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Redazione e Amministrazione: Piazza della Repubblica 21 - 20121 Milano Tel. 06/589090.1. quotidiano Sped. in Abb. Postale - DL 353/2003 Conv. L. 46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO
ANNO XXV NUMERO 131 DIRETTORE CLAUDIO CERASA MERCOLEDÌ 3 GIUGNO 2020 - e 1,80
Trump continuerà a cercare un nemico al minuto ma l’inginocchiatoio della gente in divisa e altri segnali dicono che l’imbattibile è battibile
I n ginocchio, in divisa, bianchi, contro Trump e i suoi appelli in-
fiammati alla repressione armata delle proteste per la brutalità
omicida della polizia verso le minoranze razziali. Come Kaepernick e
diatica dell’energumeno della Casa Bianca in sortita dal suo bunker,
che lo schiaffo di Twitter ai post violenti del presidente e la mezza
rivolta dei quadri di Facebook contro l’atteggiamento acquiescente
portato dall’alto, carburato e soffiato come su un fuoco in devastan-
te dispiegamento, in una repubblica ancora capace di tenere alle
sue istituzioni, di difenderle con un alto senso dell’onore. In ogni
scale ha drogato crescita e valori, che ora sembrano a molti dei
sostenitori della vecchia base sociale trumpiana indicatori di dise-
guaglianza e di disintegrazione sociale crescente. Il campione di un
gli altri eroi simbolici, statuari della Nfl e della Nike. E’ successo in di Zuckerberg, in nome della libertà di espressione, non cancellano senso, quello che fanno poliziotti e pompieri ha sempre un elemen- paese ricco, uscito da uno schermo televisivo trash e capace di oc-
la naturale inclinazione dei colossi social al compromesso autori- to di leggibilità a doppio senso nella trama americana, e ora il sin- cupare tutta la scena reale della politica americana con un linguag-
DI GIULIANO FERRARA
tario nel mondo; è tutto vero, ma i segnali di scollamento della reto- dacato dei pompieri che aveva contribuito alla sua vittoria è contro gio di rara efficacia, si sta bolsonarizzando, sembra lo sceriffo bi-
Georgia, Atlanta, mentre un capo poliziotto di Houston ingiungeva al rica maligna del Make America Great Again (MAGA) ormai si vedo- Trump, si ribella all’incumbent. I liberal urbani e suburbani sono slacco di un paese impoverito e sgangherato. Il suo narcisismo che
presidente di tacere in un video pubblico. E su altri spalti si sono no a occhio nudo. Più violenta, più divisa, spiaccicata invece che la minoranza di una maggioranza, ma il paese rurale, che è avanzato castiga i loser, gli sfigati, prende le fattezze non presentabili di una
moltiplicati i segni di diserzione dalla guerra ai dimostranti, definiti più grande, l’America arriva alla fine all’appuntamento con il fan- tecnologicamente è anche insidiato socialmente e economicamen- specie di Duterte che adopera strumenti dell’èra segregazionista.
in blocco come terroristi da un presidente che cerca la provocazione tomatico “american carnage”, evocato dal discorso di inaugurazio- te dall’andamento a sbalzi delle guerre commerciali di vetrina, è Continuerà a cercare un nemico al minuto, si farà in quattro con
in ogni istante, anche con la Bibbia in mano. E’ vero che la coalizione ne e impostura tre anni e mezzo fa, in condizioni non virtuali, non molto inquieto. Con la devastante fase della pandemia e del lockdo- la possanza dell’istituzione che occupa per trovare altri pertugi e
liberal e urbana è spesso psicologicamente e materialmente sopraf- propagandistiche, in condizioni di instabilità tangibile, con molti wn, minatori e manifatturieri, come riferisce Paul Krugman, risen- inganni e capri espiatori buoni per il consenso cieco, saranno altre
fatta dalla furia rivoltosa dei saccheggi, che la campagna di Biden ha fattori rovesciati. tono di una promessa che si rivela mancata, in un sistema che ha circonvoluzioni pericolose e minacciose le sue, eppure l’inginoc-
il vento nelle vele dei sondaggi ma resta fragile e ancora sostanzial- Il fattore “legge e ordine” si rovescia su se stesso se brutalità e prodotto oltre trenta milioni di disoccupati messo alla (seria) prova chiatoio della gente in divisa e altri segnali dimostrano che l’imbat-
mente disincarnata a fronte della forza scatenata, pulsante, iperme- argomenti da guerra civile razziale diventano il tema dominante, del blocco. Il bluff dell’espansione del debito e del rilancio antifi- tibile è battibile.
