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DEFINIZIONI DI “METODOLOGIA DELLA RICERCA

EDUCATIVA”
1. “Tema della ricerca”: l’argomento generale all’interno del panorama
scientifico della ricerca educativa, sul quale verte la ricerca in oggetto.

2. problema della ricerca/ problema conoscitivo: E’ il bisogno conoscitivo


esplicito che ha dato origine alla ricerca. E’ il problema da cui nasce la ricerca.
(cosa vorrei conoscere)

3. “Obiettivo della ricerca/obiettivo conoscitivo” (cosa intendo fare per


conoscerlo): è la finalità conoscitiva che la ricerca intende perseguire.

4. “Fattore”: è una proprietà, individuale o collettiva, rilevabile empiricamente in


modo diretto o attraverso opportuni indicatori, sui soggetti coinvolti in una
determinata situazione educativa oggetto di studio.

5. “Stato sul fattore”: valore assunto dalla specifica proprietà nell’oggetto in


questione. (?)

6. “Variabile”: (appartiene al mondo dei simboli). è un’entità simbolico –


matematica corrispondente ad un fattore del quale sia stata data una
definizione operativa.

7. “Definizione operativa”: è un insieme di regole esplicite che guidano le


operazioni con cui ciascuno stato, su una data proprietà, viene empiricamente
rilevato, assegnato ad una delle categorie precedentemente stabilite (es. la
proprietà ‘genere’ può assumere gli stati ‘maschio’ e ‘femmina’) e ciascuna di
queste viene messa in corrispondenza con determinati valori di una variabile
(es. la variabile chiamata GEN-SOGG può assumere i valori 1, corrispondente a
‘maschio’ e 2 corrispondente a ‘femmina).

8. “Indicatore”: è una proprietà empiricamente rilevabile di un oggetto che


consente di avere una rilevazione indiretta di una proprietà rappresentata da
un concetto astratto, non rilevabile empiricamente in modo diretto

9. “Ipotesi”: è un asserto formulato dal ricercatore sulla realtà sotto esame, che
riguarda lo stato assunto da un fattore o che esprime un legame o dipendenza
tra due o più fattori. Tale legame deve far riferimento ad un contesto spazio –
temporalmente situato e l’ipotesi deve essere empiricamente controllabile,
cioè dev’essere possibile dire se essa è vera o falsa sulla base del confronto
con i dati empirici.

10.“Teoria scientifica”: insieme di asserti (ossia ipotesi, generalizzazioni


empiriche, assiomi, postulati e teoremi) organicamente connessi che si
pongono ad un elevato livello di astrazione e generalizzazione rispetto alla
realtà empirica. Gli asserti in questione sono derivati da argomentazioni
teoriche e da regolarità empiriche.

11.“Quadro teorico”: (su cui si basa la ricerca che stiamo conducendo). è


l’insieme dei riferimenti teorici che danno conto dei paradigmi del ricercatore,
delle scuole di pensiero a cui egli si appoggia, delle teorie e dei modelli che
utilizza per formulare le ipotesi e interpretare i dati raccolti.

12.ricerca standard: è la ricerca basata sulla matrice dei dati e si avvale di


procedure formalizzate. Trae origine dai metodi quantitativi delle scienze
fisico-naturali. Elemento chiave di questo tipo di ricerca è la “matrice dei dati”
tabella composta da tanti righi quanti sono i referenti sotto esame e tante
colonne quanti sono i fattori presi in considerazione per ciascun referente;
ciascuna riga corrisponde a un “caso” e ciascuna colonna a una “variabile” e la
matrice viene quindi anche detta matrice ‘casi per variabili’ all’incrocio di
ciascuna riga e colonna è presente un dato, ossia il valore assunto da quella
specifica variabile per quello specifico caso. (descrive quantitativamente una
data realtà educativa e spiega gli stati assunti da un dato fattore sulla base di
quelli assunti da altri fattori).

