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CON
LA COSTITUZIONE DELL'AZIENDA
E I LIBRI CONTABILI
A cu
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l CEC
OP
La fase della costituzione
Denaro in cassa
5.000
Patrimonio netto
5.000
(nel caso di un apporto diretto di denaro in un c/c bancario o postale, cambia solo il conto
finanziario utilizzato [Banca c/c oppure C/c postali al posto di Denaro in cassa])
(esempio 2) apporto di assegni per 5.000 + versamento degli assegni su c/c bancario
Assegni
5.000 5.000
Patrimonio netto
5.000
Banca c/c
5.000
Fabbricati
50.000
Automezzi
10.000
Patrimonio netto
60.000
Sia l'apporto di un'azienda da parte di un socio o del titolare che l'acquisto di un'azienda da
terzi sono considerati apporti in natura congiunti.
Consideriamo il caso dell'acquisto di un'azienda: dando per scontata la presenza dei fondi
necessari all'acquisto (perchè apportati secondo una o più delle modalità viste in
precedenza), l'operazione consisterà nell'annotare l'apporto delle attività e delle passività
trasferite dal venditore al compratore, il prezzo di vendita, il pagamento del prezzo
concordato e altre operazioni eventuali (come ad esempio il giro delle merci trasferite al
compratore da un conto economico acceso ai costi sospesi a un conto economico
d'esercizio).
99.000
Impianti e macchinari
19.500
Arredamento
8.250
Merci
20.900
19.200
Crediti v/clienti
27.500
Debiti v/fornitori
11.750
Cambiali passive
6.600
Clienti c/cessione
176.000
Banca c/c
176.000
Clienti c/cessione
176.000
20.900
Merci c/apporti
20.900
Tali oneri si rilevano nel conto Costi di impianto (conto economico di reddito acceso ai costi
pluriennali), che fa parte delle immobilizzazioni immateriali, e come tali sono soggetti al
procedimento di ammortamento.
Tali contratti comportano di norma il deposito di cauzioni in denaro, che costituiscono dei
crediti dell'azienda verso gli enti depositari e che sono rilevate nel conto Crediti per
cauzioni (conto finanziario acceso ai crediti).
(esempio 1) sostenimento di costi di impianto esclusi dall'IVA per 295 con deposito di
una cauzione per 190
Costi di impianto
295
Denaro in cassa
295
190
190
1) l'impresa riceve una fattura dal proprio commercialista relativa alle pratiche di
costituzione aziendale:
FATTURA
-----------
469,20
-----------
I costi di impianto si calcolano sommando i singoli costi addebitati al netto delle imposte
(costi di impianto = 460 + 9,20 + 105 = 574,20).
Costi di impianto
574,20
IVA ns/credito
93,84
Debiti v/fornitori
668,04
92,00
Banca c/c
576,04
Debiti v/fornitori
668,04
92
Banca c/c
92
I LIBRI CONTABILI
Obblighi contabili delle imprese:
Imprenditori commerciali, siano essi persona fisica o società, ad esclusione dei piccoli
imprenditori (art.2083);
Essi sono quindi obbligati alla tenuta della contabilità coloro che esercitano un’ attività
economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi ad
Il libro giornale costituisce una scrittura cronologica che accoglie, cioè i dati in ordine
temporale, dunque “deve indicare giorno per giorno le operazioni relative all’esercizio
dell’impresa”.
Interpretata anche come una scrittura complessa ovvero una scrittura che raccoglie i dati,
tra loro collegati, relativi all’intera gestione dell’impresa con il metodo della partita doppia.
Si tratta
di una scrittura che ha un oggetto complesso, cioè la determinazione del reddito conseguito
nel corso dell’esercizio e del patrimonio netto esistente ad una certa data.
Esso deve riportare la data dell’operazione, la descrizione, va numerato progressivamente e
non soggetto a bollatura e vidimazione.
E’ dovuta l’imposta di bollo nel seguente modo:
Per le società di capitali va effettuato il pagamento della tassa di concessione governativa di
€ 309,87 o di €. 516,60 se il capitale sociale è superiore ad €. 516.456,90, e il pagamento va
assolto prima che il registro sia posto in uso e va pagata tramite marche oppure versamento
mediante modello F23 con il codice tributo 458 T (Imposta di bollo su libri o registri).
I dati del versamento vanno riportati sulla prima pagina numerata oppure sull’ultima
pagina.
