in tale contesto. Se la citazione appena riportata ‰ infatti
il modo pi… semplice, tuttavia ‰ anche il pi… riduttivo in quanto - come
l’Autore dimostra ampiamente - esistono strategie di ricerca che pre-
vedono un uso misto di quantificazione e interpretazione. La stessa
ricerca che abbiamo presentato nelle pagine precedenti fa ampiamente
uso della quantificazione, ma le tabelle che abbiamo riportato nel cor-
so dell’ultimo capitolo illustrano le co-occorrenze fra codici/temi nar-
rativi nei testi di riferimento: si tratta, in altri termini, dell’esito (sono
tabelle di output) del processo di codifica operato dal ricercatore, una
sintesi graficamente compatta e concisa di un lavoro tutto interpretati-
vo compiuto dal ricercatore. E questi output, a loro volta, sono stati
discussi, contestualizzati e rielaborati in una successiva fase interpre-
209
Capitolo IV
5
La traduzione della citazione, inclusi i corsivi, … tratta dall’edizione italiana del
volume di Silverman (2000), Doing Qualitative Research.
210
La ricerca
6
In termini analoghi, con specifico riferimento al metodo dei focus group, si ‰ e-
spressa Zammuner (2003, p. 29): ŒI metodi qualitativi e quelli quantitativi vengono
spesso contrapposti l’un l’altro, ma tale contrapposizione ‰ di fatto priva di significa-
to•.
211
Capitolo IV
con cui i casi sono assegnati alla stessa categoria da osservatori diversi
o dallo stesso osservatore in occasioni diverse•7.
Come specifica efficacemente l’Autore, talvolta i dubbi sulla vali-
ditƒ della ricerca qualitativa sono dovuti a un problema esclusivamen-
te legato all’accounting degli studi: succede infatti che, a causa di cat-
tive abitudini o per i limiti si spazio spesso imposti ai resoconti di ri-
cerca, vengano trascurati aspetti fondamentali che rischiano di inficia-
re la valutazione della qualitƒ delle ricerche. Il primo fattore che puˆ
causare una valutazione negativa ‰ l’aneddottismo, cio‰ il fatto che il
ricercatore scelga di riferire come esemplificazioni a sostegno delle
sue tesi solo alcuni casi, quelli che ne danno una pi… evidente (pi…
chiara) dimostrazione.
Constatati questi problemi, pi… teorici ed epistemologici che tecni-
ci, l’Autore propone una rassegna su alcune prassi che consentono di
ottenere risultati pi… validi. Ne proponiamo una breve sintesi:
7
Entrambe le definizioni sono citate in Silverman (2000, trad. it. 2002, p. 249).
212
La ricerca
l’analisi dei casi devianti8: Œla tecnica parte con una piccola quan-
titƒ di dati. Si produce uno schema analitico provvisorio. Poi si
confronta lo schema con altri dati e se necessario si apportano
modifiche allo schema. Lo schema analitico provvisorio va con-
frontato costantemente con i casi “negativi” o “discrepanti” finch‚
il ricercatore non ha ottenuto un piccolo insieme di regole ricor-
renti che incorporano tutti i dati sotto esame• (Mehan 1979, p.
21)9. L’implementazione di tale tecnica richiede tuttavia una soli-
da base teorica rispetto alla quale valutare “cosa … deviante e cosa
non lo … e per quali ragioni”;
l’uso di quantificazioni10: si tratta dell’argomento con cui abbiamo
aperto questo paragrafo. Come abbiamo indicato, la quantificazio-
ne di per s‚ stessa non ‰ “pro” n‚ “contro” la ricerca qualitativa:
dipende dall’uso che se ne fa. ŒNon c’‰ ragione per cui i ricercato-
ri qualitativi non debbano utilizzare, quando ‰ appropriato, misure
quantitative. Semplici tecniche di conteggio, teoricamente e ide-
almente basate sulle categorie impiegate dagli attori, possono of-
frire un mezzo per esaminare l’intero corpo di dati […] Il lettore
ha la possibilitƒ di avere il senso che emerge dall’insieme dei da-
ti• (Silverman 2000, trad. it. 2002, p. 261).
8
Clive Seale (1999) si riferisce a questa strategia nei termini (che ci sembrano par-
ticolarmente chiarificatori) di “accounting for contraddiction”.
9
La traduzione della citazione … tratta dall’edizione italiana del volume di Silver-
man (2000), Doing Qualitative Research.
10
Silverman parla pi† specificamente di “percentuali appropriate” facendo diret-
tamente riferimento a esemplificazioni tratte dalle sue ricerche: ci sembra che il ter-
mine “quantificazione” sia, in questo caso, pi† adeguato.
