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Diagramma n.2
1 getta la palla con-
tro il tabellone e cat-
tura il rimbalzo. In
questo momento è
importante comuni-
care, 2 deve avverti-
re il compagno che è
in grado di ricevere
l’apertura. Dopo il
passaggio, 2 deve ar-
rivare in lunetta pal-
leggiando a tutta ve-
locità ed essere in grado di arrestarsi senza sfondare su un eventuale difensore
(imparare a controllare il proprio corpo). 1 invece, dopo aver effettuato il pas-
saggio di apertura, deve allargare subito lungo la fascia laterale e una volta ar-
rivato all’altezza del prolungamento del tiro libero converge verso il canestro
per ricevere e tirare in corsa. Dopo il tiro 2 va a rimbalzo (se c’è canestro si e-
segue una regolare rimessa), 1 si apre e a sua volta conduce in palleggio al cen-
tro mentre 2 allarga la fascia laterale per concludere il contropiede al ritorno.

Mantenendo lo stesso sviluppo dell’esercizio si provano ora, tutti i tipi di con-


clusione del contropiede a seconda dell’eventuale comportamento della difesa.

Diagramma n.3
Se il difensore non lo affronta, il palleggiatore esegue un arresto e tiro in so-
spensione dalla linea del tiro libero.

Diagramma n. 4
Se il difensore non affronta 1, questi, quando riceve, esegue un arresto e tiro
dalle tacche del tiro libero utilizzando il tabellone.

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Diagramma n.5
2 scende in palleggio, passa a 1 e si
sposta sul gomito del tiro libero; se 1
non può tirare ripassa a 2 il quale ese-
gue un tiro in sospensione.

Diagramma n.6
2 finta di andare in direzione della palla
e scatta verso il canestro opposto, ad
esempio per attaccare una difesa
pressing, 1 esegue il passaggio baseball
per 2 e scatta in apertura per uno svi-
luppo normale del
contropiede a due al
ritorno. 2 dopo il tiro
esegue la rimessa a
1. Gli esercizi di
passaggio a tutto
campo vanno ripetuti
per 10’ in totale tutti
i gironi e su entrambi
i lati del campo.

Diagramma n.7
La fase successiva
del gioco in transi-
zione è il contropie-
de a tre.
1 lancia la palla sul
tabellone, cattura il
rimbalzo e apre a 2,
il quale, se può passa
subito al centro a 3.
Sviluppo: 3 palleg-
gia al centro, 1 e 2
scattano sulle ali, 1
sul lato opposto all’apertura, 2 sul lato di apertura.

Diagramma n.8
Se 2 non può passare a 3 prosegue in palleggio sul centro e conduce il contro-
piede, mentre 3 continua in corsa e si porta sulla fascia laterale destra a 1 sem-
pre su quella sinistra.

Diagramma n.9
Esercizio di passaggio a tre con apertura di contropiede.

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1 cattura il rimbalzo
e apre a 2 così si svi-
luppa l’esercizio con
passaggi rapidi in
corsa, ripassando
sempre al giocatore
centrale. La palla
non deve mai toccare
terra. Conclusione in
terzo tempo.

Diagramma n.10
con gli stessi concet-
ti visti nel diagram-
ma n.9 si sviluppa
una treccia a tre.

Ora si entra in una


fase molto importan-
te del gioco e cioè
quella a quattro gio-
catori.
Nel prendere posi-
zione per il taglia-
fuori è importante
valutare la parabola
del tiro e il tipo di
rimbalzo.

Diagramma n.11
Se ad esempio è 4 a
prendere il rimbalzo
deve girarsi decisa-
mente verso la linea
laterale più vicina per far capire ai
compagni dove verrà eseguito il pas-
saggio di apertura. In questo caso 2 si
apre sul lato di rimbalzo e 1 si porta sul
gomito della lunetta sullo stesso lato
per offrire al rimbalzista le due migliori
linee di passaggio per l’apertura.

Diagramma n.12
1, 2 e 3 sviluppano il contropiede nel
modo già visto nei digrammi n. 7 e n.8.

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4 deve mettersi nella
zona più aperta del
campo e lavorare
come rimorchio.
Le soluzioni di tran-
sizione si possono
ricercare non solo in
situazioni di sovran-
numero ma anche
quando si lavora in
2c2, 3c3 e 4c4, per-
ché si possono otte-
nere buoni tiri ad alta percentuale di realizzazione ed inoltre, è una situazione
di gioco che facilità il rimbalzo offensivo.

Diagramma n.13
La didattica parte dal
4c0 per passare al
4c1. in questo eser-
cizio, lo scopo del
difensore (X) è quel-
lo di rallentare
l’avanzamento della
palla per permettere
l’eventuale recupero
dei compagni, men-
tre l’attacco deve sviluppare il contropiede a tutta velocità.

4c2 e 2c1

Diagramma n.14
4c2 all’andata già vi-
sto nel diagramma
n.13. Dopo la con-
clusione, X1 e X2
attaccano e i quattro
attaccanti devono
comunicare in modo
che, quello in mi-
glior posizione di bi-
lanciamento difensi-
vo vada a chiudere
sul contropiede di
X1 e X2.

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Diagramma n.15
Sempre nello stesso esercizio, se dopo
la prima conclusione c’ canestro. È
l’allenatore a passare un secondo pal-
lone a X1 e X2 per velocizzare le fasi
di transizione attacco – difesa.

L’ultima fase è il 5c5

Diagramma n.16
5 cattura il rimbalzo e stabilisce il lato
di apertura, in questo caso quello di 2.
1 e 2 si muovono come al solito, 5 apre a 2 il quale passa al centro a 1, 3 e 4
scattano sulle fasce laterali, 2 lavora come rimorchio in una zona aperta.
5 è il giocatore di sicurezza (safety – man) cioè va sempre al centro ma non
troppo velocemente, perché ha il compito di rimanere in copertura nel caso di
errore.
A questo punto, si
schiera l’attacco per
giocare 5c5 con so-
luzioni di transizione
secondarie.

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Difesa a zona e sistema di attacco a metà campo


di C.M. Newton

Coach Newton esponendo la propria filosofia sulla difesa a zona spiega i moti-
vi per cui scegliere questo tipo di difesa:
per cambiare e controllare il ritmo del gioco;
per salvaguardare i giocatori dai falli (ad esempio quando si entra in bonus);
per dare più pressione difensiva su certi giocatori particolarmente importanti in
attacco.

Zona 2-3

In questo tipo di difesa si permette la circolazione della palla perimetralmente,


ma esce sul giocatore in possesso di palla e si cerca di impedire tutti i passaggi
vicino al canestro.

Diagramma n.1
Di solito i migliori tiratori (G) giocano nelle zone laterali del campo, mentre i
centri (C) e le ali forti in post basso.

Diagramma n.2
Il primo scopo, da parte delle guardie, è quello di lavorare per spostare dal cen-
tro del campo il giocatore con palla; poi con passaggio a 3, F1 esce su di lui
ma solo sul passaggio e non tira.

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Digramma n.3
C si porta su 4 e lo marca da dietro per
mantenere una buona posizione di rim-
balzo e ad ostacolare un eventuale pas-
saggio a 4 va G1, flottando in basso. Se
la palla esce di nuovo a 1 esce G2, e
G1 va a chiudere un eventuale passag-
gio di ribaltamento a 2.

Diagramma n. 4/a e 4/b


A volte l’attacco soprannumero su un
lato. In questo caso, è 2 a tagliare in
angolo, quindi, mentre G2 copre sul post alto C segue il taglio dando così tem-
po a G1 di portarsi su 3 e permettere a F1 di portarsi su 2. L’unico problema
può essere, in questo caso G2 su 5 cioè, un piccolo che difende su un lungo.

Diagramma n.5/a e 5/b


In questo caso per evitare che C esca
dall’area dei tre secondi si può utilizza-
re uno schieramento 1-1-3 in modo che

su un passaggio da 1 a 3 può uscire F2,


mentre G2 va a coprire su 4 e C rimane
su 5.

Coach Newton conclude dicendo che,


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per vincere, bisogna si avere una buona squadra d’attacco ma soprattutto si
vince con una buona difesa perché è più controllabile come tipo di gioco.
Per motivare i propri giocatori inoltre, ci sono due tipi di opportunità:
insegnare bene la difesa
chi non difende va a sedere in panchina.

Sistema d’attacco a metà campo

Newton, parlando del suo sistema d’attacco, sottolinea subito che, a prescinde-
re dalle scelte tecniche, è importantissimo avere i giocatori molto preparati sui
fondamentali individuali e di squadra.
Per controllare il gioco d’attacco della,
propria squadra, coach Newton dà al-
cune regole ai suoi giocatori:
A. minimizzare l’uso del palleggio.
Si può palleggiare per:
1. passare la metà campo
2. uscire da un raddoppio
3. andare a canestro;
B. Usare i blocchi
a) blocco orizzontale (diag. n.1)
b) blocco cieco (diag, n.2)
c) blocco verticale (diag. n.3)

C. Passaggi e tagli.
È di fondamentale importanza che chi fa un passaggio prenda un’iniziativa,
per esempio:
dai e vai;
dai e blocca;
dai, finta di andare, e ritorno.

