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LA COSTITUZIONE DELL'AZIENDA
E I LIBRI CONTABILI

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La fase della costituzione

La fase di costituzione rappresenta il momento della nascita dell'attività d'impresa per


iniziativa del soggetto aziendale. Tale fase è caratterizzata dalla presenza di numerosi
problemi giuridico-burocratici. Inoltre il soggetto aziendale deve affrontare una lunga serie
di problemi organizzativi.

Gli apporti iniziali

Il patrimonio di costituzione è il patrimonio netto esistente alla nascita dell'azienda, i cui


elementi sono rappresentati dagli apporti effettuati dal proprietario (in caso di azienda
individuale) o dai soci (in caso di azienda collettiva).

Gli apporti possono riguardare:


 denaro, assegni bancari o circolari, disponibilità liquide fatte affluire sul c/c intestato
all'azienda,valori bollati (marche da bollo, francobolli...) e altri valori (traveller's
cheques, tickets...)
 beni in natura:
 apporti in natura disgiunti (beni tra loro non legati da vincoli di complementarietà
economica, la cui funzionalità e il cui valore sono autonomi e autonomamente
determinabili)
 apporti in natura congiunti (conferimenti o acquisti di aziende già funzionanti o di
rami aziendali, vale a dire di beni legati da rapporti di funzionalità e
complementarietà, il cui utilizzo e la cui valutazione non possono prescindere dagli
altri beni). Un'azienda già funzionante costituisce un complesso economico che
dispone di un nome già noto sul mercato, di un'organizzazione già collaudata, di
personale già addestrato ed esperto, di una clientela reale e potenziale, di rapporti
commerciali già avviati con i fornitori e di altri vantaggi acquisiti, che sommati
prendono il nome di avviamento. È altresì possibile che l'avviamento sia negativo,
qualora le qualità che ne fanno parte siano negative per l'impresa in oggetto.

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L'avviamento, o meglio il suo valore, aumenta o diminuisce il valore complessivo
dell'azienda rispetto a un'azienda identica ma di nuova costituzione, così come il
valore complessivo dei beni che costituiscono l'azienda rispetto alla somma dei valori
degli stessi beni singolarmente considerati

La costituzione di un'impresa comporta la redazione dell'inventario di costituzione e


la valutazione degli elementi apportati. La valutazione di un bene sintetizza le caratteristiche
qualitative e quantitative del bene stesso in un'espressione monetaria. È inoltre un processo
soggettivo, poichè tempo, luogo, scopo e soggetto che effettua la valutazione influiscono sul
valore attribuito al bene.

Nel redigere l'inventario di costituzione si applicano generalmente:


 il criterio del valore nominale al denaro, ai fondi in c/c bancario o postale e ai debiti
accollati all'azienda
 il criterio del presunto valore di realizzo ai crediti ceduti all'azienda
 il criterio del costo di riproduzione o di riacquisto alle merci, agli automezzi, ai
fabbricati, ai terreni, agli impianti apportati...
 il criterio della capitalizzazione del reddito a un complesso aziendale funzionante.
Tale criterio è applicato anche per la valutazione delle rendite, di cui si calcola
il valore attuale

L'inventario di costituzione mette in evidenza il patrimonio di costituzione, ossia l'insieme di


beni e di elementi materiali e immateriali di cui dispone l'azienda all'inizio della propria
attività.

La determinazione del patrimonio di costituzione è:


 obbligatoria (il patrimonio netto deve essere annotato nel libro degli inventari, di cui
rappresenta la scrittura iniziale)
 necessaria (rappresenta il dato di riferimento per calcolare l'utile o la perdita del
primo anno di gestione)

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 significativa (evidenzia ai terzi il capitale proprio dell'azienda)

Dopo la redazione dell'inventario di costituzione, si avvia la tenuta della contabilità


generale provvedendo a:
 la scelta degli strumenti, dei supporti, delle procedure, delle risorse da adibire a
questo aspetto dell'attività amministrativa
 la numerazione progressiva delle pagine del libro giornale e del libro degli inventari
prima della messa in uso
 la predisposizione del piano dei conti
 l'intestazione dei conti di mastro e degli eventuali sottoconti

Gli apporti di disponibilità liquide


 (esempio 1) apporto di denaro contante per 5.000

Denaro in cassa

5.000

Patrimonio netto

5.000

(nel caso di un apporto diretto di denaro in un c/c bancario o postale, cambia solo il conto
finanziario utilizzato [Banca c/c oppure C/c postali al posto di Denaro in cassa])

 (esempio 2) apporto di assegni per 5.000 + versamento degli assegni su c/c bancario

Assegni

5.000 5.000

Patrimonio netto

5.000

Banca c/c

5.000

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Gli apporti in natura disgiunti
 (esempio 1) apporto di un automezzo per 10.000 e di un fabbricato per 50.000

Fabbricati

50.000

Automezzi

10.000

Patrimonio netto

60.000

Gli apporti in natura congiunti

Sia l'apporto di un'azienda da parte di un socio o del titolare che l'acquisto di un'azienda da
terzi sono considerati apporti in natura congiunti.
Consideriamo il caso dell'acquisto di un'azienda: dando per scontata la presenza dei fondi
necessari all'acquisto (perchè apportati secondo una o più delle modalità viste in
precedenza), l'operazione consisterà nell'annotare l'apporto delle attività e delle passività
trasferite dal venditore al compratore, il prezzo di vendita, il pagamento del prezzo
concordato e altre operazioni eventuali (come ad esempio il giro delle merci trasferite al
compratore da un conto economico acceso ai costi sospesi a un conto economico
d'esercizio).

1) annotazione di passività e attività e del prezzo di vendita (il valore dell'avviamento si


ottiene in questo modo: [prezzo di vendita - attività + passività])
Fabbricati

99.000

Impianti e macchinari

19.500

Arredamento

8.250

Merci

20.900

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Avviamento

19.200

Crediti v/clienti

27.500

Debiti v/fornitori

11.750

Cambiali passive

6.600

Clienti c/cessione

176.000

2) registrazione del pagamento

Banca c/c

176.000

Clienti c/cessione

176.000

3) giro delle merci


Merci

20.900

Merci c/apporti

20.900

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I costi di impianto e i crediti per cauzioni

La costituzione aziendale comporta il sostenimento di alcuni costi a utilità pluriennale che


riguardano gli obblighi di registrazione, gli onorari per prestazioni professionali, le indagini
di mercato e tutti gli oneri connessi alla costituzione.

Tali oneri si rilevano nel conto Costi di impianto (conto economico di reddito acceso ai costi
pluriennali), che fa parte delle immobilizzazioni immateriali, e come tali sono soggetti al
procedimento di ammortamento.

L'avvio dell'azienda comporta anche la stipula di contratti riguardanti i servizi telefonici,


l'erogazione dell'acqua e dell'energia elettrica, e così via.

Tali contratti comportano di norma il deposito di cauzioni in denaro, che costituiscono dei
crediti dell'azienda verso gli enti depositari e che sono rilevate nel conto Crediti per
cauzioni (conto finanziario acceso ai crediti).

 (esempio 1) sostenimento di costi di impianto esclusi dall'IVA per 295 con deposito di
una cauzione per 190

Costi di impianto

295

Denaro in cassa

295
190

Crediti per cauzioni

190

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 (esempio 2) sostenimento di costi di impianto soggetti a IVA

1) l'impresa riceve una fattura dal proprio commercialista relativa alle pratiche di
costituzione aziendale:

FATTURA

Assistenza pratiche costituzione 460,00

Contributo previdenza 2% 9,20

-----------

469,20

IVA 21% 98,53

Spese sostenute 105,00

-----------

Totale a debito 672,73

Poichè si tratta di una prestazione di un professionista, è necessario calcolare la ritenuta


d'acconto (20% di 460 = 92).
Tale cifra viene stornata dal totale a debito, e il risultato è la somma che il professionista
percepirà dal cliente (668,04 - 92 = 576,04).
Il cliente in un secondo momento verserà la ritenuta tramite modello F24, mentre il
professionista la dedurrà dal totale dei redditi percepiti in fase di dichiarazione fiscale.

I costi di impianto si calcolano sommando i singoli costi addebitati al netto delle imposte
(costi di impianto = 460 + 9,20 + 105 = 574,20).