11
La traduzione della citazione, inclusi i corsivi, … tratta dall’edizione italiana del
volume di Silverman (2000), Doing Qualitative Research.
213
Capitolo IV
dardizzare l’interpretazione dei dati. Piuttosto […] l’obiettivo … stato quello di assicu-
rarsi un buon accesso alle parole dei soggetti, senza basarsi sulla memoria degli in-
tervistatori o degli analisti dei dati.
il grado di coerenza con cui i casi sono assegnati alla stessa categoria da differenti
osservatori o dallo stesso osservatore in momenti diversi (Hammersley 1992, p. 67 cit.
in Silverman 1993).
un termometro che mostra la stessa temperatura di 82 gradi ogni volta che ‰ immerso
nell’acqua bollente dƒ una misura affidabile. Un secondo termometro puˆ dare una
serie di misure che variano intorno ai 100 gradi. Il secondo termometro sarebbe inaf-
fidabile ma relativamente valido, mentre il primo non sarebbe valido ma perfettamen-
te affidabile.
214
La ricerca
215
Capitolo IV
12
Norman K. Denzin (1978) distingue specificamente quattro possibili declinazio-
ni della triangolazione: data triangulation, con cui si incrociano i dati di diversa pro-
venienza su uno stesso fenomeno; investigator triangulation, mediante la quale la co-
noscenza del fenomeno ‰ data dall’integrazione fra i punti di vista di diversi ricercato-
ri (facciamo notare per inciso che questa opzione sarebbe implementabile in
ATLAS.ti attraverso le funzioni di multi-autoring); theory triangulation, rispetto alla
quale il ricercatore tenta di verificare ipotesi relative a diversi modelli teorici: metho-
dological triangulation, con cui il ricercatore … chiamato all’utilizzo di differenti op-
zioni metodologiche per lo studio di uno stesso fenomeno.
13
Pi… specificamente, Clive Seale (1999) si riferisce a tali indicazioni valutative
nei termini di “criteri interpretativi” (“interpretativist criteriology”). In tale rassegna,
l’Autore include un elenco completo dei criteri (su cui c’… un consenso convergente)
in base ai quali valutare gli studi di questo tipo: ne riportiamo una traduzione in ap-
pendice E.
216
La ricerca
14
Nella versione originale di Seale si parla di “member check”.
15
• evidente come i criteri dell’autenticitƒ facciano riferimento a una qualitƒ rile-
vabile e utilizzabile molto “pratica”, cio… relativa a contesti reali, confermando la vo-
cazione applicativa e l’autonomia di molta ricerca qualitativa.
217
Capitolo IV
dere questi ai dati allo stesso modo in cui ‰ stato fatto dal ricercato-
re originario• (Seale 1999, p. 140); l’affidabilitƒ esterna invece ha
a che fare con la generalizzazione (per questa ragione ‰ in parte so-
vrapponibile alla trasferibilitƒ)16 e viene descritta in termini di re-
plicabilitƒ dell’intero studio: Œaltri ricercatori impegnati nello stes-
so o in contesti simili potrebbero generare gli stessi risultati? […]
richiede una completa specificazione degli assunti sottostanti e del-
le procedure, informazioni che molti ricercatori, in pratica, non
forniscono• (Seale 1999, p. 141). Talvolta ci si riferisce a questa
tecnica in termini di “riflessivitƒ”, cio‰ di ragionamento e consape-
volezza del proprio ruolo e posizione (epistemologica e pratica)
all’interno della ricerca, nel campo, nel rapporto con gli intervista-
ti, nella costruzione congiunta delle informazioni17.
16
Pur simili nelle definizioni, confermabilitƒ esterna e trasferibilitƒ si differenzia-
no per un’enfasi sulla valutazione del singolo percorso di ricerca (la prima) e per una
maggiore attenzione alla generalizzabilitƒ a contesti differenti (la seconda).
17
Si vedano a questo riguardo i riferimenti alla c.d. “intervista attiva” (Holstein e
Gubrium 1997) nel capitolo 2.