13.ricerca interpretativa: (descrive qualitativamente una data realtà educativa).


punta a comprendere i fatti umani, più che spiegarli sulla base di
un’interazione di fattori, com’è possibile fare con i fatti fisico-naturali. I suoi
punti peculiari sono lo studio del fatto educativo nella sua globalità, mediante
tecniche basate sull’empatia e sull’intuizione induttiva e generalizzante, la non
focalizzazione sui singoli fattori ma sull’effetto globale che essi hanno sul
soggetto, rilevante mediante tecniche di raccolta dei dati quali l’intervista con
basso grado di strutturazione, il colloquio, l’osservazione e l’analisi dei
documenti. (Risponde ai seguenti obiettivi: 1) descrivere qualitativamente una
data realtà educativa; 2) comprendere “le buone ragioni” soggettive alla base
delle scelte dei singoli. Tale ricerca non offre procedure di ricerca predefinite
a priori, ma indicazioni operative, consigli sugli atteggiamenti da tenere. Tali
indicazioni e consigli non sono mai definitivi, ma da adattare di volta in volta
alla situazione concreta, sulla base dell’esperienza e della sensibilità del
ricercatore.)

14.ricerca per esperimento: ha l’obiettivo di spiegare le variazioni di un solo


fattore (ad es. il profitto in matematica) che si suppone dipendente da un
insieme di altri fattori, isolando da tale insieme un singolo fattore (ad es. la
motivazione allo studio), detto “fattore indipendente”, mediante un piano di
ricerca appositamente predisposto e studiando le variazioni del fattore
dipendente, sulla base delle variazioni del fattore indipendente. La
sperimentazione punta alla spiegazione, più che alla comprensione e
permette di identificare i fattori che danno conto del funzionamento di un
dato sistema, ossia che sono legati da un rapporto di causa-effetto con i
prodotti del sistema stesso (i fattori dipendenti). (“Obiettivo”: stabilire se un
intervento educativo è più efficace rispetto ad un altro).

15.ricerca-azione: secondo questa ricerca, parlare di osservatore distaccato dalla


realtà studiata non ha senso: Il ricercatore è inserito in un contesto di rapporti
sociali, politici, economici, quindi è parte di un sistema che condiziona la
scelta dei temi su cui opera la sua attività, dei paradigmi che adotta e delle
procedure di ricerca, arrivando ad influenzare anche i risultati. In aggiunta un
ricercatore distaccato non potrebbe mai raggiungere una condizione di
empatia con i soggetti studiati dato che, non condividendo la loro stessa
realtà quotidiana, rischierebbe di adottare categorie interpretative non
adeguate per la comprensione di quella data realtà. Sono coinvolti nella
ricerca-azione gli operatori sul campo come insegnanti, educatori, formatori,
ma anche alunni, genitori e utenti del servizio. “Scopo della ricerca” è quello
di puntare a intenti idiografici e la finalità è quella di migliorare la realtà
educativa in cui gli operatori si trovano ad agire. (indica una delle forme più
avanzate e strutturate di ricerca partecipante. Il miglioramento prevede il
cambiamento della realtà sotto esame attraverso la modificazione dei
comportamenti degli attori in essa coinvolti. L’ “azione” è la materia prima
della ricerca. L’ “obiettivo” è trasformare la realtà e non limitarsi a raccogliere
dati su di essa. Il miglioramento della pratica educativa viene determinato
sulla base di “criteri di efficacia e di efficienza”. Il contesto ambientale e le
dinamiche sociali hanno un ruolo centrale e sono parte inscindibile
dell’oggetto di studio. “Obiettivo”: trovare possibili soluzioni ad un problema
educativo che sorge in un determinato contesto e determinarne l’efficacia.)
(??????????)
16.”studio di caso”: è una strategia di ricerca che ha come obiettivo lo studio di
unità di analisi ristrette (singoli soggetti, piccoli gruppi, classi, team di lavoro o
studio, comunità, ambienti educativi) dette “casi”. I “casi” sono unità
autonome dotate di una struttura propria, delimitate in termini di spazi e di
attori, con caratteristiche di unitarietà e specificità che ne rendono sensato il
loro studio come unità autonoma. Lo studio avviene in un arco di tempo ben
definito che può anche essere molto lungo, dato che spesso gli studi di caso
sono longitudinali, cioè prevedono una rilevazione ripetuta dei dati sugli stessi
referenti in un arco temporale ristretto. Caratteristica è quella di non
prevedere a priori generalizzazioni statistiche per i risultati che verranno
prodotti. Gli studi di caso hanno intenti idiografici. Mirano a tenere conto il
più possibile della complessità della situazione concreta in cui gli eventi sotto
esame si verificano. (“Obiettivo”: giungere ad una conoscenza approfondita
delle dinamiche caratterizzanti un soggetto, un gruppo, un’organizzazione.
L’intero processo di ricerca è spesso guidato da ipotesi e in alcuni casi da una
teoria generale che le lega, espressa sotto forma di sistema di asserti).
17.fasi della ricerca in educazione: (elencare solo le fasi):
 Identificazione del tema di ricerca
 Identificazione del problema di ricerca
 Definizione dell’obiettivo di ricerca
 Costruzione del quadro teorico
 Formulazione delle ipotesi
 Individuazione dei fattori rilevanti e dei relativi indicatori
 Definizione del campione oggetto di studio e della popolazione di riferimento
 Definizione degli strumenti di rilevazione dei dati
 Rilevazione dei dati
 Analisi dei dati
 Interpretazione dei risultati
 Stesura del rapporto di ricerca ed indicazioni operative