Costi di impianto

574,20

IVA ns/credito

93,84

Debiti v/fornitori

668,04

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2) l'impresa provvede al pagamento della fattura tramite banca, al netto della ritenuta
d'acconto

Debiti per ritenute da versare

92,00

Banca c/c

576,04

Debiti v/fornitori

668,04

3) l'impresa versa all'Erario la ritenuta

Debiti per ritenute da versare

92

Banca c/c

92

I LIBRI CONTABILI
Obblighi contabili delle imprese:

La tenuta di un ordinato sistema di contabilità risponde sia alle esigenze conoscitive e di


controllo della gestione avvertite dall’imprenditore, sia a specifiche disposizioni di legge.
Il legislatore interviene fissando le scritture obbligatorie e dettando norme di carattere
formale sulla loro tenuta, stabilendo sanzioni per i casi di inosservanza degli obblighi
contabili.

I Soggetti coinvolti sono:

Imprenditori commerciali, siano essi persona fisica o società, ad esclusione dei piccoli
imprenditori (art.2083);
Essi sono quindi obbligati alla tenuta della contabilità coloro che esercitano un’ attività
economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi ad

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esclusione dei coltivatori diretti del fondo, degli artigiani, dei piccoli commercianti e di
coloro che esercitano un attività professionale organizzata con il lavoro proprio e dei
componenti della famiglia.

Norme del codice civile:


L’articolo 2214 c.c. stabilisce che l’imprenditore commerciale deve tenere:
- libro giornale;
- libro degli inventari;
- altre scritture richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa;

Inoltre, impone l’obbligo della conservazione della corrispondenza commerciale, delle


fatture ricevute e delle copie di quelle spedite.

La legge fiscale (d.p.r. 600/73) dispone per:


- le società di capitali;
- le società di persone;
- le persone fisiche che esercitano imprese commerciali;
- le persone fisiche che esercitano arti e professioni;
- le società o associazioni fra artisti e professionisti;

Devono tenere le seguenti scritture contabili:


- libro giornale;
- libro degli inventari;
- scritture ausiliari di magazzino;
- registro dei beni ammortizzabili;
- registri IVA;
- libro unico del lavoro

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LIBRO GIORNALE art. 2216 c.c.:

Il libro giornale costituisce una scrittura cronologica che accoglie, cioè i dati in ordine
temporale, dunque “deve indicare giorno per giorno le operazioni relative all’esercizio
dell’impresa”.
Interpretata anche come una scrittura complessa ovvero una scrittura che raccoglie i dati,
tra loro collegati, relativi all’intera gestione dell’impresa con il metodo della partita doppia.
Si tratta
di una scrittura che ha un oggetto complesso, cioè la determinazione del reddito conseguito
nel corso dell’esercizio e del patrimonio netto esistente ad una certa data.
Esso deve riportare la data dell’operazione, la descrizione, va numerato progressivamente e
non soggetto a bollatura e vidimazione.
E’ dovuta l’imposta di bollo nel seguente modo:
Per le società di capitali va effettuato il pagamento della tassa di concessione governativa di
€ 309,87 o di €. 516,60 se il capitale sociale è superiore ad €. 516.456,90, e il pagamento va
assolto prima che il registro sia posto in uso e va pagata tramite marche oppure versamento
mediante modello F23 con il codice tributo 458 T (Imposta di bollo su libri o registri).
I dati del versamento vanno riportati sulla prima pagina numerata oppure sull’ultima
pagina.
Esso deve essere stampato entro tre mesi dall’invio della dichiarazione dei redditi, quindi
per l’anno 2010 la stampa va effettuata entro il 31 dicembre 2011 (esercizio contabile 2010).
Esso va conservato per 10 anni ai fini civilistici, mentre ai fini fiscali entro il termine in cui
scade la possibilità di effettuare accertamenti (4 anni dall’anno della presentazione dei
redditi).
L’attuale normativa prevede la numerazione delle pagine del libro giornale. La risoluzione
n. 85 del 12 marzo 2002 dell’Agenzia delle Entrate ha precisato che la numerazione deve
essere effettuata per ciascun anno, con l’indicazione in ogni pagina dell’anno cui si
riferisce. La numerazione non deve effettuarsi interamente sin dall’inizio del libro ma può
essere eseguita nel momento in cui si utilizza la pagina.

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Imposta di bollo:

Per le società di capitali l’imposta è fissata in euro 14,62 ogni 100 pagine o frazione mentre
per tutti gli altri soggetti (società di persone e ditte individuali) è pari a euro 29,24 ogni 100
pagine o frazione.
Il libro degli inventari art. 2217c.c. deve contenere l’annotazione delle attività e passività
che formano il patrimonio aziendale.
Inoltre deve contenere l’indicazione e la valutazione delle attività e passività relative
all’impresa e delle attività e passività dell’imprenditore estranee all’impresa.

Scritture ausiliarie di magazzino:

Sono finalizzate a consentire il riscontro tra rimanenze fisiche e contabili, che concorrono a
formare il reddito di impresa come ricavi o come rimanenze finali.
Si tratta quindi di rilevare:
- quantità iniziali;
- quantità entrate in magazzino e loro provenienza;
- consistenza finale delle materie prime, semi lavorati, prodotti finiti e imballaggi.

Registro dei beni ammortizzabili:

La tenuta è obbligatoria per tutti quei soggetti nel cui patrimonio aziendale sono compresi
beni soggetti alla procedura di ammortamento, vale a dire all’imputazione su più esercizi
del costo
originario. Occorre iscrivere singolarmente, tutti i beni immobili privati e quelli iscritti in
pubblici registri, indicando anno di acquisizione, costo originario, rivalutazioni e
svalutazioni, coefficiente di ammortamento, quota annuale di ammortamento e relativa
misura del fondo.

Registri iva:
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La contabilità IVA prevede la tenuta di appositi registri: per le vendite, il registro delle
fatture emesse e registro dei corrispettivi; per gli acquisti, il registro degli acquisti.
Tali registri possono essere obbligatori o meno per alcune categorie di contribuenti a
secondo del regime di imposta applicato e dell’attività svolta.

Registro delle fatture:

Le fatture vanno annotate nell’ordine della loro numerazione con riferimento alla data della
loro emissione nel registro.
Il registro è obbligatorio per tutti i soggetti, salvo per commercianti al minuto nel caso in cui
tengano il registro dei corrispettivi e per i contribuenti minimi.
La FATTURA è un documento commerciale obbligatorio redatto dal venditore per
comprovare l’esecuzione da parte sua del contratto di compravendita e per comunicare al
compratore l’importo da lui dovuto per i beni che gli sono stati ceduti o per i servizi che gli
sono stati prestati.

Variazioni in diminuzione:

Queste variazioni sono consentite soltanto quando un’operazione che è stata regolarmente
fatturata e registrata viene meno in tutto o in parte o se ne riduce l’imponibile.
Poiché la rettifica Iva in diminuzione è facoltativa, il cedente può a propria scelta:
 emettere una nota di accredito senza regolarizzazione dell’Iva, con la quale non
procede al recupero dell’imposta;
 emettere una nota di variazione con cui accredita al compratore sia la rettifica
dell’imponibile sia la corrispondente imposta;

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Registro dei corrispettivi:

Esso deve essere tenuto dai commercianti al minuto e dagli altri soggetti ad essi assimilati,
che non emettono la fattura se non a richiesta del cliente e certificano i corrispettivi con
ricevute fiscale e scontrini fiscali.
Occorre annotare entro il giorno successivo non festivo a quello in cui le operazioni sono
state effettuate, l’ammontare globale dei corrispettivi delle operazioni imponibili e delle
relative imposte, distinto secondo l’aliquota applicabile, nonché l’ammontare delle
operazioni imponibili ed esenti.

L’ammontare globale dei corrispettivi relativi a tutte le operazioni effettuate in ciascun


giorno è dato da:
 il totale degli scontrini del giorno rilevabile dallo scontrino di chiusura giornaliera;
 il totale delle ricevute fiscali del giorno esso deve essere conteggiato rilevando i dati
dalle copie dei documenti emessi;

I soggetti che applicano:


 il regime ordinario, annotano giornalmente i corrispettivi (entro il giorno successivo
non festivo all’operazione);
 il regime semplificato, annotano mensilmente o trimestralmente i corrispettivi nel
registro.

