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CONCETTO E COMPONENTI DELLA RESILIENZA

LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO INDIVIDUALE: AFFRONTARE LO STRESS, LE SITUAZIONI


AVVERSE E INATTESE

LA GESTIONE DEL
CAMBIAMENTO
INDIVIDUALE: AFFRONTARE
LO STRESS, LE SITUAZIONI
AVVERSE E INATTESE.

Parte centrale di un percorso di costruzione della resilienza è lo sviluppo di


capacità di fronteggiamento adattivo rispetto ad eventi critici che si stanno
vivendo.

RESILIENZA
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CONCETTO E COMPONENTI DELLA RESILIENZA
INTRODUZIONE

Provare emozioni, anche quelle che giudichiamo spiacevoli, è un fatto normale,


sono il modo in cui conosciamo la realtà, gli altri, le relazioni che abbiamo.

Spesso si sente faticoso stare nelle relazioni e questo condiziona il nostro modo di
comportarci; ad esempio, quando si teme di dire o fare qualcosa che possa ferire
l’altro ci ritroviamo in una situazione di conflitto interiore, che genera quello che
viene definito stress. Ne deriva un senso di limitazione nelle proprie espressioni e
punti di vista.

Ci sono delle idee, fantasie, che ci bloccano nelle relazioni, come vicoli ciechi che
sembrano non avere vie d'uscita e che creano dimensioni di disagio e impasse.
Vediamo alcuni esempi di queste situazioni.

- Il bisogno di sentirsi sempre amati, considerati, stimati da tutte le persone


ritenute importanti.

- La necessità di mostrare a se stesso e agli altri di essere all’altezza della


situazione, capaci e adeguati in tutto ciò che si fa.

- L'esigenza di trarre sempre il massimo vantaggio dalle situazioni, il più


velocemente possibile e con poca fatica. Altrimenti si immagina una realtà cattiva
e la propria vita diventa meno brillante, insignificante.

- L'attesa che gli altri debbano comportarsi sempre in modo giusto e ragionevole,
altrimenti appaiono cattivi e meritevoli di punizione.

- La necessità di controllare gli eventi, preoccupati dei pericoli che possono


sopraggiungere, cercando di prevenirli non abbassando mai la guardia.

- Il sentirsi in dovere di trovare soluzioni perfette ai problemi propri e altrui,


sentendosi solo così realizzati.

- La sensazione di non riuscire a controllare i propri sentimenti e emozioni, perché


è sempre la situazione esterna o gli altri che li influenzano.

- Pensare che il proprio passato determinerà la propria vita, condizionando


presente e futuro.

- Il bisogno di non sentire il peso delle responsabilità, di non sforzarsi e di essere


sereni.

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LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO INDIVIDUALE: AFFRONTARE LO STRESS, LE SITUAZIONI
AVVERSE E INATTESE
- L'idea secondo cui non si deve provare disagio o malessere o insofferenza,
pensando di poter mettere da parte le emozioni.

- La necessità di trovare negli altri il riscontro del proprio valore, per non sentirsi
debole, incapace, inadeguato.

Queste situazioni esprimono la difficoltà di rintracciare piste di utilizzo delle


emozioni per svilupparsi, esplorando la propria realtà che conosciamo proprio
grazie al riflettere sulle emozioni.

Nel caso in cui le si avverte come soverchianti o le si mette da parte, si cerca di


controllarle, ci si autocolpevolizza oppure le si proiettano sugli altri,
colpevolizzando qualcun altro.

Le emozioni possono essere usate in modo diverso, possono darci informazioni su


quanto viviamo. Invece di controllarle o proiettarle, possiamo rifletterci su.

Molti studiosi si sono occupati di processi di sviluppo della resilienza che sono modi
con cui aiutare le persone a uscire da situazioni di impasse, di disagio, di
deprivazione.

Un primo modello è rappresentato dalla Casita di Vanistendael, J. Lecomte1 , che


rappresenta visivamente, attraverso l’immagine di una casa, appunto, le tappe
fondamentali da rafforzare in un processo di costruzione di resilienza. Secondo gli
autori, queste sono le tappe che meritano attenzione nel processo di costruzione o
rafforzamento di un processo di resilienza; tale modello fu utilizzato per la prima
volta in Cile, al fine di supportare i figli dei desaparecidos. Il modello mette in
evidenza le aree significative su cui intervenire, la loro importanza e le loro
interazioni.

