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Indice
Biografia
Il divino e la ragione
Le quattro nature Giovanni Scoto Eriùgena
La libertà umana
Opere
Note
Bibliografia
Traduzioni italiane
Studi
Voci correlate
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Biografia
Le sue origini irlandesi si possono dedurre dal suo stesso nome, infatti egli è scoto, ovvero abitante della Scotia Maior, nome
dell'Irlanda all'epoca; inoltre, nei manoscritti egli si firmava Eriugena, cioè nato (gena) in Irlanda (Eriu). Nell'843 si trasferì in
Francia per dirigere la Schola Palatina di Carlo il Calvo; questi gli affidò anche il compito di tradurre dal greco il Corpus
Areopagiticum di Dionigi l'Areopagita, che Scoto studiò e commentò in latino, avvicinandosi al Neoplatonismo. Fu studioso e
traduttore anche degli scritti di Origene e dei Padri di Cappadocia, tra cui San Basilio Magno, San Massimo il Confessore e San
Gregorio di Nissa.
La sua filosofia si mantiene sulla linea di Sant'Agostino riguardo al Platonismo e alla teologia negativa. Senza dubbio, Eriugena
volle spiegare la realtà mediante un sistema razionale e unitario che contraddiceva il dualismo della religione — secondo il quale
Dio e mondo sono due realtà differenti — e i dogmi relativi alla creazione e alla volontà divina.
Per Scoto ragione e fede sono fonti valide di vera conoscenza, per questo non possono essere in contraddizione; però se così
avvenisse, è la ragione che deve prevalere. Questa affermazione, assieme alla prospettiva di tendenza panenteistica che egli
sostenne nel De divisione naturae, gli valsero il sospetto di eresia. Sulla sua morte circolarono diverse storie leggendarie o
perfino favolose, una delle quali racconta che dopo la morte del suo protettore Carlo il Calvo, si rifugiò in Inghilterra, presso il re
Alfredo il Grande, dove venne assassinato da alcuni monaci che lo consideravano un eretico a colpi di penne; sebbene questa
storia sia la più pittoresca, non è la più credibile.
Sia per le incomprensioni nate da errate interpretazioni della sua dottrina, sia per l'estremizzazione operatane da alcuni filosofi
della scuola di Chartres, nel 1210 arrivò contro alcune tesi dell'opera di Eriugena una condanna conciliare postuma, con il rogo di
un numero non precisato di copie del De divisione naturæ; ancora nel 1225 papa Onorio III manderà una lettera ai vescovi
francesi per chiedere la raccolta di ogni copia del libro da spedire a Roma per esservi bruciata.
In tempi recenti, tuttavia, Eriugena è stato largamente riabilitato da eminenti filosofi cattolici, fra cui il neoscolastico Étienne
Gilson e il teologo Hans Urs von Balthasar, che ne hanno riconosciuto la sostanziale ortodossia. Recentemente anche Papa
Benedetto XVI ha espresso su Eriugena un giudizio nel complesso positivo[3].
Il divino e la ragione
Per Scoto Eriugena filosofia e teologia si identificano. Egli dice infatti: "la vera filosofia è la vera religione e, viceversa, la vera
religione è la vera filosofia". Filosofare significa vedere e riconoscere la validità e la fondatezza dei principi su cui si fonda la
vera religione. Proprio per questa sua totale identificazione dei principi religiosi con quelli filosofici, Eriugena ebbe molti nemici.