Le operazioni per le quali è rilasciato lo scontrino o la ricevuta fiscale, effettuate in ogni


mese solare, possono essere annotate con un’unica registrazione riepilogativa mensile, entro
il giorno15 del mese successivo, allegando al registro gli scontrini di chiusura giornaliera.
I commercianti al minuto che tengono il registro in un luogo diverso da quello in cui
svolgono l’attività di vendita, devono eseguire le annotazioni in un registro di prima nota.
La prima nota è una scrittura elementare cronologica che, traendo i dati dai documenti
originari, elenca in ordine di tempo e senza particolari regole le operazioni aziendali man
mano che vengono compiute.

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Registro degli acquisti:

In questo registro vanno annotate le fatture ricevute relative ai beni e ai servizi acquistati
nell’esercizio dell’impresa dopo averle numerate progressivamente per anno solare.
La registrazione deve essere effettuate dopo il loro ricevimento e prima della liquidazione
periodica ovvero entro l’anno entro cui la dichiarazione viene esercitato il diritto di
detrazione della relativa imposta.

Libro unico del lavoro:

Entrato in vigore nel gennaio 2009 sostituisce il libro paga e il libro matricola, devono
essere iscritti:
 tutti i lavoratori subordinati;
 tutti i collaboratori coordinati e continuativi;
 gli associati in partecipazione con apporto lavorativo; i lavoratori somministrati e
distaccati;
Le annotazioni devono essere effettuate entro il giorno 16 del mese successivo a quello di
riferimento.

Dati da inserire:

- nome, cognome e codice fiscale;


- qualifica, livello e retribuzione base;
- anzianità di servizio;
- detrazioni fiscali e dati relativi agli assegni familiari;
- calendario presenze;
- rimborsi spese;
- somme erogate a titolo di premio;
- posizioni assicurative;

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Altri libri che devono essere tenuti se sono presenti lavoratori in azienda sono:
- registro infortuni;
 registro delle visite mediche;
 altri registri riguardanti i lavoratori esposti al piombo, all’amianto o ad agenti
cancerogeni;

Libri sociali:

Le società per azioni, in accomandita per azioni,responsabilità limitata e le società


cooperative sono obbligate a tenere, se ne ricorrono i presupposto, i seguenti libri:
 libro dei soci (abrogato per le S.r.l);
 libro delle obbligazioni e strumenti finanziari;
 libro delle adunanze e deliberazioni dell’assemblea, consiglio di amministrazione,
collegio sindacale, comitato del controllo di gestione, comitato esecutivo e assemblea
degli obbligazionisti;

P.e.c. obbligatoria:

Il decreto legge anticrisi n. 185/2008 ha previsto che società, professionisti e


amministrazioni pubbliche dovranno obbligatoriamente dotarsi di un proprio indirizzo di
Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) da comunicare al registro delle Imprese.
Le comunicazioni tra questi soggetti, quindi potranno avvenire in via telematica, con lo
stesso effetto di una tradizionale raccomandata con ricevuta di ritorno.

Processo di archiviazione in formato elettronico:

Il processo di archiviazione dei documenti da conservare in formato elettronico inizia con la


memorizzazione degli stessi su dischi magnetici o ottici, la quale differisce a seconda che i
documenti da conservare siano:
informatici; analogici.

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Nel primo caso, la memorizzazione consiste nella trasposizione del documento digitale su
qualsiasi supporto di cui sia garantita la leggibilità nel tempo, assicurando l’ordine
cronologico.
Nel secondo caso, la memorizzazione del documento è attivata attraverso l’acquisizione
delle relative immagini.
Il processo di archiviazione termina con:
 la sottoscrizione elettronica ossia applicando la firma elettronica qualificata;
 l’apposizione della marca temporale che permette di rendere opponibile a terzi un
riferimento temporale;

L’archiviazione deve essere eseguita almeno ogni 15 giorni per le fatture (dall’emissione e
dalla ricezione) e almeno ogni anno per i restanti documenti.

Conseguenze per la mancata o irregolare tenuta della contabilità:

impossibilità per l’imprenditore di ottenere un decreto ingiuntivonell’ambito della


riscossione dei propri crediti;
impossibilità di predisporre il bilancio obbligatorio dell’esercizio con la conseguente
impossibilità di distribuire utili e di provvedere al suo deposito;
impossibilità di usufruire delle scritture stesse come prova fra imprenditori per i rapporti
inerenti l’esercizio dell’impresa;
in caso di controversie giudiziarie civili e penali l’imprenditore non sarà in grado di
ottemperare alla richiesta di esibizione dei libri;

Sanzioni fiscali in caso di:

 omessa tenuta dei libri contabili;


 omesse, false o inesatte registrazioni contabili, numerose, gravi e ripetute,
l’amministrazione finanziaria può procedere ad accertamento dell’imponibile fiscale
basandosi su notizie a conoscenza dell’ufficio in qualsiasi modo reperite;

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In merito alle sanzioni penali, la distruzione o l’occultamento dei libri contabili obbligatori
finalizzata ad evadere le imposte sui redditi o l’Iva è sanzionata con la reclusione da 6 mesi
a 5 anni.
(art. 10, d.lgs. 74/2000).

Regimi contabili:

Il regime contabile costituisce un insieme di regole che ciascun contribuente deve osservare
relativamente al suo status fiscale.

La contabilità ordinaria è il regime contabile obbligatorio per le società di capitali: S.p.a.,


S.r.l., S.a.p.a. (sempre); facoltativo (volontario) per:

S.n.c, S.a.s., Enti non commerciali e Ditte individuali che abbiano ricavi inferiori a
400.000,00* non più 309.874,13 euro (se effettuano attività di prestazione di servizi) oppure
a 600.000,00 non più 516.456,89 euro (se effettuano altre attività)aggiornamento 2012

La contabilità semplificata è il regime contabile tipico delle imprese (che non optano per il
regime di contabilità ordinaria) che abbiano ricavi non superiori a 400.000,00 euro per
prestazioni di servizi e 600.000,00 euro per altre attività.

Tutti i soggetti in regime di contabilità semplificata devono tenere i seguenti libri:


- registri obbligatori ai fini IVA;
- registro dei beni ammortizzabili;
- registri obbligatori in tema di lavoro.

Il metodo di rilevazione contabile è quello della partita semplice.

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Metodo della partita semplice:

Questo metodo consente la sola rilevazione dei fatti di gestione effettuando la loro
registrazione esclusivamente nella sezione dare o avere di un registro contabile.
Per ogni registrazione la rilevazione è, dunque, unica, in quanto non viene richiesta la
doppia scrittura, la rilevazione avviene nel registro iva delle vendite oppure degli acquisti.
Regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità - il nuovo
regime fiscale introdotto dal D.L. 98/2011.
Il D.L. n.98/2011 convertito nella L. 111/2011 ha introdotto il nuovo regime fiscale di
vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità.
Il nuovo regime potrà essere applicato dal 1° gennaio 2012 e prevede Il pagamento, da
parte del contribuente, di un’imposta forfettaria del 5% del reddito dichiarato.

Soggetti ammessi: le persone fisiche che intraprendano un’attività di impresa o un’arte o


professione di lavoro autonomo. Sono quindi escluse le società qualunque sia la loro veste
giuridica.
Il nuovo regime è applicabile a coloro che intraprendono, a partire dal 2012, una nuova
attività o che l’abbiano intrapresa dopo il 31 dicembre 2007.

Ulteriori requisiti richiesti sono:

 il contribuente non deve aver esercitato nei 3 anni precedenti altra attività
imprenditoriale, anche in forma associata o familiare o attività di lavoro autonomo;
 l’attività non deve essere la mera prosecuzione di una precedentemente svolta sotto
forma di lavoro dipendente o autonomo escluso il caso in cui l’attività
precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini
dell’esercizio di arti o professioni;
 qualora si prosegua un’attività svolta in precedenza da altri, l’ammontare dei ricavi
realizzati nell’anno precedente l’accesso al beneficio, non può essere superiore a
30.000 euro.

A cura del CECOP Pagina 19


Per accedere al nuovo regime fiscale è richiesto il possesso dei requisisti previsti agli
articoli dal 96 al 117 dell’art.1 della L.244/2007 che ha istituito il regime dei contribuenti
minimi.