Esso deve essere stampato entro tre mesi dall’invio della dichiarazione dei redditi, quindi
per l’anno 2010 la stampa va effettuata entro il 31 dicembre 2011 (esercizio contabile 2010).
Esso va conservato per 10 anni ai fini civilistici, mentre ai fini fiscali entro il termine in cui
scade la possibilità di effettuare accertamenti (4 anni dall’anno della presentazione dei
redditi).
L’attuale normativa prevede la numerazione delle pagine del libro giornale. La risoluzione
n. 85 del 12 marzo 2002 dell’Agenzia delle Entrate ha precisato che la numerazione deve
essere effettuata per ciascun anno, con l’indicazione in ogni pagina dell’anno cui si
riferisce. La numerazione non deve effettuarsi interamente sin dall’inizio del libro ma può
essere eseguita nel momento in cui si utilizza la pagina.
Per le società di capitali l’imposta è fissata in euro 14,62 ogni 100 pagine o frazione mentre
per tutti gli altri soggetti (società di persone e ditte individuali) è pari a euro 29,24 ogni 100
pagine o frazione.
Il libro degli inventari art. 2217c.c. deve contenere l’annotazione delle attività e passività
che formano il patrimonio aziendale.
Inoltre deve contenere l’indicazione e la valutazione delle attività e passività relative
all’impresa e delle attività e passività dell’imprenditore estranee all’impresa.
Sono finalizzate a consentire il riscontro tra rimanenze fisiche e contabili, che concorrono a
formare il reddito di impresa come ricavi o come rimanenze finali.
Si tratta quindi di rilevare:
- quantità iniziali;
- quantità entrate in magazzino e loro provenienza;
- consistenza finale delle materie prime, semi lavorati, prodotti finiti e imballaggi.
La tenuta è obbligatoria per tutti quei soggetti nel cui patrimonio aziendale sono compresi
beni soggetti alla procedura di ammortamento, vale a dire all’imputazione su più esercizi
del costo
originario. Occorre iscrivere singolarmente, tutti i beni immobili privati e quelli iscritti in
pubblici registri, indicando anno di acquisizione, costo originario, rivalutazioni e
svalutazioni, coefficiente di ammortamento, quota annuale di ammortamento e relativa
misura del fondo.
Registri iva:
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La contabilità IVA prevede la tenuta di appositi registri: per le vendite, il registro delle
fatture emesse e registro dei corrispettivi; per gli acquisti, il registro degli acquisti.
Tali registri possono essere obbligatori o meno per alcune categorie di contribuenti a
secondo del regime di imposta applicato e dell’attività svolta.
Le fatture vanno annotate nell’ordine della loro numerazione con riferimento alla data della
loro emissione nel registro.
Il registro è obbligatorio per tutti i soggetti, salvo per commercianti al minuto nel caso in cui
tengano il registro dei corrispettivi e per i contribuenti minimi.
La FATTURA è un documento commerciale obbligatorio redatto dal venditore per
comprovare l’esecuzione da parte sua del contratto di compravendita e per comunicare al
compratore l’importo da lui dovuto per i beni che gli sono stati ceduti o per i servizi che gli
sono stati prestati.
Variazioni in diminuzione:
Queste variazioni sono consentite soltanto quando un’operazione che è stata regolarmente
fatturata e registrata viene meno in tutto o in parte o se ne riduce l’imponibile.
Poiché la rettifica Iva in diminuzione è facoltativa, il cedente può a propria scelta:
emettere una nota di accredito senza regolarizzazione dell’Iva, con la quale non
procede al recupero dell’imposta;
emettere una nota di variazione con cui accredita al compratore sia la rettifica
dell’imponibile sia la corrispondente imposta;
Esso deve essere tenuto dai commercianti al minuto e dagli altri soggetti ad essi assimilati,
che non emettono la fattura se non a richiesta del cliente e certificano i corrispettivi con
ricevute fiscale e scontrini fiscali.
Occorre annotare entro il giorno successivo non festivo a quello in cui le operazioni sono
state effettuate, l’ammontare globale dei corrispettivi delle operazioni imponibili e delle
relative imposte, distinto secondo l’aliquota applicabile, nonché l’ammontare delle
operazioni imponibili ed esenti.
In questo registro vanno annotate le fatture ricevute relative ai beni e ai servizi acquistati
nell’esercizio dell’impresa dopo averle numerate progressivamente per anno solare.