18. “Categorie di indicatori”(indicare le categorie e definirle): (?????????????


SLIDE)
1. Dati personali: ( o dati caratteristici) ossia dati del soggetto (es. genere,
età, comunità culturale di appartenenza), e dei suoi familiari di
appartenenza (es. titolo di studio dei genitori, reddito familiare), dati
sull’ambiente sociale in cui il soggetto vive (es. quartiere di residenza), dati
sulle risorse strumentali di cui dispone (es. reddito familiare, anche
attraverso indicatori quali beni posseduti, tipologia di consumi,ecc). i dati
personali possono essere indicatori di concetti astratti relativi al soggetto,
quali lo svantaggio sociale, il livello culturale della famiglia di provenienza
ecc.
2. Comportamenti: Modi con cui il soggetto si pone o reagisce in presenza di
una data situazione (es. il soggetto interviene in classe quando non ha
capito un dato argomento), oppure azioni occasionalmente o abitualmente
compiute (es. attività di volontariato, abitudini di studio, tempo dedicato
alla lettura). I comportamenti possono essere indicatori di disposizioni
personali (es. chi compie abitualmente attività di volontariato sociale ha
disposizione favorevole verso l’aiuto degli svantaggiati ecc).
3. Intenzioni/preferenze/opinioni: Riflessi interiori di azioni e comportamenti
che l’intervistato metterebbe in atto in una data situazione ipotetica, se
chiamato a dover decidere tra più alternative. Tali riflessi sono costituiti da
intenzioni (es. proseguire gli studi una volta conseguito il diploma),
preferenze (es. preferisce studiare inglese anziché matematica), pareri (es.
ritiene che la scuola non sia ben organizzata quindi se potesse la
cambierebbe), opinioni (es. ritiene che lo studio svolto da solo sia più
proficuo di quello svolto in gruppo, quindi se chiamato a scegliere sceglie il
primo a scapito del secondo), desideri (es. vorrebbe un diverso rapporto
con i docenti), tutti elementi che indicano la conoscenza, anche parziale o
distorta come può essere una credenza, degli oggetti su cui viene operata
l’ipotetica scelta. Intenzioni, preferenze, opinioni fanno riferimento ad una
dimensione cognitiva del soggetto. Anche le intenzioni, preferenze e
opinioni possono essere indicatori di disposizioni personali (es. chi ha
un’opinione favorevole sui compagni di classe extracomunitari ha
disposizioni favorevoli verso i diversi ecc).
4. Atteggiamenti: Riflessi esterni di una disposizione interiore di un individuo
nei confronti di una persona (es. atteggiamento verso il diverso), un
compito (es. atteggiamento verso lo studio), un evento (es. atteggiamento
verso un insuccesso scolastico) , un oggetto (es. atteggiamento verso la
matematica), un concetto (es. atteggiamento verso la libertà di
insegnamento), una situazione (es. atteggiamento verso
un’interrogazione). Gli atteggiamenti fanno riferimento ad una dimensione
emozionale/affettiva del soggetto e rappresentano gli indicatori più astratti
rilevabili empiricamente.
19. “Variabile indipendente”: variabile le cui variazioni non dipendono, almeno
in una data fase del processo, dalle altre variabili coinvolte nell’ipotesi.
20.“Variabile dipendente”: variabile le cui variazioni dipendono dalla prima.
21.“Variabile categoriale o nominale non ordinata”: è la variabile generata da
un’operazione di classificazione e il livello di scala corrispondente è la scala
nominale
22.“Variabile categoriale ordinale ordinata”: viene generata nel caso in cui
possiamo ordinare i soggetti in base alla maggiore o minore presenza di una
data caratteristica, ad esempio la propensione alla collaborazione con gli altri