Caratteristiche:

 il regime è caratterizzato dal pagamento di un’imposta sostitutiva dell’imposta sui


redditi, delle addizionali comunali e regionali, pari al 5% del reddito d’impresa o
professionale;
 esenzione dall’IRAP;
 per quanto riguarda l’IVA non vi è obbligo di rivalsa, né si ha diritto a detrarre
l’IVA sugli acquisti;
 le fatture devono indicare la dicitura in base a quanto disposto dall'art. 1, comma
100, Legge n. 244/2007;
 non soggetti all’addizionale regionale e comunale

L’agevolazione, consistente nel pagamento dell’imposta sostitutiva, si applicherà per i primi


5 anni di attività.

Inoltre è prevista l’applicabilità dell’imposta sostitutiva oltre i primi 5 anni di attività, ma


entro il periodo di imposta di compimento del 35° anno di età dell’imprenditore o
professionista;

A cura del CECOP Pagina 20


Obblighi contabili:

 emettere e conservare regolari fatture numerate nelle quali non dovrà essere
evidenziata l’IVA mentre, nel caso di professionisti, dovrà essere indicata la ritenuta
d’acconto;
 numerare e conservare le fatture di acquisto e gli altri documenti ricevuti;
 presentare la dichiarazione dei redditi.

Contabilità dei contribuenti ex-minimi finanziaria 2008:

I soggetti ammessi a tale regime erano persone fisiche sia imprenditori che lavoratori
autonomi:
 che nell’anno solare precedente hanno conseguito ricavi o compensi non superiori a
30.000 euro;
 che non hanno effettuato cessioni all’esportazione;
 che non hanno sostenuto spese per lavoratori dipendenti o collaboratori;
 è inoltre necessario non avere effettuato, nel triennio precedente, acquisti di beni
strumentali, anche mediante appalto o locazione, per oltre 15.000 euro.

Coloro che avviano un’attività potranno avvalersi del regime in oggetto comunicando di
presumere il possesso dei predetti requisiti nella dichiarazione di inizio attività da
presentare ai fini dell’IVA.

BENEFICI dal 1° gennaio 2008:


 ai fini IVA divieto di addebitare l’IVA ai clienti e di detrarre quella assolta sugli
acquisti e sulle importazioni;
 sulle fatture dovranno riportare l’annotazione “operazione effettuata ai sensi dell’art.
1, comma 100, della legge n. 244/2007″.
 non sono soggetti passivi IRAP;
A cura del CECOP Pagina 21
 sul reddito determinato si applica l’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative
addizionali regionali e comunali del 20%;

Regime transitorio ex-minimi:

Tale regime transitorio prevede particolari semplificazioni per coloro, che, pur avendo i
vecchi requisiti, ma non quelli previsti dalla norma in vigore dal 2012, non potranno più
applicare il regime dei minimi.

In particolare:
 saranno esonerati dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili,
rilevanti ai fini delle imposte dirette e dell'imposta sul valore aggiunto;
 saranno esonerati esonero dalle liquidazioni mensili o trimestrali e dai relativi
versamenti periodici rilevanti ai fini dell'Iva;
 saranno esonerati dall’IRAP

In pratica, essi diventano contribuenti ordinari IVA, calcolando solo il conguaglio IVA, a
debito o a credito, in sede di liquidazione annuale e saranno contribuenti semplificati ai fini
dell'IRPEF.
Molti dei professionisti attualmente aderenti al regime dei minimi (che oggi ne conta oltre
500.000) sono obbligati ad uscire, passando al regime ordinario o a quello transitorio. I
contribuenti che non rientrano più nel regime dei minimi possono però usufruire del nuovo
regime contabile semplificato, introdotto dall’articolo 27, commi 3 e seguenti del Dl
98/2011.

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Scritture elementari:
Esse svolgono una funzione di preparazione, di analisi e di completamento delle scritture
complesse.
Le principali scritture elementari sono:
- prima nota;
- contabilità di cassa;
- contabilità banche;
- contabilità di magazzino;
- contabilità fornitori;
- contabilità clienti.

Prima nota:
E’ una scrittura cronologica, costituita da un libro o registro sul quale si annotano le
operazioni di esterna gestione che “giorno per giorno” vengono compiute, descrivendone i
caratteri e riportandone i dati necessari per la successiva rilevazione nelle scritture
complesse.
Nelle piccole aziende la Prima nota è unica, cioè riporta tutte le operazioni aziendali, ma
appena le dimensioni crescono si hanno due registri:
 la Prima nota di cassa, per le sole operazioni che danno luogo a movimenti di denaro
contante;
 la Prima nota di corrispondenza, per le operazioni, che sono documentate da fatture,
cambiali, assegni, comunicazioni bancarie in c/c;

Contabilità di cassa:
Nel libro cassa sono annotate giornalmente tutte le entrate e tutte le uscite, con l’indicazione
delle relativa causale. Nelle aziende di maggiori dimensioni, i movimenti di cassa avvengono
sulla base di appositi documenti di autorizzazione:
- le reversali, le entrate registrate sul libro cassa;
- i mandati, le uscite registrate sul libro cassa
Alla fine di ogni giornata, poi, sommando alla consistenza di cassa il totale delle entrate e
sottraendo il totale delle uscite, si calcola il fondo finale di cassa, che deve corrispondere al
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denaro e agli altri valori esistenti presso il cassiere e risultanti da un’apposita distinta di
cassa.

Contabilità banche:
Per ogni banca con la quale l’azienda lavora, tiene a scopo di controllo una scheda, cioè un
conto, su cui registra tutte le operazioni che via via movimentano il conto corrente.
Le schede di conto corrente bancario si aprono con il saldo iniziale che può essere di segno
positivo, se a favore del correntista, si registra in dare, o di segno negativo dunque in avere,
se per esempio è stata utilizzata una linea di fido concessa sotto forma di scoperto di c/c.
Successivamente, i versamenti e gli accrediti per incassi eseguiti tramite banca si rilevano in
dare, mentre i prelevamenti e gli addebiti per pagamenti ordinati alla banca si rilevano in
avere: in entrambi i casi, poi, gli importi delle singole operazioni si sommano
algebricamente al saldo precedente.
Tra il conto banca tenuto dall’azienda e l’estratto conto periodico inviato dalla banca la
corrispondenza può non essere immediata, nel senso che i rispettivi saldi possono divergere
anche se non vi sono errori di registrazione.

Esempio: possono esservi operazioni che l’azienda ha già contabilizzato ma che non
figurano ancora nell’estratto conto (come accade per gli assegni emessi dall’azienda e non
ancora estinti dalla banca), così come possono esservi delle operazioni delle operazioni già
inserite nell’estratto conto ma non ancora contabilizzate dell’azienda (per esempio, accrediti
di somme o addebiti di spese per i quali non ancora contabilizzate dall’azienda (accrediti di
somme o addebiti di spese per i quali non è ancora pervenuta all’azienda la comunicazione
bancaria).
In questi casi occorre fare un’operazione di riconciliazione, cioè di raccordo, tra scheda
contabile ed estratto conto.

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Contabilità di magazzino:
Essa è costituita da due tipi di rilevazioni:
Il giornale di magazzino, che è una scrittura cronologica nella quale si rilevano tutti i
movimenti in entrata e in uscita riguardanti i vari tipi di merce e di imballaggio di cui
l’azienda sia interessata a controllare continuativamente le variazioni quantitative e, le
schede di magazzino, che invece sono scritture sistematiche in quanto consistono nella
rilevazione dei movimenti relativi ai singoli articoli trattati o utilizzati dall’azienda

La contabilità di magazzino può essere tenuta:


 a sole quantità fisiche;
 a quantità fisiche e valori, nel qual caso sulle schede figurano non solo le quantità
movimentate, a anche i loro valori di carico e di scarico

Contabilità fornitori:
Le registrazioni della contabilità fornitori si basano sui documenti originari emessi nei vari
momenti nei quali si snoda la procedura di acquisto quali fatture dei fornitori note di
accredito, documenti connessi al regolamento ecc.

Essa comprende le annotazioni che si effettuano:


- sul registro Iva degli acquisti;
- sulle schede del partitario fornitori;
- sul registro delle cambiali passive;
- sullo scadenzario dei debiti

Il partitario fornitori è composto da schede analitiche intestate ai vari fornitori, sulle quali si
iscrivono il saldo iniziale e i successivi movimenti.
A tal fine, poiché le ragioni di Dare e Avere vanno riferite all’intestatario, per i conti del
partitario fornitori valgono le seguenti regole:
- in avere si rilevano gli importi a credito del fornitore;
- in dare si rilevano gli importi a debito del fornitore;

A cura del CECOP Pagina 25


Lo scadenziario dei debiti è costituito da schede mobili o da un libro agenda in cui sono
annotate tutte le somme da pagare in un certo giorno, comprese le cambiali di cui l’azienda
e debitrice.