Secondo il monaco irlandese, il legame e l'accordo fra fede e ragione è intrinseco, in quanto entrambe sono generate da una
medesima causa, ovvero la Sapienza divina, che si è rivelata nella Sacra Scrittura. Se non è sostenuta dalla ragione, la fede rischia
di vacillare arrivando a dire che bisogna "credere a ciò che si dice con verità intorno all'unico principio delle cose" e "intendere
ciò che con verità si crede". In questo, dunque, Eriugena si avvicina molto al pensiero di Agostino d'Ippona, per il quale vigeva il
"credo ut intelligam et intelligo ut credam" (credo per comprendere e comprendo per credere). La fede, per Eriugena, è dunque la
ricerca e lo sforzo di interpretazione del significato delle Scritture, che porta al riconoscimento della loro intrinseca struttura
razionale; esse, infatti, devono essere lette ed intese in senso allegorico, e non letterale, perché lo Spirito Santo, che parlava
attraverso i profeti, si esprimeva attraverso immagini e metafore che hanno infiniti significati. Per Giovanni Scoto, anche gli
scritti dei Padri della Chiesa debbono esser letti in più sensi, poiché alle volte appaiono paradossalmente in contrasto tra loro. Ed
è solo attraverso la ragione, sottoposta allo Spirito, che noi possiamo vedere e comprendere i motivi e le vie d'interpretazione per
poi condurci oltre queste, nella profondità unica e divina della verità da cui nascono tali diverse esposizioni.
Le quattro nature
La più importante opera eriugeniana è il De Divisione naturae o, secondo il titolo più esatto, Periphyseon, in cui formula la sua
teoria del divino partendo dunque dal neoplatonismo, ma integrandovi il concetto cristiano della natura personale di Dio, creatore
del mondo. Per il filosofo, Dio è l'unica vera realtà, ed è dunque l'unico "protagonista" della sua filosofia: infatti, tutte le cose
dipendono e sono generate da Lui e tutte le cose ritornano sempre a Lui, per Eriugena. Egli chiama l'insieme di tutte le cose
"natura", e, poiché la natura si identifica con Dio, egli in essa distingue le quattro divisioni dell'essere divino. Esse sono:
1. La natura increata e creante, che è Dio Padre: l'Essere divino, in questa prima divisione, è considerato come
principio primo, eterno, ed immutabile alla cui conoscenza l'uomo può solo avvicinarsi, senza mai però giungere
ad un'adeguata rappresentazione e comprensione. Infatti, Egli è oltre la natura, oltre la bontà, oltre l'essenza, e
dunque ciò che si dice di Lui nelle Scritture è detto non per Lui in Sé stesso, ma per noi, anche per quanto
riguarda, ad esempio, la Trinità. Essendo dunque al di là, oltre tutto ciò che a noi è accessibile, la realtà di Dio è il
non-essere, inteso come ciò che trascende il limite dell'essere. Questo concetto sarà poi ripreso in seguito per la
formazione della teologia negativa di Nicola Cusano e di altri teologi e filosofi.
2. La natura creata e creante, che è il Lógos ossia il Figlio procedente da Dio Padre: anche in questa seconda
divisione Dio è l'Autore delle cause primordiali o degli esemplari originali di tutte le cose. Tali "specie" o "forme"
sono aspetti del pensiero divino. Esse sono coeterne a Dio, e, in quanto creatrici di ogni cosa, sono anche Sua
manifestazione. In questa divisione Eriugena riprende chiaramente il concetto platonico delle Idee, dandone una
spiegazione in chiave cristiana.
3. La natura creata e non creante, che è tutta la realtà materiale (o fisica) posta nello spazio e nel tempo, ossia il
mondo: questa divisione sarebbe l'esteriorizzazione delle idee divine (con un altro rimando alla teoria delle Idee
platoniche), in quanto l'universo intero, inteso come ordine fisico, deriverebbe dalle ragioni ideali, e sarebbe
effetto di quelle cause primordiali che sono nel Verbo divino. L'universo è dunque creato ed eterno, in quanto
sussistente nel Verbo eterno, e sarebbe composto d'anima e corpo, come un immenso organismo vivente. Tale
tesi è ripresa dal Neoplatonismo, il quale afferma che vi è un'unica sostanza, cioè quella divina, e il mondo non è
che manifestazione di questa sostanza (teofania, ovvero, manifestazione di Dio). Per Scoto Eriugena, quindi,
"Deus fit in omnibus omnia", cioè Dio diventa tutto in tutte le cose, come era per lo Pseudo-Dionigi l'Areopagita.