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Diagramma n.4
Coach Newton nel suo passing game
permette anche il blocco sul giocatore
che ha appena ricevuto il passaggio.

D. Pensare in termini di spazio, a-


vere equilibrio nello schiera-
mento.

Diagramma n.5

Il diag. n.5 rappresenta le distanze che


gli attaccanti devono rispettare tra di
loro. Tra 1, 2 e 3 deve esserci più o
meno quattro metri e tra i giocatori del-
la zona perimetrale e gli interni circa
tre metri.

Diagramma n. 6
Il diag. n.6 illustra lo sviluppo del
contropiede primario

Diagramma n. 7
Se non c’è contro-
piede,
sull’inversione di
palla, 2 taglia sul
blocco cieco di 4; se
non c’è soluzione
coach Newton, poi-
ché vuole controllo
del gioco, inserisce
quello che chiama “Series Offense” a-
vente queste caratteristiche:
− è semplice da imparare e da gioca-
re;
− è flessibile e si può giocare contro
tutte le difese.
Coach Newton dice che non vuole gio-
care con schemi rigidi, ma leggere le
difese e reagire di conseguenza.

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Esercizi propedeutici

2c0 – Guardia interna


Diagramma n:8
G passa a F e conclude in dai e vai

2c0 – Guardia esterna


Diagramma n. 9
G passa a F con un passaggio schiacciato per terra, taglia esternamente a F, ri-
ceve vicino la linea di fondo e va al tiro.

2c0 – Ala posteriore


Diagramma n.10
Dopo il passaggio ad F, G esegue dai e segui. F dopo aver consegnato a G fin-
ta di cambiar lato e taglia a canestro.

3c0 – Check
Diagramma n.11
G passa a C e taglia in back door insieme a F.

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3c0 – Change Up
Diagramma 12
Dai e segui di G con F.
F, dopo il passaggio consegnato, si
sposta verso il centro del campo; G
passa al post ed insieme incrociano su
di esso.

Diagrammi n.13 e 14
Newton dice che la sua squadra ha
quattro “serie” nel sistema d’attacco;
esse sono efficaci, con leggeri adegua-
menti, sia contro l’uomo sia contro la zona. Nello schieramento iniziale ci può
essere un post alto e uno stack ala-post basso.

Diagrammi n.15 e 16
Per iniziare il gioco ci sono due possibilità:
− incrocio di F1 (diag. n.15)
− “V” cut di F2 (diag. n.16)

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Diagramma n.17
Un’altra possibilità è quella che coach
Newton chiama “Pop out”.
G1 e G2 partono perpendicolarmente
allineati. Se G1 va in palleggio a sini-
stra G2 sale a destra e il gioco comin-
cia con un passaggio da guardia a
guardia.

Serie interna

Diagrammi n. 18, 19 e 20
Il gioco inizia con un passaggio di 1 a 3
e con una soluzione di dai e vai. Il post
taglia sul alto forte e la guardia 2 si al-
lontana mettendosi sulla linea dei tre
punti. 4 taglia flash in post alto. Prati-
camente dopo un passaggio vengono
eseguiti tre movimenti.
Newton sottolinea l’importanza di leg-
gere la difesa e di reagire di conse-
guenza.
Se 5 è marcato dietro bisogna assolu-
tamente passargli la palla (diag. n.20).

Diagramma n.21
Dopo che 3 ha passato la palla a 5 può:
− tagliare verso canestro;
− bloccare per 1;
− bloccare per 4;
in ogni caso non deve stare mai fermo dopo il passaggio.
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Diagramma n. 22
Se 5 è marcato anche da X1, 3 passa la palla a 1 che, con un buon angolo di
passaggio serve 5.

Diagrammi n. 23 e 24
Se c’è un inversione veloce, 3 effettua un taglio shuffle sfruttando il blocco di
5 che a sua volta, leggendo la difesa sale in post medio o alto. In particolare
contro le difese a zona questo doppio taglio è molto efficace.
Con 3, che ha preso posizione molto forte in post basso, 2, migliorando
l’angolo di passaggio, può giocare a due con lui.

Diagramma n. 25
Se 3, dopo il taglio shuffle prende posizione in post alto, 5 andrà in post basso,
e viceversa.

Diagramma n. 26
con la palla a 4, 3 può buttarsi dentro e ricevere un lob pass.

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Diagramma n. 27
Se 2 tira da tre punti, 4 deve andare al rimbalzo sul lato debole.

Serie esterna

Diagramma n. 28
Se c’è un dai e segui tra 1 e 3, la guar-
dia 2 deve portarsi al centro fronte al
canestro e, sfruttando un blocco di 3
sul centro, tagliare forte dentro l’area e
uscire sul lato forte.

Diagramma n.29
Se non c’è soluzione, 1 blocca per 2. A
questo punto 2 deve leggere attentamente la difesa e giocare sul blocco di 1, di
conseguenza.

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Diagramma n.30
Se non c’è alcuna soluzione, 3 ribalta la palla su 4 che gioca a due con 5.

Diagramma n.31
Se il gioco inizia sul lato dello stack, 4 riceve da 2 e legge la difesa su 5. Se 4
non può passargli la palla, 5 cambia lato e va a formare uno stack sul lato de-
bole. Continuità. Questo movimento viene eseguito in particolare contro la zo-
na.

Overload Series

Diagramma n. 32
Dal medesimo schieramento di partenza c’è un passaggio da 1 per 3. 2 si allon-
tana mentre 5 e 4 tagliano entrambi verso il lato forte prendendo posizione in
post alto e post basso.
Il tipo di taglio che 5 effettua, dipende
da come difende il suo avversario.

Diagrammi n.33 e 34
Assunto su un lato lo schieramento
“Overlaod”, 3 deve leggere la difesa: se
X4 sta in mezzo, 3 deve dare la palla a
4, mentre se 4 è marcato d’anticipo de-
ve cercare di servire 5 con un passag-
gio lob.

Diagramma n.35
Se la palla va direttamente da 3 a 2, i giocatori 4 e 5 incrociano dentro l’area
per un’eventuale continuità o per prendere una buona posizione al rimbalzo.

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A proposito di tiro da tre punti, coach


Newton dice che una squadra deve ave-
re un giocatore autorizzato a questo ti-
po di soluzione. Questo tiratore deve
essere libero di tentare il tiro da tre o-
gni qualvolta lo ritiene opportuno.

Diagramma n.36
Coach Newton aggiunge che, per sua
convinzione ed esperienza, questo tiro
ha percentuali di realizzazione più alte
se il tiratore riceve la palla da dentro a
fuori, piuttosto che da un giocatore di
fianco. Questo perché nel primo caso,
trovandosi con i piedi già rivolti a ca-
nestro, deve solo effettuare il tiro. Nell’altro caso deve effettuare anche una
torsione del busto ed assumere un’altra posizione prima di tirare.

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La psicologia dell’allenatore
di Riccardo Sales

Il coach Sales introduce il tema della psicologia dell’allenatore di basket con la


premessa che l’argomento, data la sua vastità richiederebbe delle conoscenze
specifiche.
Ritiene però di poter affrontare l’argomento anche se non nella sua vastità, for-
te di una maturità acquisita in vent’anni di professione. Come un buon inse-
gnante Sales ritiene dover seguire l’evoluzione della propria professione ag-
giornandosi continuamente non solo da un punto di vista tecnico, ma anche in
quelle componenti quali la psicologia e la medicina applicata allo sport.
La crescita vertiginosa della pallacanestro, riscontrabile dell’alto numero di
tesserati in un sempre più ampio interesse da parte dei Mass/Media, crea anche
certe situazioni spiacevoli quali esoneri o breve permanenza di un allenatore
presso una stessa società, che non danno l’opportunità alla stesso di esprimersi
al meglio.
Sales dice che nonostante il continuo miglioramento della categoria da un pun-
to di vista tecnico le società motivano queste situazioni attribuendone la causa
allo scarso feeling tra squadra ed allenatore, venendo così a toccare dei tasti ri-
guardanti la psicologia.
Infatti si afferma che privilegiando l’aspetto tecnico tattico un allenatore perde-
rebbe di vista quello che è il rapporto umano rendendo la professione arida. Al-
lora ci si chiede se dovendo attaccare una difesa 1-3-1 conviene prepararsi solo
sull’aspetto tecnico tattico, oppure è meglio insegnare ai nostri giocatori come
non subirla psicologicamente smitizzandola?
Ciò significa razionalizzare se stessi e quindi far uso di psicologia.
Sales ritiene opportuno inserire nello staff tecnico uno psicologo, poiché di so-
lito ci si trova nelle condizioni di dover gestire una nuova squadra, o in ogni
caso nuovi giocatori, quindi ci si pone il problema di come presentarsi.
Un modo errato di presentarsi al nuovo gruppo può vanificare il lavoro di una
stagione; è necessario quindi analizzare tre problematiche fondamentali:
− comunicazione;
− percezione della composizione del gruppo;
− capacità dell’allenatore di adattarsi al gruppo.
Riguardo al primo punto, cioè la comunicazione, questa deve essere chiara e
lineare; ma importante prima di tutto studiare il gruppo.
Inoltre è meglio non utilizzare frasi del tipo “avete capito?” o simili perché co-
sì facendo si metterebbe in dubbio la professionalità dell’interlocutore mentre,
con frasi del tipo “se darete il massimo di voi stessi otterrete questo risultato”
si rischia di perdere credibilità se tali obiettivi non si raggiungono.
È importante quindi presentarsi con molta sincerità e chiarire il proprio metodo
di lavoro, i programmi e dichiarare gli obiettivi minimi raggiungibili.