Collegamento delle rilevazioni nei diversi registri.


Le rilevazioni effettuate a seguito del ciclo acquisti sono: il ricevimento della merce: viene
rilevato nella sezione carico della scheda di magazzino o del giornale di magazzino.

Il ricevimento della fattura del fornitore si rileva:


 sulla Prima nota;
 in avere del partitario fornitori;
 nello scadenziario dei debiti;
 nel registro Iva degli acquisti ai fini dell’Iva a credito

Il ricevimento di una nota di accredito viene annotato:


 sulla Prima nota;
 in dare della scheda partitario fornitori;
 nel registro Iva degli acquisti a rettifica dell’operazione d’acquisto

Il regolamento del debito verso il fornitore viene registrato:


 sulla Prima nota;
 in dare della scheda partitario fornitori;
 tra le uscite del libro cassa e/o in avere della scheda di c/c bancario;
 nello scadenziario dei debiti

La contabilità clienti comprende le rilevazioni riguardanti:


- il registro Iva delle fatture emesse;
- il partitario clienti;
- lo scadenziario dei crediti;
- il registro delle cambiali attive
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Il partitario clienti è composto dalle schede analitiche intestate ai singoli clienti.
Le registrazioni in ogni scheda richiedono l’iscrizione dell’eventuale saldo iniziale e dei
successivi movimenti in dare per aumenti dei debiti del cliente e avere per diminuzione dei
suoi debiti.

Collegamento delle rilevazioni nei diversi registri:


1) lo scarico delle merci si rileva nell’apposita sezione della scheda di magazzino e nel
giornale di magazzino

2) L’emissione della fattura viene rilevata:


sulla Prima nota:
in dare della scheda del partitario clienti intestata al venditore; nello scadenziario dei debiti

3) L’emissione della nota di accredito da luogo:


- alla modifica del registro Iva se c’è stata una regolarizzazione dell’Iva;
- modifica nella scheda analitica accesa al cliente, che viene quindi movimentata in avere

4) Il regolamento della vendita viene registrato:


- sulla Prima nota;
- in avere della scheda del cliente;
- sullo scadenziario dei crediti;
- le entrate del libro cassa e/o in dare della scheda del c/c bancario.

Contabilità Iva:
Dai registri obbligatori ai fini Iva scaturisce la determinazione dell’imposta da versare
all’Erario, richiede:
- la definizione della base imponibile;
- la conoscenza delle aliquote da applicare;
- l’individuazione del momento impositivo;
- l’applicazione del meccanismo della deduzione imposta da imposta

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La base imponibile è l’importo sul quale va applicata l’aliquota per calcolare l’imposta
relativa a ogni operazione. Essa è formata dal prezzo complessivo della merce o della
prestazione, al netto degli sconti incondizionati previsti contrattualmente, e dalle spese
accessorie di acquisto non documentate.

L’aliquota ordinaria dell’imposta è attualmente pari al 21% accanto a questa esistono due
aliquote ridotte pari al 10% e al 4% che si applicano a particolari tipi di beni e servizi

Il momento impositivo è quello in cui l’operazione si intende effettuata e cioè il momento in


cui sorge il rapporto tributario tra il soggetto passivo e l’Erario.

A norma dell’art. 6 del decreto Iva, il momento impositivo è così individuato:


- per i beni mobili è la consegna o la spedizione dei beni;
- per i beni immobili è la stipulazione del contratto;
- per le prestazioni di servizi è il pagamento del corrispettivo

Esso rappresenta il termine di riferimento per la fatturazione delle operazioni, sia per
quanto riguarda le variazioni delle aliquote.

Presupposti dell’Iva:
Affinché un’operazione rientri nel campo di applicazione dell’Iva, quindi, devono coesistere
tre presupposti:
oggettivo: costituito dalle operazioni in cui si applica l’imposta;
soggettivo: le operazioni devono essere compiute nell’esercizio di imprese o di arti e
professioni;
territoriale: le cessioni e le prestazioni di servizi devono essere effettuate nel territorio
dello stato
Ai fini Iva, le operazioni compiute dai soggetti passivi possono essere distinte in: imponibili,
non imponibili ed esenti.
Si dicono invece escluse quelle che, mancando del requisito oggettivo e di quello soggettivo,
restano “fuori dal campo di applicazione” dell’imposta.

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Le operazioni imponibili sono soggette all’Iva, consentono la detrazione dell’Iva pagata
sugli acquisti e sono soggette all’obbligo di fatturazione e registrazione.
Ne sono esempio le vendite di beni a titolo oneroso e le prestazioni di servizi verso
corrispettivi.
Le operazioni non imponibili non sono soggette a Iva e consentono la detrazione dell’Iva
pagata sugli acquisti(articolo 8, 8-bis e 9 del decreto Iva).

Sono soggette agli obblighi di fatturazione e registrazione.


Esempio: cessioni all’esportazioni, operazioni assimilate alle esportazioni, servizi
internazionali o connessi agli scambi internazionali.
Le operazioni esenti non sono soggette a Iva, non consentono la piena detrazione dell’Iva
pagata sugli acquisti in quanto si applica il meccanismo del pro-rata, (art. 10 del decreto
Iva).
Esempio: operazioni di credito di finanziamento, dilazioni di pagamento, operazioni di
valute estere, prestazioni di servizi postali, trasporti pubblici urbani, prestazioni educative,
asili, biblioteche e visite a musei, assicurazioni, affitti di locali da privati.

L’Iva da versare all’Erario si determina applicando un particolare procedimento, noto come


meccanismo della deduzione imposta da imposta.
Secondo tale meccanismo, l’imposta non si determina sul valore aggiunto che si forma in
occasione di ogni operazione, ma con riferimento a un insieme di operazioni di acquisto e di
vendita compiute in un dato periodo di tempo.

In pratica:
A ogni passaggio il venditore applica l’imposta al prezzo pieno e la addebita al compratore,
così come fanno con lui i suoi fornitori.
Il venditore risulta pertanto debitore verso l’Erario per l’Iva addebitata ai clienti, ma è
creditore verso l’Erario per l’Iva da lei pagata a monte ai fornitori per i beni e i servizi
acquistati.

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L’Iva da versare all’Erario è determinata “per masse di atti economici”, cioè come
differenza tra il totale dell’Iva a debito (sulle vendite) e il totale dell’Iva a credito (sugli
acquisti), determinati relativamente a tutte le operazioni riferibili a un dato periodico

Liquidazione iva:
Tutti i contribuenti sono tenuti ad eseguire le liquidazioni periodiche e i relativi versamenti
con cadenza mensile, a meno che non si tratti di contribuenti minori, i quali si siano avvalsi
della facoltà di compiere tali adempimenti con periodicità trimestrale maggiorando i
versamenti dell’1%. Un’ulteriore liquidazione dell’imposta si ha in sede di dichiarazione
annuale.

Deroghe alla detraibilità dell’Iva:


Il diritto alla detrazione sorge nel momento in cui l’imposta diventa esigibile e può essere
esercitato, al più tardi, con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in
cui il diritto stesso è sorto.
Ad esempio è indetraibile: l’iva sugli acquisti e sulle importazioni di beni e servizi destinati
a essere utilizzati esclusivamente per operazioni fuori campo iva; la quota proporzionale sui
beni e servizi che siano utilizzati per fini personali o comunque estranei all’esercizio
dell’impresa.
La parte assolta dai contribuenti che effettuano soltanto operazioni esenti, totalmente o
parzialmente l’Iva dovuta su alcuni beni e servizi quali prestazioni alberghiere, autovetture
carburante ecc..
Per il contribuente che invece svolge abitualmente sia operazioni che danno diritto alla
detrazione, sia operazioni esenti, l’Iva detraibile si calcola applicando all’Iva sugli acquisti
una percentuale detta prorata di detraibilità.
Il saldo Iva che scaturisce dalla liquidazione periodica può essere a debito o a credito del
contribuente.
Se risulta un saldo Iva a debito d’importo superiore a euro 25,82, il contribuente deve
eseguirne il versamento con modalità telematiche entro i termini previsti, utilizzando il
modello F24, con il quale può compensare il debito Iva con gli eventuali crediti relativi ad
altre imposte e contributi.