218
La ricerca
219
Capitolo IV
220
La ricerca
8. Conclusioni e implicazioni
221
Capitolo IV
Anche il narratore ‰ profondamente immerso nelle sue memorie, il suo modo di pre-
sentare la storia della sua vita non ‰ mai indipendente dalla situazione di intervista ed
‰ sempre indirizzato verso il suo ascoltatore. Il ruolo dell’intervistatore come co-
autore della storia emergente ha ricevuto un interesse solo marginale nella ricerca sul-
le interviste […]. Ciˆ ‰ in contrasto con il ruolo del lettore nelle produzioni letterarie
(Eco 1979) o con la considerazione del ruolo dell’ascoltatore nella pianificazione e
nella gestione di una conversazione […]. Un’attenta analisi della situazione
dell’intervista a fini di ricerca, comunque, rivela che quella dell’ascoltatore ‰ una con-
figurazione complessa che puˆ assumere molte diverse posizioni nel corso
dell’intervista (Lucius-Hoene e Deppermann 2000, p. 213).
18
Si tratta di una specifica articolazione del concetto di “posizionamento” a cui
Tschuggnall (1999), riprendendo Bakhtin (1981), ha dato il nome di “intertestualitƒ”.
222
La ricerca
223
Capitolo IV
19
Altrove si scrive che Œil fondamento della generalizzazione teorica sta nella lo-
gica piuttosto che nella probabilitĥ (Mitchell 1983, p. 200 cit. in Seale 1999, p. 109)
e che Œla validitƒ dell’estrapolazione non dipende dalla tipicalitƒ del caso, ma dalla
consistenza (“strenght”) del ragionamento teoricoŠ (Seale 1999, p. 109).
224
La ricerca
225
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226
La ricerca
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Appendici
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256
Bibliografia
Appendice A
257
Appendici
Posizione rispetto
all’intervista/resoconto
258
Appendici
Appendice B
Premessa
- Introduzione all’intervista: illustrazione degli obiettivi dell’indagine, delle fi-
nalitƒ e dell’uso di quanto emergerƒ dall’interazione.
- Rassicurazioni sull'anonimato riguardo a quanto la persona dirƒ.
- Eventuali richieste o premesse dell’intervistato.
Domanda di apertura
(domanda che pu‹ esaurire l’intervista o servire da base per le sezioni successive)
Potrebbe raccontarmi il reato per cui si trova qui (nel caso, frequente, in cui
l’intervista si svolga in carcere o comunque in fase esecutiva della pena) o un reato
che ‰ stato particolarmente importante? Un’azione che ha avuto conseguenze penali e
di cui le andrebbe di parlarmi?
La prego di raccontare dal suo punto di vista. Non intendo un riassunto di quello che ‰
successo, ma come lo racconterebbe a qualcuno che non ne sa niente, che ‰ molto in-
teressato al racconto e che ha molto tempo a disposizione.1 (Specificare che il raccon-
to puˆ iniziare da un qualunque momento temporale, dalle conseguenze o dagli ante-
cedenti, e da qualunque sua sequenza).
_____________________________________________________________________
(solo per gli indicatori non trattati dalla risposta alla domanda precedente: domande
specifiche da 1 a 27)
2. Puˆ descrivermi tutto quello che hanno fatto le diverse persone che erano presen-
ti in quella situazione?
1
La formulazione di quest’ultima richiesta … stata tratta, con gli opportuni aggiu-
stamenti, da Bruner e Feldman (1999).
259
Appendici
8. Ricorda i suoi pensieri nel corso dell’azione? (a seconda del tipo di reato e del
suo svolgimento, formulare la domanda utilizzando i momenti salienti
dell’azione indicati dall’intervistato)
9. Ricorda se, e in quale momento, ha pensato a quello che sarebbe accaduto subito
dopo?
15. Mentre eseguiva l’azione, e poi, subito dopo che l’ha fatta, quell’azione ha cam-
biato in parte significato?
16. Secondo lei, che significato ha avuto per gli altri? Come hanno considerato il
fatto, ad esempio, la vittima, le persone che lo hanno appreso attraverso i giorna-
li?
19. Prima di agire, che significato pensava avrebbero dato alla sua azione il gruppo
di amici e la sua famiglia?
20. Una volta saputo cosa era successo, cosa le hanno fatto capire i suoi migliori a-
mici, e i suoi familiari? Cosa ne pensavano?
21. Secondo lei, che significato ha avuto effettivamente per la sua famiglia, per i suoi
migliori amici?
22. C’‰ qualcuno per il quale quello che lei ha fatto ha significato qualcosa in parti-
colare?
23. (se si ‰ giƒ svolto il processo) C’‰ qualche differenza, che ritiene rilevante, fra il
modo in cui quello che lei ha fatto ‰ stato considerato durante il processo e il
modo in cui lo considera lei?
260
Appendici
24. In genere, non ‰ semplice descrivere ciˆ che un’azione rappresenta per noi, il suo
significato pi… intimo, quello che pensiamo e proviamo mentre agiamo, o dopo,
ripensandoci. Cosa puˆ dirmi in proposito?