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Tutto ciò va fatto sia con il gruppo che con i singoli, che vuol dire porsi in re-
lazione con lo staff tecnico in modo tale da avere un unico linguaggio. Questo
viene senz’altro recepito dalla squadra che così avrà un rispetto maggiore di
tutto lo staff.
Bisogna imparare a trasmettere le proprie conoscenze alla squadra e questo non
è facile come può sembrare, soprattutto non bisogna generalizzare.
Esaminando il secondo punto cardine si mette in rilievo la figura dello psicolo-
go che deve individuare il leader o i leaders, i fattori interni ed esterni al grup-
po che in ogni caso lo condizionano per poter intervenire e porre gli eventuali
rimedi.
All’inizio sarà l’allenatore ad adattarsi al gruppo per poi inserirsi al meglio e
riuscire ad eliminare ciò che vi è di negativo.
Molte volte si parla dell’allenatore come leader assoluto del gruppo, questo è
però un discordo particolare in quanto egli deve essere capace di portare le
proprie idee e regole, ma riuscire anche a capire e rispettare idee e regole pree-
sistenti.
L’allenatore deve essere capace di instaurare un certo rapporto confidenziale
sia con il gruppo che con i singoli cercando di capire le varie soluzioni in cui
vivono i propri giocatori che sono fondamentali per la più opportuna gestione
del gruppo.
È opportuno quindi presentarsi cautamente mantenendo sempre una certa coe-
renza indipendentemente dalle situazioni che potrebbero verificarsi.
Per quanto riguarda la conduzione del gruppo che si basa su tre modelli fon-
damentali:
il metodo deduttivo incentrato sul giocatore;
il metodo induttivo incentrato sull’allenatore;
il metodo misto.
Il metodo induttivo presenta una serie di svantaggi;
- riduce le possibilità espressive del giocatore;
- si crea una dipendenza troppo accentuata del giocatore nei confronti
dell’allenatore;
dipendenza che può andare oltre, dipendendo cioè il giocatore solo da un certo
tipo di allenatore e riuscendo ad esprimersi al meglio solo sotto questi.
Il metodo deduttivo permette al giocatore di esprimersi al meglio delle proprie
capacità riuscendo anche nell’auto-analisi con tutti i vantaggi che ne conse-
guono. Con questo tipo di conduzione si incontrano maggiori difficoltà o me-
glio è necessario un maggiore lavoro da parte dell’allenatore; lavoro che alla
fine paga di più in quanto il giocatore riesce a comprendere il suo ruolo in seno
alla squadra.
Si dice che l’allenatore debba essere leader del gruppo; ciò non è esatto, egli
cerca di raggiungere determinati obiettivi tramite l’aiuto di giocatori, dirigenti
e lo staff tecnico che gli gravitano attorno.
L’allenatore deve cercare di trarre il meglio dal proprio gruppo facendosi ac-
cettare ed apprezzare per le qualità proprie che il gruppo deve autonomamente
riconoscerli.

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Egli non deve operare per schemi fissi, ma deve cercare di adattarsi alle situa-
zioni che gli si presentano agendo sempre secondo i suoi principi.
Saranno quindi importanti le qualità tecniche, umane, la conoscenza appropria-
ta sulle tematiche della propria professione, l’intelligenza e la capacità di con-
trollare le situazioni che mutano.
In parole povere, anche se il termine può sembrare inappropriato, egli deve ge-
stire gli uomini.
Sales ritiene importante definire ed identificarsi in una delle figure tipiche di
allenatore: l’autoritario e il democratico.
Il suo modello: Cesare Rubini, allenatore che lo colpiva per il suo modo pacato
e quasi distaccato di condurre la squadra dalla panchina.
Nella sua descrizione Sales ritiene che l’allenatore autoritario, il cosiddetto al-
lenatore pseudo-carismatico sia colui il quale abbia giocatori che non sono
convinti di ciò che fanno, ma lo devono fare.
E’ un allenatore che gradisce il controllo sulla squadra e sui singoli.
Questi allenatori sono autoritari nelle scelte, non sono influenzabili da situa-
zioni e stati d’animo, impongono autoritariamente le proprie idee sia discipli-
nari che tecniche e pensano che il successo sia direttamente proporzionale alla
fatica: ciononostante un allenatore autoritario non è detto che debba essere ne-
cessariamente un perdente.
L’allenatore democratico, invece, è leader nelle situazioni che contano; egli è
facilmente considerato un debole per il suo atteggiamento non autoritario, in-
cute però fiducia nei singoli atleti e nel gruppo perché sa comunicare.
E’ d’altra parte un allenatore che accetta di giocatore con i suoi pregi e i suoi
difetti.
La sua autorità gli viene autonomamente riconosciuta dal gruppo in quanto egli
fa rispettare le regole che il gruppo stesso si è dato.
Dal punto di vista tecnico egli non “mette le briglie” ai suoi giocatori, ma li la-
sci liberi di cercare le loro soluzioni all’interno del suo sistema di gioco per-
mettendo loro di migliorarsi; per questo motivo insegna giochi semplici (pas-
sing game).
Lo svantaggio maggiore che a questo allenatore deriva dal suo modo di essere
è quello di dover avere pazienza e di lavorare di più.
Sales crede molto in questo modello di allenatore; ognuno deve essere se stes-
so, ma deve anche essere in grado di cambiare il proprio stile quando, durante i
diversi momenti della stagione, situazioni contingenti lo richiedono.
Altro argomento interessante è il rapporto tra l’allenatore e la squadra in occa-
sione di una partita, intendendo per quest’ultima non solo la gara vera e pro-
pria, ma:
1. PRE PARTITA
2. PARTITA
3. DOPO PARTITA
Per pre-partita Sales intende non i 5’ che precedono l’incontro, ma il periodo in
cui l’allenatore con una riunione tecnica presenta i prossimi avversari. Informa

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delle caratteristiche nella maniera più oggettiva possibile motivando le scelte
sul piano tecnico – tattico.
Queste scelte proposte ai giocatori sono discusse con gli stessi, e in questo mo-
do accettate.
Sales preferisce riunire i giocatori la mattina della gara per due motivi:
a. per comunicare con loro lontano dallo stress della gara
b. “FORZARLI” alla sveglia ad una determinata ora il giorno della partita.
Egli infatti non è d’accordo sui discorsi troppo lunghi nel PRE-GARA, preferi-
sce invece dedicarvi non più di 5’; egli pensa che sia importante che i giocatori
si trattengano nello spogliatoio senza aver nessun contatto se non con lo
STAFF.
Differenti invece sono le motivazioni per la scelta del quintetto iniziale.
Alcuni allenatori preferisco iniziare, in una stagione, sempre con lo stesso
quintetto; altri invece di cambiarlo di volta in volta a seconda delle situazioni
tecnico – tattiche che si presentano.
Nel primo caso si stabilirà una gerarchia tecnica e psicologica poiché ai gioca-
tori viene a mancare lo stimolo di poter entrare in quintetto, condizionandone
in alcuni casi il rendimento durante la settimana (in particolare per i giocatori
italiani).
Nel secondo caso si attribuisce maggiore importanza alla miglior forma fisica,
alla miglior forma tecnica, alla miglior scelta tattica, a quella psicologica.
Quali sono i rischi della seconda scelta?
Il fatto che coloro che in determinate condizioni non possono interpretare la
gara, oltre a creare un problema tattico creano anche un problema psicologico
in quanto si potrebbero auto convincere della loro inferiorità nei confronti
dell’avversario.
Può esserci anche il problema del recupero morale di un giocatore; il dato ne-
gativo può essere legato al fatto che uno stress emotivo può ridurre i tempi del-
la prestazione di un atleta allungandone il recupero.
La migliore scelta è la seconda, cioè cambiare quintetto a seconda delle situa-
zioni tecnico – tattiche. Se essa è motivata dall’allenatore, è facilmente accetta-
ta dal gruppo. Per quanto riguarda la gestione della partita, coach Sales sottoli-
nea uno dei momenti più delicati: le sostituzioni.
Il coach può decidere la sostituzione di uno o più giocatori:
a. dopo una serie di errori;
b. dopo un periodo di rendimento ottimale;
c. dopo un periodo di anonimato tecnico e/o fisico;
d. per dare sostituzioni più dettagliate o differenti.
Nel primo caso la sostituzione non deve rappresentare un atto punitivo, poiché
toglierebbe la fiducia di se stesso al giocatore ed inoltre sarà opportuno far cre-
dere che il cambio sia motivato tatticamente: a questo proposito coach Sales
preferisce non sostituire il giocatore che ha commesso l’errore subito, ma a-
spettare un po’ magari dopo un’azione positiva.
Nel secondo caso la sostituzione non farà altro che impedire al giocatore ec-
cessi che potrebbero nuocere all’economia della squadra.