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Se non supera euro 25,82, il saldo a debito risultante dalla liquidazione periodica va
riportato alla liquidazione periodica successiva.
Se invece risulta un saldo Iva a credito, questo deve essere portato a nuovo, cioè conteggiato
in detrazione nel periodo successivo, non potendo andare a compensare i debiti per altre
imposte e contributi.

Contribuenti mensili:
I soggetti che hanno realizzato un volume d’affari inferiore a 309.874,10 euro se prestano
servizi o non superiore a 516.456,90 euro se cedono beni o sono titolari di imprese aventi
per oggetto altre attività potranno versare l’Iva con cadenza trimestrale.
Se superate questi limiti invece sarete soggetti alla liquidazione mensile dell’Iva con un
aggravio anche di costi di natura amministrativa e contabile in quanto si presuppone che
rientrate nel regime di contabilità ordinaria dove per legge sarete sottoposti ad un maggiore
aggravio in termini di adempimenti per quello che concerne bilancio, dichiarazione,
accertamento ecc.

Contribuenti trimestrali:
Il versamento dell’Iva trimestrale avviane mediante modello F24 il 16 del secondo mese
successivo a quello di registrazione e di chiusura del periodo pertanto nel caso di
liquidazione del primo trimestre gennaio marzo procederemo al versamento il 16 maggio
mentre per il secondo trimestre aprile giugno verseremo il 16 agosto (spesso il termine viene
posticipato per venire incontro ai contribuenti a fine agosto) mentre per il terzo trimestre
luglio settembre procederemo al versamento il 16 novembre.

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VERSAMENTI:
CONTRIBUENTI MENSILI CODICE TRIBUTO: 6001 versamento entro il 16 del mese
successivo:
CONTRIBUENTI TRIMENSTRALI:
1° trimestre: gennaio/febbraio/marzo 6031
2°trimestre: aprile/maggio/giugno 6032
3° trimestre: luglio/agosto/settembre 6033
4°trimestre:ottobre/novembre/dicembre 6034 versamenti entro il 16 del secondo mese
successivo, il quarto trimestre si versa il 16 marzo;

Acconto iva:
Entro il 27 dicembre di ogni anno, i contribuenti devono versare un acconto Iva relativo al
mese di dicembre o all’ultimo trimestre dell’anno codice 6035.
Esso può essere determinato con diversi metodi, ma il metodo più utilizzato è il metodo
STORICO.
Questo metodo prevede che l’acconto sia pari all’88% del versamento relativo al mese di
dicembre (o all’ultimo trimestre dell’anno precedente, a lordo dell’acconto versato per
quell’anno.
Il saldo dovuto dall’acconto si verserà il 16 marzo successivo.

Dichiarazione annuale:
Tra il 1° febbraio e il 30 settembre di ogni anno i contribuenti Iva devono presentare in via
telematica una dichiarazione annuale relativa all’imposta dovuta per l’anno solare
precedente.
A seconda della forma giuridica la presentazione può avvenire in via autonoma (cioè non
autonoma nel modello unificato) o nel modello unico nel quadro di riferimento.
Entro il mese di febbraio di ciascun anno il contribuente deve presentare
all’Amministrazione finanziaria una comunicazione dei dati Iva sintetici relativi alle
operazioni effettuate nell’anno solare precedente.

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La gestione:
L’impresa, per poter svolgere concretamente la propria attività di gestione, necessita di
diverse condizioni produttive tra loro coordinate per il raggiungimento dell’obiettivo
aziendale.
Queste condizioni di produzione si presentano tra loro eterogenee e se sono di pertinenza
dell’impresa ,costituiscono il capitale o patrimonio osservato sotto l’aspetto qualitativo,
individuando gli elementi e le caratteristiche che lo compongono.
Si fa distinzione tra operazioni di esterna gestione ed operazioni di interna gestione.
Le operazioni di esterna gestione riguardano gli scambi di beni e servizi con
l'ambiente/mercato, mentre le operazioni di interna gestione riguardano processi interni di
produzione economica che non mettono l'azienda in relazione con terze economie
(utilizzazione degli impianti, consumo di materie per la produzione, conservazione e
confezionamento merci e prodotti, attività di ricerca, ecc.)

Elementi:
Una prima distinzione è tra fattori produttivi generici (es. denaro) e fattori produttivi
specifici (es. impianti, attrezzature, materie prime, ecc.).
Alcuni di questi fattori costituiscono beni materiali (es.impianti, materie prime, ecc.) mentre
altri sono rappresentati da beni immateriali, cioè non dotati del requisito della tangibilità
(es. brevetti, marchi, ecc.).
Un’importante classificazione degli elementi del capitale osservati sotto l’aspetto qualitativo
è quella che distingue tra immobilizzazioni e beni appartenenti al capitale circolante.

Immobilizzazioni:
Sono costituite dagli investimenti in elementi patrimoniali destinati a permanere
durevolmente nell’economia dell’impresa.
Tali investimenti solitamente ritornano in forma monetaria in un periodo di tempo
pluriennale attraverso il contributo dato alla realizzazione della produzione aziendale.
Nell’ambito delle immobilizzazioni troviamo le Immobilizzazioni materiali: beni ad utilizzo
pluriennale dotati del requisito della tangibilità (es. fabbricati, impianti, macchinari, ecc.);

A cura del CECOP Pagina 33


le Immobilizzazioni immateriali: caratterizzate da utilità pluriennale ma non dotate del
requisito della tangibilità (es. brevetti, marchi, ecc.) e le Immobilizzazioni finanziarie:
crediti a media-lunga scadenza ed altri investimenti di natura finanziaria destinati a
permanere durevolmente nel patrimonio aziendale (es. partecipazioni azionarie, titoli di
stato, ecc.).
Le modalità attraverso cui gli investimenti negli elementi patrimoniali ritornano in forma
monetaria (disinvestimento) sono due.
La prima attraverso i ricavi che derivano dalla vendita dei prodotti finiti, il secondo in via
indiretta con la partecipazione al processo produttivo che generano i prodotti finiti da
immettere sul mercato.
Il capitale sotto l’aspetto quantitativo è espressione di un risultato monetario dato
dall’unione degli elementi che concorrono a formare lo stesso sotto l’aspetto qualitativo,
proprio per questo si parla di capitale-valore.

Capitale circolante:
I beni appartenenti alla categoria del capitale circolante sono destinati a permanere non
durevolmente nell’economia dell’impresa e rappresentano investimenti che di solito
ritornano in forma monetaria in un periodo di tempo breve (convenzionalmente entro 12
mesi).
Individuiamo:
 rimanenze (giacenze di magazzino): beni destinati ad essere venduti (es. merci,
prodotti finiti) o utilizzati nella produzione (es. materie prime) entro un periodo di
tempo breve;
 crediti a breve scadenza: rappresentano diritti ad incassare somme di denaro alla
scadenza convenuta (es. crediti vs. clienti, cambiali attive, altri crediti con scadenza
breve);
 attività finanziarie non immobilizzate: investimenti in azioni ed altri titoli destinati a
non essere mantenuti durevolmente tra le attività aziendali;
 liquidità immediate: rappresentano somme di denaro disponibili per le esigenze
aziendali (es. denaro in cassa, c/c bancari attivi e c/c postali).

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In particolare, con il termine attività si indica il complesso dei valori relativi ai fattori
produttivi di pertinenza dell’impresa e a sua disposizione in un dato momento (capitale
lordo), mentre con il termine passività si indica il complesso dei debiti, o più in generale dei
valori passivi, che gravano sull’impresa, sempre con riferimento ad un dato istante.
La differenza tra il valore attribuito alle attività (capitale lordo) e il valore attribuito alle
passività rappresenta il capitale netto (o patrimonio netto), cioè un fondo di valori che
esprime la ricchezza netta a disposizione dell’impresa in un dato momento, ovvero il
capitale di pertinenza del titolare o dei soci.