4. La natura non creata e non creante, che è Dio stesso, concepito come ciò verso cui l'intero Creato tende: tale
divisione rappresenta Dio come meta e fine del mondo, poiché tutto ciò che proviene da un principio tende
naturalmente a tornarvici. Il filosofo dunque propone i temi della discesa e del ritorno al principio caratteristici del
Neoplatonismo. In tutto ciò, inoltre, l'uomo è nell'intermezzo fra il mondo dei corpi e quello delle essenze; per
Eriugena, l'uomo è un microcosmo che, attraverso l'intelletto, cerca di ricostruire l'intima ragione delle cose,
cerca di ritrovare la loro unità d'essenza, oltre la moltitudine e la molteplicità caotica del mondo materiale e del
mondo intellettuale. Chi dunque cerca con sforzo questa primordiale unità, comprende che le cose che sono
create e mortali, sono invece coeterne al Verbo in quanto espressione delle essenze. Grazie alla fede e alla
ragione l'uomo comprende il divino che vi è nel mondo, e contribuisce così al ritorno dell'universo a Dio.
L'intelligenza umana, quindi, è solo un mezzo per contemplare il Verbo, ma essa può smarrirsi nelle cose e
perdere la capacità di conoscere la verità. La redenzione dell'intelligenza umana, che per sua natura è distorta
dalla verità, può avvenire solo attraverso Cristo, che rende possibile il ritorno alla conoscenza che Dio ha del
mondo e di Sé stesso.
In questo modo, dunque, le quattro nature formano un "circolo divino", nel quale Dio stesso è il centro, e che si manifesta in
modo incessante ed eterno, non uscendo mai da Sé, in quanto Egli crea tutto da Sé, in Sé e per Sé; infatti il circolo parte da Dio
Padre, muove attraverso il Figlio verso il mondo e infine ritorna in Dio. Anche in questa tesi Scoto Eriugena si rimanda a
Sant'Agostino, che parla di circolo ermeneutico riguardo alla ragione e alla fede.[4]
La libertà umana
Giovanni Scoto Eriugena fu anche un grande sostenitore della libertà umana, in particolare contro la negazione che ne aveva fatto
il monaco Gotescalco: quest'ultimo, interpretando in modo estremo e letterale le tesi di Sant'Agostino d'Ippona, aveva formulato
la dottrina della Doppia predestinazione, sostenendo che Dio, sin dal principio, ha destinato alcuni uomini alla salvezza e al bene
e altri alla dannazione e al male. Ma Scoto Eriugena obietta che non è possibile attribuire a Dio una "pre-destinazione" intesa
come "destinare prima", in quanto in Dio non esiste né prima né dopo. Prendendo come base la teologia negativa di Dionigi,
Eriugena afferma inoltre che non è affatto possibile condizionare la volontà umana. Rifacendosi invece ad Agostino, sostiene che
il male non è una realtà, ma un non-essere, e dunque Dio non lo conosce, poiché se lo conoscesse lo creerebbe, in quanto il
pensiero e l'azione in Dio si identificano. Il male è dunque un'assenza di perfezione, o una negazione di realtà. Dunque, in Dio
non vi può affatto essere prescienza del male dell'uomo, e di conseguenza non vi è può essere predestinazione al male. La
caratteristica essenziale dell'uomo è, per Eriugena, il libero arbitrio, che è dunque la possibilità di peccare o di non peccare;
tuttavia, pur essendo libero, l'uomo può fruire dell'aiuto della Grazia divina. Questo pensiero lo espone però all'accusa di
Pelagianesimo, e la sua dottrina verrà infatti condannata da due sinodi.
Opere
De divina prædestinatione (La predestinazione divina).
De divisione naturæ (La divisione della natura. Titolo originale: Periphyseon). L'opera maggiore e più conosciuta.
Expositiones super Ierarchiam celestem S. Dionysii (Esposizioni sulla "Gerarchia celeste" di Dionigi Areopagita).
Expositiones super Ierarchiam ecclesiasticam S. Dionysii (Esposizioni sulla "Gerarchia ecclesiastica" di Dionigi
Areopagita).
