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Macroeconomia

Pil
Il pil è il prodotto interno lordo e indica la ricchezza di una nazione prodotta in un anno.

Per calcolarlo bisogna esprimere tutto in euro e contare i beni e i servizi prodotti.

Può esserci però un problema: quando si contano i beni si rischia di contarli due volte, una volta
quando vengono prodotti e un’altra volta quando vengono trasformati. Ad esempio la
mozzarella verrebbe contata quando si produce ma anche quando la si mette sulla pizza, quindi
due volte.
Questo problema si chiama duplicazione.
Per evitarlo si è deciso che i beni si contano solo quando sono prodotti e non anche quando
sono trasformati.

Il pil si può calcolare in 2 modi:

-a prezzi correnti

-a prezzi costanti

Per calcolare il pil a prezzi correnti devo moltiplicare le quantità di beni prodotti in un anno per i
prezzi di quell’anno. Ad esempio, se voglio calcolarlo per il 2018, moltiplicherò i beni prodotti nel
2018 per i prezzi del 2018.
Facendo questo tipo di calcolo però non riusciamo a capire se il pil è aumentato perchè è
aumentata la produzione.
Il modo per capirlo è calcolando il pil a prezzi costanti.

Il pil a prezzi costanti si calcola tenendo in considerazione due anni. Per esempio il 2017 e il
2018.

Moltiplico la quantità di beni prodotti nel primo anno, cioè il 2017, per i prezzi dello stesso anno,
che è sempre il 2017.
Poi moltiplico la quantità di beni prodotti nel secondo anno, cioè il 2018, per i prezzi del primo
anno, ovvero i prezzi che c’erano nel 2017.

Inflazione
È l’aumento generale dei prezzi. Se l’inflazione è prolungata la moneta inizia a perdere valore
(proprio come accade nella crisi del 29, quando crollò la borsa di Wall Street).

La moneta ha valore nominale e valore reale. Il valore nominale si riferisce a cosa è impresso
sulla moneta (ad esempio una moneta da 1 euro ha valore nominale di 1 euro). Il valore reale
consiste nel potere di acquisto della moneta, ovvero quanti beni posso acquistare con quella
singola moneta.

In una situazione di inflazione la moneta perde il valore reale perchè se i prezzi sono alti, con la
moneta che mi ritrovo potrò comprare ben poco.

L’inflazione ha degli effetti:

-dà vantaggio a chi ha debiti perchè chi li ha si ritroverà a dover saldare un conto sulla base di
un valore nominale (se io devo 100 euro a qualcuno e li restituisco mentre c’è l’inflazione, quei
100 euro non hanno più lo stesso valore di quando me li hanno prestati, ora valgono meno).

-scoraggia gli investimenti: in fase di inflazione gli imprenditori non possono fare previsioni sul
mercato e quindi restano più prudenti. In questo modo però si crea un circolo vizioso: se gli
imprenditori non investono non si creano posti di lavoro e se non si creano posti di lavoro
scoppia la povertà.

-dà fastidio al commercio con l’estero: se l’Italia ha l’inflazione sarà molto difficile esportare le
propria merce e si preferirà importare dai paesi stranieri.

L’inflazione si calcola con l’indice dei prezzi al consumo.


Si usa il paniere dei beni, il quale indica i consumi di una famiglia media.

Si calcola la media periodica del prezzo di ogni bene del paniere ponendo il valore di base a
100 e poi si fa la media complessiva.

Disoccupazione
Come si misura la disoccupazione?
Esistono degli indici:

-la popolazione non attiva indica il gruppo di persone che non è in età lavorativa (sotto i 15 anni
o sopra il 70)

-la popolazione attiva include chi cerca la prima occupazione o chi si è dichiarato disponibile a
lavorare

-il tasso di attività indica per ogni 100 abitanti il numero di chi lavora
-il tasso di disoccupazione si calcola dividendo il numero di chi cerca lavoro per il totale della
forza lavoro

La disoccupazione si verifica se gli imprenditori sono prudenti e non fanno investimenti. Questo
succede perchè senza investimenti non si avviano attività commerciali e quindi non ci sono
posti di lavoro.

Moneta
È un bene intermediario per gli scambi. Prima si usava il baratto ma non risultò efficace perchè
era difficile se gli oggetti scambiati avevano lo stesso valore.

La moneta ha valore nominale e valore reale. Il valore nominale si riferisce a cosa è impresso
sulla moneta (ad esempio una moneta da 1 euro ha valore nominale di 1 euro). Il valore reale
consiste nel potere di acquisto della moneta, ovvero quanti beni posso acquistare con quella
singola moneta.

La domanda di moneta è data dalla quantità di moneta che gli operatori economici tengono
liquida. Questo accade perchè nel breve periodo c’è paura del futuro e gli imprenditori per
essere più prudenti rinunciano agli interessi che potrebbero ottenere depositando i soldi in
banca.

Il tasso d’interesse è il prezzo che gli imprenditori pagano per ottenere un prestito dalle banche.
Le banche infatti sono disponibili a prestare denaro ma quando devo restituirlo dovrò aumentare
la somma di denaro perchè pago gli interessi.

Se il tasso di interesse aumenta di molto gli imprenditori non chiederanno più prestiti per aprire
attività e quindi crescerà la disoccupazione.

Nel medio periodo se aumentano i prezzi, in una situazione di inflazione, bisogna ridurre la
moneta in circolazione per non farle perdere potere d’acquisto.

Nel breve periodo se l’offerta di moneta aumenta, il tasso d’interesse diminuisce. In questo
modo gli imprenditori riprenderanno a investire e non scoppierà la disoccupazione.

Keynes sosteneva che se gli imprenditori sono pessimisti e non hanno aspettative si cade nella
trappola della liquidità: può succedere che gli imprenditori ignorano il calo del tasso di interesse
e decidono di non investire. In questo caso l’unica soluzione è l’intervento dello Stato in
economia il quale facendo spesa pubblica creerà posti di lavoro.

Esiste anche il tasso di cambio e indica il numero di unità di moneta estera che possono essere
acquistate con un’unità di moneta nazionale. Ad esempio nel cambio dollaro-euro per comprare
un’unità della valuta europea servono 1,4 dollari. Il dollaro infatti vale di più dell’euro.
Bilancia dei pagamenti
Registra le transazioni economiche tra l’italia e le altre nazioni in un dato periodo di tempo.

Ha 2 parti:

-partite correnti: includono i movimenti di denaro. Ad esempio le esportazioni e le importazioni o


le entrate per il turismo.

-movimenti di capitale: ad esempio quando si depositano soldi in banche straniere o quando un


cittadino italiano compra azioni di società straniere.

Il saldo di tutte e due le parti costituisce il saldo globale. Se il saldo ha un disavanzo vuol dire
che c’è un eccesso di pagamenti all’estero rispetto ai pagamenti ottenuti dall’estero.

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