oppure il profitto in matematica, dal meno collaborativo al più collaborativo o
dal soggetto con profitto in matematica minore al soggetto con profitto in
matematica maggiore. Il livello di scala corrispondente è la scala ordinale.
23.“Variabile cardinale”: definisce operativamente una proprietà quantificabile e
il livello di scala corrispondente è la scala cardinale
24. Validità dei risultati di ricerca:
(o VALIDITA’ INTERNA) si intende la loro rispondenza con quanto
effettivamente accade nella realtà empirica. Questo non significa oggettività dei
risultati, ma accordo intersoggettivo tra più ricercatori su quanto emerso dalla
ricerca, e conferma dei risultati ottenuti con una tecnica di rilevazione o di analisi
mediante altre tecniche di rilevazione e di analisi.
25. Attendibilità dei risultati di ricerca:
è importante in quanto incide direttamente sulle possibilità di effettuare
previsioni e sulla riproducibilità del processo di ricerca. Le previsioni fatte a
partire da determinati risultati di ricerca, confermati da successivi controlli
empirici aumentano l’attendibilità dei risultati stessi. Questo ci fa intuire come
il concetto di attendibilità sia strettamente legato a quello di validità. Se una
procedura di rilevazione non è valida, ossia non rileva ciò che proponiamo di
rilevare, non ha senso chiedersi se sia attendibile, dato che le previsioni fatte
sulla base di quei risultati non otterranno conferme in nuovi contesti. Anche
l’attendibilità dipende dalla coerenza interna del processo di rilevazione, degli
indicatori e degli strumenti utilizzati, dall’accordo intersoggettivo tra rilevatori
e tra interpretatori, dalla concordanza tra forme parallele di rilevazione e,
negli approcci sperimentali, dalla stabilità delle reazioni dei soggetti a parità di
stimoli e condizioni di rilevazione, in mancanza della quale qualsiasi processo
di sperimentazione non può produrre risultati attendibili.
26.“Campionamento”: operazione che consiste nell’estrarre dalla popolazione
un certo numero di casi, in modo da ottenere un insieme più piccolo di
soggetti che riproduce esattamente la popolazione, per tutte le proprietà che
ci interessa rilevare nella nostra indagine.
27.“Questionario auto compilato”: (è una delle principali tecniche di rilevazione
dei dati.) E’ costituito da un “elenco rigido di domande”, prevalentemente a
risposta chiusa, il quale viene compilato direttamente dal rispondente.
28.“Intervista e colloquio”: sono tecniche di rilevazione dei dati. In particolare:
L’INTERVISTA: è una relazione partecipata asimmetrica tra uno o più intervistatori e
uno o più intervistati e può essere guidata o meno da una scaletta di intervista.
L’asimmetria deriva dal fatto che un soggetto ha il ruolo principale di porre
domande e l’altro di fornire risposte. La motivazione è estrinseca (è l’intervistatore
ad aver bisogno delle risposte dell’intervistato), le informazioni che intende rilevare
si riferiscono ai dati personali, comportamenti, opinioni e atteggiamenti.
L’intervista può avere diversi gradi di strutturazione (intervista libera-->l’unico
elemento prefissato è il tema; intervista completamente
strutturatal’intervistatore ha una scaletta rigida di domande e risposte prefissate).
L’intervista viene utilizzata in genere per la rilevazione di dati personali,
comportamenti, opinioni e atteggiamenti, ma anche per la rilevazione di conoscenze
e abilità, ponendo il soggetto di fronte a situazioni-problema e chiedendogli di
esplicitare una o più procedure di soluzione.