Il reddito d’esercizio:
L’impresa attraverso la sua attività di gestione tende ad accrescere la ricchezza netta a sua
disposizione (rappresentata dal capitale netto); peraltro in condizioni sfavorevoli di
operatività la stessa ricchezza potrebbe subire una riduzione.
Si definisce reddito la variazione che il capitale netto subisce per effetto della gestione svolta
dall’impresa in un esercizio: si ha un utile se si evidenzia un incremento del capitale netto (e
quindi si ha creazione di nuova ricchezza), mentre si manifesta una perdita in presenza di
una riduzione di capitale netto (e quindi si ha distruzione di ricchezza).
Per la determinazione del reddito di esercizio occorre individuare i ricavi relativi alle
cessioni di beni e di servizi effettuate nell’esercizio (ricavi di competenza economica) e poi
correlare opportunamente a detti ricavi i costi relativi ai fattori produttivi utilizzati nello
stesso esercizio per realizzare la produzione (costi di competenza economica).
Le stime effettuate per la valutazione delle operazioni in corso a fine anno concorrono a
definire il reddito di esercizio ed il capitale di funzionamento esistente al termine del periodo
amministrativo.

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Aspetto finanziario e economico della gestione:
L’aspetto finanziario è collegato alle entrate ed uscite di denaro, nonché ai crediti e debiti
che daranno luogo, rispettivamente, ad entrate ed uscite future. L’aspetto economico della
gestione fa riferimento alla dinamica dei valori che incidono sulla ricchezza aziendale.
I due aspetti della gestione (finanziario ed economico) risultano strettamente collegati.
I valori finanziari, riferiti alle entrate ed uscite immediate (movimenti di denaro) e differite
(crediti e debiti di regolamento e di finanziamento) sono per loro natura già espressi in
termini monetari e risultano di immediata percezione.
Per questo motivo l’aspetto finanziario rappresenta l’aspetto originario di osservazione
delle diverse operazioni di gestione.
I valori economici, invece, non sono espressi direttamente in termini monetari, ma la loro
misurazione avviene in via mediata attraverso i valori finanziari.
Per tale motivo l’aspetto economico costituisce l’aspetto derivato di osservazione delle
operazioni di gestione ed esprime le cause economiche (causali) che sono collegate con il
manifestarsi dei movimenti riguardanti il denaro, i crediti e i debiti.
Per rappresentare l’aspetto finanziario ed economico della gestione si utilizza IL METODO
DELLA PARTITA DOPPIA con l’ausilio delle schede di conto, si rappresento tutti i fatti di
gestione all’interno del libro giornale.

Le origini della p.d. :


Per capire come sono nate le regole che ancora oggi rispettiamo quando si registrano in
contabilità i fatti di gestione, si può immaginare un artigiano del Medioevo (ad esempio, un
falegname).
Costui comprava il legno dai boscaioli e vendeva a varie persone i mobili che otteneva con il
proprio lavoro.
E’ possibile immaginare che egli vendesse i suoi mobili concedendo dilazioni di pagamento
ai propri clienti, così come otteneva anch’egli dilazioni dai propri “fornitori”, cioè dai
boscaioli.
Insomma, non riscuoteva subito i ricavi delle proprie vendite, né pagava subito i costi dei
propri acquisti.

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LA PRIMA CONTABILITA’:
Può darsi che il primo foglio del suo “registro” si presentasse così:
Tizio mi deve dare 50 denari;
Caio mi deve dare 80 denari;
Pietro deve avere 30 denari;
Giulio mi deve dare 25 denari;
Paolo deve avere 65 denari
E così via, con una lista sempre più lunga, la cui lettura era decisamente poco chiara e
soprattutto di non immediata comprensione.
Inoltre, quando uno dei soggetti indicati con la dizione “mi deve dare” pagava quanto
doveva in tutto o in parte, si poneva il problema di come prendere nota di ciò.
Scrivere sotto qualcosa del tipo “Tizio mi ha pagato” non era certo una soluzione. Ma
anche cancellare il rigo originario non agevolava la leggibilità del registro.

Primi passi in avanti..


E’ plausibile che la soluzione prospettata sia stata quella di creare due colonne:
Tizio mi deve dare 50 denari
Caio mi deve dare 80 denari
Pietro deve avere 30 denari
Giulio mi deve dare 25 denari
Paolo deve avere 65 denari

In seguito, fu deciso di individuare le due colonne con un nome in intestazione, così da


facilitare ancor più le registrazioni:

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La scelta di quale dovesse essere la colonna di sinistra (“mi deve dare”) deve essere stata
del tutto casuale, semplicemente perché forse si è preferito registrare prima i propri crediti
invece dei propri debiti.
Questo schema è di certo più leggibile e dà con immediatezza l’idea di chi siano le persone
da cui ci si aspetta un pagamento rispetto a quelle a cui noi, invece, dobbiamo dei soldi.

Ancora un passo in avanti..


Inoltre, l’esistenza di due colonne consentiva anche la registrazione dei pagamenti e delle
riscossioni “per compensazione”:

Paolo 65 denari 65 denari (sono sottolineate le registrazioni successive a quelle originarie)


Ci sarà voluto poco per togliere anche le parole “mi deve” e “deve” dalle intestazioni di
colonna, cosicché il registro si sarà presentato come segue:

Il dare e l’avere:
Ecco che “dare” e “avere” sono diventate il modo in cui oggi chiamiamo, rispettivamente,
la colonna di sinistra (dare) e la colonna di destra (avere).
Oggi, rispetto alla registrazione effettuata, i due verbi non hanno più neanche il loro
significato, che aveva senso al tempo in cui i conti erano intestati a “persone”.
Rimangono solo ad identificare, come detto, le due colonne di sinistra e di destra.
Lo strumento attraverso il quale il sistema contabile funziona è il conto.

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Il sistema contabile è quindi costituito da una pluralità di conti correlati tra loro, derivanti
dal processo di rilevazione di quei fatti di gestione che determinano nel tempo variazioni
finanziarie o economiche (dal quale sono collegati i due aspetti della gestione).

Il conto:
Il conto è un prospetto formato da due sezioni che accoglie il valore monetario iniziale di un
dato oggetto e le successive variazioni nella sezione dare e nella sezione avere.

Forma:

La somma algebrica delle due sezioni permette di ottenere il saldo del conto.
Ciascun valore aziendale comporta di intestare ad esso un apposito conto nel quale vengono
rilevate le sue (e soltanto le sue) variazioni.
Se un conto è intestato ad un bene che rappresenta un valore finanziario, il conto in esame
sarà un conto finanziario.
Viceversa, si tratterà di un conto economico se è intestato ad un bene che rappresenta un
valore economico.

Terminologia:
 Istituire
- fissare l’oggetto e la denominazione di un conto
 Aprire o accendere
- effettuare la prima registrazione
 Chiudere
- determinare i totali delle due sezioni, farne la differenza, evidenziare il saldo e
iscriverlo nella sezione con totale minore per portare il conto a pareggio

A cura del CECOP Pagina 39


 Saldo di un conto
- somma algebrica del totale con segno dare e del totale con segno avere (il saldo
porta il segno del totale di maggiore importo)
 Addebitare
- iscrivere una variazione di conto in dare
 Accreditare
- iscrivere una variazione di conto in avere
 Stornare o girare
- eliminare da un conto una quantità e trasferirla in un altro conto
 Riepilogare
- trasportare il contenuto di più conti in uno di sintesi o di riepilogo

Classificazione dei conti:


In base all’estensione dell’oggetto:
CONTI ANALITICI:
 sono accesi a oggetti semplici, non più ulteriormente suddivisibili come ad esempio
debiti verso fornitore Rossi;
CONTI SINTETICI:
 sono accesi a oggetti piuttosto ampi, dei quali è possibile fare un’eventuale ulteriore
suddivisione a seconda delle informazioni che si vogliono ottenere. Ad esempio il
conto merci c/acquisti può essere scisso con riferimento a vari tipi di merce
acquistata.

Secondo la modalità di funzionamento:


CONTI UNILATERALI O UNIFASE:
 sono accesi a oggetti di variazioni di un solo segno e perciò funzionano in una sola
sezione (dare o avere) per esempio il conto salari e stipendi, merci c/vendite;
CONTI BILATERALI O BIFASI:
 sono accesi a oggetti che possono subire variazioni di segno opposto. Per esempio,
denaro in cassa, debiti verso fornitori;
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In base alle informazioni fornite:
CONTI DESCRITTIVI:
 riportano la data, la descrizione, l’importo dell’operazione registrata e le altre
informazioni ritenute necessarie;
CONTI SINOTTICI:
 riportano la data e l’importo dell’operazione, a volte indicano solo l’importo. Hanno
un uso prettamente scolastico.