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Nel terzo caso sarà compito dell’allenatore, ma soprattutto dell’assistente, con
particolare riferimento alla terminologia tecnica, che deve essere il più possibi-
le uguale a quella del coach ed al suo tono di voce, giustificare la scelta in base
a queste informazioni, in modo che l’atleta si senta ancora importante in gara.
Nel quarto caso la sostituzione è preferibile che avvenga nell’impossibilità di
chiedere time – out, non colpevolizzando l’atleta, ma sostituendo temporanea-
mente, spiegandogli ciò che deve fare e rimandandolo subito in campo; in que-
sto caso è consigliabile evitare di cambiare giocatori e tattiche troppo frequen-
temente.
Come per le sostituzioni anche per il time – out le scelte sono svariate;
a. quando la squadra gioca male;
b. quando gli avversari giocano troppo bene;
c. per correzioni tattiche;
d. per arrestare i cedimenti psicologici;
e. per intervenire sugli arbitri.
Per quanto riguarda il primo punto, Sales ritiene importante richiedere una so-
spensione non per bombardare i giocatori per gli errori fatti, ma solamente
quando non riescono a reagire da soli in campo.
Nel secondo caso egli ritiene importante richiedere time – out solo nei casi in
cui si è in grado di trasmettere alla squadra un qualcosa che le permette di ri-
tornare in campo caricata psicologicamente e magari con qualche suggerimen-
to in più.
Nel terzo caso il coach è favorevole a richiedere time – out, però è necessario
che le disposizioni siano chiare e sintetiche; è opportuno quindi che i giocatori
conoscano bene il linguaggio tecnico.
Nel quarto caso si chiede “minuto” per reagire a questi cedimenti psicologici e,
se necessario, verrà inserito un giocatore di grande temperamento per far si che
la squadra abbia un nuovo stimolo.
Nel quinto ed ultimo caso, intervenendo sugli arbitri non si intende condizio-
narli negativamente, ma fare una scelta intelligente per la squadra, bloccare
cioè il gioco per suggerire alla stessa come comportarsi e permettere ai giudici
di gara un po’ di riposo e riflessione.
Durante il gioco, visto che non è possibile chiedere molti time – out si tende ad
intervenire comunicando in maniera gestuale e verbale: questo tipo di interven-
to accresce la figura del singolo e della squadra anche se può avere dei piccoli
punti negativi, quali la poca chiarezza nella comunicazione.
Durante il time – out si ha una situazione ottimale per effettuare delle correzio-
ni generalizzate.
Dopo la gara bisogna evitare l’ingresso degli estranei nello spogliatoio e qual-
siasi tipo di discussione (sarebbe opportuno trovarsi altrove).
La sconfitta non rappresenta un dramma se viene interpretata nella sua pienez-
za sia nello spogliatoio che nel dopo partita; il compito dell’allenatore sarà
quello di intervenire drastica, ma cercando di proporre nuovi stimoli, cercando
una situazione ottimale affinché il momento passi senza eccessivi danni.

115
Clinic Internazionale di Grado
Sales conclude dicendo che anche fuori campo il coach non può essere sempre
l’unico leader, perché si potrebbero verificare delle situazioni in cui la sua fi-
gura non è necessaria e quindi il gruppo, nonostante i suoi buoni rapporti con il
coach, sceglie autonomamente un altro leader fra i suoi componenti.

116
Clinic Internazionale di Grado

Attacco alla zona


di Riccardo Sales

I principi per un buon attacco alla zona sono:


− aiutare il giocatore ad avere un approccio psicologico positivo; è doveroso
far capire che la zona è una difesa che presenta numerosi punti deboli;
− occupare gli spazi vuoti lasciati dai difensori;
− saper che tutte le zone (2-3, 2-1-2, 1-3-1) con la palla in angolo hanno lo
steso schieramento difensivo (diagrammi n. 1 e n. 2);

− il lato debole della zona è veramente un lato debole; spesso si verifica che
sul lato debole c’è un solo difensore
(diagramma n. 3);
− usare le penetrazioni;
− creare situazioni di miss – match;
− adattare alla zona alcuni fondamen-
tali di uso comune. Esempio;
a. passaggio battuto (i difensori
hanno le mani alte);
b. passaggio lob;
c. passaggio, arresto e tiro;
d. passaggio in salto dopo penetra-
zione;
insegnare ai giocatori ad avere la giusta
posizione in campo per effettuare un buon tiro (diagramma n. 4);
insegnare una buona tecnica di rimbalzo offensivo e le posizioni da prendere
(diagramma n. 5);
disporre di uomini perimetrali negli spazi lasciati liberi dalla difesa (diagrammi
n. 6 e n. 7)

117
Clinic Internazionale di Grado

− disporre gli uomini alti negli spazi interni della zona (diagrammi n. 8 e n.9);

− disporre sempre un attaccante alle spalle della difesa costringendo la stessa


a problemi di “controllo” (diagramma n.10);
− usare i tagli dietro la seconda linea difensiva (diagramma n. 11)

118
Clinic Internazionale di Grado

insegnare agli uomini perimetrali quando e come penetrare, concetto di pro-


fondità della penetrazione (diagramma n. 12);
usare i tagli sul lato debole (diagrammi n. 13 e n. 14);
ricordare che quando la palla va su un lato la zona più debole è quella centrale
(diagramma n.15).

119
Clinic Internazionale di Grado
Usare i blocchi

Diagramma n. 16
1 passa a 2 e taglia forte uscendo sul lato debole dopo aver sfruttato il blocco
di 4.
2 passa a 1 con uno skip pass.

Diagramma n. 17
5 blocca per 1 e fa pick and roll; 1 se chiuso da X2, scarica a 2.

Digramma n. 18
3 blocca per 1 e si apre in posizione centrale. Possibilità di tiro per 1 e 3 (leg-
gere la difesa).

Diagramma n. 19
I blocchi possono essere usati per favorire l’uomo senza palla. Con palla va da
1 a 2, il giocatore 3 blocca il difensore X2. 1 scala sul lato debole.

120
Clinic Internazionale di Grado
Contro la difesa 1-3-1 (diagramma n.
20)
1 si sposta in palleggio a sx; poiché c’è
un adeguamento della difesa, 4 sale e
blocca cieco X2. 2 sfrutta il blocco e va
in angolo per ricevere con uno skip
pass da 1.

La zona vuole evitare i miss – match,


nascondere i giocatori più deboli in di-
fesa, preservarne altri da falli; è perciò
compito dell’attacco operare con obiettivi opposti. Mandare l’attaccante più
forte contro il difensore più debole, un lungo contro un piccolo, un attaccante
veloce contro un difensore lento.

Diagramma n. 21
Mettere un lungo in lunetta; se è un buon passatore ed un discreto tiratore crea
molti problemi alla difesa perché può servire velocemente i compagni ed è dif-
ficile ostacolargli il tiro.

Diagramma n. 22
Mettere un giocatore con una buona penetrazione in angolo crea seri problemi
alla difesa a zona in quanto dopo la penetrazione può scaricare la palla a 4 o a
5.

121
Clinic Internazionale di Grado
Bisogna insegnare ai giocatori, soprattutto ai lunghi a collaborare movendosi
nei tempi e negli spazi giusti, con o senza palla, osservando alcune regole (dia-
grammi n. 23 e n. 24)
Palla a 5, taglio flash di 4.
Palla a 4, taglio dentro di 5.

Con palla in post alto, 5 deve provare subito un taglio back door e 4 deve usare
un lob passa per servirlo. La scelta del passaggio sarà fondamentale: fuori dalla
linea della difesa.

Regole per i lunghi.