26. C’‰ qualcosa di importante che non abbiamo trattato? Qualcosa a cui tiene parti-
colarmente? Qualcosa che possa consentirmi di capire meglio il suo punto di vi-
sta?
27. Cosa pensa di questa intervista e del modo in cui abbiamo affrontato argomenti
cos„ importanti?
3. Cos„ come abbiamo fatto rispetto alla storia della sua vita, anche riguardo alla
sua storia di rapporto con la giustizia ‰ possibile pensare che ci siano stati periodi
diversi, da quando ha iniziato fino ad oggi. Puˆ parlarmene cercando, se ricorda,
di dirmi come ‰ avvenuto il passaggio da un periodo all'altro e se ci sono stati e-
pisodi importanti che possono aver segnato questi passaggi? (= da quando ha
commesso il primo reato ad oggi avrƒ attraversato delle fasi importanti, potreb-
be descrivermele raccontandomi gli episodi che hanno segnato il passaggio da
una fase all’altra?)
le domande seguenti (5-22) andranno formulate solo nel caso in cui il soggetto non
abbia giƒ risposto - indirettamente – attraverso le domande precedenti
5. E del periodo in cui hai iniziato, ricorda episodi importanti (positivi o negativi)?
6. Che descrizione farebbe di s‚, riferendosi a quel periodo? Che tipo di persona
era?
261
Appendici
9. Pensando anche ad altre persone, perch‚ e come pensa che si inizi a commettere
reati?
10. Per lei, ‰ cambiato qualcosa dopo? (nella sua vita, in famiglia, nel gruppo di ami-
ci)
11. Quali sono state le conseguenze pi… negative sulla sua vita?
14. (se s„) In quale occasione? Cosa pensa che le ha poi impedito di farlo?
15. Quali motivi, secondo lei, possono far s„ che una persona decida di smettere?
17. Per quanto le riguarda, cosa pensa che potrebbe farla decidere di smettere?
18. Cosa le viene in mente pensando a s‚ quando sarƒ uscito dal carcere (quando a-
vrƒ finito di scontare la pena)?
20. C’‰ qualcosa di importante che non abbiamo trattato? Qualcosa a cui tiene parti-
colarmente? Qualcosa che possa consentirmi di capire meglio il suo punto di vi-
sta?
21. Cosa pensa di questa intervista e del modo in cui abbiamo affrontato argomenti
cos„ importanti?
262
Appendici
Ulteriori osservazioni
263
264
Appendici
Giugno 2003
Obiettivo
Stiamo conducendo una ricerca sull’azione deviante. A tal fine chiediamo la
sua disponibilitƒ a partecipare a un colloquio / intervista della durata di circa
1 ora – 1 ora e —.
Si tratterƒ di una sorta di chiacchierata con un ricercatore in cui le verrƒ chie-
sto di discutere argomenti che riguardano il reato per cui ‰ attualmente dete-
nuto.
*
Per la form relativa a questo documento si ringrazia la dott.sa Claudia Chiarolan-
za.
265
Appendici
Appendice D
Author(s)ADMIN GUEST
added to target author(s): SUPER
Adding 14 Memos:
------------------------------------------------
Segue elenco delle memos complessive
267
Appendici
+ omicidi
+ rapine e furti
+ reati legati alla droga
+ truffa e ricettazione
Unifying 90 Quotations:
------------------------------------------------
268
Appendici
Appendice E
Metodologie
1. Viene dato conto dei criteri usati per la selezione dei soggetti del-
lo studio, per la raccolta e l’analisi delle informazioni?
2. La selezione dei partecipanti … teoricamente giustificata?
**
Il testo … la traduzione dell’Appendice A riportata in Seale (1999, pp. 189-192).
269
Appendici
Analisi
270
Appendici
13. Ci sono fasi per vedere se l’analisi pu‹ essere comprensibile per i
partecipanti, se ci‹ … possibile e rilevante?
I significati dei loro resoconti sono stati esplorati con i risponden-
ti? Le apparenti anomalie e contraddizioni sono state discusse con
loro?
Presentazione
271
Appendici
Aspetti etici
270
272
AREE SCIENTIFICO–DISCIPLINARI
www.aracneeditrice.it
Finito di stampare nel mese di settembre del 2007
dalla tipografia « Braille Gamma S.r.l. » di Santa Rufina di Cittaducale (Ri)
per conto della « Aracne editrice S.r.l. » di Roma
CARTE: Copertina: Digit Linen 270 g/m2; Interno: Usomano bianco Selena 80 g/m2. ALLESTIMENTO: Legatura a filo di refe / brossura