La registrazione deve essere effettuate dopo il loro ricevimento e prima della liquidazione
periodica ovvero entro l’anno entro cui la dichiarazione viene esercitato il diritto di
detrazione della relativa imposta.
Entrato in vigore nel gennaio 2009 sostituisce il libro paga e il libro matricola, devono
essere iscritti:
tutti i lavoratori subordinati;
tutti i collaboratori coordinati e continuativi;
gli associati in partecipazione con apporto lavorativo; i lavoratori somministrati e
distaccati;
Le annotazioni devono essere effettuate entro il giorno 16 del mese successivo a quello di
riferimento.
Dati da inserire:
Libri sociali:
P.e.c. obbligatoria:
L’archiviazione deve essere eseguita almeno ogni 15 giorni per le fatture (dall’emissione e
dalla ricezione) e almeno ogni anno per i restanti documenti.
Regimi contabili:
Il regime contabile costituisce un insieme di regole che ciascun contribuente deve osservare
relativamente al suo status fiscale.
S.n.c, S.a.s., Enti non commerciali e Ditte individuali che abbiano ricavi inferiori a
400.000,00* non più 309.874,13 euro (se effettuano attività di prestazione di servizi) oppure
a 600.000,00 non più 516.456,89 euro (se effettuano altre attività)aggiornamento 2012
La contabilità semplificata è il regime contabile tipico delle imprese (che non optano per il
regime di contabilità ordinaria) che abbiano ricavi non superiori a 400.000,00 euro per
prestazioni di servizi e 600.000,00 euro per altre attività.
Questo metodo consente la sola rilevazione dei fatti di gestione effettuando la loro
registrazione esclusivamente nella sezione dare o avere di un registro contabile.
Per ogni registrazione la rilevazione è, dunque, unica, in quanto non viene richiesta la
doppia scrittura, la rilevazione avviene nel registro iva delle vendite oppure degli acquisti.
Regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità - il nuovo
regime fiscale introdotto dal D.L. 98/2011.
Il D.L. n.98/2011 convertito nella L. 111/2011 ha introdotto il nuovo regime fiscale di
vantaggio per l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità.
Il nuovo regime potrà essere applicato dal 1° gennaio 2012 e prevede Il pagamento, da
parte del contribuente, di un’imposta forfettaria del 5% del reddito dichiarato.
il contribuente non deve aver esercitato nei 3 anni precedenti altra attività
imprenditoriale, anche in forma associata o familiare o attività di lavoro autonomo;
l’attività non deve essere la mera prosecuzione di una precedentemente svolta sotto
forma di lavoro dipendente o autonomo escluso il caso in cui l’attività
precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini
dell’esercizio di arti o professioni;
qualora si prosegua un’attività svolta in precedenza da altri, l’ammontare dei ricavi
realizzati nell’anno precedente l’accesso al beneficio, non può essere superiore a
30.000 euro.
Caratteristiche:
emettere e conservare regolari fatture numerate nelle quali non dovrà essere
evidenziata l’IVA mentre, nel caso di professionisti, dovrà essere indicata la ritenuta
d’acconto;
numerare e conservare le fatture di acquisto e gli altri documenti ricevuti;
presentare la dichiarazione dei redditi.
I soggetti ammessi a tale regime erano persone fisiche sia imprenditori che lavoratori
autonomi:
che nell’anno solare precedente hanno conseguito ricavi o compensi non superiori a
30.000 euro;
che non hanno effettuato cessioni all’esportazione;
che non hanno sostenuto spese per lavoratori dipendenti o collaboratori;
è inoltre necessario non avere effettuato, nel triennio precedente, acquisti di beni
strumentali, anche mediante appalto o locazione, per oltre 15.000 euro.
Coloro che avviano un’attività potranno avvalersi del regime in oggetto comunicando di
presumere il possesso dei predetti requisiti nella dichiarazione di inizio attività da
presentare ai fini dell’IVA.
Tale regime transitorio prevede particolari semplificazioni per coloro, che, pur avendo i
vecchi requisiti, ma non quelli previsti dalla norma in vigore dal 2012, non potranno più
applicare il regime dei minimi.