È uno strumento utilizzabile in molti contesti, che analizza più dimensioni. I piani
di cui è composta la Casita sono flessibili e interagenti tra loro.

Vediamo come si compone:

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F.Vanistendael, psicolgo belga e J. Lecomte, psicologo francese.

RESILIENZA
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INTRODUZIONE

Il Suolo: la soddisfazione dei bisogni primari come sicurezza, salute,


alimentazione, sonno.

Le Fondamenta: sono costituite dall’accettazione della persona, che crea


l'atteggiamento di fiducia nel mondo, mediante una rete di relazioni di solidarietà.
Il Giardino: capacità di dare senso al proprio percorso di vita attraverso il gioco, lo
studio, il lavoro.

Il Primo piano: la capacità di costruire senso e di vedere la coerenza tra gli eventi
della propria esistenza. È la possibilità di sentirsi protagonisti, capaci di progettare
concretamente, di prendersi delle responsabilità, di partecipare attivamente e di
vedersi nel futuro. In quest’area si trovano la stima di sé, le attitudini, le
competenze, l'ironia.

Il Granaio: Qui sono collocate tutte le altre esperienze da scoprire, il bagaglio


esperienziale che ogni individuo si costruisce via via.

Gli autori hanno scelto una rappresentazione che evoca un luogo accogliente e che
solleciti sentimento di appartenenza. La casa rappresenta metaforicamente un
luogo dove esiste lo scorrere del tempo, un contenitore in cui integrare le diverse
età e fasi di crescita. Inoltre evoca il concetto di convivenza, di socialità tra più
persone legate da rapporti affettivi.

Un altro modello pensato per lo sviluppo di atteggiamenti resilienti è quello


definito “I have, I am, I can” di Grotberg2 che evidenzia tre fattori : io ho, io
sono, io posso.

L'obiettivo è che il soggetto provi a riflettere su ognuno di essi:

Io ho: rispendere a questo stimolo produce la consapevolezza di quali relazioni si


hanno he sono basate sulla fiducia, che siano da contenimento e da modelli di

2 Grotberg. E. (1998). I AM. I HAVE, I CAN: What families worldwide taught us about
resilience. Reaching Today's Youth: The Community Circle of Caring

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riferimento; in quali relazioni ci si sente sostenuti nel percorso di autonomia, che
siano di supporto nelle situazioni di pericolo.

Io sono: la consapevolezza di essere una persona amata e capace di amare, che


riceve rispetto e lo prova nei confronti degli altri.

Io posso: attiene all'area delle abilità personali: poter condividere pensieri e


preoccupazioni, sapere come risolvere i problemi o come farsi aiutare.

Secondo questo modello lo sviluppo della resilienza avviene attraverso il supporto


di figure di riferimento per attivare un atteggiamento di fiducia invece che di
diffidenza.

Un secondo punto fondamentale su cui si sofferma questo modello è lo sviluppo


dell'autonomia, che passa attraverso il riconoscimento di responsabilità e
sicurezza.

E infine le competenze relazionali vengono sottolineate come centrale strumento


per il fronteggiamento dei problemi nonché la progettualità, sentimento di essere
attori della propria esistenza.

Al di là del modello di intervento, quello su cui molti studiosi concordano è che gli
elementi costitutivi della resilienza sono presenti in ogni essere umano e la loro
evoluzione può avvenire anche in età adulta, nonostante il periodo più indicato sia
nelle prime fasi di vita, infanzia e adolescenza.

La resilienza in tale senso è un percorso che può essere intrapreso e perseguito,


che avviene per passaggi successivi da attivare in qualsiasi fase di vita. L’obiettivo
è riconoscere e valorizzare le risorse positive della persona, con la consapevolezza
che un ambiente può agevolare o rendere più faticoso lo sviluppo personale, ma
non impedirlo in modo deterministico.

Il fine è quello di non identificare la persona con i suoi problemi, ma di


evidenziarne le capacità e le potenzialità.

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