1) Mai usare il palleggio spalle a canestro;


2) tenere la palla alta perché in piccoli sono veloci a rubare i palloni;
3) ricevuta la palla spalle a canestro, eseguire un giro dorsale in allontanamen-
to dal canestro per guardare il lato
debole.
A tale proposito coach Sales sottolinea
quanto detto da coach Newton q propo-
sito del tiro da 3 punti; il passaggio più
efficace per il tiratore è da dentro a
fuori l’area (diagramma n. 25).

Altro aspetto importante è il rispetto


del tempo d’esecuzione e dei movi-
menti e dei passaggi. Per esempio, se si
vuole mandare 1 a tirare dall’angolo, 2
dopo aver ricevuto la palla deve pene-
trare e servire subito 3, in modo che quando la palla arriva a 1 la difesa sia sbi-
lanciata (diagramma n. 26).

122
Clinic Internazionale di Grado
Sales dice che l’uso delle finte di tiro e di passaggio è determinante per una
buona circolazione della palla e per cercare di indurre la difesa in errore.
Per esempio, contro uno schieramento 2-3, prima di passare la palla ad un e-
sterno, fintare un passaggio dentro in modo che i difensori, reagendo con un
movimento verso l’interno, allentino un po’ la pressione sui due giocatori e-
sterni (diagramma n. 27)

Discorso analogo per servire un lungo


in post basso. 1 per allentare il flottag-
gio della difesa su 5 finta un passaggio
a 3, in modo da costringere X3 ad usci-
re in angolo lasciando 1c1 il post bassa
5 (diagramma n. 28).

Continuando nell’analisi dei punti de-


boli delle difese a zona coach Sales di-
ce che è molto importante mandare
sempre tre giocatori al rimbalzo quanto:
- la difesa è debole nel tagliafuori;
- si possono fare più tiri da sotto ad alta percentuale di realizzazione miglio-
rando così la percentuale di squadre;
- si evita, in parte di subire il contro-
piede avversario.
Il rimbalzo offensivo contro la difesa a
zona deve essere bene organizzato,
dando si singoli giocatori compiti ben
precisi per costruire un buon triangolo
di rimbalzo. Per esempio, sul tiro di 3,
4 va sul lato debole, 5 va nel centro
dell’area, 3 segue il tiro e sta sul lato
forte (diagramma n. 29).

123
Clinic Internazionale di Grado

Passing game
di Tonino Zorzi

Coach Zorzi sostiene che il passing game è un gioco basato essenzialmente sui
fondamentali, che con esso sono esaltati e valorizzati in quanto è notevole la
libertà decisionale, concessa ai giocatori.
Questo non vuole significare l’inesistenza di regole dettate dal coach, ma che
sono i giocatori a dover scegliere le soluzioni più opportune da adottare in re-
lazione alla difesa.
È un gioco di passaggi, non solo perimetrali, che richiede una continua speri-
mentazione e, come già detto, esalta le caratteristiche tecniche individuali dei
giocatori migliorandole.
I vantaggi del passing game sono:
migliora i fondamentali;
insegna a leggere la difesa;
è poco scrutinabile;
responsabilizza i giocatori;
è allenabile per la difesa;
si può entrare nel passing game direttamente dal contropiede.

Coach Zorzi riconosce al passing game, alcuni svantaggi:


- non va bene se il coach vuole il pieno controllo sulla squadra;
- possibile non copertura del contropiede avversario;
- possibile mancanza di rimbalzi offensivi, vista la rotazione dei giocatori.

Zorzi riconosce inoltre alcuni elementi importanti per la costruzione di questo


gioco:
- tutti devono saper giocare vicino a canestro;
- i lunghi devono sapersi muovere lontano da canestro e passare bene la pal-
la;
- ribaltare la palla;
- uso del dai e vai;
- uso del back door;
- uno degli incroci;
- uso del piock and roll;
- blocchi ciechi a favore dei giocatori che si allontanano dalla palla;
- blocchi verticali per i giocatori che dalla linea di fondo salgono verso la
palla.

Schieramento di base.
1. Play
2. guardia tiratrice

124
Clinic Internazionale di Grado
3. ala piccola
4. ala grande
5. centro
6. (diagramma n. 1)

- ribaltare la palla
- uso del dai e vai (diagramma n. 2)

Uso del back door

5 si porta in post basso concedendo a 3 lo spazio per il back door (diagramma


n. 3)
I opzione
Gioco sponda per il passaggio di 3 a 5 (diagramma n. 4)

II opzione
Gioco sponda per il passaggio di 5 per 3 (diagramma n. 5)

125
Clinic Internazionale di Grado
Nota: 1 dopo aver passato al post alto deve spostarsi sul lato palla (diagramma
n. 6)

III opzione
Uso dei blocchi (diagramma n. 7)

Sfruttare il back door sul lato debole (diagramma n. 8)

Back door da situazione di blocco.


Sponda di 2 per 4 che fa pick and roll
dentro l’area, oppure 1c1 di 2. (dia-
gramma n. 9)

126
Clinic Internazionale di Grado
Situazioni con palla al post basso.
Con palla al post basso, se X3 è molto
aggressivo 3 taglia verso canestro (dia-
gramma n. 10)

I opzione
Palla al post basso e blocco in angolo.
(diagramma n.11).

II opzione
3 passa a 5 e blocca per 4 in post alto. 4
taglia a canestro e 3 ritorna nella posi-
zione di partenza (diagramma n. 12)

In giochi nascono sempre dalle situazioni, cioè da come si comporta la difesa.

Regole per palleggio

In caso di blocco esterno, il bloccante


finta un taglio interno e ritorna fuori. Il
bloccante spesso è il migliore tiratore;
in tal modo se la difesa raddoppia sul
palleggiatore questo può scaricare fuori
per un buon tiro (diagramma n. 13)

Se il blocco è eseguito verso l’interno


c’è sempre pick and roll. (diagramma
n. 14).

Le due situazioni appena descritte sono


relative ad un comportamento ottimale

127
Clinic Internazionale di Grado
della difesa; se la difesa concede van-
taggi particolari gli attaccanti devono
saperne approfittare.

Movimenti sulle penetrazioni

1 penetra lungo la linea di fondo, X5


aiuta sulla penetrazione, 5 taglia in
mezzo per crearsi una buona linea di
passaggio mentre 2 occupa la zona del-
la linea di fondo.
Il gomito di tiro libero deve essere sempre occupato. Colui che penetra deve
sempre avare due o tre linee di passaggio per scaricare la palla.
Il centro 5 deve essere molto attento perché se riesce a ricevere molti palloni in
situazioni di penetrazione, scoraggia gi aiuti difensivi. (diagramma n. 15).
Se la penetrazione avviene sul centro, è necessario occupare le zone ombreg-
giate del diagramma n. 16.

A questo punto, dopo aver analizzato le possibilità di giochi a due e a tre, co-
ach Zorzi passa la 4c4, utile perché rispetto al 5c5 ci sono più spazi, i giochi
riescono meglio e i giocatori acquistano fiducia in se stessi e nel passing game.

Passaggio guardia – ala

1 passa a 3, esegue un passo verso la palla e, con un rapido cambio di direzione


taglia a canestro (diagramma n. 17).

Opzione.
In alternativa al taglio a canestro 1 può portarsi sul gomito di tiro libero per un
buon tiro (diagramma n. 18)

128
Clinic Internazionale di Grado

Passaggio guardia - guardia

Se 3 viene anticipato, 4 blocca per 2.


1 passa a 2 e subito 3 taglia deciso a canestro per ricevere, mentre 1 esegue un
dai e vai ed esce sul lato debole (diagramma n. 19).
4 dopo aver bloccato per 2 blocca anche per 3.
2 passa a 3 e riceve un blocco da 1. (diagramma n. 20)

Passaggio guardia – ala

1 passa a 3 e taglia sul blocco di 4 in


post alto, mentre 2 esce in angolo sul
lato della palla (per fare da sponda per
il passaggio al post basso 5, quando si
gioca 5c5).
4 dopo aver bloccato per 1, può tagliare
dentro o allargarsi. (diagramma n. 21)

129
Clinic Internazionale di Grado
Con palla a 4, 3 blocca basso per 2. Se 4 ribalta a 1 sul lato debole, 3, taglia
forte in post basso sul lato palla. (diagramma n. 22)

Sul ribaltamento 2 blocca per 4. Regola: chi blocca riceve un blocco. (digram-
ma n. 23)

5c5

Soluzione dai e segui


1 passa a 3 ed esegue un dai e segui movendosi verso canestro per poi saltare
verso la palla; 5 si porta in post alto (sul gomito); 4 scende in post basso e 2 si
alza sul lato debole. (diagramma n.24)

3 consegna a 1 e taglia sul blocco di 5. Il passaggio di 1 per 3 è possibile in


quanto il difensore X2 è impegnato sul tiratore 2. (diagramma n.25)

Se 3 non riceve, 5 porta un blocco per 1 e sulla penetrazione di questi fa pick


and roll. Contemporaneamente 2 blocca bassa per 3.