Expositiones seu glossæ in mysticam Theologiam S. Dionysii (Esposizioni o glosse sulla "Teologia mistica" di
Dionigi Areopagita).
Homilia in prologum S. Evangelii secundum Joannem (Omelia sul Prologo del Vangelo di Giovanni).
Commentum in S. Evangelium secundum Joannem (Commento al Vangelo di Giovanni).
Annotationes in Marcianum (Commento alle "Nozze di Mercurio con Filologia" di Marziano Capella).
Carmina (25 carmi composti in latino e greco).
Note
1. ^ Scoto ed Eriugena sono modi diversi per esprimere la sua origine irlandese
2. ^ Il nome compare in molteplici forme nei manoscritti delle opere. Il più diffuso è Iohannes Scotus Eriugena o
Joannes Scotus Eriugena, ma altrettanto diffuso, sebbene meno corretto, è Erigena. Ugualmente diffusa è la
variante Scottus. Il Floss, come curatore degli opera omnia dell'irlandese, editi nel vol. 122 della Patrologia latina,
scelse di usare nel titolo la forma Joannes Scotus omettendo Eriugena, avendo effettivamente sia Scotus sia
Eriugena il medesimo significato, ossia "originario dell'Irlanda", "scoto, irlandese" (nel medioevo l'Irlanda era detta
anche Scotia Major). Diffusa nel basso medioevo fu la forma particolare di Scottigena o Scotigena, che si trova
ad esempio nell'Apologia doctæ ignorantiæ del cardinale Cusano.
3. ^ Udienza Generale, 10 giugno 2009. (http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2009/documents/hf_
ben-xvi_aud_20090610.html)
4. ^ Vedi il commento di Peter Dronke al primo volume del Periphyseon, tradotto da Michela Pereira: "Sulle nature
dell'universo (Vol I), Fondazione Valla-Mondadori, 2012.
Bibliografia
Traduzioni italiane
Il Prologo di Giovanni, A cura di Marta Cristiani, Fondazione Lorenzo Valla, Milano, Mondadori, 1987, ISBN 978-
88-042-9881-6.
De Praedestinatione Liber. Dialettica e teologia all'apogeo della rinascenza carolingia, a cura di E.S. Mainoldi,
Collana Per verba.testi mediolatini con trad., Firenze, Sismel-Edizioni del Galluzzo, 2003, ISBN 978-88-845-
0040-3.
Il cammino di ritorno a Dio. Il «Periphyseon», a cura di V. Chietti, Collana Filosofie n.130, Milano, Mimesis, 2011,
ISBN 978-88-575-0703-3.
Sulle nature dell'universo, a cura di Peter Dronke, traduzione di Michela Pereira (testo latino a fronte),
Fondazione Lorenzo Valla, Milano, Mondadori, 2012, ISBN 978-88-046-1396-1. [Libro I, 2012; Libro II, 2013;
Libro III, 2014; Libro IV, 2016; Libro V, 2017]
Divisione della natura, a cura di Nicola Gorlani. Testo latino a fronte, Collana Il pensiero occidentale, Milano,
Bompiani, 2013, ISBN 978-88-452-7336-0.
Carmi, Prefazione di Giulio d'Onofrio. Introduzione, traduzione con testo a fronte e note di Filippo Colnago,
Biblioteca di cultura medievale, Milano, Jaca Book, 2014, ISBN 978-88-164-1267-5.
Studi
Werner Beierwaltes, Eriugena, I Fondamenti del suo pensiero, Vita e Pensiero, Milano, 1997.
Mario Dal Pra, Scoto Eriugena ed il neoplatonismo medievale, Fratelli Bocca, Milano, 1941.
Tullio Gregory, Sulla metafisica di Giovanni Scoto Eriugena, Sansoni, Firenze, 1960.
Francesco Paparella, Le teorie neoplatoniche del simbolo. Il caso di Giovanni Eriugena, Vita e Pensiero, Milano,
2008.
Voci correlate
Teologia cristiana
Neoplatonismo
Pseudo-Dionigi l'Areopagita
Agostino d'Ippona
Altri progetti
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