9, il primo razzo vettore riutilizzabile della l’era spaziale, è replicabile in ogni altro gica, ad Elon Musk, a Jeff Bezov, fondatore commerciali. La verità è che il ritorno eco-
storia del volo spaziale. Uno spettacolo che, comparto della sfida della digitalizzazione di Amazon e di Blue Origin, ad aziende co- nomico, i nuovi campioni nazionali privati
a qualcuno ha ricordato, addirittura, il volo e delle tecnologie. Intanto, l’impresa di Spa- me Dynetics, allo stesso inglese Richard Usa lo attendono, invece, dal business com-
dei fratelli Wright del 1903, o l’immagine del ce X va oltre i successi tecnologici ed econo- Branson di Virgin Galactic). Gli Usa dispon- merciale dell’immediato futuro: lo sfrutta-
Saturno 5 del 1968, o il primo volo dello mici di Musk. In piena depressione Covid, gono, ormai, di un national team di imprese mento dell’orbita bassa. E’ sull’attività del
Shuttle del 1981. Cioè, eventi che segnano Nasa e privati rilanciano, di colpo, la vision private spaziali (Space X, Blue Origin , posizionamento di nuovi satelliti, del turi-
svolte nella storia del trasporto aereo. La dei progetti globali: il ritorno sulla Luna, Dynetics, e altre) che sta spiazzando, sul ter- smo spaziale, dei trasporti sulla stazione In-
novità qui è tecnologica, ma anzitutto eco- addirittura per il 2024 e il progetto Marte. E’ reno dei costi, i giganti del tradizionale ternazionale e della costruzione della nuo-
nomica: lo spazio smette di essere monopo- evidente il vantaggio Usa. La superpotenza complesso militare-industriale (Boeing, va, dell’uso dello spazio per la gestione dei
lio statale. Inizia l’era dell’“economia dello ha calato un asso che cambia la scena della Northrop-Grumman, Raytheon, General Big Data che i privati Usa si attendono una
spazio”: non più luogo di competizione di competizione globale: un passo indietro del Dynamics). Nel programma Artemis, che fa- nuova “economia dello spazio”. L’Europa (e
prestigio, di supremazia militare o di ege- complesso militare-industriale nel dominio rà da apripista agli appalti per il progetto di l’Italia), se vogliono essere nelle sfida, do-
monia politica, ma di sfide commerciali e di del settore aerospaziale, l’affermazione ritorno sulla Luna, i primi grandi contratti – vranno iniziare a costruire qualcosa di ana-
business strategici. Niente più può essere della natura commerciale dell’impresa spa- quelli sui futuri lander e sui componenti logo al national team americano. E aprire,
come prima nella corsa allo spazio. Gli Usa ziale e l’ingresso imperioso dei privati. Nes- della stazione lunare – i campioni del natio- decisamente, il settore ai privati.
hanno indicato il modello industriale del suno degli sfidanti globali è pronto a questa nal team hanno già battuto la Boeing. La sfi- Umberto Minopoli
ANNO XXV NUMERO 131 - PAG 3 IL FOGLIO QUOTIDIANO MERCOLEDÌ 3 GIUGNO 2020
• I dispositivi di protezione (non a norma), l’affidamento diretto, due bonifici a Malta e in Malesia e l’indagine della procura
PRESIDENTE FISSO
Non ci eravamo ancora ripresi dallo choc delle Frecce tricolori, che Sergio Mattarella
è venuto a Codogno. Cronaca di una giornata che sarà raccontata nelle scuole del 2160
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un momento della visita a Codogno in occasione della Festa della Repubblica (foto Quirinale)
occasioni speciali. Un gommista di Codo- pattuglia acrobatica dell’Aeronautica, te è stato l’inno nazionale cantato da una uno strappo al protocollo, andando a sa- compagno di banco quando la maestra ci
di Maurizio Milani gno sosteneva di averle cambiato le gom- zio te lo posso garantire”, molto perento- bravissima artista. E poi, veramente emo- lutare i miei concittadini (chiaramente chiese: “Chi furono gli artefici dell’Unità
me, da neve a quelle quattro stagioni. I rio. zionata, ha preso la parola una sottote- solo sorrisi, cenni a distanza…). Questo d’Italia’”. E io: “Napoleone III”. La mae-
CARTELLONE
S crivere di una persona reale e
scrivere di un personaggio imma-
ginato alla fine dei conti è la stessa
una lunga vita appagante, magari nel
sonno…). La prima si ammala di Sla e
muore sessantenne nella sua campa-
sulla morte precoce, sull’opera d’arte
e la sua relazione con la vita, sul ca-
rattere che abbiamo e i libri che scri-
senza fiato, commossi, coinvolti, per-
turbati.