130
Clinic Internazionale di Grado
1 può passare a 5 sul pick and roll, a 3, o a 2 che dopo aver bloccato si apre
verso la palla. (diagramma n. 26)

Se 2 è molto anticipato, sul dai e segui di partenza fra 1 e 3, e 2 taglia in post


basso sul lato della palla, mentre 4 rimane sul lato debole. (diagramma n. 27)

Sulla continuità, 4 blocca basso per 3,


mentre 5, dopo il pick and roll, blocca
per 2 che si alza in ala (diagramma n.
28)

Movimento in palleggio

Se 1 si porta in posizione di ala in pal-


leggio, 3 si muove verso la linea di
fondo ed esce forte a rimpiazzare la po-
sizione di partenza di 1. 5 deve lottare
per prendere la posizione di post basso
davanti al difensore. 1 può passare a 5 oppure a 3 il quale può servire 2 o 4 o
fare da sponda per 5. (digrammi n. 29 e n. 30)

131
Clinic Internazionale di Grado
Come già visto nei diagrammi n.10 e n. 12, 1 dopo il passaggio al post basso
può tagliare a canestro o bloccare per il post alto (split). (diagramma n.31)

Se 1 si sposta in palleggio verso sinistra riceve un blocco da 4 sul gomito della


lunetta. Dopo il blocco si 4 si alza, 2 taglia sul lato debole, 5 taglia in post bas-
so sul lato palla e 3 scende nell’angolo sul lato debole. (diagramma n. 32)
Questa soluzione permette a 1 di giocare 1c1 e quindi 2 taglia verso il lato de-
bole per lasciare spazio a 1.

Il lavoro di 5 è molto semplice. Quando gioca sul lato della palla deve lavorare
forte per prendere una buona posizione in post basso e ricevere palla. Spesso è
necessario portare un giocatore nell’angolo per chiudere il triangolo di passag-
gio per 5. (diagramma n.33)

Sul ribaltamento di palla invece, 5 deve buttarsi in mezzo all’area per ricevere.
Esempio:
1 passa a 3 e 4 blocca per 1. Sul passaggio di ritorno a 4, 5 deve tagliare per ri-
cevere dentro l’area. (diagramma n. 34)

132
Clinic Internazionale di Grado
Nel caso in cui 1 decide di giocare dai e vai può ricevere un passaggio di ritor-
no sul gomito di tiro libero, oppure sotto canestro. Se non avviene nessuna di
queste possibilità, 1 esce sul lato debole, 3 passa a 4 che ribalta su 1, mentre 2
taglia sul fondo, 5 si tuffa dentro l’area e 3 blocca basso sul taglio di 2 ed esce
sul lato della palla. (diagrammi n. 35 e n. 36)

Coach Zorzi conclude spiegando che è molto importante insegnare bene a pas-
sare la palla in situazioni d’aiuti difensivi, perché di solito sono due difensori
ad ostacolare i passaggi e scusandosi perché il poco tempo a sua disposizione,
non ha permesso di sviluppare completamente l’argomento.

133
Clinic Internazionale di Grado

Relazione arbitrale su situazioni di gioco


di David Turner

Signore e signori buon giorno. Ringrazio il signor Presidente per le gentili pa-
role di benvenuto. È per me un gran piacere essere qui con voi, proprio perché
ritengo che uno scambio di idee fra gli allenatori e gli ufficiali – per ufficiali
intendo gli arbitri – sia di vitale importanza.
Quest’anno, si sono svolti i clinic per arbitri a Sofia, Dortmund, ai quali hanno
partecipato degli allenatori famosi come il Prof. Nicolich, Alexander Gmelski
e due allenatori più giovani che lavorano in Germania, Tony di Leo e Jim
Kelly, i quali hanno avito la possibilità di parlare ai nostri arbitri internazionali.
Devo proprio dire che questo scambio di idee ha ottenuto un largo consenso ed
è stato molto, molto positivo.
Sostanzialmente, noi abbiamo bisogno gli uni degli altri. Se domani ci fosse
una pubblicità nel giornale o se ci fosse un poster che dicesse: gli arbitri di
domani saranno Minini o Rigas – quanti spettatori verrebbero? Zero. E ancora,
se domani noi dicessimo, come la pubblicità: gli allenatori saranno Peterson e
Gamba – quanta gente verrebbe? Lo stesso. Ma se dicessimo: domani ci sarà
una partita fra Italia e Yogoslavia o una partita fra la massima Università ame-
ricana ed una squadra Sovietica, allora, vi garantisco che il numero degli spet-
tatori sarà sicuramente maggiore.
In altre parole, noi dobbiamo essere consapevoli delle nostre responsabilità du-
rante una partita. La partita è soprattutto per i giocatori, ma allo stesso tempo
gli allenatori e gli arbitri sono i direttori dell’orchestra. Qualche volta la musica
che i giocatori suonano in campo è stonata, ed io credo che tutti abbiano la re-
sponsabilità di cercare di lavorare insieme.
Capisco perfettamente il ruolo dell’allenatore e la pressione alla quale siete sot-
toposti e che durante il gioco volete cercare di trarre il massimo vantaggio.
Questo è normale, infatti voi siete pagati per fare ciò e se non lo faceste, come
è stato spiegato stamattina, il vostro contratto durerebbe molto poco. In quanto
allenatori, voi cercherete di trarre il maggior vantaggio possibile. Quello che vi
chiedo è che, dopo la partita quando il vostro umore è più alto e siete affrontati
dai giornalisti, pensiate due volete prima di criticare gli arbitri. Non vi chiedo
di uscire e dire che è stato fatto un lavoro meraviglioso, dal momento che gli
arbitri non hanno diritto di rispondere.
Quante volte, negli ultimi anni, abbiamo visto gli arbitri criticare apertamente
gli allenatori? Quando le cose non vanno bene voi vi trovate di fronte ai media
che vi pongono delle domande tipo: perché avete perso? Io vi chiedo di trovare
delle altre ragioni per giustificare la sconfitta, prima di parlare degli arbitri.
Oggi, non voglio parlare di come vi dovete comportare dopo il gioco. Anzi,
preferirei mostravi del materiale che presenteremo ai vostri arbitri durante il
clinic.

134
Clinic Internazionale di Grado
Per la preparazione degli arbitri, abbiamo scoperto la grand’utilità del videore-
gistratore. In questo modo si avrà un impatto maggiore su tutte le cose che di-
remo. Io preferirei dividere questa sessione in due parti: nella prima parte, vor-
rei considerare molto brevemente alcuni problemi pratici che glia arbitri si tro-
vano ad affrontare e poi vorrei spiegare che cosa glia arbitri dovrebbero ricer-
care e come, nella seconda parte, che è il punto centrale della mia relazione,
vorrei mostrarvi un filmato che risale ai Campionati Europei, che come scopo
primario, tratta dell’insegnamento degli arbitri, ma allo steso tempo, vi spie-
gherà molti dei problemi che si sono verificati durante gli ultimi Campionati
Europei che si sono svolti ad Atene.
La ragione per la quale voglio parlare dei problemi è che ritengo ci sia un ma-
linteso. Non è il mio lavoro quello di venirvi a dire quali sono le regole, piutto-
sto, il mio lavoro è di mostravi alcune situazioni e di vedere in che modo la
gente neutrale, gli arbitri vedono tali situazioni. Il ruolo dall’arbitro, qualche
volta, si può identificare con quello dello sceriffo di frontiera e cioè, non di-
cendo che gli allenatori e i giocatori sono tutti dei fuorilegge, ma qualche volta,
quando l’arbitro è girato, voi non sapete cosa sta succedendo. Se volete che i
vostri arbitri rappresentino la legge e l’ordine dovete mantenere un certo grado
di rispetto durante la partita. È necessario sottolineare che vi sono alcune diffi-
coltà relative alle regole. Vi sono alcune norme che io non approvo e durante
questo mese, in una riunione che si terrà a Zagabria, la Commissione Tecnica
svolgerà un primo esame delle norme esistenti e con l’aiuto dell’Associazione
Mondiale degli Allenatori di Pallacanestro cercheremo, entro il 1990, di rifor-
mare in modo migliore le norme.
Ciò che è interessante notare che negli ultimi due anni, il gioco ha subito un
cambiamento notevole. A livello internazionale, il nostro gioco si è fatto più
fisico di quanto lo fosse prima e ciò che vi potrebbe sorprendere è che sebbene
vi siano delle differenze di regole, come nella N.C.A.A., nella N.B.A. e nella
F.I.B.A., le regole fondamentali relative al contatto, sono uguali per le tre as-
sociazioni.
Ancora più interessante è notare che le regole di contatto, relative ad un gioco
internazionale sono sempre le stesse da circa 10 o 20 anni, mentre da un punto
di vista pratico, a causa dell’influenza proveniente dalla costa atlantica e dalla
disponibilità di materiale televisivo o di video, o dal fatto che un numero mag-
giore di allenatori si recano negli Stati Uniti, il nostro gioco ha subito un cam-
biamento.
Le regole di contatto sono sempre le stesse. Noi invece, vogliamo che i nostri
arbitri le chiamino in modo diverso e questo a causa della pressione che i gior-
nalisti, gli allenatori ed i presidenti dei club imprimono sui nostri ufficiali.
Io vorrei mostrarvi nell’introduzione una parte relativa alle situazioni di contat-
to così come vengono presentate ai vostri arbitri e nella prima parte, ho inten-
zione di mostrarvi del materiale americano, perché ritengo che si possano chia-
rire molti dei problemi. (Proiezione Film).
Questi sono alcuni dei problemi. Ancora una volta vediamo che in una partita
di questo anno, del mese di aprile, fra Milwaukee e Philadelphia vi sono dei