In particolare:
saranno esonerati dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili,
rilevanti ai fini delle imposte dirette e dell'imposta sul valore aggiunto;
saranno esonerati esonero dalle liquidazioni mensili o trimestrali e dai relativi
versamenti periodici rilevanti ai fini dell'Iva;
saranno esonerati dall’IRAP
In pratica, essi diventano contribuenti ordinari IVA, calcolando solo il conguaglio IVA, a
debito o a credito, in sede di liquidazione annuale e saranno contribuenti semplificati ai fini
dell'IRPEF.
Molti dei professionisti attualmente aderenti al regime dei minimi (che oggi ne conta oltre
500.000) sono obbligati ad uscire, passando al regime ordinario o a quello transitorio. I
contribuenti che non rientrano più nel regime dei minimi possono però usufruire del nuovo
regime contabile semplificato, introdotto dall’articolo 27, commi 3 e seguenti del Dl
98/2011.
Prima nota:
E’ una scrittura cronologica, costituita da un libro o registro sul quale si annotano le
operazioni di esterna gestione che “giorno per giorno” vengono compiute, descrivendone i
caratteri e riportandone i dati necessari per la successiva rilevazione nelle scritture
complesse.
Nelle piccole aziende la Prima nota è unica, cioè riporta tutte le operazioni aziendali, ma
appena le dimensioni crescono si hanno due registri:
la Prima nota di cassa, per le sole operazioni che danno luogo a movimenti di denaro
contante;
la Prima nota di corrispondenza, per le operazioni, che sono documentate da fatture,
cambiali, assegni, comunicazioni bancarie in c/c;
Contabilità di cassa:
Nel libro cassa sono annotate giornalmente tutte le entrate e tutte le uscite, con l’indicazione
delle relativa causale. Nelle aziende di maggiori dimensioni, i movimenti di cassa avvengono
sulla base di appositi documenti di autorizzazione:
- le reversali, le entrate registrate sul libro cassa;
- i mandati, le uscite registrate sul libro cassa
Alla fine di ogni giornata, poi, sommando alla consistenza di cassa il totale delle entrate e
sottraendo il totale delle uscite, si calcola il fondo finale di cassa, che deve corrispondere al
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denaro e agli altri valori esistenti presso il cassiere e risultanti da un’apposita distinta di
cassa.
Contabilità banche:
Per ogni banca con la quale l’azienda lavora, tiene a scopo di controllo una scheda, cioè un
conto, su cui registra tutte le operazioni che via via movimentano il conto corrente.
Le schede di conto corrente bancario si aprono con il saldo iniziale che può essere di segno
positivo, se a favore del correntista, si registra in dare, o di segno negativo dunque in avere,
se per esempio è stata utilizzata una linea di fido concessa sotto forma di scoperto di c/c.
Successivamente, i versamenti e gli accrediti per incassi eseguiti tramite banca si rilevano in
dare, mentre i prelevamenti e gli addebiti per pagamenti ordinati alla banca si rilevano in
avere: in entrambi i casi, poi, gli importi delle singole operazioni si sommano
algebricamente al saldo precedente.
Tra il conto banca tenuto dall’azienda e l’estratto conto periodico inviato dalla banca la
corrispondenza può non essere immediata, nel senso che i rispettivi saldi possono divergere
anche se non vi sono errori di registrazione.
Esempio: possono esservi operazioni che l’azienda ha già contabilizzato ma che non
figurano ancora nell’estratto conto (come accade per gli assegni emessi dall’azienda e non
ancora estinti dalla banca), così come possono esservi delle operazioni delle operazioni già
inserite nell’estratto conto ma non ancora contabilizzate dell’azienda (per esempio, accrediti
di somme o addebiti di spese per i quali non ancora contabilizzate dall’azienda (accrediti di
somme o addebiti di spese per i quali non è ancora pervenuta all’azienda la comunicazione
bancaria).
In questi casi occorre fare un’operazione di riconciliazione, cioè di raccordo, tra scheda
contabile ed estratto conto.
Contabilità fornitori:
Le registrazioni della contabilità fornitori si basano sui documenti originari emessi nei vari
momenti nei quali si snoda la procedura di acquisto quali fatture dei fornitori note di
accredito, documenti connessi al regolamento ecc.
Il partitario fornitori è composto da schede analitiche intestate ai vari fornitori, sulle quali si
iscrivono il saldo iniziale e i successivi movimenti.