Le variazioni:
Si definisce “variazione finanziaria” la variazione che riguarda un conto finanziario essi
comprendono i valori numerari e i crediti e debiti di finanziamento.
Tale variazione può avere segno positivo o negativo. Nel primo caso si parla di “variazioni
finanziarie attive”, nell’altro caso, si avranno “variazioni finanziarie passive”.

Valori numerari:
CERTI
 (denaro in cassa);
ASSIMILATI
 (crediti e debiti di regolamento simili cioè al denaro, per i quali risulta un grado di
incertezza legato al fatto che alla scadenza non diano luogo ad un corrispondente
movimento di denaro);
PRESUNTI
 (crediti e debiti in moneta estera);
 I crediti e i debiti di finanziamento sono collegati ai prestiti concessi/ottenuti
dall’azienda.

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Le variazioni finanziarie:
Danno luogo a variazioni finanziarie attive (VF+):
Valori numerari denaro e crediti di regolamento e crediti di finanziamento:
 le entrate di moneta;
 gli incrementi delle disponibilità bancarie e postali;
 gli aumenti dei crediti (per esempio, per l’emissione di una fattura di vendita di
nostre merci);
 le diminuzioni dei debiti (per esempio, per l’estinzione di un debito verso un
fornitore).
Invece, danno luogo a variazioni finanziarie passive (VF-) :
 le uscite di moneta;
 i decrementi delle disponibilità bancarie e postali;
 le diminuzioni dei crediti (per esempio, per la riscossione di un credito verso un
cliente);
 gli aumenti dei debiti (per esempio, per il ricevimento di una fattura d’acquisto da un
fornitore).

Le variazioni economiche:
Si definisce “variazione economica” quella che interessa un conto economico, esse possono
essere di reddito (costi e ricavi) o di capitale (aumenti e diminuzioni di patrimonio netto).

Anche questa variazione può avere segno positivo o negativo.

Nel primo caso si parla di “variazioni economiche positive”, nell’altro caso, si avranno
“variazioni economiche negative”.
Affinché il metodo della P.D. funzioni, occorre che i conti economici abbiano regole di
funzionamento opposte rispetto a quelli finanziari.

A cura del CECOP Pagina 42


Cioè:
- i ricavi (VE+) devono essere registrati in “avere” (cioè a destra)
- i costi (VE-) devono essere registrati in “dare” (cioè a sinistra)

Le variazioni economiche positive (VE+) consistono: in ricavi d’esercizio, ricavi sospesi e in


aumenti di Patrimonio Netto, i quali si suddividono in: aumenti di Capitale Proprio (nuovi
apporti) e in risultati positivi della gestione (utile d’esercizio).

Le variazioni economiche negative (VE-) consistono in: costi d’esercizio, costi pluriennali,
costi sospesi e in diminuzioni di Patrimonio Netto, le quali si suddividono in: diminuzioni di
Capitale Proprio (rimborsi) e in risultati negativi della gestione (perdite d’esercizio)

Riepilogo:

L’insieme di tutti i conti utilizzati da un’azienda per la rilevazione dei propri fatti di gestione
è denominato “piano dei conti”. Viene predisposto prima di dare attuazione alle rilevazioni
contabili rispettando un certo ordine logico prescelto.
All’interno del libro mastro si trovano tutti i conti movimentati in quel determinato periodo
amministrativo dall’azienda.
Nella generalità dei casi le aziende progettano il piano dei conti su tre livelli: I gruppi di
conti (o capo conti) I conti ed I sottoconti (conti di mastro).
A cura del CECOP Pagina 43
Le regole della partita doppia
1) Funzionamento antitetico delle sezioni dei conti:
 I conti accolgono nelle sezioni opposte variazioni di segno opposto

2) Duplicità dell’aspetto di osservazione:


 Ogni fatto deve poter essere osservato secondo un duplice aspetto (originario e
derivato)Come conseguenza si avranno conti accesi all’aspetto originario (conti
finanziari) e conti accesi all’aspetto derivato (conti economici)

3) Funzionamento antitetico delle classi di conti:


 Allo stesso modo del funzionamento antitetico delle sezioni dei conti, i conti che
appartengono a due classi differenti funzionano in modo antitetico

Corollari della p.d.:


1) la somma degli importi in dare di tutti i conti è uguale alla somma in avere di tutti i
conti.
2) la somma dei saldi in dare di tutti i conti è uguale alla somma dei saldi in avere di
tutti i conti.
3) la somma algebrica dei saldi in una parte qualsiasi dei conti del mastro è uguale e di
segno opposto alla somma algebrica dei saldi della rimanente parte dei conti.

Iter della rilevazione dei fatti di gestione:

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Momento della rilevazione dei fatti di gestione:
Nel corso dell’esercizio amministrativo, la rilevazione contabile del fatto di gestione deve
avvenire nel momento in cui si verifica la manifestazione finanziaria coincidente con una
variazione della liquidità (cassa o banca) o con la nascita, la movimentazione o l’estinzione
di un credito o di un debito.
Tale momento si verifica all’atto della definizione dell’operazione, che, per prassi, viene
fatto coincidere con quello dell’emissione o ricevimento di un idoneo documento che ne
supporti la rilevazione.

Le permutazioni:
A seconda degli aspetti rilevati dalla scrittura possono generarsi: variazioni economiche e/o
finanziarie coincidenti in valore, denominate “permutazioni”.
Queste si distinguono in:
 Permutazioni economico-finanziare;
 Permutazioni economiche e Permutazioni finanziarie.

Dal fatto di gestione alla rilevazione contabile è opportuno seguire il seguente percorso
logico:
a) individuazione delle variazioni scaturite dall’operazione;
b) identificazione dei conti che rilevano le singole variazioni;
c) individuazione delle sezioni dei conti da movimentare;

Esempio:
a) Si acquistano merci per 100,00 € con pagamento in contanti.
1° fase: liquidazione

A cura del CECOP Pagina 45


2 fase: pagamento in contanti

I conti di mastro da movimentare:

b) Si vendono merci per 100,00 incasso tramite bonifico bancario.


1 fase: liquidazione

Registrazioni nel libro giornale.


Le registrazioni sul libro giornale si denominano articoli (in partita doppia).
Esistono diverse forme di libro giornale che si caratterizzano per la diversa modalità di
rappresentazione delle rilevazioni contabili.
Il giornale di contabilità generale quale esce dalle stampanti dei sistemi di elaborazione
automatica, sulla base dei programmi o software applicativi comunemente impiegati.
I conti sono appoggiati a sinistra per cui la segnalazione che si tratta di un addebitamento o
un accreditamento avviene nelle colonne dare e avere.

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Per ogni conto interessato nella registrazione è disponibile una sola riga, ne consegue che
dato lo scarso spazio a disposizione, la descrizione deve essere sintetica
Le prime tre colonne riportano il numero, la data dell’operazione e i codici dei conti
In ogni articolo in P.D. sono indicati prima i conti Dare e poi i conti Avere (ma questo
cambia a seconda del software gestionale).
Impiegando l’elaboratore, i dati introdotti per il giornale sono automaticamente riutilizzati
per comporre i mastri, senza alcuna necessità di riporli manuali e senza possibilità di errori
formali.

Gli articoli in P.D. possono essere: semplici, composti e complessi.


Sono denominati semplici quando la rilevazione prevede un solo conto da addebitare e un
solo conto da accreditare, la registrazione viene poi riportata in ordine sistematico nel libro
mastro.

Gli articoli sono composti quando la rilevazione prevede un solo conto da addebitare e più
(diversi) conti da accreditare; oppure più (diversi) conti da accreditare e un solo conto da
addebitare.

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Nel primo caso sul libro giornale si avrà:

Quando si hanno più conti da addebitare ed un solo conto da accreditare la rilevazione sul
libro giornale sarà del tipo:

Nell’articolo il termine Diversi, indicato in Dare, segnala che devono essere addebitati più
conti la cui denominazione viene riportata successivamente.
Infine gli articoli si definiscono complessi quando la rilevazione prevede più conti da
addebitare e più conti da accreditare.

Nell’articolo il termine Diversi, indicato sia in Dare sia in Avere, segnala che devono essere
addebitati e accreditati più conti: verrà poi riportata l’indicazione dei conti da addebitare
seguita da quella dei conti da accreditare.

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