135
Clinic Internazionale di Grado
problemi relativi al contatto. È legale questo gioco? Potete vedere dal replay
che Eving entra in contatto solo con la palla, ma spesso, questo gioco viene de-
finito in modo errato dai nostri arbitri. Qui vediamo Barkley che salta in aria ed
ha luogo un contatto e persino l’arbitro chiama il fallo. Noi dobbiamo fare in
modo che i n ostri arbitri vedano il giocatore della difesa. Qui vedete la difesa
saltare in aria.
Il problema relativo ai nostri arbitri è quello di concentrasi sul giocatore della
difesa. Se la difesa è legale non esiste fallo da parte dell’avversario in caso di
contatto. In questo gioco, nel quale usiamo un’introduzione di base, si presen-
tano molti altri problemi.
In questa azione di rimbalzo osserviamo il salto chiaro e corretto di Hinsen che
capisce la palla verso il canestro. Ma prima di tutto, osservateli prima e guarda-
ta la piccola spinta di Robinson. Questa parte del rimbalzo è perfettamente cor-
retta. Lo rivediamo ancora, osservate la spinta di 4, prima che il 23 salti in are-
a. Ancora se osserviamo il giocatore della difesa, noi cercheremo di usare il
criterio per stabilire che, se fosse corretta, prenderebbe la decisione più velo-
cemente. Il giocatore della difesa si deve trovare in posizione prima che il gio-
catore lasci il terreno. Come ben sapete non tutte le situazioni di contatto sono
dei falli. Il gioco come abbiamo già detto, sta diventando fisico. Guardiamo ora
alcune situazioni di gioco di post.
Potete osservare, con questo tipo di gioco, che vi sono delle azioni di spinta e
che vi sono i giocatori più piccoli che durante il gioco, giocano da post per po-
co tempo. I nostri arbitri no si dovrebbero basare sul sistema di quando si effet-
tuano delle spinte, ma devono vedere se al giocatore è impedito di mettersi in
una nuova posizione sul campo.
E per quanto riguarda il gioco di post e di blocco. Prima di tutto, abbiamo dei
falli di difesa fondamentali, il 23 Hinsen mentre prende la palla è riuscito a li-
berarsi con la sua testa e le spalle rivolte verso l’avversario. Tuttavia, la que-
stione del velo e del passaggio della palla sta diventando ancora più complessa.
I nostri arbitri molto francamente, si sentono colpevoli di osservare il gioco
con la palla, e voi, che siete dei buoni allenatori, avete già osservato delle simi-
li situazioni nel limite dell’area. Osserviamo ancora. Mancano 17 secondi e,
proprio, lì, vedete un blocco illecito, e signore e signori, le nostre azioni di
blocco in Europa stanno diventando sempre più fisiche, ogni anno che passa. E
voi vi rendete conto che questo non è corretto.
Qui abbiamo un gioco interessante, è la fine del tempo regolamentare, manca-
no 6 secondi. Ora prima del salto vi sono due punti di differenza, il contatto
che abbiamo appena visto, tra i due giocatori sul margine del cerchio, da un
punto di vista tecnico, verrebbe definito un fallo intenzionale, perché
l’orologio è fermo. Ma quanti di voi pensano che l’arbitro riconosca tale fallo?
Osservata attentamente Toney, il numero 22 ed il modo in cui spinge
l’avversario. Ancora, quanti di voi stavate osservando la palla e quanti hanno
visto il gioco che si stava effettuando lontano dalla palla, proprio lì?
I problemi fondamentali, lo sfondamento ed il blocco. Era ancora in piedi, fer-
mo il giocatore della difesa quando l’avversario ha lascito il terreno? Osservate

136
Clinic Internazionale di Grado
ancora. In questo momento sta lasciando il terreno e la difesa si trova chiara-
mente in una posizione corretta.
Vi sono ancora dei problemi per gli arbitri. Se i nostri arbitri arbitrassero la di-
fesa, credo che prenderebbero delle decisioni migliori. Vi è stato del contatto
fra i tre difensori sulla linea? Questo è un problema pratico per il quale si do-
vrebbe prendere una decisione senza il replay.
Tutte le situazioni che stiamo osservando provengono da una singola partita.
Sfondamento o fallo del difensore? Questi sono dei problemi che, probabil-
mente, solo ora abbiamo osservato da un altro punto di vista? Spero che sia
piuttosto chiaro, ma la difesa era corretta. L’unico movimento dei piedi era all’
dietro. Osserviamo ancora. Guardate il piede della difesa, egli si muove
all’indietro, ma il punto di contatto è con il ginocchio sul torace, un fallo di
sfondamento. Nella partita di Seattle di alcuni anni fa, fra Georgetown e Hu-
ston, si trattava di uno sfondamento o di un blocco?
Il prossimo problema riguarda l’angolo. È molto difficile esprimere un giudi-
zio. Potete osservare un chiaro caso di sfondamento. La maggior parte delle si-
tuazioni sono di contenuto americano e molti di voi potrebbero dire “ma non è
il n ostro gioco, il gioco in Europa, il gioco a livello internazionale è diverso”.
Come tutti sapete, sono appena finiti due settimane fa, ad Atene, i Campionati
Europei. Alcuni di noi sono stati molto impegnati da allora e così abbiamo riu-
nito insieme questa presentazione sui Campionati Europei.
È un commentatore professionista e vi è della musica e qualche intrattenimen-
to. Sarà un lavoro più facile per i traduttori perché non sono io che vi parlo e
noi ascolteremo e guarderemo. Godetevi il vostro basket 1987! (commento
film) Atene, una città dove hanno avuto luogo moltissime manifestazioni spor-
tive di natura storica, sia nell’antica arena Olimpica che nel bellissimo, nuovo
stadio della Pace e dell’Amicizia del Pireo. Molte partite di pallacanestro han-
no già portato ad un record di spettatori. Durante le prime due settimane di
giugno 1987, era in palio il Trofeo di Campionato Europeo per squadre nazio-
nali maschili, poiché le autorità F.I.B.A., compreso il Presidente Robert Bu-
snell ed il Segretario Generale, Borislav Stankovic, ancora una volta erano pre-
senti ad Atene.
I fans erano al completo. Essi hanno cantato, applaudito ed incoraggiato le loro
squadre, ma non sempre. Il compito dell’arbitro non è mai facile, specialmente
quando 16.000 esperti sono in disaccordo. Qualche volta la pace e l’amicizia
vengono dimenticate, specialmente quando i fans e persino i giocatori mostra-
no il loro malcontento per gli arbitri. Ma il nostro scopo qui, nella preparazione
di questa registrazione, è di osservare gli ufficiali e le decisioni che prendono
per cercare di migliorare lo standard di lavoro degli stessi arbitri in tutto il
mondo.
Le situazioni di contatto personale costituiscono il problema più importante per
gli arbitri di oggi. Anche assumendo posizione e delle ottime condizioni fisi-
che, le cose avvengono molto rapidamente. L’arbitro deve avere dei buoni ri-
flessi e deve capire perfettamente le regole più complesse. Con la velocità e le
dimensioni dei giocatori di oggi, le situazioni di contatto avvengono frequen-