A tal fine, poiché le ragioni di Dare e Avere vanno riferite all’intestatario, per i conti del
partitario fornitori valgono le seguenti regole:
- in avere si rilevano gli importi a credito del fornitore;
- in dare si rilevano gli importi a debito del fornitore;
Contabilità Iva:
Dai registri obbligatori ai fini Iva scaturisce la determinazione dell’imposta da versare
all’Erario, richiede:
- la definizione della base imponibile;
- la conoscenza delle aliquote da applicare;
- l’individuazione del momento impositivo;
- l’applicazione del meccanismo della deduzione imposta da imposta
L’aliquota ordinaria dell’imposta è attualmente pari al 21% accanto a questa esistono due
aliquote ridotte pari al 10% e al 4% che si applicano a particolari tipi di beni e servizi
Esso rappresenta il termine di riferimento per la fatturazione delle operazioni, sia per
quanto riguarda le variazioni delle aliquote.
Presupposti dell’Iva:
Affinché un’operazione rientri nel campo di applicazione dell’Iva, quindi, devono coesistere
tre presupposti:
oggettivo: costituito dalle operazioni in cui si applica l’imposta;
soggettivo: le operazioni devono essere compiute nell’esercizio di imprese o di arti e
professioni;
territoriale: le cessioni e le prestazioni di servizi devono essere effettuate nel territorio
dello stato
Ai fini Iva, le operazioni compiute dai soggetti passivi possono essere distinte in: imponibili,
non imponibili ed esenti.
Si dicono invece escluse quelle che, mancando del requisito oggettivo e di quello soggettivo,
restano “fuori dal campo di applicazione” dell’imposta.
In pratica:
A ogni passaggio il venditore applica l’imposta al prezzo pieno e la addebita al compratore,
così come fanno con lui i suoi fornitori.
Il venditore risulta pertanto debitore verso l’Erario per l’Iva addebitata ai clienti, ma è
creditore verso l’Erario per l’Iva da lei pagata a monte ai fornitori per i beni e i servizi
acquistati.
Liquidazione iva:
Tutti i contribuenti sono tenuti ad eseguire le liquidazioni periodiche e i relativi versamenti
con cadenza mensile, a meno che non si tratti di contribuenti minori, i quali si siano avvalsi
della facoltà di compiere tali adempimenti con periodicità trimestrale maggiorando i
versamenti dell’1%. Un’ulteriore liquidazione dell’imposta si ha in sede di dichiarazione
annuale.
Contribuenti mensili:
I soggetti che hanno realizzato un volume d’affari inferiore a 309.874,10 euro se prestano
servizi o non superiore a 516.456,90 euro se cedono beni o sono titolari di imprese aventi
per oggetto altre attività potranno versare l’Iva con cadenza trimestrale.
Se superate questi limiti invece sarete soggetti alla liquidazione mensile dell’Iva con un
aggravio anche di costi di natura amministrativa e contabile in quanto si presuppone che
rientrate nel regime di contabilità ordinaria dove per legge sarete sottoposti ad un maggiore
aggravio in termini di adempimenti per quello che concerne bilancio, dichiarazione,
accertamento ecc.
Contribuenti trimestrali:
Il versamento dell’Iva trimestrale avviane mediante modello F24 il 16 del secondo mese
successivo a quello di registrazione e di chiusura del periodo pertanto nel caso di
liquidazione del primo trimestre gennaio marzo procederemo al versamento il 16 maggio
mentre per il secondo trimestre aprile giugno verseremo il 16 agosto (spesso il termine viene
posticipato per venire incontro ai contribuenti a fine agosto) mentre per il terzo trimestre
luglio settembre procederemo al versamento il 16 novembre.
Acconto iva:
Entro il 27 dicembre di ogni anno, i contribuenti devono versare un acconto Iva relativo al
mese di dicembre o all’ultimo trimestre dell’anno codice 6035.
Esso può essere determinato con diversi metodi, ma il metodo più utilizzato è il metodo
STORICO.
Questo metodo prevede che l’acconto sia pari all’88% del versamento relativo al mese di
dicembre (o all’ultimo trimestre dell’anno precedente, a lordo dell’acconto versato per
quell’anno.
Il saldo dovuto dall’acconto si verserà il 16 marzo successivo.
Dichiarazione annuale:
Tra il 1° febbraio e il 30 settembre di ogni anno i contribuenti Iva devono presentare in via
telematica una dichiarazione annuale relativa all’imposta dovuta per l’anno solare
precedente.
A seconda della forma giuridica la presentazione può avvenire in via autonoma (cioè non
autonoma nel modello unificato) o nel modello unico nel quadro di riferimento.