IL COLLOQUIO: si differenzia per la motivazione con cui gli intervistati si accostano


alla relazione (estrinseca nell’intervista nella quale è l’intervistatore ad aver bisogno
delle risposte dell’intervistato, intrinseca nel colloquio nel quale è principalmente
l’intervistato ad aver bisogno della relazione con l’intervistatore) e per il tipo di
informazioni che intende rilevare (atteggiamenti e caratteri del profondo).
29.“Osservazione”: è una tecnica che prevede la rilevazione sistematica dei
comportamenti dei soggetti in una situazione naturale o artificiale. Può avere
diverse finalità e diversi livelli di strutturazione. (strutturatarilevazione della
presenza o meno di specifici comportamenti; etologica ricostruzione di
meccanismi di regolarità nei comportamenti; etnografica ricostruzione della
cultura del gruppo osservato). Può essere utilizzata anche per valutare il
possesso di determinate abilità da parte del soggetto, rilevando i suoi
comportamenti in risposta a determinate situazioni-problema.
30.“Test cognitivi e di personalità”: consistono nel sottoporre il soggetto ad una
batteria di domande, precedentemente calibrate su un campione di
confronto, le quali sono volte a rilevare specifiche abilità cognitive, attitudini o
tratti di personalità. Questi test possono a volte avvalersi di tecniche
proiettive, le quali consistono nel proporre al soggetto una situazione stimolo
e nell’osservarne le reazioni.
31.“Analisi dei documenti”: consiste nella rilevazione di informazioni sul soggetto
a partire da documenti che lo riguardano, prodotti dal soggetto stesso o da
altri. Essa può essere condotta con tecniche ad alto grado di strutturazione, le
quali si avvalgono di check list o sistemi di codifica, con tecniche
semistrutturate, che si avvalgono di griglie di criteri per la raccolta di
informazioni sul soggetto a partire dal documento, con tecniche a basso grado
di strutturazione quali ad es. l’analisi ermeneutica.
32.“Tecniche di rilevazione sociometrica”: si servono di interviste mediante
questionario e osservazione strutturata, allo scopo di raccogliere dati utili per
ricostruire il sistema di relazioni, comportamenti, opinioni e atteggiamenti dei
soggetti verso gli altri soggetti del gruppo.
33.“Tecniche per la rilevazione di conoscenze e abilità”: sono volte a rilevare le
conoscenze e le abilità possedute da un soggetto in un determinato ambito
disciplinare. Si dividono in “tecniche strutturate” (prove oggettive o test di
profitto), “semi - strutturate” (prove semistrutturate di profitto, che sono
costituite da elenchi di domande a risposta aperta) e tra “le tecniche a basso
grado di strutturazione” segnaliamo le prove che prevedono l’espressione
orale e scritta e il portfolio.
34.“Analisi dei dati”: è un processo di argomentazione logica applicabile a tutte
le strategie di ricerca, che prevede una riflessione approfondita su tutto il
materiale empirico raccolto allo scopo di giungere ad una sua sintesi quanto
più possibile corretta ed esaustiva. Tale argomentazione logica si serve delle
operazioni concettuali della ricerca: la descrizione, l’interpretazione, la
spiegazione, la comprensione, la comparazione.
35.“Statistica monovariata (vedi slide): può essere “descrittiva” o
“inferenziale”. La prima serve a descrivere una data realtà educativa
attraverso parametri quantitativi ricavati dal campione. La seconda è utilizzata
per inferire parametri della popolazione a partire da parametri campione.
(?????SLIDE)
36.“Statistica bivariata (vedi slide)”: è utilizzata per spiegare gli stati assunti da
un dato fattore sulla base di quelli assunti da un altro fattore (fattore
dipendente e fattore indipendente). E ciò avviene mediante il controllo della
presenza di una relazione significativa tra due variabili, cioè non dovuta al
caso (????SLIDE)
37.“Frequenza semplice”: corrisponde al numero dei casi che rientrano in
ciascuna categoria (es.: 3 allievi hanno ottenuto 8).
38.“Frequenza cumulata”: rappresenta il numero dei casi che su quella variabile
hanno un dato valore o meno di quel valore (es.: 8 allievi hanno ottenuto 5 o
meno di 5).
39.“Percentuale semplice (indicare la formula)”: si ottiene dividendo la
frequenza semplice per il numero totale dei casi (almeno 100)
40.“Percentuale cumulata (indicare la formula): si ottiene dividendo la
frequenza semplice per il numero totale dei casi (almeno 100)
41.“Grafico a barre”: è utilizzato per rappresentare “frequenze semplici” con
barre di altezza proporzionale alla “frequenza semplice” della modalità in
questione.
42.“Grafico a torta”: utilizzato per rappresentare “percentuali semplici” con
settori di torta di ampiezza proporzionale alla “percentuale semplice” della
modalità in questione
43. INDICI DI TENDENZA CENTRALE (moda, mediana, media aritmetica):
per le variabili categoriali non ordinate l’unico indice di tendenza centrale è la
moda, ossia la categoria con la frequenza più alta. Per le variabili categoriali
ordinate alla moda si affianca la mediana, ossia il punto che divide in due parti
uguali la distribuzione ordinata dei casi. Per le variabili cardinali alla moda e alla
mediana si affianca la media aritmetica, che rappresenta la somma dei valori di
tutti i soggetti su quella data variabile divisa per il numero dei casi.

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