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temente. Non tutte sono dei falli. Noi analizzeremo alcuni giochi per cercare di
aiutare gli arbitri a prendere delle decisioni corrette. Nella prima sequenza os-
serviamo i falli che coinvolgono il giocatore con la palla, lo sfondamento, il
principio di verticalità ed il rimbalzo, prima di esaminare dettagliamene le
situazioni di contatto che si verificano lontano dalla palla: il blocco, il post
play ed i falli intenzionali.
• Nel primo esempio dopo il rimbalzo si fa una mischia per la palla ed alla
fine il 5 blue prende il controllo e sfonda sul 6. Al replay possiamo osserva-
re che il miglior giocatore bianco 6 tiene la posizione di guardia corretta di
fronte all’avversario in possesso di palla. Per definire questo gioco in modo
corretto, è importante vedere il punto di contatto, dove la spalla del blue 5
si sposta verso il torace o il tronco del 6 bianco. Fallo di fondamento.
• Nella situazione successiva, il 4 bianco palleggia con la palla fino al cam-
po. Il giocatore della difesa 6 blue tiene la corretta posizione di guardia con
entrambi i piedi sul parquet di fronte all’avversario. Il giocatore che ha il
controllo della palla dovrebbe essere guardato e in questo caso l’arbitro ha
la responsabilità di osservare il gioco sulla palla ed è corretto chiamare
sfondamento e il fallo del 4 bianco.
• Questa volta vediamo un chiaro esempio di un fallo commesso da un difen-
sore. Il 12 bianco, palleggia verso sinistra. Il 6 blue si muove troppo tardi a
causa il contatto. Osservate attentamente al replay il 6 blue che tiene una
posizione di guardia corretta, quindi, la divisione dell’arbitro di chiamare il
fallo era corretta.
Nel prossimo gioco, osserviamo uno dei momenti più difficili che arbitro deve
giudicare e cioè lo sfondamento. Il numero 5 bianco si muove e c’è un con-
tatto. Contro di chi si dovrebbe chiamare il fallo? Per considerare in modo
corretto questo gioco, si deve concentrare l’attenzione sul difensore numero
5 bianco. Da quest’angolo è difficile vedere il punto di contatto, il ginoc-
chio esteso o il torace del 5 bianco. Anche se il 5 è in una posizione di
guardia corretta, si muove chiaramente in avanti e lateralmente verso il gio-
catore che palleggia. Fallo di difesa.
• Questa volta il giocatore che ha la maglia nera, il numero 15, riceve la palla
e si dirige verso il canestro. Il numero 8 bianco tiene una posizione di guar-
dia corretta. Qui è chiaro che il numero 8 bianco si pone in una posizione di
difesa prima che i piedi del numero 15 nero lasciano il pavimento. Si po-
trebbe ignorare il piccolo movimento 8 poiché si stava solamente proteg-
gendo da eventuali colpi. Fallo di sfondamento.
• Nella prossima situazione vediamo che il 4 bianco si dirige verso il cane-
stro per tirare. Mentre egli si trova nell’area, il difensore 5 blue commette
un fallo per uso scorretto delle mani. Notate la posizione eccellente
dell’arbitro: si tratta di un fallo da parte del difensore.due tiri liberi del 4
bianco. Il blue numero 10 si dirige verso il canestro per tirare. Si stabilisce
un contatto con il difensore. Al replay, osserviamo che sebbene il difensore
bianco fosse in posizione di guardia corretta, egli si muoveva lateralmente
verso il 10 blue. Fallo difensivo, due tiri liberi.
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Un’altra situazione di contatto che coinvolge il tiratore
Qui il numero 15 bianco si muove verso il canestro, il numero 4 blue assume
una posizione di difesa dietro il 15 bianco che si trova in area. Il difensore
effettua un fallo di sfondamento che viene segnalato dal giudice.
La prossima situazione è molta chiara.
Il numero 4 bianco sta per effettuare un tiro in sospensione. Mentre si trova in
aria il difensore blue numero 5 si muove creando un contatto con il tiratore.
Fallo di difesa. Al replay osservate i piedi del 5 blue: essi si muovono pro-
prio dove il numero 4 è in aria. Il secondo replay mostra un angolo diverso.
Ancora una volta concentratevi sui piedi del difensore: quando il numero 4
bianco si trova ancora in aria, il numero 5 blue si muove lateralmente as-
sumendo una nuova posizione. Fallo da parte della difesa.
Questa volta vediamo una situazione diversa che riguarda il post play.
Quando il 9 rosso riceve la palla e si trova con il canestro alla spalle, si gira e
sfonda verso l’avversario numero 12 bianco. Notate al replay la posizione
di guardia del 12 bianco e del suo compagno di squadra.
Il gioco finale di questa sequenza è complesso. La chiave, tuttavia, consiste nel
giudicare la difesa.
Il numero 13 bianco salta in aria e il numero 4 blue si alza per tirare con la ma-
no destra. Ma osservate l’altra mano: con essa spinge l’avversario. Fallo
sull’avversario del numero 4 blue.
Tutti i giocatori hanno il diritto di spaziare nell’aria propria sopra di loro, pur-
ché rispettino il principio della verticalità. Quindi è possibile che si verifichi
del contatto senza che si chiami fallo, ma appena il giocatore si allontana dalla
posizione verticale ed effettua un contatto egli è responsabile del fallo che deve
essere chiamato.
Per mantenere una posizione corretta, le braccia si devono trovare perfettamen-
te diritte in aria formando un cilindro con il corpo.
Qui il numero 11 bianco salta in aria, ma al secondo tiro il suo braccio si
muove e crea un contatto col il tiratore. Si tratta di un fallo dell’11 bianco.
Nel gioco successivo, il numero 10 bianco inizia a dirigersi verso il canestro. Il
numero 11 roso salta per bloccare il tiro. Da un altro angolo, osserviamo
che l’11 rosso si trova in posizione corretta in attesa dell’avversario e poi
salta in aria, come si vede dalla linea d’oro, rispettando il principio di verti-
calità. Gioco corretto, non si chiama il fallo.
Qui, i due avversari nella post area bassa cercano di stabilire una posizione. Il
numero 6 blue riceve la palla e si gira a tirare. Osservate al replay quando il
tiratore lascia il parquet, la posizione corretta del giudice che sta control-
lando il gioco nella difesa numero 13 bianco. Anche se c’è un minimo con-
tatto, il giudice non chiama il fallo.
Qui è coinvolto lo stesso giocatore. Questa volta il numero 6 blue salta per tira-
re ed il numero 13 bianco è in attesa per bloccare il tiro. Dopo che il nume-
ro 6 blue si ferma, il giocatore della difesa bianco numero 13 salta in aria
rispettando il principio della verticalità. Se fosse stato chiamato fallo, sa-

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rebbe stato contro l’avversario che aveva effettuato un salto per tirare. Gio-
co corretto, il fallo non viene chiamato.
Alla fine del gioco, il numero 10 blue si dirige verso il canestro per tiare. Il
giocatore della difesa bianco salta per cercare di bloccare il tiro. Egli non
rispetta il principio della verticalità e quindi è giusto che ilo giudice chiami
fallo del difensore e conceda due tiri liberi.
Nella situazione di rimbalzo, le situazioni di contatto con il corpo avvengono
frequentemente, poiché i giocatori di entrambe le squadre lottano per raggiun-
gere la palla. Prima di chiamare il fallo il giudice deve prendere in considera-
zione la posizione relativa di tutti i giocatori rispetto alla palla. Un giocatore
che effettua un salto da posizione non favorevole avendo un avversario di fron-
te e causa un contatto, mettendo in svantaggio l’avversario, dovrebbe essere
fermato per fallo.
• Nel primo gioco, il numero 13 blue mediante uno sforzo e determinazione
salta in aria e forza la palla nel canestro. Egli non ha provocato del contatto
con l’avversario quindi il gioco è corretto e vengono assegnati due punti.
Osserviamo ancora: il 13 blue, è vicino alla linea di tiro libero quando vie-
ne effettuato il tiro. Egli si concentra sulla palla, salta in aria e fa in modo
di mandare la palla nel canestro.
• Questa volta il giocatore bianco tira al canestro e sul rimbalzo il numero 14
blue spinge l’avversario. Osservando attentamente il 14 blue al replay; ogni
volta che viene effettuato un tiro, noi vogliamo che l’arbitro sia più attento
nelle situazioni di rimbalzo, osservando i giocatori che cercano di stabilire
una posizione. Qui la palla rimbalza dall’anello ed il numero 14 blue salta
in aria avendo un avversario proprio di fronte, provocando così, una situa-
zione di contatto. L’arbitro chiama il fallo.
• Nella situazione finale dopo il tiro effettuato dal giocatore il numero 14
rosso si muove dietro l’avversario. Egli è chiaramente responsabile del con-
tatto e viene chiamato il fallo. Notare l’eccellente posizione dell’arbitro du-
rante il gioco.
Proprio come i tifosi, qualche volta anche gli arbitri, si concentrano sulla palla
e sul gioco spettacolare. Dal monumento che un numero sempre maggiore di
situazioni di attacco complesse riguardano il blocco ed il gioco senza palla, è
assolutamente importante che tutti i giudici si concentrino…
Spero che siate soddisfatti della mia relazione e sarò felice di rispondere a
qualsiasi vostra domanda nel pomeriggio. Grazie!

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