Entro il mese di febbraio di ciascun anno il contribuente deve presentare
all’Amministrazione finanziaria una comunicazione dei dati Iva sintetici relativi alle
operazioni effettuate nell’anno solare precedente.
Elementi:
Una prima distinzione è tra fattori produttivi generici (es. denaro) e fattori produttivi
specifici (es. impianti, attrezzature, materie prime, ecc.).
Alcuni di questi fattori costituiscono beni materiali (es.impianti, materie prime, ecc.) mentre
altri sono rappresentati da beni immateriali, cioè non dotati del requisito della tangibilità
(es. brevetti, marchi, ecc.).
Un’importante classificazione degli elementi del capitale osservati sotto l’aspetto qualitativo
è quella che distingue tra immobilizzazioni e beni appartenenti al capitale circolante.
Immobilizzazioni:
Sono costituite dagli investimenti in elementi patrimoniali destinati a permanere
durevolmente nell’economia dell’impresa.
Tali investimenti solitamente ritornano in forma monetaria in un periodo di tempo
pluriennale attraverso il contributo dato alla realizzazione della produzione aziendale.
Nell’ambito delle immobilizzazioni troviamo le Immobilizzazioni materiali: beni ad utilizzo
pluriennale dotati del requisito della tangibilità (es. fabbricati, impianti, macchinari, ecc.);
Capitale circolante:
I beni appartenenti alla categoria del capitale circolante sono destinati a permanere non
durevolmente nell’economia dell’impresa e rappresentano investimenti che di solito
ritornano in forma monetaria in un periodo di tempo breve (convenzionalmente entro 12
mesi).
Individuiamo:
rimanenze (giacenze di magazzino): beni destinati ad essere venduti (es. merci,
prodotti finiti) o utilizzati nella produzione (es. materie prime) entro un periodo di
tempo breve;
crediti a breve scadenza: rappresentano diritti ad incassare somme di denaro alla
scadenza convenuta (es. crediti vs. clienti, cambiali attive, altri crediti con scadenza
breve);
attività finanziarie non immobilizzate: investimenti in azioni ed altri titoli destinati a
non essere mantenuti durevolmente tra le attività aziendali;
liquidità immediate: rappresentano somme di denaro disponibili per le esigenze
aziendali (es. denaro in cassa, c/c bancari attivi e c/c postali).
Il reddito d’esercizio:
L’impresa attraverso la sua attività di gestione tende ad accrescere la ricchezza netta a sua
disposizione (rappresentata dal capitale netto); peraltro in condizioni sfavorevoli di
operatività la stessa ricchezza potrebbe subire una riduzione.
Si definisce reddito la variazione che il capitale netto subisce per effetto della gestione svolta
dall’impresa in un esercizio: si ha un utile se si evidenzia un incremento del capitale netto (e
quindi si ha creazione di nuova ricchezza), mentre si manifesta una perdita in presenza di
una riduzione di capitale netto (e quindi si ha distruzione di ricchezza).
Per la determinazione del reddito di esercizio occorre individuare i ricavi relativi alle
cessioni di beni e di servizi effettuate nell’esercizio (ricavi di competenza economica) e poi
correlare opportunamente a detti ricavi i costi relativi ai fattori produttivi utilizzati nello
stesso esercizio per realizzare la produzione (costi di competenza economica).
Le stime effettuate per la valutazione delle operazioni in corso a fine anno concorrono a
definire il reddito di esercizio ed il capitale di funzionamento esistente al termine del periodo
amministrativo.
Il dare e l’avere:
Ecco che “dare” e “avere” sono diventate il modo in cui oggi chiamiamo, rispettivamente,
la colonna di sinistra (dare) e la colonna di destra (avere).
Oggi, rispetto alla registrazione effettuata, i due verbi non hanno più neanche il loro
significato, che aveva senso al tempo in cui i conti erano intestati a “persone”.
Rimangono solo ad identificare, come detto, le due colonne di sinistra e di destra.
Lo strumento attraverso il quale il sistema contabile funziona è il conto.
Il conto:
Il conto è un prospetto formato da due sezioni che accoglie il valore monetario iniziale di un
dato oggetto e le successive variazioni nella sezione dare e nella sezione avere.
Forma:
La somma algebrica delle due sezioni permette di ottenere il saldo del conto.
Ciascun valore aziendale comporta di intestare ad esso un apposito conto nel quale vengono
rilevate le sue (e soltanto le sue) variazioni.
