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ESAME FONDAMENTI E STORIA DELLO STRUMENTO

Vibrafono

Le origini del vibrafono risalgono al gendèr , uno strumento costituito da 10-14 lamine di bronzo intonate
appoggiate su delle corde, presente in Indonesia fin dal XII sec d.C. . Al di sotto di ciascuna barra è situata
un canna di bambù o metallo che funge da risonatore. Il vibrafono moderno inizia con i tentativi di
riprodurre i battimenti del gendèr e a di avere allo stesso tempo un suono lungo e limpido. Winterhoff, nel
1916, applicò ad una marimba d’acciaio un vibratore meccanico: la tastiera era inclinata e veniva sfregata
con un arco. Nel 1927 Henry Schluter costruì il vibraharp , sostituendo le barre d’acciaio con barre di
alluminio per avere un suono più morbido ed eliminare gli armonici dissonanti; le barre erano sospese
tramite un corda infilata nei tasti; introdusse una barra smorzatrice controllata da un pedale per consentire
di suonare con più espressione. Le innovazioni più recenti riguardano strumenti completamente smontabili:
Pro traveler Vibe, Yamaha YV 3700 e Malletech Love Vibe, sono i principali modelli di vibrafoni diffusi in
quest’epoca che uniscono alla praticità del trasporto, un suono eccezionale.

Jazz

Nel 1930 Lionel Hampton, un giovane batterista, suonò il vibraharp in alcuni studi radiofonici richiamando
l’attenzione di grandi jazzisti dell’ epoca come Louis Armstrong e Benny Goodman. Hampton decise di
dedicarsi quasi interamente al vibrafono, prima con le grandi big band dell’epoca e poi con una propria big
band. E’ da ricordare il celebre concerto di Benny Goodman nel 1938 (jim grupa)a New York, nel quale si
ebbe il debutto ufficiale del vibrafono nel jazz. Un altro vibrafonista destinato a diventare famoso fu Milt
Jackson, che all’epoca suonava con la Dizzie Gillespie Band, che creò per il vibrafono uno stile sensibile ed
espressivo che influenzerà tutti coloro che si avvicineranno a questo strumento.

Negli anni ’60 il modo di suonare il vibrafono venne completamente rivoluzionato con l’arrivo del
vibrafonista statunitense Gary Burton. Egli inventò una nuova tecnica chiamata Burton Grip che permetteva
di suonare contemporaneamente con quattro bacchette e allo stesso tempo di mantenere il fraseggio e il
virtuosismo che avevano caratterizzato lo stile vibrafonistico fino ad allora. Grazie a questa tecnica il
vibrafono poteva eseguire accordi ed sostituirsi quindi al pianoforte, unico strumento che fino ad allora
aveva questa funzione; inoltre Burton diede un grande impulso per le composizioni per vibrafono solo, sia
con la sua tecnica che con l’album Alone At Last del 1971. Negli stessi anni si metteva in mostra anche
David Friedman, vibrafonista statunitense che, oltre alla fama di grande musicista e vibrafonista, va
ricordato soprattutto per il contributo didattico che ancora oggi è alla base dello studio del vibrafono.

In orchestra

Oltre che nel jazz, il vibrafono ha avuto grande diffusione nella musica del Novecento e contemporanea. Tra
i primi grandi compositori ad introdurlo in orchestra ricordiamo Alan Berg nell’opera Lulu; Luigi Dallapiccola
nei Canti di prigionia e successivamente Leonard Bernstein in West Side Story.

Il vibrafono in orchestra viene utilizzato per ricreare scene particolari: ad esempio ambientazioni mistiche o
per rievocare lo stile e il genere in voga in quel periodo, ovvero il Jazz di cui il vibrafono è stato sicuramente
tra gli strumenti più emblematici, come vedremo in West Side Story, musical con musiche di Leonard
Bernstein ispirato al dramma Romeo e Giulietta di Shakespeare.

Estratto da West Side Story


Il vibrafono oltre ad essere stato inserito in orchestra, è stato anche eletto a strumento solista come nel
Concerto per marimba, vibrafono e orchestra op. 278 di Darius Milhaud del 1938, che è stato tra i primi a
dedicarsi a brani per vibrafono e, più in generale, per percussioni soliste. Seguiranno poi autori come Ney
Rosauro, compositore e percussionista brasiliano di cui citiamo il Concerto per vibrafono del 1995 e il
Concerto per vibrafono e orchestra d’archi di Emmanuel Sejourne del 1999, che verrà poi arrangiato per
vibrafono e 5 percussioni dallo stesso compositore nel 2002.

Estratto Concerto per vibrafono Sejourne

Musica da camera

Il vibrafono è stato anche soggetto di molte composizioni di grandi autori del Novecento quali Luciano Berio
e Steve Reich che pur non essendo percussionisti, sono rimasti impressionati dal timbro di questo nuovo
strumento e hanno scritto capolavori come Linea di Luciano Berio (1973) per due pianoforti, vibrafono e
marimba, e Sextet di Steve Reich (1984) per percussionisti e due pianisti. Non è da dimenticare Interaction
di John Bergamo, concerto per ensemble di percussioni e vibrafono, dove il vibrafono, posizionato al centro
nella disposizione degli strumenti, rappresenta l’interazione tra il vibrafono e l’ensemble.

E’ proprio John Bergamo, grazie alla sua amicizia con Frank Zappa, che porterà il vibrafono anche in un
genere diverso, più vicino al progressive. Lavoro che verrà continuato da Ruth Underwood prima e Ed Mann
poi. Nella musica progressive del grande genio del ‘900 , il vibrafono ha un ruolo principale, caratterizzato
da molte parti tematiche e molto virtuosistiche.

Sogno di stabat mater

Jazz song west side story.

Jumbo film anni ’50.

Terza corrente- melodie indiani d’america.

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