Dunque Rocco. Dunque Pia, due
tura e che in Al giardino non l’ho anco-
ra detto (Ponte alle Grazie) ha il corag-
gio di raccontare i giorni e le notti di
cosa: bisogna ottenere il massimo gna lucchese dopo quattro anni di viamo, o non scriviamo… Non so se i personalità spinose. Dunque Ema- una fine imminente. Rocco e il suo ARTE
nell’immaginazione di chi legge uti- inesorabile malattia progressiva. Il mezzi linguistici che Trevi ha utilizza- nuele, lo sfuggente. Perché a ben ve- autolesionismo, che in L’apparizione
lizzando il poco che il linguaggio ci secondo a quarantasei anni, in un in- to possano essere definiti come fa lui dere le vite raccontate sono tre. E’ nel (Mondadori) trova la via della guari- di Luca Fiore
offre”, così riflette Emanuele Trevi cidente di motorino a Roma. “il poco” cui possiamo attingere. In confronto e nei contrasti fra questi gione, usando il romanzo come auto-
nel suo travolgente Due vite in cui fa Aver conosciuto (come capita a me) verità credo che il linguaggio, a cono- tre amici che il libro prende spesso- terapia. Emanuele e la sua determi- Lei è un’artista coreana, classe 1980.
il ritratto degli scrittori amici, Pia o meno i due protagonisti di questo scerlo e saperlo maneggiare, offra pa- re, oltre che nelle somme tirate dal nazione a scrivere di loro, “perché la Quella di Modena è la sua personale in
Pera e Rocco Carbone, scomparsi memoir, e persino averne letto i libri, recchio e credo anche che l’autore, in sopravvissuto e nel suo sguardo amo- scrittura è un mezzo singolarmente Italia, ma ha alle spalle un’importante
prematuramente e malamente (ma è ininfluente, perché Due vite è prima questo caso come in precedenza, sap- revole e onesto insieme. Sono somme buono per evocare i morti”. mostra alla Kunsthalle di Basilea. Il la-
esiste un modo “buono” di andarse- di tutto una profonda, schietta, neces- pia farne un uso ricco, personale e di vane conquiste e inevitabili scon- “Viviamo due vite, entrambe de- voro è incentrato sulla figura umana vi-
ne? forse sì, dopotutto, alla fine di saria riflessione sulla vita e la morte, spesso inconsueto. Qui si avverte poi fitte (“Non esiste nessuna parola ade- stinate a finire” dice a un certo sta attraverso il filtro del surrogato mec-
la forza ulteriore di un racconto che guata al casino indecifrabile della vi- punto, dando un significato ulterio- canico. Geumhyung Jeong costruisce
probabilmente da anni gli premeva ta umana, al suo perenne fallimen- re al titolo del libro. “La prima è la strani robot più o meno antropomorfi e,
Emanuele Trevi nelle intenzioni e sul cuore, e che to”), di segni premonitori e gesti man- vita fisica, fatta di sangue e respiro, nell’ambito di performance, fa interagire
cuore e intelletto abbiano trovato la cati, coincidenze nefaste e onde del la seconda è quella che si svolge i loro movimenti con quelli del proprio
Due vite strada di pagine talmente essenziali destino. Pia e la sua passione botani- nella mente di chi ci ha voluto be- corpo. Impossibile non pensare all’inno-
Neri Pozza, 130 pp., 12,50 euro e vere da lasciare i lettori a lungo ca, che diventa una forma di lettera- ne”. (Sandra Petrignani) cenza di J. F. Sebastian, il progettista ge-
netico dei replicanti di Blade Runner. E’
un’arte fatta di pezzi di metallo, circuiti
elettrici e plastica. Eppure il sapore è
quello del realismo.