Se un conto è intestato ad un bene che rappresenta un valore finanziario, il conto in esame
sarà un conto finanziario.
Viceversa, si tratterà di un conto economico se è intestato ad un bene che rappresenta un
valore economico.
Terminologia:
Istituire
- fissare l’oggetto e la denominazione di un conto
Aprire o accendere
- effettuare la prima registrazione
Chiudere
- determinare i totali delle due sezioni, farne la differenza, evidenziare il saldo e
iscriverlo nella sezione con totale minore per portare il conto a pareggio
Le variazioni:
Si definisce “variazione finanziaria” la variazione che riguarda un conto finanziario essi
comprendono i valori numerari e i crediti e debiti di finanziamento.
Tale variazione può avere segno positivo o negativo. Nel primo caso si parla di “variazioni
finanziarie attive”, nell’altro caso, si avranno “variazioni finanziarie passive”.
Valori numerari:
CERTI
(denaro in cassa);
ASSIMILATI
(crediti e debiti di regolamento simili cioè al denaro, per i quali risulta un grado di
incertezza legato al fatto che alla scadenza non diano luogo ad un corrispondente
movimento di denaro);
PRESUNTI
(crediti e debiti in moneta estera);
I crediti e i debiti di finanziamento sono collegati ai prestiti concessi/ottenuti
dall’azienda.
Le variazioni economiche:
Si definisce “variazione economica” quella che interessa un conto economico, esse possono
essere di reddito (costi e ricavi) o di capitale (aumenti e diminuzioni di patrimonio netto).
Nel primo caso si parla di “variazioni economiche positive”, nell’altro caso, si avranno
“variazioni economiche negative”.
Affinché il metodo della P.D. funzioni, occorre che i conti economici abbiano regole di
funzionamento opposte rispetto a quelli finanziari.
Le variazioni economiche negative (VE-) consistono in: costi d’esercizio, costi pluriennali,
costi sospesi e in diminuzioni di Patrimonio Netto, le quali si suddividono in: diminuzioni di
Capitale Proprio (rimborsi) e in risultati negativi della gestione (perdite d’esercizio)
Riepilogo:
L’insieme di tutti i conti utilizzati da un’azienda per la rilevazione dei propri fatti di gestione
è denominato “piano dei conti”. Viene predisposto prima di dare attuazione alle rilevazioni
contabili rispettando un certo ordine logico prescelto.
All’interno del libro mastro si trovano tutti i conti movimentati in quel determinato periodo
amministrativo dall’azienda.
Nella generalità dei casi le aziende progettano il piano dei conti su tre livelli: I gruppi di
conti (o capo conti) I conti ed I sottoconti (conti di mastro).
A cura del CECOP Pagina 43
Le regole della partita doppia
1) Funzionamento antitetico delle sezioni dei conti:
I conti accolgono nelle sezioni opposte variazioni di segno opposto
Le permutazioni:
A seconda degli aspetti rilevati dalla scrittura possono generarsi: variazioni economiche e/o
finanziarie coincidenti in valore, denominate “permutazioni”.
Queste si distinguono in:
Permutazioni economico-finanziare;
Permutazioni economiche e Permutazioni finanziarie.
Dal fatto di gestione alla rilevazione contabile è opportuno seguire il seguente percorso
logico:
a) individuazione delle variazioni scaturite dall’operazione;
b) identificazione dei conti che rilevano le singole variazioni;
c) individuazione delle sezioni dei conti da movimentare;
Esempio:
a) Si acquistano merci per 100,00 € con pagamento in contanti.
1° fase: liquidazione
Gli articoli sono composti quando la rilevazione prevede un solo conto da addebitare e più
(diversi) conti da accreditare; oppure più (diversi) conti da accreditare e un solo conto da
addebitare.
Quando si hanno più conti da addebitare ed un solo conto da accreditare la rilevazione sul
libro giornale sarà del tipo:
Nell’articolo il termine Diversi, indicato in Dare, segnala che devono essere addebitati più
conti la cui denominazione viene riportata successivamente.
Infine gli articoli si definiscono complessi quando la rilevazione prevede più conti da
addebitare e più conti da accreditare.
Nell’articolo il termine Diversi, indicato sia in Dare sia in Avere, segnala che devono essere
addebitati e accreditati più conti: verrà poi riportata l’indicazione dei conti da addebitare
seguita da quella dei conti da accreditare.